Incontro al MIUR sull’integrazione scolastica degli allievi con disabilità

Nella giornata di martedì 10 settembre u.s., in rappresentanza di GENITORI
TOSTI In Tutti I Posti ONLUS, Associazione di promozione sociale di genitori con
figli con disabilità, il Presidente e i due referenti per le regioni Lombardia e
Campania sono stati ricevuti presso la Direzione Generale per lo Studente del
MIUR, dal Dirigente Responsabile per l’Integrazione Raffaele Ciambrone, in
risposta alla lettera inviata al Ministro Carrozza lo scorso giugno. Partecipavano
alla riunione in audioconferenza, i referenti per le regioni Sardegna, Veneto,
Puglia e per la provincia di Bari.
Nello scritto indirizzato al Ministro, Genitori Tosti affrontava il tema degli alunni
con Bisogni Educativi Speciali (così come definiti dalla Direttiva ministeriale del
27/12/2012 e successiva circolare n.8/2013) che ricomprende disabilità,
disturbi dell’apprendimento e condizioni di svantaggio socio-economico
linguistico culturale. Una Direttiva ben conosciuta nel mondo della scuola
come, appunto, la “circolare sui BES”, per il dibattito suscitato e le non poche
preoccupazioni e perplessità che la sua attuazione ha sollevato tra docenti,
dirigenti scolastici, esperti del settore e, non ultime, tra le associazioni delle
famiglie con figli con disabilità.
Nel lungo colloquio avvenuto presso la sede del Ministero di viale Trastevere,
Genitori Tosti ha ribadito quanto già espresso nella sua lettera sui temi in
questione, chiedendo al Ministro
“immediato intervento che sospenda la direttiva di cui all’oggetto e che apra un contestuale dibattito aperto a
TUTTI gli attori del sistema, chiarendo inequivocabilmente gli aspetti relativi alle risorse a disposizione delle
scuole per realizzare ciò che viene proposto, parallelamente ad una rilevazione accurata delle modalità di
applicazione della normativa vigente, in materia di integrazione scolastica, a partire dall’attuale
funzionamento dei GLH per gli oltre 200.000 studenti certificati ex legem 104/92, iscritti nelle scuole pubbliche
italiane di ogni ordine e grado”

In merito alle risorse previste, il dott. Ciambrone ha chiarito che tutte le risorse
e gli strumenti già destinati agli studenti con disabilità, riconosciuti tali dalla
certificazione prevista a norma della legge 104/92 in favore degli alunni disabili,
resteranno inalterati.
In particolare lo strumento del Gruppo di Lavoro per l’Handicap di Istituto (sia
Operativo che di Istituto, art. 15, L.104/92), manterrà intatte le sue
prerogative e compiti, mentre il GLI, Gruppo di Lavoro per l’Inclusività,
introdotto dalla nuova Direttiva ministeriale, non sostituirà il GLHI ma
coesisterà con esso, rispettandone le funzioni e le prerogative già previste dalla
legge. Tale fondamentale questione, ci è stato anticipato, sarà a breve oggetto
di una ulteriore circolare/nota di chiarimento del MIUR, che seguirà quella già
pubblicata il 27 giugno (Nota 1551) sull’altro caposaldo della Direttiva e cioè il
Piano Annuale per l’Inclusività (PAI), il cui invio agli Uffici Scolastici Regionali da
parte delle scuole era stato previsto in un primo momento già a partire da
giugno scorso (a pochissimi mesi dalla pubblicazione della circolare dell’8
marzo attuativa della Direttiva sui BES) e che era stato interpretato da molti
come uno strumento “sostitutivo” della annuale richiesta di organico di
sostegno determinante per la quantificazione del monte ore di sostegno
assegnate ad ogni scuola, costringendo il Ministero a smentire tale
interpretazione.
Sui GLH, strumento centrale per l’attuazione della L.104, GENITORI TOSTI già
negli anni scorsi aveva sollevato il problema, denunciando come in molte
scuole non venissero nemmeno convocati a detrimento della programmazione
didattica per l’integrazione di ogni studente con disabilità e in spregio ai
dettami della normativa. Dal 2011 l’associazione ha lanciato ad ogni nuovo
inizio di anno scolastico, la campagna nazionale “GLH IN TUTTE LE SCUOLE: SI
PUO’ FARE!” per ottenere la regolare convocazione dei GLH in tutte le scuole di
ogni ordine e grado così come previsto dalla legge.
Abbiamo riscontrato con soddisfazione l’attenzione, alla questione da noi
sollevata, da parte del dott. Ciambrone che si è reso disponibile ad una
puntuale rilevazione da parte del MIUR sulla convocazione dei GLH nelle
scuole, attraverso l’inserimento di uno specifico indicatore sui modelli
predisposti centralmente per la stesura e la trasmissione del Piano Annuale per
l’Inclusività. Accogliamo l’apprezzamento e l’interesse per la nostra Campagna,
che anche quest’anno scolastico 2013/2014 vedrà impegnati GENITORI TOSTI
ONLUS.
Permangono però forti preoccupazioni e grandi perplessità riguardo le risorse
destinate agli alunni con disabilità provvisti di certificazione secondo la
L.104/92, specificatamente per le ore di sostegno. In particolare l’affermazione
ricorrente che lamenta “un aumento spropositato delle diagnosi di disabilità”
già peraltro registrata più volte nel corso degli ultimi anni nelle dichiarazioni
pubbliche di esponenti del Ministero (dall’ex Sottosegretario on. Valentina
Aprea fino allo stesso ex Ministro Maria Stella Gelmini), quale distorsione che
contribuirebbe in buona parte a generare l’ormai strutturale cronica
insufficienza di ore di sostegno assegnate o non assegnate agli alunni con
disabilità ad ogni inizio di anno scolastico e che vede una considerevole quota
di famiglie (9% secondo l’ultimo report ISTAT su “L’integrazione degli alunni con
disabilità nelle scuole primarie e secondarie di primo grado” pubblicato il 25
gennaio scorso) intentare causa al MIUR vincendo e ottenendo per
pronunciamento dei Tribunali l’adeguamento delle ore e risarcimento dei danni
esistenziali patiti.
GENITORI TOSTI considera inaccettabile la logica della “guerra tra poveri”
secondo la quale eventuali pratiche distorsive sulle certificazioni (ma chi
dovrebbe controllare? chi rilascerebbe certificazioni improprie? chi
inoltrerebbe richieste eccessive rispetto i reali bisogni?) sarebbero causa di
improprie concessioni di ore di sostegno non dovute, danneggiando le altre
famiglie, quelle dei veri alunni con disabilità più gravi, i veri aventi diritto.
A GENITORI TOSTI preme sottolineare che, se fosse davvero confermato un
aumento delle certificazioni di disabilità, questo dato andrebbe interpretato
in maniera più articolata in ragione della complessità del tema stesso. Da un
lato, non andrebbe trascurato il ruolo sussidiario svolto dalla scuola a causa
delle carenze del Welfare e di un’adeguata gestione del passaggio dall’età
evolutiva a quella adulta delle persone con disabilità, che spinge molti genitori
a cercare di prolungare il più tempo possibile la permanenza dei propri figli a
scuola (e dunque richiederebbe una disaggregazione dei dati anche in termini
di permanenza complessiva delle persone con disabilità all’interno del sistema
scolastico); dall’altro, andrebbe considerato se tale aumento non sia dovuto
anche ad una migliore definizione di criteri e capacità diagnostiche (si pensi, ad
esempio, alla vasta area dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo).
Guardiamo positivamente alla costante attenzione riservata al tema della
realizzazione di una piena integrazione scolastica dei bambini e ragazzi con
disabilità: pensiamo in particolare alle “Linee Guida per l’Integrazione degli
alunni con disabilità” del 2009, alle successive linee guida e direttive
ministeriali in attuazione della L. 170/2011 a tutela del diritto allo studio degli
alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA) e, pur se in maniera
controversa, anche alla stessa recente Direttiva sui Bisogni Educativi Speciali
che rimarca l’importanza di un intervento didattico tempestivo e puntuale in
favore degli alunni e studenti in situazioni di svantaggio scolastico.
Restano però forti le preoccupazioni che ci hanno spinto a scrivere al Ministro,
riguardanti proprio la modalità di attuazione di una Direttiva che, a fronte:
– di una conclamata incapacità del sistema a contrastare la “delega”
all’insegnante di sostegno da parte dei docenti curricolari (sempre più esplicita
man mano che si procede nei diversi gradi di scuola);
– della trasformazione della specializzazione del sostegno in un canale
preferenziale per riassorbire i cosiddetti “perdenti posto” o accedere più
facilmente all’assunzione a tempo indeterminato;
– della drammatica stagione di tagli che ha visto la scuola depauperata senza
alcuna pietà di risorse economiche, umane e organizzative che hanno reso
sempre più proibitive tanto le condizioni di insegnamento quanto quelle di
apprendimento;
– della mancanza di formazione adeguata della maggior parte dei docenti
curricolari,
pretende di riuscire a fare ciò che in condizioni ben più favorevoli non si è
verificato, rischiando di dare avvio a un processo di “etichettamento” tanto
arbitrario quanto pericoloso per i singoli sia per l’intero sistema di integrazione.
Genitori Tosti nutre grandi preoccupazioni e dubbi sull’attuazione stessa della
L.104/92: non si può continuare a non tenere conto di quanto affermato nelle
sentenze di condanna all’Amministrazione scolastica presenti nei migliaia di
ricorsi per l’adeguamento delle ore di sostegno. Chiarimenti sono avvenuti
(“un documento amministrativo [la Direttiva] non può modificare le prerogative
previste da una legge [L.104]”) ma non vogliamo che la L. 104 rimanga la
grande incompiuta e, anche in considerazione della bozza di Proposta di Legge
“Per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica degli allievi con disabilità e
bisogni educativi speciali” in corso di elaborazione presso l’Osservatorio delle
associazioni sulla disabilità, i GENITORI TOSTI Onlus ribadiscono tutto il loro
determinato impegno a vigilare attentamente affinché non restino disattese
le ragioni e le preoccupazioni di tutti i genitori di bambini e ragazzi disabili.
A conclusione dell’incontro abbiamo riscontrato convergenza e attenzione sulle
questioni sollevate e sul nostro impegno come GENITORI TOSTI Onlus.
Restiamo in attesa delle ulteriori precisazioni che speriamo saranno contenute
nella nuova circolare sui GLH e i GLI in fase di elaborazione.
Il nuovo anno scolastico, nel frattempo, sta iniziando su tutto il territorio
nazionale: parte un nuovo anno e parte una nuova Campagna dei Genitori Tosti
per la convocazione dei GLH in tutte le scuole per la programmazione didattica
e la partecipazione attiva di tutte le famiglie con figli con disabilità.

