NUMERO CHIUSO: UN’INUTILE VIOLENZA

NUMERO CHIUSO: UN’INUTILE VIOLENZA

In questi giorni si sta ripetendo la lotteria dei test per i corsi di
laurea a numero chiuso. Il futuro di migliaia di giovani dipende da prove
inaffidabili, le cui regole cambiano continuamente. Le organizzazioni degli
studenti, assieme a quelle dei docenti, chiedono da tempo l’abolizione del
numero chiuso, la cui costitizionalita’ e’ altamente dubbia e che
certamente e’ uno strumento di inutile violenza contro migliaia di ragazzi
e le loro famiglie.
Quello che le Organizzazioni di tutte le componenti dell’Universita’
chiedono e’ “l’eliminazione di uno strumento iniquo di limitazione
all’accesso all’Universita’ e che limita la liberta’ di scelta dello
studente nel potere seguire le proprie aspirazioni.”
Invece anche l’attuale Ministroi si ostina a non accogliere questa
richiesta sensata e sta cercando tempi e modi ‘nuovi’ per correggere ancora
una volta un meccanismo introdotto anni fa senza validi motivi.
L’attuale Ministro ritiene che il numero chiuso “in Italia e’ necessario,
per due motivi. L’accesso ad alcune professioni va contingentato rispetto
ai bisogni del paese: spesso formiamo persone che poi vanno a esercitare
all’estero. E il numero chiuso e’ legato alla disponibilita’ di
attrezzature: non si puo’ aumentare indiscriminatamente il numero degli
studenti, ogni ragazzo ha diritto a un insegnamento di qualita’.”
Le ragioni del Ministro – sbocchi professionali e qualita’
dell’insegnamento -, se applicati ‘coerentemente’, dovrebbero portare, come
in parte sta gia’ accadendo, all’estensione del numero chiuso a TUTTI i
corsi di studio, per assicurare a TUTTI gli studenti sbocchi e qualita’
degli insegnamenti.
A parte la pretesa di prevedere-programmare gli sbocchi professionali in
Italia (e perche’ comunque sarebbe grave “esercitare all’estero”?) e a
parte la violenza sui giovani da contingentare e ‘intruppare’ d’ufficio da
parte di un Ministero che ha sempre esclusivamente ascoltato e rispettato
gli interessi della Confindutria e dell’accademia che conta (con in testa
la CRUI), che senso ha limitare il numero dei laureati quando e’ noto a
tutti che il numero di quelli italiani (oggi il 20% dei giovani nella
fascia di eta’ 30-34 anni) andrebbe invece RADDOPPIATO, se si volesse
raggiungere l’obiettivo europeo (40%), o andrebbe comunque fortemente
aumentato se si volesse raggiungere l’attuale media europea (32,5%)?

L’istruzione riparte… Speriamo davvero!

L’istruzione riparte… Speriamo davvero!

 

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto cosiddetto “L’Istruzione riparte”, proposto dal Ministro dell’Istruzione.

Ecco alcune delle misure più rilevanti che riguardano la scuola:

I dirigenti scolastici: saranno selezionati annualmente attraverso un corso-concorso di formazione della Scuola Nazionale dell’Amministrazione.

Nelle regioni ove i concorsi non sono ancora conclusi, le reggenze dovrebbero prevedere l’esonero dall’insegnamento del docente collaboratore, come l’ANDIS ha insistentemente richiesto negli ultimi mesi, a livello nazionale e regionale.

L’accordo in Conferenza Unificata STATO-Regioni definirà il dimensionamento scolastico.

Si sblocca l’assunzione dei vincitori del concorso a dirigente tecnico.

 

E’ previsto piano triennale di assunzioni di docenti ed ata.

Viene autorizzata da subito l’assunzione di circa 26.000 docenti di sostegno.

Sono previsti consistenti stanziamenti per la formazione del personale della scuola, in particolare  per rafforzare le competenze digitali degli insegnanti, i percorsi scuola-lavoro, intervenire nelle aree a rischio, consentire l’accesso gratuito ai musei statali e siti archeologici.

 

Per l’edilizia scolastica le regioni potranno contrarre mutui a tassi agevolati, con oneri di ammortamento a carico dello Stato.

 

Gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado potranno ricevere contributi per spese di trasporto e ristorazione.

Sono anche previsti fondi per la connettività wireless nelle scuole secondarie

Gli studenti potranno utilizzare  libri di testo nelle edizioni precedenti, purché conformi alle Indicazioni nazionali.

Uno specifico stanziamento prevede il finanziamento per l’acquisto da parte delle scuole di bri di testo e e-book per il comodato d’uso agli alunni in situazione di disagio.

 

Sono previsti fondi per la lotta alla dispersione scolastica e potenziare l’orientamento degli studenti della scuola secondaria di secondo grado.

 

Per un giudizio di merito definitivo, l’ANDIS  attende di leggere il testo completo del provvedimento, sembra comunque fuor di dubbio che siamo di fronte a una netta, rivoluzionaria inversione di tendenza, che rimette la scuola tra gli interessi del Governo e se ne riconsidera la centralità per pensare a prospettive di sviluppo per il Paese.

 

L’attenzione dell’Associazione Nazionale dei Dirigenti Scolastici sarà volta anche a stimolare l’uso corretto, tempestivo ed efficace delle risorse per migliorare la qualità del servizio scolastico e garantire a tutti gli studenti il successo formativo per il reale inserimento nel mondo del lavoro.

