Sclerosi multipla, al via il primo corso europeo a distanza per l’infermiere specializzato

da Redattore Sociale

Sclerosi multipla, al via il primo corso europeo a distanza per l’infermiere specializzato

E’ promosso dall’ European Multiple Sclerosis Platform e dall’Aism, in collaborazione con la Sism. Obiettivo è garantire nei diversi Paesi europei la qualità e l’omogeneità dell’assistenza infermieristica e migliorare la formazione professionale degli operatori

ROMA – Si chiama “Ms nurse Professional” ed è il primo corso di formazione europeo per infermieri dedicati alla scelrosi multipla: l’iniziativa, promossa dall’ European Multiple Sclerosis Platform e dall’Aism (Associazione italiana sclerosi multipla), in collaborazione con la Sism (Società infermieri sclerosi multipla), è stata presentata ieri, in occasione del 9° Convegno nazionale della società.
Il corso potrà essere seguito attraverso piattaforma online ed è rivolto a tutti gli infermieri che assistono persone colpite da sclerosi multipla. Obiettivo è garantire nei diversi Paesi europei la qualità e l’omogeneità dell’assistenza infermieristica e migliorare la formazione professionale degli operatori, per rispondere ai bisogni dei pazienti e delle loro famiglie. In Italia – ricordano i promotori dell’iniziativa – sono 68.000 le persone con sclerosi multipla.

I percorso formativo è composto da diversi moduli che affrontano vari argomenti in maniera dettagliata: si va dalla presentazione clinica della SM alla diagnosi, dalle terapie alla gestione dei sintomi, dalla comunicazione con il paziente al supporto emotivo e psicologico. Il corso dedicato agli infermieri fa parte di un ampio progetto dal titolo ‘Multiple Sclerosis – Nurse Empowering EDucation – MS-NEED’; promosso dalla Piattaforma Europea, che coinvolge diversi Paesi tra cui l’Italia (rappresentata da Aism in collaborazione con Sism).

“L’esigenza di una formazione uniforme su tutto il territorio europeo – spiegano gli organizzatori – è emersa da un’indagine sull’assistenza infermieristica alle persone con SM, svolta nel biennio 2010-2011, che ha coinvolto 280 infermieri di 6 nazioni (Regno Unito, Italia, Polonia, Germania, Finlandia, Repubblica Ceca): i risultati hanno evidenziato molte differenze negli standard assistenziali infermieristici e la necessità di una formazione professionale più approfondita. E’ con questa consapevolezza – concludono – che i Paesi aderenti a MS-NEED nel 2012 si sono impegnati a collaborare per riconoscere ufficialmente la figura dell’infermiere dedicato alla SM, per definire insieme le competenze cliniche di riferimento per questo ruolo professionale. Un altro obiettivo è la costruzione di una rete europea che permetta agli infermieri SM di condividere le migliori pratiche cliniche, gruppi di supporto e opportunità di apprendimento”.

Stranieri e disabili

da Redattore Sociale

Ci sono anche i “malati di clandestinità”Storie di famiglie di immigrati con figli disabili, una doppia difficoltà fatta di chiusure e incomprensioni, ma anche di integrazione e buone prassi. Con i casi delle persone sedate nei centri di detenzione. L’inchiesta della rivista “Popoli”

Cosa significa crescere in Italia con una doppia difficoltà: quella di essere originario di un paese straniero e disabile? È questo il tema al centro della nuova inchiesta della rivista “Popoli”, che nel numero di novembre racconta le storie di famiglie immigrate con figli disabili, con le loro criticità e incomprensioni, ma anche casi di integrazione e buone prassi, dal nord al sud del paese. Una panoramica che parte dal centro Angsa (Associazione nazionale genitori di soggetti autistici) di Novara dove negli ultimi due anni sono arrivati i primi bambini di origine straniera: alcuni albanesi, una bambina africana (mamma della Nigeria e papà della Sierra Leone) e, da ultimi, una marocchina e un brasiliano.

“Diversi i percorsi di provenienza, le diagnosi, il bagaglio culturale della famiglie: ma tutte accomunate dallo stesso ‘shock’ che affrontano i genitori italiani” si legge nell’articolo. Come spiega Chiara Pezzana, neuropsichiatra infantile e responsabile del centro, infatti, per molti genitori immigrati l’ostacolo non è solo la lingua ma la comprensione culturale delle difficoltà dei propri figli autistici. Fondamentale è quindi il lavoro degli operatori, ma soprattutto dei mediatori culturali.

“Spesso gli utenti arrivano ai servizi e si trovano di fronte persone impreparate, non perché queste non sappiano affrontare la disabilità ma perché non sanno contestualizzarla – spiega Mara Tognetti, professore associato di Politiche sanitarie all’università di Milano Bicocca -. C’è un problema di capacità di presa in carico. Intendiamoci: i nostri operatori sono bravi, ma sono stati attrezzati per assistere individui che hanno il loro stesso codice di comportamento, non per queste nuove situazioni”. Secondo la docente, invece, si sta andando verso “un sistema dovetutti dovrebbero essere attrezzati. E non tanto perché arriveranno tanti immigrati disabili, ma perché dobbiamo pensare ad esempio a chi diventa disabile per un incidente sul lavoro o un incidente d’auto”.

