Carrozza: il mio Invalsi con il contributo di tutti

da Corriere della Sera

CONVEGNO TREElLLE-COMPAGNIA DI SAN PAOLO SULLA VALUTAZIONE

Carrozza: il mio Invalsi con il contributo di tutti

Il ministro sfida i critici: voglio candidature di alto livello

Mariolina Iossa

Presto sarà nominato il nuovo presidente dell’Invalsi. Lo dice il ministro Maria Chiara Carrozza al convegno organizzato da TreeLLLe e da Fondazione per la Scuola Compagnia di San Paolo alla Luiss sulle esperienze internazionali di valutazione dei sistemi scolastici. E così risponde alle polemiche di questi giorni su come il Miur e il governo stanno procedendo per la sostituzione di Paolo Sestito alla guida dell’Agenzia di valutazione e sul futuro della valutazione stessa.

IL NODO INVALSI – Sull’Invalsi non si torna indietro, insomma, non ci sono ripensamenti, c’è però, continua il ministro, la ferma intenzione di «lavorare con il coinvolgimento di tutti, della scuola e della società, per il potenziamento del sistema di valutazione. Io non credo in un governo top-down, che “impone”: dunque nessun sistema imposto dall’alto ma linee condivise». Quanto alle candidature per la presidenza dell’Invalsi, Carrozza assicura che sono «aperte a tutti, però voglio un profilo di alto livello, solo così diamo valore al sistema stesso», e anche qui la sua è una risposta indiretta alle critiche al  comitato di saggi che deve sottoporre al ministero una rosa di personalità. Il Miur, dice ancora Carrozza, insieme con il governo elabora un sistema standard, pone gli obiettivi, ma non fa i test, non dice quando vanno fatti. «Io voglio un’agenzia di valutazione indipendente, che lavori in modo indipendente. Invece, il ministero deve fare altro, attuare il regolamento che esiste, scenderanno presto in campo i 59 ispettori, anche se a me non piace il termine ispettore, per me sono valutatori». Il sistema standard che l’Italia deve elaborare, spiega il ministro «dovrà valutare se le competenze degli studenti stanno progredendo, la valutazione deve essere uno strumento che ci consente di raggiungere tre obiettivi, cioè fare in modo che i giovani escano dal sistema della formazione nei tempi giusti, sapendo quello che vogliono fare e che cosa vanno a fare, e avendo la migliore preparazione possibile per quello che devono fare».

SCUOLA E LAVORO – La questione dei tempi, dice Carrozza, non è da poco: «Dobbiamo formare meglio, in minor tempo, e in maniera adeguata alle richieste del mercato del lavoro». Questo non vuol dire, continua il ministro, «che voglio tagliare un anno di superiori e far fare un anno in meno di scuola, significa tener presente che i nostri studenti escono in ritardo, l’università non rispetta il 3 più 2, abbiamo il 15 per cento di quindicenni posticipatari, una dispersione scolastica drammatica che in alcune regioni raggiunge il 25 per cento, il forte divario tra Nord e Sud ma anche a macchia d’olio al centro e al nord».  Carrozza annuncia anche una riforma «complessiva su istruzione, università e ricerca, una riforma che non significhi qualche norma sparpagliata dentro decreti vari o emendamenti alla legge di stabilità».

LE RISORSE – Tutto questo però non si può fare senza risorse. «Non c’è riforma senza risorse – ha proseguito Maria Chiara Carrozza – e non credo che i nostri insegnanti siano troppi rispetto alle esigenze, anzi secondo me ce ne vorrebbero di più».  Ecco perché, intorno al tema della valutazione ci sono anche, secondo il ministro, i temi del «contratto e del reclutamento». I professori hanno dovuto «subire in questi anni il blocco dei contratti, bisogna intervenire su questo aspetto, quanto al reclutamento, ho trovato una situazione caotica, gruppi reclutati in un modo contro altri gruppi reclutati in altro modo, e tutti contro tutti. Per mettere ordine ci vorrà molto tempo».

