Il Vaticano e la Convenzione Onu sulla disabilità: “E’ tempo di firmarla?”

dal Redattore Sociale

Il Vaticano e la Convenzione Onu sulla disabilità: “E’ tempo di firmarla?”

La Santa Sede, pur avendo appoggiato il lavoro preparatorio, non hai mai aderito al trattato internazionale in vigore dal 2008. Il blogger Matteo Schianchi: “Nel nuovo clima portato da papa Francesco, c’è spazio per quella ratifica?”

ROMA – La nuova “stagione” nata con l’elezione di papa Francesco porterà con sé anche la ratifica, da parte del Vaticano, della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità? A chiederlo, nel blog “La terza nazione del mondo”, ospitato dal portale dell’Inail dedicato alla disabilità SuperAbile.it, è lo scrittore e saggista Matteo Schianchi. “In questa fase di fervore mediatico che circonda la sua figura e dati alcuni passaggi non solo di immagine di Papa Francesco, anche ad una persona laica come me verrebbe in mente di chiedere se, in questo nuovo clima, non fosse possibile la ratifica da parte del Vaticano della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”.

Il riferimento è al testo approvato dall’assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2006, entrata in vigore nel maggio 2008 e a tutt’oggi ratificata da 134 paesi in tutto il mondo. Si tratta del primo, grande trattato sui diritti umani del ventunesimo secolo, ed è il risultato di un lungo lavoro volto a tutelare i diritti di 650 milioni di persone disabili in tutto il mondo.

“Sarebbe – scrive Schianchi – un gesto auspicabile, significativo, dall’alto valore simbolico”, giacché “la Convenzione Onu è una delle formulazioni migliori di cui disponiamo oggi dei temi della disabilità”. “Sappiamo bene – continua il saggista – che non è certo un testo, per quanto così importante, a cambiare la realtà della disabilità né in Italia, né nel resto del mondo (ricordiamoci della disabilità di altri paesi ed è anche a loro che il Papa può parlare); sappiamo però che si tratta di uno strumento utile ad indirizzare l’attenzione politica e culturale attorno alla disabilità verso nuovi lidi fatti di diritti e di stato sociale, e non di pietismo e beneficenza”.  “Per questo, la ratifica della Convenzione – conclude Schianchi – non è solo un gesto formale, ma operativo: un passo necessario, non sufficiente, ma necessario”.

La mancata firma della Santa Sede al testo della Convenzione fu spiegato all’intera Assemblea Onu nel dicembre 2006 dall’osservatore permanente Celestino Migliore, posizione poi confermata più volte nel corso degli anni successivi. La “pietra dello scandalo” è il riferimento, all’interno dell’articolo 25, ai “diritti sessuali e riproduttivi” (sexual & reproductive health), una locuzione che almeno dai tempi della Conferenza sulla popolazione del Cairo (era il 1994) viene utilizzata, secondo le varie interpretazioni, per indicare anche il ricorso all’aborto. “La protezione dei diritti, della dignità e del valore delle persone con disabilità rimane – aveva spiegato Migliore – una delle preoccupazioni e dei capisaldi dell’azione della Santa Sede, e la Convenzione contiene molti articoli utili al riguardo, ma nonostante questo la Santa Sede non è in grado di firmarla”. E definitva “tragico” che “la stessa Convenzione creata per proteggere le persone con disabilità da tutte le discriminazioni riguardo all’esercizio dei loro diritti possa essere usata per negare il basilare diritto alla vita delle persone disabili non ancora nate” (nel caso di “imperfezione del feto” e di ricorso all’aborto).

A chi, come la Fish (Federazione italiana superamento handicap), faceva notare che la Convenzione poteva comunque essere sottoscritta apponendo una specifica riserva scritta su quel particolare passaggio del testo, il cardinale Lozano Barragán, presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, spiegava che la ratifica delle convenzioni internazionali ha per il Vaticano un doppio significato: quello di “assumere obblighi giuridici che impegnano lo Stato della Città del Vaticano” e quello di “offrire un sostegno morale allo strumento giuridico nel suo insieme, di fronte alla Chiesa universale ed agli uomini di buona volontà”. Poiché “le riserve apposte ad un Trattato hanno valore esclusivamente per lo Stato che le formula”, Lozano Barragan affermava che la loro eventuale apposizione sarebbe valsa esclusivamente per gli obblighi giuridici dello Stato della Città del Vaticano, e che firmare la Convenzione sarebbe comunque equivalso ad offrire “cauzione morale all’insieme del testo giuridico, acconsentendo a che altrove, rispetto allo Stato della Città del Vaticano, l’articolo 25 venga applicato con criteri diversi, comprensivi, addirittura, dell’accesso all’aborto”. E concludeva affermando che “nei casi in cui esistano serie obiezioni sui contenuti di parti di un Trattato, solo la non adesione può esprimere pienamente il doppio aspetto, giuridico e morale, della posizione della Santa Sede”.

Questioni giuridiche e morali molto sottili dunque, che di fatto hanno impedito finora che alle 157 firme e alle 134 ratifiche alla Convenzione giunte da ogni parte del pianeta si potesse aggiungere anche quella del Vaticano. A distanza di oltre sei anni da quella decisione, c’è forse spazio, oggi, per riconsiderare quella posizione? (ska)

Concorso a Cattedra – Ricorso somma scritti + laboratorio

Concorso a Cattedra – Ricorso somma scritti + laboratorio: ammessi all’orale dal TAR Lazio tutti i ricorrenti ANIEF

Il TAR Lazio emana nuova ordinanza (n. 3810/2013) di conferma dei provvedimenti cautelari già ottenuti in favore dei nostri iscritti dall’Avv. Marco Di Pietro; tutti i candidati che si erano rivolti all’ANIEF perché esclusi dal MIUR dopo l’esito della prova laboratoriale, nonostante la somma delle loro prove scritte e della stessa prova di laboratorio raggiungesse comunque la soglia di 28/40 richiesta dalla normativa vigente per l’accesso all’orale, potranno ora correttamente proseguire l’iter concorsuale da cui il MIUR li aveva ingiustamente esclusi.

