Sperimentazioni finalizzate alla riduzione di un anno dei cicli scolastici

Alla Prof.ssa Maria Chiara Carrozza
Ministro Istruzione, Università e Ricerca
e p. c. Al Dott. Luigi Fiorentino
Capo di Gabinetto del
Ministero Istruzione, Università e Ricerca
Al Dott. Luciano Chiappetta
Capo Dipartimento per l’Istruzione
Ministero Istruzione, Università e Ricerca

Oggetto: sperimentazioni finalizzate alla riduzione di un anno dei cicli scolastici

Gentile Ministro,

abbiamo appreso da fonti di stampa della Sua decisione di avviare una sperimentazione finalizzata a ridurre di un anno la durata del percorso di studi della scuola secondaria di secondo grado.

Crediamo che interventi che vanno a modificare così profondamente gli ordinamenti della scuola italiana non possano che essere frutto di un ampio dibattito. Duole verificare che in questo caso si è proceduto in maniera davvero poco trasparente se, ad oggi, non sono ancora noti quanti decreti di sperimentazione sono stati avviati, né come siano state selezionate le scuole partecipanti.

Inoltre intendiamo sottolineare che, per innovazioni riguardanti gli ordinamenti degli studi, la loro articolazione e durata, la legge attualmente vigente prevede ancora il parere obbligatorio del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione. Infine qualunque modifica rispetto alla durata della scuola secondaria inevitabilmente determina profonde conseguenze sulle finalità di entrambi i cicli di istruzione e sui loro

curricoli, oltre che sulle dotazioni organiche del personale scolastico. Per queste ragioni crediamo che si sia trattato di una iniziativa improvvisa e frettolosa e per le stesse ragioni oltre che per una esigenza di trasparenza rispetto alle determinazioni assunte, chiediamo che venga convocato un incontro urgente finalizzato, seppur tardivamente, a chiarire i contenuti e le caratteristiche delle sperimentazioni avviate e il numero e tipo di scuole coinvolte.

Cordiali saluti.

Il Segretario generale FLC CGIL

Domenico Pantaleo

Smart Cities Nazionali: pubblicati i punteggi delle valutazioni tecnico-scientifiche

Smart Cities Nazionali: pubblicati i punteggi delle valutazioni tecnico-scientifiche

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha concluso la fase di valutazione tecnico-scientifica relativa ai progetti esecutivi candidati sull’Avviso “Smart Cities Nazionali” (D.D. n. 391/Ric del 5 luglio 2012).

La Commissione, formata da 35 esperti, ha lavorato in sessioni a distanza per poter beneficiare, in tutte le fasi, del contributo continuativo e necessario dei 17 membri internazionali selezionati nell’ambito dell’albo esperti della Commissione Europea. Per formulare le sue conclusioni, la Commissione si è strutturata in 16 panel, focalizzati sulle aree tecnologiche indicate nel bando. Le proposte sono state quindi sottoposte a una rigorosa valutazione comparata, che ha portato alla formulazione del giudizio per ogni singolo progetto di ricerca candidato. La procedura di valutazione ha previsto le seguenti fasi:

1) Tutte le Idee Progettuali, candidate sullo stesso ambito, sono state valutate da un Panel – formato da tre esperti – che  ha espresso un giudizio unico e condiviso, condensato nel “Consensus Report” e firmato da tutti i valutatori del Panel. Tutte le Idee Progettuali che hanno raggiunto il punteggio minimo, ai sensi dell’Avviso, sono andate a formare la lista delle  proposte ammesse alla fase successiva. Ogni Progetto Esecutivo (derivante dall’Idea progettuale ammessa alla seconda fase)  è stato poi  valutato dalla stessa terna (il Panel) di esperti. Per ciascun ambito si è formata una graduatoria derivante dalle valutazioni tecnico-scientifiche maturate in seno a ciascun Panel. I primi due progetti potranno essere finanziati ai sensi dell’articolo 6, comma 7 del bando, a valle delle verifiche in loco che saranno effettuate nel mese di novembre.
2) Al contempo, gli Istituti di Credito Convenzionati hanno provveduto ad avviare la valutazione economico-finanziaria di tutti i Progetti Esecutivi candidati. Poiché per un consistente numero di  soggetti, gli esiti di queste valutazioni non sono stati pienamente positivi, si è aperta una fase di interlocuzione con i proponenti che, ai sensi del DM 593/2000 e delle nuove norme di semplificazione introdotte dal decreto legge n.5/2012 e ribadite nel decreto legge n.83/2012, hanno provveduto a rimodulare i progetti, generando la necessità di attivare supplementi istruttori da parte degli stessi Istituti Convenzionati.
3) Conclusi i supplementi istruttori e pubblicata la graduatoria, si procederà ad espletare le visite in loco, previste dalla normativa vigente, da parte degli esperti scientifici che provvederanno ad approvare i progetti con i relativi costi ammessi.  Fintanto che questa fase non sarà positivamente conclusa, non sarà possibile definire con precisione i finanziamenti da impegnare per i progetti che risulteranno vincitori.
Come indicato nel bando, l’invito a presentare il Progetto Esecutivo non poteva essere considerato un impegno preso dall’Amministrazione a finanziare la proposta, per cui, visto il rigoroso processo di valutazione comparativa utilizzato per valutare le proposte ricevute, gli spostamenti nella graduatoria di valutazione sono determinati esclusivamente dalla qualità dei progetti.

