“Adottare l’e-learning a scuola”: incontro con Roberto Maragliano

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2014-01-30 13.57.10A distanza di un anno esatto torna a Martina Franca il professor Roberto Maragliano, Docente di Tecnologie per la Formazione degli Adulti presso l’Università di Roma Tre, che nel Laboratorio New Tech dell’ITIS “Majorana”, mercoledì 29 gennaio, alle ore 18.00, presenterà il suo ultimo saggio, pubblicato in esclusiva versione ebook, “Adottare l’e-learning a scuola”.

 

18064-2-Ad introdurre quest’ultimo studio sarà il prof. Dario Cillo, Dirigente Scolastico dell’IISS “Scarambone” di Lecce, nonché direttore responsabile di Edscuola.com, il portale web più seguito in Italia dagli operatori scolastici.

L’incontro, introdotto dalla Dirigente del “Majorana”, prof.ssa Anna Caroli, e moderato dalla prof.ssa Maria Rosaria Chirulli dell’IPS “Motolese”, è la prosecuzione del convegno organizzato lo scorso anno dall’Amministrazione comunale, con la collaborazione dell’IPS “Motolese”, nel corso del quale il prof. Maragliano illustrò le opportunità offerte dalla Rete e dalle nuove tecnologie in ambito didattico e il rapporto fra scuola e i vari mezzi di comunicazione.

2014-01-30 13.57.17Questa volta il tema sarà ancora più specifico, in quanto riguarderà le strategie di apprendimento in ambiente digitale e gli stili cognitivi che il web richiede e che la scuola dovrebbe sollecitare. Nel corso dell’incontro il prof. Maurizio Seggioli, responsabile del Corso Serale presso l’ITIS “Majorana”, illustrerà le esperienze didattiche maturate attraverso l’utilizzo dell’e-learning.

 

2014-01-30 13.57.14“L’iniziativa – spiega la coordinatrice dell’incontro, Maria Rosaria Chirulli – vuole valorizzare il ruolo propositivo e costruttivo che le scuole in rete possono svolgere, accompagnando i processi di cambiamento in atto nel sistema dell’istruzione. Occorre perciò ripensare i sistemi educativi, adeguandoli con spirito critico alle trasformazioni che la rivoluzione tecnologica imprime non soltanto per quanto riguarda l’accesso al sapere e la sua fruizione, ma anche in rapporto alla creazione e condivisione dei saperi nell’ottica del miglioramento delle competenze professionali e sociali, nonché della positiva ricaduta sul territorio in senso lato.”

R. Maragliano, Adottare l’e-learning a scuola

A Martina Franca si parla della scuola del “domani”

Trasparenza, slittano i termini di redazione del programma?

Trasparenza, slittano i termini di redazione del programma?

Si è svolto oggi, 29 gennaio, l’incontro al Miur, più volte sollecitato dalle Organizzazioni Sindacali, circa gli adempimenti previsti dal D.lgs 33/2013. All’incontro hanno preso parte per l’Amministrazione la dott.ssa Bono, Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali e il dott. Chiappetta, Capo Dipartimento per l’Istruzione.
L’Amministrazione ha riconosciuto le difficoltà applicative nelle istituzioni scolastiche sia della legge 190/ 2012 recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” che del D.lgs 33/2013 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”.
La dott.ssa Bono ha accennato agli incontri che il Miur ha avviato con l’Autorità nazionale Anticorruzione e per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche (Anac ex Civit) e il Dipartimento della funzione pubblica, incontri nei quali si è registrata l’intransigenza dell’Anac nel ribadire che le previsioni del Dlgs. 33/2013 devono essere applicate anche alle Istituzioni scolastiche.
Da tali incontri, tuttavia, sono scaturite indicazioni che almeno in parte alleviano il carico degli impegni gravanti sui dirigenti scolastici; viene infatti attribuita ai dirigenti degli ambiti territoriali la responsabilità degli adempimenti connessi alla prevenzione della corruzione. Restano invece in capo ai dirigenti scolastici quelli relativi alla Trasparenza, e pertanto essi dovranno provvedere ai relativi obblighi in relazione alle istituzioni da loro dirette. Al riguardo, si attende di avere conferma dell’annunciata proroga del termine del 31 gennaio – prevista per la pubblicazione del programma triennale – ad una data di molto successiva, che potrebbe essere quella del primo settembre.
Le modalità di applicazione della normativa, infatti, saranno calibrate con riferimento alle specificità della scuola e saranno determinate con un Atto aggiuntivo che integrerà il Piano Nazionale Anticorruzione. Il contenuto della proposta di tale Atto sarà oggetto di informativa sindacale.
Le Organizzazioni Sindacali hanno evidenziato l’insofferenza per il continuo aumento di carichi di lavoro e di responsabilità per i dirigenti scolastici e hanno inoltre sottolineato la complessità degli adempimenti previsti, per i quali non sono disponibili fondi adeguati né le necessarie competenze specifiche.
E’ stata richiesta, infine, l’emanazione immediata di un atto formale che comunichi alle istituzioni scolastiche lo slittamento dei termini a cui già si è fatto cenno e informi sui contenuti dell’accordo raggiunto con l’Anac. L’Amministrazione ha assunto tale impegno e ha inoltre assicurato che saranno attivate iniziative per supportare i dirigenti nella predisposizione del Piano per la Trasparenza e per i successivi adempimenti.