 

IL PRESIDENTE NAZIONALE

Gregorio Iannaccone

Il corso obbligatorio sulla sicurezza ed il Vesuvio

Il corso obbligatorio sulla sicurezza ed il Vesuvio che Nakada Setsuya indica come pronto ad esplodere
Rischi e pericoli nelle scuole italiane

Siamo lì, seduti nelle nostre sedie nell’aula preposta, per la “formazione sulla sicurezza”. Bene. Sappiamo, difatti, che il d.lgs. n. 81/2008 (tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro), ha introdotto una novità rispetto al d.lgs. 626/94: la partecipazione obbligatoria da parte dei lavoratori alla formazione sulla “Sicurezza” organizzata dal datore di lavoro. Sia mai volessimo mancare! D’altra parte sappiamo che “Il Dirigente Scolastico, nel caso specifico, che non abbia ottemperato alla predetta disposizione è punito: -“e) con l’arresto da quattro a otto mesi o con l’ammenda da 2.000 a 4.000 euro”(art. 55, c. 4, lett. e).”- Intanto nelle scuole italiane, specialmente al Sud, serpeggia lo scontento giacchè, per quanto si parli di rischi e di sicurezza, per adesso, oltre al parlare, è stato fatto poco o nulla. Vero è che: -“… Tra le diverse misure inserite all’interno del Decreto del Fare, vi è quella che mira alla riqualificazione e al rilancio del settore infrastrutture. Il titolo dell’articolo 18 del suddetto decreto è difatti nominato “Sblocca cantieri, manutenzione reti e territorio e fondo piccoli Comuni”.[1] Al comma 8-ter, gli scopi del provvedimento si concretano in questi termini: “attuare misure urgenti in materia di riqualificazione e di messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche statali, con particolare riferimento a quelle in cui è stata censita la presenza di amianto”.[2]

Malgrado ciò non ci sentiamo poi tanto tranquilli sulla possibilità che tali misure possano considerarsi risolutive, visto che (Dati Miur), il 75% degli edifici scolastici ha più di 50 anni ed ogni anno l’INAIL registra oltre 85mila infortuni tra le aule. [3] – Basteranno gli stanziamenti?

Stupirci delle scuole a “rischio chiusura”? Non possiamo: io, ad esempio, ho lavorato in un Edificio scolastico in cui, il primo anno, non sapevamo dove mettere i nuovi allievi. Poi si sono viepiù evidenziate le solite dolenti note: aule dissestate, macchie d’acqua, soffitti con gli intonaci sempre più fradici. Alla fine “ci si sono messi anche gli alberi attorno alla scuola”: uno è caduto sull’edificio della palestra (fuori orario scolastico, per fortuna), e ci hanno sloggiati. Recuperato un edificio posto in zona vicina, sono nati altri problemi per l’uscita di sicurezza sulla strada principale, per il posto (che non piaceva ai genitori), per mancati accomodamenti tra Provincia e Comune. Voce ripetuta in questi casi: la mancanza di fondi, e su questo la Provincia non fa mistero. Lentamente “la mia scuola è andata a morire” e l’ho lasciata, perché il terreno mi franava sotto i piedi. Attualmente “si è fusa” con un Liceo più fortunato e ne è divenuta una sede staccata. Insomma: è morta.  Ma, a conti fatti: una scuola in meno oggi, non preoccupa nessuno: Meno spese.

Con questi pensieri nell’animo (i miei sono di un tipo, quelli dei colleghi non mancano, per altre storie vissute o timore di viverle). Sappiamo che il corso per la sicurezza è obbligatorio, ma, dentro di noi, non possiamo non pensare che sia anche aleatorio.

Edilizia scolastica: La nostra Italia presenta il 43% delle scuole del Sud e il 48% di quelle delle Isole con la necessità di interventi di manutenzione urgente, mentre la percentuale scende al 29% nelle regioni settentrionali e al 25% al Centro. Il meridione, il solito meridione accusato di essere “sonnolento ed incapace”, con una storia di emigrazione feroce e brigantaggio per fame, oggi anche pieno di povera gente affamata che vi cerca pane, provenendo da “altrove”. Altri giovani, di cui alcuni nati qui, che hanno bisogno di scuole, con la S maiuscola. Dobbiamo sperare nel governo con il suo “Decreto del fare bis”, per la sicurezza nelle scuole? Strano, forse, che visto i precedenti, si possa essere poco fiduciosi? Ed intanto il collega ci fa lezione sui nostri doveri e diritti, in merito “alla sicurezza”. Qualcuno forse teme (scuola per scuola), che a parlar troppo delle “insicurezze” presenti, si faccia la fine di quelle scuole chiuse eternamente per manutenzione, i cui professori (in quest’Italia dove la professione insegnante è divenuta sempre più ambigua e difficile), si ritrovino poi dispersi al vento come foglie, assieme agli allievi. Io, a 64 anni, mi ritrovo a lavorare su due scuole.

Intanto, però, c’è il “Decreto del Fare”, che “mira alla riqualificazione e al rilancio del settore infrastrutture. Sblocca cantieri, manutenzione reti e territorio e fondo piccoli Comuni”. Si parla di: messa in sicurezza; ristrutturazione; manutenzione straordinaria degli edifici scolastici.

Ma noi non chiederemmo molto: sappiamo che, in molti casi, è stata la cattiva manutenzione a causare, anno dopo anno, un deterioramento degli ambienti fino a farli diventare pericolosi per insegnanti e studenti. Insomma, vorremmo soltanto che fossero finanziati (alla svelta) interventi di riqualificazione. Auspicheremmo, in breve (ad esempio), che i pavimenti, laddove si sono “alzati” ed impediscono l’apertura delle porte di sicurezza, fossero “aggiustati”. Vorremmo che i bagni dei nostri studenti avessero le porte sane, le chiusure che funzionano. Vorremmo, in qualche caso, che si provvedesse ad evitare l’accesso, sulle scale di sicurezza, di piccioni e gabbiani, capaci di renderle sporche, pericolose biologicamente (le deiezioni) e fisicamente (si scivola).  Sappiamo che per dar voce alle tante indicazioni che arrivano ai Comuni ed alle Province servono molti fondi. Il rapporto di Legambiente “Ecostistema Scuole 2012” asserisce che il 60% degli edifici scolastici è stato costruito prima del 1974, mentre solo il 7% ha meno di 20 anni (e comunque non rispettano tecniche di costruzione sostenibile). Soltanto l’8,22% è costruito con criteri antisismici, mentre oltre il 90% “è in regola con le certificazioni” grazie a porte antipanico, prove di evacuazioni e impianti elettrici a norma. Non indaghiamo su questo. Ma, sì: seguiamo il corso: è obbligatorio sapere “come” dovrebbero essere le nostre scuole. “Come” forse saranno (?), le scuole del futuro. Come sono quelle in cui lavoriamo, oggi? E’ un altro fatto.