Anche per i Progetti di Innovazione Sociale, già ammessi a finanziamento, la contrattualizzazione dei soggetti proponenti avverrà al termine delle attività istruttorie dei Progetti Esecutivi.

Come peraltro già positivamente sperimentato, al fine di garantire la necessaria trasparenza nel rispetto delle normative che tutelano la privacy, con note separate, il Ministero trasmetterà a ciascun soggetto proponente la propria scheda di valutazione, comprensiva delle valutazioni dei risultati

ORE DI SOSTEGNO

IL MIUR RISPETTI LE LEGGI  E GARANTISCA LE ORE DI SOSTEGNO STABILITE DALLE NORME PER GLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

Per l’ennesimo anno scolastico assistiamo ai “tagli” ministeriali che costituiscono un evidente atto di eversione istituzionale: alunni diversamente abili che non ricevono le ore di sostegno previste dalle leggi. Per finanziare i privilegi di banchieri, faccendieri e politicanti si sottraggono risorse agli alunni in difficoltà non garantendo loro neppure il monte-ore che le norme in vigore stabiliscono.

E ciò è ancora più grave, se si tiene conto che negli anni passati migliaia di genitori in tutta Italia si sono rivolti con successo ai tribunali per vedersi riconoscere un diritto conclamato.

Nonostante le numerose condanne subite a integrare gli organici sottodimensionati e a pagare le spese processuali, il MIUR continua il suo miserabile giochetto assegnando alle scuole un numero di docenti di sostegno inferiore a quanto previsto dalla stessa normativa.

Oltretutto i ricorsi persi dal MIUR hanno un elevato costo per l’erario e sarebbe ora che la Corte dei Conti chiedesse ragione di questi sprechi allo stesso dicastero.

I Cobas della Scuola denunciano questa situazione che lede gravemente il diritto all’istruzione degli alunni diversamente abili e non consente a tanti insegnanti precari di poter lavorare e chiedono che siano rideterminati gli organici di sostegno nel pieno rispetto delle leggi.

I Cobas della Scuola, inoltre, stanno sostenendo i ricorsi al TAR per il corrente anno scolastico dei genitori di quegli alunni diversamente abili (delle scuole di ogni ordine e grado) che non hanno avuto assegnato il numero di ore di sostegno previsto dalla normativa vigente.

Si tratta di un’importante azione legale, condotta dalle avvocate Rosaria Campo e Chiara Garacci, alla quale possono aderire – entro i 60 giorni di scadenza dei termini – tutti i genitori che si trovano nelle predette condizioni.

Lettera di risposta alle recenti dichiarazioni del Segretario del Cisl Scuola

Lettera di risposta alle recenti dichiarazioni del Segretario del Cisl Scuola Francesco Scrima su “un tavolo sulla Scuola”

“Egregio Professor Scrima,
sono contento che la Cisl Scuola sia uno dei primi sindacati della Scuola che si stia ponendo il problema, che bisogna ricucire lo strappo tra base e vertice dell’organizzazione sindacale.
Ebbene mi consentirà di informarla che, prima delle elezioni politiche, il Meetup di Palermo è stato promotore di un programma politico per la Scuola, ricco di contenuti, che ha visto convergere tutte le potenzialità del mondo scolastico e cittadini semplici, condiviso anche dai portavoce nazionali e regionali del M5S, che ne apprezzano lo stile.
Un programma scritto dalla base e non da funzionari di partito, come normalmente accade in altre realtà politiche.
Quello che le chiedo è di prenderne atto di ciò, di quanto si fà in parlamento dai nostri portavoce continuamente bersagliati dalle altre forze politiche, quando presentano emendamenti per migliorare testi di legge, di per sè con contenuti dannosi alla scuola stessa e di far sì, che anche le altre organizzazioni sindacali, alle quali stanno a cuore le sorti del nostro paese e della scuola stessa, ne sposino i contenuti, i principi fondamentali e la nostra causa; ciò per il bene indissolubile dell’Italia e degli Italiani stessi”.

Giuseppe Li Vigni
Referente gruppo Educazione, Sport e Cultura del
Movimento 5 Stelle Palermo

Insegnanti: rischi, fatica e tante ore di lavoro

da Il Fatto Quotidiano

Insegnanti: rischi, fatica e tante ore di lavoro

di Rita Guma

Leggo il post di Vania Lucia Gaito mentre riemergo da ore ed ore di lavoro per la predisposizione dei piano di lavoro annuali di ogni classe dopo che abbiamo concluso il piano di lavoro di dipartimento elaborato in team con ore di confronto via e-mail e riunioni di persona. Sono documenti che non abbiamo potuto decidere quando predisporre perché ci sono precise scadenze, a meno che si voglia dire che aver lavorato anche di notte per fare in tempo sia stata una scelta…

Nell’articolo di Gaito – che forse voleva essere una critica ai politici in cerca di facile consenso e temo sia risultato un colpo basso agli insegnanti – manca il riferimento all’obbligo di sorveglianza che comporta per i docenti rischi notevoli ogni giorno, sia durante la presenza in aula che nei corridoi durante l’intervallo, sia nelle uscite didattiche che nei viaggi di istruzione. Se un allievo infila la matita nell’occhio di un altro o tenta di strozzarlo o cade dalle scale o danneggia proprietà altrui o persone terze in orario scolastico o in gita scolastica, il docente responsabile deve dimostrare di non aver potuto impedire il fatto (cioè presunzione di colpevolezza!).