Nell’inchiesta del mensile Popoli viene inoltre affrontato il tema dei “malati di clandestinità”. Coloro cioè che sono trattati come criminali, e che vengono sedati con psicofarmaci nei centri di detenzione. Migranti dimenticati ed espulsi, oppure rifiutati dalla società di cui parla anche la recente tragedia di Lampedusa. Il tema viene affrontato attraverso una lunga intervista a Roberto Beneduce, responsabile del Centro Frantz Fanon,  nato nel 1996, all’interno del dipartimento di Educazione sanitaria dell’Asl 1 di Torino, che oggi però prosegue il suo intervento in una sede autonoma. Qui vengono seguiti i rifugiati vittime di tortura nei paesi di origine, ma anche molti immigrati che subiscono atti di sopruso e razzismo in Italia.

Firenze. Autismo: dalla famiglia al mondo delle relazioni

Firenze. Autismo: dalla famiglia al mondo delle relazioni

L’Associazione Culturale No Profit “Firenze Magnifica”, in collaborazione con la rivista “Il Governo delle Idee” diretta dal Dott. Gianni Conti, nostro presidente onorario, ha enucleato per il settore scuola, in collaborazione con diverse figure professionali esperte, con il patrocinio del Comune di Firenze, un programma da sottoporre alla Vostra cortese attenzione, riguardante corsi di aggiornamento e convegni rivolti ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado.
L’Associazione, oltre che agli insegnanti, si rivolge anche ai genitori interessati ad una consapevole collaborazione con la scuola per un migliore e più proficuo percorso educativo dei propri figli nel rispetto delle linee guida ministeriali. Per le scuole secondarie di secondo grado gli incontri sono rivolti direttamente agli studenti.
Tenendo presenti le sollecitazioni emergenti dalla realtà scolastica e sociale (la necessità di recuperare valori fondamentali, la solidarietà e l’attenzione necessarie alle aree del disagio in ambito didattico), ci siamo orientati per l’anno scolastico 2013/2014 sulle seguenti tematiche:
– 23/11/2013 Autismo: dalla famiglia al mondo delle relazioni (Convegno con esperti e studiosi del settore)
– 14/12/2013 Formazione del pensiero logico e della responsabilità personale attraverso la regolarità ed il ritmo nelle attività quotidiane. L’imitazione come base dell’apprendimento e per la formazione della personalità (Seminario di aggiornamento per le scuole dell’infanzia 3-6 anni)
– 18/01/2014 I bisogni educativi speciali: l’analisi e l’intervento didattico nell’ottica dell’inclusione per tutte le tipologie (Seminario di aggiornamento per la scuola primaria e secondaria di primo grado)
– 15/02/2014 L’arte antica per l’uomo di oggi (Seminario di aggiornamento per la scuola primaria e secondaria di primo grado)
– 15/03/2014 L’apprendimento dell’umiltà intellettuale: dall’humus del terreno alla cultura (Seminario di aggiornamento per la scuola primaria e secondaria di primo grado)
– Apr/Mag Alfabetizzazione funzionale di base: le competenze della scuola (Incontro conclusivo per le insegnanti sul percorso attuativo delle indicazioni per il curriculum)
L’iscrizione ai convegni e ai seminari è totalmente gratuita.
E’ previsto il credito formativo
Ai fini del credito formativo, le insegnanti sono tenute a consegnare il “Modulo di Partecipazione Insegnanti” compilato in ogni suo campo al box di raccolta all’ingresso del convegno.

Ai fini di una migliore organizzazione del convegno, occorre anche comunicare preventivamente la propria partecipazione telefonando al Tel. 339-3297941 – Tel. 338-1177816

I PRESIDI INCARICATI NON SONO MERITEVOLI?

I PRESIDI INCARICATI NON SONO MERITEVOLI?

Nella seduta del 31 ottobre la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto legge n. 104/13,sopprimendo i commi da 8.ter a 8-novies dell’articolo 17,il cui nucleo originario – poi ampliato durante l’esame in Commissione – riveniva da un apposito emendamento a favore dei cosiddetti presidi incaricati,presentato da DIRIGENTISCUOLA con il supporto della CONFEDIR.

Di tale,radicale,soppressione non si è avuta nessuna menzione dai tradizionali sindacati di comparto,pure complessivamente maggioritari nella dirigenza scolastica per la cospicua appendice di tutti quei colleghi-datori di lavoro(reali o in pectore) che,con sommo autolesionismo,continuano a rilasciare deleghe a chi rappresenta la dialettica controparte dei(centinaia di migliaia) “lavoratori”(indistintamente,docenti e personale ATA). Mentre va dato atto della coerenza testimoniata dall’ “Organizzazione(singolarmente) più rappresentativa dei dirigenti delle istituzioni scolastiche”,che prima ha invitato gli onorevoli componenti la VII Commissione permanente della Camera dei Deputati a rivedere le proprie posizioni sulla,ritenuta,ennesima,ancorché mascherata,sanatoria ope legis e poi ha plaudito alla cassazione dell’emendamento,che è stato motivato non già per riconoscere il merito – che deriverebbe esclusivamente dalla vincita di un concorso ordinario,magari dopo la frequenza di lucrosi corsi a pagamento:organizzati,indovinate,da chi ? -,ma,prosaicamente,per presunta mancata copertura finanziaria.

Com’è noto,l’ampliato emendamento era finalizzato a sgombrare il campo dalle insolute situazioni  dei precedenti concorsi,aggrovigliatesi per l’insipienza della burocrazia ministeriale e per la sfrenata creatività dei tribunali amministrativ,prima della consegna del nuovo sistema  di reclutamento all’esclusiva competenza dell’ex Scuola superiore della pubblica amministrazione.