Concorso a cattedra: anche per il Consiglio di Stato la prova di inglese nella primaria non era obbligatoria

Concorso a cattedra: anche per il Consiglio di Stato la prova di inglese nella primaria non era obbligatoria

L’ordinanza 3575/13 del Consiglio di Stato segue quelle positive ottenute dall’ANIEF al Tar Lazio che hanno permesso la partecipazione alle prove orali con riserva dei ricorrenti che avevano ottenuto 21/30 alle altre prove scritte in virtù dell’art. 400 del D.lgs. 297/94. È ancora possibile ricorrere inviando una mail a inglese.primaria@anief.net.

L’ANIEF ricorda che sono ancora aperti i termini per ricorrere e invita tutti i candidati che sono stati o saranno esclusi dall’ammissione agli orali per la scuola primaria per colpa della valutazione della prova in lingua inglese a inviare una mail a inglese.primaria@anief.net con i propri dati anagrafici, la data degli orali, la data di pubblicazione degli elenchi, al fine di ricevere le istruzioni operative per il ricorso, indicando nell’oggetto: “inglese e ammissione agli orali”, entro 10 giorni dalla pubblicazione degli elenchi degli esclusi (o altra comunicazione che attesti la mancata ammissione agli orali) o comunque non oltre 50 giorni dalla loro pubblicazione, fermo restando la procedibilità del ricorso legata ai tempi di notifica prima dello svolgimento degli orali. Per conoscere il voto complessivo ottenuto al termine delle prime tre prove scritte è possibile inviare l’istanza di accesso agli atti che ANIEF invierà insieme alle istruzioni per ricorrere.

Inidonei all’insegnamento

SCUOLA – Inidonei all’insegnamento, dal D.L. approvato dal CdM e pubblicato in G.U. il 12 settembre anche qualche buona notizia: manterranno, comunque vada, l’attuale inquadramento di stipendio e avranno la possibilità di tornare a fare i docenti. Permangono comunque diverse criticità, da superare in sede di conversione della legge o da impugnare in tribunale.

 

Anche se complessivamente permane critico il giudizio dell’Anief sul decreto legge n. 104 sulla scuola, approvato dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 settembre 2013, da alcune parti del testo trapela la volontà di tornare a ristabilire maggiore equità e attenzione verso il personale della scuola. In questa direzione vanno alcune sezioni dei commi 4, 5, 6, 7, 8 e 9 dell’art. 14 del D.L. 104, nelle sezioni che riguardano il personale docente reputato inidoneo all’insegnamento: dopo le insistenti pressioni e denunce presentate dall’Anief, il Governo ha finalmente deciso che detto personale manterrà in ogni caso lo stesso inquadramento stipendiale.

 

Si tratta di un obiettivo importante, sia a livello sindacale che umano: molti di questi docenti, infatti, versano in condizioni di salute particolarmente problematiche. E non meritano di essere penalizzati dal loro “datore di lavoro”, che attraverso la spending review del Governo Monti li avrebbe voluti privare dell’inquadramento stipendiale nel quale sono stati collocati all’atto dell’assunzione nei ruoli dello Stato.

 

Sembra poter essere considerata positivamente anche quella parte del provvedimento governativo che permette agli stessi docenti oggi inidonei di sottoporsi (entro il 20 dicembre 2013) ad una nuova visita medico collegiale per verificare se possano tornare ad insegnare.

 

Merita un approfondimento, invece, la parte del testo del D.L. – che per diventare ufficiale dovrà essere promulgato da Camera e Senato – attraverso cui circa 3.500 docenti inidonei non saranno più collocati tra il personale tecnico e amministrativo delle scuole. A meno che non lo chiedano volontariamente. Nello stesso articolo 15 viene infatti specificato che “il personale docente della scuola dichiarato, successivamente al 1° gennaio 2014, permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti, si applica, anche in corso d’anno scolastico” la “mobilità intercompartimentale in ambito provinciale verso le amministrazioni che presentino vacanze di organico”.

 

Rimane sicuramente critica la posizione del sindacato riguardo alla volontà del Governo di voler trasformare in assistenti amministrativi e assistenti tecnici tutti coloro che oggi figurano inquadrati tra il personale docente che opera nelle classi di concorso C555 e C999. L’Anief sta valutando, infine, quali effetti potranno avere le altre disposizioni approvato con il decreto legge n. 104: il sindacato ha intenzione di vigilare attentamente sui contenuti di tutti i decreti attuativi. Sempre a tutela dei lavoratori della scuola.

