CONCLUSO IL PRIMO PROGETTO “IO AMO LA MIA SCUOLA”

CONCLUSO IL PRIMO PROGETTO “IO AMO LA MIA SCUOLA” DELL’A.GE. VITORCHIANO

 

“L’importante è lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato” (R. Baden Powell).

Con questo spirito i genitori dell’A.Ge. Vitorchiano volontariamente e gratuitamente si sono impegnati nel primo progetto “Io amo la mia scuola”. Ottenute le dovute autorizzazioni, hanno tinteggiato ingresso e zone comuni del piano terra della Scuola Primaria.

Il risultato ottenuto è ulteriore stimolo a proseguire negli anni prossimi, durante i periodi di chiusura, sugli altri spazi delle scuole del nostro Comune. L’A.Ge. ringrazia di cuore tutti coloro che hanno creduto all’Associazione e le Autorità che, dandoci fiducia, hanno reso concreto il progetto, tutti coloro che hanno contribuito fattivamente, tutti coloro che ci hanno spronato complimentandosi per l’iniziativa, tutti coloro che ci hanno sostenuto anche solo con il pensiero perché impossibilitati a partecipare per motivi indipendenti dalla loro volontà, tutti coloro che hanno generosamente e nobilmente donato se stessi.

Un grazie speciale al nostro caro amico Claudio di Montefiascone per il materiale fornitoci e a tutti gli operatori che, presenti sullo stesso cantiere, non hanno esitato a darci una grande mano.

Per chiunque fosse interessato a ricevere informazioni, può contattarci inviando mail al seguente indirizzo agevitorchiano@age.it.

Sei questioni mal poste

Sei questioni mal poste
Il dossier di tuttoscuola[i]

di Enrico Maranzana

Sei idee che focalizzano aspetti secondari, sei idee che non indagano sull’origine del disservizio scolastico, sei idee che lasciano le cose come stanno:

  1. L’utilizzo delle risorse scolastiche non può essere ottimizzato se il traguardo da conseguire non è stato specificato,
  2. L’abbandono scolastico è un sintomo della malattia che deve essere diagnosticata;
  3. La professionalità docente germina solo in un contesto scientificamente organizzato[ii], [iii];
  4. L’autonomia delle istituzioni scolastiche che “si sostanzia di progettazione” [iv] è travisata[v];
  5. Gli sprechi e le diseconomie si determinano in funzione delle strategie gestionali;
  6. La digitalizzazione della scuola è un aspetto di superficie: è la cultura informatica l’esigenza primaria[vi].

Sei idee che non hanno i caratteri necessari al rilancio della scuola.

 

 

LA DEFINIZIONE DEL PROBLEMA

 

Legge 53/2003 –  Art. 2   SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE E DI FORMAZIONE[vii] – E’ promosso l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini e le scelte personali, adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali, nazionale ed europea”.

 

Riformulando:

La promozione dell’apprendimento è la finalità del sistema scolastico;

l’apprendimento si sostanzia di capacità e di competenze;

il governo dei processi d’apprendimento è unitario e collegiale;

le competenze possono essere generali o specifiche;

le conoscenze e le abilità sono gli strumenti, sono le occasioni che i docenti hanno a disposizione per stimolare l’apprendimento.

 

Enunciato:

Le competenze sono i comportamenti esibiti da chi affronta un compito, comportamenti in cui si riverberano, si manifestano le capacità.

Le capacità sono la stella polare del sistema educativo.

 

Un repertorio di capacità:

Analizzare, Applicare, Argomentare/Documentare/Giustificare, Comunicare, Decodificare, Decidere/Scegliere,  Generalizzare, Interpretare, Modellare, Progettare, Relativizzare, Riconoscere, Ristrutturare,   Sintetizzare,  Sistematizzare, Trasferire,  Valutare …

 

Le capacità sono processi – due abbozzi esemplificativi:

Costruire modelli (astrarre) … assumere un punto di vista funzionale al problema da risolvere –

Selezionare i dati disponibili/reperire quelli necessari – Sintetizzare organicamente dati e relazioni significative – Validare il prodotto.

Argomentare/Documentare/Giustificare … definire l’obiettivo – formulare ipotesi significative –

elencare i dati necessari – riconoscere/assumere punti di vista diversi – costruire concatenazioni causa-effetto per pervenire a coerenti conclusioni – formalizzare il ragionamento – registrare puntualmente tutte le azioni/decisioni prese nel corso dello sviluppo di un progetto.

 

 

LA STRATEGIA RISOLUTIVA

 

Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297  – la norma  si fa carico dei problemi educativi-

formativi-dell’istruzione, li gerarchizza e  costituisce gli organi responsabili dei relativo trattamento.

 

FORMAZIONE – Il governo del rapporto scuola/società è affidato al Consiglio Circolo/Istituto che

elabora e adotta gli indirizzi generali” e li esprime sotto forma di competenze generali. Delibera inoltre “i criteri generali della programmazione educativa” per determinare le modalità operative degli organismi scolastici che progettano e gestiscono i processi d’apprendimento.

 

EDUCAZIONE – “La programmazione dell’azione educativa” qualifica il lavoro del collegio dei

docenti che ipotizza percorsi per promuovere e per consolidare le capacità su cui si fondano le competenze generali indicate dal Consiglio di circolo/Istituto; ipotesi “valutate periodicamente .. per il miglioramento dell’attività scolastica”.

 

ISTRUZIONE – “La realizzazione del coordinamento didattico e i rapporti interdisciplinari” sono le

prerogative del consiglio di classe che, in base alla specificità degli interlocutori, prefigura percorsi unitari per concretizzare gli orientamenti espressi dal Collegio dei docenti.

 

Questi sono i vincoli a cui devono sottostare gli insegnamenti il cui mandato prevede:

  1. La progettazione e la gestione collegiale di processi d’apprendimento unitari[viii];
  2. La trasmissione di una corretta immagine della disciplina insegnata[ix].

 

 

 



[i] CFR in rete “Tuttoscuola dossier sei idee”

[ii] CFR in rete “Coraggio! Organizziamo le scuole”

[iii] CFR in rete “Quale formazione per il dirigente scolastico?”

