Decreto scuola: le dimissioni di Galan (PdL) sono inaccettabili

Decreto scuola: le dimissioni di Galan (PdL) sono inaccettabili. Sarà responsabile di fronte a milioni di elettori

Prima, forte della sua autorità, il Relatore dichiara inammissibili gli emendamenti sui precari, poi fa i capricci.

Dovrebbe dimettersi da parlamentare e spendere 3.000 euro per pagare un’abilitazione che ha conquistato grazie al merito. E se avesse un figlio disabile dovrebbe lottare per la stabilizzazione degli organici di sostegno, non favorire chi sforna master. Le coperture c’erano, forse le poltrone no.

Il ministro Carrozza istituisce comitato per la spending review

MIUR: il ministro Carrozza istituisce comitato per la spending review

Il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Maria Chiara Carrozza ha istituito un comitato per la ‘spending review’ che dovrà elaborare proposte per migliorare la qualità dell’azione dell’amministrazione nei settori dell’istruzione, dell’università e della ricerca e l’efficienza gestionale in un’ottica di riorganizzazione della spesa.
Il comitato dura in carica un anno e presenta almeno bimestralmente un rapporto interinale al Ministro e, al termine dei lavori, predispone una relazione finale.

Il Comitato è composto dalla Prof.ssa Matilde Bini, Professore Ordinario di Statistica economica presso l’Università europea di Roma, dalla Dott.ssa Sabrina Bono, Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, dal Prof. Daniele Checchi, Professore Ordinario di Economia politica presso l’Università degli Studi di Milano e dal Prof. Fabrizio Mattesini, Professore Ordinario di Economia politica presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Coordina il comitato Il Prof. Daniele Checchi.

Ricerca, Prin 2012: approvati 141 progetti

Ricerca, Prin 2012: approvati 141 progetti, il 31% presentati da giovani
Firmato il decreto che distribuisce i 38,2 milioni di euro del bando

Sono 141 i Progetti di ricerca di interesse nazionale approvati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca a conclusione delle procedure del bando Prin 2012. Di questi 44, il 31,2% del totale, sono stati presentati dai ricercatori più giovani. Ai progetti che hanno superato la selezione saranno assegnati i 38.259.894 euro previsti dal bando.

Due i livelli della valutazione. Le università hanno preselezionato entro il 10 maggio 2013 le proposte meritevoli di sviluppo e le hanno inviate al Miur. A giugno sono arrivati al Ministero 1.309 progetti: 487 per il settore Ls (Scienze della vita), 498 per il settore Pe (Fisica, Chimica, Ingegneria), 324 per il settore Sh (Scienze umane). La valutazione scientifica dei progetti (basata su criteri relativi all’originalità delle proposte, alla qualificazione del team di ricerca ed all’impatto scientifico, sociale ed economico) è stata effettuata secondo la prassi della “peer review” (revisione tra pari), ed è stata affidata ad esperti scientifici internazionali, coordinati da appositi Comitati di Selezione costituiti dai migliori esperti di settore italiani e stranieri.

Con decreto del 18 ottobre è stata formalizzata l’assegnazione di 38.259.894 euro a favore di 141 progetti: 15.303.958 euro per il settore delle Scienze della vita (46 progetti), 15.303.958 euro per il settore delle Scienze relative a Fisica, Chimica e Ingegneria (65 progetti), 7.651.978 euro per le Scienze umane (30 progetti).

Il 31,2% dei progetti approvati, sono stati presentati dai ricercatori più giovani: 14 per le Scienze della vita, 18 per le Scienze relative a Fisica, Chimica e Ingegneria, e 12 per le Scienze umane, con un’assegnazione finanziaria complessiva di 8.750.000 euro. Entro la fine dell’anno il Miur erogherà i finanziamenti assegnati. I progetti, della durata complessiva di tre anni, potranno avere concreto avvio già all’inizio del 2014.

STIPENDI – Doccia fredda per i docenti assunti nel 2011 con decorrenza retrodatata al 1° settembre 2010

STIPENDI – Doccia fredda per i docenti assunti nel 2011 con decorrenza retrodatata al 1° settembre 2010

 

L’Aran non transige: anche per loro si cancella l’incremento stipendiale dopo 3 anni di anzianità e vale la soluzione penalizzante (niente aumenti per 8 anni) introdotta con la Legge 106 del 12 luglio 2001 e inclusa nel CCNL sottoscritto il 4 agosto dello stesso anno.

 

Pacifico (Anief-Confedir): una delle più brutte pagine del sindacalismo italiano accondiscendente. A questo punto solo il tribunale può mettere le cose a posto.

 

L’accordo raggiunto sui neo assunti, cui vengono illegittimamente negati gli scatti stipendiali per 8 anni, rappresenta una delle più brutte pagine del sindacalismo italiano: anche perché ora l’Aran ci dice che quell’accordo verrà addirittura anticipato di un anno, andando a colpire pure i docenti assunti nel 2011 con nomina retroattiva al 1° settembre 2010”: così Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, commenta l’interpretazione penalizzante assunta dall’Aran a proposito della posizione economica riguardante i docenti immessi in ruolo con decorrenza giuridica 1° settembre 2011, retrodatata al 1° settembre 2010.

 

Anche questi docenti, contraddicendo quanto espresso dal Mef, pur avendo avuto retrodatazione giuridica dell’immissione in ruolo in un periodo antecedente all’approvazione della nuova legge, non potranno usufruire delle clausole di salvaguardia inserite nel CCNL 4/08/2011. Ciò significa che quelli assunti a partire dal 1° settembre 2011 con retrodatazione giuridica al 1° settembre 2010 verranno sottoposti allo stesso regime previsto dalla Legge 106 del 12 luglio 2001 e, conseguentemente, dal CCNL sottoscritto il 4 agosto dello stesso anno. Che prevede l’inserimento di sei posizioni stipendiali, anziché sette, e la cancellazione di quella oggi esistente al compimento dei 3 anni di anzianità di servizio.