Piano anticorruzione e Piano trasparenza: esito dell’incontro al MIUR

Piano anticorruzione e Piano trasparenza: esito dell’incontro al MIUR

Questa mattina si è tenuto il previsto incontro tra l’Amministrazione e le Organizzazioni sindacali rappresentative dell’area V in materia di obblighi relativi all’anticorruzione ed alla trasparenza.
Il MIUR era rappresentato dal Capo del Dipartimento per l’istruzione e dal Capo del Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali.
I rappresentanti del MIUR hanno riferito la posizione assunta dal Dipartimento per la Funzione Pubblica e dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (già CIVIT) in merito alle osservazioni avanzate dall’Anp e da altre sigle sindacali circa la diretta applicabilità, alle istituzioni scolastiche, delle disposizioni normative che regolano le attività in materia di anticorruzione e trasparenza.
Per quanto riguarda il Piano Anticorruzione, risulta accolta integralmente la posizione espressa dall’Anp. Le scuole, pertanto, non dovranno predisporre un loro piano, né il dirigente scolastico sarà chiamato ad assumere la funzione di Responsabile.
Per quanto riguarda il Piano per la Trasparenza, sembra che l’ANAC non ritenga derogabile il contenuto letterale delle disposizioni di cui al d.lgs. 33/2013 e che, a suo parere, ogni scuola dovrebbe provvedere alla relativa redazione e approvazione, con conseguente attribuzione della funzione di Responsabile per la Trasparenza al dirigente scolastico.
La data ultima di adozione del Piano è, comunque, DIFFERITA AL 31 AGOSTO per le evidenti difficoltà applicative della norma e per consentire al MIUR di elaborare e diffondere un modello per facilitarne la redazione da parte delle istituzioni scolastiche.
Il MIUR diramerà ad horas un comunicato ufficiale per rendere note le sue decisioni.
In chiusura di riunione, l’Anp ha ribadito la sua ferma contrarietà in materia, basata sulle argomentazioni già rese note in varie occasioni.
Alla luce di quanto sopra, consigliamo a tutti i colleghi di rinviare ogni operazione relativa all’adozione del Piano per la Trasparenza per le seguenti ragioni:
(1) il differimento al 31 agosto del termine per l’adozione del Piano e la necessità di attendere le relative istruzioni del MIUR;
(2) il Piano per la Trasparenza deve essere armonizzato con quello Anticorruzione, da redigersi a cura del competente Ufficio scolastico territoriale, e deve quindi attendere la pubblicazione di quest’ultimo;
(3) l’Anp intende comunque riproporre la questione presso le sedi competenti.

4 MILIONI E MEZZO DI EURO PER LA SCUOLA DIGITALE

“4 MILIONI E MEZZO DI EURO PER LA SCUOLA DIGITALE”

Importante investimento in tecnologia per le istituzioni scolastiche dell’Emilia-Romagna

 

Ammontano complessivamente ad oltre 4 milioni e mezzo di euro i fondi che andranno ad aumentare ulteriormente le dotazioni tecnologiche delle scuole dell’Emilia-Romagna.

In particolare, quasi 3 milioni di euro (di cui 2.100.000 erogati dal MIUR e 850.000 dalla Regione E.R.) saranno utilizzati per allestire 120 nuove classi 2.0 con tecnologie mobili per gli studenti, per dotare 357 aule di lavagne interattive e per attivare 6 scuole 2.0, all’interno delle quali l’innovazione coinvolgerà l’intera vita scolastica.

Altri fondi del MIUR sono stati assegnati per la connessione wireless degli istituti scolastici superiori prevista dal decreto “L’Istruzione riparte” del settembre 2013. A conclusione delle operazioni di valutazione delle candidature, in regione, le scuole superiori si sono complessivamente aggiudicate finanziamenti per oltre 1.050.000 euro (15.000.000 erano quelli disponibili a livello nazionale). Ciò consentirà di attivare 104 progetti, 43 dei quali per 350.000 euro, già in questo anno scolastico. Attraverso questi finanziamenti le scuole realizzeranno (in pochi casi ex novo, in altri si tratterà di portare a termine processi già attivati con risorse locali) le connessioni wireless all’interno degli edifici scolastici.

Una ulteriore immissione di tecnologie didattiche arriverà, inoltre, grazie ai fondi (oltre 450 mila euro) per la dotazione di lavagne digitali (LIM). Saranno attrezzate 118 ulteriori classi di sistemi digitali di proiezioni ed interazione e 57 classi di strumenti aduso individuale coni quali far lavorare in classe, e non solo, gli studenti.

Sul fronte della formazione una prima cifra di 40.000 è stata stanziata all’I.C. Di San Pietro in Casale, Scuola 2.0, che coordinerà una rete di scuole polo provinciali costituita per gestire un’offerta di corsi ed attività di formazione rivolte a tutte le scuole della regione. Saranno infatti a breve proposti percorsi di formazione specifici sull’uso in classe dei device personali mobili, sulla fruizione e sulla produzione di contenuti digitali.