 

Decreto Scuola: la scheda di lettura

Decreto Scuola: la scheda di lettura della Uil Scuola

In Gazzetta Ufficiale il provvedimento del Governo

Il testo del decreto legge conferma molte delle anticipazioni:
– piano triennale di immissioni in ruolo
– aumento dell’organico di diritto degli insegnanti di sostegno
– immissioni in ruolo al gennaio 2014 del personale ATA (amministrativi  tecnici)
– interventi per le Regioni dove non sono stai espletati i concorsi per dirigenti scolastici
– interventi finanziari per il diritto e il sostegno allo studio.

Su questi, coma abbiamo detto, registriamo un impegno nella direzione giusta che, come UIL, apprezziamo.
Devono comunque essere apportati alcuni miglioramenti che proporremo al Governo e alle forze politiche in sede di discussione parlamentare.

In particolare, deve essere completamente rivisto l’articolo riguardante la formazione del personale insegnante, che trova la netta contrarietà della UIL Scuola: tale articolo è stato scritto senza alcun confronto, interviene modificando il contratto, proprio mentre lo stesso Governo ne ha bloccato il rinnovo; il decreto introduce un obbligo, tra l’altro generico e, quindi, di fatto inapplicabile, legando l’aggiornamento alle prove Invalsi e al contesto socio-economico. Su quest’aspetto rinviamo al comunicato specifico disponibile sul sito UIL Scuola.

Il Decreto nel suo insieme prevede un intervento finanziario aggiuntivo di 400 milioni di euro.
Rimane, per la UIL, la necessità di un cambio di passo del Governo per aprire il negoziato contrattuale (su questo richiamiamo il documento sottoscritto insieme a tutti i Sindacati scuola) e recuperate le risorse per gli scatti di anzianità, che sono state prelevate dallo stesso Governo nella misura di 300 milioni. Si tratta, come è evidente, di una doppia penalizzazione inaccettabile per i lavoratori della scuola.

la scheda di lettura elaborata dalla Uil Scuola

Misure urgenti per l’istruzione, in Gazzetta il decreto-legge 104

Misure urgenti per l’istruzione, in Gazzetta il decreto-legge 104

Il decreto-legge 104 del 12.9.2013 (“Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca”) è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 214 di pari data ed è, pertanto, da ieri pienamente vigente.

Per quanto riguarda il giudizio della Cisl Scuola sul provvedimento, si rimanda alla dichiarazione del segretario generale, Francesco Scrima, resa mercoledì scorso dopo l’approvazione del decreto da parte del Consiglio dei Ministri.

Rimandando a prossime e più puntuali valutazioni, si segnalano le disposizioni che toccano più direttamente il personale.

All’art. 8 si stabilisce che le attività di orientamento sono ricomprese nelle attività funzionali all’insegnamento di cui all’art. 29 del CCNL 2007 e riguardano tutti gli insegnanti. Ove siano necessarie attività ulteriori, che eccedano l’orario d’obbligo, queste possono essere remunerate con il Fondo delle istituzioni scolastiche.

All’art. 15:

  • si definisce un piano triennale per l’assunzione a tempo indeterminato, di personale docente, educativo ed ATA, per gli anni 2014-2016 (comma 1);
  • si autorizza il MIUR, a decorrere dall’a.s. 2013/14, ad assumere a tempo indeterminato docenti a copertura di tutti i posti vacanti e disponibili nell’organico di sostegno (commi 2 e 3);
  • si abroga, riguardo il personale inidoneo, la norma che prevede il passaggio forzoso di detto personale ad altra amministrazione (comma 4);
  • si reintroduce la disciplina che prevede – per il personale docente dichiarato, successivamente al 1° gennaio 2014, permanentemente inidoneo – il passaggio ai ruoli ATA (ovvero la mobilità intercompartimentale) (comma 6);
  • si stabilisce che entro il 20 dicembre 2013 il personale docente della scuola, che alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge è già stato dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti, potrà essere sottoposto a richiesta a nuova visita da parte delle commissioni mediche competenti, integrate da un rappresentante del MIUR, per una nuova valutazione dell’inidoneità (e successive procedure) (comma 7).

All’art. 16 – al fine di migliorare il rendimento della didattica, particolarmente nelle zone che evidenziano maggiori criticità di risultati e dove è più alto il rischio socioeducativo, e potenziare le capacità organizzative – è previsto per l’anno 2014 il finanziamento di 10 milioni di euro per attività di formazione obbligatoria del personale scolastico, da definire con un successivo decreto ministeriale.

Sempre all’art. 16, al fine di promuovere la formazione culturale del personale docente della scuola, si stabilisce che dovranno essere definite le modalità per l’accesso gratuito di tale personale ai musei statali e ai siti di interesse archeologico, storico e culturale.

* * *
Sui contenuti del decreto-legge in questione si è svolto stamattina al MIUR un primo incontro di informativa.

Considerata la pluralità dei temi e le numerose questioni connesse all’applicazione delle misure introdotte dal provvedimento, la riunione odierna si è limitata ad una semplice  presentazione, facendo emergere la necessità di indispensabili approfondimenti.

Si registra positivamente la disponibilità  dell’Amministrazione di avviare “tavoli di confronto” sugli specifici provvedimenti attuativi con un primo calendario di incontri che terrà conto di alcune urgenze.

In particolare:

  • lunedì prossimo, 16 settembre, si svolgerà una specifica riunione dedicata al dimensionamento e all’esonero del vicario nelle sedi scolastiche senza dirigente per concorso non concluso;
  • mercoledì 25 settembre l’incontro avrà all’ordine del giorno il personale inidoneo.

Sulle norme che coinvolgono il personale della scuola, l’Amministrazione ha riconosciuto la necessità di approfondire i risvolti di natura contrattuale (formazione, orario di lavoro, ecc.), garantendo la massima disponibilità al confronto.

REGISTRO ELETTRONICO: NO ALL’INTRODUZIONE IMMEDIATA

REGISTRO ELETTRONICO, GILDA: “NO ALL’INTRODUZIONE IMMEDIATA, ANCORA TROPPI I PUNTI DA CHIARIRE”

No all’adozione del registro elettronico fino a quando non saranno chiariti i tanti aspetti ambigui della normativa che ne introduce l’uso nelle scuole. Secondo la Gilda, infatti, sono ancora troppi i problemi da risolvere, come quelli relativi alla privacy, alle procedure di comunicazione dei voti alle famiglie e alla firma digitale necessaria per la validazione giuridica delle comunicazioni. “Nonostante ciò – spiega la Gilda – dall’inizio di settembre in numerose scuole i dirigenti scolastici stanno provando a imporre ai collegi dei docenti l’introduzione dei registri elettronici. Eppure la norma non può essere considerata esecutiva poiché manca ancora il piano di attuazione del Miur. Inoltre – sottolinea la Gilda – la circolare emanata dal ministero dell’Istruzione il 3 ottobre scorso non impone alcun termine per l’introduzione del registro elettronico. Per l’anno scolastico appena iniziato, dunque, l’adozione di questo nuovo strumento didattico è ancora facoltativa”.
La Gilda degli Insegnanti invita quindi i docenti a rifiutare qualsiasi deliberazione del collegio che avalli l’introduzione del registro elettronico e, in caso di ordini di servizio, a rivolgersi alle sedi della Gilda.

Decreto legge 104/2013 – PAS – Incontro al MIUR

Decreto legge 104/2013 – PAS – Incontro al MIUR

Incontro al MIUR del 13/9/2013 1. prima parte, informativa relativa al recente “decreto-legge sull’istruzione”; 2. seconda parte, relativa ai Percorsi Abilitanti Speciali PAS

Nella mattinata di oggi si è svolto l’annunciato incontro al MIUR su due tematiche di particolare interesse per la scuola e il suo personale che ha riguardato:

1)   in una prima parte, l’informativa relativa al recente “decreto-legge sull’istruzione”;

2)   nella seconda, quella relativa ai Percorsi Abilitanti Speciali (PAS).

