“La strada da seguire, per uno sviluppo inclusivo della disabilità”: l’incontro dell’Onu

da Il Redattore Sociale

“La strada da seguire, per uno sviluppo inclusivo della disabilità”: l’incontro dell’Onu
Il 23 settembre appuntamento a New York per il meeting di alto livello sulla disabilità, che aprirà la 68a Assemblea generale delle Nazioni Unite. “ La disabilità rimane in gran parte invisibile nei processi di sviluppo più tradizionali. Occorrono maggiori sforzi per l’inclusione”

13 settembre 2013 – 14:56
ROMA – “La strada da seguire: un’agenda per lo sviluppo inclusivo della disabilità, verso il 2015 e oltre”: è questo il tema scelto per la “riunione ad alto livello” (“high level meeting”), che il 23 settembre prossimo, a New York, aprirà i lavori della 68a Assemblea generale dell’Onu. Un appuntamento che è stato deciso e programmato fin dal 2010, quando l’Assemblea Generale, con la risoluzione 65/186, ne propose la convocazione: una proposta che si è concretizzata nel 2011, con la risoluzione 66/124, che ha fissato la data dell’appuntamento. Prenderanno parte all’incontro i capi di Stato e di governo delle diverse nazioni, al fianco dei rappresentanti delle organizzazioni e delle associazioni delle persone disabili. Tra queste, il sindacato Sfida, che sarà rappresentato dal suo segretario nazionale Dino Mauro Di Tullio.
“Sarà un’occasione irripetibile per portare l’esperienza di Sfida in un confronto internazionale – commenta il sindacato – L’Assemblea Generale del prossimo 23 settembre sarà un’opportunità storica per tradurre le politiche internazionali in azioni concrete per assicurare l’accessibilità e l’inclusione reale delle persone con disabilità di tutto il mondo”.
Intanto, è on-line sul sito delle Nazioni Unite la sezione dedicata all’iniziativa che contiene, in diverse lingue (non in italiano) le informazioni, e il programma completo dell’incontro, che sarà diviso in un’assemblea plenaria e, successivamente, due tavole rotonde “interattive”, rispettivamente dedicate a “Cooperazione internazionale e regionale e alleanze per uno sviluppo disability-inclusive (inclusivo della disabilità)” e “Agenda oltre il 2015 per lo sviluppo inclusivo per le persone con disabilità”. I documenti relativi alle tue tavole rotonde, da cui prenderanno spunto i lavori, sono già pubblicati sul sito. E’ on line anche il documento elaborato dal Presidente dell’Assemblea generale, insieme ai delegati degli Stati membri. I lavori del 23 settembre confluiranno in un documento finale “orientato all’azione”, in linea con gli scopi della Convenzione Onu e con gli obiettivi del millennio. “Con l’adozione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità nel 2006, – osi legge nel testo di presentazione dell’iniziativa – qualche progresso è stato fatto. Tuttavia, la disabilità rimane in gran parte invisibile nei processi di sviluppo più tradizionali. Sono necessari maggiori sforzi per garantire che tali processi includano le persone con disabilità per contribuire a realizzare l’obiettivo generale della loro piena e pari partecipazione nella società”. (cl)

Sostegno e Isee. Tutti a scuola: “Papa Francesco vede i disabili, la politica no”

Sostegno e Isee. Tutti a scuola: “Papa Francesco vede i disabili, la politica no”
Manifestazione martedì a Montecitorio. Da Napoli si muoveranno in autobus, ragazzi disabili e familiari, accompagnati dalla musica del Collettivo Popolare che provvederà alla colonna sonora dell’iniziativa. “Per restituire diritti a tante persone servono almeno 11 miliardi”

da Il Redattore Sociale
14 settembre 2013 – 13:10

NAPOLI – “Ci eravamo lasciati prima delle elezioni mettendo in scena a Montecitorio il confronto tra tre improbabili candidati a premier (tre attori che mettevano in scena i loro programmi a favore dei disabili n.d.r.)”, racconta Antonio Nocchetti, responsabile dell’associazione Tutti a Scuola, “La realtà ha però superato la fantasia e ci troviamo a fronteggiare continui rinvii di decisioni che pesano sulla pelle di tantissime persone. Cerchiamo tra i politici uomini e donne di buona volontà che si prendano finalmente carico di scelte improcrastinabili”.
Così hanno deciso di tornare a Roma, alla Camera, per incontrare i parlamentari “di qualsiasi colore purché si impegnino e ci diano risposte su quanto intendano fare in tema di disabilità. La manifestazione è fissata per martedì a partire dalle 10, da Napoli, sede dell’associazione, si muoveranno in autobus, ragazzi disabili e familiari, accompagnati dalla musica del Collettivo Popolare che provvederà alla colonna sonora dell’iniziativa. “Da Papa Francesco abbiamo ricevuto grande attenzione, ma la politica che sarebbe preposta a occuparsi della questione non arrivano risposte”, dice Nocchetti, “Prima delle elezioni abbiamo esposto i problemi attraverso la forma della satira, ma dal momento che nulla è cambiato dovremmo questa volta essere serissimi”. L’intera manifestazione e gli incontri saranno ripresi da una troupe di Blob, per uno speciale che andrà in onda nel consueto spazio della trasmissione di Rai Tre la domenica successiva.
Lungo l’elenco delle rivendicazioni. In primo luogo l’associazione chiederà al governo maggiori investimenti in materia scolastica con fondi dedicati alla formazione degli insegnati e alla definizione di classi con un massimo di un alunno disabile come già previsto dalla legge. Poi che venga ridefinito il parametro Isee per escludere dalla “tassazione della disabilità” come previsto dalla recente politica fiscale sui sussidi. “Pretendiamo inoltre che venga ripristinato il fondo per le non autosufficienze con 4 miliardi di euro, e venga istituito un fondo straordinario per i disabili nelle Regioni più svantaggiate con almeno 2 miliardi”, continua Nocchetti, “Serve poi limitare gli sprechi degli enti locali e verificare che nei singoli territori sia garantita l’erogazione dei servizi essenziali a cominciare da assistenza e trasporti”. Nell’elenco c’è poi la richiesta dell’istituzione di un anagrafe della disabilità a carico di Asl, Inps e Ministero dell’Istruzione  per la programmazione degli interventi. “Per restituire diritti a tante persone calcoliamo che servano almeno 11 miliardi”, conclude Nocchetti, “se il governo non ne sarà capace meglio che si dimetta.  Disabili e familiari non lo rimpiangerebbero”. (Luca Romano, Napoli Città Sociale)