“In tempi di crisi come quello che stiamo vivendo” – spiega il Vice Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna Stefano Versari – “l’assegnazione di 4,5 milioni all’ Emilia Romagna testimonia la volontà delle istituzioni di continuare ad investire nella scuola. Le assegnazioni di tecnologie al nostro territorio, unite ai numerosi precedenti ed importanti investimenti pubblici e privati, portano le Istituzioni Scolastiche dell’Emilia Romagna all’avanguardia a livello nazionale non solo come scuole digitali. Le innovazioni tecnologiche” – prosegue Stefano Versari – “continuano ad essere accompagnate da numerosissime e positive innovazioni didattiche. La scuola in regione sta cambiando in meglio, grazie prima di tutto alla capacità dei docenti di rinnovare le proprie metodologie. E’ un segnale di grande speranza per il futuro dei nostri giovani.

«Cl@sse 2.0? No, grazie». Gli scettici del digitale

da Corriere della Sera

I l dubbio: e se troppa  tecnologia facesse male ai bambini?

«Cl@sse 2.0? No, grazie». Gli scettici del  digitale

La rivolta dei genitori dell’elementare Iqbal Masih di Roma. Lo studioso: «Il tablet non è un coltellino svizzero che può far tutto»

Hanno avuto paura di «andare a sbattere», come quando si guida la macchina senza patente. Così, alla proposta di trasformarsi in «Cl@sse 2.0» – tutta tablet e tecnologia – la IB dell’elementare Iqbal Masih di Roma, ha detto no. «No» per  le modalità («una decisione comunicata dalla scuola a inizio anno, senza che i genitori venissero prima informati e consultati», spiega Mauro Giordani, un papà che  guida il gruppo di «dissidenti» tecnologici). Ma no, soprattutto, «per un progetto i cui effetti non sono noti né a noi, né alle insegnanti, né al ministero proponente». Troppa didattica digitale, sono convinti i genitori, può essere dannosa. Lo hanno messo per iscritto, illustrando  i loro timori con citazioni di articoli, studi autorevoli e testimonianze di studenti e insegnanti che mettono in luce i rischi: dispersività, dilatazione dei tempi di lavoro, perdita di attenzione e di parte dei contenuti didattici.

DEMENZA E DISTRAZIONE – L’utilizzo precoce dei media digitali nei bambini – hanno sostenuto, rivolgendosi al Consiglio d’Istituto – avrebbe «conseguenze negative sul corretto sviluppo di  abilità cognitive  quali attenzione e memoria, sui processi emotivi, sull’autocontrollo, sulla socializzazione e l’identità personale. In Corea del Sud han coniato la definizione “demenza digitale”, per mettere in guardia contro la piaga della dipendenza da Internet. E a Los Angeles, dopo aver speso miliardi di dollari per informatizzare le scuole, stanno ora facendo marcia indietro perché si sono accorti che tablet e internet sono “armi di distrazione di massa”». Hanno chiesto dunque di sospendere il progetto e, in alternativa, di attrezzare, con i 15mila euro in dotazione, un’aula di informatica multimediale (anche per evitare il bombardamento del wi-fi in classe) o di acquistare strumenti didattici innovativi per tutta la scuola.

«PRECAUZIONE» – La scuola italiana è sempre più povera, sostengono i genitori, ma decine di milioni di euro vengono spesi per la «migrazione» digitale: criticano insomma l’approccio del meno insegnanti, ma più tecnologia. E perché non li si potesse  tacciare di «oscurantismo», hanno organizzato dibattiti aperti, per approfondire e mettere a confronto tecnoentusiasti e dubbiosi. Al primo  appuntamento, qualche giorno fa, Roberto Casati, filosofo e direttore di Ricerca al Cnrs, a Parigi e autore del libro «Contro il colonialismo digitale», ha appoggiato le tesi dei genitori della classe  romana, sul rapporto tra didattica e tecnologia, illustrando e motivando il proprio pensiero con la necessità di «esercitare un sano principio di precauzione».

LA CURVA DEL BENEFICIO – «Non è ancora chiaro – sostiene il ricercatore  – il contributo pedagogico che le nuove tecnologie possono dare». Ha citato recenti ricerche basate su un’analisi dei risultati Ocse-Pisa 2009, in base alle quali l’introduzione della tecnologia a scuola è vantaggiosa  se impartita a piccole dosi, ma diventerebbe controproducente con l’aumentare del tempo dedicatole. «Una delle ragioni più probabili  risiede nel fatto che le tecnologie di oggi sono molto distraenti e abbassano la soglia dell’attenzione», spiega. Non vuole essere definito  un «luddista»,  Casati («sono stato tra i primi a usare un tablet», ci tiene a dire). «Non sono contrario alle tecnologia nella scuola, ma sono contro la  logica di sostituzione che oggi sembra prevalere – dice -. Il mio è un invito alla prudenza: strumenti low tech devono continuare a coesistere con i nuovi, valutando   a che cosa possano meglio servire gli uni e gli altri». Per esempio,  spiega, l’impatto è sicuramente positivo per bambini con  sintomi di discalculia o di disprassia, che con un supporto tecnologico riescono ad esprimersi in maniera più completa. «Ma se la pedagogia deve essere innovata, si parta prima da lì, e solo dopo dagli strumenti. Invece vedo prevalere la logica di “dare un tablet a ogni studente, poi si vedrà”. Sbagliato, dice, pensare che il tablet sia un po’ come  «un  coltellino svizzero, uno strumento che permette di fare tutto».

