ABROGATA LA NORMA DELLA VERGOGNA

Cobas -Inidonei-ITP-Precari-Quota 96
Uniti per vincere

ABROGATA LA NORMA DELLA VERGOGNA
Consiglio dei ministri del 9 settembre 2013: “ Viene abrogata la norma che prevedeva il transito automatico dei docenti cosiddetti inidonei ( per motivi di salute) nei ruoli amministrativi.”

Grande vittoria dei Cobas , dei docenti inidonei, degli ITP e dei precari amministrativi e tecnici che anche quest’estate sono rimasti in piazza e non hanno smesso di lottare per evitare la deportazione dei docenti “utilizzati in altri compiti” sui profili del personale ATA.

Non è stato semplice. Abbiamo dovuto lottare innanzitutto con il colpevole immobilismo delle OOSS che non hanno mosso un dito per sanare l’iniqua situazione ( pronti in questi ultimi due mesi a licenziare comunicati ripresi integralmente dai nostri). Abbiamo dovuto convincere senatori e deputati sulla connivenza dei partiti nell’approvare una norma che ledeva la dignità e la professionalità di docenti colpevoli solo di essersi ammalati. Abbiamo dovuto conquistare il consenso delle più alte cariche dello Stato e siamo andati dal Presidente del Senato e della Camera, dal vice ministro del MEF ed infine dal Ministro dell’istruzione, che hanno condiviso e compreso e ci hanno detto che ci avrebbero sostenuti e che sarebbero intervenuti. Così è stato.

La lotta dei docenti inidonei ha dimostrato che la mobilitazione e la capillare costruzione della partecipazione sono gli strumenti necessari per ottenere i giusti risultati e la loro lotta è stata e continua ad essere un modello per la saldatura tenace che ha creato tra lavoratori diversi, ma uniti nella difesa di una scuola di qualità, che sia garanzia di diritti e di professionalità. In questa maniera docenti inidonei, ITP, precari e Quota 96 continueranno ancora ad impegnarsi per la difesa di una scuola “benecomune” .

Poiché restano ancora in campo alcuni importanti obiettivi, come  la battaglia dei lavoratori e lavoratrici “Quota 96”, i docenti e gli ATA oggi in piazza, hanno deciso di continuare la mobilitazione sui singoli territori, per ritrovarsi poi a breve a livello nazionale.

A Roma, Inidonei/ITP/Precari/Quota 96, si ritroveranno mercoledì 11 settembre alle ore 17 presso la sede Cobas di Viale Manzoni, 55 per fare il punto della situazione e decidere quali saranno i prossimi passi.

Anna Grazia Stammati

( esecutivo nazionale cobas)

Test di Medicina: la prova ufficiale commentata

Test di Medicina: la prova ufficiale commentata da Alpha Test

(MILANO, 10 settembre) Questa mattina il Ministero dell’Università ha divulgato il testo della prova di ammissione al corso di laurea in Medicina e in Odontoiatria svoltasi ieri, lunedì 9 settembre. Alleghiamo 12 dei 60 quesiti commentati dai docenti Alpha Test.
Tale materiale può essere pubblicato dalla vostra testata insieme alla citazione della fonte e dell’indirizzo web www.alphatest.it  dove è disponibile gratuitamente l’intera prova commentata.
La prova ufficiale è stata affrontata da circa 75.000 studenti (degli oltre 84.000 che si erano iscritti) a fronte di 10.157 posti disponibili per Medicina e 984 per Odontoiatria.

PROVA UNICA DI AMMISSIONE AI CORSI DI LAUREA MAGISTRALE IN MEDICINA E

CHIRURGIA E IN ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA

Anno Accademico 2013/2014

Commenti ai quesiti Copyright © 2013 Alpha Test S.r.l. – via Mercalli 14 – 20122 Milano (Italy). Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali. Qualsiasi riproduzione, parziale o totale, anche a uso interno o a scopo didattico, priva di autorizzazione scritta da parte di Alpha Test S.r.l., sarà perseguita ai sensi di legge.

Test di Cultura generale e Ragionamento logico

1. Di solito Laura pota le rose nel mese di novembre, ma lo scorso anno ha dimenticato di farlo. Ha aspettato, invece, che terminasse il gelo invernale per poi potarle nel mese di marzo. Quest’estate Laura ha avuto la più abbondante fioritura di rose che si fosse mai vista nel suo giardino. Quindi, il gelo fa bene alle rose.

Quale delle seguenti risposte costituisce il passaggio logico errato nel brano precedente?

A) Si presuppone che non ci siano gelate nel mese di marzo

B) Si presuppone che le rose debbano essere potate

C) Si presuppone che il gelo abbia causato l’abbondante fioritura di rose

D) Si presuppone sulla base di un solo caso che una tarda potatura faccia bene a tutte le piante in generale

E) Si presuppone che il mese di novembre e il mese di marzo siano gli unici mesi in cui si può effettuare la potatura

Il brano chiede di individuare quale sia il passaggio logico errato, ovvero quel passaggio che sulla base delle premesse date porta a una conclusione che invece è sbagliata.

•   Laura solitamente pota le rose a novembre (al fine di favorirne la crescita).

•      Quest’anno le ha potate a marzo

•      In estate Laura ha avuta una fioritura di rose nel suo giardino mai vista

Se Laura, dopo aver visto il suo giardino straboccante di rose, conclude che il gelo fa bene alle rose, deve aver pensato che sia stato il gelo che ha causato l’abbondante fioritura di rose. Ma questo passaggio logico è sbagliato poiché non è possibile affermare con certezza che il gelo abbia giovato alle rose.

La risposta corretta è quindi la C.

2.    Un pendolare per andare al lavoro prende il treno in direzione nord. All’andata, la mattina, si siede rivolto nella stessa direzione di marcia del treno con il finestrino direttamente alla sua sinistra. Al ritorno, la sera, si siede rivolto nella direzione di marcia contraria a quella del treno con il finestrino direttamente alla sua destra. Quale delle seguenti affermazioni è corretta?

A) I finestrini accanto ai quali il pendolare si siede sono sempre rivolti verso lo stesso punto cardinale sia nel viaggio di andata che in quello di ritorno

B) Al ritorno, la sera, il pendolare si siede accanto ad un finestrino rivolto ad est

C) Nel viaggio di andata ed in quello di ritorno, il pendolare è rivolto verso punti cardinali diversi

D) All’andata, la mattina, il pendolare si siede accanto ad un finestrino rivolto ad est

E) Al ritorno, la sera, il pendolare si siede rivolto a sud

All’andata il passeggero viaggia sul treno in direzione Nord e si siede in modo che il finestrino sia alla sua sinistra: ciò significa che a sinistra osserva il paesaggio in direzione Ovest. Al ritorno, che è necessariamente in direzione opposta a quella dell’andata, il treno viaggia verso Sud, ma il passeggero, ci dice il testo, si siede in direzione contraria; ovvero alle sue spalle ci sarà il Sud e davanti a lui il Nord. Se il finestrino si trova alla sua destra il pendolare si siede accanto ad un finestrino rivolto a Est.

La risposta corretta è quindi la B.

3.    Nel tentativo di guadagnare qualcosa in più per andare in vacanza, Marco, Rita, Irene e Sara hanno svolto vari lavoretti per i loro vicini. Prima di iniziare hanno pattuito che tutti i soldi guadagnati sarebbero stati condivisi equamente tra di loro.

¥   Marco ha guadagnato € 10.

¥          Rita ha guadagnato € 15.

¥          Irene ha guadagnato € 12.

¥          Sara ha sorpreso tutti gli altri guadagnando € 35 e quindi deve dei soldi agli altri amici. Quanto deve ricevere Rita da Sara?

A) €3

B) €6

C) €8

D) €9

E) €10

Il guadagno complessivo è pari a: 10 + 15 + 12 + 35 = 72 euro; poiché il gruppo è composto da 4 amici, se il ricavo complessivo viene equamente suddiviso a ciascuno spettano 72 : 4 = 18 euro.

Rita possiede già 15 euro e dunque ne deve ricevere ancora 3: risposta A.