Tre errori sui dirigenti che “azzoppano” il decreto Carrozza

da www.ilsussidiario.net

SCUOLA/ Tre errori sui dirigenti che “azzoppano” il decreto Carrozza

Giorgio Rembado

sabato 14 settembre 2013

Il nuovo anno scolastico -ai nastri di partenza -è stato inaugurato con l’approvazione di un decreto legge dal titolo beneaugurante “L’istruzione riparte”. E difatti l’evento in sé è sicuramente di buon auspicio, perché costituisce un fenomeno del tutto nuovo nel panorama della nostra tradizione politica, abituata per lo più a trattare la scuola con sufficienza e come un fardello inutile. Stavolta invece il Governo ha voluto dare – almeno simbolicamente -l’impressione di cambiare rotta, considerando la scuola come uno dei principali volani della ripresa e come una condizione indispensabile per lo sviluppo. Naturalmente tutto questo da solo non basta ma può rappresentare un buon punto di partenza, oppure – come si è voluto suggerire -di “ripartenza”. Tra le tante questioni affrontate nel decreto, non si poteva non trattare il nodo del reclutamento dei dirigenti, che tanti, troppi disagi ha creato nelle ultime tornate concorsuali ancora in parte non chiuse a seguito di un forsennato contenzioso che ne ha in molti casi impedito il regolare svolgimento. Vale perciò la pena di parlarne per cogliere l’occasione per un’ulteriore approfondimento della materia, particolarmente utile in concomitanza con l’avvio dei lavori di conversione in legge del decreto e, a norma approvata, con l’elaborazione del decreto del presidente del Consiglio dei ministri, legge e decreto che dovranno definire la disciplina della materia nel modo più adeguato possibile al recepimento dei necessari correttivi resi indifferibili dallo svolgimento degli ultimi concorsi. Sugli aspetti innovativi del decreto legge, nulla da dire sull’istituto del corso-concorso, già felicemente collaudato per l’assunzione di altri profili dirigenziali nelle pubbliche amministrazioni. E da salutare con assoluto favore è anche la norma che prescrive una cadenza annuale, al posto di quella triennale attualmente vigente, per mettere a concorso tutti i posti vacanti: è certamente l’unico modo per ridurre drasticamente la scopertura dei posti di funzione dirigenziale e per ricondurre nei limiti della fisiologia il ricorso alle reggenze. Una riflessione più ampia merita invece l’allocazione della competenza sulla Scuola nazionale dell’Amministrazione. Al di là del processo di ricentralizzazione che la decisione comporta, attenuato solo dal fatto che un vero decentramento nella sostanza non era stato fino ad ora mai attuato, non si può ignorare che la tradizione culturale della Scuola nazionale, ex Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione, affonda le sue radici nel diritto amministrativo, mentre le competenze del dirigente di una scuola attengono prevalentemente al campo dell’organizzazione e della gestione delle risorse umane e strumentali. È con la relazione interpersonale e con l’organizzazione della didattica che ha quotidianamente a che fare, non con le pratiche o con gli adempimenti burocratici. Del resto esistono nel nostro paese autorevoli esempi di Istituti specifici per la formazione di dirigenti di altri settori, quello diplomatico per la corrispondente carriera ne è un esempio e la Scuola superiore del ministero degli Interni per la carriera prefettizia ne è un altro. Nel caso dei dirigenti del sistema di istruzione e formazione si potrebbe forse realisticamente pensare, anziché all’istituzione di una specifica Scuola, all’introduzione nella Scuola nazionale d’Amministrazione di un’apposita autonoma sezione affidata a dirigenti di collaudata esperienza nel settore, che si facesse carico della complessità del ruolo e di tutte le competenze necessarie per ricoprirlo. Accanto alle norme a regime ci sono anche interventi emergenziali che occorre valutare, il principale dei quali introduce l’esonero dall’insegnamento per i primi collaboratori dei dirigenti nelle scuole date in reggenza limitatamente alle regioni in cui le operazioni concorsuali non sono ancora concluse e al periodo che si chiuderà con l’assunzione dei neovincitori in corso d’anno. La ratio è chiara e del tutto condivisibile: nelle scuole in cui il dirigente è “a mezzo servizio” è necessario offrirgli una figura di collaborazione a tempo pieno, in modo che possa dividersi fra due istituti. Ma perché questo possa valere solo nelle scuole date in reggenza all’interno delle regioni in cui i concorsi non sono stati conclusi e non in tutte le altre delle restanti regioni italiane, come pure in quelle di provenienza del dirigente titolare, in cui la situazione è sempre quella della presenza di un dirigente a tempo parziale, razionalmente non è dato sapere. A tutta prima potrebbe apparire una palese ingiustizia ed un caso di evidente disparità di trattamento. Ma è più verosimile pensare che il nostro decisore politico, sempre per ragioni di bilancio, privilegi gli interventi “tappabuco” a quelli strutturali e di sistema. Vi è infine una previsione del tutto incompatibile con equità, normativa contrattuale e diritto del lavoro, la norma “scippo” ovvero la subordinata con la quale si scarica il pagamento dei supplenti temporanei dei collaboratori in esonero negli istituti dati in reggenza sul Fondo unico nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici. Come a dire: se non bastano le risorse per il normale funzionamento del sistema, niente paura. Pagano direttamente i presidi come categoria riducendo corrispettivamente il loro fondo contrattuale e il loro trattamento economico con saldo a somma zero per l’erario. È l’uovo di Colombo. D’ora in poi sapremo dove attingere i soldi che mancano per i tanti bisogni insoddisfatti delle nostre scuole: pagano i dirigenti.