«NESSUN ABUSO» – «Ma l’approccio della nostra scuola è quello di sperimentare e   poi verificare, attraverso il monitoraggio previsto dal Miur». Nessun abuso, assicura la dirigente della scuola, Stefania Pasqualoni. E, soprattutto, nessuna «abbuffata» digitale: «Non vogliamo crescere dei piccoli robot. Il progetto prevede che solo tre ore delle 40 settimanali vengano dedicate all’uso delle tecnologie. Quasi lo stesso tempo previsto dalle insegnanti che le usano in laboratorio di informatica». Ma mentre il Piano Nazionale Scuola Digitale assorbe decine di milioni di euro per rendere tecnologica la didattica (solo per il Lazio sono stati stanziati 4 milioni di euro nel 2013) e modificare l’ambiente di apprendimento, il fronte del dubbio si allarga. Il timore è che si voglia accelerare, per pura propaganda commerciale, un cambiamento non abbastanza ponderato.

«ALTRI RISCHI» – Altri sono i rischi, avverte però  la preside Pasqualoni: «Forse fuori dalla scuola i ragazzini le tecnologie le usano anche troppo e magari nel modo sbagliato. Educarli a un utilizzo consapevole, insegnargli a utilizzare Word, Excel o Power Point, o come ci si difende da intrusione della privacy sarebbe una battaglia più importante di questo confronto di retroguardia».

Antonella De Gregorio

Scuola, 18mila assunzioni per l’anno 2014-2015. Ma i sindacati rimangono critici

da Repubblica.it

Scuola, 18mila assunzioni per l’anno 2014-2015. Ma i sindacati rimangono critici

Incontro tra ministro e rappresentanti di categoria. Promosso l’annuncio delle nuove immissioni in ruolo, ma l’Anief critica: pochi i docenti di sostegno. Altre critiche al governo sugli scatti d’anzianità e sui fondi

IN ARRIVO più di 18mila assunzioni nella scuola per il prossimo anno scolastico, ma i sindacati non sono affatto soddisfatti dell’azione di governo sulla scuola. Oggi, durante l’incontro con i sindacati, il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e i sindacati ha annunciato la prima tranche di assunzioni nella scuola a partire dal mese di settembre. Si tratta, per entrare nel dettaglio, di 12.625 immissioni in ruolo per i docenti su posto comune, 1.604 per gli insegnanti di sostegno e 4.317 posti per il personale Ata: amministrativi, tecnici e ausiliari. Un pacchetto di assunzioni che farà scattare il nuovo Piano triennale varato dal governo Letta che prevede oltre 82mila assunzioni.

L’annuncio è arrivato mentre ancora sulla questione degli scatti di anzianità non si è ancora trovata la soluzione definitiva. “Un confronto su molti temi  –  è il commento piuttosto interlocutorio di Francesco Scrima, della Cisl scuola  –  e con qualche interessante spunto di apertura, ma nessuna concreta soluzione per le emergenze su cui abbiamo ancora una volta posto l’accento nell’incontro di oggi con la ministra”. Prima fra tutte quella per le cosiddette posizioni economiche del personale Ata, scatti che hanno già prodotto aumenti stipendiali, che per effetto del blocco degli automatismi economici, gli Ata rischiano di dovere restituire.

Una eventualità che Scrima definisce come “un vero e proprio furto a danno di lavoratori che hanno già svolto le attività per cui sono stati retribuiti”. Anche la Flc Cgil è piuttosto critica nei confronti della Carrozza e parla di incontro con “poche luci e molte ombre”. “Sul versante del ripristino degli scatti di anzianità di docenti e Ata – dichiara Mimmo Pantaleo – pur apprezzando l’impegno del ministro per evitare il recupero forzoso in busta paga, dobbiamo rilevare che nessuna risorsa aggiuntiva è stata prevista e l’unica possibilità che ci è stata prospettata è la decurtazione del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa”. “Nessuna soluzione invece – continua Pantaleo – per le posizioni economiche del personale Ata e per il salario di posizione dei dirigenti scolastici”.

La Gilda degli insegnanti parla di importante “passo in avanti” per le prime assunzioni del Piano triennale e chiede al ministro di affrettare l’incontro all’Aran per trovare una soluzione alla questione degli scatti stipendiali. Ma sul contingente delle assunzioni su sostegno secondo l’Anief “i conti non tornano”. “Col decreto Scuola –  dichiara Marcello Pacifico – si era stabilito un numero di assunzioni su sostegno superiore di dieci volte. Con questi numeri, oltre a danneggiare gli allievi, si rischia di lasciare per strada almeno 2mila docenti specializzati vincitori di concorso. Mentre Marco Paolo Nigi, dello Snals, “ha espresso con forza l’insoddisfazione del sindacato che non può dichiararsi soddisfatto soltanto perché il governo ha ridotto le penalizzazioni per il personale scolastico”.

A Udine la prima scuola elementare a indirizzo sportivo

da La Stampa

A Udine la prima scuola elementare a indirizzo sportivo

La prima in Italia in cui  si farà almeno un’ora al giorno di attività fisica
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 “Crescere Sportiva-mente” è il nome del progetto pilota che dal prossimo anno scolastico farà della “Dante” di Udine la prima scuola primaria d’Italia a indirizzo sportivo.

L’iniziativa prevede che gli alunni abbiano la possibilità di svolgere almeno un’ora al giorno di attività fisica e almeno tre volte a settimana giochi di movimento o attività di gioco-sport.