Di seguito riportiamo una sintesi, trattando separatamente i due argomenti nell’ordine con cui sono stati trattati:

 

1)   DECRETO LEGGE SULL’ISTRUZIONE

Nel riservarci una più approfondita analisi e valutazione del provvedimento, i contenuti ufficiali e definitivi sono stati, infatti, resi noti solo oggi con la pubblicazione del Decreto Legge n° 104 sulla Gazzetta Ufficiale n° 214. Il primo commento che ci pare ragionevole formulare, anche alla luce di quanto riferito, è che i contenuti paiono essere una somma di proposte, non  adeguatamente finanziate, e che non paiono tali da introdurre la svolta, auspicata dallo SNALS-CONFSAL, capace di ridare alla scuola gli strumenti e le risorse adeguate per essere veramente il volano su cui basare la ripresa del nostro Paese, dare un futuro migliore alle giovani generazioni e ridare al personale scolastico la giusta dignità sociale e il necessario riconoscimento economico. Lo SNALS-CONFSAL svolgerà in tutte le sedi ogni possibile forma di pressione affinché, in sede di conversione in legge, si operino le integrazioni e i miglioramenti necessari, con suggerimenti, cancellazioni e/o modifiche, in modo da mettere le scuole in condizioni di svolgere al meglio la loro funzione, ma tutelando i diritti e le aspettative di docenti, dirigenti e personale ATA.

Entrando nel merito esaminiamo di seguito i principali elementi forniti dalla delegazione del MIUR guidata dal Capo Dipartimento, Dott. Chiappetta, che ha iniziato dagli argomenti comuni sia all’area V della Dirigenza Scolastica sia al Comparto Scuola(docenti e ATA).

 

 

DIMENSIONAMENTO (ART. 12)

Riguardo al dimensionamento, le Regioni dovranno definire, entro il corrente anno scolastico, la propria rete scolastica avendo quale riferimento il numero di istituzioni scolastiche derivanti dalla divisione del numero degli alunni diviso per 900. Tale conteggio sarà definito a livello nazionale, secondo la norma statale, con conseguente attribuzione a ciascuna Regione del numero delle istituzioni che dovranno essere attivate con decorrenza 1° settembre 2014. In base a questa disposizione le singole Regioni saranno libere di riorganizzare la rete scolastica nel proprio territorio senza sforare il numero massimo di istituzioni attivabili. I vantaggi saranno quelli di abolire finalmente le cosiddette scuole sottodimensionate alle quali, in base alla normativa vigente, non spettavano né dirigente scolastico titolare né DSGA.

Secondo i conteggi del Miur, al termine dell’operazione potrà risultare un organico di dirigenti scolastici e un organico di DSGA maggiorato, rispettivamente, di circa 800 unità rispetto a quello attuale.

 

DIRIGENTI SCOLASTICI (ART. 17)

Per quanto riguarda il reclutamento, visti gli esiti negativi delle attuali procedure concorsuali così come evidenziato dalla miriade di ricorsi presentati, alcuni dei quali hanno portato all’annullamento del concorsi (v. Lombardia) o al rinvio della conclusione delle procedure, l’art. 17 del DL prevede la sostituzione dell’art. 29 del D.lgs. 165/2001 con un nuovo articolo in cui è previsto che il reclutamento dei dirigenti scolastici si realizza mediante corso-concorso selettivo di formazione bandito dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione, con cadenza annuale al quale potrà partecipare il personale docente ed educativo delle istituzioni scolastiche ed educative statali, in possesso del relativo diploma di laurea, che abbia maturato dopo la nomina in ruolo un periodo di servizio effettivo di almeno 5 anni.

La partecipazione al concorso comporterà da parte dei candidati il pagamento di un contributo per le spese della procedura concorsuale.

Il concorso potrà prevedere una prova preselettiva e una o più prove scritte, cui sono ammessi tutti coloro che superano la preselezione e una prova orale a cui segue la valutazione dei titoli.

Il corso-concorso si svolgerà presso la Scuola Nazionale dell’Amministrazione.

Altra novità prevista dall’art. 17 è quella di autorizzare, in deroga alle vigenti disposizioni, l’esonero del docente “vicario” delle scuole date in reggenza ad altri dirigenti scolastici nelle Regioni in cui i concorsi a dirigente scolastico risultano non portati a termine con la definitiva approvazione delle graduatorie.

Gli esoneri dall’insegnamento non potranno superare il numero dei posti a dirigente scolastico messi a concorso e cesseranno al momento della nomina dei vincitori dei concorsi.

Il compenso per i supplenti chiamati a sostituire i docenti “vicari” esonerati graverà sulle disponibilità finanziarie derivanti dal mancato pagamento dei dirigenti scolastici titolari, non nominati a causa della procedura concorsuale non conclusa.

La norma opera esclusivamente per l’a.s. 2013-2014.

La nostra delegazione ha avanzato al tavolo alcune prime osservazioni; ad esempio:, quella di cassare la parte del comma 7 dell’art. 17 che sembrerebbe accollare al fondo regionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici, il compenso spettante ai supplenti dei vicari esonerati per la fattispecie precedentemente indicata, qualora non fossero sufficienti le risorse prioritariamente indicate.

 

RIDUZIONE DEL COSTO DEI LIBRI SCOLASTICI (ART. 6)

pur capendo e condividendo la necessità di contenere i costi delle famiglie, si sono espresse preoccupazioni sul fatto che la norma sia coniugabile con la libertà d’insegnamento e dell’adozione di un libro di testo scelto liberamente dai docenti, con la responsabilità del dirigente scolastico e sul clima conflittuale che possa derivare, a seguito di annullamento della delibera, sia tra i diversi docenti sia tra questi e il dirigente.

 

PERCORSI DI ORIENTAMENTO PER GLI STUDENTI DELLE SCUOLE SECONDARIE DI 2° GRADO (ART. 8)

Oltre all’ovvia osservazione che non pare possibile trascurare il non meno importante problema dell’orientamento per gli allievi delle scuole secondarie di 1° grado, si sono fatte diverse osservazioni riguardo alla obbligatorietà o meno delle attività connesse all’orientamento e alla necessità di meglio chiarire le interconnessioni tra queste attività e l’orario di servizio dei docenti ai sensi del vigente CCNL.

 

FORMAZIONE DEL PERSONALE SCOLASTICO (ART. 16)

Premesso che lo stanziamento aggiuntivo di 10 milioni di euro è limitato all’anno solare 2014, si è contestata in particolare la dizione “attività di formazione obbligatoria, in quanto non solo introduce obblighi di servizio, peraltro senza alcun tetto, ma lo fa senza prevedere la retribuzioni per il tempo che il personale dovrà dedicarvi. E’ stato affermato con forza che non è accettabile lo scavalcamento della legge nei confronti del contratto, tra l’altro su temi così delicati quali l’orario di servizio e la retribuzione. Tra l’altro si è  osservato che: legare gli interventi in particolare alle regioni ove i risultati degli apprendimenti sono inferiori alla media nazionale rischia di far passare il messaggio che se gli alunni non raggiungono i livelli di apprendimento desiderati è colpa degli insegnanti

 

PERSONALE SCOLASTICO (ART. 15)

Questo articolo si occupa, in particolare di due problemi:

a)   Incremento organico di diritto del sostegno e piano triennale per le nomine in ruolo