Non solo: i docenti che portano gli allievi nei laboratori o in palestra risultano, per la normativa sulla sicurezza, preposti, per cui devono seguire un apposito corso e farsi carico delle corrispondenti responsabilità per rischi che non solo irrilevanti in un laboratorio di fisica o chimica o impianti elettrici.

Inoltre, il peggior danno che un docente potrebbe fare non è generare una classe di asini, ma essere fuori aula (ad es al cambio d’ora) o alla cattedra sepolto da un capannello di allievi mentre dei bulli stuprano una compagna o picchiano un disabile. O, ancora, perdere di vista i bambini durante un’escursione accanto ad un fiume o in un parco visitato da pedofili, anche perché, quando in una classe si presentano più situazioni a rischio in contemporanea, non si sa a quale si debba dare la priorità.

Non parliamo poi dei rischi corsi dai docenti stessi a contatto con allievi che ormai portano a scuola anche armi bianche o che possono sferrare un pugno al docente senza che questi possa reagire. Non accade solo in scuole di periferia e ad alto rischio e simili comportamenti talora sono messi in atto anche da certi genitori…E purtroppo nelle scuole malfrequentate non c’è un presidio delle Forze dell’Ordine come invece in ospedale.

Ma anche senza situazioni criminali quello del docente è un lavoro usurante che inviterei tutti a sperimentare, prima di giudicare. Se gli allievi sono interessati non c’è un attimo di tregua ed, anche se soddisfatti, ci si trova esausti dopo poche ore. Se gli alunni sono scalpitanti e violenti ci si trasforma in guardiani, con la testa piena di rumore e lo stress di cercare di impedire danni. Emblematica, in tal senso, questa immagine, che peraltro evidenzia come l’usura del ruolo non sia una pretesa italiana.

Quanto alle ore di lavoro, vogliamo considerare quante giornate si impiegano ad organizzare e fare le “gite” scolastiche, predisporre gli interventi di esperti, aggiornarsi sui contenuti che cambiano costantemente quando si insegna una materia tecnica o scientifica o quando le materie cambiano da un anno all’altro (perché per alcune classi di concorso passi da telecomunicazioni a tecnologie informatiche, da elettronica a robotica, e sono campi molto diversi, anche se con una comune matrice)? E vogliamo parlare della preparazione dei piani individualizzati per gli allievi con BES (Bisogni Educativi Speciali) o portatori di handicap, delle relazioni di fine anno o del documento del 15 maggio?

Sono un’insegnante entusiasta del mio lavoro: l’ho scelto – da ingegnere – rinunciando ad offerte di lavoro allettanti di multinazionali, e anche dopo vent’anni lo considero il lavoro più bello del mondo e dico sempre che pagherei per farlo. Pertanto non sono appassionata di discorsi sui profili stipendiali ed il mio messaggio non è “guadagniamo poco”, ma “facciamo tanto tanto tanto di più di quel che si dice e con tanta più fatica di quel che si crede”.

Legge stabilità: blocco degli stipendi ma soldi per le scuole paritarie

da Repubblica.it

Legge stabilità: blocco degli stipendi ma soldi per le scuole paritarie

Il testo varato dal governo, emendabile in Parlamento, prevede anche un finanziamento aggiuntivo di 150 milioni per le università e la possibilità di fare più assunzioni negli atenei e nei centri di ricerca

In arrivo 220 milioni per le scuole paritarie ma si bloccano anche per il 2014 gli stipendi del personale della scuola. La legge di Stabilità approda al Senato e dopo tantissime indiscrezioni, revisioni e aggiunte dell’ultimo momento il suo contenuto è finalmente noto. Una manovra che sembra scontentare tutti, ma che secondo diversi membri del governo può essere modificata in Parlamento. Ecco cosa prevede per scuola, università e ricerca.

Scuola paritaria. Dopo tante lamentele, anche da parte di illustri esponenti del clero italiano, e il rischio di chiusura della maggior parte delle scuole paritarie italiane, arrivano 220 milioni di euro per il 2014 a favore degli istituti non statali. Soldi che compensano parzialmente i tagli effettuati nel corso degli ultimi anni al budget di 539 milioni di euro (dato 2007). I fondi erogati nel 2013 sono stati pari a 260 milioni di euro e con i 220 previsti dalle legge di stabilità si arriverebbe a 480: ancora pochi per i gestori delle paritarie e anche troppi per coloro che non immaginano alcuna sorta di finanziamento pubblico alle scuole private.

Contratto della scuola e scatti stipendiali. Gli stipendi del personale della scuola resteranno bloccati ancora per due anni. Niente scatti automatici, come prevederebbe il contratto della scuola. Ma non solo. Per tutto il pubblico impiego non sarà possibile rinnovare i contratti scaduti e in scadenza, se non per la parte normativa. Disposizione che per la scuola è particolarmente pesante perché il contratto è scaduto da quasi quattro anni e le retribuzioni di insegnanti e non docenti (Ata) si sono nel frattempo svalutate del 12/15 per cento. Una situazione che i sindacati non esitano a definire come “doppia penalizzazione”. Per questa ragione, Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda hanno indetto una manifestazione per il 30 novembre e andranno allo sciopero articolato in date diverse su base regionale, di un’ora di lezione o di tutta la giornata a seconda delle decisioni che saranno prese a livello territoriale.