La sperimentazione, che avrà durata quinquennale, si propone di stimolare fin da bambini un’azione educativa e culturale della pratica motoria.

Il progetto, presentato oggi dal sindaco di Udine, Furio Honsell, offrirà la possibilità ai bambini udinesi di frequentare un percorso scolastico basato sulla valorizzazione della motricità  già nel primo grado di studi dell’obbligo.

«È un progetto molto innovativo – ha sottolineato Honsell – che recepisce le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. L’attività fisica aiuta l’apprendimento, rappresenta una valvola di sfogo alla vivacità tipica della giovane età, stimola la socializzazione e abitua alla gestione dei diversi impegni quotidiani. Senza dimenticare l’effetto positivo dell’attività fisica sulla salute».

Importante sarà la collaborazione con la Facoltà di Scienze motorie dell’università di Udine, i cui laureandi e laureati saranno impegnati nel monitoraggio delle attività previste.

Dirigenza: tra definizioni e rivendicazioni

da Tecnica della Scuola

Dirigenza: tra definizioni e rivendicazioni
di Aldo Domenico Ficara
Bassanini  definì la Dirigenza scolastica, che secondo i dettami della sua visione di scuola avrebbe dovuto  essere la guida illuminata dell’Autonomia, con le seguenti parole:
“Il dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell’istituzione, ne ha la legale rappresentanza, è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio. Nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, spettano al dirigente scolastico autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane. In particolare il dirigente scolastico organizza l’attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia formative ed è titolare delle relazioni sindacali … Nello svolgimento delle proprie funzioni organizzative e amministrative il dirigente può avvalersi di docenti da lui individuati, ai quali possono essere delegati specifici compiti, ed è coadiuvato dal responsabile amministrativo, che sovrintende, con autonomia operativa, nell’ambito delle direttive di massima impartite e degli obiettivi assegnati, ai servizi amministrativi ed ai servizi generali dell’istituzione scolastica, coordinando il relativo personale”. Oggi, nel 2014, in un comunicato stampa dell’Associazione Nazionale Presidi si parla di: – reintegro del Fondo Unico Nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato, mediante rinuncia da parte del MEF a confiscare la RIA dei pensionati. Di conseguenza, immediata certificazione ed esecutività dei Contratti integrativi già stipulati e bloccati dagli organi di vigilanza; – sblocco dell’impegno assunto dal Ministero nell’aprile 2010 (e mai onorato) per lo stanziamento di una somma di 5 milioni di euro, da destinare ad un avvio di perequazione interna per i neodirigenti provenienti dall’insegnamento; – blocco dei recuperi erariali attualmente in corso in Campania e Sardegna e restituzione ai dirigenti delle somme già trattenute. Quindi si può affermare che tra le definizioni teoriche di Bassanini e le rivendicazioni reali dei Dirigenti scolastici alle prese con le sempre maggiori difficoltà organizzative del loro lavoro quotidiano, esiste un gap chiamato MEF.

Sostegno, Tar della Sicilia: il Miur paghi mille euro per ogni mese di servizio insufficiente

da Tecnica della Scuola

Sostegno, Tar della Sicilia: il Miur paghi mille euro per ogni mese di servizio insufficiente
di Alessandro Giuliani
I giudici reputano questa quota utile a risarcire ogni genitore dei circa 80 studenti con problemi di apprendimento a cui non sono stati assegnati insegnanti specializzati per un numero di ore necessario a superare le difficoltà: non si può far fruire solo nominalmente del percorso di istruzione.
Ancora una sentenza che rende giustizia agli alunni disabili e alle loro famiglie, il cui ricorso contro il mancato sostegno dei figli è stato ritenuto fondato in un aula di tribunale. Stavolta il Miur è stato chiamato a risarcire i genitori di circa 80 studenti con problemi di apprendimento, a cui non sono stati assegnati insegnanti di sostegno per un numero di ore necessario a superare le difficoltà del percorso scolastico.
La decisione è stata presa dai giudici che operano nel Tar della Sicilia: un  tribunale amministrativo che già altre volte ha “condannato” il ministero dell’Istruzione per le stesse inadempienze.
Stavolta la sentenza è scaturita dopo i ricorsi presentati contro i tagli decisi dalla direzione scolastica regionale per decine di istituti delle province di Palermo, Agrigento e Caltanissetta. Il Tar ha stabilito l’obbligo per il Miur di adottare tutte le misure di sostegno necessarie “per evitare che il soggetto disabile altrimenti fruisca solo nominalmente del percorso di istruzione”. Per ogni alunno privo di insegnante di sostegno, in un rapporto adeguato alla natura della disabilità, il Ministero dovrà risarcire le famiglie pagando mille euro per ogni mese in cui il servizio è mancato o è stato insufficiente. Una cifra, peraltro, tutt’altro che simbolica.

Incontro Miur-sindacati: tanto rumore per nulla

da Tecnica della Scuola

Incontro Miur-sindacati: tanto rumore per nulla
di Reginaldo Palermo
Secondo i sindacati doveva essere un incontro risolutivo. A conti fatti il Ministro non ha proposto nessuna soluzione concreta alle richieste sindacali. Ci saranno un po’ di assunzioni, cosa peraltro già prevista dal DL 104 di 4 mesi fa.
Si è chiuso con un nulla di fatto o poco più l’incontro fra il ministro Carrozza e i sindacati che, pur con sfumature e toni diversi, si dichiarano delusi se non addirittura preoccupati. A poco vale il comunicato con cui il Ministro conferma l’avvio delle procedure per  il varo del piano triennale di assunzioni. Da subito si parte con quasi 18mila immissioni in ruolo (1.600 insegnanti di sostegno,  12.600 docenti di posto comune e 4.300 Ata). Resta ferma la previsione di immettere in ruolo 4.447 docenti di sostegno già con decorrenza settembre 2013. Per il resto nessuna risposta o quasi. Di rinnovo contrattuale non si parla, così come non si profila nessuna soluzione né per le posizioni economiche Ata né per il fondo unico dei dirigenti scolastici, né tantomeno sulle risorse disponibili per il fondo delle istituzioni scolastiche. Va detto che anche sulle assunzioni c’è ancora qualche ombra perché il Ministro ha ricordato che è necessario che prima di tutto Aran e sindacati sottoscrivano un apposito contratto che garantisca che l’operazione avvenga senza ulteriori oneri per le casse dello Stato. La questione in effetti è un po’ strana in quando già nel 2011 fu necessario stipulare un CCNL con cui la durata del gradone iniziale veniva portata a 8 anni. Il sospetto è che il gradone potrebbe persino diventare più lungo; se l’attuale scansione della progressione di carriera fosse sufficiente a garantire l’invarianza di spesa, perché mai il Ministro dovrebbe inviare un atto di indirizzo all’Aran come invece ha annunciato nel corso dell’incontro? La sensazione è che dopo la riunione di oggi si sia creata una situazione di stallo che, però, non potrà durare per molto. I sindacati si mostrano quasi tutti molto preoccupati e hanno già annunciato che o si risolvono le questioni oppure lo scontro sarà inevitabile. Quel che c’è di certo è che nei prossimi giorni potrebbe prendere avvio la contrattazione per il riconoscimento degli scatti maturati nel 2012. C’è chi spera che il fondo di istituto di quest’anno possa essere risparmiato dalle sforbiciate e chiede che si facciano bene i conti sugli avanzi degli anni passati. Il fatto è che siamo ormai a metà anno scolastico e, senza una accelerazione di cui non si vede neppure l’ombra, è molto probabile che la contrattazione di istituto resti al palo ancora per un paio di mesi.

Reclutamento, il Miur conferma: in estate faremo più di 18mila assunzioni

da Tecnica della Scuola

Reclutamento, il Miur conferma: in estate faremo più di 18mila assunzioni
di A.G.
Avviato l’iter per le immissioni in ruolo di 12.625 docenti, 1.604 insegnanti di sostegno e 4.317 Ata. A cui si aggiungono i 4.447 posti di sostegno dell’anno in corso. Sugli scatti del personale passi avanti, ma la questione non è chiusa. E i sindacati non lo mandano a dire.
Finalmente una buona notizia: il Miur ha comunicato ai sindacati l’avviato iter di assunzione di oltre 18mila assunzioni per il prossimo anno scolastico: si tratta di 12.625 docenti, 1.604 insegnanti di sostegno e 4.317 Ata. A cui si aggiungono i 4.447 posti di sostegno dell’anno in corso.
Durante il confronto, oltre che del piano triennale di assunzioni del personale previsto dal decreto 104/2013 ‘L’Istruzione riparte’, si é parlato pure delle norme attuative del decreto stesso, della questione degli scatti degli insegnanti e di altre situazioni critiche come quelle del personale Ata e dei dirigenti scolastici che in mattinata hanno organizzato un sit in davanti al ministero proprio per reclamare attenzione e soluzioni.
Nella stessa giornata il portale del Mef “NoiPa” ha confermato che da febbraio saranno ripristinate le posizioni stipendiali di quanti, maturato lo scatto nel 2013, erano stati “retrocessi” al gradone precedente con la retribuzione di gennaio. La questione, comunque, non è del tutto chiusa. E se ne è parlato anche durante l’incontro al Miur. La Gilda ha chiesto ai dirigenti del Dicastero di Viale Trastevere di recuperare con celerità le risorse del Mof non spese negli anni passati, così da incidere in maniera meno pesante sul Mof corrente, “scongiurando il rischio che le progressioni di carriera vengano assegnate in base a una sorta di lotteria”. “Se non arriveranno risposte concrete per le posizioni economiche del personale Ata e per il salario di posizione dei dirigenti scolastici, siamo pronti ad andare allo sciopero” ha scritto la Flc-Cgil secondo cui “non è accettabile che si proceda retroattivamente a recuperare somme già pagate a fronte di prestazioni rese negli anni scorsi”.
In posizione d’attesa anche Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, preoccupato non poco delle posizioni economiche del personale Ata, su cui pende il rischio di veder avviate le procedure di recupero delle somme corrisposte a partire dal 2011-12. “Si tratterebbe – dice Scrima – di un vero e proprio furto a danno di lavoratori che hanno già svolto le attività per cui sono stati retribuiti. Alla ministra, che sostiene di avere tuttora in corso un tentativo di risolvere la questione attraverso un’intesa col Mef, abbiamo chiesto di bloccare la messa in atto di un recupero che siamo pronti a contrastare immediatamente in sede legale, ma che ci vedrebbe costretti ad assumere anche iniziative di mobilitazione, in analogia con quanto sta avvenendo per i dirigenti scolastici”. Dal leader della Uil scuola, Massimo Di Menna, l’esortazione al Governo affinché sul rinnovo del contratto di categoria “decida di decidere”. “Siamo fortemente impegnati affinché l’Esecutivo faccia l’unica cosa necessaria: aprire la trattativa, trovando le risorse necessarie prendendole da tanti sprechi e troppi privilegi, per riconoscere la specifica professionalità del personale della scuola. Abbiamo l’impressione che sia sempre attiva una lobby politico-amministrativa contro la scuola che cerca di bloccare qualsiasi processo innovativo”.
C’è infine da ravvisare la lamentela dell’Anief per l’assunzione di soli 1.604 Ata: il sindacato autonomo fa rilevare che, in base al Decreto Scuola, sarebbero dovuti essere dieci volte tanto.