La condizione è proprio grave. Lo dicono i dati del ministero della Pubblica Istruzione: il 44% degli edifici è stato costruito tra il 1961 e il 1980, quando non esistevano le norme antisismiche di oggi. E sappiamo che il nostro caro Vesuvio, prima o poi, si farà sentire. Lo ha asserito uno dei massimi esperti di vulcanologia e di terremoti al mondo, il giapponese Nakada Setsuya, durante i lavori della XII conferenza mondiale dei geoparchi ad Ascea.

Forse ci tocca davvero apprendere, noi ed i nostri studenti “il piano di evacuazione”. Forse converrebbe farlo con più determinazione, giacché non è detto che prima o dopo non ci venga utile sapere come comportarci in caso di terremoto. I bambini Cinesi sono di gran lunga migliori allievi se si tratta di preparazione terremoto, di molti altri paesi del mondo e forse dovremmo cominciare a preparare anche i nostri, che vivono al cospetto di un vulcano attivo o proprio sotto di esso.  Per quanto riguarda le frane e gli smottamenti, soprattutto in alcune aree del Sud, dovremmo ricordarci che molte scuole sono costruite in zone a forte rischio idrogeologico e con standard ormai superati, per cui è inutile intervenire con una ristrutturazione, mentre appare più efficace ed economico costruire nuove scuole.

Ma noi insegnanti seguiamo il corso sulla sicurezza, obbligatorio. Permetteteci di essere scettici.

Bianca Fasano

 



[1] Comma 8-bis  “al fine di predisporre il piano di messa in sicurezza degli edifici scolastici, è autorizzata la spesa di 3,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016, in relazione all’art.2, c. 329, della L244/2007, per l’individuazione di un modello unico di rilevamento e potenziamento della rete di monitoraggio e di prevenzione del rischio sismico”.

[2] Con un totale di risorse paria circa 450 mln di euro, da ripartire a livello regionale, i sindaci e i presidenti delle province interessati opereranno, fino al 31 dicembre 2014:
“in qualità di commissari governativi, con poteri derogatori rispetto alla normativa vigente, che saranno definiti con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri”.

DL nella giusta direzione ma non basta

Scuola: Mascolo (Ugl),
DL nella giusta direzione ma non basta

(dall’Agenzia ANSA) “Il decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei ministri va nella giusta direzione, ma i nodi da sciogliere sono ancora tanti. Ora, infatti, è necessario che il Governo risolva al più presto e in maniera definitiva tutte quelle problematiche legate al reclutamento del personale della scuola e allo stanziamento delle risorse economiche destinate alle istituzioni scolastiche”: è il commento del segretario nazionale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo. “Misure come la riduzione del costo dei libri, la possibilità di concedere in comodato d’uso i testi o di utilizzare le edizioni precedenti, l’introduzione di contributi e benefici grazie al ‘welfare dello studente’ e la digitalizzazione degli istituti scolastici – argomenta il sindacalista – vanno nella giusta direzione, ovvero quella di valorizzare un settore strategicamente importante come quello della scuola, oltre ad essere un valido contributo al contenimento del fenomeno della dispersione scolastica. Allo stesso tempo, è positivo il via libera all’assunzione a tempo indeterminato di oltre 26.000 insegnanti di sostegno, ma per quanto riguarda il personale Ata, avremmo preferito che le assunzioni si concretizzassero in tempi brevi e non aspettare l’inizio del nuovo anno”. “Inoltre, in merito al piano triennale che prevede l’assunzione di 69 mila insegnanti, c’è bisogno di maggiori chiarimenti soprattutto per quanto riguarda la tempistica e le modalità di attuazione: per l’Ugl resta prioritaria la copertura di tutti i posti vacanti in organico di diritto, con decorrenza immediata, senza dimenticare inoltre l’urgenza di un piano pluriennale di investimenti e di un serio progetto di snellimento delle procedure informatizzate delle scuole. Solo in questo modo potremo garantire una scuola di qualità, con percorsi di istruzione e formazione adeguati alle necessità di un mercato del lavoro in continua evoluzione, a vantaggio di alunni e famiglie” conclude Mascolo.

Decreto scuola: importante investire. Per i dirigenti, marcia indietro!

Decreto scuola: importante investire. Per i dirigenti, marcia indietro !

In attesa di poter leggere il testo definitivo del decreto scuola, DiSAL apprezza la scelta del Governo di riprendere ad investire sull’istruzione, bene cruciale per lo sviluppo della nazione, anche se questi investimenti riguardano i futuri anni scolastici.
Proseguire nella linea della stabilizzazione dei docenti, degli insegnanti di sostegno e del personale non docente, dare contributi per i libri di testo, agli alunni meritevoli, per la connessione internet e per la formazione degli insegnanti, sono sicuramente passi utili a migliorare il funzionamento delle scuole.
Purtroppo non sembrano esserci misure che valorizzano la professione dirigente nelle scuole: si torna al centralismo statale nel reclutamento (anche grazie al fallimento di un concorso mal organizzato e mal gestito nelle regioni); non si danno dirigenti scolastici alle centinaia di scuole che restano quindi affidate a mezzo tempo a presidi (con l’enorme abuso delle reggenze, specie nella grave situazione della Lombardia). Gli esoneri ai docenti vicari, se premiano richieste sindacali, non risolvono il diritto di tutte le scuole ad una direzione stabile, rischiando di allontanare sempre più la professione del preside dal compito di direzione educativa dell’istituzione scolastica autonoma che DiSAL da sempre difende e rivendica..
Si modifica con un intervento un po’ tappabuchi il piano di studi degli Istituti Tecnici e Professionali che, così, aumenta ancora le ore con materie teoriche, invece che accrescere lo spazio a laboratori e rapporti con il mondo del lavoro. Quest’ultimo è il grande assente dal decreto, proprio in un momento nel quale i giovani e le imprese hanno bisogno di spazi di conoscenza reciproca.
“Se col decreto si avvia finalmente una fase di investimenti e non più di tagli – ha dichiarato il presidente di DiSAL Roberto Pellegatta  –  le prime notizie sembrano confermare il permanere di interventi ancora a carattere statalista e centralistico. La ripresa della scuola italiana, invece, ha urgente necessità di un grande respiro di autonomia e sussidiarietà”.