Premesso che è certamente positivo l’annuncio della stabilizzazione di oltre  26000 posti di sostegno in un triennio, e l’annunciata definizione di un piano triennale di stabilizzazione che preveda l’immissione in ruolo, quantificato nel comunicato stampa del Governo in 69000 docenti e 16000 ATA, sui  i posti vacanti e disponibili, quindi non solo a pareggio del turn-over, ma manca l’attivazione dell’organico  pluriennale dell’autonomia in cui stabilizzare almeno tutte le disponibilità esistenti anche in “rete” tra scuole diverse. L’incremento dei posti del sostegno in organico di diritto avrà la progressione seguente: 4447 posti per l’anno scolastico 2013/14, 13.342 per l’anno scolastico 2014/15 e 8895 posti per l’anno scolastico 2015/16. Questo fatto comporta che si opererà un’ulteriore tornata di nomine in ruolo sul sostegno per il corrente anno scolastico entro il 7 ottobre (20° giorno dall’inizio delle lezioni nell’ultima regione) sia in relazione alle GAE che ai vincitori di concorso. Per quanto attiene al piano triennale, questo opererà, invece, con riferimento al 2014/15, 2015/16 e 2016/17: L’elemento negativo previsto, oltre alla mancata attivazione dell’organico dell’autonomia, è che il provvedimento prevede che i posti vacanti debbano avere copertura economica a seguito di apposita sessione contrattuale all’ARAN in base ad una direttiva che il Governo deve emanare. In pratica, una parte della spesa per stabilizzare il personale viene attivata a carico del contratto e, quindi, dei lavoratori.

b)   Inidonei

Con decorrenza 1° gennaio 2014 è cancellato l’obbligo di transitare nei ruoli ATA e sostituito da due alternative: o fare domanda volontaria per divenire assistente amministrativo o tecnico ATA o incorrere nell’applicazione obbligatoria della mobilità intercompartimentale in ambito provinciale. Sono introdotte novità in relazione all’accertamento medico e alla composizione delle commissioni.  Questo dovrebbe sbloccare le nomine in ruolo del personale ATA per il corrente anno scolastico.

 

POTENZIAMENTO DELL’OFFERTA FORMATIVA (ART. 5)

Si è ribadito quanto già scritto in un precedente comunicato.  Cioè che, l’introduzione di un’ora di geografia generale ed economica negli istituti tecnici e professionali (si tratta di una sola ora per l’intero biennio, ove non già prevista) non  può che essere vista positivamente, come ogni arricchimento dell’offerta formativa; non è, però, condivisibile e accettabile  la mancanza di analogo provvedimento per altre discipline eccessivamente penalizzate dai tagli della riforma e, in particolare, con riferimento proprio agli istituti tecnici e professionali, il mancato potenziamento dei laboratori che potrebbe essere realizzato con un limitato incremento di risorse ottimizzando l’utilizzazione del personale docente ITP.

Quanto riportato è una prima serie di considerazioni che hanno affrontato gli aspetti del D.L. oggetto dell’informativa. In relazione alle diverse tematiche, la delegazione SNALS-CONFSAL,  ha sollecitato l’apertura di “tavoli specifici”  per i singoli problemi al fine di suggerire modifiche e integrazioni da apportare al D.L. in sede di conversione. Ovviamente non si opererà al riguardo solo all’interno del MIUR, ma si proporranno emendamenti al Governo nel suo complesso e a tutte le forze politiche presenti in Parlamento.

 

 

2)   PERCORSI ABILITANTI SPECIALI

E’ stato fornito il prospetto del numero di domande pervenute e l’amministrazione si è riservata di inviarci a breve i dati articolati per ordini e gradi di scuola, nonché per classi di concorso. Le domande che avevano come requisito di servizio per l’accesso il 2012/13 come terzo anno, sono state conteggiate tra quelle “senza esclusione”.

Dai dati scorporati è ragionevole pensare che emergeranno tre tipo di aree per consistenza di aspiranti: macro, medie e micro. L’amministrazione ha chiesto alle OO.SS. di inviare proposte di modalità di attivazione anche in relazione a queste diverse fattispecie.

E’ stata fissata una prossima riunione, presumibilmente per il 25 settembre per affrontare il problema del chiarimento di alcuni aspetti problematici per la valutazione del servizio quale requisito di accesso.

DL scuola, università, ricerca, Afam: finalmente non si taglia. Molto è da migliorare

DL scuola, università, ricerca, Afam: finalmente non si taglia. Molto è da migliorare

La nostra scheda di approfondimento sui contenuti del decreto legge e un’analisi delle conseguenze sui diversi comparti della conoscenza.

Il Consiglio dei ministri del 9 settembre ha varato l’atteso Decreto Legge 104/13 Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca, poi pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 214 del 12 settembre 2013.
Molti gli aspetti positivi che recepiscono le nostre rivendicazioni; necessari alcuni cambiamenti.

Qui di seguito una breve sintesi delle misure più importanti contenute nel Decreto Legge, il nostro commento e in allegato la nostra scheda di approfondimento.

Sintesi per punti

Scuola

Piano triennale di immissione in ruolo del personale della scuola per circa 60.000 unità organiche, stabilizzazione di 26.684 posti di sostegno;  nuovo sistema di reclutamento dei dirigenti scolastici con bando a cadenza annuale; incremento degli investimenti per l’edilizia scolastica; provvidenze per gli studenti; aumento di un’ora di geografia nel biennio delle superiori; eliminazione della categoria delle scuole sottodimensionate; stanziamenti per la formazione degli insegnanti; ingresso gratuito – sperimentale – dei docenti nei musei; misure per la riduzione del costo dei libri di testo.

Università

Diritto allo studio; misure a favore degli specializzandi di medicina; abolizione bonus maturità; funzionalità dell’ANVUR.

Ricerca

Si apre alle assunzioni negli INGV e si apportano semplificazioni per le assunzioni negli enti pubblici di ricerca; la quota premiale del Fondo di finanziamento non è determinata solo dalla valutazione ANVUR.

Afam

Borse di studio per gli studenti; assunzioni di personale precario; risorse a favore degli Istituti superiori di studi musicali ex IMP.

Il nostro commento

Spicca l’assenza di un provvedimento riguardante i docenti aventi diritto alla pensione per aver raggiunto quota 96 e la non risoluzione del problema dei docenti inidonei della scuola (che ritornano alla precedente situazione di dover sottostare alla mobilità volontaria verso i ruoli ata e obbligatoria verso altre amministrazioni).

Come spicca – e la cosa è per noi inaccettabile – una ricorrente propensione ad invadere, per legge, il campo contrattuale: la cosa accade quando si indica nel FIS il luogo dove prendere i soldi per le attività aggiuntive riferite all’orientamento (art. 8), quando si ignora completamente la contrattazione in materia di formazione dei docenti (art. 16), e quando ancora in materia salariale si ricorre al Fondo per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici per pagare i supplenti sui posti dei collaboratori esonerati (art. 17). Su questo terreno, in modo particolare, faremo sentire la nostra pressione nei 60 giorni di dibattito parlamentare previsto per la conversione del decreto.

Pur approvato il 9 settembre e già illustrato per linee generali nella Conferenza stampa del Presidente del Consiglio e dal Ministro dell’Istruzione, nonché sul sito del MIUR, il testo è stato divulgato solo oggi.

Offriamo una presentazione e un commento, frutto di una  prima lettura di un testo che risulta complesso per i richiami a norme precedenti e per le varie materie che affronta e su cui torneremo nei prossimi giorni.

Il Decreto, inoltre, stanzia dei fondi per contrastare la dispersione scolastica, per il wireless nelle superiori, per potenziare l’offerta formativa e l’orientamento degli studenti nella scuola secondaria di secondo grado ecc..
Alcune di queste misure risultano essere parziali o temporanee.