Arriva la prima scuola primaria d’Italia ad indirizzo sportivo

da Tecnica della Scuola

Arriva la prima scuola primaria d’Italia ad indirizzo sportivo
di A.G.
Verrà attivata in un istituto di Udine a partire dal prossimo a.s.. La sperimentazione prevede almeno un’ora al giorno di attività fisica, interdisciplinarietà, monitoraggio delle attività in collaborazione con l’università: l’obiettivo è stimolare un’azione educativa e culturale della pratica motoria. Entusiasta il sindaco Honsell: l’attività fisica aiuta l’apprendimento, è una valvola di sfogo, stimola la socializzazione e abitua alla gestione degli impegni. Ma allora perchè il Miur non fa svolgere un po’ di attività motoria settimanale già dai 6 anni?
Anche le scuole primarie si specializzano. Dal prossimo anno anche nello sport. L’iniziativa è dell’istituto primario “Dante” di Udine e rientra nel progetto pilota “Crescere Sportiva-mente”: la scuola primaria d’Italia a indirizzo sportivo, presentata il 28 gennaio dal sindaco di Udine, Furio Honsell, prevede almeno un’ora al giorno di attività fisica, interdisciplinarietà tra le materie, monitoraggio delle attività in collaborazione con l’università. L’obiettivo è stimolare fin da bambini un’azione educativa e culturale della pratica motoria.
I bambini che inizieranno il percorso formativo ad indirizzo sportivo lo porteranno avanti sino al termine della loro scuola primaria: la sperimentazione avrà durata quinquennale. Il progetto offrirà la possibilità ai bambini udinesi di frequentare un percorso scolastico basato sulla valorizzazione della motricità già nel primo grado di studi dell’obbligo. L’iniziativa prevede che gli alunni abbiano la possibilità di svolgere almeno un’ora al giorno di attività fisica e almeno tre volte a settimana giochi di movimento o attività di gioco-sport. I promotori del progetto contano molto anche sulla collaborazione con la Facoltà di Scienze motorie dell’università di Udine, i cui laureandi e laureati saranno impegnati nel monitoraggio delle attività previste.
“È un progetto molto innovativo – ha detto Honsell – che recepisce le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. L’attività fisica aiuta l’apprendimento, rappresenta una valvola di sfogo alla vivacità tipica della giovane età, stimola la socializzazione e abitua alla gestione dei diversi impegni quotidiani. Senza dimenticare – ha concluso il sindaco – l’effetto positivo dell’attività fisica sulla salute”. E siccome con il sindaco di Udine è difficile non essere d’accordo, viene da chiedersi cosa attende il Miur ad attivare in tutte le scuole primarie almeno un’ora di attività motoria settimanale sin dalla primaria. Ovviamente affidandola insegnanti specializzati nella disciplina.