Sulla vicenda degli scatti automatici – il primo dopo tre anni, gli altri ogni sei – sugli stipendi dei docenti e del personale Ata della scuola si è consumato nei giorni scorsi un piccolo giallo. Nella legge di stabilità non c’è una norma specifica che blocca gli scatti stipendiali del personale della scuola, ma solo un generico provvedimento che congela gli aumenti di stipendio per tutti i dipendenti della pubblica amministrazione. In più, la legge dello scorso mese di luglio che prevedeva il blocco degli scatti anche per docenti e Ata non era stata ancora pubblicata in Gazzetta. Ma nella relazione tecnica allegata al disegno di legge di stabilità, si fa riferimento esplicito alle norme che decretano il blocco degli scatti automatici. Un mezzo pasticcio che il governo ha pensato di risolvere pubblicando in Gazzetta la legge che blocca gli scatti per tutti i pubblici dipendenti.

Fondo di finanziamento ordinario e fabbisogno delle università. Dopo essere stato decurtato pesantemente – 760 milioni in appena quattro anni, che rappresentano una sforbiciata superiore al 10 per cento rispetto ai 7.450 milioni di euro del 2009 – dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, si apre uno spiraglio per gli atenei italiani che sono costretti a rivolgersi sempre più agli studenti – e alle loro famiglie – per evitare il default. La legge di stabilità prevede un finanziamento aggiuntivo di 150 milioni di euro per il 2014 che andranno a sommarsi agli attuali 6.690 milioni di euro previsti per il 2013.

Una situazione che nei mesi scorsi ha indotto la Crui – la Conferenza dei rettori – a lanciare un grido d’allarme sulla tenuta dei conti di parecchi atenei. I 150 milioni previsti dalla legge di stabilità rappresentano ossigeno puro per le casse delle università più in difficoltà ma sono poca cosa rispetto ai 760 milioni tagliati in appena quattro anni. Mentre, per evitare i possibili effetti dovuti alla modica delle regole di calcolo sull’intero fabbisogno finanziario annuale del sistema universitario nazionale, il governo per il 2014 incrementa del 3 per cento il budget dell’anno 2013.

Durata delle specializzazioni mediche. Dal 2014/2015 per specializzarsi in medicina, dopo i sei anni di laurea magistrale, sarà sufficiente seguire un corso di quattro anni e non più di cinque com’è avvenuto finora. Fermo restando la facoltà degli atenei di stabilire una diversa durata delle specializzazioni mediche fino al massimo di cinque anni.

Assunzioni all’università e negli enti di ricerca. Sarà possibile a partire dal 2016 assumere più docenti e ricercatori. La norma attuale prevede un turn over bloccato al 50 per cento dei pensionamenti. Dal 2016 si passerà al 60 per cento, nel 2017 all’80 per cento e nel 2018 si potranno sostituire tutti gli insegnanti e i ricercatori che andranno in pensione.

Dismissioni. E’ prevista l’individuazione dei beni immobili di proprietà dell’Indire – l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa – da trasferire all’Agenzia del demanio per la successiva dismissione.

Ricerca. E dopo i tagli del precedente governo, la ricerca scientifica potrà contare ancora sul rifinanziamento del 5 per mille sulle dichiarazioni dei redditi 2013. A partire da gennaio saranno disponibili 400 milioni di cui una parte potranno essere utilizzati per il finanziamento della ricerca scientifica e dell’università e per il finanziamento di progetti di ricerca in ambito sanitario.

Se il libro di testo è un iPad

da LaStampa.it

Se il libro di testo è un iPad

 Verde, digitale, tutta in inglese: la International School di Torino compie cinquant’anni e reinventa la didattica
torino

L’International School Of Turin si riassume in tre numeri: 470 alunni, 50 nazionalità, 50 anni di storia. È un’oasi nel mezzo della collina torinese, un centro di eccellenza dove da mezzo secolo si sperimenta, si cresce, si insegna: sempre in inglese, con insegnanti di madre lingua, provenienti da Inghilterra, Stati Uniti, Australia. La scuola è ospitata in un antico casino di caccia, ampliato con strutture moderne ed ecocompatibili. Ha ottenuto la certificazione energetica di classe A e sul tetto sventola la bandiera verde della Foundation for Environmental Education.

Ma la sfida più importante si gioca sul piano della didattica: da tre anni all’Ist si studia con l’iPad, che ha gradualmente sostituito i libri di testo. “Abbiamo piani di apprendimento individuali”, spiega Gregory Read, responsabile della tecnologia educativa alla scuola. “Ogni allievo affronta argomenti diversi, per questo un libro non basta, serve un metodo nuovo. L’insegnante viene assistito da colleghi o dagli stessi alunni. Lo chiamiamo “collaborative learning”: è un sistema in cui tutti imparano qualcosa, e soprattutto imparano a collaborare”. Si sceglie un concetto e poi si lavora sugli argomenti correlati: parlando di ordine e caos, ad esempio, si può studiare la fisica, ma anche la storia, arrivare alla bomba atomica o raccontare il diario di Anna Frank in letteratura, toccare la geografia, coinvolgere le arti visive. Nella scuola senza frontiere non esistono confini tra i vari ambiti disciplinari. I banchi sono disposti in gruppi per i più piccoli, o in cerchio, per i più grandi, e il maestro non è solo di fronte agli studenti, ma in mezzo a loro; un proiettore consente di mostrare a tutta la classe quello che ognuno ha sullo schermo dell’iPad, per condividere facilmente informazioni e immagini.

Il percorso didattico dell’International School of Turin è unico, come quello di ogni scuola avviata sulla via della sperimentazione. Eppure la scelta della tecnologia arriva da un mondo assi diverso da quello luminoso ed efficiente dell’istituto di Chieri. “Prima di occuparmi dell’Ist ho lavorato a Salvador di Bahia”, racconta il direttore generale Tomm Elliott. “Il mio compito era pianificare i percorsi formativi per aiutare i ragazzi di strada a recuperare gli anni di scuola perduti, e la tecnologia si è rivelata lo strumento più veloce. Incuriosisce i ragazzi, stimola al confronto e alla collaborazione”. Ma perché proprio l’iPad? “Siamo partiti dai laptop, molte scuole li usavano già, ma proprio mentre il nostro progetto stava per diventare realtà è uscito l’iPad, così abbiamo deciso di adottarlo subito. E non è solo il tablet, ma anche tutto il sistema di app e di programmi che fa la differenza”. E qui va sottolineato come,  commentando i recenti risultati finanziari di Apple, il Ceo Tim Cook abbia rivelato due giorni fa che il 94 per cento dei tablet utilizzati nelle scuole americane sono iPad.

I genitori hanno faticato più degli studenti ad adattarsi alla scuola senza libri, ma alla fine ne hanno compreso i vantaggi: zaini più leggeri, flessibilità, costi complessivamente più bassi. D’altra parte chi frequenta l’Ist si aspetta un tipo di educazione di stampo anglosassone, più moderna e pragmatica rispetto alla scuola italiana (“Ma gli allievi più grandi possono scegliere tra indirizzo scientifico linguistico o umanistico, e studiano anche Dante”, precisa Elliott). Più che la nozione conta il metodo: non è tanto importante ricordare una data, quanto essere capaci di trovare su internet la fonte attendibile che riporta quel dato. “Nella nostra visione l’insegnante più che il depositario della conoscenza, è un agente catalizzatore, un mentore, un motivatore”, prosegue Elliott. “La tecnologia sorpasserà gli insegnanti in breve tempo e darà agli studenti tutte le informazioni che servono loro per crescere e imparare”. Un cambiamento radicale, perfino per una scuola così all’avanguardia. “Ma non ci spaventa: solo tre anni fa quello che facciamo oggi era inimmaginabile”.

Legge di stabilità, altri 220 milioni di euro alle paritarie. Insorgono gli studenti

da Tecnica della Scuola

Legge di stabilità, altri 220 milioni di euro alle paritarie. Insorgono gli studenti
di A.G.
Con questo “ritocco” i fondi statali del 2013 sfioreranno mezzo miliardo di euro. Una quota che, in tempi di ristrettezze, non poteva passare inosservata. Secondo Roberto Campanelli, coordinatore nazionale Uds è l’ennesimo atto di cecità politica e asservimento agli interessi privati, mentre le scuole pubbliche vivono carenze economiche gravissime: il 15 novembre manifestazioni in tutta Italia.
Non potevano mancare, come tutti gli anni, le polemiche per lo stanziamento di fondi statali per le scuole paritarie. Stavolta, però, la polemica diventa ancora più vasta perché i 220 milioni di euro previsti dalla legge di stabilità si vanno a sommare agli ai 260 già accordati. Per una cifra complessiva che sfiora il mezzo miliardo di euro. Una quota che, in tempi di ristrettezze per la scuola, non poteva passare inosservata.
A farsi sentire per primi stavolta sono gli studenti: secondo Roberto Campanelli, coordinatore nazionale Uds si tratterebbe dell’”ennesimo atto di cecità politica e asservimento agli interessi privati, mentre le scuole pubbliche vivono carenze economiche gravissime. Abbiamo già denunciato con centomila studenti in piazza l’11 ottobre che sono questi i veri sprechi della scuola, e queste risorse andrebbero reindirizzate sull’istruzione pubblica. Sembrava si stesse cambiando direzione e invece i fondi alle paritarie, quindi nella stragrande maggioranza alle scuole private, vengono confermati. Saremo in piazza in tutt’Italia – prosegue Campanelli – il 15 novembre per ribadire questo, e per denunciare una legge di stabilità che prosegue nella direzione dell’austerity e dell’assenza di risposte alla crisi”.
Il rappresentante dell’Unione degli studenti ricorda, rivendicandola, “la modifica della legge 62/2000 con la separazione tra scuole private e scuole pubbliche non statali, in modo tale che si possano azzerare i finanziamenti alle private senza danneggiare le scuole pubbliche non statali che rientrano ad oggi tra le paritarie”. Un tema, quest’ultimo, che non potrà non tornare alla ribalta nei prossimi giorni d’autunno. Come tutti gli anni…