4.    Robert, un ragazzo inglese in vacanza, viaggiando in automobile dall’Inghilterra alla Francia si è confuso riguardo alla conversione delle miglia in chilometri, pensando che l’equivalenza fosse 5 chilometri = 8 miglia, invece di 5 miglia = 8 chilometri. A metà della sua vacanza si è spostato da un hotel ad un altro. Aveva previsto che per percorrere 200 chilometri avrebbe impiegato oltre 5 ore, viaggiando ad una velocità media di 60 miglia all’ora. In effetti ha viaggiato ad una velocità media di 60 miglia all’ora, ma si è stupito di quanto velocemente avesse raggiunto la sua destinazione. Quanto tempo prima del previsto Robert è arrivato a destinazione?

A) 1 ora e 40 minuti

B) 2 ore e 0 minuti

C) 2 ore e 5 minuti

D) 2 ore e 55 minuti

E) 3 ore e 15 minuti

Robert ha ragionato supponendo che 5 chilometri corrispondessero a 8 miglia ossia

1 km = 8/5 miglia

In tale ipotesi lo spazio da percorrere di 200 chilometri corrisponderebbe a 320 miglia (200 x 8/5) e dunque il tempo stimato per percorrere tale distanza alla velocità di 60 miglia all’ora è pari a:

t = S/V = 320/60 ore = 16/3 ore ossia 15/3 + 1/3 = 5 ore e 20 minuti

Nella realtà 8 chilometri corrispondono a 5 miglia ossia 1 km = 5/8 di miglia; pertanto lo spazio che realmente deve essere percorso è pari a: 200 x 5/8 = 125 miglia. Viaggiando ad una velocità media di 60 miglia all’ora tale spazio viene percorso in un tempo pari a:

t = S/V = 125/60 ore = 25/12 ore ossia 24/12 + 1/12 = 2 ore e 5 minuti

La differenza tra il tempo stimato e il tempo effettivo è dunque pari a 3 ore e 15 minuti: risposta E.

5. Quale tra le seguenti coppie NON abbina correttamente la città e il museo:

A) Berlino: Pergamon Museum

B) Parigi: Hermitage Museum

C) Roma: Museo di Palazzo Massimo

D) Madrid: Museo del Prado

E) Stoccolma: Vasa Museum

Il museo abbinato alla città sbagliata è l’Hermitage, che si trova in Russia, a San Pietroburgo, e non a Parigi (alternativa da scegliere B). Il complesso museale è ospitato negli edifici sette-ottocenteschi che formavano la reggia imperiale della famiglia Romanov e ospita famose collezioni pittoriche delle scuole italiana, francese, fiamminga, olandese e spagnola. Ricordiamo che il Museo nazionale romano di Palazzo Massimo ospita una delle più importanti collezioni mondiali di arte antico-classica.

6. Quale tra le coppie di termini proposti completa logicamente la seguente proporzione verbale:

x : Linguistica = Termodinamica: y

A) x = Etnografia y = Elettrodinamica

B) x = Sinologia y = Biologia

C) x = Psicometria y = Meccanica

D) x = Storiografia y = Chimica

E) x = Morfologia y = Fisica

La linguistica è la disciplina scientifica che studia la lingua e il linguaggio come facoltà tipiche della specie umana; si compone di varie parti, quali la grammatica che comprende per esempio la morfologia e la sintassi. Anche la fisica è una disciplina scientifica; si occupa di studiare il reale e i fenomeni naturali quali il movimento, l’energia, il calore, lo spazio, il tempo e si compone di varie parti quali, tra le altre, la cinematica, l’elettromagnetismo o la termodinamica.

L’alternativa corretta è quindi la E.

Test di Biologia

7.  Quale delle seguenti sostanze è composta solo di carbonio, idrogeno ed ossigeno?

A) ATP

B) NADH

C) DNA

D) Piruvato

E) Metionina

L’ATP è un nucleotide, quindi è formato da uno zucchero a cinque atomi di carbonio che lega un gruppo fosfato e una base azotata, quindi contiene anche azoto, lo stesso vale per il NADH (nicotinammideadeninadinuclotide) e per il DNA, che è un polimero di nucleotidi. La metionina è un amminoacido, quindi contiene azoto, perché tutti gli amminoacidi contengono un gruppo amminico (NH3). L’unico composto formato solo da carbonio, idrogeno e ossigeno è l’acido piruvico, o piruvato: risposta esatta D.

8.    In un frammento di DNA, vengono calcolate le percentuali di ognuna delle quattro basi azotate presenti. In quale/i dei seguenti casi la somma dei valori ottenuti rappresenta sempre il 50% del totale delle basi? 1) % adenina + % timina 2) % citosina + % guanina 3) % guanina + % timina

A) Solo 1

B) Solo 2

C) Solo 3

D) Solo1e2

E) Tutti

Il DNA è formato da due filamenti polinucleotidici che si appaiano grazie a legami a idrogeno che si formano fra le basi azotate complementari presenti nei due filamenti. Dato che l’adenina (A) lega la timina (T) e la guanina (G) lega la citosina (C), il numero di C è sempre pari al numero di G e il numero di T corrisponde sempre al numero di A. Si deduce che il 50% delle basi è dato dalla somma di ogni coppia di basi non complementari: G + T, oppure C + A, o anche G + A, o T + C. Considerando le somme proposte dal quesito, solo la n. 3 rappresenta sempre il 50% del totale delle basi; risposta estta: C.

9.    Quale delle seguenti osservazioni può essere utilizzata per distinguere procarioti da eucarioti?

A) Presenza di pori nucleari

B) Presenza di una parete cellulare

C) Presenza di ribosomi

D) Presenza di trascrittasi inversa

E) Presenza di una membrana cellulare

Sia le cellule procariotiche che quelle eucariotiche possiedono una membrana cellulare ed entrambi i tipi possono essere avvolti da una parete cellulare, quindi si escludono le risposte E e B. Le cellule procariotiche non hanno un nucleo delimitato da membrana e gli unici organuli posseduti da queste cellule sono i ribosomi (anche la C può essere scartata). Anche la D è errata infatti la trascrittasi inversa non si trova in nessuno dei due tipi cellulari. La risposta corretta è la A: i pori nucleari sono strutture presenti nella membrana nucleare, quindi si trovano negli eucarioti ma non nei procarioti.

Test di Chimica

10.           Nella Tavola Periodica l’elemento R appartiene al Gruppo 17, l’elemento X al Gruppo 1 e l’elemento T al Gruppo 16. Se questi elementi reagiscono tra loro formando dei composti binari, quale combinazione descrive il carattere più probabile di ciascun legame?

A) R + X= ionico; R + T = covalente; X + T = ionico

B) R + X= ionico; R + T = covalente; X + T = covalente

C) R + X= covalente; R + T = ionico; X + T = ionico

D) R + X= covalente; R + T = ionico; X + T = covalente

E) R + X= ionico; R + T = ionico; X + T = covalente

Per rispondere correttamente alla domanda bisogna identificare i gruppi di appartenenza degli atomi indicati genericamente con le lettere R, X e T. Il legame ionico si forma quando la differenza di elettronegatività è maggiore di 1,7 mentre se inferiore il legame è covalente.

Il gruppo 17 è quello degli alogeni e quindi l’elemento R potrebbe essere Cl (cloro), il gruppo 1 è quello degli alcalini e quindi l’elemento X potrebbe essere Na (sodio) mentre il gruppo 16 è quello dei calcogeni e quindi l’elemento T potrebbe essere O (ossigeno).

Utilizzando gli atomi considerati si avranno i seguenti composti:

  • R + X = NaCl (cloruro sodico)
  • R + T = Cl2O (anidride ipoclorosa)
  • X + T = Na2O (ossido di sodio)

Il cloruro sodico è formato da legami ionici perché la differenza di elettronegatività tra Cl e Na è 2,1. La differenza di elettronegatività tra O e Cl è 0,5 quindi il legame è covalente mentre la differenza di elettronegatività tra Na e O è 2,6 e quindi è formato da legami ionici.

La risposta corretta è quindi la A.

Test di Fisica e Matematica

11.           Alan lancia contemporaneamente due dadi non truccati con le facce numerate da 1 a 6. Qual è la probabilità che esca lo stesso numero su entrambi i dadi?

A) 1 / 2

B) 1 / 3

C) 1 / 6

D) 1 / 18

E) 1 / 36

Per questo esercizio si propongono tre metodi risolutivi.