Sciopero della fame

Il mida precari, nelle persone di Rosa Sigillò, Angela Veltri e Ida Gasparretti, da questa mattina dice no alle continue ed inaccettabili condizioni di disagio perpetrate a danno di centinaia di migliaia di precari non abilitati che da anni mandano avanti la scuola italiana accettando condizioni di lavoro spesso disumane. Le succitate coordinatrici hanno deciso di cominciare uno sciopero della fame ad oltranza che troverà soluzione quando una delegazione di docenti “speciali” avrà udienza dal ministro della Pubblica Istruzione Maria Chiara Carrozza. Le continue ed altanelanti posizioni assunte dai vari Ministri che si sono succeduti in merito a TFA e PAS hanno prodotto soltanto inutili ed indecorose guerre tra poveri docenti che , pur nella precarietà del mondo-scuola, continuano a garantire il funzionamento della stessa ogni anno.
Le ultime notizie in merito alla possibilità di offrire un canale preferenziale di ingresso ai tieffini neo abilitati ad inizio anno scolastico, getta nello sconforto  totale le migliaia di docenti che, a breve cominceranno il percorso abilitante.
È utile ribadire che TFA e PAS sarebbero dovuti partire contestualmente e non in tempi differenti, come è ormai certo accadrà, pertanto si ritiene errata la scelta di offrire ai “tieffini”, un percorso preferenziale per accedere alla seconda fascia di istituto o addirittura un SALVA TFA. Non accettiamo che si getti alle ortiche il lavoro continuo, ricco e carico di aspettative di migliaia di docenti. Saluti Precari, coordinamento nazionale Mida Precari.

Un impegno che va nella direzione giusta

Di Menna: “Un impegno che va nella direzione giusta”

DECRETO SCUOLA

Un impegno che va nella direzione giusta nel dare certezza e continuità al lavoro nella scuola, nell’azione didattica e dei servizi – è il commento del segretario generale Massimo Di Menna, dopo il via libera del Consiglio dei ministri al decreto scuola del Governo.
Il provvedimento, nel suo insieme, sia in termini di scelte di metodo, sia intermini di risorse impegnate, dimostra  – aggiunge Di Menna –  attenzione e sostegno al sistema di istruzione.
Quel che emerge da una prima lettura – per una valutazione più puntuale bisogna leggere il testo del decreto, mette in chiaro Di Menna – è un giudizio positivo: a partire dall’aumento dei posti di organico di diritto per gli insegnanti di sostegno, al piano triennale, alle assunzioni, fino ad oggi bloccate, per il personale Ata.
C’è attenzione alla specificità della funzione docente là dove – mette in evidenza il segretario generale della Uil Scuola – così come avviene in altri paesi europei, viene prevista l’entrata gratuita ai musei.
Nel decreto fiscale – aggiunge Di Menna – occorrerà prevedere la detassazione per l’acquisto di libri e materiali per l’aggiornamento professionale degli insegnanti.
In sede parlamentare, poi, va trovata soluzione alla cosiddetta questione ‘quota 96’ riconoscendo la specificità dell’anno scolastico in materia previdenziale.
Ora serve un cambio di passo sul fronte del riconoscimento e della valorizzazione del lavoro.
Il Governo deve tornare sulle decisioni che hanno condotto al blocco del contratto e alla sospensione degli scatti di anzianità. Una buona scuola è fatta dal lavoro di ogni giorno di insegnanti e personale della scuola al quale (unica categoria) non va imposta una doppia penalizzazione: senza contratto e senza progressione per anzianità.

Il decreto per la scuola va nella direzione giusta

Scrima, il decreto per la scuola va nella direzione giusta

Attendiamo naturalmente di vedere il testo definitivo, ma se le anticipazioni fossero confermate saremmo certamente di fronte a un buon provvedimento. Non risolutivo di tutti i problemi che si sono via via accumulati nel tempo, ma senz’altro una direzione di marcia giusta.

Niente tagli, e già questo è un dato significativo, e un’attenzione che ci sembra più convinta su aspetti che incidono sul pieno esercizio del diritto allo studio. Un nuovo piano triennale di assunzioni, il consolidamento dei posti di sostegno e la conseguente stabilizzazione del lavoro, qualche risorsa in più per la formazione, sono risposte concrete a problemi per i quali invochiamo da tempo soluzione.

Bene anche aver rimesso mano alle norme sul dimensionamento: ci auguriamo che di concerto con le regioni si arrivi finalmente a superare il controsenso delle scuole senza dirigente e senza direttore.

Sui dirigenti, è apprezzabile la scelta di prevedere un reclutamento analogo a quello di tutta la dirigenza pubblica; dopo le non esaltanti esperienze di questi anni, affidare le procedure alla Scuola Superiore di Amministrazione è senz’altro decisone opportuna, così come la possibilità di esonerare i vicari nelle regioni in cui il mancato completamento dei concorsi determina un alto numero di scuole in reggenza. Soluzioni diverse che erano state ventilate avrebbero innescato prevedibile contenzioso e alimentato inopportune aspettative.

Altri passaggi del decreto sollevano invece perplessità e andranno attentamente valutati per le implicazioni che hanno sulle prerogative contrattuali: ci riferiamo alle parti che toccano l’orario di lavoro del personale (attività di orientamento) o alla sessione negoziale che dovrebbe precedere il varo del piano triennale di assunzioni.

Che si aprano tavoli di negoziato ci va benissimo; nessuno pensi, però, di farne il luogo di ratifica di decisioni già prese. Ai tavoli negoziali si discute, ci si confronta, insieme si prendono le decisioni: è il nostro modo di fare sindacato, da sempre, e ha sempre dato buoni frutti. Se si apre una stagione di confronto, una volta tanto in presenza anche di segnali positivi, la Cisl Scuola è pronta.

Roma, 9 settembre 2013

Francesco Scrima, segretario generale CISL Scuola

Il Consiglio dei Ministri approva il Decreto Legge su Istruzione, Università e Ricerca

Il Consiglio dei Ministri approva il Decreto Legge su Istruzione, Università e Ricerca

Lo SNALS-CONFSAL apprezza le dichiarazioni del premier  Letta  e del Ministro Carrozza relative alla necessità di tornare a investire su educazione e istruzione, ma un giudizio più articolato e approfondito del decreto legge approvato oggi potrà essere formulato solo quando sarà nota la stesura del testo. Ci si domanda, però tra l’altro, dove sia la soluzione del problema degli inidonei e del pensionamento con “quota 96”.