[iv] DPR 275/99 art1 comma 2

[v] CFR in rete “Insegnare matematica dopo il riordino”

[vi] CFR in rete “La scuola regredisce: dal piano nazionale informatica al piano nazionale scuola digitale”

[vii] CFR in rete “On. Ministro Maria Chiara Carrozza, non dimentichi”

[viii] CFR in rete “La promozione delle competenze”

[ix] CFR in rete “La professionalità dei docenti; un campo inesplorato”

LAVORATORI PRECARI: CHI È IL SINDACATO VERAMENTE RAPPRESENTATIVO?

MILANO – USB DIFENDE I LAVORATORI PRECARI: CHI È IL SINDACATO VERAMENTE RAPPRESENTATIVO?

In questi primi giorni di settembre, USB Scuola sosteneva i lavoratori di fronte alle irregolarità riscontrate in alcune operazioni di nomina, mentre altri sindacati le avallavano e – evidenti campioni della democrazia e della rappresentanza sindacale – negavano il 2 e il 4 settembre scorso alla delegata dell’USB la possibilità di prendere parte agli incontri tra il provveditorato e le Organizzazioni Sindacali.

Dopo una diffida e aver richiesto un incontro con il provveditore, USB Scuola Milano ha sostenuto le proteste dei docenti precari della classe A037 (filosofia e storia) i quali legittimamente chiedevano una nuova convocazione delle nomine per la propria graduatoria. Era stato permesso, infatti, nel corso della prima convocazione, di “spezzettare” le disponibilità, pur essendo presenti diverse cattedre intere di 18 ore, favorendo in questo modo la scelta di pochi con il risultato che le ore residue (inferiori alle sei ore) sarebbero tornate nella gestione diretta dei Dirigenti Scolastici e a disposizione dei colleghi di ruolo per ore eccedenti di straordinario.

La pratica della frammentazione degli spezzoni per giungere al completamento di cattedra, in presenza di cattedre intere, inaugurata quest’anno in alcune classi di concorso e in particolar modo nella classe di concorso A037, è in contraddizione con le norme riportate nel Regolamento delle supplenze. USB ha ottenuto, insieme ai lavoratori in lotta, la riconvocazione delle procedure di nomina facendo in modo che all’efficienza e alla velocità, tanto care al dott. De Sanctis dell’Ufficio Scolastico Regionale, si abbinasse la massima trasparenza e la tutela dei diritti di tutti i lavoratori nonché il rispetto della normativa in vigore.

Invitiamo tutti alla massima attenzione oggi e in futuro rispetto al tema del frazionamento degli spezzoni orari, previsto per il completamento di una cattedra ma non consentito in presenza di cattedre intere, perché tale pratica comporta una forte riduzione delle disponibilità orarie e, quindi, della possibilità di lavorare per i docenti precari.

Ernesta Bevar

Lunedì il decreto scuola arriva al Cdm. Ecco tutte le novità

da Il Sole 24 Ore

Lunedì il decreto scuola arriva al Cdm. Ecco tutte le novità

di Marzio Bartoloni e Claudio Tucci           

È atteso per lunedì 9 settembre in Consiglio dei ministri il decreto legge sulla  scuola, che prevede più fondi per il diritto allo studio, potenziamento dei  servizi di “welfare” per lo studente, un nuovo piano triennale di assunzioni a  tempo indeterminato di docenti e Ata.

E, novità delle ultime ore ma la norma non è ancora certa, l’abolizione del  “bonus maturità” al debutto quest’anno tra mille polemiche nei test per le  facoltà a numero chiuso. In attesa di una sua riscrittura più equa, come  annunciato dal ministro Maria Chiara Carrozza, il “premio” in punti sul voto di  maturità – inventato nel 2008 dall’allora ministro Giuseppe Fioroni – sparirebbe  quindi dopo solo un anno di vita.

Il ministero dell’Istruzione ha individuato il pacchetto di misure da inserire  nel decreto che lunedì approderà in Consiglio dei ministri. La bozza è ora al  vaglio dell’Economia che avrebbe subito evidenziato problemi di copertura. In  ballo ci sarebbero ancora 400 milioni da trovare.

I tecnici di Viale Trastevere contano di recuperare una fetta di questi soldi  tra le pieghe del bilancio del Miur. Mentre per la restante parte si sta  cercando una soluzione con fondi esterni. Dall’articolato è stata già espunta  (perché troppo costosa) la norma su «Quota 96» che avrebbe consentito a circa  5/6mila docenti di andare in pensione con le regole pre Monti-Fornero. «È invece  in corso la trattativa sugli inidonei che dovrebbero transitare nei ruoli  amministrativi», ha spiegato il capo dipartimento per l’Istruzione, Luciano  Chiappetta. Una partita, questa, che vale una buona fetta dei 400 milioni che  mancano. Nella bozza di articolato non c’è più la norma “salva presidi” per  tamponare le situazioni critiche venutesi a creare in alcune regioni (Lombardia  in testa) a seguito dell’annullamento del concorso del 2011. Qui lo stop è  arrivato dalla Funzione pubblica per evitare l’insorgere di nuovo contenzioso. Per ora il pacchetto di misure messe a punto dal Miur è piuttosto ambizioso, e  costoso. Certo, in queste ore, e fino al consiglio dei ministri, molto dipenderà  da come sarà risolto il nodo coperture, che potrebbe far subire, fino  all’ultimo, ritocchi all’articolato. Sul fronte scuola, per esempio, è previsto  un aumento di 100 milioni dal 2014 del fondo per il diritto allo studio. Altri  15 milioni, sempre dal 2014, vengono stanziati per le nuove iniziative di  welfare per lo studente. Nel primo biennio degli istituti tecnici e  professionali viene ripristinata un’ora di geografia (costo 8,5 milioni per il  2014 e 24,5 milioni dal 2015). E si stanziano 5 milioni per ridurre la spesa per  i libri di testo alle medie e superiori; altri 5 milioni (per il 2013 e 2014)  per progetti contro la dispersione scolastica.

Il piatto forte del decreto è l’articolo che proroga, per i prossimi tre anni,  il piano di assunzioni di docenti e Ata. «Si punta a coprire il turn over  previsto nel triennio e tutti i posti disponibili», ha spiegato Chiappetta. Per  la precisione parliamo di 26.264 professori normali, 1.608 docenti di sostegno e  13.400 Ata, per un totale di 41.272 posti. A questi potrebbero aggiungersi le  cattedre in più sul sostegno. Il Miur preme per stabilizzare i posti attualmente  coperti da un supplente, pari nel triennio 2014-2016, a 26.684. Che farebbero  salire il “bottino” del piano triennale a quasi 69mila posti. Ma anche qui  servono risorse, e c’è da convincere l’Economia. Per i sindacati è fondamentale  chiudere la partita: «Bisogna dare stabilità agli organici e riconoscimento  all’impegno professionale delle persone», sottolinea il leader della Uil Scuola,  Massimo Di Menna.