Per risolvere questo genere di quesiti è spesso utile ricorrere alla definizione di probabilità, intesa come rapporto tra il numero dei casi favorevoli al manifestarsi di un evento e il numero dei casi possibili, considerati ugualmente probabili.

I casi possibili, lanciando due dadi aventi 6 facce, sono 36; i casi favorevoli all’evento sono 6, corrispondenti all’uscita di due numeri identici sui due dadi (1 e 1, 2 e 2, 3 e 3, 4 e 4, 5  e 5, 6 e 6). La probabilità cercata è quindi pari a P = 6 / 36 = 1 / 6 (risposta C).

In alternativa, si sarebbe giunti alla stessa conclusione osservando che la probabilità dell’evento E “esce la coppia 1 e 1” è pari a P(E) = 1 / 36 = 1 / 6 · 1 / 6 (teorema delle probabilità composte) e che vi sono sei configurazioni possibili di questo tipo.

Per il teorema delle probabilità totali si ricava quindi P = 6 · 1 / 36 = 1 / 6 (ancora risposta C).

Infine, considerando che la probabilità che esca lo stesso numero sui due dadi è la stessa indipendentemente che li si lanci contemporaneamente o uno dopo l’altro, basta trovare la probabilità che, una volta uscito il numero del primo dado lanciato, quello del secondo dado sia uguale al primo. Avendo il dado 6 facce, tale probabilità e pari a 1 / 6 (di nuovo risposta C).

12. Un satellite impiega 100 giorni per descrivere un’orbita circolare attorno ad un pianeta. Quale/i

delle seguenti affermazioni relative al suo moto è corretta?

1) Mantiene una velocità scalare costante

2) Accelera in direzione del pianeta

3) Nell’arco temporale di 100 giorni la sua velocità vettoriale media è pari a zero

A) 1 e 2

B) 1 e 3

C) 2 e 3

D) Solo 2

E) Tutte

Il moto di un satellite in orbita attorno a un pianeta è circolare uniforme in quanto la velocità lineare del satellite varia in direzione, ma è costante in modulo: l’affermazione 1 è corretta.

Inoltre il satellite è soggetto alla sola forza gravitazionale, diretta verso il centro del pianeta. Per la seconda legge della dinamica l’accelerazione del satellite è pertanto anch’essa diretta verso il centro del pianeta (accelerazione centripeta): anche l’affermazione 2 è quindi corretta.

Infine dopo 100 giorni il satellite si ritrova nella stessa posizione e con la medesima velocità vettoriale dell’istante iniziale (poiché il tempo impiegato a compiere una rotazione intorno al pianeta è pari proprio a 100 giorni): lo spazio percorso dal satellite in 100 giorni è pertanto nullo e anche la velocità vettoriale media su tale intervallo di tempo è quindi nulla: l’affermazione 3 è anch’essa corretta.

La risposta esatta al quesito è pertanto la E.

 

Sicurezza, qualità ed accessibilità a scuola

Sicurezza, qualità ed accessibilità a scuola”: il 18 settembre a Roma la presentazione dell’XI Rapporto nazionale di Cittadinanzattiva

In coincidenza con la ripresa dell’anno scolastico sarà presentato a Roma il prossimo 18 settembre, presso la Sala delle Colonne (Palazzo Marini, Camera dei Deputati, via Poli 19, ore 9.15-13.30), l’XI Rapporto nazionale su sicurezza, qualità ed accessibilità a scuola, realizzato da Cittadinanzattiva sulla base dei dati raccolti nel corso del monitoraggio civico di circa 160 scuole, di tutte le regioni, ad esclusione di Valle D’Aosta e Liguria.

Il monitoraggio di quest’anno, condotto in collaborazione con la Unione italiana lotta alla distrofia muscolare) oltre a rilevare gli aspetti legati alla sicurezza strutturale, alla manutenzione ed igiene degli edifici scolastici, evidenzierà anche le problematiche legate alla vita degli studenti con disabilità: le condizioni esterne all’edificio scolastico; la presenza di barriere architettoniche all’interno, di attrezzature motorie e arredi scolastici adeguati, di strumenti tecnologici specifici; le modalità di somministrazione dei farmaci, le caratteristiche dei bagni per disabili.

Attraverso dati, immagini e testimonianze dell’XI Rapporto, Cittadinanzattiva si propone di:

– intervenire per denunciare e risolvere singole situazioni di insicurezza , di sovraffollamento, di invivibilità e di mancata tutela del diritto allo studio e alla salute per i ragazzi con disabilità e non, in alcune scuole italiane

– mantenere alta l’attenzione e l’impegno su questa emergenza nazionale interloquendo con Parlamento, Ministeri, Regioni, Enti locali, soggetti privati, ecc.

– avanzare proposte sulla base anche di buone pratiche intercettate, per ottenere risparmi ed evitare sprechi, reperire nuove risorse ed adottare soluzioni innovative ed economiche per la realizzazione di nuovi edifici scolastici o per gestirne la manutenzione.

Sottotitolazione per sordi, al via il corso di alta formazione dell’Issr

dal Redattore Sociale
10 settembre 2013 – 13:31

Sottotitolazione per sordi, al via il corso di alta formazione dell’Issr
L’iniziativa è promossa dall’Istituto statale per sordi di Roma e si rivolge a studenti e professionisti: include un lavoro di applicazione e sperimentazione, con la partecipazione delle stesse persone sorde

ROMA – Fornire le competenze e le conoscenze necessarie per lavorare nel campo della sottotitolazione per sordi: è questo l’obiettivo del “Corso di alta formazione in sottotitolazione”, voluto e promosso dall’Istituto statale per sordi di Roma (Issr). Il percorso, specialistico e professionalizzante,si rivolge a studenti e professionisti e comporta anche un vero e proprio lavoro di applicazione e sperimentazione, con il coinvolgimento delle stesse persone sorde.
Il corso prevede due specializzazioni (frequentabili anche indipendentemente l’una dall’altra): sottotitolazione in pre-registrato e sottotitolazione in tempo reale (o respeaking). “Ogni percorso – chiarisce Francesca Di Meo, coordinatrice del Corso per l’Issr – è stato strutturato pensando a chi studia, lavora o risiede fuori Roma con lezioni in aula (solo venerdì e sabato) e on-line, grazie all’utilizzo di una specifica piattaforma di e-learning. In un momento in cui il mercato chiede figure professionali sempre più specializzate e pullula l’offerta formativa di proposte spesso disancorate dal mercato o ancora troppo teoriche, questo Corso – aggiunge – vuole fornire una prospettiva teorico-pratica sulla sottotitolazione, fornendo una preparazione adeguata per esercitare la professione del sottotitolatore principalmente nei seguenti ambiti: tv, home video, cinema, teatro, festival ed eventi live. Attualmente il corso è rivolto a un target udente, tuttavia è già in progetto la realizzazione di un’offerta formativa pensata appositamente per le persone sorde, particolarmente utile per la sottotitolazione dalle lingue dei segni alla lingua scritta”.
Durante il percorso, gli iscritti avranno modo di imparare a utilizzare i software di sottotitolazione più diffusi tra le maggiori aziende del settore, di confrontarsi con diversi generi (dal documentario al cortometraggio, dai film di animazione ai TG, dalla sovratitolazione a teatro agli eventi live) e riceveranno un’ampia formazione nel campo della sordità. “Il lavoro di sottotitolazione – evidenzia Saveria Arma, presidente di CulturAbile onlus e docente del corso insieme ad altri professionisti – richiede competenze specifiche per ogni genere, che spesso vanno al di là della pura e semplice conoscenza delle convenzioni e delle regole. È richiesta, infatti, flessibilità e comprensione delle dinamiche e delle esigenze dei fruitori finali. In questo senso, il corso promosso dall’Issr costituisce un esempio unico e originale in Italia, perché promosso da una realtà che da sempre eroga formazione a stretto contatto con le persone sorde. Una vera ‘fucina’ di idee e di progetti – ricorda Arma – dal Festival del Cinema Sordo alla collaborazione con Europeana e la Compagnia Fo-Rame, solo per citarne alcuni. Al tempo stesso, fin da questa sua prima edizione, ha ricevuto il supporto e la collaborazione delle maggiori società del settore, che accoglieranno gli iscritti per opportunità di stage e di lavoro”.
E’ possibile richiedere informazioni sia a CulturAbile sia all’Istituto per Sordi/Mediateca Visuale, rispettivamente agli indirizzi email culturabile@gmail.com e corsosottotitoli@issr.it, oppurescaricare la bruchure del corso.