E’ certamente positivo l’annuncio della stabilizzazione di oltre  26000 posti di sostegno in un triennio, e l’annunciata definizione di un piano triennale di stabilizzazione che preveda l’immissione in ruolo, quantificato nel comunicato stampa del Governo in 69000 docenti e 16000 ATA, sui  i posti vacanti e disponibili, quindi non solo a pareggio del tourn-over, ma manca l’attivazione dell’organico  pluriennale dell’autonomia in cui stabilizzare almeno tutte le disponibilità esistenti anche in “rete” tra scuole diverse.

Questi fatti, se realizzati, sono certamente un passo positivo, ma non tale da risolvere gli innumerevoli problemi da cui è affitta la scuola e il suo personale.

Infine, l’introduzione di un’ora di geografia generale ed economica negli istituti tecnici e professionali non può che essere vista positivamente, come ogni arricchimento dell’offerta formativa; non è, però, condivisibile e accettabile  la mancanza di analogo provvedimento per altre discipline eccessivamente penalizzate dai tagli della riforma e, in particolare, con riferimento proprio agli istituti tecnici e professionali, il mancato potenziamento dei laboratori che potrebbe essere realizzato con un limitato incremento di risorse ottimizzando l’utilizzazione del personale docente ITP.

Necessità di una attenta lettura la norma relativa alla prevista revisione del nuovo sistema di reclutamento dei dirigenti scolastici e alla fase transitoria da attuare in attesa dell’espletamento dei concorsi in atto non completati e quelle relative al personale degli Enti di Ricerca.

Giudizio positivo, infine, sulla volontà espressa  di far gravare meno sulle famiglie il peso dei libri di testo, e sull’introduzione di norme a favore del “welfare dello studente”, della lotta alla dispersione, dell’orientamento e sull’eliminazione del “bonus maturità”, che aveva provocato tanti contenziosi.

Decreto scuola: un primo passo per ridare valore all’istruzione

Decreto scuola: un primo passo per ridare valore all’istruzione

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

Il decreto che comprende norme sulla scuola, sul potenziamento dell’offerta formativa e sul diritto allo studio è un primo passo per invertire le politiche degli ultimi anni che hanno devastato il sistema d’istruzione e ricerca del nostro Paese. In attesa di analizzare i contenuti del decreto e la congruità delle risorse stanziate, possiamo affermare che s’iniziano a raccogliere i primi frutti delle tante iniziative per ridare valore e dignità all’intero sistema della conoscenza e per garantire a tutti il diritto al sapere.

Sulla base delle dichiarazioni del Governo è condivisibile lo sforzo per  migliorare il welfare studentesco, l’eliminazione del bonus maturità, la riduzione dei costi dei libri di testo, gli ulteriori interventi per l’edilizia scolastica e per la lotta alla dispersione, anche se le risorse risultano ancora scarse. E’ importante che si sia ristabilito un rapporto stretto tra qualità dell’offerta formativa, stabilizzazione degli organici e investimenti in edilizia, formazione dei docenti e tecnologie. In particolare la stabilizzazione dei 27000 insegnanti di sostegno in tre anni, il nuovo piano triennale di assunzione con copertura dei posti vacanti e disponibili per il personale ATA, docente e educativo, le immissioni in ruolo, a gennaio, degli assistenti tecnici e amministrativi, il superamento dei vincoli numerici sul dimensionamento, l’avvio della soluzione delle incivili norme sui docenti inidonei e gli interventi per i dirigenti scolastici sono state il cuore delle richieste avanzate dalla FLC CGIL per la scuola. Positive anche le norme relative all’ AFAM e all’ INGV.

Riteniamo invece che l’attribuzione di una quota premiale del fondo ordinario agli enti di ricerca sulla base dei risultati della valutazione sulla qualità della ricerca sia profondamente sbagliata in quanto i parametri utilizzati dall’ ANVUR sono inadeguati e peraltro le risorse sulla ricerca continuano ad essere del tutto insufficienti. Il lavoro nei comparti pubblici deve tornare ad essere un valore e non può più essere penalizzato in termini salariali e di riconoscimento professionale. Il rinnovo dei contratti nazionali nei settori pubblici e il superamento del blocco degli scatti d’anzianità per la scuola non possono più attendere se si vuole favorire il protagonismo dei lavoratori della conoscenza nel migliorare il nostro  sistema di istruzione e ricerca.

DECRETO SCUOLA: “BENE STABILIZZAZIONI, ORA PUNTIAMO AGLI SCATTI”

DECRETO SCUOLA, GILDA: “BENE STABILIZZAZIONI, ORA PUNTIAMO AGLI SCATTI”

“Il piano triennale di assunzione dei precari e il rafforzamento dell’organico riguardante i docenti di sostegno sono aspetti positivi che corrispondono a nostre storiche richieste e che, dunque, accogliamo con soddisfazione. Ma sul tappeto resta ancora la questione, per noi fondamentale, degli scatti di anzianità sulla quale ci auguriamo arrivino presto risposte concrete da parte del Governo”. Così il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, commenta i provvedimenti riguardanti il personale scolastico contenuti nel decreto approvato questa mattina dal Consiglio dei Ministri. Di Meglio ricorda, inoltre, che restano ancora da risolvere altri gravi problemi, primi fra tutti quelli riguardanti “quota 96” e gli inidonei.

Sostegno: non un’ora di meno!

‘Sostegno: non un’ora di meno!’ ANIEF promuove ricorsi gratuiti per l’immediata attivazione su tutto il territorio nazionale di ore di sostegno in deroga

 

Anche quest’anno le ore di sostegno attivate dal MIUR non sono sufficienti a coprire il reale fabbisogno degli alunni con disabilità e questo comporta un minor numero di contratti di lavoro stipulati dai docenti di sostegno e, soprattutto, un’inaccettabile violazione del diritto all’istruzione degli alunni con disabilità.

 

L’ANIEF, pertanto, ha deciso di promuovere l’iniziativa “Sostegno: non un’ora di meno!” per l’immediata attivazione, con ricorsi d’urgenza, di nuovi posti di sostegno in organico e il recupero delle ore negate agli alunni con disabilità grave riconosciuta ai sensi dell’art. 3, comma 3 della Legge 104/92.