Trattavasi di definire le posizioni di tre categorie di aspiranti alla dirigenza:

-i docenti – oramai poche decine,in buona parte prossime alla pensione – che a decorrere dall’anno scolastico 2006/2007 siano stati confermati nell’incarico di presidenza per almeno un triennio(in sostanza:l’intera,risicata,platea);

-i candidati risultati idonei in procedure precedenti il concorso del 2011;

-i soggetti per cui pende ancora un contenzioso giurisdizionale relativo al concorso bandito nel 2004.

Per quest’ultima categoria può anche condividersi il denunciato effetto deflagrante su ogni futura procedura: l’ammettere a beneficiare di un percorso riservato coloro che hanno un contenzioso aperto,a prescindere dalla natura delle relative rivendicazioni,costituisce un messaggio ambiguo e pericoloso. In futuro nessuno accetterà più un risultato sfavorevole:tutti promuoveranno e sosterranno qualunque ricorso possibile,nell’attesa di una sanatoria.

Ma è alquanto singolare non ritenere meritevoli chi comunque ha superato delle preselezioni per titoli,prove scritte e prove orali,non conseguendo la nomina per carenza di posti e,soprattutto,i cosiddetti presidi incaricati.

Sono,questi ultimi,soggetti che,continuativamente,svolgono da anni la funzione di dirigenti scolastici a tutti gli effetti e senza essere mai incorsi in valutazioni negative formalizzate in atti.

La svolgono nelle scuole più problematiche,residuate dopo la mobilità dei colleghi di ruolo. Ed è tutta da dimostrare l’apodittica affermazione del presidente(a vita) del “sindacato più rappresentativo dei dirigenti delle istituzioni scolastiche” che questo sparuto gruppo di cirenei abbia compromesso il prestigio della professione. Così come è tutto da dimostrare la loro impossibilità  “di costituire un punto di riferimento professionale e deontologico per il restante personale”.

Nella lotta contro il tempo per la conversione in legge del decreto,la DIRIGENTISCUOLA-CONFEDIR forse può solo auspicare che l’emendamento possa essere ripreso dal Senato,perché la vessazione sin qui perpetrata nei confronti dei colleghi abbia finalmente il suo punto di arresto e sia resa loro giustizia.

Diversamente  ci si dovrà continuare a rivolgere ai giudici del lavoro. Già tre di essi,su ricorsi patrocinati da DIRIGENTISCUOLA-CONFEDIR,hanno statuito l’equiparazione economica con i dirigenti scolastici di ruolo.E la prossima tappa sarà l’incardinamento,per via giudiziaria,nei ruoli della dirigenza scolastica,sulla scorta della giurisprudenza comunitaria – prevalente ratione materiae – che vieta l’iterazione di coniratti  a termine per soddisfare non esigenze eccezionali e a termine dell’Amministrazione,bensì,in via di fatto,esigenze ordinarie e a tempo indeterminato.

E non può dubitarsi che la DIRIGENTISCUOLA-CONFEDIR sarà a loro fianco.

Studenti in piazza: martedì sit in e flash mob per «un cambiamento vero»

da Corriere della Sera

«Change the Way», in attesa della GIORNATA DI PROTESTA nazionale del 15 novembre

Studenti in piazza: martedì sit in e flash mob per «un cambiamento vero»

Udu e Rete Studenti lanciano la mobilitazione in tutta Italia: «Dal dl Scuola, solo briciole»

Slogan, cartelli stradali, una sfilata  di volti sorridenti. Si danno appuntamento con un video «ufficiale», gli studenti, per la Giornata internazionale per il diritto allo studio del 15 novembre. Lanciata dalle associazioni – UdU e Rete degli studenti in testa – la «mobilitazione per il diritto allo studio e contro le politiche di austerity», verrà preceduta da una serie di sit in e flash mob in tutte le città italiane. Pronto lo slogan: «Change the way». «Con l’approvazione del dl scuola alla Camera, più di prima siamo convinti della necessità di invertire la marcia – ha detto a Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’Unione degli universitari -. Le briciole del Governo su scuola, università e diritto allo studio non ci bastano, vogliamo un cambiamento vero. Per questo domani (martedì, ndr) da Trento a Palermo ci mobiliteremo per denunciare i problemi che da troppo gravano sulle nostre università».

«INVERTIRE LA MARCIA» – Daniele Lanni, portavoce Rete studenti medi, aggiunge: «Martedì ci mobiliteremo nelle nostre scuole per chiedere che l’istruzione diventi prioritaria per il Paese e non una mera voce di bilancio per cui sembra una missione quasi impossibile trovare degna copertura economica. Siamo convinti che l’inversione di marcia che chiediamo debba essere un’inversione oltre che italiana anche e sopratutto europea affinché politiche di austerity come quelle portate avanti sino ad oggi non siano la causa della chiusura delle nostre università come è accaduto ad Atene». Flash mob di denuncia in tutta Italia, dunque; e il 15 novembre «tutti in piazza per chiedere una vera inversione di marcia».

SOLIDARIETÀ PER LEONARDA – Martedì gli studenti manifesteranno anche in segno di solidarietà con i ragazzi che in Francia scenderanno in piazza in difesa di Leonarda – la 15enne rom espulsa dalla Francia in Kosovo, dopo essere stata fatta scendere il 9 ottobre dal bus scolastico che la portava in gita con i compagni – e dell’accesso libero all’istruzione».

Un banco digitale per aiutare gli alunni disabili

da La Stampa

Un banco digitale per aiutare gli alunni disabili

Progettato dall’università di Firenze
firenze

 Può migliorare le capacità di scrittura, lettura e memorizzazione dei bambini diversamente abili, favorirne la socializzazione con i compagni di scuola e l’integrazione in classe. Si chiama SmartTrek ed è un banco digitale progettato, grazie a un finanziamento della Regione Toscana, da un gruppo di ricercatori dell’Università di Firenze coordinati da Simonetta Ulivieri.

«Proprio uno dei valori aggiunti di questo progetto è l’approccio multidisciplinare – spiega Sandra Zecchi, delegato del rettore per le questioni sulla disabilità – che ha interessato tutte le fasi, dalla ideazione fino alla valutazione del dispositivo, e che ha visto impegnato un gruppo di giovani ricercatori con background culturale diverso, che hanno lavorato insieme anche costruendo un linguaggio comune».

L’apparecchio consente allo studente l’interazione con la lavagna multimediale della classe attraverso la scrittura, il disegno e l’uso di applicativi, permette la registrazione delle lezioni e la possibilità di rivederne alcune parti.

Il dispositivo è stato progettato in modo da essere ergonomico e integrato con le altre postazioni della classe, in modo da agevolare l’interazione con tutti i compagni. «Siamo partiti nel 2010 approdando a un’analisi dei bisogni attraverso il confronto con le scuole primarie e secondarie di primo grado grazie alla collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale di Firenze – prosegue Zecchi – al termine di questi incontri abbiamo deciso di lavorare a un prototipo che potesse essere utilizzato da parte di bambini con disabilità agli arti inferiori. Nella progettazione il gruppo di lavoro ha prestato attenzione alla possibilità di modificare il sistema sulle specifiche esigenze di ogni singolo studente e alla necessità di contenere i costi di produzione».

I prototipi sono stati realizzati da una ditta di Empoli, la Ceam, e testati, a partire dalla primavera 2013, per alcuni mesi, in tre scuole di Firenze, Barberino del Mugello e Capannori.

«I risultati sono stati complessivamente positivi soprattutto in relazione alle capacità di lettura, memorizzazione e di inclusione – aggiunge Zecchi – le insegnanti con cui abbiamo collaborato ci hanno dato riscontri molto interessanti e avanzato, a loro volta, suggerimenti dei quali il gruppo di ricerca terrà sicuramente conto».

«A maggio si è tenuto un convegno per tracciare un bilancio sull’esperienza di SmartTrek – conclude Zecchi – contiamo adesso di realizzare una pubblicazione per documentare i risultati che abbiamo raggiunto. Inoltre ci confronteremo nuovamente con la Regione per verificare se vi siano le condizioni per realizzare nuovi progetti, sempre nel campo della domotica, rivolti a utenti con altre disabilità».

Classi di concorso, riforma sparita

da ItaliaOggi

Classi di concorso, riforma sparita

Rivedere le classi di concorso per ridurle nel numero e farle corrispondere ad aree disciplinari più ampie, funzionali a una gestione più flessibile degli organici. Rivedere le classi di concorso anche per farle corrispondere alle cattedre attive nelle scuole, cioé alle materie insegnate ai ragazzi in base ai nuovi programmi, e a quelle di cui si ha effettivamente bisogno.

Alessandra Ricciardi

A 5 anni dalla legge che le prevedeva (il decreto legge 112/20008), a supporto di una riduzione delle ore di lezione nella più ampia e cruenta riforma Tremonti-Gelmini, e dopo innumerevoli bozze di decreto (se ne contano almeno sei), delle nuove classi di concorso non se ne sa più nulla. Non se ne ha traccia neanche ai tavoli di confronto con i sindacati. Intanto si stanno avviando per migliaia di docenti precari nuovi percorsi di abilitazione riservati (i cosiddetti Pas) sulle vecchie classi. Con la conseguenza che potranno anche esserci insegnanti di nuova abilitazione in stenodattilografia e trattamento testi (A075 e A076), discipline in via di esaurimento e i cui docenti già di ruolo sono stati dirottati per esempio su informatica. E si segnalano anche sparute richieste di Pas per la classe di concorso di economia domestica. Il simbolo di un’altra Italia.

La mancata approvazione delle nuove classi di concorso sta creando difficoltà anche nella gestione quotidiana degli organici a livello territoriale, nella confluenza tra vecchie classi e nuove cattedre post riforma Gelmini. E numerosi sono i ricorsi da parte di chi si sente scavalcato rispetto alla propria graduatoria.

Francesco Profumo aveva provato, a pochi giorni dalla scadenza del mandato di ministro dell’istruzione, a firmare il decreto di riordino: per le scuole secondarie, il decreto prevedeva 56 classi di concorso, di cui 6 di nuova istituzione, al posto delle precedenti 122, a coprire l’intera area umanistica e scientifica. Altre 26 per gli insegnanti tecnico-pratici al posto delle 55 del decreto ministeriale del 1998. Una riduzione della frammentazione che rispondeva all’esigenza di una gestione più flessibile dei docenti su ambiti disciplinari più ampi, con risparmi a cascata anche sui corsi di formazione e i concorsi (più corsisti a percorso, meno commissioni ai concorsi). Un riordino complessivo insomma di ordinamenti e reclutamento che ha dovuto fare i conti con alcune incertezze dell’amministrazione e resistenze dei sindacati. «Non si fanno riforme di questo tipo quando ormai il governo è già a casa», tuonò la Flc-Cgil. A creare perplessità la fase transitoria, quella in cui convivono abilitati delle precedenti classi e delle nuove. Preoccupazioni soprattutto per i 170 mila docenti precari delle graduatorie a esaurimento: unificare le vecchie classi per dar vita alle nuove significa infatti anche unificare le graduatorie e gli organici. Con la conseguenza che magari un prof al terzo posto di una graduatoria finisca per diventare decimo dopo l’accorpamento. «In passato c’è stata una gestione confusa, ma la revisione delle classi di concorso per quanto ci riguarda va fatta», dice Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola, «garantendo la gradualità dell’attuazione per il personale in servizio sia per la stabilità dell’organico che per la professionalità». Predica cautela Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola: «Visto che è stata fatta una riforma delle superiori che non è ancora giunta a conclusione, giacché manca l’ultimo anno, e che comunque ha già richiesto un forte adattamento, aspettiamo di vederne i risultati e poi valutiamo. Non abbiamo bisogno di approssimazioni, che produrrebbero solo ulteriore disorientamento nella scuola». Chiarisce Mimmo Pantaleo, numero uno della Flc-Cgil: «Non ci sono no ideologici da parte nostra, ma motivazioni di merito, per esempio siamo convinti che vadano ripristinati gli ambiti disciplinari, per consentire lo scambio dei docenti tra medie e superiori. Ma le classi di concorso vanno razionalizzate, ci sono classi ormai superate così come ne mancano altre di cui si ha estremo bisogno. Non si può pensare però di procedere con la mannaia».

Libri di testo, un vero optional

da ItaliaOggi

Libri di testo, un vero optional

Potranno essere sostituiti da strumenti alternativi. Il decreto scuola al senato. Torna la geografia nei professionali. Novità per i dirigenti

Antimo Di Geronimo

I libri di testo non saranno più obbligatori e potranno essere sostituti da strumenti alternativi. Nel biennio dei professionali sarà reintrodotta la geografia e l’orientamento degli alunni, nell’ultimo anno delle medie e nel biennio finale delle superiori, sarà obbligatorio e rientrerà nell’orario di lavoro.

Sono queste alcune delle disposizioni contenute nel disegno di legge di conversione del progetto di legge 104/2013, approvato dall’aula della camera il 31 ottobre scorso (1574-A). Il testo sarà in discussione al senato da domani, in vista dell’approvazione definitiva. Che dovrà avvenire entro l’11 novembre prossimo, pena la decadenza del decreto. Va detto, inoltre, che la Corte costituzionale, con la sentenza 360/96, ha precluso al governo la possibilità di reiterare i decreti legge. E dunque, l’imminenza del termine di decadenza induce a ritenere che il passaggio al senato dovrebbe essere meramente confermativo.

Formazione e fumo

L’aula di Montecitorio ha mitigato gli effetti della disposizione che puniva con la formazione coatta i docenti delle scuole i cui alunni avessero ottenuto voti bassi alle prove Invalsi. In ciò modificando la norma da precettivo-sanzionatoria a norma di indirizzo, rivolta ad una platea molto più ampia. Anche se qualifica la formazione come un vero e proprio obbligo. Resta confermata, inoltre, la norma che vieta l’uso delle sigarette elettroniche nelle scuole e nelle pertinenze. Ma la camera ha modificato la destinazione dei proventi derivanti dalle multe da applicare ai trasgressori.

I soldi delle sanzioni, inizialmente destinati al ministero della salute per studi sugli effetti derivanti dall’uso di sigarette elettroniche, adesso rimarranno alle scuole. E saranno destinati a finanziare attività formative finalizzate all’educazione alla salute. L’importo della sanzione andrà dai 25 a 250 euro per i meri trasgressori. E saranno raddoppiati per chi fumerà in classe. Ma se a trasgredire il divieto sarà il preside o il soggetto incaricato di far rispettare il divieto, l’importo della sanzione andrà da 200 a 2mila euro. Il provvedimento prevede anche lo stanziamento di 3,6 milioni per l’anno 2013 e di euro 11,4 milioni per l’anno 2014, per avviare in via sperimentale il prolungamento dell’orario di apertura delle scuole nelle aree a rischio dispersione. A questo proposito, il testo licenziato alla camera chiarisce che questi soldi serviranno anche per retribuire le attività aggiuntive del personale docente coinvolto. E quindi i relativi oneri non graveranno sul fondo di istituto.

Orientamento e rete

Ciò non vale, invece, per le attività di orientamento. Che in via ordinaria dovranno rientrare nell’orario d’obbligo (come peraltro avviene di solito). Ma se l’orario di lavoro ordinario non dovesse bastare, la nuova stesura elaborata dalla camera prevede che si attinga al fondo di istituto, previa contrattazione integrativa. Resta confermata anche la norma che prevede la possibilità per le Regioni di contrarre mutui trentennali destinati alla realizzazione di interventi di edilizia scolastica per un importo di 40 milioni annui (art. 10). Idem per quanto riguarda l’introduzione della connettività wireless nelle scuole secondarie (con priorità per le superiori) per la quale è prevista un’autorizzazione di spesa il 2013 e il 2014, rispettivamente di 5 milioni di euro e di 10 milioni di euro. Il progetto di legge prevede, inoltre, l’introduzione di una sola ora di «geografia generale ed economica» in una delle due classi del primo biennio di quegli istituti tecnici e professionali nei quali la materia è stata completamente cancellata dalla riforma Gelmini. E ciò consentirà la formazione di 287 cattedre di geografia in più per le quali saranno stanziati circa 10 milioni di euro a decorrere dal 2014. Il dimensionamento scolastico avverrà in sede di conferenza unificata Stato-Regioni. Ma sempre senza sforare i vincoli di spesa.

Assunzioni e sostegno

Inoltre, l’articolo 15 del disegno di legge prevede che nel triennio 2014-2016 saranno disposte immissioni in ruolo nell’ordine di 27.872 docenti e 13.400 Ata. E in più saranno disposte 26.684 assunzioni a tempo indeterminato di docenti di sostegno, sempre nel triennio. L’aula della camera ha previsto anche l’unificazione delle aree del sostegno nelle superiori. Che si applicherà solo alle graduatorie di istituto: nel triennio 2014/2017 agli elenchi di II e III fascia e a partire dal 2017 anche alla prima fascia. Il testo varato dalla camera conferma la disposizione che prevede la riforma del reclutamento dei dirigenti scolastici tramite un corso concorso presso la scuola nazionale dell’amministrazione. Ma introduce una norma che prevede il previo esaurimento delle graduatorie degli ultimi concorsi. Il testo licenziato dalla camera reintroduce anche la valutazione del bonus maturità, ma solo per quest’anno. Affinché possano giovarsene gli studenti che stanno sostenendo le prove o le abbiano appena sostenute, in deroga al divieto previsto dal decreto 104, che avrà valore dal prossimo anno.

Inamovibilità

Salta il divieto di mobilità interprovinciale per 5 anni, fortemente voluto a suo tempo dalla Lega. Ma non del tutto, il vincolo rimarrà solo per 3 anni. Fatta salva la disciplina speciale contenuta nella legge 104/92 per i portatori di handicap e chi li assiste.

La norma abbassa il limite di permanenza coatta nella provincia di immissione in ruolo, ma non recepisce in toto la normativa comunitaria. Che peraltro, non solo vieta l’introduzione di preclusioni alla mobilità dei lavoratori, ma sancisce espressamente il cosiddetto diritto di stabilimento.

La norma sull’inamovibilità per i neoimmessi in ruolo, peraltro, già adesso è derogabile nel caso del genitore del figlio di età fino a 3 anni e in altri casi previsti dalla legge. Ulteriori deroghe, anche il limite dei 3 anni sono comunque previste dalla legge 104/92 in favore dei portatori per i portatori di handicap. Idem per quanto riguarda coloro che assistono un familiare portatore di handicap grave.

Nuovi abilitati, niente GaE. Ma la Camera chiede al Governo di valutarne l’opportunità

da Tecnica della Scuola

Nuovi abilitati, niente GaE. Ma la Camera chiede al Governo di valutarne l’opportunità
di A.G.
L’indicazione è giunta nell’ultima giornata di discussione del D.L. 104 a Montecitorio: tra i provvedimenti da esaminare c’è l’unificazione della fascia aggiuntiva alla terza, la concessione del titolo abilitante agli idonei al concorsone, l’inserimento di chi ha terminato il TFA ordinario nella terza fascia all’atto del nuovo aggiornamento. E il prolungamento oltre il biennio della validità delle graduatorie di merito per il concorso a cattedra.
Niente da fare. Almeno per il momento. Decine di migliaia di neo-abilitati speravano che attraverso il D.L. 104, approvato alla Camera giovedì scorso e ora al Senato per la conversione definitiva in legge da attuare entro lunedì prossimo, sarebbero potuti approdare nelle Graduatorie ad esaurimento già dalla prossima primavera. Invece, i tanti emendamenti proposti da deputati appartenenti a più “casacche” parlamentari sono stati sistematicamente cassati. La maggior parte non sono nemmeno giunti in Aula, perché dichiarati inammissibili dalla VII Commissione Cultura.
A Montecitorio, comunque, la proposta è stata di nuovo presentata. Stavolta, seppure l’esito è stato sempre lo stesso, qualcosa si è mosso. Sono stati infatti accolte come Raccomandazione nei confronti del Governo e con la formula “valutare l’opportunità di” una serie di proposte che riguardano proprio la riapertura delle GAE.
A darne notizia è l’Anief. Che, attraverso il proprio sito internet, entra anche nel merito delle tipologie di accoglimenti: la A/77 per l’unificazione della fascia aggiuntiva alla terza; la A/11 e A/13 per l’inserimento degli abilitati TFA ordinario e PAS nella fascia aggiuntiva e idonei concorso ordinario a cui va il titolo abilitante in occasione del nuovo concorso; la A/71 per l’inserimento di chi ha terminato il TFA ordinario nella terza fascia all’atto del nuovo aggiornamento.
Inoltre, per il concorso a cattedra un ordine del giorno bipartisan impegna il Governo a prolungare oltre il biennio la validità delle graduatorie di merito stilate per le assunzioni dei vincitori, visto che soltanto il 25% rispetto ai posti banditi è stato assunto il 1 settembre 2013.
“Ora tocca al Governo – commenta il sindacato guidato da Marcello Pacifico – in assenza di un nuovo sistema di reclutamento, di dare attuazione alle raccomandazioni accolte prima delle sentenze dei tribunali amministrativi e del lavoro. Si ricorda, d’altronde, che già nell’ordine del giorno n. 9/4865 – B/21 presentato dall’on. Antonino Russo nella seduta n. 591 del 23 febbraio 2012, di concerto con l’Anief s’impegnava il Governo a inserire nella terza fascia, secondo il rispettivo punteggio, i docenti collocati nella fascia aggiuntiva all’atto dell’aggiornamento previsto per l’a. s. 2014-2015”.
Insomma, la prima richiesta risale a circa 20 mesi fa. Ma le GaE continuano ad essere blindate.

111,8 milioni per mettere in sicurezza le scuole

da Tecnica della Scuola

111,8 milioni per mettere in sicurezza le scuole
In esecuzione il programma straordinario per la messa in sicurezza degli edifici 
scolastici finanziato con 111,8 milioni. La Cassa depositi e prestiti ha comunicato alle amministrazioni interessate che possono dare il via alle procedure per ricevere i soldi. Privilegiato il Nord
La notizia è del Sole 24 ore che specifica che il programma prevede 989 micro-interventi in scuole 
prevalentemente pubbliche e prevalentemente nelle aree del nord Italia.
I comuni non devono chiedere l’accesso all’apposita sezione del portale Cdp 
riservata agli utenti per chiedere l’erogazione delle risorse. Le risorse erano state stanziate nel novembre 2008 
dal decreto cosiddetto “anticrisi” (n. 185/2008). I fondi sono stati destinati al programma in 
attuazione della risoluzione parlamentare del 2 agosto 2011 (AC 8-00143) sottoscritta 
congiuntamente dalle Commissioni V e VII della Camera.

 Più in dettaglio, l’onere è imputato alle risorse individuate dalla delibera Cipe n.114/2008 e 
precisamente sui contributi quindicennali per tre milioni di euro a partire dall’annualità 2009 e 
7,5 milioni di euro a partire dall’annualità 2010 così come individuati all’art. 21 del Dl 185/2008.
 Se si guarda alla distribuzione delle risorse su base regionale appare evidente che 
l’assegnazione dei fondi ha privilegiato soprattutto istituti nei comuni del Nord. Poco hanno 
raccolto regioni come l’Abruzzo (55mila euro in tutto), Calabria (500mila), Basilicata 
(200mila), Puglia (150mila), Molise (200mila) o Campania (1,12 milioni).

 Molto meglio sono andate le città del nord, con i comuni lombardi che hanno totalizzato quasi 37 
milioni. Bene anche i territori del Piemonte (11,6 milioni), Lazio (11,8), Veneto (10,7).

Contratto scuola: c’è il rischio di un peggioramento

da Tecnica della Scuola

Contratto scuola: c’è il rischio di un peggioramento
di Lucio Ficara
Il Ministro vorrebbe forse un contratto con meno diritti e più doveri, ma questo per i sindacati non è accettabile. In discussione ci potrebbero essere lo sviluppo di carriera e l’orario di servizio dei docenti.
Dalle parole del ministro Carrozza, che ascoltiamo  in ogni occasione pubblica, in cui si parla di rinnovo contrattuale della scuola, si colgono dei segnali preoccupanti che ci inducono ad avere cattivi pensieri sulla sua idea di rinnovo del contratto. Il ministro Carrozza infatti è fortemente convinta della necessità di introdurre, per gli insegnati, una nuova forma contrattuale, sostenendo che le novità che vorrebbe introdurre sono per molti un vero e proprio  tabù. Ma quali sarebbero i tabù di cui parla il ministro Carrozza? Chi sarebbero i molti che considerano intoccabile, almeno in alcuni punti, il contratto della scuola?  Probabilmente tra i tabù a cui riferisce la responsabile del ministero di viale Trastevere, c’è il discorso dell’aumento dell’orario settimanale di servizio dei docenti della scuola secondaria e il superamento dell’aumento di stipendio legato all’anzianità di servizio. Due punti che effettivamente trovano molta resistenza all’interno della categoria e la contrarietà manifestata da tutti i sindacati.  Nonostante queste resistenze, il responsabile del Miur considera un’esigenza primaria il rinnovo del contratto della scuola, anche perché il contratto vigente è bloccato dal 2009 e inoltre, a partire dal prossimo 9 novembre, per effetto del DPR 122/2013, rimarrà ulteriormente bloccato per tutto il 2014. Quindi il ministro Carrozza dedicherà il 2014, come lei stessa ha dichiarato,a gettare le basi per il rinnovo del contratto scuola. La piattaforma contrattuale che ha in testa il ministro, che non sembra discostarsi troppo, da quella dell’ex ministro Profumo, rischia di essere peggiorativa rispetto all’attuale contratto. Non si tratta quindi di tabù, ma piuttosto di un’opposizione fatta nei confronti di un tentativo di “reformatio in pejus” dell’attuale contratto scuola. La logica del rinnovo contrattuale è quella di migliorare il precedente contratto e non di peggioralo con l’applicazione di norme restrittive, volte ad eliminare diritti e introdurre carichi di doveri aggiuntivi. Nell’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto scuola che il ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza dovrebbe inviare all’Aran per aprire il confronto con i sindacati ci sarebbe l’intenzione di cancellare gli scatti di anzianità del personale della scuola , in linea con il provvedimento del blocco degli scatti di anzianità per l’anno solare 2013. Tra i ragionamenti che al Miur stanno facendo, ma con molti timori delle reazioni sindacali, c’è anche la questione dell’aumento dell’orario settimanale di servizio dei docenti della scuola secondaria, che tanta protesta ha provocato, quando era stata proposta, per via legislativa, dal ministro Profumo. Forse la questione dell’aumento dell’orario di servizio dei docenti è utilizzato dal Miur per alzare la posta, per poi recedere, ottenendo in contropartita il via libera sull’abolizione del sistema degli scatti di anzianità. Nel frattempo il sindacato sembra avere ritrovato una certa compattezza che si materializzerà nella manifestazione unitaria del 30 novembre 2013, che potrebbe rappresentare le prove tecniche di uno sciopero generale. Significative al riguardo le parole del Coordinatore nazionale della Gilda insegnanti Rino Di Meglio, che dichiara fermamente l’indisponibilità a discutere con il Governo di un rinnovo contrattuale che si limiti all’aspetto normativo senza considerare anche la parte economica. La scuola, aggiunge Di Meglio, non è una catena di montaggio e la sua produttività può aumentare soltanto restituendo dignità ai docenti.

Aggiornamento della banca dati dell’Osservatorio Tecnologico

da Tecnica della Scuola

Aggiornamento della banca dati dell’Osservatorio Tecnologico
di L.L.
La rilevazione delle dotazioni multimediali della scuola deve essere conclusa al massimo entro il 19 novembre 2013
Nell’ottica di conoscere nel dettaglio la reale consistenza delle dotazioni multimediali delle scuole, aggiornata al nuovo anno scolastico 2013/14, e di programmare il prossimi interventi, il Miur ha deciso di ristrutturare l’Osservatorio Tecnologico già realizzato e avviato negli anni precedenti, rendendolo più semplice ed intuitivo.
Tutte le scuole statali sedi di dirigenza scolastica (esclusi i CTP) e le scuole/plessi ad esse facenti capo (ognuna con i dati di propria pertinenza) sono invitate a partecipare alla rilevazione che si svolgerà attraverso le apposite funzioni SIDI/Rilevazioni a partire dal 5 novembre e fino al 19 novembre 2013. La rilevazione non va effettuata nel caso di sezioni funzionanti presso carceri ed ospedali e per i corsi di scuola serale.
L’aggiornamento dei dati è fondamentale soprattutto in vista delle prossime iscrizioni on-line, perché le informazioni immesse andranno a confluire dell’applicazione Scuola in chiaro.
Da domani, 5 novembre, sarà pubblicata la guida operativa che illustra nel dettaglio l’intera procedura. Per eventuali chiarimenti possono essere contattati i numeri dedicati all’Osservatorio Tecnologico, mentre per problemi tecnici dell’applicazione è disponibile il numero verde del gestore del sistema informativo 800903080.

In G.U. la Legge sulle assenze dei donatori di sangue

da Tecnica della Scuola

In G.U. la Legge sulle assenze dei donatori di sangue
di P.A.
Tra le novità in G.U. l’atteso art. 4 bis che modifica l’art 6 comma 2 quater del DL 216/11 (legge 14/12) con l’aggiunzione che le assenze “per coloro che godono di congedi parentali sono equiparate a servizio effettivo”
Il caso dunque, sollevato dal nostro sito, con cui si denunciava che l’Inps, dopo la riforma Fornero, non conteggiava più nel calcolo pensionistico tutte le giornate in cui i lavoratori fossero stati assenti, perché impegnati nella donazione del sangue, nonostante si fosse autorizzato dalla legge ad avere un “recupero” (cfr la legge 219/05, che all’articolo 8 comma 1 prevde il riconoscimento della retribuzione e dei contributi per la giornata in cui si è compiuta la donazione), viene definitivamente risolto. L’art. 4 bis modifica l’art 6 comma 2 quater del DL 216/11 (legge 14/12)con l’aggiunzione di: “…nonche’ per la donazione di sangue e di emocomponenti, come previsto dall’articolo 8, comma 1, della legge 21 ottobre 2005, n. 219, per i congedi parentali di maternità e paternità previsti dal testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151.” Pertanto le assenze per i donatori di sangue nonché le assenze per coloro che godono di congedi parentali sono equiparate a servizio effettivo e non avranno effetti negativi per la penalizzazione sulla pensione “anticipata” prevista dall’art. 24 della legge 214/2011(D.L. 201/2011) e succ mod. ed int.(D.L. 216/2011) per quanti vanno in pensione con meno di 62 anni. Si ricorda che il Decreto 101/2013, a fronte di una sentenza negativa del Tar, prevedeva all’art. 2 comma 4 e 5 la validità dei pensionamenti d’ufficio per i 65 anni

5 novembre: change the way!

da tuttoscuola.com

5 novembre: change the way!

Hanno scelto un’espressione inglese,  Change the way!, gli studenti aderenti all’UdU (universitari) e alla Rete (medi) come parola d’ordine per invitare i loro compagni a partecipare alle varie iniziative, compresi flash mob, indette in tutte le città italiane nella giornata del 5 novembre sui temi dell’istruzione e del diritto allo studio “per denunciare i problemi delle nostre scuole e università chiedendo di invertire la marcia contro le politiche di austerity” e in vista della iniziativa internazionale per il diritto allo studio in calendario per il 15 novembre.

Il 15 Novembre ci mobiliteremo in tutta Italia allo slogan ‘Change the Way!’, perché è tempo di invertire la marcia su Scuola e Università”, ha dichiarato Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’ Unione degli universitari, spiegando: “Il 5 novembre in tutta Italia si svolgeranno dei flash mob durante i quali esporremo i cartelli stradali raffiguranti i disastri della scuola e dell’università italiane per dire che vogliamo invertire marcia”.

L’idea è quella di “far invertire la marcia a tutti i passanti per spiegare che il mondo dell’istruzione necessita di cambiamenti radicali, di investimenti sostanziosi e di una riforma strutturale”, ha detto a sua volta Daniele Lanni, portavoce nazionale della Rete degli studenti medi, aggiungendo: “Il Dl Scuola non ci dà le risposte che ci aspettavamo, e la legge di stabilità non migliora affatto la situazione. Le nostre difficoltà sono ogni giorno maggiori e per questo saremo in piazza il 15 novembre”.

Per l’Udu, “l’inversione di marcia deve essere un’inversione oltre che italiana anche e soprattutto europea affinché politiche di austerity come quelle portate avanti sino ad oggi non siano la causa della chiusura delle nostre università come è accaduto ad Atene“.

E l’appello degli studenti italiani è rivolto anche agli studenti degli altri Paesi europei che “il 15 novembre saranno insieme a noi per il diritto allo studio e che domani 5 novembre in Francia scenderanno in piazza in difesa dell’accesso libero all’istruzione”.