Il D.D.G. n. 82/2012 di indizione del concorso a cattedra ha illecitamente scorporato la valutazione delle prove pratiche dalle precedenti prove scritte e preteso il raggiungimento del punteggio richiesto per l’ammissione all’orale valutando disgiuntamente il risultato della prova pratica da quella degli scritti; il D.Lgs. 297/94, invece, prevede che le prove siano valutate congiuntamente. L’ANIEF, contestando tale illegittima statuizione del MIUR non conforme alla normativa primaria di riferimento, ha ottenuto ragione dal TAR Lazio che ha confermato l’ammissione con riserva alla prova orale dei nostri iscritti.

L’ANIEF ricorda che per alcune regioni è ancora possibile aderire al ricorso inviando il plico di adesione entro e non oltre 10gg prima dalla data di inizio delle relative prove orali. I candidati che, all’atto della pubblicazione degli elenchi degli ammessi all’orale da parte degli USR di appartenenza, infatti, non risultassero inclusi in tali elenchi per non aver superato la prova pratica o di laboratorio ma che raggiungessero comunque, sommando il punteggio della prova laboratoriale a quello ottenuto nella prova scritta un totale complessivo pari almeno a 28/40, possono scrivere una mail e richiedere le istruzioni operative a concorsoacattedra@anief.net; la mail dovrà avere per oggetto “ricorso somma scritti + laboratorio” e nel testo i propri dati anagrafici e i recapiti mail e telefonici.

E-book a scuola dal 2014. Risparmio netto del 10%

da ItaliaOggi

E-book a scuola dal 2014. Risparmio netto del 10%

Di Beatrice Migliorini

Via libera alla transizione verso il libro digitale nella scuola. Ieri, infatti, il ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza ha firmato il dm che sancisce tempi e modi del passaggio dalla carta all’e-book. La novità, che verrà introdotta gradualmente a partire dal prossimo anno scolastico, porterà con sé anche un cambiamento dei tetti di spesa per i testi, con un risparmio immediato del 10% per le famiglie degli alunni che frequenteranno le classi prime, della secondaria di primo grado e le prime e le terze, della secondaria di secondo grado. Il decreto contiene, nel suo allegato, anche linee guida sul libro del futuro che dovrà essere fruibile su tutti i supporti digitali. Il decreto, infatti, pone dei precisi paletti per le caratteristiche degli e-book. I libri di testo dovranno continuare a essere conformi alle indicazioni nazionali, dovranno offrire un’esposizione autorevole degli argomenti, organizzare contenuti complessi in un percorso narrativo efficace attraverso infografiche, animazioni, tabelle, contenuti audio e video. I software utilizzati, inoltre, dovranno essere aperti e interoperabili, fruibili con la stessa qualità, cioè, su tutti i supporti elettronici, dai computer ai tablet, in commercio per lasciare libertà di scelta alle famiglie e ai docenti nell’acquisto. I dati raccolti eventualmente attraverso le piattaforme di fruizione dovranno essere gestiti secondo le normative sulla privacy.

2014, passaggio agli ebook in modo «graduale»

da Corriere della Sera

IL DECRETO

2014,  passaggio agli ebook in modo «graduale»

Giù i tetti di spesa per le famiglie. Il ministro Carrozza: «Passaggio storico. Ma nei libri contano i contenuti»

Alessia Rastelli

L’introduzione degli ebook nella scuola sarà graduale. Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza firma il decreto sui libri digitali e rende la transizione elettronica più soft rispetto a quanto aveva stabilito il predecessore Francesco Profumo.

IL DECRETO SOFT – Senza fissare per ora obblighi e scadenze, il provvedimento stabilisce che dal 2014/2015 i collegi dei docenti potranno adottare libri in versione elettronica oppure mista (una parte cartacea e una parte digitale) e solo per i testi di nuova adozione, non per quelli che vengono confermati dall’anno precedente.  Libertà alle scuole, dunque, per ora. A differenza di quanto – scatenando il ricorso al Tar dell’Associazione italiana editori (Aie) – aveva stabilito il decreto Profumo, in base al quale nelle classi prime e quarte della primaria, nelle prime della secondaria di primo grado e nelle prime e terze della secondaria di secondo grado, dal 2014/15 si sarebbero dovuti adottare solo libri digitali o misti. Abrogate quelle disposizioni, il decreto Carrozza prova comunque a incentivare il digitale garantendo risparmi per le famiglie nei casi in cui le scuole adotteranno i manuali elettronici. Già dal 2014/2015, infatti, nelle prime della secondaria di primo grado e nelle prime e terze della secondaria di secondo grado, il provvedimento stabilisce che «i tetti di spesa saranno ridotti del 10% se i libri richiesti saranno in versione mista, del 30% se solo digitali». A dover rientrare nel tetto di spesa saranno i singoli consigli di classe e, dunque, potrà plausibilmente generarsi nei loro confronti una pressione verso il digitale delle famiglie interessate a risparmiare.  Resta un punto aperto importante, tuttavia: chi comprerà tablet e computer? Per ora si legge nell’articolo 5 del decreto che sarà un successivo provvedimento a «definire le modalità attraverso le quali le scuole possono assicurare alle famiglie i contenuti digitali e la disponibilità dei supporti tecnologici necessari».