Stage prima degli esami e stop a bonus e concorsone, così cambierò la scuola”

da la Repubblica

Stage prima degli esami e stop a bonus e concorsone, così cambierò la scuola”

CORRADO ZUNINO GENOVA MARIA Chiara Carrozza, ministro dell’Istruzione, scende dal palco della Festa nazionale del Pd e dice: «Con il prossimo Consiglio dei ministri aboliremo il bonus maturità, i dieci punti che l’esame di Stato regala a ogni studente promosso bene. Si sa, servono per la valutazione di un test d’accesso universitario che ne vale cento».«L’ABBIAMO guardato da tutte le parti, ho insediato una commissione tecnica apposta, abbiamo capito che è difficile introdurre un premio che garantisca giustizia. Sono giunta alla conclusione che sia impossibile. Abbiamo provato a cambiare il bonus a giugno, a renderlo più equo, adesso è l’ora di fermarci. Per i test del 2014 il bonus maturità non ci sarà. La commissione ministeriale, in un secondo momento, ci dirà qual è il modo migliore per premiare gli studenti più efficaci delle scuole superiori». Ministro, il bonus maturità è solo una parte dei sempre più contestati test d’accesso alle facoltà a numero chiuso. Quando affronterà la questione? «Ho chiesto spiegazioni sulle segnalazioni. Sui test d’ingresso ci vuole una valutazione seria e ponderata. Oggi registro che una selezione esiste in molti paesi europei, dovremo parlarne ». Lunedì ci sarà il primo Consiglio dei ministri del governo Letta dedicato interamente alla scuola, all’università, alla ricerca. Che novità registreremo? «Sono sempre dell’idea che i risultati prima si portano a casa e poi si annunciano. Siamo in una fase politica delicata. Diciamo che i tre temi sono: abbassare il costo dell’istruzione per gli studenti…». Il prezzo dei libri è salito ancora del sei per cento, prevedete un nuovo calmiere? «Ci stiamo lavorando, come stiamo lavorando a un pacchetto trasporti, bus e treni, per gli studenti. Iniziamo a introdurre un welfare scolastico». Il secondo punto, immaginiamo, sono gli insegnanti. La Cgil ha detto che non accetterà scambi tra un aumento salariale e un innalzamento delle ore lavorate. Vuol dire che un po’ di soldi per gli insegnanti ci sono? «Questo lo vedremo alla fine. Dico solo che il nostro ministero è l’unico che non ha subito tagli legati alla compensazione per togliere l’Imu, e questo dice dell’attenzione del governo per scuola e università. Dico anche che vogliamo introdurre un numero consistente di insegnanti di sostegno, visto l’aumento del numero degli studenti disabili o comunque bisognosi di un’attenzione speciale». Le prime bozze del futuro decreto parlavano di 27 mila insegnanti di sostegno da assumere e 44 mila in totale. «In generale stabilizzeremo i precari cercando di avvicinare l’organico di diritto della scuola all’organico di fatto. Chi ha insegnato a lungo deve poter essere assunto». Questo ragionamento ribalta l’impostazione del suo predecessore Profumo, che voleva un ingresso di insegnanti giovani. Che ne sarà del concorsone pubblico? «Non bandirò più un concorso pubblico per assumere docenti in queste condizioni. In Toscana e Lazio le commissioni non hanno concluso il lavoro, altrove mancavano classi di concorso, mancavano discipline. Prima di pensare a nuovi concorsi dobbiamo ridare certezza a chi già nella scuola lavora». È vero che vuole cambiare l’esame di maturità? «Vorrei cambiare l’approccio all’esame di maturità, la filosofia degli ultimi due anni di studi superiori. Introdurremo l’orientamento universitario già dal quarto anno di superiori, alla fine del quarto anno uno studente dovrà essere già entrato in un ateneo e aver fatto stage in aziende, società, enti pubblici. Priorità per gli studenti di istituti tecnici e professionali. Oggi un diciannovenne arriva all’estate della maturità e non sa nulla del suo futuro, delle sue reali attitudini. Anche per questo ho confermato ad aprile, prima della maturità, il test di ammissione alle facoltà universitarie». Vuole un’alleanza scuola-lavoro già ai 17 anni. E per l’università? «L’Italia non dovrà mai più sfornare un laureato che a 25 anni non ha mai fatto un lavoro, neppure il cameriere. Le multinazionali oggi assumono laureati su tre criteri: primo, chi ha chiuso l’università in tempo. Secondo, chi ha fatto l’Erasmus. Terzo, chi ha fatto stage o lavori. Con il decreto del Fare abbiamo già introdotto i tirocini formativi da 400 euro al mese in azienda. Metà li paga lo Stato, metà il privato. Inizieremo nel 2014». Il terzo punto in Consiglio dei ministri sarà la programmazione. Che oggi vuol dire avere scuole sicure e moderne. «L’edilizia scolastica è un argomento che sta a cuore del presidente Napolitano, l’ho appena incontrato. Abbiamo messo a bilancio, insieme all’Inail, 450 milioni, e tutte le regioni hanno preparato i loro piani. In Sicilia gli enti locali lasceranno gli edifici in cui pagano un affitto per spostare le attività in strutture completamente nuove». In questa nuova attenzione al rapporto scuola-lavoro, prevede novità per gli istituti professionali? «Voglio reintrodurre la geografia, tagliata per motivi di bilancio. In particolare la geografia economica ». In questa estate ha detto solo cose di sinistra, ministro: le bocciature devono essere pochissime, i compiti per l’estate non servono granché. Non è che vuole rimettere sulla targa del ministero dell’Istruzione la parola “pubblica”? «Pubblica è un aggettivo bellissimo, che sento molto mio. Io sono il ministro della Pubblica istruzione ».