La missione docente è impegno, passione e fatica ma pochi riconoscimenti

da Tecnica della Scuola

La missione docente è impegno, passione e fatica ma pochi riconoscimenti
di Lucio Ficara
Eppure la “favola” del docente che lavora 3-4 ore al giorno, ha molto tempo libero e sta a casa 3 mesi all’anno continua ad avere molto credito presso la pubblica opinione.
La professione del docente è ricca di impegno, piena di passione e dopo qualche mese dall’inizio delle attività dell’anno scolastico si aggiunge anche una buona dose di fatica, che fa desiderare le vacanze di Natale, come un momento necessario per ricaricare le batterie, per proseguire ininterrottamente fino alle vacanze di Pasqua. Un impegno, una passione ed una fatica invisibili. Nessuno realmente si rende conto di quanto lavoro effettivamente ci sia  dietro una lezione fatta in classe, non si immagina minimamente cosa voglia dire preparare verifiche scritte e soprattutto correggerle. Si giudica il tempo di lavoro dell’insegnante, come se fosse un semplice lavoro impiegatizio, per cui 4 ore scarse al giorno per cinque giorni settimanali, risultano essere veramente un privilegio. L’opinione, ampiamente diffusa, che i docenti lavorano soltanto 18 ore settimanali, mediamente 3 ore al giorno e che godono per giunta di lunghi periodi di vacanza, è il motivo principale che dequalifica la professione dell’insegnante. Questa idea del docente scarsamente impiegato a scuola e con troppo tempo libero, è alla base  delle bassissime retribuzioni degli insegnanti italiani. Ma nella realtà non è affatto vero che il docente italiano lavora così poco, mentre è assolutamente vero che percepisce uno stipendio veramente ridicolo, per la funzione che svolge. Bisogna sapere che il lavoro del docente non termina con il suono della campanella, ma continua per gran parte della giornata, con tutte quelle mansioni individuali, previste dall’art. 29 del CCNL scuola. Di cosa si tratta? Nello specifico, il comma 2 del su citato articolo, indica tutti gli adempimenti individuali ed obbligatori del docente, che vanno dalla preparazione delle lezioni e delle esercitazioni alla correzione degli elaborati, fino ai rapporti individuali con le famiglie. Inoltre il comma 3 dello stesso articolo, obbliga il docente a partecipare, fino ad 80 ore annue alle attività collegiali. Queste 80 ore sono suddivise in parti uguali tra attività di collegio dei docenti e programmazione didattiche e Consigli di classe. Esistono anche altri tipi di impegni obbligatori da parte del docente, che rientrano nell’assicurare un rapporto efficace con le famiglie e gli studenti. In buona sostanza, il docente ci mette tanto impegno, molta passione, a volte anche tanta fatica, ma in fine dei conti ha, come contropartita, pochissimi riconoscimenti. Anche l’ultima legge di stabilità presentata in Parlamento, continua a non riconoscere il ruolo strategico degli insegnanti, colpendoli ancora una volta pesantemente. I docenti sono colpiti dal blocco dei contratti fino a tutto il 2014, dal blocco degli scatti di anzianità anche per il 2013. Si colpisce la categoria anche non prevedendo un serio piano di turn over, che favorisca l’uscita dei quota 96 e allo stesso tempo favorisca l’entrata in ruolo dei precari storici. I docenti italiani sono vittime sacrificali, di una politica che ha deciso che le priorità sono altre e non la scuola. Bisogna ricordare che la scuola ha un contratto bloccato da quattro anni, che negli ultimi 5 anni si sono tagliate risorse per oltre 8 miliardi di euro e che si è ridotta pesantemente la spesa dei fondi d’istituto, che rappresentano per i docenti la possibilità di avere una parte di stipendio accessorio. Questa legge di stabilità prevede la riduzione di questa parte accessoria di stipendio del 10%. Alcuni sindacalisti sono particolarmente scettici sul cambio di rotta, annunciato dal primo ministro Letta, sulla scuola. Infatti non si vedono risorse disponibili per dare i giusti riconoscimenti ad una categoria lungamente martirizzata. Addirittura il governo vorrebbe rinnovare il contratto della scuola soltanto nella parte normativa, rinviando a momenti migliori la parte economica. Quello che preoccupa, è che anche gli aspetti normativi del contratto che il governo chiede di cambiare, sono in chiave peggiorativa. Si parla di aumentare l’orario settimanale di servizio dei docenti per quanto riguarda le ore di lezione e aumentare i carichi di lavoro per quello che attiene le attività funzionali all’insegnamento. Insomma per i docenti italiani tanto impegno, passione e fatica, ma veramente pochi sono i riconoscimenti.

Responsabilità penale del DS e RSPP sulla sicurezza a scuola

da Tecnica della Scuola

Responsabilità penale del DS e RSPP sulla sicurezza a scuola
di Aldo Domenico Ficara
Dopo le sei condanne, di cui tre hanno riguardato docenti, al processo d’Appello per il crollo al liceo “Darwin” di Rivoli, l’allarme fra gli addetti ai lavori si fa sempre più alto, tanto da ipotizzare una dimissione di massa dai ruoli di RSPP
A tal proposito occorre ricordare che il Testo Unico sulla Sicurezza (DLgs 81/08) non è l’unica norma che regola la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e che per un infortunio o una morte sul lavoro si deve rispondere al giudice in sede penale di “lesione colposa” o “omicidio colposo”. Per meglio comprendere di cosa stiamo parlando è utile riportare a titolo di esempio alcune sanzioni previste dal DLgs 81/08 in modo chiaro, per consentire al Dirigente Scolastico di avere una consapevolezza di quanto deve aspettarsi per eventuali inadempienze riguardanti la prevenzione degli infortuni sul luogo di lavoro. Per esempio, la mancata nomina degli addetti antincendio o al primo soccorso determina l’arresto da 2 a 4 mesi o l’ammenda da 750,00 a 4.000,00 €; oppure non redigere il verbale della riunione periodica determina l’ammenda da 500,00 a 1.800,00 €. Mentre le sanzioni penali aumentano per le inadempienze più gravi. Per quanto riguarda la figura professionale del R.S.P.P. nonostante il suo ruolo consista (essenzialmente) in un’attività di consulenza tecnica ed organizzativa, scevra di qualsivoglia apporto decisionale rispetto alla politica di impresa adottata, deve, tuttavia, escludersi che tale soggetto “goda di un totale esonero da ogni responsabilità” (penale e civile). Infatti, è possibile che l’infortunio o la malattia professionale si verifichino proprio a causa dell’errato svolgimento dei compiti del R.S.P.P. e che quest’ultimo non possa conseguentemente, ritenersi esente da responsabilità quando la sua negligenza, imprudenza, imperizia, ovvero il suo errore valutativo, abbiano prodotto non solo l’insorgere di una situazione di pericolo, ma anche la sopravvenienza di un conseguente evento lesivo. Detto questo, le parole del sostituto procuratore, Raffaele Guariniello, riguardanti le sei condanne, e in modo particolare tre nei confronti di docenti, al processo d’Appello per il crollo al liceo Darwin di Rivoli, nel Torinese, in cui nel novembre 2008 perse la vita lo studente Vito Scafidi, sono pesanti come un macigno, infatti, il giudice ha detto: “Dopo Thyssen ed Eternit questa sentenza è una tappa fondamentale per la sicurezza nelle scuole. Le scuole non devono essere luoghi pericolosi. Spero che questa sentenza faccia capire a tutti, compresi Comuni, enti e le scuole stesse, che la sicurezza è fondamentale per i nostri figli e nipoti”.

Riconversione su sostegno: precisazioni sugli esuberi

da Tecnica della Scuola

Riconversione su sostegno: precisazioni sugli esuberi
di L.L.
I docenti non inseriti negli elenchi provvisori possono inoltrare all’USR di competenza la copia della mail di presentazione della domanda inviata lo scorso anno
Arriva dal Miur un chiarimento circa i corsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno destinati al personale docente in esubero. Facendo seguito nota prot. n. 11235 del 22/10/2013 il Ministero precisa con una nuova nota (prot. n. 11476 del 29/10/2013) che i docenti non inseritinegli elenchi provvisori, allegati alla nota stessa, possono inoltrare all’Ufficio Scolastico Regionale competente copia della mail di presentazione della domanda inviata lo scorso anno. L’Ufficio Scolastico Regionale
provvederà, verificata la correttezza della richiesta, ad aggiornare gli elenchi inserendo i docenti che hanno presentato istanza.
Oltre questo, il Miur precisa che i posti per la frequenza dei corsi di formazione riservati ai docenti appartenenti alle classi di concorso della Tabella C, diverse da C555 e C999, (Altre Classi C – Allegato B), sono individuati ripartendo proporzionalmente i posti disponibili per la frequenza dei corsi in base
agli esuberi delle singole classi di concorso. Tali posti sono assegnati, per ciascuna classe di concorso, ai docenti con minore età.

I bandi Invalsi di prossima scadenza

da Tecnica della Scuola

I bandi Invalsi di prossima scadenza
di L.L.
Prorogato all’8 novembre il termine per la presentazione delle domande per il conferimento di 9 assegni di ricerca per la collaborazione ad attività tecnico-scientifiche dell’Invalsi
Con Determinazione 187/2013 l’Invalsi ha rettificato il bando di selezione per il conferimento di 9 assegni di ricerca per la collaborazione ad attività tecnico-scientifiche dell’INVALSI. Innanzitutto, oltre alla PEC, è ora prevista la possibilità di presentare la domanda di partecipazione anche a mezzo di raccomandata con avviso di Ricevimento. Questo per agevolare anche i cittadini stranieri non in possesso di PEC. Inoltre, il termine inizialmente previsto per il 3 novembre per la presentazione delle istanze, è prorogato all’8 novembre.
Segnaliamo anche la Determinazione n. 189/2013, con la quale l’Invalsi ha avviato una procedura comparativa pubblica per il conferimento di 33 incarichi di prestazione di lavoro autonomo a esperti di particolare e comprovata specializzazione nell’ambito dei progetti PON Sistema informativo integrato e valutazione degli apprendimenti (SII), Piano di Formazione e Informazione dei Team di Valutazione alle indagini nazionali e internazionali (Formazione), PQM 2010-2013 (PQM) e VSQ.
Gli interessati dovranno produrre le loro candidature, secondo lo schema di cui allegato B) del bando, entro il termine perentorio del 15 novembre secondo una delle seguenti modalità:
a)     attraverso Posta Elettronica Certificata (PEC) personale del candidato, all’indirizzo concorsi.invalsi@legalmail.it.
b)    a mezzo raccomandata A.R.
c)     a mano presso la sede dell’INVALSI
Infine, con Determinazione n. 188/2013 sono state approvate le graduatorie di merito dei profili A e B relative alla procedura selettiva riguardante i partecipanti ai corsi formativi per esperti nella valutazione esterna delle scuole e osservatori dei processi di insegnamento e apprendimento.

D.L. Istruzione, ci sarebbero delle incongruità

da Tecnica della Scuola

D.L. Istruzione, ci sarebbero delle incongruità
Il testo del dl Istruzione approdato nell’Aula della Camera per la discussione generale presenterebbe ben venticinque incongruità di tipo economico-finanziario
È questo il verdetto della commissione Bilancio di Montecitorio che si è pronunciata in sede consultiva sul decreto emendato dalla commissione Cultura: parere favorevole con venticinque condizioni da rispettare tutte inerenti alle coperture finanziarie individuate dal decreto. Ridotte innanzitutto le risorse per il diritto allo studio con il ritorno allo stanziamento di 100 milioni di euro annui previsti dal testo base per la concessione di borse di studio attraverso il fondo integrativo statale che era stato aumentato in sede di emendamenti a 137,2 milioni. Revisione che di conseguenza segnerebbe il ritorno alle più basse aliquote di accisa su birra ed alcolici previste dal provvedimento governativo per coprire le spese Lo stesso per la maggiorazione delle aliquote previste a decorrere dal 1° gennaio 2015 Impraticabile poi l’elevazione della soglia Isee per la contribuzione studentesca ai corsi di laurea da 40 mila a 80 mila euro in quanto “comporta nuovi o maggiori oneri privi di quantificazione e copertura”. “Non dovranno poi derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica” dalla promozione da parte di amministrazioni scolastiche e Regioni di progetti volti al contrasto della dispersione scolastica. E anche l’adeguamento alla normativa antincendio negli edifici scolastici dovrà avvenire “nel limite delle risorse disponibili a legislazione vigente”. Per quanto riguarda poi la definizione dell’organico dei dirigenti scolastici i nuovi criteri decorreranno dal 2014-2015 “per salvaguardare le economie già computate per l’anno scolastico 2013-2014”. Clausola di invarianza finanziaria anche in materia di integrazione delle anagrafi degli studenti fermando ancora una volta “le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili alla legislazione vigente”. (Public Policy)

Ghizzoni (PD): “Il Dl Istruzione inciderà sulla paralisi sociale”

da Tecnica della Scuola

Ghizzoni (PD): “Il Dl Istruzione inciderà sulla paralisi sociale”
di P.A.
La parlamentare del Pd Manuela Ghizzoni, nominata nuova relatrice del Dl 104, ha ricordato le novità contenute nel decreto legge che, per la prima volta dopo anni, “fa ripartire la politica di investimenti in favore del sistema pubblico della conoscenza”.
Ecco un sunto del suo discorso: «In controtendenza con gli altri Paesi europei e dell’’Ocse in periodo di crisi, l’Italia, negli ultimi anni, ha continuato a tagliare la quota della spesa pubblica per l’istruzione con il risultato di accentuare quella “paralisi sociale” che ci consegna un Paese “congelato”: oggi solo il 10% dei figli degli operai diventa professionista, contro un 45%, ad esempio, di figli di medici che diventa medico. Finalmente oggi siamo di fronte a un provvedimento che si occupa specificamente di scuola, università e ricerca: il Governo Letta ha emanato misure urgenti per far intraprendere al nostro Paese una politica di investimenti in favore del sistema pubblico della conoscenza. Il provvedimento contiene iniziative per il welfare studentesco, per le politiche professionali e per l’ambito educativo-didattico e organizzativo. A questo scopo sono state stanziate specifiche risorse aggiuntive: 315 milioni per il 2014 e oltre 390 milioni annui dal 2015 in poi. Tra le disposizioni relative al welfare degli studenti segnaliamo l’incremento di 15 milioni per le spese di trasporto degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado e di 3 milioni per l’assegnazione di premi di merito artistico per gli studenti dell’Alta formazione artistica e musicale. Ulteriori 3 milioni sono destinati alla costituzione e all’aggiornamento dei laboratori tecnico-scientifici delle scuole. Si interviene, inoltre, per contenere il costo dei libri di testo e con agevolazioni per le famiglie in difficoltà, e viene approntato un programma di didattica integrativa per combattere la dispersione scolastica e potenziate le attività di orientamento. Quanto al personale scolastico, finalmente, si cambia passo e il lavoro dei docenti e del personale della scuola non è più solo un costo, ma una risorsa da coinvolgere e valorizzare. Vengono affrontate l’emergenza del reclutamento dei Dirigenti scolastici e la questione del personale inidoneo all’esercizio della funzione docente. E’ stato approntato un piano triennale che consentirà di assumere personale scolastico a tempo indeterminato su posti in organico di diritto. Verranno immessi in ruolo 26mila docenti specializzati sul sostegno. Con una norma-ponte si affronta il tema del bonus-maturità abolito ad esami in corso e viene istituito un fondo per far fronte alle gravi difficoltà finanziarie in cui versano gli istituti superiori di studi musicali ex pareggiati e le accademiche storiche non statali. Infine, per quanto attiene al diritto allo studio universitario si sterilizzano, in attesa di una riforma complessiva, gli aumenti della tassazione e della contribuzione studentesca».

La Lega chiede le dimissioni di Carrozza

da Tecnica della Scuola

La Lega chiede le dimissioni di Carrozza
Gianluca Buonanno, capogruppo in Commissione Cultura per la Lega Nord a Montecitorio, commentando il rinvio della discussione in Aula del DL Istruzione, invita la ministra a dare le dimissioni. Carrozza senza cavalli.
“Ad oggi, giorno nel quale si doveva votare il decreto Istruzione, non si ha la più pallida idea di come reperire la copertura dei circa 40 milioni di euro necessari alla chiusura del provvedimento. L’aumento delle accise su birra e alcolici è stato infatti dichiarato insufficiente dalla Commissione bilancio. Insomma, questo governo per finanziare la scuola aumenta le tasse ma di tagli agli sprechi non se ne parla. Gli unici tagli che vedo sono quelli dei capelli di ministri e sottosegretari. Intanto, stando ad alcune recenti statistiche, la scuola italiana conta sempre più insegnati ignoranti e, a pioggia, anche gli studenti seguono questo trend. Il ministro si sta dimostrando una carrozza senza cavalli, in tutto e per tutto allineata a quella vecchia politica che tartassa i cittadini senza, di contro, ghigliottinare alcuno spreco. Più che decreto istruzione parlerei di decreto distruzione ecco perché il ministro dovrebbe dimettersi”.