LA VALUTAZIONE – Che un insegnante vada valutato è necessario, lo hanno confermato tutti gli interventi alla Luiss, qualunque cosa si pensi dell’Invalsi o di altra sperimentazione che sta muovendo i primi passi in questi ultimi anni in Italia, come la sperimentazione di autovalutazione «Valorizza», un sistema che potrebbe «portare a ottimi risultati se fosse gradualmente introdotto nelle scuole ma solo su base condivisa con il corpo docente e non imposto», ha spiegato il presidente di TreeLLLe, Attilio Oliva. Gli ospiti internazionali hanno parlato dei loro sistemi di valutazione. Con approccio molto scientifico, Eric Hanuschek, senior fellow all’Hoover Institution della Stanford University ha sottolineato come finalmente anche negli Usa, nazione che è indietro riguardo ai sistemi di valutazione, ci sono adesso maggiori indicatori da esaminare. «I nostri dati – ha detto Hanuschek – dimostrano che un insegnante che si colloca nella fascia alta della scala di qualità migliora le aspettative di reddito dei suoi studenti fino al 300 per cento della media attuale che è di 50 mila dollari annui». Sempre i dati americani dimostrerebbero che «l’anzianità non ha un grosso impatto in termini di qualità e che invece anche un giovane professore può accedere alle alte fasce di qualità. Ha invece molta importanza una politica di premi, che stimola il docente a fare meglio». Dalla Gran Bretagna arriva invece un riferimento di alta complessità ed efficienza dei sistemi di valutazione. Il visiting professor Institute of Education, Peter Matthews, che è stato anche dirigente dell’Ofsted, istituto di ispezione per la valutazione degli insegnanti inglesi, ha illustrato cosa si fa in Gran Bretagna per valutare: ci sono i test per conoscere il livello di apprendimento degli studenti, c’è il sistema ispettivo dell’Ofsted e ci sono anche sistemi di autovalutazione delle scuole. Da loro esiste forte differenziazione delle retribuzioni tra gli insegnanti a seconda del livello di qualità raggiunto e molta autonomia delle scuole, autonomia su cui tuttavia il governo centrale vigila con le ispezioni.

Valutazione docenti Apertura del Miur

da Il Sole 24 Ore

Valutazione docenti Apertura del Miur

L’occasione per tornare a discutere di valutazione nella scuola è stato un convegno ieri alla Luiss

Claudio Tucci

In Inghilterra la valutazione dei professori è una realtà da 15 anni, e aiuta a migliorare la qualità dell’insegnamento e l’apprendimento. Un terzo degli Stati americani pratica livelli salariali differenziati per i docenti, e stipendi più alti legati alle performance portano stabilità di organici e attirano anche i migliori laureati. In Norvegia ci sono linee guida per valutare i professori (approvate pure dagli studenti);.e in quasi tutti i paesi europei esistono sistemi di valutazione di scuole e docenti. E in Italia? Dopo un percorso cominciato nel 2001 (e passato attraverso il «Libro Bianco» di Fioroni del 2007 e i decreti Brunetta e Gelmini del 2009 e 2010) nel marzo del 2012, su input dell’Europa, il governo Monti ha varato un sistema nazionale di valutazione (Dpr 8o del 2012), che fa perno sull’Invalsi (affiancato da Indire e ispettori ministeriali). Norme però rimaste ancora sulla carta (sono stati avviati solo alcuni progetti sperimentali, poi frenati dall’ex ministro Profumo); e oggi gli stipendi dei docenti italiani crescono solo per anzianità. A differenza invece di altri paesi, come l’Inghilterra: qui c’è una elevata autonomia delle scuole (assumono, valutano, licenziano i capi d’istituto e tutto il personale); c’è un forte obbligo di “render conto”; ogni professore riceve una valutazione scritta annua della propria attività basata su standard e obiettivi assegnati dal preside; e c’è una differenziazione delle retribuzioni.