Se si boccia la bocciatura

da Corriere della sera

Se si boccia la bocciatura

Solo credendo realmente e dunque puntando sull’istruzione come potente fattore anticiclico si potrà fare un discorso non demagogico sul funzionamento del sistema scolastico

Fulvio Cammarano

Per gli studenti non poteva esserci viatico migliore di quello della ministra Carrozza: «La bocciatura è utile soltanto in casi rari perché quando si entra a scuola si entra per uscirne vincitori con il diploma». Nessun discorso poteva illustrare meglio di questa frase l’ambiguità degli obiettivi dell’istruzione pubblica. La ministra in prima persona ci dice che la scuola in fin dei conti non è altro che una sorta di competizione sportiva che ha per traguardo il diploma. Il vincitore, cioè, non è lo studente preparato, ma quello diplomato. Non si tratta certo di una teoria nuova, tuttavia sino ad ora tale angolo di visuale era occupato dagli studenti e soprattutto dai loro genitori che, naturalmente, vogliono una sola cosa: la promozione, vale a dire un risultato, umanamente comprensibile, sul cui altare si è disposti a sacrificare tutto, qualità della preparazione compresa. Il fatto che oggi anche la ministra si collochi pubblicamente nella stessa prospettiva non ha però nulla a che fare con l’adesione a un qualche modello pedagogico, ma rappresenta solo uno dei tanti frutti avvelenati della crisi economica. «Bocciare» la bocciatura, insomma, è solo un espediente per tagliare la spesa pubblica e a ben guardare è anche un modo comodo con cui far passare un disinvestimento per una teoria pedagogica. Si tratterebbe, infatti, di un tipo di taglio che, unico al mondo, non provoca proteste e non causa scioperi; anzi, al contrario, procura consensi in quella larga parte dell’opinione pubblica che guarda con ansia non al tipo di preparazione dei ragazzi, ma solo all’esito finale di esami e scrutini. L’esternazione però è molto pericolosa perché la reticenza della ministra a segnalare i veri motivi di questo intervento finisce per avallare l’idea di un’indicazione politica ministeriale che non potrà non avere conseguenze a cascata sui presidi e sui consigli di classe di tutt’Italia. Il sacrosanto obiettivo di avvicinare allo zero il numero delle bocciature non può essere perseguito a suon di dichiarazioni, scaricando sugli operatori le responsabilità, ma solo con cospicui investimenti, vale a dire rafforzando qualitativamente e quantitativamente il corpo docente. Il resto è demagogia, a cominciare dal tentativo di trasformare la questione in uno scontro tra passatisti e progressisti. E se è vero che la bocciatura, come dice il ministro, «è un elemento di disagio del sistema educativo nel suo complesso», è altrettanto vero che ne rappresenta l’effetto, non certo la causa. Solo credendo realmente e dunque puntando sull’istruzione come potente fattore anticiclico si potrà fare un discorso non demagogico sul funzionamento del sistema scolastico. Se manca questa volontà politica, la promozione d’ufficio rappresenterà non l’attenzione delle pubbliche autorità verso i più deboli, bensì, al contrario, la loro indifferenza nei confronti di chi per tutta la vita dovrà convivere, diplomato o meno, con gli effetti catastrofici di una mediocre scolarizzazione.

Sindacati, lo scontento cresce: la mobilitazione è dietro l’angolo

da Tecnica della Scuola

Sindacati, lo scontento cresce: la mobilitazione è dietro l’angolo
di Alessandro Giuliani
I leader di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda si sono incontrati per fare il punto sui tanti disagi per i lavoratori del settore. Tante urgenze: dal prolungamento del blocco del contratto all’imminente approvazione di un decreto sulla scuola ritenuto poco incisivo sulle problematiche che contano. Come il nuovo piano di assunzioni, la stabilizzazione dei precari, l’immissione in ruolo degli Ata per il 2013, la tutela dei diritti, le questioni inidonei e Quota 96, la valorizzazione della professionalità. Ma poiché il D.L. conterrà solo un piccola parte di tutto ciò, appare inevitabile che le proteste si spostino in piazza.
Sul fronte della scuola l’impressione è che si stia procedendo davvero verso un autunno “caldo”. Con i sindacati più rappresentativi che prima ancora di leggere i contenuti del decreto legge sul comparto in approvazione, fissato per il 9 settembre in Consiglio dei ministri, già ipotizzano una mobilitazione dei lavoratori da attuare a partire dal mese di ottobre. Un’azione che, tra l’altro, potrebbe unirsi alle proteste spontanee di questi giorni. Ma anche ai presidi sostenuti dai Cobas, soprattutto per tenere alta l’attenzione su inidonei e Quota96.
Le motivazioni perché ciò avvenga sono diverse. La prima è nella “doccia fredda”, arrivata a cavallo di Ferragosto, sul blocco stipendiale: mentre, infatti, gli stessi sindacati della scuola continuavano la loro opera di mediazione per recuperare gli scatti di anzianità del personale del triennio 2010-2012, che vale la pena ricordare rappresenta anche l’unica forma di carriera possibile per il 90 per cento di docenti e Ata, il Governo pensava bene di prorogare di un ulteriore anno lo stop al rinnovo contrattuale. La decisione è stata mal digerita da tutti i rappresentanti dei lavoratori, tanto da ricompattarsi (almeno su questo argomento) dopo un lungo periodo di dissidi (soprattutto tra Cgil e Cisl).
Fatto sta che il 6 settembre i leader dei sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda si sono riuniti a Roma. E al termine dell’incontro hanno espresso un netto dissenso proprio rispetto ai provvedimenti che bloccano il rinnovo dei contratti e gli scatti di anzianità: secondo quanto riportato, attraverso un documento unitario, hanno tenuto a precisare che lo stop all’adeguamento degli stipendi rappresenta “di fatto un’intollerabile doppia penalizzazione per i lavoratori del comparto”. La contrarietà verso l’operato del Governo è alta: “non c’è inoltre alcuna disponibilità – affermano Domenico Pantaleo, Francesco Scrima, Massimo Di Menna, Marco Paolo Nigi e Rino Di Meglio – all’ipotesi ventilata dal Governo di un negoziato per il rinnovo contrattuale che riguardi la sola parte normativa; è infatti possibile negoziare anche la parte economica, tenendo conto delle condizioni finanziarie previste per il 2014, considerando che il contratto è triennale”.
I sindacalisti tengono poi a sottolineare che “ridare centralità alla contrattazione nazionale, sia sulla parte economica che normativa, contribuirebbe a rasserenare un clima pervaso da tempo da forti tensioni, valorizzando il protagonismo e la professionalità del personale con un contratto di lavoro di segno innovativo”.
La richiesta dei sindacati è allora quella di una convocazione in tempi rapidi da parte del Governo: se ad ottobre, quando si svolgerà un’assemblea nazionale, alla quale prenderanno parte congiuntamente gli organismi nazionali dei sindacati scuola, non dovessero esservi delle novità positive, sarà praticamente inevitabile “l’avvio di eventuali iniziative sindacali di mobilitazione”.
A far tornare i sindacati sui loro passi potrebbe essere l’approvazione di un soddisfacente decreto sulla scuola. Ma anche questo “binario” sembra che non porti da nessuna parte: Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda chiedono infatti di “rafforzare e assicurare stabilità agli organici e al rapporto di lavoro attraverso un nuovo piano triennale, la stabilizzazione dei precari, l’immissione in ruolo del personale Ata, la tutela dei diritti, questione inidonei e quota 96, il sostegno e valorizzazione della professionalità, tutti elementi necessari per rafforzare la qualità del nostro sistema di istruzione”. A quanto ci risulta, saranno pochi i punti auspicati che il dl dovrebbe contenere.
In ogni caso, “subito dopo l’approvazione del decreto, i segretari generali ritengono necessario un incontro con il ministro nel quale affrontare tutte le questioni aperte, e tra queste la certificazione da parte dei ministeri dell’Istruzione e dell’Economia delle risorse da destinare al pagamento, per il terzo anno, degli scatti di anzianità”.
L’impressione è che le richieste fatte dai sindacati (seppure plausibili) siano troppo ambiziose per le possibilità del Governo. Per questo, probabilmente, la mobilitazione diventerà presto più di una minaccia.

Presidio permanente inidonei e quota 96, senza se e senza ma

da Tecnica della Scuola

Presidio permanente inidonei e quota 96, senza se e senza ma
di Lucio Ficara
È oramai iniziato da un giorno, e terminerà il 9 settembre, il presidio permanente, davanti a palazzo Montecitorio, tenuto dai Cobas insieme al personale docente inidoneo, ai docenti tecnico pratici, al personale amministrativo precario e ai cosiddetti “Quota 96”.
Tutti insieme attendono delle risposte concrete e definitive dal prossimo decreto sulla scuola che dovrà essere approvato proprio il 9 settembre in coincidenza del prossimo Consiglio dei Ministri. Questo presidio permanente ha il sapore dell’ultima spiaggia, non si vuole nemmeno pensare a rinviare decisioni così importanti e delicate. Soprattutto per il personale docente inidoneo e per i quota 96, si tratta di un presidio permanente, in cui si rivendicano diritti assoluti e non privilegi di categoria, per questo motivo si attende, senza se e senza ma, la soluzione definitiva a problematiche che non sarebbero mai dovute sorgere.  Il ministro Maria Chiara Carrozza ha voluto rassicurare, decidendo di incontrare personalmente una delegazione di coloro che stanno presidiando permanentemente palazzo Montecitorio, garantendo peraltro la soluzione incrociata del gravoso problema del personale inidoneo all’insegnamento e del personale precario ata. Quindi sembrerebbe confermato, se le parole hanno un senso, l’interesse dell’amministrazione a cancellare definitivamente la vergognosa norma sugli inidonei sin dal prossimo Consiglio dei Ministri del 9 settembre, anche se non si nasconde la difficoltà nel reperimento delle risorse economiche.  Proprio la mancanza di risorse economiche potrebbe rappresentare il tallone di Achille per la risoluzione di un’altra norma restrittiva, che ha ingabbiato nella morsa della riforma Fornero coloro che nel 2012 rientrava nella fatidica quota 96. É probabile che i “classe 1952” che avevano raggiunto quota 96 nell’anno della riforma delle pensioni, siano destinati a tribolare ancora prima di avere riconosciuto il diritto di potere andare in pensione con le vecchie regole. Adesso dobbiamo attendere il Consiglio dei ministri per vedere il decreto legge sulla scuola per comprendere se almeno il grave problema dei docenti inidonei all’insegnamento è stato risolto definitivamente.

Assegnazione del personale e attribuzione incarichi: non si contratta

da Tecnica della Scuola

Assegnazione del personale e attribuzione incarichi: non si contratta
di R.P.
Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Napoli con una sentenza che rappresenta ora un punto fermo sulla questione. Sconfitte le tesi dei sindacati del comparto. La sentenza è importante perchè è la prima a carattere definitivo e potrà essere messa in discussione solo in Cassazione.
E adesso, dopo la sentenza della Corte d’Appello di Napoli, la questione della contrattazione di istituto dovrebbe considerarsi chiusa una volta per tutte. La sezione controversie di lavoro e di previdenza ed assistenza del tribunale partenopeo mette infatti un punto fermo sulla questione e stabilisce in modo pressoché definitivo che le materie di cui all’art. 6, comma 2, lettere h), i) ed m) del CCNL scuola non sono e non possono essere oggetto di contrattazione integrativa di istituto. La notizia è stata data in queste ore dall’Anp anche se la sentenza era stata emessa a fine luglio. “Le materie in questione – sottolinea l’Anp – non riguardano la regolamentazione degli obblighi o dei diritti che incidono in via diretta sul rapporto di lavoro, quanto piuttosto la definizione di regole riguardanti l’organizzazione degli uffici o la gestione di attività particolari quali quella retribuita con il fondo d’istituto”. Il tribunale di Napoli si era occupato della vicenda in quanto la Fgu-Gilda aveva aperto una vertenza sostenendo tra l’altro che i dirigenti scolastici non disporrebbero delle stesse prerogative degli altri dirigenti pubblici. Ma proprio su questo punto la Corte d’Appello si è espressa in modo inequivocabile chiarendo una volta per tutte che le disposizioni del TU 165/2001 sono pienamente applicabili anche alla scuola. Fino ad ora i sindacati del comparto avevano tentato di resistere alla applicazione del decreto 150/2009 (il cosiddetto decreto Brunetta) che sottrae alla contrattazione integrativa una serie di materie, argomentando che la norma che attribuisce ai dirigenti poteri autonomi in fatto di organizzazione degli uffici e di gestione delle risorse non è applicabile alla scuola in quanto la scuola non è assimilabile ad un qualunque ufficio pubblico. Il tribunale di Napoli, adesso, ha chiarito che il legislatore, utilizzando l’espressione “misure inerenti la gestione delle risorse umane” (art. 5, co. 2 del D.lgs. 165/2001) , ha volutamente fatto riferimento ad una dizione generica che ricomprendesse l’insieme delle attività necessarie all’espletamento del potere organizzativo/gestionale sia attraverso la determinazione di criteri, sia tramite l’emanazione di provvedimenti sia attraverso la definizione di procedure. Scontata la soddisfazione dell’Anp che vede accolte ancora una volta le proprie tesi; ma a questo punto si attendono le reazioni dei sindacati della scuola che però, in questo momento, hanno ben altri problemi di cui occuparsi anche perché la progressiva riduzione delle risorse del fondo di istituto sta di fatto svuotando di contenuto l’intera contrattazione integrativa.

Abolizione del “Bonus maturità” e altro nel prossimo Cdm?

da Tecnica della Scuola

Abolizione del “Bonus maturità” e altro nel prossimo Cdm?
di P.A.
Fra le novità nel prossimo Cdm ci sarebbe anche l’abolizione del “bonus”, ma il nodo gordiano restano i soldi, dopo le liquidazioni e le svendite di fine stagione
Sembra tuttavia certa una riscrittura del “bonus maturità”, così come annunciato dalla ministra Maria Chiara Carrozza, da inserire nel pacchetto del decreto, che lunedì dovrebbe approdare in consiglio dei ministri, ma che nel suo complesso (inidonei, Ata, soldi alle scuole, nuove cattedre) costerebbe 400milioni. Dove prenderli? Stranamente è sempre presso la mangiatoia che casca l’asino, visto che un fetta di tali somme sarebbe tra le pieghe del Miur, mentre un’altra, quella più consistente, sarebbe da racimolare con fondi esterni. Caduta in bassa quota la “Quota 96”, dopo anni di promesse e giuramenti, rimarrebbe sul tavolo la trattativa sugli inidonei, che si voleva transitassero sui ruoli amministrativi, ma per la soluzione della quale si “consumerebbe” una parte importante dei fatidici 400milioni: se ne pentiranno, dopo tante promesse? La lasceranno andare? Sembrerebbe di no. Sicura invece sembra la non adozione della norma “salva presidi”, cassata e rigettata dalla Funzione pubblica per evitare altri contenziosi e ricorsi. “I soldi fanno la guerra”, diceva Napoleone, e al Miur non sanno dove trovarli per ingaggiarla e superare così le scaramucce che stanno mettendo in fibrillazione l’inizio del nuovo anno. Fra l’altro, sottolinea il Sole 24Ore, sul fronte scuola è previsto un aumento di 100 milioni dal 2014 del fondo per il diritto allo studio. Altri 15 milioni, sempre dal 2014, vengono stanziati per le nuove iniziative di welfare per lo studente. Nel primo biennio degli istituti tecnici e professionali viene ripristinata un’ora di geografia (costo 8,5 milioni per il 2014 e 24,5 milioni dal 2015). E si stanziano 5 milioni per ridurre la spesa per i libri di testo alle medie e superiori; altri 5 milioni (per il 2013 e 2014) per progetti contro la dispersione scolastica. Ma la battaglia più accesa, nel cui campo il Miur si gioca la sua ormai scarsa credibilità, è l’articolo che proroga, per i prossimi tre anni, il piano di assunzioni di docenti e Ata per coprire almeno il turn over. Per la precisione, scrive Il Sole, parliamo di 26.264 professori normali, 1.608 docenti di sostegno e 13.400 Ata, per un totale di 41.272 posti. A questi potrebbero aggiungersi le cattedre in più sul sostegno. Il Miur preme per stabilizzare i posti attualmente coperti da un supplente, pari nel triennio 2014-2016, a 26.684. Che farebbero salire il “bottino” del piano triennale a quasi 69mila posti. Ma anche su questi campi di battaglia servono soldi, tanti soldi e il ministero dell’Economia non sa come fare né dove raschiare. Nel Dl voluto dalla Carrozza – che ieri ha anche firmato un decreto con 17 milioni per finanziare borse per la mobilità agli studenti che si immatricolano in regioni diverse – dovrebbero infine transitare alcune norme sugli enti di ricerca, sull’Anvur e sui contratti dei medici specializzandi i cui importi saranno decisi ogni 3 anni e non più ogni anno.

È confermato: lunedì 9 settembre D.L. sulla scuola in CdM

da Tecnica della Scuola

È confermato: lunedì 9 settembre D.L. sulla scuola in CdM
di A.G.
Questo l’ordine del giorno: “Decreto Legge: Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca”. Contenuti top secret. Ma forse il piano di assunzioni triennali diventa più sostanzioso.
Stavolta non ci saranno ulteriori slittamenti: nel primo pomeriggio del 6 settembre, le agenzie di stampa hanno confermato che all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di lunedì 9 figura il seguente punto: “Decreto Legge: Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca” (si parlerà anche di “leggi regionali”). Per i ministri l’appuntamento è alle 11,00 a Palazzo Chigi.
Il provvedimento, su cui il ministro dell’Istruzione, Maria Carrozza, non ha voluto dare alcuna anticipazione, dovrebbe contenere alcune importanti disposizioni sul reclutamento come un piano di assunzioni triennale dei precari (che rumors delle ultime ore darebbero in incremento rispetto alle più volte citate 44mila immissioni in ruolo nel periodo 2014-2016). Ma anche la trasformazione di circa 27mila cattedre di sostegno dall’organico di fatto a quello di diritto. Anche se si tratta solo di indiscrezioni, va ricordato che le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni dal responsabile del Miur (“ci sono tante persone che lavorano per la scuola ogni anno, perdono il lavoro a luglio e ricominciano a settembre. Bisogna capire anche il costo amministrativo di tutto questo e dimostrare che bisogna affrontare questo tema una volta per tutte. Ci sto lavorando”) sembravano dare vigore a questa possibilità. Il decreto dovrebbe poi andare a rinforzare le indennità a favore degli studenti meritevoli e meno abbienti. Uno stanziamento, tutto da quantificare, dovrebbe anche riguardare la gestione degli istituti scolastici. Ancora in forse l’annullamento del passaggio dei docenti inidonei. Pollice verso, su questo non dovrebbero esserci sorprese, per i Quota96.