Niente educatori: scuola a rischio per 582 disabili gravi a Milano

Niente educatori: scuola a rischio per 582 disabili gravi a Milano
Succede nell’hinterland, due giorni prima della campanella. Palazzo Isimbardi non ha 1,5 milioni per pagare gli educatori. Sono in tutto 1.894 gli studenti disabili senza assistenza, 1.118 solo a Milano. De Marchi (Pd): “La provincia dovrà pagare anche i rimborsi alle famiglie che faranno ricorso”

dal Redattore Sociale
10 settembre 2013 – 12:34

MILANO – Tra due giorni iniziano le scuole, ma non per 582 alunni con disabilità grave delle superiori in Provincia di Milano. Non ci sono soldi per pagare gli educatori che li devono assistere a scuola, un servizio di competenza della Provincia, come ormai accertato da più sentenze del Tar lombardo di gennaio e febbraio 2013. Senza educatori, addio scuola. Lo denunciano Diana De Marchi, vicecapogruppo del Partito democratico alla Provincia di Milano e Gabriella Achilli della Lista Penati. “Il fatto grave è che siamo arrivati al 10 di settembre per poterne parlare”, attacca De Marchi. “Non ci siamo svegliate ora – le fa eco Achilli – abbiamo già presentato diverse interrogazioni. L’Assessorato ci ha detto di essersi mosso, ma non è pensabile che questi ragazzi non possano iniziare insieme a tutti gli altri”. Nell’ultimo Consiglio provinciale della scorsa settimana si è infatti ipotizzato di occuparsi del problema nelle prossime settimane. “La realtà è che a nessuno importa dei diritti dei disabili”, affonda De Marchi.
Mancano circa 1,5 milioni di euro, necessari a pagare l’assistenza scolastica sia per questi 582 alunni (311 solo a Milano città), sia per altri 1.312. In totale, in Provincia di Milano sono 1.894 (di cui 1.118 nel capoluogo) i ragazzi che hanno diritto all’assistenza, in media di 10 ore alla settimana. Se la Provincia è all’asciutto, la colpa è della Regione che deve sbloccare i fondi per l’assistenza scolastica, erogata poi da Palazzo Isimbardi. “Non abbiamo visto tutta quest’efficenza di cui tanto parla il governatore Maroni”, insiste De Marchi. Le due consigliere dell’opposizione sarebbero ben disposte a sostenere l’Assessorato all’Istruzione della Provincia nel far pressioni alla Regione, “ma finora è tutto fermo e ormai siamo a due giorni dalla campanella”, sottolinea Achilli.
Oltre a ledere il diritto all’istruzione dei suoi studenti con disabilità, la Provincia di Milano rischia di trovarsi alla fine dell’anno un conto salato da pagare. “Le famiglie, giustamente, si stanno informando per fare ricorso” aggiunge De Marchi. Le probabilità di perdere la causa per la Provincia sono altissime, visto che ormai la sua competenza in materia di assistenza scolastica è acclarata. Così non solo dovrà trovare il modo di far spuntare questi 1,5 milioni (le consigliere propongono di tagliare su altre spese, ragionando sulle scelte da fare in aula) ma dovrà anche pagare rimborsi e spese legali.
Congelato, al momento, un altro storico conflitto di competenze tra enti locali: il trasporto degli studenti con disabilità. Anche in questo caso, per le scuole superiori la competenza è della Provincia. “In questo caso – spiega Gabriella Achilli – le famiglie possono trovare una soluzione momentanea e chiedere un rimborso alla Provincia alla fine dell’anno. Per l’assistenza scolastica no”. (lb)

Luci ed ombre nel decreto-legge sulla scuola

Politica scolastica

Luci ed ombre nel decreto-legge sulla scuola

Scriviamo queste note mentre del decreto legge sulla scuola, adottato ieri 9 settembre dal Consiglio dei Ministri, si conoscono solo le sintesi pubblicate dagli organi di stampa. Ma già alcune linee di tendenza appaiono sufficientemente chiare e consentono quindi una prima valutazione.

Una prima nota positiva, anche se di valore soprattutto simbolico. Per la prima volta, un Consiglio dei Ministri è stato centrato sui problemi dell’istruzione e della scuola. Non accadeva da tempo e si tratta di una novità che va apprezzata.

Va apprezzata anche – quanto meno come segnale di inversione di una tendenza che aveva caratterizzato l’ultimo decennio – la decisione di stanziare risorse “fresche” per la scuola, quantificate (non sappiamo con quale precisione) in 400 milioni. Una briciola, rispetto agli oltre 8 miliardi sottratti negli ultimi cinque anni, ma pur sempre un segnale nella direzione giusta.

Ci si può interrogare invece sulla ripartizione interna di questa previsione di spesa, che appare sbilanciata soprattutto sul versante “assunzione di personale”: ancora una volta, prevale la convinzione che quel che va bene per il personale va bene per la scuola. Intendiamoci: la questione del precariato va risolta, ma non è alimentando aspettative sul ricorrente ricorso a misure straordinarie che si prosciugheranno le liste di attesa. Come non appare positivo aver ancora una volta ricacciato di fatto indietro nella fila i più giovani e coloro che hanno investito studio, tempo e denaro nella frequenza dei TFA.

Quel che noi chiediamo è noto da tempo: le risorse destinate a nuove assunzioni devono fare spazio al merito individuale, non al semplice scorrimento di graduatorie. Ed è tempo anche che si dia maggiore autonomia reale alle scuole nella scelta dei propri docenti. Invece, la ricetta è sempre quella del centralismo e della gestione (inefficiente) di liste sterminate di aspiranti.

Dobbiamo apprezzare in via generale anche l’innovazione relativa al reclutamento dei dirigenti. Positiva, sicuramente (se sarà attuata), la cadenza annuale prevista per i concorsi per la copertura “di tutti i posti vacanti”; positivo (vista la devastante prova di inefficienza fornita dai concorsi regionali), anche il ritorno ad un’assunzione su scala nazionale. Tutto il resto è avvolto nella nebbia: ci auguriamo di saperne di più e soprattutto che il decisore politico ascolti i suggerimenti che avevamo formulato in materia; per esempio, nella nostra “Proposta per la scuola nella XVII legislatura”.

Apprezziamo, con qualche riserva, la decisione di concedere l’esonero dall’insegnamento ai vicari delle scuole date in reggenza al dirigente di un’altra istituzione. La riserva nasce essenzialmente da un punto, che ci auguriamo venga corretto in sede di conversione: non si comprende in che cosa una reggenza conferita in Lombardia o in Abruzzo sia diversa dalle numerose altre conferite in Piemonte o nel Lazio. E allora perché limitare l’esonero alle regioni nelle quali il concorso non si è concluso? Se la previsione venisse mantenuta, si profilerebbe l’ennesimo contenzioso di fronte ai Tar dei vicari di tutte le altre regioni, discriminati senza motivo.

Infine una parola sull’abolizione “in corsa” del bonus maturità. A nostro avviso, ci sono due aspetti opinabili in questa decisione: l’aver cambiato le regole a partita aperta e l’aver rimosso i sintomi senza prendere in considerazione la malattia. Non si può, come ha fatto il Ministro, dichiarare che la decisione era necessaria perché così si sono evitate “iniquità”, senza affrontare la radice profonda di quell’iniquità: la credibilità scarsa o nulla degli “esami di stato” nella loro attuale formulazione. E, più in generale, la scandalosa varianza di risultati e di criteri di valutazione fra una scuola e l’altra. Non è spostando la polvere sotto il tappeto che si fa pulizia in casa.