Ora la FLC CGIL è impegnata a seguire l’iter di conversione in legge per apportare i miglioramenti necessari coerenti con le rivendicazioni che da tempo e con determinazione il nostro sindacato porta avanti.

D.L. 104/2013 – Incontro al MIUR. Lettera al Ministro Carrozza

Politica scolastica

D.L. 104/2013 – Incontro al MIUR. Lettera dell’Anp al Ministro Carrozza

A seguito dell’incontro di informativa tenutosi nella mattinata di oggi l’Anp ha deciso di inviare una lettera al Ministro Carrozza, al Capo di Gabinetto e al Capo dell’ufficio legislativo per chiedere una riformulazione del comma 7 dell’art.17 relativo alle modalità di pagamento dei supplenti che sostituiranno i vicari esonerati. Riportiamo il testo completo del comma 7:
«7. Alla sostituzione dei docenti in esonero ai sensi del comma 5 si procede con supplenze temporanee, il cui termine finale di durata è individuato contestualmente alle cessazioni di cui al comma 6. Alla relativa spesa si dà copertura a valere sulle facoltà assunzionali relative ai dirigenti scolastici con riferimento alle assunzioni già autorizzate e, in subordine, mediante utilizzo delle risorse iscritte sul Fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici. Il Ministero dell’economia e delle finanze è autorizzato, con proprio decreto, ad apportare le necessarie variazioni di bilancio.»
Nel corso dell’incontro l’amministrazione ha illustrato alle organizzazioni sindacali dell’area V della dirigenza i contenuti degli articoli:
  • Art.12 (Dimensionamento delle istituzioni scolastiche) nel quale si prevede la soluzione del contenzioso con le Regioni circa la questione del dimensionamento consistente sostanzialmente nel via libera alla firma dell’accordo già trovato in sede di Conferenza Stato Regioni. In sostanza l’organico dei dirigenti corrisponderà nel prossimo anno scolastico a circa 8900 dirigenti, corrispondente alla media di un dirigente ogni 900 alunni;
  • Art. 17 (Dirigenti scolastici) nel quale si prevede una nuova modalità di reclutamento con cadenza annuale affidato alla Scuola nazionale dell’Amministrazione; la possibilità di esoneri dei vicari nelle le scuole date in reggenza nelle regioni in cui non è stato completato l’iter concorsuale; la nomina in corso d’anno dei vincitori al momento della pubblicazione della graduatoria di merito con contestuale cessazione delle reggenze e delle supplenze temporanee ai sostituti dei vicari esonerati che cesseranno dall’esonero; un numero di 300 candidati a Commissione, anziché 500, in Lombardia ed in Abruzzo;
  • Art. 8 (Percorsi di orientamento per gli studenti …) nel quale si prevede l’obbligo di inserire l’orientamento nel POF e l’obbligo dell’intero corpo docente di impegnarsi nei percorsi di orientamento in quanto rientranti nelle attività funzionali all’insegnamento;
  • Art. 16 (Formazione del personale scolastico) che prevede l’obbligo della formazione per tutti.
La delegazione dell’ANP ha espresso perplessità in modo particolare su due questioni:
  • l’introduzione all’art. 6 (Riduzione del costo dei libri scolastici) di sanzioni disciplinari per il dirigente qualora dia esecuzione a delibere del collegio dei docenti che superino i tetti di spesa annualmente fissati. In tal caso verrebbe sanzionato il dirigente al posto delle case editrici che cambiano i prezzi prima dell’acquisto dei testi scolastici e del collegio che non si dovesse adeguare ai predetti tetti di spesa. La questione rischia di tradursi in un contenzioso di cui non si sente la necessità;
  • la previsione del reperimento “in subordine” delle risorse dal Fondo unico nazionale dei dirigenti per pagare supplenti dei i vicari esonerati. Tale eventualità è per noi assolutamente inaccettabile, in quanto sembra si vogliano pagare i supplenti con i soldi dei dirigenti. E’  vero che la relazione tecnica che accompagna il DL 104 chiarisce la reale portata della questione, e cioè che il fondo unico nazionale serve a retribuire le reggenze dei dirigenti. Ma quello che conta è la formulazione letterale della norma di legge. Proprio per questo l’Anp ha deciso dopo l’incontro di inviare la lettera allegata, già citata in apertura di questo comunicato.
In conclusione della riunione relativa all’Area V, l’amministrazione si è dichiarata disponibile ad avviare una serie di incontri tecnici di approfondimento sulle questioni da noi sollevate.
Lettera al Ministro, al Capo di Gabinetto e al Capo dell’ufficio legislativo
Roma, 13 settembre 2013
On. Maria Chiara Carrozza
Ministro Istruzione, Università e Ricerca
Dott. Luigi Fiorentino
Capo Gabinetto MIUR
Prof. Bernardo Giorgio Mattarella
Capo Ufficio Legislativo MIUR
LORO SEDI
oggetto: decreto‐legge 12 settembre 2013, n. 104. Osservazioni.
Questa Organizzazione, la più rappresentativa dei dirigenti delle istituzioni scolastiche, una
volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo del decreto in oggetto, vuole porre all’attenzione
delle SS.LL. una criticità in esso rilevata:
All’ art. 17, comma 7, viene ipotizzato l’utilizzo del “Fondo Unico Nazionale per la retribuzione
di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici” per coprire le spese dei supplenti da nominare
in sostituzione dei docenti incaricati di affiancare il dirigente nelle scuole date in reggenza in
presenza di alcune condizioni. Si deve sottolineare l’assoluta improprietà di tale ipotesi, la cui
attuazione trasferirebbe di fatto risorse da una categoria di personale (sulla quale – tramite le
reggenze – grava il maggior carico di lavoro per il mancato completamento dei concorsi) ad
un’altra (i supplenti nominati per coprire gli esonerati).
E’ vero che si dice “in subordine” ad altra ipotesi di copertura: ma la semplice ipotesi è già
troppo, sia sotto il profilo della legittimità formale che sotto quello dell’equità sostanziale. Si
dà atto che la relazione tecnica che accompagna il decreto offre di questo passaggio una
lettura più rassicurante e più corretta: ma, come è noto, quel che conta in fase di attuazione è
ciò che è scritto nella legge. Si chiede quindi di riformulare il testo del comma in questione, per
renderlo anche formalmente in linea con quanto scritto nella relazione tecnica (basterebbe
eliminare le parole dall’inciso “e, in subordine, …” fino al punto.
Si confida, che, in sede di conversione, si voglia provvedere ad eliminare ogni ambiguità in
merito all’utilizzo del predetto Fondo, il cui importo – come è noto – è fra l’altro congelato ai
livelli del 2010, per effetto delle norme di legge sopravvenute.
E’ gradita l’occasione per porgere distinti saluti.
Giorgio Rembado
Presidente nazionale Anp