“L’anno scolastico si apre in uno scenario allarmante”

da Tecnica della Scuola

“L’anno scolastico si apre in uno scenario allarmante”
di A.G.
A sostenerlo è Save the Children, che ha promosso un’ampia ricerca, realizzata da Ipsos, su “Il ruolo e le condizioni del sistema educativo italiano”: genitori e alunni coscienti delle problematiche del comparto. Le lezioni riprenderanno con meno tempo scuola, scarse opportunità di formazione dei docenti, edifici insicuri, classi affollate, taglio delle attività extrascolastiche, discriminazione nei servizi di refezione, offerta insufficiente di servizi per la prima infanzia. Con danni inevitabili per i minori dei contesti più svantaggiati. Spesso le famiglie chiamate a sopperire alle mancanze della scuola, anche su carta igienica e fotocopie.
“L’anno scolastico si apre in uno scenario allarmante”: è perentorio il giudizio di Save the Children, alla vigilia dell’avvio delle lezioni, dopo aver promosso una ricerca, realizzata da Ipsos, su “Il ruolo e le condizioni del sistema educativo italiano”.
Secondo l’associazione, il 2013/14 si aprirà con “meno tempo scuola, scarse opportunità di formazione dei docenti, edifici insicuri, classi affollate, taglio delle attività extrascolastiche, discriminazione nei servizi di refezione, offerta insufficiente di servizi per la prima infanzia: tutto questo – sostiene Save the Children – colpisce i minori, in particolare quelli dei contesti più svantaggiati, e compromette le loro opportunità di crescita”.
“Il governo – afferma Raffaela Milano, direttore Programmi Italia – Eu di Save the Children – ha assunto alcuni impegni importanti sul fronte scolastico, come lo stanziamento dei fondi per l’edilizia scolastica o il rilancio dei programmi di contrasto alla dispersione nelle regioni del Sud. È indispensabile rafforzare questo impegno, invertire decisamente la rotta rispetto alla stagione dei tagli degli investimenti per l’istruzione (nel periodo 2008-2011 la scuola ha subito tagli per 8,4 miliardi di euro e l’Italia spende per la scuola il 4,7% del Pil rispetto al 6,3% della media Ocse). Non possiamo lasciare solo sulle spalle degli studenti, delle famiglie e dei docenti questo enorme problema. E’ indispensabile rimettere concretamente la scuola al centro dell’attenzione delle istituzioni e della opinione pubblica”.
 Sempre secondo la Milano, i dati della ricerca dimostrano che “nel percorso scolastico dei bambini hanno sempre più peso i divari di tipo economico, sociale e culturale delle famiglie e dei territori di provenienza”.
Dalla ricerca emerge ritratto in chiaroscuro della scuola italiana. L’indagine ha preso in considerazione un campione di 401 ragazzi fra i 14 e i 17 anni di tutta Italia, e un campione di 1.487 genitori con figli minori. La visione dei genitori verso l’istruzione pubblica è un deciso peggioramento (87%), che viene imputato a carenza di fondi (35%, con picchi del 41% in Piemonte e Lombardia), depauperamento di strutture e dei servizi (27%, che tocca il 33% in Veneto e Puglia). C’è poi lo stato di inadeguatezza, se non di fatiscenza vera e propria, delle strutture ospitanti, che viene rilevato dal 90% degli intervistati.
La famiglia gioca un ruolo chiave nel sostegno economico delle attività scolastiche, provvedendo molto spesso (78% di adulti) all’acquisto di materiali destinati alla didattica, come carta, e fotocopie, ma anche di altre necessità di carattere più generale come, ad esempio, la carta igienica. I genitori concorrono anche a sostenere l’insegnamento di alcune materie, più spesso in aggiunta al corso di studi (44%) ma anche materie previste dal curriculum (31%, che diventa 40% in Campania e 39% in Lazio).
Secondo la stragrande maggioranza dei genitori italiani, questi costi sono nettamente aumentati nell’ultimo periodo: ben l’81% dice di aver dovuto contribuire in misura maggiore all’acquisto del materiale didattico nell’ultimo periodo, dato che arriva al 92% in Lombardia e 86% in Liguria. Per il 78%, gli aumenti hanno riguardato il contributo per l’insegnamento di materie curricolari (il dato arriva a ben il 93% in Campania), mentre il 76% dice di aver subito l’impennata dei costi del servizio mensa (con picchi dell’84% in Lombardia e 82% in Veneto) e i contributi per il materiale non didattico (che arriva all’84% in Sardegna e all’83% in Lombardia).
I genitori italiani, inoltre, riconoscono che le precarie condizioni in cui gli insegnanti si trovano a lavorare agisce da barriera in due sensi, da un lato perché di fatto ostacola un percorso scolastico organico e fluido per i ragazzi (87%), dall’altro perché la motivazione dei docenti influisce sul livello di insegnamento (84%) e sul riconoscimento della figura del docente come adulto di riferimento (79%).
Anche i giovani hanno una chiara percezione delle difficoltà finanziarie del sistema scolastico italiano (33%), e della scarsa qualità delle strutture scolastiche (21%): 1 ragazzo su 4 ritiene che la condizione della scuola sia appena accettabile, il 12% di essi la ritiene bassa, mentre 1 ragazzo su 10 la reputa molto buona. Gli studenti intervistati concordano con gli adulti che la misura più urgente per migliorare ulteriormente la loro scuola sia la garanzia di un corpo insegnanti stabile al fine di garantire un corretto percorso di studi (51%), ma ritengono che vada no anche garantiti formazione dei docenti (25%) e interventi sulla struttura che ospita la scuola (16%).
Una curiosità: da parte di genitori e alunni giungono le stesse richieste che fanno da anni docenti e sindacati.

Stop del Pdl agli inidonei

da tuttoscuola.com

Stop del Pdl agli inidonei

Il PdL condivide la decisione assunta dal Governo Letta, e in particolare dal Ministro Carrozza, di accompagnare l’avvio dell’anno scolastico con misure che, ancorchè circoscritte, agevolino il funzionamento della scuola italiana“. Lo afferma Elena Centemero, responsabile nazionale

Scuola, Università e Ricerca del PdL dicendo di apprezzare in particolare “lo sforzo di individuare risorse per garantire una adeguata presenza di insegnanti di sostegno, pur ravvisando la necessità di vigilare su una corretta definizione del fabbisogno“.