 

L’ANIEF chiede ai dirigenti scolastici, ai referenti di sostegno e a tutti i docenti in servizio presso le scuole italiane di attivarsi e di segnalare immediatamente al nostro sindacato le ore di sostegno negate agli alunni con disabilità grave scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica: sostegno@anief.net.

 

Per effettuare la segnalazione sarà sufficiente inviare una email avente per oggettoSostegno negato – Richiesta istruzioni operative” e la città da cui proviene la segnalazione (ad es. Napoli) e per contenuto la denominazione e la sede della scuola da cui proviene la segnalazione e il numero degli alunni con disabilità grave che hanno ricevuto meno ore di sostegno rispetto a quelle richieste in sede di gruppo misto.

 

I segnalatori riceveranno, in risposta alla suddetta email, dettagliate istruzioni operative da fornire alle famiglie degli interessati per un immediato contatto con i nostri legali. Occorre, infine, sottolineare che:

–       I ricorsi saranno proposti con procedura d’urgenza ai TAR regionali e saranno decisi, con l’attribuzione delle ore di sostegno illegittimamente negate, entro un mese dalla data del deposito degli stessi.

–       I ricorsi saranno patrocinati dai nostri legali senza la richiesta alle famiglie di alcun compenso professionale.

–       Le azioni legali saranno organizzate anche collettivamente in modo da ottimizzare la suddivisione delle spese tra le famiglie per il pagamento del contributo unificato (cioè la tassa di circa 600 euro scandalosamente richiesta da quasi tutti i Tribunali Amministrativi per il deposito del ricorso).

–       Alcuni Tribunali Amministrativi, ad esempio quello di Palermo, concedono un risarcimento del danno alle famiglie quantificato in 1000 euro per ogni mese di sostegno negato all’alunno disabile.

*

Il nostro sindacato rivolge un accorato appello a tutti gli insegnanti e gli operatori della scuola perché si impegnino a contribuire attivamente alla riuscita dell’iniziativa promossa dall’ANIEF “Sostegno: non un’ora di meno!”, unico modo per garantire nell’immediato una scuola veramente aperta a tutti.

Azione collegiale per rilancio pubblica istruzione

MIUR: Carrozza, commossa e orgogliosa.
Azione collegiale per rilancio pubblica istruzione

“Sono commossa e orgogliosa per essere il Ministro che ha riportato l’istruzione al centro dell’agenda politica e grata a tutto il Consiglio dei ministri per aver lavorato intensamente per ottenere questo risultato. È stata un’azione collegiale per permettere il rilancio della pubblica istruzione italiana”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza al termine del Consiglio dei Ministri.

9 settembre DL “L’Istruzione riparte” in CdM

Il Consiglio dei ministri, nel corso della seduta del 9 settembre, approva un decreto legge, relativo a “Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca” (PRESIDENZA – ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA), dal titolo “L’Istruzione riparte”, che punta a garantire un miglior avvio del nuovo anno scolastico e accademico. Previsti interventi sul personale scolastico, sui libri di testo, misure a favore del welfare studentesco. Centrali anche la lotta alla dispersione scolastica, la formazione dei docenti, il potenziamento e l’innovazione dell’offerta formativa e il rilancio dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del presidente del Consiglio, Enrico Letta e del ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza, un decreto legge dal titolo “L’Istruzione riparte” che punta a garantire un miglior avvio del nuovo anno scolastico e accademico. Ma anche a gettare le basi per la scuola e l’università del futuro, restituendo ai settori della formazione centralità e risorse.

Sono previsti interventi sul personale scolastico (dai dirigenti, ai docenti di sostegno), sui libri di testo (nell’ottica di un maggiore risparmio, ma anche dell’innovazione), misure a favore del welfare studentesco (borse per trasporti e mensa, accesso al wireless a scuola). Centrali anche la lotta alla dispersione scolastica, la formazione dei docenti, il potenziamento e l’innovazione dell’offerta formativa e il rilancio dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Per gli studenti e le famiglie

Il decreto prevede una serie di interventi che vanno dal welfare dello studente ai libri di testo, dalla lotta alla dispersione al potenziamento dell’offerta formativa e alla tutela della salute a scuola. Ecco nel dettaglio:

Welfare dello studente

100 milioni per aumentare il Fondo per le borse di studio degli studenti universitari a partire dal 2014 e per gli anni successivi. Lo stanziamento è dunque consolidato e non temporaneo;
15 milioni vengono stanziati per il 2014 per garantire ai capaci e meritevoli ma privi di mezzi il raggiungimento dei più alti livelli di istruzione. I fondi saranno assegnati sulla base di graduatorie regionali e serviranno per coprire spese di trasporto e ristorazione. Potranno accedere alle erogazioni gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado;
15 milioni spendibili subito per la connettività wireless nelle scuole secondarie, con priorità per quelle di secondo grado. Gli studenti potranno accedere a materiali didattici e contenuti digitali in modo rapido e senza costi;
6 milioni per il 2014 per borse di studio destinate agli studenti iscritti alle Istituzioni dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica. Le borse saranno erogate in base alla condizione economica e al merito artistico degli studenti. È prevista una graduatoria nazionale di assegnazione.

Libri di testo

Per quest’anno scolastico gli studenti potranno utilizzare liberamente libri di testo nelle edizioni precedenti, purché conformi alle Indicazioni nazionali;
8 milioni complessivi (2,7 per il 2013 e 5,3 per il 2014) vengono stanziati per finanziare l’acquisto da parte di scuole secondarie (o reti di scuole) di libri di testo ed e-book da dare in comodato d’uso agli alunni in situazioni economiche disagiate;
cambiano le regole sui tetti di spesa: d’ora in poi dovranno essere i dirigenti scolastici ad assicurarne il rispetto non approvando le delibere del collegio dei docenti che ne prevedono il superamento;
i testi cosiddetti ‘consigliati’ potranno essere richiesti agli studenti solo se avranno carattere di approfondimento o monografico;
l’adozione dei testi scolastici diventa facoltativa: i docenti potranno decidere di sostituirli con altri materiali.

Lotta alla dispersione

15 milioni (3,6 per il 2013, 11,4 per il 2014) per la lotta alla dispersione scolastica. Sarà avviato un Programma di didattica integrativa che contempla il rafforzamento delle competenze di base e metodi didattici individuali e il prolungamento dell’orario per gruppi di alunni nelle realtà in cui è maggiormente presente il fenomeno dell’abbandono e dell’evasione dell’obbligo, con attenzione particolare alla scuola primaria.