Decreto sul comparto scuola

In relazione al decreto sul comparto scuola varato dal Consiglio dei ministri lunedì 9 settembre i CIP, Comitato Insegnanti Precari, rilevano la reiterata e deprecabile consuetudine governativa – quale che sia il colore e la combinazione  –  di varare provvedimenti di straordinario impatto mediatico e scarso effetto pratico.
In particolare, sul fronte occupazionale, a fronte degli attuali 116mila incarichi annuali su cattedre vacanti, il governo si pavoneggia per aver programmato l’immissione in ruolo di 26mila docenti di sostegno e 43mila precari di materie curriculari attraverso un “piano triennale”. Come dire meno del fabbisogno reale annuo, meno del naturale del turn over. Così, con enfasi, si dà a intendere di aver invertito la tendenza degli ultimi anni tornando a investire nella scuola. Posto che l’avvicendarsi di maggioranze e di governi non revochino i solo presunti investimenti, alla fine del triennio il saldo occupazionale dei docenti italiani darà un decremento di insegnanti in valore assoluto e un aumento di alunni per classe. L’esatto opposto di quanto si propaganda.
I 400milioni di euro di investimento, uno pseudo-risarcimento per il maltolto dal governo Berlusconi-Tremonti-Gelmini, il trio dei rottamatori dell’istruzione pubblica che, in tre anni, ha derubato alla scuola pubblica 8.100milioni di euro, oltre ad aver tagliato 100mila cattedre ed espropriato tempo scuola, sostegno ai disabili, sicurezza scolastica e, in estrema sintesi, futuro e dignità ai giovani e al Paese.
I docenti precari, a ragion veduta, non possono esultare per poco o nulla, cioè per meno, molto meno, di quanto già detenevano. I titoloni che inneggiano alle 69mila assunzioni nella scuola in tre anni tacciono della iniqua distribuzione dei ruoli sul territorio nazionale, del ricatto occupazionale, del mancato riconoscimento degli scatti di anzianità in cambio del posto fisso, varato con la complicità di quei sindacati che parlano di inversione di tendenza. Inversione subordinata, come sempre, alla tagliola del ministro delle finanze e alle norma capestro sulle coperture finanziarie dalla legge di bilancio.
I CIP, ancora una volta, ribadiscono che il precariato non si cancella per editto ma rispettando i diritti acquisiti e procedendo alla stabilizzazione degli incarichi annualmente revocati di tutti quei docenti che consentono alla scuola pubblica statale di funzionare.

Percorso Abilitante Speciale

Percorso Abilitante Speciale:
c’è del metodo in questa follia o è solo una metodica follia?

Ad oggi le decine di migliaia di colleghe e colleghi interessati si trovano a non avere informazioni certe sull’avvio dei PAS.

Come l’anno scorso le università non garantiscono l’attivazione dei corsi. È uno degli effetti della feudalizzazione del sistema scolastico, il ministero decide e delega alle università la gestione di quanto ha deciso, le università sostengono che mancano i fondi e le vittime di questa guerra dei topi e delle rane che meriterebbe un nuovo poema come la classica batracomiomachia sono i precari della scuola.

Essi sono infatti esposti al rischio di dover frequentare in sedi lontane dalla residenza, non avendo informazioni sulle modalità organizzative dei corsi e sulla località ove si svolgerà rischiano di dover scegliere fra la frequentazione dei corsi e il lavoro sia pur precario.

C’è poi il problema dei costi previsti per la frequentazione dei corsi, costi che sono un’iniquità di per sé e che non sono ancora noti.

Il ritardo dell’avvio dei corsi inoltre espone i colleghi al rischio di un rinvio nella conclusione degli stessi e dell’impossibilità di vederseli riconosciuti nel 2014.

La CUB Scuola Università Ricerca sta organizzando iniziative volte a contrastare questo comportamento inaccettabile sia sul piano legale mediante ricorsi che su quello della mobilitazione diretta dei colleghi e delle colleghe colpiti a partire dal rifiuto di svolgere nelle scuole qualsiasi compito non previsto come obbligatorio dal contratto di lavoro.

Per la CUB Scuola Università Ricerca
Il Coordinatore nazionale

Cosimo Scarinzi

Alunni disabili, oltre 207 mila rispondono all’appello: 5 mila in più dello scorso anno

da Il Redattore Sociale

Alunni disabili, oltre 207 mila rispondono all’appello: 5 mila in più dello scorso anno
Sono circa il 2,3% della popolazione scolastica e si concentrano soprattutto nella secondaria di I grado (3,75%). Lazio e Abruzzo le regioni con la maggiore incidenza. 101.391 gli insegnanti di sostegno: 90 in più rispetto allo scorso anno. I dati del Miur.

13 settembre 2013 – 14:17
ROMA – Sono 207.244 gli alunni con disabilità che hanno risposto o risponderanno, in questi giorni, al suono della campanella: circa il 2,3% della popolazione scolastica complessiva. E’ quanto emerge dal Focus “Sedi, alunni, classi e dotazioni organiche del personale docente della scuola statale A.S. 2013/2014”, appena pubblicato dal Servizio statistico del Miur.
La disabilità nei diversi ordini scolastici. Il maggior numero degli studenti si trova nella scuola primaria (76.862 su 2.596.915), mentre tende a ridursi nei successivi cicli scolastici: 62.699 nella scuola secondaria di primo grado e 53.451 in quella di secondo grado. In termini relativi, però, è nella scuola secondaria di primo grado che si registra la maggior incidenza del numero di alunni con disabilità rispetto al numero complessivo degli iscritti: 3,75%. Il rapporto scende a 2,95% nella primaria, a 2,07% nella secondaria di secondo grado e a 1,38% nella scuola dell’infanzia.
La disabilità nelle diverse regioni. La regione con il maggior numero di iscritti disabili è la Lombardia (32.885), seguita da Lazio (24.417), Campania (22.162) e Sicilia (21.530). In termini relativi, la maggior incidenza di registra nel Lazio (3,0%), seguito da Abruzzo (3,2%), Liguria (2,9%) e Lombardia (2,8%). La minori incidenza si rileva invece in Basilicata (1,9%) e Friuli (2%).
Posti di sostegno. Sono 101.391 i posti di sostegno assegnati complessivamente per l’anno scolastico appena iniziato: 39.034 nella scuola primaria, 29.065 nella secondaria di I grado, 24.236 in quella di II grado e 9.056 nella scuola dell’infanzia.
Tendenze rispetto al passato. Si evidenzia una costante crescita sia del numero di alunni disabili sia del numero dei posti di sostegno, dall’anno scolastico 2007/2008 ad oggi. Lo scorso nano, in particolare, gli alunni con disabilità iscritti erano in tutto 202.214: oltre 5 mila in meno rispetto a quest’anno. Cresce parallelamente, ma meno considerevolmente, il numero degli insegnanti di sostegno: 101.301 lo scorso anno, 101.391 quest’anno. Guardando più indietro nel tempo, si rileva la crescita esponenziale e costante della disabilità nella scuola italiana: nel 2007/23008, infatti, erano iscritti 174.404 alunni con disabilità e gli insegnanti di sostegno erano 88.441. (cl)

Non vedenti, lettera al ministro per la riapertura dell’istituto Nicolodi

Non vedenti, lettera al ministro per la riapertura dell’istituto Nicolodi
Chiusa da due anni in seguito alla riforma Gelmini, la scuola di Firenze era un punto di riferimento per i ciechi di mezza Italia
da Il Redattore Sociale
13 settembre 2013 – 12:20
FIRENZE – Una lettera aperta al ministro dell’Istruzione, al sindaco di Firenze, al presidente della provincia di Firenze e al presidente della regione Toscana per chiedere la riapertura dell’istituto Nicolodi di Firenze, scuola professionale per non vedenti chiusa da due anni in seguito alla riforma Gelmini. A chiederlo è la Cgil Firenze e l’Unione italiana Ciechi, che intende “rilanciare l’istituto come polo di eccellenza per l’istruzione professionale di qualità dei ciechi e degli ipovedenti e come centro di aggiornamento, di supporto alla riabilitazione e di scambi internazionali”.
“E’ gravemente sbagliato – spiega la Uic Firenze – perdere questo capitale sociale, educativo e professionale disperdendo una esperienza che doveva e può essere ricollocata nel nuovo contesto di bisogni delle persone non vedenti che restano ben presenti chiari e pressanti”.
La scuola era un vero e proprio punto di riferimento per i non vedenti di mezza Italia, molti dei quali adesso, spiegano dalla Uic, “sono costretti ad andare a Napoli per trovare corsi di formazione adatti a loro”.