Sostegno scolastico, “l’obiettivo non è aumentare le ore, ma incrementare la formazione”

dal Redattore Sociale

Sostegno scolastico, “l’obiettivo non è aumentare le ore, ma incrementare la formazione”
Salvatore Nocera (Fish) commenta la notizia del ricorso nazionale organizzato dalle famiglie: “L’arma è vincente, ma a doppio taglio: i docenti di sostegno potrebbero anche diminuire, se fosse adeguata la formazione dei curriculari. Così sarebbe integrazione”

ROMA – Il ricorso collettivo è un’arma vincente, ma è anche un’arma a doppio taglio: la vittoria è quasi certa, ma n favorisce l’integrazione”: Salvatore Nocera, vicepresidente della Fish, intervistato da SuperAbile.it, commenta così la notizia del ricorso collettivo nazionale che si sta preparando contro il ministero dell’Istruzione, per l’inadeguato organico di sostegno assegnato negli ultimi anni. Un’inadeguatezza che peraltro Nocera conferma, precisando però che “per l’anno scolastico 2013-2014 l’organico di diritto è stato incrementato di quasi 30mila insegnanti: l’anno scorso avevamo 106mila docenti di sostegno di fatto, di cui però solo 65mila di diritto. Ora, il numero degli insegnanti resterà più o meno lo stesso, ma sarà ridotta la precarietà e assicurata così una maggiore continuità, fondamentale per gli studenti con disabilità”.
Le ragioni del ricorso nazionale, che si sta preparando in questi giorni, sono quindi legittime, perché il numero degli insegnanti continua ad essere insufficiente. “La questione però è un’altra – spiega Nocera – L’obiettivo non dovrebbe essere quello di aumentare gli insegnanti di sostegno, ma di formare quelli curricolari, oggi assolutamente impreparati a lavorare con la disabilità. In altre parole, nella scuola italiana attuale, quando un ragazzo disabile resta senza insegnante di sostegno è praticamente abbandonato a se stesso. Ma così non sarebbe, se i docenti curriculari ricevessero l’adeguata formazione, come da anni chiediamo al ministero”. La richiesta non dovrebbe essere quindi tanto quella di aumentare il numero degli insegnanti di sostegno, ma piuttosto quella di una maggiore integrazione degli studenti disabili all’interno della classe: il che sarebbe possibile , ribadisce Nocera, “se gi insegnanti fossero tutti formati a questo scopo e se il numero degli alunni per classe diminuisse”.
Il fatto poi che molti studenti con disabilità, nelle ore in cui non hanno il sostegno, tornino a casa, “è semplicemente vergognoso. Per di più, viola la legge 104, che vieta l’esclusione dalla frequenza scolastica a causa della disabilità”. Le previsioni per l’anno che sta per iniziare non sono comunque rosee: “Le famiglie si vedranno assegnate le stesse ore di sostegno dello scorso, non credo di meno. Ma, come sempre, in assenza dell’insegnante di sostegno i ragazzi saranno abbandonati a loro stessi”. (cl)

Disturbi di apprendimento e di comportamento, insegnanti a lezione

da Cesena24ore

Disturbi di apprendimento e di comportamento, insegnanti a lezione

CESENA – La campanella suona in anticipo per oltre 400 insegnanti delle scuole dell’infanzia e primarie di Cesena, e della Valle del Savio, che prima di salire in cattedra tornano sui banchi per “Benessere a scuola”, una ‘due giorni’ di approfondimento sui disturbi del comportamento e dell’apprendimento (dall’ipertattività alla dislessia, dalla discalculia fino ad alcune forme di autismo, ecc.) e, più in generale, sulla gestione delle dinamiche in classe e il benessere a scuola.

Si tratta di un’iniziativa del tutto inedita, che mette insieme enti pubblici e degli enti del “privato sociale” e che coinvolgerà, per la prima volta, tutti i docenti dei circoli didattici II, IV e VII di Cesena e quelli degli Istituti Comprensivi di Mercato Saraceno e Bagno di Romagna.

Gli insegnanti cesenati si ritroveranno nelle giornate del 10 e 11 settembre nei locali della Club House dello Stadio Manuzzi, mentre per gli altri l’incontro si svolgerà nella sala consiliare del Comune di Bagno di Romagna nelle giornate del 12 e 13 settembre.

Entrambe gli incontri vedranno l’intervento di vari esperti (psicologo, psicoterapeuta, neuropsichiatra infantile, psicomotricista, ma anche nutrizionista e ortottista) e si articoleranno in due sessioni mattutine.

L’iniziativa è promossa dall’associazione “Insieme per crescere”, che si impegna sul fronte della formazione, educazione e promozione alla salute, e si inserisce nell’ambito di un progetto più ampio, avviato nella primavera scorsa con l’intento di creare le condizioni per meglio affrontare l’attività in aula, tenendo conto dei tanti elementi che oggi la rendono più complessa: primo fra tutti, il fatto che le classi sono sempre più numerose e hanno esigenze sempre più diversificate, perché quasi sempre sono presenti bambini con disabilità, con disagio culturale e linguistico, con disturbi di apprendimento certificati, con difficoltà di comportamento e relazione.

E’ partita così l’attività di un tavolo di lavoro che ha portato, durante lo scorso anno scolastico, alla realizzazione di un primo screening per i disturbi dell’apprendimento: realizzato grazie all’intervento volontario dei singoli professionisti e al sostegno di alcuni sponsor, in 4 mesi lo screening ha coinvolto 270 bambini di 17 classi distribuite in 3 circoli didattici, portando l’attenzione su una ventina di casi da sottoporre ad approfondimento diagnostico. Si tratta di un risultato statisticamente nella norma  – e spesso in linea con le sensazioni e risultati raccolti delle insegnanti -; la cosa più importante è l’individuazione precoce di queste situazioni, in modo da poter definire fin da subito le scelte più adeguate per aiutare questi bambini a proseguire serenamente il percorso scolastico.

L’attività di screening proseguirà  anche nel prossimo anno scolastico allargandosi a tutte le seconde classi dei circoli coinvolti

Ma si punta a realizzare anche interventi mirati nelle varie scuole, sulla base alle esigenze dei singoli plessi, coinvolgendo genitori, alunni e insegnanti.

Gli organizzatori tengono a sottolineare come gli incontri di “Benessere a scuola” e l’intero  progetto siano nati dalla volontà di singoli professionisti di mettere a disposizione le proprie competenze in ambito sociale: competenze tecniche, sanitarie, didattiche, organizzative, mentre i costi vivi siano stati coperti interamente  da sponsor (imprese locali, banche, associazioni di categoria). ”Possiamo parlare – osservano – di  vera e propria “responsabilità sociale d’impresa”, finalizzata allo sviluppo del proprio territorio , all’acquisizione di nuove competenze messe a disposizione della cittadinanza, dei bambini e delle famiglie”.