 

Ancora una volta – continua Pacifico – non si è tenuto conto minimamente delle indicazioni sovranazionali, non aggirabili, incluse nella direttiva 1999/70/CE, facendo non solo prevalere le logiche dell’invarianza finanziaria, ma annoverando questa necessità addirittura come principio imperativo. Continuando, in tal modo, a negare la parità del trattamento stipendiale di dipendenti che operano nel medesimo comparto della pubblica amministrazione. Una parte di loro, in pratica, viene ‘punita’, bloccandogli la carriera, semplicemente perché è stata assunta in anni di crisi economica. L’Anief non può accettare questa iniquità e spera che il tribunale restituisca giustizia a chi oggi vede illogicamente fermo lo stipendio, già tra i più bassi dell’area Ocse, per ben 8 anni consecutivi”.

Decreto scuola: ridotto da cinque a tre anni l’obbligo di permanenza nella provincia

Decreto scuola: dopo due anni di battaglie parlamentari e giudiziarie, Anief riesce a ridurre da cinque a tre l’obbligo di permanenza nella provincia per i 90.000 neo-assunti dal 2011 grazie a un emendamento del PD

Rimane l’amarezza per una possibile riformulazione del testo che avrebbe consentito l’assegnazione provvisoria fin dopo il primo anno di servizio come previsto dalla legge 124/99. Merito al sindacato che fin dall’introduzione della norma voluta dalla Lega nel maggio 2011 ha denunciato l’irragionevolezza di un testo che ha soltanto dissuaso migliaia di precari nella scelta di una provincia dove trasferirsi lontano da casa, dopo la sentenza della Consulta ottenuta dall’Anief sul diritto al trasferimento dei precari.

La modifica è stata proposta dai deputati PD a cui va un ringraziamento da estendere a tutti i deputati della VII Commissione che l’hanno votata, con l’auspicio che possa essere ancora migliorata in aula.

Sul tema del ricongiungimento familiare dei docenti neo-assunti dal 1 settembre 2011, era ancora intervenuto il presidente Anief e segretario Organizzativo Confedir, Marcello Pacifico, nella recente audizione informale durante l’esame del provvedimento, mentre sono in corso di deposito diversi ricorsi presso il tribunale del lavoro per la violazione anche della CEDU nonché di diversi articoli della Costituzione.

Il testo dell’emendamento

Dopo il comma 10, aggiungere il seguente:

11. Sostituire il comma 21, articolo 9, del decreto legge 13 maggio 2011, n. 70, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106 con il seguente:

21. I docenti destinatari di nomina a tempo indeterminato possono chiedere il trasferimento, l’assegnazione provvisoria o l’utilizzazione in altra provincia dopo tre anni di effettivo servizio nella provincia di titolarità. La disposizione del presente comma non si applica al personale di cui all’articolo 21 della legge 5 febbraio 1992, n. 104.

15. 33. Malpezzi, Rocchi, Carocci, Coscia, Palmieri.

Educare all’ arte, un Tesoro!

Le Grazie Canova part.Educare all’ arte, un Tesoro!

In tutto il mondo, i sistemi scolastici sono invitati a rispondere alle esigenze culturali ed etiche rappresentate dalla capacità sociale ed economica di raccogliere sfide per qualificarsi come modello educativo, riflesso dell’ intera società, nel presente, proiettata in avanti in termini di accrescimento di abilità e attitudini dei propri cittadini, e di sviluppo.  Sono in gioco la promozione di occasioni formative coerenti e capaci di dare risposte alle speranze della società in relazione alla propria capacità di investire risorse e qualità per la più ampia riuscita sociale. Tenuto conto delle restrizioni finanziare che risiedono nelle misure economiche dei governi, è particolarmente acuto ed efficace che si debba giungere a un modello quanto più possibile ottimale di ripartizioni degli investimenti in grado di corrispondere a tutte le aspirazioni dei cittadini, adeguando offerta e domanda nel mercato del lavoro e incrementando la ricerca nell’ ambito della scienza e dell’ arte.  E’ innegabile che ogni società i cui organi amministrativi abbiano una “visione” in termini di offerta formativa e sviluppo economico, debbano saper valorizzare l’ importante ruolo svolto dal patrimonio artistico.

 

Nel nostro Paese, inverosimilmente, i provvedimenti della Riforma Gelmini hanno dato luogo a cancellazioni radicali o a gravi restrizioni proprio delle istituzioni scolastiche e/o discipline nell’ ambito artistico.

Gli Istituti d’ Arte sono stati sradicati fin nelle profonde radici intessute nel territorio italiano della creazione artistica. Cancellati a fronte della presunzione improbabile di “accorpare” le arti per riassorbirle nei sei indirizzi dei “Nuovi”  Licei artistici, i cui  percorsi forniscono allo studente strumenti culturali e metodologici per il proseguimento degli studi di ordine superiore.

Come far coincidere realtà educative che, sebbene abbiano il comune denominatore arte, hanno diverso il fondamento, diversi gli intenti formativi, i profili attesi, le opportunità di inserimento occupazionale?

 

Il fondamento pedagogico formativo degli Istituti d’ Arte è proprio nella preparazione di figure atte all’ elaborazione di manufatti artistici delle “Arti Applicate”. Un’ educazione  al  “fare” artistico che prepara abili esecutori e, al tempo stesso, progettisti di livello di pregiati oggetti d’ arte; qualifica figure competenti nei diversi e specifici settori dell’ artigianato artistico per la realizzazione di Tesori della creatività e della produzione artistica italiana che non possono essere assimilati a semplici  “ mezzi di comunicazione nell’ arte”.