Alle medie, immigrati più bravi degli italiani in matematica

da Corriere della Sera

ANALISI SUI DATI INVALSI

Alle medie,  immigrati  più  bravi  degli  italiani in matematica

Il ministro Carrozza: impressionanti i risultati degli stranieri di seconda generazione

Altro che stranieri che trascinano le classi verso il basso: gli immigrati di seconda generazione, i ragazzi cioè nati in Italia da genitori immigrati, sono bravi quanto i loro coetanei italiani, e hanno tutte le carte in regola per esserlo anche di più. A confermarlo è il ministro Maria Chiara Carrozza, che in un tweet lanciato durante un seminario a Piacenza, sottolinea: “Impressionanti i dati Invalsi degli stranieri di seconda generazione sulla matematica, pari agli italiani”.

Il tema della giornata- “Prove di futuro. Integrazione, cittadinanza, seconde generazioni” – era quello giusto per rilanciare un aspetto lasciato in secondo piano durante la presentazione, a luglio, dei dati sui test di valutazione nelle II e V elementari, in I e II media, nella seconda superiore. E cioè che se “in italiano gli alunni stranieri ottengono risultati sistematicamente più bassi dei loro omologhi italiani e le differenze di punteggio sono tutte statisticamente significative”, pur se con gap minori tra italiani e studenti di seconda generazione, “alla fine del primo ciclo di istruzione la distanza tra gli alunni italiani e la seconda generazione di immigrati risulta solo di alcuni punti in italiano e nulla in matematica”. In pratica, gli stranieri nati in Italia se la cavano quanto i loro coetanei con i numeri e i teoremi. I punteggi – se gli italiani, dalle prime alle ultime classi di istruzione valutate, si attestano intorno a un punteggio medio di 200, i ragazzi figli di immigrati ma nati in Italia sono su 190 in II elementare, ma schizzano a 195 già dalla V elementare in poi, a dimostrazione del fatto che la scuola italiana si dimostra valida nel ridurre progressivamente il divario fra italiani e stranieri, almeno per quanto riguarda quelli nati in Italia.

Un caso esemplare è quello degli studenti di II media, il cosiddetto livello 8 dell’Invalsi: laddove la differenza tra italiani e stranieri di I generazione nelle prove di italiano è 22, il gap si riduce a 5 con quelli di II generazione. In matematica, il divario è 12 tra italiani e studenti stranieri nati all’estero, ma si azzera del tutto tra studenti nostrani e ragazzi figli di immigrati ma nati nel nostro Paese. Certo, le differenze cambiano anche in base alla zona geografica: emergono con maggiore evidenza nelle aree dove è più forte la presenza di immigrati, quindi al centro-nord (dove raggiunge, e a volte supera, il 16-17%): mentre scende nelle regioni meridionali e nelle Isole, dove si registra una presenza media del 4-5% di stranieri. Al Sud “non solo le distanze fra alunni italiani e stranieri si accorciano, ma in alcune di esse la differenza tra alunni autoctoni e stranieri di II generazione cambia di segno a vantaggio di questi ultimi”.