L’occasione per tornare a discutere di valutazione nella scuola è stato un convegno ieri alla Luiss, organizzato dai presidenti dell’Associazione TreeLLLe e della Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, Attilio Oliva e Anna Maria Poggi, alla presenza del ministro Carrozza, di Andreas Schleicher, responsabile dell’indagine Ocse-Pisa, e dell’ex presidente dell’Invalsi, Paolo Sestito. Il sollecito rivolto al Miur è di fare passi avanti sulla valutazione (e potenziare il progetto

Maria Chiara Carrozza non ha chiuso: ha detto che intende «mettere in atto il Dpr sulla valutazione»; assumere i 59 ispettori del dl Scuola; e scegliere («con candidature aperte») il nuovo presidente dell’Invalsi. Ci sarà quindi un potenziamento del sistema di valutazione, con il coinvolgimento di tutti i soggetti e della società. Del resto, ha concluso il ministro, «il primo obiettivo della scuola è formare alla cittadinanza e al lavoro».

Concorso dirigenti Lombardia: pubblicato elenco ammessi all’orale

da Tecnica della Scuola

Concorso dirigenti Lombardia: pubblicato elenco ammessi all’orale
di R.P.
La commissione del concorso ha concluso l’esame delle prove scritte. Il mese prossimo dovrebbero iniziare le prove orali. Le assunzioni forse già in primavera. L’elenco degli ammessi.
Si sta avviando a conclusione il concorso per dirigenti scolastici in Lombardia. Nella giornata del 13 dicembre, infatti, l’Ufficio regionale ha pubblicato i nominativi dei candidati che hanno superato le prove scritte precisando fin da subito che la lettera estratta per l’avvio delle prove orali è la B. Prove orali che si svolgeranno presso l’IS “Cremona Zappa” di Milano in via Marche 71. Gli ammessi sono 624 e se le prove orali procederanno senza intoppi è possibile che per marzo/aprile ci possano già essere le assunzioni dei vincitori. Le scuole della Lombardia dovrebbero così finalmente iniziare a funzionare in modo più regolare.

Doppio compenso esami di Stato

da Tecnica della Scuola

Doppio compenso esami di Stato
La sentenza del Tribunale di Salerno – Sezione lavoro
Sì al compenso per i professori operanti su una sola commissione con due classi. Questo è quanto ha stabilito il tribunale di Salerno, sezione lavoro. La controversia aveva ad oggetto la liquidazione del compenso forfetario esami di Stato di € 399,00. L’Istituto Scolastico inizialmente non aveva riconosciuto che tale compenso venisse calcolato doppio, in quanto riteneva che i professori, avendo svolto la loro prestazione su una sola commissione con due classi, non ne avessero diritto. L’Istituto riteneva che, invece, solo i colleghi che avevano svolto il loro lavoro su due commissioni avevano diritto a ricevere tale doppio compenso. Il Tribunale di Salerno afferma il contrario riconoscendo il diritto al compenso a quei professori operanti su una sola commissione con due classi, dando così precisa lettura della Legge n. 1 del 11 gennaio 2007, del Decreto Ministeriale attuativo e delle note ministeriali ad essi collegate.