Rivalutazione automatica delle pensioni per l’anno 2014

da Tecnica della Scuola

Rivalutazione automatica delle pensioni per l’anno 2014
di L.L.
L’Inps illustra le nuove regole per la perequazione dei trattamenti pensionistici alla luce delle novità introdotte dalla Legge di Stabilità 2014
Con la circolare n. 7 del 17 gennaio 2014 l’Inps ha illustrato le operazioni di rinnovo dei mandati di pagamento delle pensioni per l’anno 2014, alla luce delle novità introdotte dalla Legge di Stabilità 2014. In particolare, l’art. 1, comma 483 ha individuato i criteri di applicazione della rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, che sarà effettuata da quest’anno non più correlando la percentuale di rivalutazione alle fasce di importo all’interno del trattamento complessivo, ma all’importo complessivo del trattamento pensionistico.
Il nuovo criterio di rivalutazione delle pensioni era già contenuto (ma con una misura percentuale differente) nell’articolo 12 del disegno di legge n. 1120/2013 e, vista la necessità di effettuare le operazioni in tempo utile per il pagamento della mensilità di gennaio 2014, era già stato applicato in via provvisoria. Ora l’Inps comunica che ha proceduto ad un adeguamento che tenga conto delle differenze fra le due disposizioni  (il disegno di legge e la versione definitiva della Legge di stabilità), per quanto riguarda la misura percentuale dell’indice di rivalutazione da applicare ai trattamenti  di importo compreso fra tre e quattro volte il trattamento minimo, e ai trattamenti di importo superiore a sei volte il trattamento minimo. Invece, per le pensioni di importo compreso fra tre e quattro volte il trattamento minimo e quelle di importo superiore a sei volte il trattamento minimo ci sarà un nuovo ricalcolo per adeguarne l’ammontare a quanto stabilito in via definitiva dalla Legge di stabilità.
L’indice di rivalutazione per il 2014 è stato determinato dal decreto del 20 novembre 2013 che ha fissato nella misura del 1,2 per cento l’aumento di perequazione automatica da attribuire alle pensioni, in via previsionale, per l’anno 2014. Il predetto decreto ha confermato nella misura del 3,0 per cento l’aumento definitivo di perequazione automatica per l’anno 2013. Pertanto, nessun conguaglio è stato effettuato rispetto alla rivalutazione attribuita in via previsionale per il 2013.
Per le pensioni erogate dalla Gestione Dipendenti Pubblici, nei casi in cui l’indennità integrativa speciale sia corrisposta come emolumento a sé stante dalla voce pensione, ai fini della individuazione della fascia del trattamento complessivo cui applicare gli aumenti percentuali della perequazione automatica di cui sopra, il trattamento pensionistico è stato considerato complessivamente, ovvero comprensivo dell’indennità integrativa speciale.
In merito alle modalità di attuazione delle nuove regole, l’Inps prenderà a riferimento  la rata mensile di pensione in pagamento al 31 dicembre 2013, comprensiva anche dell’indennità integrativa speciale.
Qualora il trattamento pensionistico complessivo risulti superiore a  € 1.486,29 sarà incrementato soltanto l’importo mensile della voce pensione mentre la misura dell’indennità integrativa speciale resterà invariata a quella spettante al 31 dicembre 2013.
Per effetto dell’applicazione delle suindicate percentuali di variazione della perequazione automatica, la misura mensile dell’indennità integrativa speciale dal 1° gennaio 2014 sarà elevata a € 767,83; l’importo della stessa indennità annessa alla 13^ mensilità sarà determinato per l’anno 2014 in € 747,83.
Con messaggio dedicato l’Inps comunicherà la pubblicazione del modello ObisM integrato per l’anno 2014, e della certificazione fiscale CUD 2014, rilasciata, di norma, esclusivamente attraverso il canale telematico. È bene anche ricordare che  i titolari di prestazioni sono tenuti a comunicare all’Inps ogni situazione che possa incidere sul diritto e sulla misura della prestazione quali ad esempio la variazione dello stato civile, della residenza, dei periodi di soggiorno all’estero, della situazione reddituale, dello stato di famiglia.

Importi del Mof per l’anno scolastico in corso

da Tecnica della Scuola

Importi del Mof per l’anno scolastico in corso
Con Avviso prot. n. 917 del 27 gennaio, il Miur rende noti gli importi del Mof lordo Stato e lordo dipendente per l’a.s. 2013/2014 finalizzati a retribuire gli Istituti contrattuali del personale del comparto scuola.
Nell’Avviso del Ministero dell’istruzione viene specificato che “Il file del Mof 2013/2014, comprensivo dei parametri di riferimento citati nell’intesa del 26 novembre 2013 e relativo calcolo, evidenzia gli importi sia dei 4/12 riferiti al periodo settembre-dicembre 2013 e sia degli 8/12 del periodo gennaio-agosto 2014. Dette somme riguardano il fondo d’istituto, le funzioni strumentali, gli incarichi specifici e le ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti”. La Flc Cgil fa notare che “si tratta solo della parte dei fondi spettanti per l’anno scolastico in corso“, peraltro già comunicata con due precedenti note a dicembre.  “Per il secondo anno consecutivo – sottolinea la Flc – le scuole si trovano, ad anno scolastico ormai avanzato, a dover fare i conti con l’impossibilità di  programmare tutte le attività afferenti al Piano dell’offerta formativa perché non sono stati indicati tempi certi per la comunicazione del saldo spettante”.

A febbraio ripristinate le posizioni stipendiali

da Tecnica della Scuola

A febbraio ripristinate le posizioni stipendiali
di A.T.
Ne dà conferma, in applicazione del decreto legge n. 3 del 23 gennaio scorso, il sito di “NoiPa”, il portale del Ministero dell’economia dedicato alla Pubblica Amministrazione e al suo personale.
A pubblicazione avvenuta sulla G.U. n. 18 del 23/1/2014, il decreto legge n. 3/2014 (“Disposizioni temporanee e urgenti in materia di proroga degli automatismi stipendiali del personale della scuola”) è entrato pienamente in vigore, mentre inizia l’iter in sede parlamentare per la sua conversione in legge, e produce i suoi effetti: da febbraio saranno ripristinate le posizioni stipendiali di quanti, maturato lo scatto nel 2013, erano stati “retrocessi” al gradone precedente con la retribuzione di gennaio.
Infatti, sul sito di “NoiPa” si legge che “per il personale della scuola interessato alla sessione negoziale finalizzata al recupero dell’utilità dell’anno 2012 e nelle more della conclusione di tale sessione, è stata ripristinata la posizione stipendiale superiore già attribuita nel 2013, ma successivamente retrocessa sulla mensilità di gennaio 2014. Il pagamento della differenza di stipendio per la mensilità di gennaio verrà effettuata con emissione straordinaria con esigibilità entro la metà di febbraio”.