Gli stranieri risultano più bravi degli immigrati.  “E’ un bel segnale- spiega la professoressa Rossella Garuti, esperta Invalsi per la matematica – Dimostra che laddove la competenza lessicale non è fondamentale, gli studenti stranieri se la cavano benissimo. Non hanno problemi nell’usare il se, l’allora, il quando, tutti i termini utilizzati nei quesiti di matematica: mentre restano indietro con l’italiano perché proprio gli mancano le parole. La lingua che parli fa la differenza, e l’italiano è una lingua complicata. Quando insegnavo italiano ad Addis Abeba, i miei alunni faticavano anche a comprendere certi termini, come dieta: una parola che loro culturalmente non avevano il bisogno di esprimere. La stessa cosa succede per gli immigrati che vengono qui a studiare: che però possono diventare, per le loro capacità in altre materie, addirittura il motore della classe”. In questo senso, i dati Invalsi possono funzionare non solo nella direzione della valutazione generale degli studenti, ma avere lo scopo indiretto di superamento dei pregiudizi: “Il dato era emerso già l’anno scorso, ma quest’anno è palese, non possiamo ignorarlo: dimostra che gli stranieri nati in Italia vanno di pari passo con quelli italiani – conclude Garuti -ed è giusto che sia gli insegnanti che i genitori imparino a considerare l’immigrato uno studente come tutti gli altri, con i suoi pregi e i suoi difetti”.

Orientamento in uscita, obbligo di servizio

da Tecnica della Scuola

Orientamento in uscita, obbligo di servizio
di L.F.
E c’è già chi, come la Flc-Cgil, parla di invasione del campo contrattuale. Ma il Ministro annette molta importanza a questa misura. Si vedrà se durante il dibatto parlamentare verrà cambiato qualcosa.
L’orientamento in uscita è da oggi un obbligo di servizio per tutti i docenti Da oggi, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto n.104 del 12 settembre 2013 (“Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca”), l’orientamento in uscita, rivolto agli studenti che si devono inserire nel mondo lavorativo o universitario, diventa un obbligo di servizio per tutti i docenti delle scuole secondarie di secondo grado. Infatti in tale decreto legge all’art.8 , è previsto che, a decorrere già dall’anno scolastico 2013-2014 e al fine di facilitare una scelta consapevole del percorso di studio e di favorire la conoscenza delle opportunità e degli sbocchi occupazionali per gli studenti iscritti alle scuole secondarie di secondo grado, le attività inerenti ai percorsi di orientamento sono ricomprese tra le attività funzionali all’insegnamento non aggiuntive e riguardano l’intero corpo docente. Inoltre il decreto prevede che nel caso siano necessarie attività ulteriori, che eccedano l’orario d’obbligo, queste possono essere remunerate con il Fondo delle istituzioni scolastiche nel rispetto della disciplina in materia di contrattazione collettiva. Cosa comporta in linea di principio questo articolo di legge? Comporta una modifica sostanziale dell’art.29 del contratto scuola. Infatti quando si parla di percorsi di orientamento da ricomprendere nelle attività funzionali all’insegnamento non aggiuntive, siamo indotti a pensare che il termine “non aggiuntive” sia riferito alle 40 ore del comma 3 a) e b) dell’art. 29 del Ccnl 2006-2009. Ricordiamo che il punto a) su citato è riferito alla partecipazione alle riunioni del Collegio dei docenti, ivi compresa l’attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno e l’informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull’andamento delle attività educative nelle scuole materne e nelle istituzioni educative, fino a 40 ore annue; mentre il punto b) è riferito alla partecipazione alle attività collegiali dei consigli di classe, di interclasse, di intersezione. Gli obblighi relativi a queste attività sono programmati secondo criteri stabiliti dal collegio dei docenti in modo da prevedere un impegno fino a 40 ore annue. L’impianto della norma non piace a tutti e in particolare alla Flc-Cgil che ha già parlato esplicitamene di una invasione del campo contrattuale preannunciando di voler intervenire durante il dibattito parlamentare per tentare di cambiare questa e altre disposizioni.

Il no della Gilda insegnanti al registro elettronico

da Tecnica della Scuola

Il no della Gilda insegnanti al registro elettronico
Secondo la Gilda sono troppi i punti da chiarire prima di poter introdurre il registro elettronico
No all’adozione del registro elettronico fino a quando non saranno chiariti i tanti aspetti ambigui della normativa che ne introduce l’uso nelle scuole. Secondo la Gilda, infatti, sono ancora troppi i problemi da risolvere, come quelli relativi alla privacy, alle procedure di comunicazione dei voti alle famigliee alla firma digitale necessaria per la validazione giuridica delle comunicazioni.  “Nonostante ciò – spiega la Gilda – dall’inizio di settembre in numerose scuole i dirigenti scolastici stanno provando a imporre ai collegi dei docenti l’introduzione dei registri elettronici. Eppure la norma non può essere considerata esecutiva poiché manca ancora il piano di attuazione del Miur. Inoltre – sottolinea la Gilda – la circolare emanata dal ministero dell’Istruzione il 3 ottobre scorso non impone alcun termine per l’introduzione del registro elettronico. Per l’anno scolastico appena iniziato, dunque, l’adozione di questo nuovo strumento didattico è ancora facoltativa”.
La Gilda degli Insegnanti invita quindi i docenti a rifiutare qualsiasi deliberazione del collegio che avalli l’introduzione del registro elettronico e, in caso di ordini di servizio, a rivolgersi alle sedi della Gilda.

Su gildatv il video di approfondimento.

Letta: l’Italia ha la coscienza sporca

da Tecnica della Scuola

Letta: l’Italia ha la coscienza sporca
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, intervenendo a Torino alla Settimana Sociale dei cattolici italiani ha detto che il nostro Paese ha la coscienza sporca sul diritto allo studio, violando il dettato costituzionale
”Il diritto allo studio è una delle grandi questioni su cui il nostro Paese ha la coscienza sporca da sempre. L’applicazione del dettato costituzionale sulla scuola non è stata in questi anni all’altezza”. Il premier spiega che ”abbiamo un diritto di studio alla rovescia. Prima potevi fare un certo percorso se venivi da una famiglia disagiata. Oggi è il contrario, puoi fare un certo tipo di percorso solo se hai una famiglia che ti mantiene fino in fondo. Questo è inaccettabile”. Letta, raccontando di avere accompagnato nei giorni scorsi i propri figli a scuola, ricorda che ”le nostre scuole, le nostre classi sono il luogo dove i nostri figli crescono”. E’ un luogo, la scuola, che quindi ”non può essere lasciato solo a se’ stesso come l’ultima priorità del nostro sistema. Ci siamo dimenticati di capire che il cuore del tempo della vita dei nostri figli è li e si deve svolgere in luoghi adeguati. A quanti di noi infatti accompagnando i nostri figli a scuola piange il cuore vedendo i luoghi dove li portiamo, che non sono assolutamente all’altezza”. In questo senso, ricorda il premier, i provvedimenti varati dal Consiglio dei Ministri lunedì scorso ”sono solo l’inizio di una discesa” su educazione, scuola, istruzione.

DL 104: entro pochissimi giorni il primo decreto attuativo

da Tecnica della Scuola

DL 104: entro pochissimi giorni il primo decreto attuativo
di R.P.
Sarà quello si libri di testo che il Ministro dovrà emanare entro il prossimo 19 settembre. Ci saranno 2,7 milioni di euro per garantire il prestito d’uso agli studenti delle scuole secondarie.
Per diventare operativo a tutti gli effetti, il decreto legge 104, già in vigore dal 12 settembre, dovrà essere tradotto in provvedimenti amministrativi di vario genere (decreti, direttive e così via). Ci vorrà quindi del tempo. Ma su un punto il Ministro dovrà intervenire con assoluta celerità. Si tratta della questione dei libri di testo. Il secondo comma dell’articolo 5, infatti, prevede l’emanazione di un decreto ministeriale entro il termine di 7 giorni e cioè, in pratica, non oltre la fine della prossima settimana. La disposizione iè quella relativa alla riduzione della spesa per l’acquisto dei libri scolastici.
Per il 2013 la legge prevede uno stanziamento di 2milioni e 700mila euro destinati “all’acquisto, anche tra reti di scuole, di libri di testo e dispositivi per la lettura di materiali didattici digitali da concedere in comodato d’uso a studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, individuati sulla base dell’Indicatore della situazione economica equivalente, di cui al decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 109”. Il decreto ministeriale che sarà emanato nei prossimi giorni dovrà definire due aspetti. Innanzitutto dovrà essere stabilito l’esatto ammontare del contributo da assegnare a ciascuna istituzione scolastica, “sulla base – recita la legge – del numero di studenti”. Ma dovranno essere anche stabiliti i criteri per la concessione dei libri agli alunni. Una bella sfida: una settimana di tempo per perfezionare un atto di questo genere è davvero poco. E c’è anche da chiedersi come potranno le scuole attivare già da quest’anno il prestito d’uso dal momento che ormai gli studenti, in un modo o nell’altro, hanno già provveduto a procurarsi i libri di testo. C’è solo da augurarsi che le scuole vengano autorizzate a utilizzare ancora nel 2014 i fondi eventualmente non spesi o non impegnati entro il 31 dicembre prossimo.

La Cassazione: nelle private niente docenti co.co.pro

da Tecnica della Scuola

La Cassazione: nelle private niente docenti co.co.pro
Nelle oltre 13.500 scuole private paritarie costituisce un illecito l’utilizzo di docenti con contratti di collaborazione a progetto
Il Sole 24 Ore riporta la sentenza della Corte di cassazione, la quale, con la sentenza 37379/13 depositata in cancelleria, è stata chiamata a pronunciarsi in merito al ricorso presentato dal legale rappresentante di una Srl gestrice di un istituto scolastico privato, condannato dal tribunale di Teramo a 23.954 euro di ammenda per essersi avvalso per numerosi anni scolastici di docenti assunti da due cooperative con contratto a progetto, violando sia l’articolo 1, comma 4, lettera h) della legge 62/2000 in materia di norme per la parità scolastica, sia il contratto collettivo di settore. Nel caso affrontato dai giudici di legittimità quello configurato era addirittura un doppio illecito: per l’istituto privato la violazione dell’obbligo di stipulare contratti individuali di lavoro a tempo indeterminato dettato dal contratto collettivo Scuola Anisei, per le cooperative una somministrazione fraudolenta di lavoro di cui è chiamato a rispondere anche l’utilizzatore. Tra le motivazioni addotte per il ricorso si era fatto leva, fra l’altro, sull’incidenza di un’unica deposizione testimoniale da parte di un dipendente dell’ispettorato del lavoro, sull’erroneità in merito all’entità complessiva dell’ammenda (20 euro a lavoratore e per i giorni lavorativi), nonché sulla mancata declaratoria di estinzione del reato per intervenuta prescrizione quinquennale almeno per l’anno scolastico 2006-07. Un motivo, quest’ultimo, ritenuto fondato dalla Suprema Corte, che ha rinviato la sentenza impugnata al Tribunale di Teramo limitatamente ai fatti commessi fino al 30 giugno 2007 per la rideterminazione della pena per i residui reati

Classe con 49 alunni al liceo musicale di Modica

da Tecnica della Scuola

Classe con 49 alunni al liceo musicale di Modica
di Pasquale Almirante
Per Flc-Cgil situazione scandalosa e tra gli alunni c’è anche un disabile. Alla richiesta di intervento, l’Usr accusa: il dirigente non doveva accogliere tutte le iscrizioni
Sarebbero 49 gli alunni iscritti nella prima classe del liceo musicale di Modica, in provincia di Ragusa e nota città barocca, e dove c’è pure un disabile che imporrebbe quindi una più attenta collocazione dei ragazzi e invece il sovraffollamento, fa sapere Flc-Cgil di Ragusa, ha limiti insopportabili. Il motivo di tale incredibile situazione starebbe nella solita mancanza di copertura finanziaria per pagare 45 ore di insegnamento di strumento. E così Flc-Cgil ha denunciato lo scandalo, perché di scandalo si tratta, al Miur e al presidente della Regione, Rosario Crocetta, invitandoli pure a intervenire per porre rimedio a tanta insostenibile situazione.
“Oltre che un fatto di diritto allo studio si pone un problema di dignità degli studenti, di mortificazione del sapere con un vero e proprio colpo di spugna ai diritti costituzionali”, dicono alla Cgil ragusana, definendo la vicenda “una vergogna senza precedenti nella storia del territorio Ibleo, consumata nell’indifferenza totale”. E’ intervenuto solo il Prefetto chiedendo al Miur di Ragusa l’istituzione di una seconda classe, ma non è arrivata ancora alcuna risposta. “Non è accettabile che si verifichino situazioni di questo genere, che continueremo a denunciare. Lo Stato deve investire nella conoscenza e soprattutto nel Mezzogiorno se vuole che si aprano prospettive reali di sviluppo e non consentire situazioni di questo genere”. Dopo la denuncia della Cgil arriva una prima reazione del direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, Maria Luisa Altomonte: “Non siamo noi a non volere istituire un’altra prima del liceo musicale di Modica, ma le risorse finanziarie trasferite dal Ministero sono esigue e non ci permettono alcuna deroga. Il problema è a monte: il dirigente scolastico non doveva accogliere tutte queste iscrizioni”. “I servizi che si offrono all’utenza scolastica – aggiunge il direttore generale – vanno offerti in base alla capacità di chi li offre. Il dirigente scolastico sapeva di avere a disposizione nell’organico una sola classe e quindi non avrebbe dovuto accettare altre iscrizioni. Tra l’altro Modica non è Catania o Palermo. I licei musicali sono molto costosi e il Ministero assegna agli uffici scolastici regionali determinate risorse che non mi consentono di autorizzare un’altra classe. Toccherà quindi al dirigente scolastico di Modica risolvere la questione”.

Letta: Sul diritto allo studio l’Italia ha la coscienza sporca

da tuttoscuola.com

Letta: Sul diritto allo studio l’Italia ha la coscienza sporca

Il diritto allo studio è una delle grandi questioni su cui il nostro paese ha la coscienza sporca da sempre. L’applicazione del dettato costituzionale non è stata in questi anni all’altezza, forse lo è stato all’inizio ma non di recente“. Così il presidente del Consiglio, Enrico Letta, durante il suo intervento alla settimana sociale dei cattolici a Torino. “Oggi – ha aggiunto – il diritto allo studio è alla rovescia: puoi fare un certo tipo di percorso e di carriera solo se hai una famiglia che ti aiuta e sostiene fino in fondo. E questo è inaccettabile. È un problema – ha assicurato – che abbiamo iniziato ad affrontare“.

Secondo Letta la scuola “è un luogo che non possiamo lasciare a se stesso, abbandonandolo come l’ultima priorità del nostro sistema complessivo. Ci siamo dimenticati di capire che il cuore del tempo della vita dei nostri figli è lì e che si deve svolgere in luoghi adeguati. A quanti di noi – ha aggiunto – accompagnando i nostri figli a scuola, piange il cuore nel vedere i luoghi dove li portiamo, che non sono assolutamente all’altezza. Il provvedimento di lunedì scorso è solo l’inizio perché il tema della scuola e dell’educazione deve essere al centro del nostro impegno” ha concluso.

Puglisi (Pd) promette di correggere la norma sui docenti inidonei

da tuttoscuola.com

Puglisi (Pd) promette di correggere la norma sui docenti inidonei

Con il decreto Carrozza abbiamo esultato per la cancellazione della norma del governo Monti che imponeva il trasferimento coatto degli insegnanti inidonei sui ruoli Ata, causando il licenziamento di 3.500 precari delle segreterie scolastiche“. Lo dice la senatrice del Pd, Francesca Puglisi, capogruppo in Commissione Istruzione.

Il governo – aggiunge – ha anche messo a disposizione le risorse per la stabilizzazione degli Ata precari. Scopriamo però tristemente dalla stesura definitiva del testo che torna in vigore la norma tremontiana che manda a lavorare insegnanti gravemente ammalati in altre amministrazioni. Restituire dignità alla professione docente significa trattare chi si ammala alla stessa stregua di altri professionisti e servitori dello Stato, come per esempio i magistrati, a cui viene offerta la possibilità di andare in quiescenza e a cui, in ogni caso, non viene sottratto il proprio status professionale. Ci impegniamo a correggere questa parte del decreto in Parlamento“.

La guerra che non c’è

La guerra che non c’è

 di Vincenzo Andraous

Tra un Premier ingessato, le camere e le commissioni in perenne asfissia, c’è da dire che la disinformazia svenduta per pochi euri di vendetta trasversale, impalpabile tritatutto non manca di fare il proprio dovere annichilente, alimentando un effetto spostamento che non teme avversari, anzi, li soggioga incondizionatamente.

A ben guardare quel che esce fuori dalla scatola magica sembra un coacervo di tiratori scelti, dove ognuno mira ad abbattere il proprio avversario diventato nel contempo nemico, ciascuno indaffarato a celarne momentaneamente l’intrigo da impallinare a tempo debito, una sorta di guerra asociale dove non è lecito fare prigionieri, chi  non spara alla nuca è out rispetto agli obbiettivi da raggiungere a qualunque costo.

In questa battaglia di grandi professionalità e di ruoli davvero autorevoli, a fare la differenza c’è la vergogna, che non è una emozione primaria, che esplode istintivamente, essa è una meditata condizione di consapevolezza della perdita di valori, una opprimente precarietà esistenziale.

Vergogna è ciò che dovrebbe assalire non solo quando siamo inondati di corpi nudi, di sorrisi sfavillanti e di liti costruite a misura di audience, bensì quando siamo investiti dalle miserie umane travestite di buone intenzioni, dalla disumanità delle parole incapaci di nascondere l’umiliazione che infertono.

Vergogna è quanto spetta a chi non sente i colpi di cannone, di fucile, di pistola, quel carico insopportabile che non intende riconoscere il rumore del silenzio imposto, di chi abbassa lo sguardo nei riguardi di quella parte di popolo ribelle e istituzionale che vicendevolmente commettono le infamie più incoffessabili, impossibili da giustificare perfino per il più “autorevole” dei  nuovi rivoluzionari.

In entrambe le schiere s’annidano le carogne, non le fiere, quelle sono anime sante, distanti da tanto spreco dis-umano.

Tv e carta stampata ci dicono qualcosa, ce lo dicono passandoci accanto, come fosse qualcosa che non deve riguardarci troppo, non sta accadendo qui, ma dall’altra parte del mondo, perciò dell’altra parte di  strada che non è la nostra.

You tube con una sequela terribile di video shock, ci mette con le spalle al muro, senza più possibilità di negare, di dire “non sapevo”, sono immagini che fanno inorridire la più ottusa e conclusa delle smemoratezze, c’è palese l’assenza di umanità, morta e sepolta ogni forma di giustizia, fotogramma dopo fotogramma ci obbliga a fare i conti con l’identità più sconvolgente della violenza.

Violenza messa in atto dagli eserciti dittatoriali, da quelli insorgenti, dagli altri rivoluzionari, violenza allo stato puro che non risparmia nessuno, innocenti e colpevoli, le vittime sono quotidiano conto di mano per colorare di altre bugie la libertà.

Per terra rimangono i pezzi di popolo, la carne morta e i silenzi, le urla e i lamenti sono echi  che la televisione non ci rimanda, ci racconta un altro film per distoglierci dal fare i conti con quelle atrocità, che sbattono sulla nostra indifferenza non per tramite di qualche reporter in azione sul campo, di giornalisti di guerra sparpagliati sulle rovine di ogni giorno.

No, sono i telefonini del soldato di regime, del ribelle soldato di Dio, sono questi i veri registi, gli esiti della guerra passano anche da questa nuova pratica delegittimante, e di solito la spunta di chi ha più ferocia e infamia in corpo.

Uomini torturati con la flemma più miserabile, donne denudate, violentate, picchiate a morte tra le risate e i denti digrignati, bambini folli di paura, obbligati a diventare monchi e ciechi mentre lo scarpone chiodato si abbassa con forza sulla loro testa.

Gli eserciti contrapposti fanno sfoggio del proprio cannibalismo addomesticato, del dolore che immediatamente è trapassato, la sofferenza unica spettanza, i video-telefonini riprendono grida, sangue, terrore, la morte, non c’è nulla di inventato, di mascherato, di tenuto celato, la messaggistica  istantanea è il risultato del “vale tutto”  di una libertà perduta o riconquistata ma ripetutamente spogliata di ogni dignità.

Troppo facile ribadire che la guerra è sempre sbagliata, ciò che sta in bella mostra in quei video da fare “vedere” ai nemici di turno, non consentirà a nessuno di essere assolti o dimenticati dalla storia, per quanto sta succedendo e si sta perpetrando in quelle terre è bene sapere, tutti, soprattutto chi sta costantemente con la faccia voltata da un’altra parte, che non sarà sufficiente chiedere perdono.

PAS Speciale

PAS Speciale: chi ha presentato la domanda deve ricorrere ora al Tar Lazio per inserirsi nelle GaE

Anief ricorda ai candidati che intendono partecipare alla sessione riservata per conseguire l’abilitazione che è necessario impugnare entro 60 giorni, fatti salvi i termini feriali, il Regolamento che vieta l’inserimento nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento. Per ricevere le istruzioni operative scrivi a tfaingae@anief.net entro il 27 settembre 2013. La scadenza vale anche per chi ha conseguito l’abilitazione o deve conseguire l’abilitazione con il TFA ordinario.

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 216

Gazzetta Ufficiale

Sommario

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

 


DECRETO 28 maggio 2013


Rettifica del decreto 17 ottobre 2012, recante: «Ammissione al
finanziamento di progetti di cooperazione internazionale. (Prot.
698/Ric).» (Prot. 927/Ric). (13A07490)

 

 

Pag. 1

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


DECRETO 26 luglio 2013


Approvazione del piano riassicurativo agricolo, per l’anno 2013.
(13A07429)

 

 

Pag. 5

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

AUTORITA’ DI BACINO DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, LIVENZA, PIAVE, BRENTA-BACCHIGLIONE

 


COMUNICATO


Aggiornamento delle tavole n. 7, 8, 10, 11, 12, 13, 26, 27, 28, 32,
33, 43, 126, 127, 128, 129 del Piano stralcio per l’assetto
idrogeologico, (PAI-4 bacini). (13A07448)

 

 

Pag. 7

 

 

CAMERA DI COMMERCIO, INDUSTRIA, ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI ROMA

 


COMUNICATO


Provvedimenti concernenti i marchi di identificazione dei metalli
preziosi (13A07420)

 

 

Pag. 8

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO

 


COMUNICATO


Nomina dell’organo straordinario di liquidazione cui affidare la
gestione del dissesto finanziario del comune di San Leucio del
Sannio. (13A07486)

 

 

Pag. 10

 

 

 


COMUNICATO


Nomina dell’organo straordinario di liquidazione cui affidare la
gestione del dissesto finanziario del comune di Anoia. (13A07487)

 

 

Pag. 10

 

 

 


COMUNICATO


Nomina dell’organo straordinario di liquidazione cui affidare la
gestione del dissesto finanziario del comune di Monasterace.
(13A07488)

 

 

Pag. 10

 

 

 


COMUNICATO


Nomina dell’organo straordinario di liquidazione cui affidare la
gestione del dissesto finanziario del comune di Caltagirone.
(13A07493)

 

 

Pag. 10

 

 

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI DI GIUSTIZIA

 


COMUNICATO


Assegnazione della Residenza notarile di Niscemi, gia’ appartenente
al distretto notarile di Caltagirone, ai distretti notarili riuniti
di Caltanissetta e Gela. (13A07537)

 

 

Pag. 10

 

 

 


COMUNICATO


Assegnazione delle Residenze notarili di Caorle, Concordia
Sagittaria, Portogruaro, S. Michele al Tagliamento e S. Stino di
Livenza, gia’ appartenenti al distretto notarile di Venezia, al
distretto notarile di Pordenone. (13A07538)

 

 

Pag. 10

 

 

 


COMUNICATO


Istituzione dei distretti notarili riuniti di Catania e Caltagirone,
con capoluogo in Catania. (13A07539)

 

 

Pag. 10

 

 

 


COMUNICATO


Separazione del distretto notarile di Sala Consilina dai distretti
notarili riuniti di Salerno, Nocera Inferiore e Vallo della Lucania,
con capoluogo in Salerno e riunione dello stesso ai distretti
notarili riuniti di Potenza, Lagonegro e Melfi, con capoluogo in
Potenza. (13A07540)

 

 

Pag. 10

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 


COMUNICATO


Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Stimixin 120 e 360». (13A07471)

 

 

Pag. 11

 

 

 


COMUNICATO


Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Recuvyra» 50 mg/ml. (13A07472)

 

 

Pag. 11

 

 

 


COMUNICATO


Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Megaxilor 20%» 200 mg/ml. (13A07473)

 

 

Pag. 11

 

 

 


COMUNICATO


Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Enterocol» 120 mg/g. (13A07474)

 

 

Pag. 12

 

 

 


COMUNICATO


Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Tolomec O.S.» Soluzione orale per
ovini e caprini. (13A07475)

 

 

Pag. 12

 

 

 


COMUNICATO


Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Duvaxyn IE-T Plus» Vaccino inattivato
in soluzione iniettabile per cavalli. (13A07476)

 

 

Pag. 12

 

 

 


COMUNICATO


Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Poulvac Bursine 2» Vaccino vivo
liofilizzato per polli. (13A07477)

 

 

Pag. 12

 

 

 


COMUNICATO


Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Suvaxyn Aujeszky Bartha O/W»
Sospensione iniettabile per suini. (13A07478)

 

 

Pag. 13

 

 

REGIONE PUGLIA

 


COMUNICATO


Assestamento e prima variazione al bilancio di previsione per
l’esercizio finanziario 2013. (Estratto della legge regionale 7
agosto 2013, n. 26). (13A07496)

 

 

Pag. 13

 

 

SUPPLEMENTI ORDINARI

ORDINI CAVALLERESCHI

 


COMUNICATO


Conferimento di onorificenze dell’Ordine «Al merito della Repubblica
italiana». (13A07346)

 

(Suppl. Ordinario n. 62)