Domande di pensione entro il 27 gennaio

da Tecnica della Scuola

Domande di pensione entro il 27 gennaio
di R.P.
Lo ha annunciato in queste ore il Ministero nel corso di un incontro con i sindacati. Ma la nota non è ancora stata firmata ufficialmente e i sindacati chiedono una proroga.
Nella mattinata del 13 dicembre i tecnici del Miur hanno incontrato le organizzazione sindacali per parlare delle operazioni connesse con i pensionamenti del personale per il prossimo anno scolastico. Secondo quanto riferisce CislScuola l’Amministrazione ha già consegnato ai sindacati una bozza di nota che sostanzialmente ricalca quella dello scorso anno e che fissa al 27 gennaio prossimo la data ultima per la presentazione Per i Dirigenti scolastici i termini sono regolamentati da un contratto diverso e sono fissati a 28 febbraio 2014. I sindacati hanno chiesto che i termini per docenti e Ata venga prorogato di una settimana almeno anche al fine di agevolare l’accesso ai Patronati per la presentazione telematica delle domande. Ma la questione più delicata riguarda il calcolo dell’effettivo servizio. Il DL 101/2013, infatti, ha modificato alcune disposizioni precedenti ricomprendendo nell’anzianità contributiva anche le assenze per donazioni di sangue e congedo parentale/astensione facoltativa. Periodi che si aggiungono alla maternità, al servizio militare, agli infortuni, alla malattia e alla cassa integrazione, già previsti dal decreto-legge 216/2011. “A conclusione dell’incontro – rende noto CislScuola – è stato sollecitato un ulteriore confronto sull’applicazione delle norme che riconoscono ai docenti in esubero la possibilità di andare in pensione con i requisiti precedenti la Riforma Fornero” Nulla di fatto invece sulla questione “Quota 96” che sembra ormai destinata ad una non-soluzione a meno che in concomitanza con l’approvazione della legge di stabilità il Governo non decida di tirare fuori il coniglio dal cappello. Ma non ci sembra proprio che questi siano tempi in cui ci si possano attendere magie di questo genere.

“Destinazione Italia”, Detrazioni sui libri al 19%.

da Tecnica della Scuola

“Destinazione Italia”, Detrazioni sui libri al 19%.
Il Governo ha approvato il piano destinazione Italia. “Abbiamo assunto – ha spiegato Letta dopo il Cdm – il piano Destinazione Italia nel suo complesso e approvato in particolare un decreto legge e un disegno di legge. La parte decreto entra in funzione immediatamente, la parte ddl ha aspetti ordinamentali e quindi può avere tempi più lenti”
Il pacchetto contiene, tra le altre cose, un “Bonus per il libri”   Un aiuto alle librerie, soprattutto le più piccole colpite anche loro duramente dalla crisi, e una agevolazione nuova, importante per le famiglie: arriva il bonus libri, che come tutte le altre detrazioni fiscali (ad esempio quelle sanitarie) copre il 19% della spesa totale. Con un tetto massimo di spesa di 2000 euro: 1000 per l’editoria tradizionale e 1000 per la scolastica.   Inoltre è stato introdotto un “digital bonus” sulla falsariga dell’ecobonus: “una agevolazione fiscale per le connessioni digitali delle Pmi” sino al 65% per connessioni internet ad alta velocità (30Mpbs). Previsto anche un voucher per le piccole e medie imprese per l’acquisto di programmi informatici con una dotazione di 100 milioni di euro.