Avanziamo invece una motivata contrarietà – aggiunge Centemero – rispetto alla proposta di abrogare la norma della Spending review del Governo Monti che prevede l’impiego nel settore amministrativo dei cosiddetti Docenti inidonei, determinando così un impiego comunque proficuo di risorse umane. Cancellare la norma Monti configurerebbe un costo di denaro pubblico di 100 milioni di euro e l’ennesima penalizzazione di tanti giovani precari, lasciando del tutto improduttive 3500 persone. Un modo migliore di spendere le risorse pubbliche – osserva – potrebbe invece essere quello di dare attuazione e continuità al piano triennale di immissioni in ruolo del personale docente e amministrativo tenendo conto dei posti vacanti e disponibili al fine di rendere concreto il proposito di un positivo ricambio generazionale nel sistema scolastico“.

Scuola, attenzione allo zaino, 50% alunni ha mal di schiena

da tuttoscuola.com

Scuola, attenzione allo zaino, 50% alunni ha mal di schiena

Non sovraccaricare troppo la schiena con uno zaino inadatto. Assicurarsi che i bambini non stiano seduti con la schiena curva“. È quanto consiglia il professor Paolo Cherubino, presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (Siot) a genitori e insegnanti a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico.

Secondo una ricerca Siot, “tra i bambini delle elementari 5 su 10 soffrono di lombalgia. Il doppio, rispetto ai loro genitori quando avevano la stessa età.  Proprio tra i 6 e i 10 anni è la fascia d’età più importante per lo sviluppo muscolo scheletrico e in cui la schiena dei bambini è più delicata“, spiega il prof. Cherubino.

Quindi, genitori, attenti allo zaino e alla postura dei vostri figli. Quello giusto, secondo la  Siot, deve essere leggero quando è vuoto, non deve essere dotato di aperture a soffietto e deve avere ampie bretelle imbottite, cinture per essere fissato alle anche – rispetto alle quali non deve mai scendere oltre lungo la schiena –  e non deve pesare più del 20% del peso del bambino.

Per impedire un sovraccarico della schiena occorre evitare di indossare lo zaino su una spalla sola e cercare di appoggiarlo a terra durante il tragitto. Lo zaino ideale deve avere  uno schienale imbottito, ma rigido e spallacci morbidi. È importante che il peso non superi il 10-15% di quello corporeo. Abbiamo appurato che spesso si arriva a una media del 27%“, aggiunge Cherubino.

Da sfatare il mito della cifosi o scoliosi provocate dallo zaino scolastico. “Se i vostri figli incurvano la schiena in avanti o lateralmente non prendetevela con gli zaini, ma probabilmente le cause sono soprattutto genetiche“, prosegue il presidente di Siot.

Ma, dalla Siot precisano che non sempre il peso dello zaino è il responsabile principale dei disturbi alla schiena e alla colonna vertebrale. “Molti bambini e ragazzi oggi trascorrono diverse ore seduti davanti a uno schermo spesso con la schiena curva o distesi sul divano in posizioni ‘stravaganti’. Quindi per evitare problemi in futuro, la prima regola  è quella di muoversi: fare attività sportiva per rinforzare i muscoli del busto (addominali, lombari, sacro-spinali) che altrimenti si rilassano e si atrofizzano col risultato di una colonna vertebrale danneggiata e doloretti vari quando si è grandi“, sottolinea Cherubino.

Secondo gli esperti della Siot, nei bambini, e fino ai 12-13 anni, non si ha una sensibilità posturale, che si sviluppa solo dopo la maturità neurologica, solitamente viene preferita la postura percepita come più comoda.

Infine, gli ortopedici consigliano, oltre all’attività fisica scolastica (spesso carente in molti istituti) di abbinare lo sport settimanale. “Un fisico allenato sopporta meglio il peso dello zainetto e una colonna vertebrale in movimento è la prima prevenzione al mal di schiena. Sì quindi all’attività fisica, ma senza esagerare“, conclude Cherubino.

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 210

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 210 del 7-9-2013

Sommario

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 


DECRETO 7 agosto 2013


Riparto del concorso finanziario agli obiettivi di finanza pubblica
delle Regioni a statuto ordinario per gli anni 2013 e 2014, di cui
all’articolo 16, comma 2, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95,
convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.
(13A07395)

 

 

Pag. 1

 

 

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

 


DECRETO 31 luglio 2013


Modifica degli allegati A, B e D del decreto del Presidente della
Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni, in
attuazione della direttiva 2013/17/UE del Consiglio del 13 maggio
2013, che adegua talune direttive in materia di ambiente a motivo
dell’adesione della Repubblica di Croazia. (13A07297)

 

 

Pag. 4

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 


ORDINANZA 6 agosto 2013


Proroga ordinanza 4 agosto 2011, recante «Norme sanitarie in materia
di encefalomielite equina di tipo West Nile (West Nile Disease) e
attivita’ di sorveglianza sul territorio nazionale». (13A07330)

 

 

Pag. 35

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Docetaxel Accord Healthcare».
(13A07370)

 

 

Pag. 37

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Latanoprost Mylan Generics». (13A07371)

 

 

Pag. 37

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Serofene». (13A07372)

 

 

Pag. 37

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Diazemuls». (13A07373)

 

 

Pag. 37

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Nimesulide Actavis». (13A07374)

 

 

Pag. 37

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Bromazepam Teva». (13A07375)

 

 

Pag. 37

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Meropenem Ranbaxy Italia». (13A07376)

 

 

Pag. 37

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Docetaxel Pharmaki Generics».
(13A07377)

 

 

Pag. 38

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazine all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Latanoprost Teva». (13A07378)

 

 

Pag. 38

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Ramipril Teva Italia». (13A07379)

 

 

Pag. 38

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Lercanidipina Teva». (13A07380)

 

 

Pag. 39

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Acido Ibandronico Helm AG». (13A07381)

 

 

Pag. 40

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Docgyn». (13A07382)

 

 

Pag. 40

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Acido ibandronico Helm». (13A07383)

 

 

Pag. 40

 

 

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

 


COMUNICATO


Aggiornamento dell’autorizzazione integrata ambientale per
l’esercizio della centrale termoelettrica della societa’ Elettra
Produzione S.r.l. – Centrale di Servola, in Trieste. (13A07327)

 

 

Pag. 40

 

 

 


COMUNICATO


Rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale per l’esercizio
della centrale termoelettrica di Mirafiori, della societa’ Fenice
S.p.a., in Torino. (13A07328)

 

 

Pag. 41

 

 

 


COMUNICATO


Rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale rilasciata per
l’esercizio dell’impianto chimico della societa’ Novaol S.r.l., in
Livorno. (13A07329)

 

 

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