CARROZZA: UN PASSAGGIO STORICO – «Sono consapevole dell’importanza di questo passaggio storico al libro digitale. Probabilmente il modo di apprendere cambierà molto – commenta Carrozza -. Ma non deve cambiare la nostra attenzione ai contenuti, alla qualità degli apprendimenti e alle pari opportunità per tutti gli studenti italiani». «Credo – aggiunge – che il libro digitale possa rappresentare una grande opportunità di crescita e progresso per la nostra scuola se sarà vissuto in modo aperto e progressivo da tutti gli attori del sistema scolastico». Il ministero annuncia anche che promuoverà un monitoraggio dell’andamento delle adozioni con l’obiettivo, tra gli altri, di «diffondere le migliori pratiche e sostenere i processi di innovazione».

IL LIBRO DEL FUTURO – Il decreto contiene infine, nel suo allegato, anche linee guida su come dovrà essere il libro del futuro. Sempre meno di carta e più digitale. E, soprattutto, in quest’ultimo caso fruibile su tutti i supporti (tablet, pc, lavagne interattive di produttori diversi), in modo da lasciare la massima libertà nell’acquisto a famiglie e insegnanti. Nel caso siano necessari software specifici per l’utilizzo dei contenuti digitali, inoltre, gli studenti dovranno poterli scaricare gratuitamente sul sito dell’editore.

REAZIONI – «Un plauso al ministro Carrozza, sono positivamente impressionato», commenta Roberto Gulli, amministratore delegato di Pearson Italia, tra gli editori di scolastica più impegnati nella transizione al digitale. «Forse – aggiunge – ero stato troppo negativamente colpito dal decreto Profumo, eccessivamente drastico e condizionato dalla visione che il digitale sia la salvezza di tutto». «L’attuale provvedimento, invece – sostiene Gulli – ha il merito di garantire la gradualità necessaria perché, in contemporanea all’introduzione dei manuali elettronici, gli insegnanti siano formati e le scuole si dotino delle fondamentali infrastrutture». Apprezzamento, inoltre, anche per l’allegato al decreto «perché rimette al centro il libro». «Quest’ultimo – dice Gulli – che sia solo digitale o arricchito di contenuti elettronici integrativi, torna ad essere infatti considerato come il perno di un processo didattico e culturale».

Scuola in periferia, supplenti in fuga

da Corriere della Sera

ROMA

Scuola in periferia, supplenti in fuga

Nessuno vuole andare alla Carotenuto di Acilia. E così gli insegnanti di ruolo fanno i salti mortali per garantire il tempo pieno

Valentina Santarpia

La scuola è troppo periferica, difficile da raggiungere, ha poco appeal? E allora resta senza insegnanti, e per il tempo pieno bisogna arrangiarsi. Succede all’istituto comprensivo Carotenuto di Acilia, 4 plessi distribuiti in quella periferia di Roma che guarda verso Ostia, poco al di fuori del raccordo anulare, ma quanto basta per renderla difficilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. E quindi off limits per supplenti alla ricerca di una cattedra, che l’hanno infatti scartata sistematicamente al momento della riapertura delle graduatorie, i primi giorni di settembre, e dell’assegnazione degli incarichi. Il risultato? Quando, appena una settimana dopo, è ricominciato l’anno scolastico, mancavano decine di insegnanti all’appello nelle 18 classi di scuola media e soprattutto nella quarantina di classi delle elementari. E quelli che c’erano hanno dovuto cominciare a fare i salti mortali per far quadrare l’organizzazione del lavoro, e placare l’ira dei genitori.

LA DENUNCIA DEI GENITORI – «E non è la prima volta che succede, anzi: mia figlia è in quinta elementare e ogni anno è la stessa storia- denuncia Daniela Pecora, la rappresentante d’istituto- i supplenti dovrebbero essere assegnati molto tempo prima, perché il dirigente scolastico possa essere sicuro di avere tutto l’organico a disposizione all’inizio delle lezioni. Invece ci si riduce all’ultimo momento e, tra rinunce, malattie e maternità, ci ritroviamo a non avere tutti i docenti prima di ottobre». Una situazione paradossale, particolarmente grave nelle scuole elementari, dove su 70 insegnanti 35 sono di ruolo e tutti gli altri sono precari, quindi a rischio. Senza considerare gli insegnanti di inglese, che sono considerati un optional, e quelle di sostegno: su 16 previste, solo due attualmente sono in servizio.

TEMPO PIENO IMPERFETTO – Come si fa in questi casi a iniziare il programma e a non perdere un mese buono di lezione? Al Carotenuto avevano pensato di ricorrere persino ad un’associazione culturale, la Beagle, che avrebbe potuto intrattenere i ragazzi, proprio come succede nel pre e post scuola. Peccato che questa soluzione non avrebbe rappresentato esattamente un esempio di continuità didattica. E così per ora sono gli insegnanti in servizio a fare turni in più, gratuitamente, e a garantire alle famiglie il tempo pieno. L’insegnante di italiano fa anche le ore di matematica, per capirci, e pazienza se il programma non viene proprio rispettato alla lettera. «Noi genitori non avremmo mai accettato una soluzione come quella della cooperativa esterna- dice Carmela Carta, la mamma di uno dei bambini che frequenta il plesso Malafede 2 – Ma anche così il tempo pieno non è effettivo, non è giusto».