Un decreto troppo tarato sulla tutela dei precari

da Il Sole 24 Ore

Un decreto troppo tarato sulla tutela dei precari

Luisa Ribolzi

Il decreto approvato ieri, che pure ha aspetti positivi, si presta a due rilievi negativi: l’accento posto in modo predominante sui temi del personale, e in particolare della tutela dei precari e del potenziamento degli organici, e una prevenzione nei confronti delle scuole paritarie che evitano la stretta ma restano escluse da una serie di provvedimenti (aggiornamento, stesura di progetti culturali, fondi per i libri di testo in comodato). Il piano triennale per l’assunzione a tempo indeterminato di personale docente, educativo ed Ata, nel lodevole intento di garantire continuità, punta ad eliminare il sistema delle graduatorie, che però, già quasi azzerate in passato, in mancanza di adeguate misure si sono riformate fino a raggiungere le attuali dimensioni. Sarebbe necessario anche assicurare che gli immessi in ruolo abbiano i requisiti per ricoprire un posto di ruolo, e che al tempo stesso esistano spazi per i giovani che escono dai percorsi preparatori. Mentre l’immissione in ruolo, con l’attuale normativa, rende impossibile ogni forma di flessibilità verso i docenti che si dimostrano inadeguati. Per migliorare la qualità dell’insegnamento si stanziano 10 milioni per la formazione obbligatoria, che spalmati su oltre 800mila docenti indicano una spesa media pro capite di circa 12 euro a testa. Questa cifra potrebbe avere qualche rilevanza se si incentivassero come soggetto della formazione le reti, ignorate dal decreto. Tanto più che l’unico riferimento alla valutazione riguarda non l’efficacia degli insegnanti di sostegno, tema che meriterebbe una più ampia trattazione, ma i programmi per l’inserimento dei ragazzi disabili per cui è previsto un intervento dell’Invalsi con una procedura che appare macchinosa. Sempre per garantire una copertura dei ruoli vacanti, vengono previste l’assunzione dei dirigenti tecnici (ispettori) e la realizzazione sistematica di corsi-concorso per i dirigenti, realizzati presso la Scuola nazionale di amministrazione. Il concetto di corso-concorso significa che prima i dirigenti vengono assunti e poi formati, mentre la logica vorrebbe che la formazione specialistica fosse parte del curricolo per la selezione. Dobbiamo inoltre aggiungere che nel decreto, come si è già detto, la scuola paritaria viene marginalizzata. Ad esempio, quando si specifica «di ruolo» di fatto si escludono i docenti delle paritarie, che non sono di ruolo bensì a «tempo indeterminato». In un momento in cui da tutte le parti si fa notare che gli Stati non potranno più permettersi di finanziare interamente la formazione così com’è oggi, ma dovranno ricorrere ampiamente al principio di sussidiarietà, il decreto tende a emanare norme limitative, in contrasto con la legge 62 del 2000, con il probabile rischio di penalizzare le istituzioni virtuose e ridurre la libertà di scelta delle famiglie. Il settore università e ricerca, recentemente normato dalla 240, ha comprensibilmente molto meno spazio, e la parte più interessante è quella relativa alle borse di studio e all’orientamento, affidato alle scuole, ma senza una specifica riqualificazione dei docenti. Vorrei far notare che il capitolo dedicato alle Afam (Accademie e istituzioni musicali) sta prima delle disposizioni per le università e la ricerca, tradendo l’approccio scolastico verso un settore che rilascia titoli equipollenti (con effetto retroattivo per i corsi quadriennali) ai titoli universitari di laurea e laurea magistrale. Dell’Anvur si parla per modificare alcune norme sulla composizione e la durata del suo Consiglio direttivo, e soprattutto per valorizzare la valutazione della qualità della ricerca (Vqr). Anche per gli enti di ricerca la Vqr servirà per ripartire una quota non inferiore al 7% del fondo ordinario di finanziamento Foe – che nel 2013 è stato di circa 1.600 milioni di euro – e quindi pari a 112 milioni di euro: non è molto, ma è comunque un’indicazione significativa del tentativo di valorizzare il merito. Sarebbe ora importante, risolti o tamponati i problemi “urgenti”, che il Governo si impegnasse in un’opera sistematica di revisione della normativa e di costruzione delle politiche educative, in cui si passasse dalla continua emergenza, soggetta a mille pressioni, al governo intelligente del quotidiano nei tre settori della scuola, università e ricerca.

Assunzioni su ogni posto libero. Ma non dovranno costare un euro in più delle supplenze

da ItaliaOggi

Assunzioni su ogni posto libero. Ma non dovranno costare un euro in più delle supplenze

Via libera al decreto legge, in tre anni 85 mila posti fissi tra prof e Ata. Stretta sugli stipendi

di Alessandra Ricciardi

Lo stratagemma è stato già utilizzato per l’ultimo piano di assunzioni: concordare con i sindacati di mantenere gli stipendi in ingresso dei nuovi assunti per un po’ di anni allo stesso livello di quando erano precari. Condicio sine qua non per avere il sospirato posto fisso. Ora si replica.

Il consiglio dei ministri di ieri ha approvato il decreto legge proposto dal ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, che prevede un piano triennale per 85 mila assunzioni: 16 mila per il personale ausiliario, tecnico e amministrativo e 69 mila per gli insegnanti, dei quali 26 mila saranno per il sostegno. A condizione, precisa il decreto, che sia garantita «l’invarianza finanziaria». Un provvedimento corposo, che va dal welfare per gli studenti all’accesso gratis dei docenti ai musei, dalle assunzioni negli enti di ricerca allo stop al bonus maturità per i test di accesso alle università. Un decreto al quale il premier Enrico Letta ha assegnato il compito, ad avvio del nuovo anno scolastico, di dare il senso di quel cambio di marcia da tempo richiesto sulla scuola e l’università. Alla fine, si tratta di 400 milioni di investimenti, a cui il Tesoro ha dato l’ok grazie a un po’ di tagli di spesa su altre amministrazione, all’incremento dell’accise sui tabacchi e alla clausola di «invarianza finanziaria» per le assunzioni nella scuola. É saltata dal decreto invece la norma sugli istituti paritari, che nella bozza in entrata al cdm (e pubblicata sul sito di ItaliaOggi) è indicata all’articolo 16: una norma che, dicono ambienti cattolici del Pdl e del Pd, avrebbe assestato un ulteriore duro colpo agli istituti paritari a dispetto della legge n. 62/2000 che garantisce alle scuole che fanno parte del sistema nazionale di istruzione e formazione parità di condizioni. Senza differenza tra statali e paritarie. «É necessaria non una contrapposizione tra pubblico e privato», ha spiegato il sottosegretario all’istruzione, Gabriele Toccafondi, «ma un riflessione seria sui due pilastri del sistema».

Assunzioni, 1 a 1. Europa placata

Una svolta rispetto al recente passato: si potrà assumere su ogni posto libero dell’organico di diritto e per intero e non solo sui posti lasciati dai pensionati e in parte. Sono stati dunque superati i paletti messi a partire dal decreto legge 112/2008 a contenimento del turn over. Si stima che saranno 89 mila gli assunti possibili nel triennio. L’obiettivo è di assicurare la continuità del servizio, si legge, erodendo quei margini di precarietà che finora hanno fatto lavorare studenti e insegnanti senza certezze. Ma anche mettere lo stato italiano al riparo dalle censure della Corte di giustizia europea che ha più volte sanzionato il ricorso nello stato a contratti a tempo determinato sui posti in organico e per un periodo superiore ai tre anni. Se il piano sarà pienamente realizzato, le supplenze dovrebbero essere fatte per i posti in organico di fatto.

Il rebus dell’invarianza della spesa

Il piano di assunzioni, si legge nel decreto, è subordinato a «una specifica sessione negoziale concernente interventi in materia contrattuale che assicuri il rispetto del criterio di invarianza finanziaria». Con l’ultimo piano di assunzioni, in sede contrattuale sindacati e governo stabilirono l’allungamento dei tempi necessari per agguantare il primo scatto di anzianità, in assenza del quale lo stipendio di ingresso resta uguale a quello di quando si è precari.

Reazioni sindacali, positive ma…

Generale l’apprezzamento per il provvedimento. «Si va nelle direzione giusta, dopo anni di tagli», dice Mimmo Pantaleo numero uno della Flc-Cgil. «Che si aprano tavoli di negoziato ci va benissimo, nessuno pensi, però, di farne il luogo di ratifica di decisioni già prese», avverte il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima. «La buona scuola è fatta dai docenti, che non possono subire il blocco del contratto e la sospensione degli scatti di anzianità, il governo deve intervenire», chiede il segretario della Uil scuola, Massimo Di Menna. «Bene la stabilizzazione, ora puntiamo agli scatti», concorda Rino Di Meglio, responsabile nazionale Gilda

Dirigenti, troppi errori. Addio ai concorsi regionali

da ItaliaOggi

Dirigenti, troppi errori. Addio ai concorsi regionali

Il reclutamento passa alla scuola nazionale di amministrazione. dove mancano i presidi, prof esonerati

di Antimo di Geronimo  

Dal prossimo anno i concorsi per il reclutamento dei dirigenti scolastici, dopo i pessimi risultati della selezione del 2011 fnita sotto al mannaia della magistratura amministrativa, saranno gestiti direttamente dalla Scuola nazionale di amministrazione. Le prove comprenderanno una preselezione, prove scritte e orali, e chi supererà tutti gli ostacoli sarà ammesso a partecipare ad un corso-concorso, al termine del quale saranno proclamati i vincitori. I corsi saranno organizzati ogni anno e i costi saranno posti in parte a carico dei candidati. Al pari di quanto avviene per il corso-concorso dei dirigenti statali. Lo prevede il decreto legge sulla scuola deliberato ieri dal governo. Il dispositivo reca anche agevolazioni per disporre gli esoneri ai collaboratori vicari, nelle scuole dove non è stato ancora nominato il dirigente perché il concorso non si è ancora concluso.

I nuovi concorsi

Le selezioni a livello regionale, con commissioni diverse a seconda del luogo, andranno definitivamente in soffitta. Dal prossimo anno, infatti, diventare dirigente scolastico potrebbe essere più difficile che in passato. Perché oltre a superare una selezione in ingresso, in tutto simile a quella adottata nell’ultimo concorso, gli idonei dovranno sostenere un corso-concorso. Al termine del percorso selettivo-formativo saranno inclusi in una graduatoria dalla quale saranno tratti i vincitori. La selezione avverrà con frequenza annuale. E dunque, non dovrebbe più valere il principio dello scorrimento della graduatoria. In ciò restringendo il numero delle assunzioni solo ed esclusivamente ai vincitori, che si collocheranno ai vertici delle graduatorie di merito. Al corso-concorso saranno ammessi candidati in numero superiore a quello dei posti, secondo una percentuale massima del venti per cento, determinata per decreto. Alla selezione per l’accesso ai moduli formativi potrà partecipare il personale docente ed educativo delle istituzioni scolastiche ed educative statali, in possesso del relativo titolo di studio, che abbia maturato dopo la nomina in ruolo un periodo di servizio effettivo di almeno cinque anni. È previsto il pagamento di un contributo, da parte dei candidati, per le spese della procedura concorsuale. Il concorso potrà comprendere una prova preselettiva e una o più prove scritte, cui saranno ammessi tutti coloro che supereranno la preselezione, e una prova orale, a cui seguirà la valutazione dei titoli. Il corso-concorso si svolgerà presso la scuola nazionale di amministrazione, in giorni e orari e con metodi didattici compatibili con l’attività didattica dei partecipanti, con eventuale riduzione del carico didattico. Con decreto del presidente del consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’istruzione di concerto con il ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, saranno definite le modalità di svolgimento delle procedure concorsuali, la durata del corso e le forme di valutazione dei candidati ammessi al corso e la quantificazione delle spese. Il decreto dovrà essere adottato entro quattro mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge.

Esoneri per i vicari

Nelle regioni dove il concorso a preside non si è ancora concluso, e il caso più lampante è quello della Lombardia, i collaboratori vicari che operano nelle scuole alle quali non è ancora stato proposto il neo-dirigente, e che siano state poste in reggenza, avranno diritto all’esonero dall’insegnamento a prescindere dai requisiti dimensionali delle scuole dove operano (almeno 80 classi nei circoli didattici, almeno 55 classi se si tratta di istituti comprensivi o scuole secondarie di II grado). Priorità alle scuole con maggior numero di alunni e alle aree caratterizzate da specificità linguistiche.

Sostegno con criteri uniformi

da ItaliaOggi

Sostegno con criteri uniformi

Un protocollo nazionale per la diagnosi del disagio

di Antimo Di Geronimo

Il numero dei docenti di sostegno in organico di diritto crescerà di anno in anno fino a raggiungere, dal 2015/2015, le stesse proporzioni del 2006/2007. Il il numero dovrebbe passare dagli attuali 63.348 a 86.447 insegnanti. É quanto prevede il decreto legge sulla scuola approvato ieri dal governo.

Il dispositivo disciplina anche nuove procedure per l’accertamento dell’handicap, tramite l’inserimento nelle commissioni mediche di un dirigente scolastico o di un docente, designato dal direttore generale dell’ufficio scolastico regionale. Il dispositivo prevedepoi l’elaborazione di tabelle per agevolare il lavoro delle commissioni, così da rendere il più possibile uniforme, su tutto il territorio nazionale, il modo di lavorare e gli effetti degli accertamenti.

Basta posti in deroga

Si prevede un graduale ampliamento dell’organico di diritto del sostegno, che dovrebbe ritornare ai livelli del 2006/2007. Lo strumento tecnico adottato dall’esecutivo è la modifica del comma 414, dell’articolo 2, della legge 244/2007. Che aveva disposto la riduzione del 30% dell’organico dei docenti di sostegno attivato nell’anno precedente. La norma, peraltro, era stata fatta oggetto di una pronuncia da parte della Corte costituzionale. Che l’aveva dichiarata costituzionalmente illegittima, nella parte in cui non consentiva l’adozione di posti in deroga. E quindi, sebbene l’organico di diritto fosse rimasto di anno in anno, ben al di sotto di quello del 2006/2007, gli uffici avevano dovuto comunque ampliare le dotazioni del sostegno in organico di fatto. E la copertura degli stipendi dei docenti assunti in deroga era stata trovata gravando sui risparmi ottenuti con i tagli previsti dall’articolo 64 decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112. Adesso, però, la dotazione organica dovrebbe essere nuovamente rimpinguata. Direttamente in organico di diritto. E ciò dovrebbe favorire le immissioni in ruolo, limitando anche il ricorso ai posti in deroga. In altre parole, l’ampliamento dell’organico di diritto determinerà un aumento delle disponibilità utili per le immissioni in ruolo. E dunque, anche in considerazione del fatto che l’articolo 14 prevede che le immissioni in ruolo dovranno essere disposte su tutti i posti vacanti, ciò dovrebbe determinare un forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato di docenti di sostegno. Evitando così il continuo ricorso alla costituzione di posti in deroga, che vengono sistematicamente destinati agli incarichi di supplenza. Dunque, più immissioni in ruolo, più opportunità per la mobilità dei docenti di ruolo e assorbimento del precariato.

I rischi dei nuovi criteri

Quanto alle procedure di accertamento dell’handicap, l’inserimento nelle commissioni mediche di un rappresentante del mondo della scuola dovrebbe consentire ai medici di valutare più agevolmente gli effetti dell’handicap sul processo didattico- apprenditivo. Questa novità apre nuovi scenari circa i processi di individuazione degli alunni aventi diritto al docente di sostegno. Ma c’è il rischio che tutto ciò possa essere vanificato da un irrigidimento delle procedure di classificazione delle patologie. Il decreto legge, infatti, prevedendo l’emanazione di tabelle di conversione tra le disabilità rischia di legare le mani ai medici. L’introduzione di elenchi tassativi, infatti, potrebbe precludere alle commissioni la possibilità di accertare situazioni di handicap qualora le relative situazioni non fossero espressamente previste nelle tabelle.

Nessuna possibilità di aggirare la Fornero

da ItaliaOggi

Nessuna possibilità di aggirare la Fornero

Quota 96 a bocca asciutta. Si salvano i docenti in esubero

di Nicola Mondelli

Anche i docenti di “quota 96” andranno in pensione, ma solo quando avranno maturato i requisiti previsti dalla riforma Fornero: per la pensione di vecchiaia, l’età anagrafica richiesta dall’art. 24 del decreto legge 201/2011 (sessantasei anni e tre mesi, nel 2014 e 2015, almeno altri quattro mesi a partire dal 2016) e, per la pensione anticipata, l’anzianità contributiva richiesta sempre dal predetto articolo (quarantadue anni e sei mesi per gli uomini e quarantuno anni e sei mesi per le donne nel 2014 e 2015, almeno altri quattro mesi a partire dal 2016).

Per questi docenti (ad eccezione di quelli in esubero) e per l’altro personale della scuola è tramontata la possibilità di accedere al trattamento pensionistico con i requisiti richiesti dalle norme previgenti l’entrata in vigore della riforma Fornero, appunto il decreto legge 201/2011, ancorché maturati nel corso dell’anno scolastico 2011/2012 e, quindi, entro il 31 agosto 2012 – come chiedevano quanti si riconoscono nell’organizzazione denominata “quota 96” e come era stato loro promesso dalla maggioranza delle forze politiche e parlamentari in occasione dell’ultima campagna elettorale, nelle varie apparizioni nelle reti televisive e nelle interviste sulla stampa. Il decreto legge sulla scuola non prevede nessuna norma per il personale in questione. E il disegno di legge n. 249, derivante dall’unificazione di quelli presentati dai senatori Ghizzoni-PD e Marzana-M5S, all’esame della XI commissione del senato, non completerà il suo iter naturale.

É ormai assodato che, almeno per il momento, non diventerà legge dello stato la proposta contenuta nel predetto disegno di legge volta ad applicare le disposizioni contenute nell’art. 24, comma 3, del decreto legge 201/2011 in materia di requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto legge 201/2011» (per la pensione di anzianità non meno di sessanta anni di età e trentasei di contribuzione o, indipendentemente dall’età anagrafica, quaranta anni di contribuzione; per la pensione di vecchiaia sessantacinque anni per gli uomini e sessantuno per le donne, unitamente a non meno di venti anni di contributi), anche al personale della scuola che li abbia maturati entro l’anno scolastico 2011/2012, anziché entro il 31 dicembre 2011.

L’iter parlamentare del disegno di legge è stato, infatti, bloccato dalla posizione contraria assunta dalla Funzione Pubblica e dall’Inps con la motivazione che il costo della operazione sarebbe stata incompatibile con l’attuale stato della finanza pubblica e con i bilanci dell’istituto di previdenza gravati, questi ultimi, dai “ debiti” ereditati dal soppresso istituto nazionale di previdenza dei pubblici dipendenti. le stesse motivazioni che hanno fatto saltare la previsione dal decreto legge di ieri.

Bloccata la via legislativa, al personale interessato non rimane che sperare nella Corte Costituzionale e nella via giudiziaria, quelle che oggi sembrano essere le sole in grado di sanare “l’errore madornale” commesso dal legislatore nel non tenere conto della particolarità delle norme pensionistiche che disciplinano l’attività del personale della scuola con riferimento non all’anno solare ma a quello scolastico che va dal 1° settembre al 31 agosto dell’anno successivo.

Si salvano invece i docenti in esubero.

I docenti dichiarati in esubero nella loro classe di concorso e non utilizzabili proficuamente nell’anno scolastico 2013/2014 potranno chiedere, presentando in forma cartacea, entro il prossimo 30 settembre, apposita istanza di cessazione dal servizio. Nell’istanza, come si legge nella nota ministeriale n. 8719 del 5 settembre 2013, gli interessati dovranno espressamente dichiarare la volontà di cessare dal servizio, nonché il possesso dei requisiti anagrafici e contributivi, quali indicati in premessa, richiesti per accedere al trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità dalla disciplina vigente prima dell’entrata in vigore del più volte citato art. 24 del decreto legge 201/2011 purché maturati entro il 31 agosto 2012. Per quanto riguarda invece la domanda di pensione, la nota ministeriale sottolinea che i termini e le modalità per la presentazione della domanda all’ente previdenziale verranno forniti con successive indicazioni operative

Alunno asino, il prof va a ripetizione

da ItaliaOggi

Alunno asino, il prof va a ripetizione

I docenti delle scuole in cui i risultati dei test di valutazione siano stati meno soddisfacenti ed è maggiore il rischio socio-educativo saranno assoggettati alla frequenza di corsi di formazione obbligatori

 di Carlo Forte  
 I docenti delle scuole in cui i risultati dei test di valutazione siano stati meno soddisfacenti ed è maggiore il rischio socio-educativo saranno assoggettati alla frequenza di corsi di formazione obbligatori. Lo prevede l’articolo 14 del decreto legge sulla scuola varato ieri dal governo. Per finanziare la formazione coatta l’esecutivo ha stanziato 10 milioni di euro. Che si aggiungeranno agli eventuali finanziamenti collegati a programmi europei e internazionali. Le modalità organizzative dei corsi di formazione saranno definiti con un decreto che sarà emenato dal ministero dell’istruzione. E potranno svolgersi anche attraverso convenzioni con le università statali e non statali, da individuare nel rispetto dei principi di concorrenza e trasparenza. Le attività formative saranno finalizzate al rafforzamento delle conoscenze e delle competenze di ciascun alunno, necessario per aumentare l’attesa di successo formativo, in particolare nelle regioni dove i risultati delle valutazioni sugli apprendimenti effettuate dall’Invalsi, anche in relazione alle rilevazioni Ocse Pisa, risultano inferiori alla media nazionale. Oppure al potenziamento delle competenze nelle aree ad alto rischio socio-educativo e a forte concentrazione di immigrati; all’aumento delle capacità nella gestione e programmazione dei sistemi scolastici; all’aumento delle competenze relativamente ai processi di digitalizzazione e di innovazione tecnologica. E infine, all’aumento delle competenze dei docenti degli istituzioni scolastiche impegnate nei percorsi di alternanza scuola-lavoro.

Welfare per gli studenti statali

da ItaliaOggi

Welfare per gli studenti statali

Borse di studio ai meritevoli per la mensa e i trasporti. I docenti potranno entrare gratis ai musei, accordo con il Mibac

Pagina a cura di Carlo Forte

Fondi per sostenere la spesa delle famiglie nei comuni dove mancano le mense e i trasporti sono insufficienti. E fondi alle scuole per acquistare libri scolastici e supporti informatici da concedere in comodato d’uso agli alunni bisognosi. «Sono misure che vanno nella direzione di una politica attiva di sostegno al diritto allo studio», ha detto il premier, Enrico Letta.

Le novità sono contenute nel decreto legge sulla scuola approvato ieri dal governo e riguardano la platea degli studenti delle scuole statali. Le misure non sembrano infatti rivolgersi agli alunni delle scuole paritarie, e lo ha confermato ieri in conferenza stampa il ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza: «Ci occupiano degli studenti delle statali».

Sovvenzioni per vitto e autobus

In particolare, ammontano a 15 milioni di euro le risorse stanziate dall’esecutivo per incrementare l’offerta di servizi utili a facilitare l’accesso e la frequenza dei corsi nell’anno scolastico 2013/14. Destinatari sono gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado statali in possesso di determinati requisiti.

La priorità sarà attribuita agli alunni che abbiano necessità di provvedere con mezzi propri ad esigenze di vitto e trasporto. Un altro parametro di riferimento per accedere ai benefici di legge sarà individuato nelle condizioni economiche dello studente, individuate sulla base dell’indicatore della situazione economica equivalente, previsto dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109 (ISEE). E infine, il merito negli studi risultante dalla valutazione scolastica del profitto conseguito nel percorso formativo. I fondi saranno ripartiti tra le regioni tramite un decreto del ministero dell’istruzione, che sarà adottato entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge. Il provvedimento regolerà anche la tipologia dei benefici e i requisiti per l’accesso agli stessi. Nei successivi 30 giorni ciascuna regione pubblicherà un bando per l’erogazione dei benefici agli studenti. Nel bando saranno definiti la natura e l’entità dei benefici, le modalità per la presentazione delle domande, anche in via telematica e i criteri per la formazione delle graduatorie. Le risorse saranno attribuite sulla base della graduatoria regionale fino a esaurimento delle risorse stesse.

Libri di testo anche vecchi e in comodato

Quanto alle agevolazioni economiche per l’acquisto dei libri di testo, il dispositivo prevede anzi tutto la tassatività del tetto massimo di spesa che i collegi dei docenti dovranno rispettare nella deliberazione dei libri di testo. La tassatività si evince dal fatto che i dirigenti scolastici, che daranno attuazione a deliberazioni collegiali in violazione dei tetti stabiliti dal ministero, saranno puniti con sanzioni disciplinari. Il governo ha stanziato 2,7 milioni nell’anno 2013 e 5,3 milioni nell’anno 2014 per l’acquisto, anche tra reti di scuole, di libri adottati dal collegio dei docenti, oppure di dispositivi per la lettura di contenuti digitali. Che dovranno essere concessi in comodato d’uso ad alunni delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, individuati sulla base dell’indicatore della situazione economica equivalente, di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109. I criteri per l’assegnazione delle risorse e quelli per la concessione dei libri agli alunni saranno regolati con un decreto del ministero dell’istruzione, che sarà adottato entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge. E poi, sull’adozione dei libri: possono essere utilizzate anche vecchie edizioni, purché rispondenti ai programmi. L’adozione dei testi inoltre è facoltativa: i docenti potranno decidere di sostituirli con altri materiali.

Al museo gratis, a scuola senza sigarette

Sempre per il 2014, sono stati stanziati altri 10 milioni per finanziare l’accesso gratuito del personale docente di ruolo della scuola nei musei statali e nei siti di interesse archeologico, storico e culturale. Serviranno a ripagare il settore per il mancato introito dato dai visitatori paganti. Ecco perché, sull’utilizzo dei fondi e le modalità di accesso dei prof, ci sarà un accordo tra ministero dell’istruzione e quello dei beni culturali. Scatta poi anche nelle scuole il divieto di fumo, che siano vere o elettroniche le sigarette, non importa. Non solo nei corridoi e nelle aule, ma anche in luoghi aperti come cortili e palestre.