Orientamento degli studenti

6,6 milioni (1,6 per il 2013 e 5 per il 2014) per potenziare da subito l’orientamento degli studenti della scuola secondaria di secondo grado. Sarà coinvolto nel processo l’intero corpo docente. Le attività eccedenti l’orario obbligatorio saranno opportunamente remunerate. Anche le Camere di commercio e le Agenzie per il lavoro potranno essere coinvolte. L’orientamento dovrà partire già dal quarto anno. Le scuole dovranno inserire le loro proposte in merito sia nel piano dell’offerta formativa che sul proprio sito.

Potenziamento dell’offerta formativa

13,2 milioni (3,3 per il 2014 e 9,9 per il 2015) per potenziare l’insegnamento della geografia generale ed economica. Un’ora in più negli istituti tecnici e professionali al biennio iniziale;
3 milioni per il 2014 per finanziare progetti didattici nei musei e nei siti di interesse storico, culturale e archeologico. I bandi sono rivolti alle scuole, ma anche alle Università e alle Accademie delle Belle Arti e nelle Fondazioni culturali. Si potranno ottenere anche cofinanziamenti da parte di fondazioni bancarie o enti pubblici/privati o da altri enti che ricevono finanziamenti dal Miur;
detrazioni fiscali al 19% anche per le donazioni a favore di università e istituzioni di Alta formazione artistica. Le donazioni dovranno riguardare innovazione tecnologica, ampliamento dell’offerta formativa, edilizia;
parte del Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa sarà vincolato alla creazione o al rinnovamento di laboratori scientifico-tecnologici che utilizzano materiali innovativi.

Tutela della salute a scuola

Sono state approvate nel decreto legge le disposizioni contenute nel disegno di legge Lorenzin in materia di divieti di fumo negli ambienti chiusi e aperti, di pertinenza delle scuole di ogni ordine e grado. In particolare sarà vietato fumare anche nei cortili, nei parcheggi, negli impianti sportivi di pertinenza delle scuole. Sarà altresì vietato l’uso delle sigarette elettroniche negli ambienti chiusi delle istituzioni scolastiche. Le sanzioni pecuniarie irrogate per le violazioni finanzieranno interventi del Ministero della Salute finalizzati alla prevenzione del rischio di induzione al tabagismo.

Per il mondo della scuola

Il decreto prevede anche una serie di interventi che mirano a dare continuità al servizio scolastico, incrementano l’insegnamento di sostegno e rendono più facile la ristrutturazione delle scuole.

Continuità del servizio scolastico

Cambia la procedura di assunzione dei dirigenti scolastici: saranno selezionati annualmente attraverso un corso-concorso di formazione della Scuola Nazionale dell’Amministrazione;
nel frattempo, nelle regioni in cui i precedenti concorsi per dirigenti scolastici non si sono ancora conclusi, per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico, saranno assegnati incarichi temporanei di presidenza a reggenti, assistiti da docenti incaricati. Questi ultimi saranno esonerati dall’insegnamento;
sarà definito un piano triennale di immissioni in ruolo del personale docente, educativo ed ATA- Ausiliario tecnico e amministrativo per gli anni scolastici 2014/2016 (69mila docenti e 16mila Ata nel triennio). Il piano terrà conto dei posti vacanti e disponibili in ciascun anno e dei pensionamenti;
è prevista l’assunzione di 57 dirigenti tecnici (i cosiddetti ispettori) per il sistema della valutazione vincitori dell’ultimo concorso. L’obiettivo è porre rimedio alla scopertura in organico che è di circa l’80%;
viene abrogata la norma che prevedeva il transito automatico dei docenti cosiddetti “inidonei” (per motivi di salute) nei ruoli amministrativi.

Docenti di sostegno

Per garantire la continuità nell’erogazione del servizio scolastico agli alunni disabili, si autorizza l’assunzione a tempo indeterminato di docenti di sostegno (oltre 26.000). Si darà così una risposta stabile a più di 52.000 alunni oggi assistiti da insegnanti che cambiavano da un anno all’altro.

Edilizia scolastica

Per far fronte alle carenze strutturali delle scuole o per la costruzione di nuovi edifici le Regioni potranno contrarre mutui trentennali, a tassi agevolati, con la Banca Europea per gli Investimenti, la Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, la Cassa depositi o con istituti bancari. Gli oneri di ammortamento saranno a carico dello Stato;
gli edifici utilizzati come sede di attività didattica dalle istituzioni scolastiche paritarie gestite da Onlus sono esentate dal pagamento dell’imposta municipale sugli immobili.

Dimensionamento

A partire dall’anno scolastico in corso sarà un accordo in Conferenza Unificata, e non lo Stato, a definire i criteri e le modalità del dimensionamento scolastico.

Formazione dei docenti

10 milioni per il 2014 per la formazione del personale scolastico. In particolare, la norma punta ad un rafforzamento delle competenze digitali degli insegnanti, della formazione in materia di percorsi scuola-lavoro e a potenziare la preparazione degli studenti nelle aree ad alto rischio socio-educativo;
altri 10 milioni nel 2014 serviranno per l’accesso gratuito del personale docente di ruolo della scuola nei musei statali e nei siti di interesse archeologico, storico e culturale.

Formazione artistica musicale e coreutica

3 milioni sono stanziati per il 2014 in favore degli Istituti superiori di Studi Musicali pareggiati al fine di garantire la continuità della didattica e rimediare alle loro difficoltà finanziarie;
sempre per garantire la continuità didattica, i contratti a tempo determinato dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam) attivati lo scorso anno accademico possono essere rinnovati per il successivo.

Per il sistema universitario e della Ricerca

Il decreto inoltre prevede una serie di misure per il sistema universitario e la ricerca.

Misure di semplificazione

Il cosiddetto bonus maturità è abrogato. Una commissione è attualmente al lavoro per definire proposte alternative per la valorizzazione del percorso scolastico;
a partire dall’anno accademico 2013/2014, l’importo dei contratti dei medici specializzandi è determinato a cadenza triennale e non più annuale. L’ammissione alle scuole di specializzazione avverrà sulla base di una graduatoria nazionale;
la durata del permesso di soggiorno degli studenti stranieri è allineata a quella del loro corso di studi o di formazione, nel rispetto della disciplina vigente sulle certificazioni degli studi e dei corsi formativi.