Tar: le paritarie devono accettare gli alunni disabili

da Tecnica della Scuola

Tar: le paritarie devono accettare gli alunni disabili
di P.A.
Una famiglia non voleva più farsi carico del sostegno per il figlio di 10 anni. l’ordinanza del Tar condanna l’ente gestore a 15 mila euro di risarcimento. “Spetta allo Stato finanziare il sostegno, anche nelle paritarie”
Una scuola paritaria di Roma, constato che i genitori non potevano pagare la quota supplementare per il sostegno, ha negato l’iscrizione al figlio. Rivolti alla giustizia amministrativa, il Tar ha accolto il ricorso. Il ragazzo con grave ritardo psicomotorio, fin dal 2003 frequentava lo stesso istituto paritario e i genitori avevano regolarmente pagato la retta scolastica, facendosi pure carico delle spese necessarie per il sostegno. Nel dicembre 2008 la spesa era stata però suddivisa con l’ente gestore dell’istituto che nel corso del tempo si era dimostrato sempre più refrattario a tale scelta, fino al rifiuto dell’iscrizione, perché la scuola sarebbe nell’impossibilità “di continuare ad anticipare i costi degli insegnanti di sostegno”. La decisione dell’Istituto è stata condannata dal Tar come violazione della legge 62/2000, la quale prevede che “le scuole paritarie, svolgendo un servizio pubblico, accolgono chiunque, accettandone il progetto educativo, richieda di iscriversi, compresi gli alunni e gli studenti con handicap”. In particolare, per quanto riguarda la scuola secondaria di primo e secondo grado, “sono garantite attività didattiche di sostegno”, la cui organizzazione rappresenta quindi un obbligo per le scuole paritarie, nonché un requisito per lo stesso riconoscimento della parità. Per quanto riguarda gli oneri economici, l’Ordinanza fa ancora riferimento alle legge 62/200, che prevede “la spesa di 7 miliari di lire per assicurare gli interventi di sostegno previsti”. Ne consegue che, come si legge nell’Ordinanza, “il costo dell’insegnamento di sostegno è posto a carico dello Stato e giammai potrebbe essere posto dagli istituti scolastici paritari a carico dei genitori degli alunni portatori di handicap. (…) In altri termini, poiché gli alunni con handicap che frequentano le scuole statali non sopportano il costo dell’insegnamento di sostegno, a conclusioni diverse non si potrebbe giungere per quelli delle scuole private le quali, nel momento in cui chiedono e ottengono il riconoscimento della parità, con i connessi benefici di legge, si assumono anche i relativi oneri”: tra questi oneri rientra appunto l’organizzazione dell’attività di sostegno, per le quali, tra l’altro, “conservano il diritto di ottenere il finanziamento o il rimborso da parte dei competenti organi pubblici”. La condotta dell’Istituto, in conclusione, presenta le caratteristiche della “discriminazione”, poiché “ha impedito al minore di esercitare, al pari delle persone normodotate, il diritto di usufruire del servizio di istruzione scolastica presso l’istituto da sempre frequentato”. Si riconosce quindi al minore “un danno non patrimoniale valutabile in una somma non inferiore a 15 mila euro”. Il Tar quindi ordina all’istituto di riammettere il ragazzo alla frequenza scolastica e lo condanna al pagamento della somma risarcitoria. Si ribadisce quindi non solo il dovere delle scuole paritarie di ammettere e accogliere i ragazzi con disabilità, ma anche l’obbligo, da parte dello Stato, di farsi carico di quest’onere economico “Questo ultradecennale orientamento della magistratura – commenta Salvatore Nocera, in qualità di responsabile dell’area normativa dell’Osservatorio scolastico sull’integrazione dell’Aipd – se verrà confermato dalle decisioni di merito e, in caso di appello ed oltre contro l’ultima ordinanza, anche dalla Cassazione, costituirà un orientamento del tutto nuovo che produrrà un notevole aggravio all’erario proprio in un momento in cui anche per la scuola statale si soffrono notevoli tagli finanziari”.

Fondi alle paritarie, niente aumenti

da Tecnica della Scuola

Fondi alle paritarie, niente aumenti
di A.G.
A fare chiarezza sull’emendamento che sembrava inizialmente voler garantire più finanziamenti alle scuole non statali è stato il relatore alla Legge di Stabilità, Maino Marchi (Pd): il punto è solo riuscire a svincolare dal Patto di Stabilità quella parte di risorse che passano attraverso le Regioni. Polemica rientrata?
Assume una configurazione più morbida l’emendamento alla legge di stabilità che sembrava inizialmente garantire più fondi alle scuole private: la proposta di modifica al testo di legge, che nella giornata del 12 dicembre ha creato non pochi dissidi tra i rappresentanti politici, anche all’interno della stessa maggioranza di governo diventa, infatti, solo una garanzia per il mantenimento in vita degli attuali finanziamenti statali.
A spiegarlo è stato il relatore alla Legge di Stabilità, Maino Marchi (Pd), che nell’elencare il “pacchetto sostanzioso” di emendamenti che stanno andando avanti nell’iter di approvazione.
Tra questi, appunto, figura quello sulle scuole paritarie. A proposito del quale l’esponente del Pd ha detto che il punto è solo riuscire a svincolare dal Patto di Stabilità quella parte di risorse che passano attraverso le Regioni: “non è in ballo – ha spiegato Marchi – un aumento dei fondi ma evitare che non vi sia una diminuzione”.
Il relatore alla legge di bilancio di fine anno ha anche ricordato come lo scorso anno si era riusciti a non vincolare tutti i fondi regionali, mentre quest’anno il Senato ha sbloccato solo 100 milioni su 200. E la differenza vorrebbe essere sbloccata ora.