La pubblica istruzione è fallita

da ItaliaOggi

Lo dice lo storico contemporaneo Adolfo Scotto Di Luzio, autore di «La scuola che vorrei»

La pubblica istruzione è fallita

La burocrazia non è in grado neanche di fare i concorsi
 di Goffredo Pistelli  

La scuola dei concorsoni sballati, delle graduatorie impossibili, delle assunzioni copiose di precari è di nuovo ai blocchi di partenza, terreno fertile alla polemica e alla strumentalizzazione politica. Gli Italiani la guardano attoniti, con l’idea che sia da cambiare, senza sapere da che parte cominciare.

Adolfo Scotto Di Luzio, storico contemporaneo all’Università di Bergamo, ha dedicato al tema dell’Istruzione un libro coraggioso, La scuola che vorrei (Bruno Mondadori, 122 pagine), in cui, fra le altre cose, spiega come il nostro sistema, facendo a pezzi la scuola di élite, di tradizione umanistica, ottocentesca, in luogo della scuola democratica, abbia innanzitutto fatto qualcosa di poco democratico. «Si è pensato stoltamente che per le masse quella tradizione e la sua cultura rappresentassero un ferrovecchio, un pericoloso trabocchetto sulla strada del loro progresso», ha scritto sul Corsera, Ernesto Galli Della Loggia, dedicando un editoriale al lavoro di Di Luzio.

Domanda.

Professore, lei racconta il liceo classico “ucciso”_

Risposta. Svuotandolo del suo ruolo politico e civile, si è prodotto un disastro ma, in verità, svolgo più che altro una riflessione sull’istruzione tecnica e professionale in Italia, pur portandomi dietro una fama di cultore di un’idea gentiliana della formazione.

D. Istruzione tecnica che si è andata impoverendo: insegna poco o punto a lavorare_

R. C’è stato un svuotamento vero e proprio, una corsa a fare tutti licei, che il precedente ministro, Mariastella Gelmini, aveva cercato di arrestare questo processo. Ma è una questione che viene da lontano, che ha alla ridice di un problema di sensibilità nel rapporto fra scuola e lavoro, e sulla quale, invece, bisogna rendere l’onore delle armi a un’altra ministra del centrodestra, Letizia Moratti, che cercò di fare un lavoro serio fra impresa e scuola.

D. Si parla molto, negli ultimi tempi, del modello tedesco, con la sua formazione duale, con un canale di formazione professionale, legato alle imprese, in grado di condurre poi a uno sbocco delle università tecniche. E nessun tedesco considera di serie B né le scuole né questi atenei_

R. Noi invece oscilliamo fra questi due poli: professionalizzazione e cultura. O si fa l’una o l’altra. E le nostre scuole professionali, oggi, hanno la forma dei licei, assomigliano molto ai licei, senza averne che dei contenuti generici. E sono diventati così il porto dei ragazzi sconfitti.

D. Un binario morto in cui scaricare, per assolvere l’obbligo scolastico, quei giovani che non han voglia o, come si dice, “non son portati”.

R. Sì, col dramma che queste scuole non preparano a un mestiere ma accolgono i drop-out, cioè quelli che hanno abbandonato altrove. Eppure in passato, l’istruzione tecnica e professionale, in Italia, è stata importante e di qualità. Ora è solo un modo per aggirare gli ostacoli. Senza dimenticare che poi, talvolta, il canale di scarico si trasforma in trampolino, perché qualcuno vuol fare l’università, provando a prendere una laurea.

D. E andando ad ingrossare l’esercito dei fuoricorso_

R. Incrementando, anche lì, i fallimenti. Così sull’università si scarica una domanda di istruzione, legittima certo, ma incompatibile con la struttura stessa degli atenei, specialmente quelli piccoli. Che devono fare sì didattica ma anche e soprattutto ricerca.

D. Ci vorrebbe appunto la famosa istruzione tecnica, cioè una formazione professionale parallela a quella accademica. Alla tedesca, insomma. Sta partendo timidamente anche perché, finora, gli Italiani, le famiglie, non ne volevano sapere: volevano i figli avvocati, medici, commercialisti_

R. Sì uno dei motivi delle difficoltà in cui è finita l’istruzione professionale e tecniche, nasce dal miraggio del titolo, del pezzo di carta, del prestigio della laurea diffuso fra gli Italiani, che ha spinto gli Italiani ad abbandonarla.

D. In questi giorni, un altro tema ricorrente è quello che riguarda il reclutamento degli insegnanti. Si parla di “concorsoni”, di graduatorie infinite, del rito degli incarichi annuali ai docenti. Lei cosa vede?

R. Vedo il fallimento del ministero della Pubblica istruzione. Lo dice uno che ha sempre creduto nella necessità del buon funzionamento di un apparato di controllo, centrale, dello Stato sull’istruzione, e che non ha mai pensato all’idea di una scuola abbandonata agli uffici scolastici provinciali (gli ex-patronati, ndr) o all’autonomia. Ma il fallimento c’è ed è quello di una burocrazia che, ormai, non è più neppure in grado di fare i concorsi.

D. E di queste assunzioni, a colpi di migliaia e migliaia, che ne pensa?

R. Hanno a che fare col welfare, più che con la scuola. È il solo ramo della macchina burocratica dello Stato dove si fanno immissioni in ruolo nell’ordine di 50-60mila persone. Nessun altra amministrazione, oggi, può assumere 69mila persona. Un grande macchina di sostegno al lavoro improduttivo, non perché queste persone non servano, intendiamoci, saranno utili in qualche situazione locale, allevieranno qualche bambino in difficoltà, ma sono 69mila addetti che non mettono e non tolgono, che non cambiano il dato di fondo. È un uso keynesiano della scuola, per creare occupazione.

D. Ma il prossimo governo che avesse la forza di fare riforme importanti, in tema di scuola, cosa dovrebbe fare?

R. Ormai non è più un problema che possa essere risolto solo da un governo. È un’emergenza che investe un’intera collettività, compresi gli intellettuali, gli organi di informazione, gli Italiani: ci deve essere un grande dibattito nazionale sul significato dell’educazione, su quali siano i suoi contenuti, su cosa debba imparare un giovane italiano del XI secolo. Una discussione sganciata dal tema, angusto e anche un po’ gretto, dell’occupabilità.

D. In che senso, professore?

R. Nel senso che la scuola non è solo un lasciapassare per il lavoro, è qualcosa che crea coesione sociale, forma cittadinanza, vincolo comunitario nazionale e civile. Non può essere abbandonata al punto di vista dei privati, singoli o famiglie. Perché è anche funzione del governo del Paese, è carattere generale, è costruzione del noi.

Si salvano i docenti inidonei

da ItaliaOggi

Si salvano i docenti inidonei

Di  Carlo Forte
I docenti inidonei all’insegnamento, che rischiavano il demansionamento obbligatorio, possono tirare un sospiro di sollievo. Dal prossimo anno non saranno più ricollocati obbligatoriamente nei ruoli del personale amministrativo e tecnico delle scuole. A meno che non lo chiedano espressamente. La ricollocazione avverrà, infatti, tramite la mobilità presso altre amministrazioni dello stato a parità di qualifiche e retribuzioni. E’ questa una delle novità più importanti contenute nel decreto legge sulla scuola n. 104/2013 in Gazzetta Ufficiale n. 214 di ieri. Il dispositivo prevede anche il varo di un piano di 26.684 assunzioni di docenti di sostegno. E dispone anche fondi cospicui per la formazione. Novità sono previste anche per la disciplina dei dirigenti scolastici. Che non avverrà più per mero concorso, ma con una preselezione e un percorso formativo che sarà gestito dalla scuola nazionale della pubblica amministrazione.