Qualità della ricerca scientifica

Per valorizzare il merito e l’eccellenza nella ricerca, la quota premiale del fondo di finanziamento degli enti di ricerca (almeno il 7% del Fondo totale) è erogata, in misura prevalente, in base ai risultati ottenuti nel procedimento di valutazione della qualità della ricerca (VQR);
ricercatori, tecnologi e personale di supporto alla ricerca, per un massimo di 200 unità, potranno essere assunti dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia per attività di protezione civile, di sorveglianza sismica e vulcanica, nonché di manutenzione delle reti di monitoraggio;
sono previste misure per facilitare l’assunzione di ricercatori e tecnologi da parte degli enti di ricerca.

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Pensioni: armonizzazione requisiti minimi per alcune categorie escluse dalla riforma pensionistica del 2011

Sulla base del processo avviato dal Governo precedente, e di quanto previsto dalla legge di conversione del Decreto “Salva Italia” del dicembre 2011, il Consiglio dei Ministri ha approvato il regolamento che armonizza i requisiti minimi di accesso al sistema pensionistico per alcune tipologie di lavoratori per le quali la riforma del 2011 non aveva trovato immediata applicazione. Si tratta di categorie – tra cui il personale viaggiante dei servizi di trasporto, alcuni lavoratori marittimi, gli sportivi professionisti, i lavoratori dello spettacolo – per le quali la particolarità dell’attività svolta richiede una declinazione specifica dei requisiti pensionistici generali e, in particolare, di quelli anagrafici e contributivi.

Il testo del regolamento, approvato dal Consiglio dei Ministri in via preliminare nell’ottobre del 2012, è stato sottoposto all’esame del Consiglio di Stato e delle commissioni parlamentari. Queste ultime, esprimendo il proprio parere favorevole, nel giugno scorso, lo hanno condizionato allo stralcio dei 4 articoli inizialmente dedicati ai comparti della Difesa e della Sicurezza.

Il testo approvato dal Consiglio dei Ministri prevede per i lavoratori dei settori interessati un limitato incremento dei requisiti anagrafici e contributivi – nella maggior parte dei casi di 1 o 2 anni – al fine di realizzare un sistema più coerente, armonico ed equo, proprio tenendo conto della specificità delle prestazioni lavorative svolte in questi settori. Infatti, anche dopo l’applicazione del decreto, queste categorie di lavoratori beneficeranno di requisiti di età e di contribuzione per il pensionamento significativamente inferiori a quelle tipiche della generalità dei lavoratori. Attraverso un regime di transitorietà ad esempio, per gli iscritti al Fondo lavoratori dello spettacolo-gruppo ballo, il requisito di età per la pensione di vecchiaia passa dai 45 anni attuali (uomini e donne) a 46; per i lavoratori marittimi addetti al servizio di macchina, ai fini del pensionamento di vecchiaia, si passa dagli attuali 20 anni di effettiva navigazione e 55 di età a 20 anni di effettiva navigazione e 56 anni di età, che verranno gradualmente incrementati fino a 58 anni a decorrere dal 2018.

L’approvazione del decreto porterà risparmi di spesa significativi, circa 526 milioni di euro in dieci anni, che verranno destinati a interventi sempre in materia previdenziale.

Concorso a Cattedra: altre due vittorie al TAR Lazio

Concorso a Cattedra: altre due vittorie ANIEF al TAR Lazio per i candidati esclusi dalle prove laboratoriali e i docenti con diploma magistrale a sperimentazione linguistica

Con due ulteriori provvedimenti emessi in questi giorni, il TAR Lazio conferma quanto da sempre sostenuto dall’ANIEF: il MIUR non può escludere dal concorso a cattedra i candidati in possesso di diploma magistrale a sperimentazione linguistica conseguito entro il 2001/2002 e deve ammettere alle prove laboratoriali anche i candidati che al termine delle tre prove scritte hanno conseguito un punteggio compreso tra 18 e 20/30. L’Avv. Tiziana Sponga, che ha patrocinato per l’ANIEF entrambe le tipologie di ricorso, ottiene l’annullamento degli atti di esclusione emanati dal MIUR e la possibilità per i nostri iscritti di proseguire correttamente l’iter concorsuale.

Illecitamente, infatti, il MIUR ha escluso i candidati in possesso di diploma magistrale a sperimentazione linguistica; l’ANIEF, invece, ha da sempre sostenuto che il Diploma di Maturità Linguistica non priva affatto il titolo di studio conferito dall’Istituto magistrale della sua natura di diploma di maturità magistrale valido per l’accesso al concorso per la scuola primaria. Il TAR del Lazio, a conferma del decreto monocratico già emesso in favore dei nostri iscritti, ha confermato con l’ordinanza cautelare n. 3317/13 l’ammissione con riserva dei ricorrenti alle successive prove orali, sospendendo i decreti di esclusione emanati dal MIUR.

Per la scuola secondaria, invece, il MIUR aveva escluso dalla successiva prova laboratoriale, prevista per alcune classi di concorso, i candidati che non avevano raggiunto il punteggio di 21/30 nelle precedenti prove scritte. L’ANIEF ha dimostrato che la normativa di riferimento (D.Lgs 297/94) prevede che la prova laboratoriale debba essere valutata congiuntamente agli altri scritti e solo al termine di entrambe le prove possa essere richiesto il conseguimento del punteggio complessivo di almeno 28/40. Correttamente, dunque, il TAR Lazio ha emesso un ulteriore decreto monocratico (n. 3527/13) con cui ammette con riserva alle prove di laboratorio i ricorrenti che avevano riportato nelle prove scritte almeno il punteggio di 18/30 e che ancora potevano conseguire, con l’accesso alla prova di laboratorio, il punteggio totale di 28/40 correttamente previsto dal D.Lgs. 297/94 per l’accesso all’orale.

Grazie all’intervento dell’ANIEF, dunque, quei candidati iniquamente esclusi dal MIUR che si sono rivolti con fiducia al nostro sindacato per la tutela dei propri diritti, potranno proseguire l’iter concorsuale nel pieno rispetto della normativa primaria di riferimento.