Si tratta di una rigida e ingiusta semplificazione, nonché svalutazione dell’ arte e di quelle abilità individuali, fini e ingegnose che ottengono il manufatto artistico.

 

E’ indispensabile dare vita ad un progetto globale per la riqualificazione dell’arte, pertanto è necessario ripartire dalla didattica dell’ arte, per il rilancio delle attività nei laboratori che hanno reso possibile la preparazione delle figure capaci di realizzare quei Tesori artistici che il nostro paese ha diffuso in tutto il mondo,  ineguagliabili. Nutrimento sensoriale, culturale e qualificante per l’ intera so­cietà civile; valore economico per lo stato. Eppure, quei Tesori sono destinati a scomparire!

 

L’arte è una risorsa intellettiva, culturale, etica, anche econo­mica.  Va sostenuta, incentivata,  valorizzata: nel nostro paese costituisce un fattore di crescita economica vitale, il cui potenziale sviluppo è però trascurato e ancora atteso.

La Costituzione italiana pone, tra i principi fondamentali, la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione (articolo 9), ma leggere il patrimonio artistico come opera del passato è una visione errata, non risponde alle esigenze culturali di un paese che deve riemergere dalla negazione di “se stesso” di molti anni bui, per recuperare quella forza morale e libertà intellettuale che solo l’ arte può offrire.

 

I provvedimenti che hanno cancellato gli Istituti d’ arte, declassando l’ immagine che il resto d’ Europa aveva dell’ istruzione artistica in Italia, hanno di fatto declassato la qualità dell’ insegnamento offerto ai cittadini italiani, ha creato un vuoto formativo inaccettabile.

Quegli stessi provvedimenti hanno soppresso e/o snaturato anche importanti indirizzi di studio professionalizzanti, Grafica e Moda, negli Istituti Professionali; Moda, Grafica e Turismo degli Istituti Tecnici, attraverso la cancellazione di discipline caratterizzanti gli indirizzi stessi.

 

Una  drastica e incomprensibile riduzione della Storia dell’ arte nei Licei Classici,  negli Istituti Professionali e Tecnici;la cancellazione di Disegno e Storia dell’ arte dai bienni dei Licei Scienze Umane e Linguistici;  la Cancellazione, per tutta la durata dei corsi, del Disegno dai Licei Scienze Umane e Linguistici,  la cancellazione di Disegno e Storia dell’ arte dai nuovi licei Sportivi, provvedimenti che possono essere spiegati solo nella logica dell’ impoverimento generale culturale che ha caratterizzato l’ attuale scuola italiana, e che nel settore dell’ arte ha voluto colpire  in maniera mirata e spropositata.

 

Avere ridotto drasticamente lo studio  della Storia dell’ arte, il cui quadro orario nella scuola secondaria era già al limite prima della riforma, al minimo tempo-orario utile per lo svolgimento di  percorsi didattico educativi significativi,  implica oggi l’ insuccesso didattico e formativo, ostacola l’ apprendimento e, pertanto,  anche la potenzialità di apprezzamento della disciplina stessa da parte degli studenti.

Storia dell’ arte è disciplina trasversale ai saperi e culmine intellettuale dei saperi stessi.  Richiede di essere studiata per la durata di tutto il quinquennio in tutti gli indirizzi di scuola; richiede di essere affiancata a momenti di attività grafiche e creative,  a garanzia di percorsi formativi significativi per la preparazione alla fruizione del “bene comune” da parte di tutti i cittadini e per lo sviluppo di abilità cognitive individuali insostituibili che  accrescono il “potenziale” di apprendimento di ognuno.

L’ educazione all’ arte, un vero Tesoro.

 

Chiediamo nuovi provvedimenti ad opera di chi amministrerà nei prossimi mesi l’ Istruzione Pubblica, per non lasciare le giovani generazioni private della capacità di “ideazione” e di immaginazione, oggi sempre  più poveri e a “rischio” di ritrovarsi  senza futuro.

 

Marinella Galletti

                                                                                 Presidente Artem Docere

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LETTERA APERTA AIGLI ORGANI DIRETTIVI, AI DOCENTI, AGLI STUDENTI DELLE ACCADEMIE DI BELLE ARTI

ALLARME PER LICEI E ACCADEMIE

Ovvero: [mancanza di] Opportunità future, insegnamento nella Scuola secondaria di II grado, offerto agli studenti laureati nelle Accademie di Belle Arti

Purtroppo le cose peggiori si consumano in silenzio, nell’indifferenza di tutti, anche perché i politici si guardano bene dall’informare opportunamente coloro che vengono danneggiati.

Con la Riforma Gelmini, cancellati gli Istituti d’Arte e costretti ariorganizzarsi inLicei Artistici o Istituti Professionali, sono stati soppressi gli insegnamenti specifici dei laboratori artistici, i cui docenti, diplomati presso le Accademie di Belle Arti, oggi sono tutti in esubero; fortemente ridotti gli spazi docenza anche in tutte le discipline obbligatorie dell’ ambito artistico nei Licei Artistici riformati;

• Nei bienni dei Licei Scienze Umane e Linguistici, l’insegnamento di Disegno e Storia dell’arte è stato cancellato.

• Nei relativi trienni, permanendo l’insegnamento di Storia dell’arte, il Disegno è stato cancellato.

• Nei Licei Scientifici indirizzo Sportivo, oggi denominati Licei Sportivi, Disegno e Storia dell’arte è stata cancellata.