Ok Cdm a sgravi per chi compra libri scolastici ed universitari

da Tecnica della Scuola

Ok Cdm a sgravi per chi compra libri scolastici ed universitari
di An.C.
Il Consiglio dei ministri ha varato una norma che prevede che ogni cittadino possa avvalersi di una detrazione fiscale del 19% per l’acquisto di libri
Il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Massimo Bray, comunica che, nell’ambito di un piano di misure per favorire la diffusione della lettura, il Consiglio dei ministri ha varato una norma all’interno del piano “Destinazione Italia” (previsto un decreto legge e un disegno di legge) che prevede che ogni cittadino possa avvalersi di una detrazione fiscale del 19% delle spese sostenute nel corso dell’anno solare per l’acquisto di libri muniti di codice ISBN, per un importo massimo di 2000 euro, di cui 1000 euro per i libri scolastici ed universitari ed 1000 euro per tutte le altre pubblicazioni. L’iniziativa congiunta del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, sarà valida per il prossimo triennio e prevede una detrazione per i consumatori muniti di idonea documentazione fiscale. ”Questa iniziativa ha un importante valore storico e simbolico – dichiara il ministro Bray – che insieme al Piano della lettura si inserisce in un progetto strategico di diffusione dei libri, fondamentale per la formazione dei cittadini e per il rilancio della cultura”.Soddisfazione da parte dell’Aie, l’associazione Italiana Editori: “Una decisione davvero importante e soprattutto una svolta per la lettura in Italia. Questo è più di un semplice segnale da parte del Governo e del premier Letta. Questo è un fatto importante, anche perché va nella direzione delle richieste come Associazione – ha continuato –. E’ un modo concreto per aiutare non solo il nostro mondo, le librerie e la filiera ma tutto il Paese a crescere, riscoprendo il piacere della lettura e cercando così di invertire la triste tendenza rispetto all’imbarazzante primato Ocse che ci vede agli ultimi posti nella comprensione dei testi e in fondo alle classifiche dei Paesi che leggono di più. “Investire – come ha fatto oggi il Governo – sui libri, da quelli per ragazzi a quelli scolastici e universitari, da quelli di narrativa alla saggistica, significa – ha proseguito il presidente degli editori italiani – aver scelto di scommettere davvero sulla centralità dei libri, e quindi della cultura, nella crescita – sociale ed economica – del Paese”.

Torna l’ipotesi di delega al Governo in materia di istruzione

da Tecnica della Scuola

Torna l’ipotesi di delega al Governo in materia di istruzione
di R.P.
Non si parla più di reclutamento ma resta tutta la materia degli organi collegiali, oltre alla definizione dei rapporti fra legge e contratti. Unicobas: “Si vuole limitare la libertà di insegnamento”.
Torna nel decreto semplificazioni l’ipotesi di attribuire al Governo una delega in materia di istruzione. Secondo quanto si legge nella relazione introduttiva al provvedimento “l’articolo 2 disciplina la delega al Governo per l’adozione, entro due anni, di decreti legislativi contenenti disposizioni anche modificative della disciplina vigente, per il riordino, l’armonizzazione e il coordinamento di tutte le norme legislative e regolamentari in materia di istruzione, università e ricerca (…) ivi compresi gli organi collegiali della scuola”. Si tratta di quella stessa delega che, secondo una dichiarazione di qualche settimana fa del ministro Carrozza, sarebbe stata di fatto “superata” ma che, portata in esecuzione potrebbe cambiare il volto del nostro sistema di istruzione. C’è anche chi, come Stefano d’Errico di Unicobas, parla senza mezzi termini del rischio che il provvedimento possa cancellare (o almeno affievolire in qualche misura la libertà di insegnamento). Secondo Unicobas, i decreti applicativi della delega potrebbero “aprire la strada alla definitiva trasformazione delle scuole pubbliche in fondazioni gestite privatisticamente da consigli di amministrazione (e non più dal consiglio di istituto), presieduti dal dirigente scolastico (e non più da un genitore), nonché alla valutazione discrezionale del personale da parte del dirigente medesimo e di enti privati ed all’assunzione diretta di docenti ed Ata fuori da ogni graduatoria pubblica (come nelle scuole paritarie)”. D’Errico si sofferma in particolare sulla questione dello stato giuridico del personale della scuola. La delega infatti prevede che uno dei decreti applicativi definisca con precisione i rapporti tra le diverse fonti di disciplina pubblicistica e negoziale. “Ma – sottolinea il segretario nazionale di Unicobas – il Governo che, non dimentichiamolo, è anche parte datoriale, interverrà, senza alcuna mediazione, sull’assetto contrattuale. Si tratta della definitiva privatizzazione del rapporto di lavoro, con l’eliminazione di ogni autonomia professionale e la totale subordinazione disciplinare, ancora una volta, alla discrezionalità dei dirigenti scolastici, secondo una logica aziendalista ed impiegatizia che nulla ha a che fare con una comunità educante e non mancherà di aprire la porta a forme di valutazione altrettanto discrezionali”

