SULLA QUESTIONE DEL MANCATO PAGAMENTO DELLE FERIE NON GODUTE DEI PRECARI DELLA SCUOLA
Con l’arrivo del mese di novembre 2013 è arrivata la consapevolezza che per quest’anno i precari della scuola non riceveranno come di consueto la monetizzazione delle ferie non godute per l’anno di lavoro passato, il 2012/2013.
La ‘legge di stabilità’, che prevede la cassazione di questo diritto a partire dal 2013/2014, contravvenendo incredibilmente ad ogni regola, sembra rendere operativa questa norma retroattivamente. A causa di interpretazioni confuse e contrastanti e di uno sterile botta e risposta tra MIUR e MEF, le ragionerie territoriali, sappiamo, sono state raggiunte da una non ben precisata circolare operativa che sospende per il momento ogni iniziativa di pagamento e lascia, senza una parola di spiegazione, i lavoratori della scuola privati dei loro soldi e completamente inascoltati.
Vedersi attribuire, in questo periodo dell’anno, il corrispettivo in denaro di 2,6 giorni di ferie maturati di diritto ogni mese, non ha mai rappresentato per i precari un “regalo autunnale” gentilmente concesso dallo Stato, piuttosto un modo per sanare una situazione tipicamente scolastica e profondamente ingiusta: quella, cioè, di non poter usufruire delle ferie dovute nel corso dell’attività didattica, se non per soli 6 giorni previo reperimento dei propri sostituti, né al termine dell’attività didattica, ovvero dopo il 30 di giugno, data che, come è noto, coincide con la scadenza del contratto di lavoro per la gran parte del precari.
Rivendichiamo con forza il pagamento delle ferie non godute in quanto esso costituisce un diritto fondamentale che cerca almeno in parte di ristabilire una equiparazione di fatto tra docenti di ruolo e docenti di precari, docenti che svolgono pari mansioni e hanno pari responsabilità e che solo a causa dell’inadempienza colpevole dello Stato si ritrovano professionalmente su piani diversificati, ovviamente peggiorativi per questi ultimi.
Evitare il pagamento delle ferie non godute ai precari della scuola appare come un gesto drammaticamente simbolico, l’ennesimo schiaffo per una categoria che negli ultimi anni ha subito più di molte altre restrizioni e tagli e che sempre con maggiore evidenza è considerata dal proprio “datore di lavoro” priva di dignità e indegna di considerazione.
Quale giustificazione può essere trovata da questo governo allo scippo delle ferie dei precari della scuola? Consideriamo questo provvedimento iniquo e fortemente lesivo di un diritto costituzionale: il diritto alle ferie per chiunque svolga un lavoro.
Ancora una volta, nel momento in cui si inneggia da più parti ad un cambiamento di rotta per quanto riguarda il settore dell’istruzione, laddove si parla di nuovi investimenti, di rigenerata attenzione o addirittura di “ripartenza” da parte del Ministro Carrozza, siamo costretti a constatare che le parole che ci investono si rivelano quanto mai false e vuote. A smentirle ci pensano i fatti con un’emergenza che non lascia dubbi su quali siano le reali priorità e con quali terribili modi siano perseguite.
5 DICEMBRE ore 15,30 – 18,00
PRESIDIO
SOTTO LA RAGIONERIA DI STATO
via Zuretti 34
contro il FURTO DELLE FERIE NON GODUTE OPERATO DALLO
STATO A DANNO DEI DOCENTI PRECARI
In base alla Spending Review i lavoratori precari della scuola non hanno più diritto alla
monetizzazione delle ferie non godute pur svolgendo le stesse attività dei colleghi assunti
a tempo indeterminato. Tale atto comporta un grave danno a livello economico (in media
ogni lavoratore precario perderà circa 1100 euro!) e lede un diritto fondamentale sancito
dalla nostra Costituzione e dallo Statuto dei Lavoratori, il diritto alle ferie!
Si crea inoltre un pericoloso precedente che apre la strada ad ulteriori disparità di
trattamento fra lavoratori dello stesso settore. Lo scopo evidente è quello di mettere in
discussione il sistema stesso dei Contratti Collettivi del Lavoro e lo Statuto dei lavoratori.
Quale sarà dunque il prossimo attacco ai diritti dei lavoratori della scuola?
Un aumento delle ore a parità di stipendio? Una riduzione complessiva delle ferie per tutti i
docenti? Una riduzione dell’autonomia dell’insegnamento? Una gerarchizzazione dei docenti
che vedranno diminuire il proprio stipendio in base ai risultati dei test Invalsi?
Dobbiamo mantenere alta la pressione sul MIUR, sul Governo, sulle forze politiche, perché i
Governi cambiano, ma le nostre rivendicazioni restano!
Solo attraverso la mobilitazione, le manifestazioni e gli scioperi possiamo difendere i nostri
diritti e riprenderci quelli che ci hanno tolto, anche grazie al nostro silenzio!
CHIEDIAMO QUINDI A TUTTI I LAVORATORI DELLA SCUOLA DI SCENDERE IN
PIAZZA PER UN PRIMO MOMENTO DI PROTESTA CONTRO QUEST’ENNESIMO
ATTACCO!
GIORNO 5 DICEMBRE, TUTTI SOTTO LA RAGIONERIA DI STATO
PER DIFENDERE I NOSTRI DIRITTI!