• Nei Licei Classici, Storia dell’arte, cancellata nel biennio,è ridotta al solo triennio;

• In tutti gli Istituti di II grado l’insegnamento di Storia dell’arte è costretto a una fortissima e sconsiderata contrazione: alcuni esempi

• Gli Istituti Tecnici e Professionali, indirizzi “moda”, “grafica”, “turismo”, sono stati mutilati nelle loro specificità, con la sola sopravvivenza di due ore settimanali di Storia dell’arte nel triennio indirizzo Turismo degli Istituti Tecnici e indirizzo “grafico”, oggi denominato Servizi Commerciali, degli Istituti Professionali;

• Inoltre, sono state cancellate discipline quali Comunicazione Visiva e Disegno Professionale;

• Cancellato Disegno e Storia del Costume nell’attuale residuo indirizzo Moda degli Istituti Tecnici;

• Infine, le attuali bozze “Nuove classi di concorso” prevedono di escludere i Laureati delle Accademie di Belle Arti dall’ insegnamento di Storia dell’ arte nei Licei Scienze Umane e Linguistici, dove hanno sempre operato, non essendo più richieste le competenze dell’ insegnamento del Disegno unito a Storia dell’ Arte, e sopprimere la classe di concorso A025.

CONSEGUENZE SONO IL GRAVE ESUBERO DEI DOCENTI IN TUTTO L’ AMBITO EDUCATIVO DELL’ ARTE

Si veda Sintesi effetti riforma

IN QUESTA MANIERA BEN PRESTO LE ACCADEMIE DI BELLE ARTI DIVENTERANNO DEGLI ISTITUTI SUPERFLUI, DA CHIUDERE.

  DOBBIAMO REAGIRE INSIEME: ACCADEMIE E SCUOLE SECONDARIE. CI STANNO TOGLIENDO I POSTI DI LAVORO. DOBBIAMO PRETENDERE LA RESTITUZIONE DEL DIRITTO ALLA FORMZAZIONE ED EDUCAZIONE ALL’ ARTE.

 Che cosa si può fare ?

1.     Visitare i siti web: PAGINA http://artemdocere.jimdo.com/ e ARSRETE Museo Virtuale della Didattica dell’ Arte www.artemdocere.it – strumenti di artem docere

2.     Iscriversi ad ARTEM DOCERE ESSERE SOCI

3.     Diffondere queste idee e partecipare alla strategia per salvare l’arte e i nostri posti di lavoro.

 

Marco Bussagli                           Marinella Galletti

Relazioni AFAM                         Presidente Artem Docere

 

ARTEM DOCERE

è una Associazione Culturale senza scopo di lucro, a livello Nazionale.

Docenti di Disegno e di Storia dell’Arte, Artisti, Architetti, Storici dell’ Arte, Docenti delle discipline artistiche e trasversali all’ arte, impegnati nella tutela dell’ Istruzione Artistica e dell’ Educazione all’ Arte in tutti gli ordini e gradi della scuola italiana, all’ Università.

 

ARTEM DOCERE

lavora per ricondurre su di un “terreno comune” le specificità della docenza dell’ambito artistico, per la restituzione della dignità alle discipline artistiche, per il ripristino del Disegno e della Storia dell’ Arte  in ogni indirizzo della Scuola Secondaria di II grado;

 

ARTEM DOCERE

lavora per la diffusione e la condivisione della didattica dell’arte, tra istituzioni culturali, scuola, musei, istituti di ricerca e territorio.

 

ARTEM DOCERE

lavora per un reale riconoscimento del livello universitario delle Accademie di Belle Arti, con riconoscimento del ruolo giuridico dei docenti attualmente in ruolo ed adeguamento stipendiale.

 

Pensione e permessi 104: intervenga l’Aula

Pensione e permessi 104: intervenga l’Aula

È ormai fatto noto: alla Camera la Commissione Bilancio ha bocciato per mancanza di copertura l’emendamento invece approvato dalla Commissione Affari sociali che sanava il paradosso della riforma Fornero in materia di pensione anticipata.
Oggi per ottenere la pensione anticipata non è prevista un’età anagrafica minima, ma chi la richiede prima dei 62 anni subisce una penalizzazione pari all’1% per ogni anno di anticipo entro un massimo di due anni e al 2% per ogni anno ulteriore rispetto ai primi 2. Viene conteggiata come anzianità quella che deriva esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro, includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria. Sono esclusi dal computo, quindi, permessi e congedi fruiti dai lavoratori per assistere i familiari con grave disabilità.
“Si continua ad ignorare incredibilmente il lavoro di cura. – protesta Pietro Barbieri, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – ISTAT certifica che due terzi delle persone con gravi disabilità (70,1%) non fruisce di alcun supporto domiciliare pubblico, valore che sale all’83,2% nella fascia di età 11-64 anni. Secondo il Parlamento chi si prende cura di quelle persone?”
Anziché incentivare flessibilità lavorativa, sostegno alle famiglie, risposte a lavoratori che per decenni si dividono fra lavoro e assistenza, si erodono continuamente anche quei pochi benefici raccolti in questi anni.
“La Commissione Bilancio, anziché preoccuparsi di calcolare e reperire il fabbisogno – che è minimo – per offrire una garanzia e un segnale, si è limitata ragionieristicamente a bocciare un emendamento positivo. Ci appelliamo con forza all’Aula, dove ora il provvedimento torna, e al Governo perché questa assurdità ed ingiustizia venga rimossa.”
Nei giorni scorsi, oltre che informare e sollecitare i singoli parlamentari, la FISH aveva chiesto il diretto intervento del Ministro Giovannini. Una richiesta, per ora, senza esito.

La sfida di Fynnjan, l’undicenne autistico che vuole scalare la hit parade

La sfida di Fynnjan, l’undicenne autistico che vuole scalare la hit parade

Affetto da sindrome di Asperger, non aveva mai cantato: ha scritto testo e musica di un brano con cui vuole arrivare al primo posto nella classifica dei dischi più venduti in Gran Bretagna a Natale. Il ricavato andrebbe alle associazioni per l’autismo

da Redattore Sociale
25 ottobre 2013

Prima c’erano le Spice Girls, poi è arrivato Justin Bieber. Queste sono solo due delle icone che, dalla Gran Bretagna, sono diventate un mito per i teenager di tutto il mondo. Ma cosa succederebbe se, a balzare al numero uno delle classifiche dei singoli più venduti il prossimo Natale oltremanica, fosse un ragazzino autistico di undici anni? E cosa succederebbe se i soldi che dovesse raccogliere questo ragazzino venissero utilizzati per finanziare le associazioni che si occupano di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi delle persone affette da sindrome di Asperger e degli autistici in generale? Semplicemente si realizzerebbe un sogno, un sogno per cui Fynnjan, la sua famiglia e i suoi compagni di classe stanno profondendo grandi sforzi da mesi.

“Lui non cantava – ci racconta Su, la mamma di Fynnjan – più che altro faceva dei rumori, cantilenava, ma né io né mio marito lo avevamo mai sentito articolare delle parole su una musica. E invece due anni fa, mentre eravamo in luna di miele e Fynnjan era rimasto a casa con la nonna, ha dettato a lei il testo della canzone che poi è diventata The Spirit of Christmas. Lui fa fatica a scrivere da solo, per questo ha preferito dettare la canzone alla nonna. All’inizio non ci ho fatto molto caso. Poi però un giorno mi ha chiamato l’insegnante di musica e mi ha detto che mio figlio aveva portato a scuola una canzone bellissima. Siccome l’insegnante è una cantante d’opera molto brava, la cosa mi ha impressionato. E ancor di più ci sono rimasta quando ho sentito per la prima volta mio figlio cantare. E’ stata un’emozione incredibile”.
Fynnjan ha scritto sia la musica che le parole della canzone, e poi la mamma e il papà hanno girato un video per farlo vedere ai parenti in Australia. “Dopo che abbiamo messo il video su Youtube –continua Su – e visto che era piaciuto moltissimo, abbiamo pensato: perché non registrare la canzone in maniera più professionale? Io avevo contatti con uno studio di registrazione con cui avevo lavorato per circa un anno e mezzo, quindi non ci mancavano le conoscenze tecniche. Restava solo da convincere Fynnjan, e non era facile”.

E Fynnjan alla fine è stato convinto, ma alle sue condizioni: che all’incisione della canzone partecipasse tutta la sua classe in qualità di cantanti, e che a suonare fosse una band famosa. Ma non era tutto: Fynnjan ha avuto l’idea della campagna, di provare a diventare il bambino più giovane a registrare un singolo numero uno nelle classifiche natalizie inglesi e di destinare tutti i soldi ricavati dalla vendita della canzone alla National

“Prima di registrare in studio, a luglio – racconta la mamma – tutta la classe ha cantato la canzone al concerto di Natale della scuola, lo scorso anno, ed è stato un successo. Per quanto riguarda la band famosa, Fynnjan voleva che fossero i Buds, un gruppo blues molto amato anche dal padre, e i Buds sono stati. Fynnjan ha deciso tutto da solo riguardo questo progetto: gli obiettivi, i colori del sito, le modalità. Per me, mio marito e per tutta la nostra famiglia, questa storia della canzone è stato un vero viaggio che ci ha permesso di conoscere meglio Fynnjan. Non avevo mai saputo quanto ponesse attenzione alle piccole cose, ai dettagli, non avevo mai capito fino in fondo quanti bei sentimenti avesse dentro”.
“Quante persone attraverseranno il mondo per vedere i propri cari, quante persone saranno unite intorno a un albero di Natale, stare con le persone a cui voglio bene, è per questo che il natale è così bello”. Questi alcuni dei versi della canzone, di cui si può vedere un video registrato durante il concerto di Natale della scuola di Fynjann da questo link: http://fynnjan.com/video/.

“La canzone mi è venuta in mente così, all’improvviso, e l’ho scritta di getto – ci ha raccontato Fynnjan – ho scritto prima la musica e poi le parole. Sono sicuro che potremo farcela a farla diventare la numero uno per Natale. Non è facile lavorare a questo progetto quando ho anche la scuola, ma posso farcela. Mamma mi ha detto che dovrò parlare con i giornalisti, fare interviste etc. Io sono pronto”. E sull’idea di coinvolgere la sua classe ha scherzato: “L’ho fatto per dare a tutti i miei compagni il classico quarto d’ora di notorietà”. Alla fine della telefonata, gli chiediamo se pensa che diventerà una star. Lui si mette a ridere e risponde: “Non lo so, vedremo”.

Per seguire le gesta di Fynnjan e preordinare una copia della canzone: http://www.fynnjan.com. (Maurizio Molinari)

«Ragazzi, fate volontariato. Vi prepara alla vita»

da Corriere della Sera

LA VIDEOCHAT – «Io non ero una studentessa modello ma facevo parte degli scout»

«Ragazzi, fate volontariato. Vi prepara alla vita»

Il ministro Carrozza su Skuola.net:«Consiglio agli studenti di lavorare nel sociale per imparare a conoscere il mondo»

Ragazzi, leggete: soprattutto i giornali. E fate volontariato. prepara alla vita vera. E se volete fare i medici, studiare non basta: siate umani. Parola del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. In una videochat su Skuola.net il ministro Carrozza ha affrontato diversi questioni aperte del suo mandato. In primis quella, molto controversa, dei test di accesso alle facoltà a numero chiuso e del bonus di maturità abrogato in corso d’opera. «Le prove per Ingegneria e Architettura sono realizzate da ingegneri e architetti che sanno come vanno selezionati e formati gli studenti. Ma non è lo stesso per Medicina. In questo caso i medici sono stati completamente estromessi. Invece credo che il test per accedere a questa facoltà debba essere realizzato da loro», ha detto il ministro. Inoltre, secondo la Carrozza «dovremmo valutare anche il modo durante il percorso di studi di verificare le capacità umane che sono richieste allo studente nella relazione col paziente».

E il bonus di maturità? «Lo abbiamo abolito perché non era equo. Per quelli che quest’anno ne avrebbero avuto diritto, stiamo lavorando a una soluzione», ha detto il ministro confermando implicitamente le indiscrezioni su una possibile sanatoria solo per i ragazzi che hanno fatto il testo quest’anno. Qualche consiglio anche ai maturandi: «I ragazzi devono prepararsi leggendo molto, meglio se quotidiani o, perché no, direttamente saggistica». Delusi tutti quegli studenti che invece pensavano già a una legge che abolisse una volta per tutte i compiti per le vacanze.

Il ministro Carrozza si è detta contraria a questa idea, anche se ha consigliato agli insegnanti di far leggere di più i loro alunni: «Per un ragazzo è meglio passare l’estate a leggere un libro di storia contemporanea che possa aiutarlo a capire la realtà, o anche un saggio scientifico. In questo modo iniziano a prepararsi anche all’Esame di Stato». A tutti gli studenti il Ministro poi consiglia di darsi al volontariato: «Io non ero una studentessa modello – ha raccontato – ma mi davo molto al sociale. Per esempio facevo parte degli scout e consiglio a tutti gli studenti di far parte di un’associazione simile, di fare il servizio civile o comunque volontariato in generale perché prepara alla vita vera».

Leggere le notizie su web: Giovani Editori e Google insieme per allenare i giovani

da Corriere della Sera

Allo studio un format per le scuole che partecipano A «QUOTIDIANO IN CLASSE»

Leggere le notizie su web: Giovani Editori e Google insieme per allenare i giovani

Un progetto per allenare lo spirito critico. L’intesa dopo l’incontro tra il presidente Ceccherini e Schmidt

L’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, presieduto da Andrea Ceccherini, e Google si alleano per costruire insieme un progetto che alleni lo spirito critico dei giovani sulla rete. Nel corso dell’incontro tra i ragazzi delle scuole che partecipano al progetto «Il Quotidiano in Classe» dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori e il presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt, tenutosi a Roma lo scorso 9 ottobre, il tema dell’informazione di qualità sulla rete, sollevato da Andrea Ceccherini, è stato oggetto di diverse domande da parte dei ragazzi.

INFORMAZIONE DI QUALITÀ – Dopo una rapida riflessione Google e l’Osservatorio si sono trovati in accordo sull’importanza di continuare a educare i giovani allo spirito critico nel vaglio delle notizie, anche in rete. Google e l’Osservatorio Permanente Giovani-Editori costituiranno quindi, in Italia, un tavolo comune di lavoro, per studiare insieme un «format» di progetto, che sull’onda del successo de «Il Quotidiano in Classe», possa aiutare i ragazzi, anche sul web, a sviluppare il proprio spirito critico, distinguendo l’informazione di qualità rispetto al resto della comunicazione disponibile.

4 diplomati su 10 non sono soddisfatti della scelta della scuola

da LaStampa.it

4 diplomati su 10 non sono soddisfatti della scelta della scuola

I dati un’indagine nazionale di Almadiploma

roma

Il 44% dei diplomati del 2013, se tornasse indietro ai tempi dell’iscrizione alla scuola superiore, cambierebbe indirizzo di studio e/o scuola, anche se 84 studenti su 100 si dichiarano complessivamente soddisfatti della propria esperienza scolastica. È quanto emerge da un’anticipazione di un’indagine nazionale di Almadiploma, diffusa dall’Ufficio scolastico regionale del Lazio, durante un convegno a palazzo Lateranense.

I dati – elaborati dall’Usr per delineare un profilo dei diplomati laziali e confrontarlo poi con quello dei diplomati nazionali – rilevano che il 48% degli studenti (37% nel caso del Lazio), quasi uno su due, ha svolto uno stage organizzato dalla scuola durante il percorso di studi e il 31% (29% nel Lazio) ha fatto un’esperienza di studio all’estero promossa dalla scuola o da soggetti diversi. Il 61% dei diplomati ha anche svolto un’attività lavorativa, prevalentemente occasionale, estiva o part time durante gli studi, il 52% ha svolto un’attività culturale nel tempo libero.

Se l’84% (83% nel Lazio) degli studenti è complessivamente soddisfatto dell’esperienza scolastica (86% nel caso degli istituti professionali; 84% il dato del Lazio), solo il 51% (45%) è invece soddisfatto per le aule, il 54% (51%) per i laboratori e il 48% (44%) per le attrezzature sportive. Il 58% (53%) si dichiara infine soddisfatto per l’attività di orientamento alle scelte post-diploma.

Dispersione scolastica, Carrozza cerca un’alleanza con gli Enti Locali

da Tecnica della Scuola

Dispersione scolastica, Carrozza cerca un’alleanza con gli Enti Locali
di A.G.
Il Ministro ricorda che ci sono territori che rischiano di restare indietro: c’è sì il tema della banda larga ma abbiamo anche zone dove c’è il 40% di abbandono precoce dei banchi: gli Enti locali e i dirigenti scolastici devono essere le nostre antenne sul territorio, perché l’obiettivo non può essere quello di dare un titolo ma competenze ai nostri ragazzi.
Va bene la banda larga da attuare in tutti gli istituti, ma prima ci sono da affrontare emergenze come quelle che riguardano alcune zone del Paese dove sono tantissimi i giovani che lasciano la scuola precocemente. Per cercare di ridurre questa percentuale altissima (basti pensare che l’Ue ha indicato ai suoi Stati membri la necessità di non superare il 10% di dispersione scolastica entro pochi anni), il responsabile del Miur è convinta che occorra stabilire un’alleanza vera “tra gli Enti locali e il Ministero dell’Istruzione”. Solo in questo modo, ha detto Carrozza intervenendo alla 30/a Assemblea dell’Anci in corso a Firenze, sarà possibile riportare le politiche della scuola al centro perché “oggi l’istruzione è diventata un bene di lusso e noi non possiamo permettercelo”.
Uno dei problemi indicati dal ministro, infatti, “è quello dei territori che rischiano di restare indietro dove c’è sì il tema della banda larga ma dove anche abbiamo il 40% di dispersione scolastica”. Gli Enti locali e i dirigenti scolastici “devono essere le nostre antenne sul territorio”, perché l’obiettivo di tutti non può essere quello “di dare un certificato o un titolo ma dare competenze ai nostri ragazzi, a tutti i nostri ragazzi”.

Pensioni e 104: il lavoro per nulla pulito della Legge di stabilità

da Tecnica della Scuola

Pensioni e 104: il lavoro per nulla pulito della Legge di stabilità
di Giovanni Sicali
Permessi e congedi per l’assistenza a persone con gravi disabilità incidono negativamente sul riconoscimento della cosiddetta “pensione anticipata”
Nelle scorse settimane la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) aveva evidenziato il forte e crescente disappunto diffuso fra le persone con disabilità e i loro familiari in merito ad un particolare aspetto della riforma pensionistica Fornero che sta facendo sempre più sentire il suo peso e infatti permessi e congedi per l’assistenza a persone con gravi disabilità incidono negativamente sul riconoscimento della “pensione anticipata”.
Come noto, per richiedere la pensione anticipata non è prevista un’età anagrafica minima, ma chi la richiede prima dei 62 anni subisce una penalizzazione pari all’1% per ogni anno di anticipo entro un massimo di due anni e al 2% per ogni anno ulteriore rispetto ai primi 2.
La Legge 14/2012 ha precisato un elemento: le penalizzazioni non operano se quell’anzianità contributiva “derivi esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro, includendo i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria.” Sono, quindi, esclusi dal computo i permessi e i congedi fruiti dai lavoratori per assistere i familiari con grave disabilità.
La FISH, sollecitando parlamentari e Ministro del Lavoro, aveva chiesto di sanare questo paradosso che rappresenta uno “schiaffo” al lavoro di cura assicurato da migliaia di lavoratori.
Un emendamento nella legge di Stabilità poteva abrogare di fatto la norma restrittiva della “riforma” previdenziale Fornero.
Oggi, invece, la commissione Bilancio della Camera, ha bocciato l’emendamento, che pure piaceva al Governo e che era stato proposto dalle associazioni delle persone con disabilità.
Sta passando, nel silenzio ipocrita del Parlamento, uno schiaffo alle famiglie delle persone con disabilità. Da un lato addirittura si promette – senza mantenere nulla – un iter veloce per una legge ad hoc sul prepensionamento dei caregiver familiari, dall’altro si taglia l’unico provvedimento sicuramente legittimo e doveroso, perché basato su un contratto di lavoro onorato per lunghi anni dalle parti, aziende pubbliche e private, quando sono stati concessi i permessi parentali in base alla legge 104.
Sappiamo perfettamente che per moltissimi genitori questa notizia è terribile, non solo perché di fatto costringe a un forzoso allungamento del periodo di lavoro, ben oltre il previsto limite di anzianità, ma anche perché si ha la certezza, a questo punto, di essere stati truffati dallo Stato. Il lavoratore, persona con disabilità o familiare, infatti, ha preso i giorni di permesso previsti dalla legge 104 sapendo che sarebbero logicamente stati conteggiati ai fini dell’anzianità pensionabile. I permessi, tre giorni al mese, moltiplicati per tanti anni di lavoro, comportano adesso un prolungamento forzato dell’impiego con un ritardo nell’erogazione della pensione. E l’impossibilità in ogni caso di dedicare il proprio tempo alle persone care, che ne hanno sicuramente bisogno.
La conclusione amara è quella di Franco Bomprezzi: “Il tutto avviene nel giorno in cui un medico malato di sclerosi laterale amiotrofica muore d’infarto dopo aver presidiato il Ministero dell’Economia per battersi in favore dell’assistenza domiciliare. La morte di Raffaele Pennacchio non poteva trovare una risposta peggiore”.

PAS: il Miur invita gli Usr a concludere la procedura di accertamento dei requisiti di accesso