Letta, detrazioni fiscali risposta a chi voleva bruciare librerie

da tuttoscuola.com

Letta, detrazioni fiscali risposta a chi voleva bruciare librerie

A chi voleva bruciare librerie abbiamo risposto in Cdm con un intervento di sostegno alla lettura, ai lettori e quindi ai libri“. Lo scrive Enrico Letta su Twitter a proposito del decreto sul piano ‘Destinazione Italia’.

Al termine del Consiglio dei ministri il premier aveva parlato di “una misura per favorire la diffusione della lettura con detrazioni fiscali al 19% sui libri, una misura importante che ha a che vedere con il Paese, la cultura, la diffusione dei libri“.

Il riferimento di Letta è al caso del libraio di Savona, Stefano Milano, vittima due giorni fa di un’intimidazione durante una protesta del movimento dei forconi. Il libraio ha ricevuto oggi un messaggio di solidarietà dall’associazione librai italiani (Ali), che invita le istituzioni a “non sottovalutare la valenza simbolica del gesto, magari impegnandosi più incisivamente per promuovere il libro e la lettura”.

Il presidente dell’associazione Alberto Galla ha inoltre accolto come “segnale importante” quello proveniente dal Ministro dello sviluppo Economico, “Flavio Zanonato, che – accogliendo la nostra proposta – ha annunciato la detrazione fiscale per l’acquisto dei libri. Si tratta di un provvedimento fondamentale: incentivando l’acquisto di libri si promuove la lettura e si sostiene così l’intero settore editoriale, un comparto strategico per il futuro dell’Italia“.

CdM, detrazioni fiscali (19%) per chi compra libri

da tuttoscuola.com

CdM, detrazioni fiscali (19%) per chi compra libri

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il piano “Destinazione Italia”. Si tratta – ha spiegato il premier, Enrico Letta, al termine della riunione – di un decreto legge e di un disegno di legge.

Il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, è entrato nel dettaglio dei singoli provvedimenti approvati. Tra questi, è presente una misura che riguarda anche il settore istruzione, “la detrazione fiscale del 19% del prezzo dei libri, un punto importante che ha a che vedere con la diffusione dei libri e della cultura” con uno stanziamento di 50 milioni di euro.

La qualità degli insegnanti è chiave del successo degli studenti

da tuttoscuola.com

La qualità degli insegnanti è chiave del successo degli studenti

Al convegno su “Le nuove frontiere dell’educazione” l’intervento di Eric Hanushek, Senior Fellow at the Hoover Institution, Stanford University.

Al convegno di ieri a Roma “Esperienze internazionali di valutazione dei sistemi scolastici”, promosso dalla associazione Treellle e dalla Fondazione per la scuola-Compagnia di San Paolo in collaborazione con l’Ocse, Eric Hanushek, Senior Fellow at the Hoover Institution, Stanford University ha parlato della qualità professionale degli insegnanti.