EMERGENZA NAZIONALE – Un caso isolato? Purtroppo no. Le segnalazioni si moltiplicano ogni anno in ogni parte d’Italia. A Trento la rinuncia a più di 700 incarichi annuali per l’anno scolastico 2012-2013 aveva spinto l’amministrazione comunale a proporre una pesantissima sanzione: l’impossibilità, in caso di rinuncia, di conseguire incarichi annuali o supplenze temporanee sulla base della graduatoria provinciale per titoli per l’anno successivo. L’idea era quella di individuare più velocemente il docente a tempo determinato, nell’ottica di un servizio scolastico più efficiente. Ma è stata bocciata dai sindacati, che hanno costretto l’amministrazione a ritirarla. Eppure il problema esiste, eccome: si stima che almeno il 20% dei supplenti rifiuti l’incarico, senza subire sanzioni di alcun tipo. In base al regolamento per le supplenze, infatti, la rinuncia ad una proposta di assunzione o l’assenza alla convocazione comportano solo la perdita della possibilità di conseguire supplenze sulla base delle graduatorie ad esaurimento per il medesimo insegnamento per l’anno scolastico di riferimento. Ma non fa scorrere il supplente in basso nella graduatoria né gli impedisce di assumere altro incarico per un diverso insegnamento. Addirittura, sottolinea un vademecum della Cgil per i supplenti, «al fine di non pregiudicare la situazione economica degli interessati, è consentito rifiutare la stipula di contratti di supplenza che diano diritto a un trattamento stipendiale inferiore all’indennità di disoccupazione al momento spettante. Ad esempio: nel caso l’indennità di disoccupazione sia fissata al 60% della retribuzione percepita per orario intero nell’anno scolastico precedente, si possono rifiutare, nella scuola secondaria di I e II grado sino a 10 ore, nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, fino a 14 ore».

TRUCCHETTI DEI SUPPLENTI – Alcuni insegnanti, per evitare anche quest’esclusione, ricorrono poi ad un «trucchetto» riprovevole quanto diffuso: accettano l’incarico in prima battuta, ma poi immediatamente dopo, prima di cominciare realmente le lezioni, si mettono in malattia (o in maternità, nel caso), in modo da non perdere alcun diritto. Ovviamente di fronte al certificato medico il dirigente non può che constatare di avere una persona in meno su cui contare, e rimettersi al lavoro, per garantire insegnanti e ore ai propri ragazzi. Il ministero dell’Istruzione è a conoscenza di questi casi, ma ha le mani legate: fino a che esisteranno le graduatorie a scorrimento, i diritti dei supplenti sono sacrosanti. E a farne le spese, sono quelli degli studenti.

Anci: il decreto sui libri digitali poteva aspettare, i “nodi” sono edilizia e precari

da Tecnica della Scuola

Anci: il decreto sui libri digitali poteva aspettare, i “nodi” sono edilizia e precari
di A.G.
Secondo Antonio Satta, dell’ufficio di Presidenza dell’associazione nazionale dei Comuni e segretario Unione Popolare Cristiana, in diversi centri gli edifici cascano a pezzi e a metterci la faccia sono i sindaci. Poi ci sono seri problemi nella formazione delle classi. Serviva un piano speciale per la scuola, magari tagliando qualche F35.
Perché non ci si concentra su edilizia e personale precario? La scuola ha ben altre priorità che l’introduzione dei libri digitali. È questo il senso dell’intervento di Antonio Satta, componente dell’ufficio di Presidenza dell’Anci e segretario del’Unione Popolare Cristiana (Upc), a seguito dell’emanazione del decreto ministeriale attraverso cui il responsabile del Miur, Maria Chiara Carrozza, ha previsto un’introduzione graduale dei testi scolastici in formato digitale e un riduzione iniziale del 10% della spesa delle famiglie.
“Ministro – ha detto Satta, rivolgendosi proprio alla Carrozza – siamo contenti che la scuola introduca, seppur per una minoranza, i libri elettronici. Ma quando risolverà concretamente i problemi dell’edilizia scolastica, della valanga di precari che seppur bravi insegnanti non possono portare avanti la continuità didattica?” Sottolineando che i Comuni “sono in prima linea in questa battaglia”, Satta accenna, ad esempio, ai casi della Guicciardini e della Manzoni di Roma, dove “ci sono stati errori clamorosi nel formare le classi”. “In altri centri, soprattutto nei più piccoli – aggiunge – gli edifici cascano a pezzi e a metterci la faccia sono in primo luogo i sindaci. Serve – conclude – un piano speciale per la scuola, magari tagliando qualche F35”.

Confronto sul Snv

da Tecnica della Scuola

Confronto sul Snv
di P.A.
L’Invalsi ha voluto avviare un confronto sul Sistema nazionale di valutazione. Critici i sindacati, mentre Flc impugna il regolamento
Si è svolto il 26 settembre a Roma, presso il Liceo Albertelli, un incontro tra i rappresentanti dell’Invalsi e le organizzazioni sindacali sul tema “Avvio di un confronto sul Sistema Nazionale di Valutazione”.
Il presidente dell’Istituto, dott. Sestito, ha avviato la riunione precisando che il confronto si intende solo sulle materie di competenza dell’Invalsi; che il lavoro di valutazione deve stimolare e sostenere i processi di miglioramento e non dare le pagelle alle scuole e che non è loro intenzione entrare nella sfera di competenza contrattuale. Ha, quindi, parlato diffusamente dei due processi fondamentali del futuro SNV: l’autovalutazione e la valutazione esterna. È stato inoltre descritto il quadro concettuale di riferimento, l’innovazione costituita dall’aggiunta a questo quadro della valutazione dei risultati a lungo termine degli alunni di ciascuna scuola e della necessità di focalizzare l’analisi sui processi. Ha riportato poi il discorso sui progetti in corso, VALES e Valutazione e miglioramento, precisando a più riprese che gli strumenti e le procedure di selezione per i valutatori esterni messe in opera per questi progetti non verranno integralmente ripetute per l’attuazione del SNV.
 L’avvio del SNV è previsto dal Regolamento sul sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione (DPR del 28 marzo 2013, n. 80, emanato in applicazione del d.l. n. 225/2010 convertito con modificazioni dalla legge n. 10/2011) ed è stato licenziato dal Governo Monti a elezioni 2013 già avvenute. Tuttavia, come è stato fatto rilevare da tutte le Organizzazioni sindacali presenti, l’avvio del SNV avviene all’insegna di molte, importanti criticità. Non è chiaro, sostiene Flc, se ci siano parametri comuni da considerare nella autovalutazione di istituto, né in base a quali indicatori verranno individuate le scuole che saranno oggetto di valutazione esterna. Sarebbe inoltre auspicabile, continua Flc-Cgil, che in questi contesti il peso dei test venisse ricalibrato in modo da uscire da quella sorta di delirio statistico cui si è assistito in questi anni in cui i test hanno costituito di fatto l’unico indicatore della valutazione. La valutazione dei Dirigenti Scolastici va espunta dal Regolamento in questione, dice ancora Flc, perché tenere insieme valutazione individuale e valutazione di sistema costituisce un elemento che distorce le dinamiche interne alla scuola e, insieme, un elemento che ostacola il pieno dispiegarsi dell’autonomia scolastica. Anche la UilScuola critica “l’assenza della Direttiva del MIUR prevista per legge e di una risposta alla richiesta unitaria di incontro con il Ministro su questa tema, mentre risulta inappropriato l’avvio di un confronto con il solo INVALSI.
 La Uil ha evidenziato come lo stesso Istituto che si chiama fuori dalle questioni contrattuali, ha invece, e senza coinvolgere scuole ed insegnanti, avviato e concluso un’iniziativa di formazione del personale senza consultare le organizzazioni sindacali.
 Quindi il giudizio UilScuola rimane negativo anche perché il processo valutativo deve vedere insegnanti e scuole, anche a livello di rete, partecipi e protagonisti, essendo questione importante e delicata.
 Deve essere il Ministro, viene sottolineato dalle Oo. Ss., a porsi come garante istituzionale del SNV nel quadro delle finalità costituzionali del sistema di istruzione e formazione. Ma su questo terreno tutto tace e pesa inoltre anche la mancanza delle previste Direttive.
Contestualmente la Flc-Cgil fa sapere che ha notificato al Tar Lazio il ricorso per l’annullamento del Regolamento (DPR del 28 marzo 2013, n. 80), ritenendo quel provvedimento non solo profondamente negativo e inadeguato alle esigenze della scuola italiana, ma anche illegittimo sul piano giuridico.

Firmato il decreto sui libri digitali, avvio graduale e tetti di spesa ridotti

da Tecnica della Scuola

Firmato il decreto sui libri digitali, avvio graduale e tetti di spesa ridotti
di A.G.
Le novità adottate dal prossimo anno scolastico: i collegi dei docenti potranno adottare, “limitatamente alle nuove adozioni e non per le conferme di adozione”, libri nella versione elettronica o mista (parte cartacea, parte multimediale). Per il Miur i costi si ridurranno tra il 10 e il 30%. La soddisfazione del Ministro. Il Decreto integrale.
Continua la transizione verso il libro digitale: il 27 settembre il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ha firmato l’atteso decreto ministeriale che sancisce tempi e modi del passaggio dalla carta all’e-book. Il processo di digitalizzazione verrà tuttavia introdotto gradualmente, a partire dal prossimo anno scolastico. Sempre dal 2014/2015 cambieranno anche i tetti di spesa per i testi, con un risparmio immediato del 10% per le famiglie degli alunni che frequenteranno le classi prime della secondaria di primo grado e le prime e le terze della secondaria di secondo grado, quelle in cui la dotazione libraria viene cambiata per intero risultando dunque più costosa.
Il decreto contiene, nel suo allegato, anche linee guida sul libro del futuro che dovrà essere sempre meno di carta, ma, soprattutto, fruibile su tutti i supporti digitali (tablet, pc, lavagne interattive di produttori diversi), in modo da lasciare la massima libertà nell’acquisto a famiglie e insegnanti.
“Sono consapevole dell’importanza di questo passaggio storico al libro digitale – afferma il Ministro Maria Chiara Carrozza – Probabilmente il modo di apprendere cambierà molto. Ma non deve cambiare la nostra attenzione ai contenuti, alla qualità degli apprendimenti e alle pari opportunità per tutti gli studenti italiani. Credo – aggiunge – che il libro digitale possa rappresentare una grande opportunità di crescita e progresso per la nostra scuola se sarà vissuto in modo aperto e progressivo da tutti gli attori del sistema scolastico”.
Dal 2014/2015, e per i successivi anni scolastici, i collegi dei docenti potranno adottare, “limitatamente alle nuove adozioni e non per le conferme di adozione”, libri nella versione elettronica o mista (parte cartacea, parte multimediale).
La conversione al digitale sarà dunque graduale. Mentre calano da subito i tetti di spesa nelle classi dove i costi per la dotazione libraria sono solitamente più elevati. Nel 2014/2015, infatti, nelle prime della secondaria di primo grado e nelle prime e terze della secondaria di secondo grado, i tetti saranno ridotti del 10% laddove i libri richiesti saranno in versione mista (in parte digitali, in parte cartacei). Se invece, nelle stesse classi, i docenti decideranno di adottare solo libri digitali il tetto di spesa sarà ridotto del 30%. La riduzioni si applicheranno progressivamente alle classi successive. Il Ministero promuoverà un monitoraggio dell’andamento delle adozioni anche per diffondere le migliori pratiche e sostenere i processi di innovazione. Restano confermati per il 2014/2015 i prezzi di copertina dei libri di testo per la scuola primaria già definiti per il 2013/2014, eventualmente incrementati del tasso di inflazione programmata. Il precedente decreto sui libri digitali, il n. 209 del 26 marzo 2013, è abrogato.
Secondo il Miur, “la riduzione dei tetti di spesa più sostanziosa per chi passa all’e-book punta a promuoverne la diffusione. Digitale dovrà comunque fare rima con qualità. Nel decreto firmato dal ministro si fissano infatti precisi paletti per le caratteristiche degli e-book”.
I libri di testo, anche nella versione non cartacea, dovranno continuare ad essere conformi alle indicazioni nazionali (i piani di studio), dovranno offrire un’esposizione autorevole degli argomenti, organizzare contenuti complessi in un percorso narrativo efficace attraverso infografiche, animazioni, tabelle, contenuti audio e video.

I software utilizzati per i libri digitali dovranno essere aperti e interoperabili, fruibili con la stessa qualità, cioè, su tutti i supporti elettronici, dai computer ai tablet, in commercio per lasciare libertà di scelta alle famiglie e ai docenti nell’acquisto. I dati raccolti eventualmente attraverso le piattaforme di fruizione dovranno essere gestiti secondo le normative sulla privacy. Nel caso siano necessari software specifici per l’utilizzo degli e-book o dei contenuti digitali dei libri misti, gli studenti dovranno poterli scaricare gratuitamente sul sito dell’editore. Nel caso di testi misti, la parte cartacea dovrà essere prodotta utilizzando materie prime di costo contenuto e con un occhio al peso complessivo del libro, favorendo i fascicoli rispetto ai tomi di molte pagine a patto di mantenere lo stesso prezzo di copertina.

Concorso a DS in Lombardia: nominata la commissione esaminatrice

da Tecnica della Scuola

Concorso a DS in Lombardia: nominata la commissione esaminatrice
di Aldo Domenico Ficara
Dopo tanta attesa arriva dal Miur (Decreto Dipartimentale n. 27) la nomina della commissione esaminatrice del concorso per esami e titoli per il reclutamento di dirigenti scolastici, che si svolgerà in Lombardia. La commissione esaminatrice è così costituita:
Presidente coordinatore: Dott. Luciano Favini, già Dirigente Tecnico presso l’Amministrazione Centrale, in quiescenza.
Componente: Dott. Renato Dellepiane, Dirigente scolastico in quiescenza.
Componente: Dott.ssa Antonietta Di Martino, Dirigente scolastico presso il I Circolo Didattico di Rivoli (Torino), in qualità di esperta di organizzazioni pubbliche o private con competenze in campo organizzativo e gestionale.
Segretario: Vincenzo Innelli, funzionario dell’Area III in servizio presso l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia.
La Commissione è integrata da 2 sottocommissioni così composte:
I sottocommissione
Presidente aggiunto: Dott. Domenico Altamura, Dirigente scolastico presso l’Istituto Comprensivo n. 5 di via Di Vincenzo, Bologna. Componente: Dott.ssa Maria Fernanda Barile, Dirigente scolastico in quiescenza.
Componente: Dott. Felice Signoretti, Dirigente scolastico in quiescenza, in qualità di esperto di organizzazioni pubbliche o private con competenze in campo organizzativo e gestionale. Segretario: Generosa Quattrocchi, funzionario dell’Area III in servizio presso l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia.
II sottocommissione Presidente aggiunto: Dott.ssa Carla Berto, Dirigente scolastico presso l’Istituto Superiore “Ettore Majorana” di Mirano (VE). Componente: Dott.ssa Anna Boeri, Dirigente scolastico in quiescenza. Componente: Dott. Pierangelo Marcalli, Dirigente scolastico presso l’Istituto Superiore “Bonfantini” di Novara, in qualità di esperto di organizzazioni pubbliche o private con competenze in campo organizzativo e gestionale. Segretario: Giovanna Di Cuonzo, funzionario dell’Area III in servizio presso l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia.
In relazione a quanto previsto dall’art. 10, comma 10 del D.P.R. 10 luglio 2008, n. 140, vengono nominati i seguenti membri supplenti della Commissione e delle due Sottocommissioni di cui ai precedenti artt. 1 e 2:
Commissione
Presidente coordinatore supplente: Dott. Stefano Grosso, Dirigente scolastico in quiescenza. Componente supplente: Dott. Paolo Ferro, Dirigente scolastico in quiescenza. Componente supplente: Dott.ssa Carla Maria Barzaghi, Dirigente scolastico in quiescenza, in qualità di esperta di organizzazioni pubbliche o private con competenze in campo organizzativo e gestionale.
I sottocommissione Presidente aggiunto supplente: Dott.ssa Maria Filomena Amico, Dirigente scolastico in quiescenza.
Componente supplente: Dott.ssa Laura Cenci, Dirigente scolastico in quiescenza. Componente supplente: Dott. Adriano Cappellini, Dirigente scolastico presso l’Istituto Magistrale Statale “Albertina Sanvitale” di Parma, in qualità di esperto di organizzazioni pubbliche o private con competenze in campo organizzativo e gestionale.
II sottocommissione Presidente aggiunto supplente: Dott. Gian Paolo Carini, Dirigente scolastico presso l’Istituto Superiore “Guglielmo Marconi” di Piacenza. Componente supplente: Dott. Carlo Mario Musilli, Dirigente scolastico in quiescenza. Componente supplente: Dott. Salvatore Manco, Dirigente scolastico in quiescenza, in qualità di esperto di organizzazioni pubbliche o private con competenze in campo organizzativo e gestionale

Scuola in chiaro a.s. 2013/2014

da Tecnica della Scuola

Scuola in chiaro a.s. 2013/2014
di L.L.
Al via l’aggiornamento dei dati sul Sidi
Con la nota prot n. 2336 del 27 settembre 2013 il Miur ha comunicato che sono disponibili nel SIDI le funzioni per l’aggiornamento di “Scuola in chiaro”.
Non cambia nulla rispetto all’anno scorso: l’aggiornamento si articola infatti in due fasi.
Nella prima fase, già attiva, le Istituzioni scolastiche procedono all’aggiornamento delle informazioni di loro esclusiva conoscenza (didattica, servizi offerti, strutture, ecc.), tramite l’apposita funzione “Scuola in chiaro”, disponibile nell’area “Rilevazioni” del portale SIDI; mentre nella seconda fase, il Ministero cura l’aggiornamento dei dati e degli indicatori riguardanti la singola istituzione scolastica, presenti nel sistema informativo a seguito di specifiche rilevazioni (Anagrafe alunni, esiti scolastici, personale scolastico,…).
Operazione propedeutica all’aggiornamento è la verifica dei dati anagrafici identificativi della scuola. Per apportare eventuali modifiche delle informazioni già presenti, le scuole statali possono utilizzare l’apposita funzione Gestione anno scolastico – Rete scolastica disponibile in Sidi. Una volta effettuata la correzione, la stessa viene automaticamente resa visibile in “Scuola in /chiaro”, lato web. Effettuata la verifica, si può procedere all’aggiornamento.
Le informazioni, una volta immesse nel SIDI, vengono automaticamente rese pubbliche dal lato web di “Scuola in chiaro”.

Personale “comandato”, sottoscritto nuovo Ccni

da Tecnica della Scuola

Personale “comandato”, sottoscritto nuovo Ccni
di A.T.
Il 26 settembre è stato sottoscritto al Miur il nuovo CCNI, previsto dall’art. 86 del CCNL 29/11/2007, che disciplina le misure e le modalità dei compensi accessori spettanti al personale con incarico di supervisore nelle attività di tirocinio e al personale docente, educativo ed Ata in servizio presso l’Amministrazione centrale e periferica del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
La nuova stipula di tale CCNI – precisa un comunicato dello Snals – si è resa necessaria a seguito della sottoscrizione del CCNL 13/3/2013, teso al recupero dell’anno 2011 ai fini della progressione economica di carriera, che ha comportato una riduzione delle risorse destinate al suddetto personale da euro 2.582,285,00 (lordo stato) ad euro 1.580.000,00 (lordo stato). A seguito degli esiti del monitoraggio effettuato per rilevare personale interessato, le parti (Miur e organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL scuola) hanno convenuto di suddividere la risorsa di euro 1.580.000,00 (lordo stato) come segue:
– euro 1.147.478,00 (lordo stato), a favore del personale docente collocato in esonero e semiesonero nelle attività di tirocinio, ammontanti a 771 esoneri a livello nazionale;
– euro 432.522,00 (lordo stato), a favore del personale scolastico utilizzato presso gli Uffici dell’Amministrazione.

La contrattazione regionale – evidenzia lo Snals – definisce i criteri ed i parametri per l’attribuzione dei compensi ai singoli destinatari.

Riconoscere la Lingua dei segni (Lis) come lingua

da Tecnica della Scuola

Riconoscere la Lingua dei segni (Lis) come lingua
“Riconoscere la Lingua italiana dei Segni (LIS) quale lingua della comunità italiana dei sordi, equiparandola in questo modo a una qualsiasi lingua di minoranza linguistica tutelata dall’articolo 6 della Costituzione e richiamata dalla convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”
Si tratta di un disegno di legge presentato dalla senatrice del Pd Nicoletta Favero, la quale ha preso spunto dalla felice esperienza di Cossato (Bi), nel cui Istituto comprensivo si sperimenta da tempo il bilinguismo lingua italiana/Lis con ottimi risultati. 
”Il riconoscimento – spiega – consentirebbe di utilizzare la LIS nei procedimenti giudiziari civili e penali e nei rapporti dei cittadini con le pubbliche amministrazioni e con gli enti locali, oltre ad agevolare il bilinguismo nelle scuole”.
“L’esperienza insegna – aggiunge Nicoletta Favero – che la maggioranza dei bambini sordi, pur partendo da una normale potenzialità cognitiva, con un inserimento ‘tradizionale’ termina la scuola dell’obbligo con un bagaglio di apprendimenti gravemente insufficiente, tanto da poter parlare di serio rischio di insufficienza mentale conseguente all’impossibilità di recepire a livello accettabile informazioni attraverso il linguaggio verbale”.
 “Nell’istituto comprensivo di Cossato, nel biellese – sottolinea – è in atto dal 1994 un progetto virtuoso di bilinguismo italiano/Lis che si propone di integrare i bambini sordi nella scuola comune dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, formando un gruppo di alunni sordi che acquisiscono la LIS come lingua naturale assieme ad alunni udenti che impiegano la LIS come seconda lingua, il più precocemente possibile”. 
”Questa esperienza – conclude Favero – dimostra che l’intervento linguistico in LIS sui bambini sordi, fin dalla nascita o pre-linguali, è efficace se è iniziato dalla scuola dell’infanzia, o, ancor meglio, dall’asilo nido. I risultati dimostrano l’efficacia di questa esperienza: tutti gli alunni sordi, che ad oggi sono 24 oltre ai circa 150 alunni udenti coinvolti nel progetto, hanno proseguito gli studi dopo la scuola secondaria di primo grado, e 7 ragazzi sordi si sono diplomati. Due di essi lavorano e 4 frequentano l’Università”.

Libri digitali: firmato il decreto

da tuttoscuola.com

Introduzione graduale, ridotti i tetti di spesa

Libri digitali: firmato il decreto

Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza ha firmato il decreto ministeriale che sancisce tempi e modi del passaggio dalla carta all’e-book.

La novità verrà introdotta gradualmente a partire dal prossimo anno scolastico. Sempre dal 2014/2015 cambieranno, poi, anche i tetti di spesa per i testi, con un risparmio immediato del 10% per le famiglie degli alunni che frequenteranno le classi prime della secondaria di primo grado e le prime e le terze della secondaria di secondo grado, quelle in cui la dotazione libraria viene cambiata per intero risultando dunque più costosa.

Se i libri saranno in versione mista (in parte digitali, in parte cartacei) la riduzione del tetto sarà del 10%. Se invece, nelle stesse classi, i docenti decideranno di adottare solo libri digitali il tetto di spesa sarà ridotto del 30%. La riduzioni si applicheranno progressivamente alle classi successive.

Il decreto contiene, in un allegato, anche le linee guida sul libro del futuro che dovrà essere sempre meno di carta, ma, soprattutto, fruibile su tutti i supporti digitali (tablet, pc, lavagne interattive di produttori diversi), in modo da lasciare la massima libertà nell’acquisto a famiglie e insegnanti.

Sono consapevole dell’importanza di questo passaggio storico al libro digitale – afferma il Ministro Maria Chiara Carrozza – Probabilmente il modo di apprendere cambierà molto. Ma non deve cambiare la nostra attenzione ai contenuti, alla qualità degli apprendimenti e alle pari opportunità per tutti gli studenti italiani. Credo – aggiunge – che il libro digitale possa rappresentare una grande opportunità di crescita e progresso per la nostra scuola se sarà vissuto in modo aperto e progressivo da tutti gli attori del sistema scolastico“.

Si parte dal prossimo anno scolastico. Dal 2014/2015, e per i successivi anni scolastici, i collegi dei docenti potranno adottare, “limitatamente alle nuove adozioni e non per le conferme di adozione“, libri nella versione elettronica o mista (parte cartacea, parte multimediale).

Upi: Le spese aumentano, se le scuole passano dalle Province ai Comuni

da tuttoscuola.com

Upi: Le spese aumentano, se le scuole passano dalle Province ai Comuni

L’applicazione del ddl di riforma degli enti locali farebbe lievitare i centri di spesa dagli attuali 107, il numero delle Province, a 1.327, vale a dire il numero dei Comuni sedi di edifici scolastici. Lo ha riferito il presidente dell’Upi Antonio Saitta, aggiungendo che “al momento le 107 province gestiscono 5.179 edifici scolastici e con l’applicazione del provvedimento la media nazionale dei centri di spesa per la gestione delle scuole passerebbe da 1 a 14,4 per Provincia”.

Allo stesso modo, ha osservato Saitta, “salterebbero le economie di scala, visto che al momento ogni Provincia, con un solo contratto di servizio, assicura il funzionamento di tutte le scuole”, contratti che riguardano il riscaldamento delle scuole, le spese di progettazione, la direzione delle opere e il relativo collaudo e le spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Soltanto per il riscaldamento delle scuole, ha aggiunto Saitta, “una stima del tutto prudenziale dell’aumento a livello nazionale è pari al 53%, a fronte di una spesa per il riscaldamento di tutti gli edifici scolastici sostenuta dalle province che nel 2012 è stata pari a circa 800 milioni di euro”.

Invece – ha concluso – con l’applicazione del ddl si prevede un aumento della spesa pubblica per il riscaldamento delle scuole di circa 424 milioni di euro”.

590 istituzioni scolastiche affidate in reggenza

da tuttoscuola.com

590 istituzioni scolastiche affidate in reggenza

Il decreto ministeriale per le dotazioni organiche dei dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2013-14, già validato nel luglio scorso dal Mef, è stato registrato definitivamente dalla Corte dei Conti ed è operativo a tutti gli effetti.

Ne ha dato comunicazione il Miur che lo ha pubblicato nella versione già anticipata a suo tempo in via ufficiosa.

Le istituzioni scolastiche autonome, risultanti dalla tabella allegata al decreto, sono complessivamente 8.639. Di queste, però, 590 sottodimensionate sono prive di titolare (7,3%) e saranno affidate in reggenza a dirigenti scolastici titolari di altra istituzione scolastica.

Le istituzioni scolastiche da ricoprire con dirigente titolare sono, pertanto, 8.049.

Dall’anno prossimo saranno attivi anche 144 CPIA (Centri Provinciali Istruzione Adulti), a cui saranno preposti altrettanti dirigenti scolastici.

Per quanto riguarda le 590 istituzioni scolastiche sottodimensionate, il 41% si trova nelle regioni meridionali con la Calabria che ne ha 64 (circa una ogni cinque istituzioni funzionanti). Nel Lazio sono sottodimensionate 82 istituzioni su un totale di 752 (11%).

La Liguria è la regione con il minor numero di istituzioni scolastiche sottodimensionate: 12 su 185 (6,5%).