da Tecnica della Scuola

PAS: il Miur invita gli Usr a concludere la procedura di accertamento dei requisiti di accesso
di L.L.
In vista dell’imminente decreto sull’attivazione dei corsi, il Ministero fornisce indicazioni sui titoli validi per l’accesso e chiarisce la possibilità di regolarizzare le istanze
Arriva dal Miur con la nota prot. n. 2306 del 23/10/2013 un sollecito rivolto ai Direttori Generali degli UU.SS.RR. e ai Dirigenti degli Ambiti territoriali provinciali a voler concludere in tempi brevi le procedure di accertamento del possesso dei requisiti di accesso ai PAS.
Anche perché lo stesso Ministero dà per imminente l’adozione del decreto con il quale saranno fornite le istruzioni relative all’attivazione dei corsi.
Con l’occasione il Miur chiarisce anche la possibilità di regolarizzare eventuali istanze prive di alcune informazioni se sia interpretabile in maniera chiara e univoca la volontà dell’aspirante (es. indicazione dei tre anni di servizio ma mancata indicazione del titolo di studio o degli esami sostenuti/crediti richiesti).
Con la medesima nota il Ministero fornisce inoltre alcune indicazioni in merito al riconoscimento dei servizi validi per l’accesso: è valutabile il servizio prestato nell’anno scolastico, ossia quello corrispondente ad un periodo di almeno 180 giorni ovvero quello valutabile come anno di servizio intero, corrispondente al servizio prestato ininterrottamente dal 1° febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale.
Sono inoltre validi: il servizio di insegnamento prestato presso le istituzioni scolastiche italiane all’estero, il servizio prestato su posto di sostegno, anche senza il possesso del titolo di specializzazione, purché riconducibile alla classe di concorso o alla tipologia di posto richiesta,  il servizio giuridico in costanza di contratto (quindi anche il periodo di congedo per dottorato di ricerca e maternità o congedo parentale è utile purchè se ne sia usufruito in costanza di contratto e purchè sia stato prestato un anno di effettivo servizio).
È valutabile anche il servizio giuridico del cosiddetto “Salva-precari”, per l’intera durata del progetto, il servizio svolto nelle scuole paritarie purché sia stato prestato per 180 giorni e sia riconducibile ad insegnamenti curricolari, il servizio svolto a partire dall’anno scolastico 2008/09 nei centri di formazione professionale, limitatamente ai corsi accreditati dalle Regioni per garantire l’assolvimento dell’obbligo di istruzione, se il servizio sia stato svolto per l’intera durata del progetto formativo .
I servizi prestati con contratti atipici, non da lavoro dipendente, se stipulati nelle scuole paritarie per insegnamenti curricolari rispetto all’ordinamento delle scuole stesse e svolti secondo le medesime modalità continuative delle corrispondenti attività di insegnamento delle scuole statali, debitamente certificati con la data di inizio e termine del servizio stesso, sono valutati per l’intero periodo, secondo i medesimi criteri previsti per i contratti di lavoro dipendente.
Sono valutabili servizi prestati con contratto d’opera o di collaborazione coordinata e continuativa per tutti gli insegnamenti definiti come curricolari nel Piano dell’Offerta Formativa di ciascuna scuola, che siano riferibili a posto di insegnamento o a classe di concorso limitatamente ai giorni di effettivo servizio .
Il servizio prestato nei licei musicali è valutabile ai fini del la maturazione del requisito dei tre anni di servizio previsto dal DDG 58/13. Tale servizio deve essere obbligatoriamente riferito alla specifica classe di concorso (A031 , A032 o A077) dalle cui graduatorie si è stati nominati.
È comunque valido, nelle more dell’adozione del nuovo decreto di modifica al D.M. 249/2010, il servizio svolto nell’anno scolastico 2012/13.

Stipendi fermi fino a tutto il 2014, i sindacati manifestano il 28 ottobre

da Tecnica della Scuola

Stipendi fermi fino a tutto il 2014, i sindacati manifestano il 28 ottobre
di A.G.
Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda confermano l’iniziativa nazionale a Roma (Centro Congressi Cavour), per esprimere il loro netto dissenso sulla politica governativa in merito alla scuola e per avanzare le proprie richieste: sblocco del contratto, corresponsione degli scatti di anzianità e soluzione del problema del precariato scolastico.
Nessun ripensamento. I sindacati maggiori della Scuola – Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda – hanno confermato la manifestazione nazionale a Roma (Centro Congressi Cavour), alle ore 11 del prossimo 28 ottobre, per esprimere il loro netto dissenso sulla politica governativa in merito alla scuola e per avanzare le proprie richieste: sblocco del contratto, corresponsione degli scatti di anzianità e soluzione del problema del precariato scolastico.
“Dopo 8 mld di tagli, il recente decreto 104 risulta inconcludente (400 ml mal distribuiti e senza nessun investimento sul personale) e offensivo. Inoltre – spiega lo Snals in una nota – la legge di stabilità colpisce i lavoratori della scuola in modo ‘speciale’. Infatti, la loro retribuzione non solo viene immiserita dal blocco prorogato del contratto, come avviene per tutti gli altri comparti del pubblico impiego, ma viene addirittura ‘decurtata’ dal blocco degli scatti di anzianità che nella scuola non sono accessori ma parte integrante della retribuzione fondamentale. La speciale attenzione alla scuola promessa dal governo ha avuto un esito – osserva il sindacato – tristemente paradossale: una doppia penalizzazione. Si tratta di un vero scippo su base legislativa. A questo si aggiunge la manifesta volontà del governo di non risolvere la distinzione tra organico di diritto e organico di fatto (centinaia di migliaia di precari) che penalizza la scuola italiana. Sarebbe un passo di civiltà e di correttezza che, tra l’altro, avverrebbe con invarianza di spesa, senza nessun costo aggiuntivo. Perché, questo è il paradosso, il precariato non solo pesa sulla qualità della scuola ma costa di più del personale stabilizzato!”.
Per il segretario generale Marco Paolo Nigi: “Ci troviamo di fronte a una sostanziale disattenzione della classe politica verso i reali problemi della scuola, dei giovani e del Paese, a una presa in giro di cui hanno responsabilità tutti i partiti e una parte degli apparati dello Stato. A questo punto dobbiamo dire che il declino cui assistiamo è voluto e non casuale. La mobilitazione è dichiarata e non escludiamo lo sciopero”.
Si attendono, ora, le dichiarazioni degli altri leader dei sindacati di comparto. Il tenere, comunque, non cambierà molto.
A discostarsi da questa forma di protesta, per il momento è stato solo l’Anief. Il sindacato autonomo, secondo cui l’unica strada da percorrere contro il blocco contrattuale è quella del ricorso in tribunale, ritiene che la decisione del Governo di prorogare lo stop stipendiale derivino dal via libera che nel 2011 gli stessi sindacati che oggi protestano (tranne la Cgil) “avallarono, quasi all’unanimità”, attraverso “l’accordo interconfederale del 4 febbraio 2011, per poi sottoscrivere l’atto di indirizzo successivo all’Aran del 15 febbraio con l’allora ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta”.