“Disponiamo oggi di un’importante serie di ricerche che ci indicano con chiarezza quanto la qualità degli insegnanti abbia un’enorme influenza sugli studenti e il loro futuro. [….]

Nell’arco di un singolo anno scolastico, lo scarto fra le conoscenze acquisite dagli studenti di un insegnante eccellente rispetto a quelli che hanno seguito un insegnante scadente equivale alla frequenza di un intero anno di un gruppo medio di riferimento.

Un insegnante che si collochi nella fascia alta di una scala di qualità – a parità di ogni altra condizione – migliora le aspettative di reddito dei suoi studenti nell’arco della loro vita lavorativa.[….]

Sarebbe sufficiente allontanare dall’insegnamento meno dell’8% degli insegnanti meno validi per ottenere un innalzamento medio dei risultati nei test internazionali di matematica pari a 30 punti della scala PISA 2012. Riferito agli Stati Uniti, questo significherebbe passare dal 27° al 7° posto fra i paesi OCSE su un totale di 34.

L’anzianità di insegnamento – dopo i primi 5 anni – ha dimostrato di non avere in genere effetti di miglioramento sull’efficacia didattica del docente. [.…] La ricerca sembra anche suggerire che i sistemi di valutazione delle scuole che comportano conseguenze (premi o sanzioni) hanno maggiore impatto sui risultati degli studenti che quelli che si limitano a produrre rapporti informativi.

L’attenzione alla qualità degli insegnanti e alla loro valutazione è al centro del programma del presidente Obama e del segretario di Stato Duncan. 1/3 degli Stati americani pratica livelli salari differenziati per gli insegnanti….salari più alti legati alle performance attirano al mestiere laureati di miglior qualità e ne garantiscono la permanenza nel settore”.

Occupate le scuole dagli ex-LSU

da tuttoscuola.com

Occupate le scuole dagli ex-LSU

Ultima ora: sciopero del 16 dicembre per l’intera giornata

Per l’intera giornata di ieri hanno manifestato davanti al Ministero dell’istruzione a Roma in un migliaio di persone per ottenere una soluzione ai loro problemi occupazionali, ma da oggi (in qualche caso già di alcuni giorni) stanno occupando alcune scuole, primarie in particolare.

Sono i lavoratori ex-LSU (adibiti a lavori socialmente utili) che svolgono attività prevalentemente in servizi di pulizia nelle scuole meridionali, organizzati da società private, vincitrici di appalti per servizi integrativi nelle scuole.

La drastica riduzione operata alle spese di appalto per i servizi pubblici ha indirettamente colpito anche loro, perché l’orario di lavoro si è dimezzato (si è dimezzato, quindi, anche il magro stipendio già inferiore ai mille euro).

Inoltre diverse agenzie di lavoro perdono gli appalti di pulizia e prospettano dal gennaio prossimo il licenziamento, senza che possa esserci per questi lavoratori ex-LSU una Cassa integrazione o qualche forma di indennità di disoccupazione.

Gli Lsu sono una forma anomala assistenziale ereditata da una concertazione politico-sindacale di vent’anni fa per fronteggiare in talune aree del Mezzogiorno situazioni di disoccupazione o inoccupazione, che faticosamente sopravvive senza sicure prospettive di stabilizzazione. Si stima che ne siano interessate circa 15mila persone, per lo più non giovani.

Ultima ora: l’USB, sindacati di base, ha proclamato per loro sciopero del 16 dicembre per l’intera giornata.

Convegni, Incontri, Seminari, Concorsi 2013

Convegni, Incontri, Seminari, Concorsi

2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009

2010
2011
2012
2013
2014

2013

Gennaio:

Febbraio:

Marzo:

Aprile:

Maggio:

Giugno:

Luglio:

Agosto:

Settembre:

Ottobre:

Novembre:

Dicembre: