SCUOLA – Ferie sottratte d’ufficio ai precari, la farsa continua

SCUOLA – Ferie sottratte d’ufficio ai precari, la farsa continua

 

Il 4 febbraio 2014 il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, a nome del Governo, ha risposto all’interrogazione parlamentare n. 564 sulla materia presentata dal portavoce M5S al Senato, Fabrizio Bocchino, ribadendo la posizione formale quanto erronea del MEF: la deroga introdotta dalla legge n. 228 viene applicata solo dal 1° gennaio 2013, pertanto nel periodo compreso tra il 7 luglio 2012 e il 31 dicembre dello stesso anno rimane vigente il divieto di monetizzazione di cui al decreto-legge n. 95. Il risultato di questa manovra si è avuto in questi giorni, con la corresponsione di pagamenti esigui.

 

Tuttavia, la giurisprudenza europea e nazionale dà ragione ai precari. Con Anief hanno presentato ricorso già 600 dipendenti: chi non volesse soccombere a questa palese ingiustizia fa ancora in tempo.

 

Sulla monetizzazione delle ferie del personale precario della scuola, il Ministero dell’Economia e l’amministrazione scolastica continuano rendersi artefici di una “farsa” senza fine. L’ultimo atto è l’interpretazione formale, quasi filologica, della deroga contenuta nell’art. 54 Legge di Stabilità n. 228 del 2012: secondo il MEF, l’eccezione da adottare a favore dei dipendenti della scuola va applicata solo a partire dal 1° gennaio 2013. E non tra il 7 luglio e il 31 dicembre 2012, come previsto dalla Spending review, il decreto legge n. 95, che ha introdotto il divieto di monetizzazione. In questo periodo, in pratica, l’amministrazione per quantificare le ferie da pagare al supplente dovrà prima detrarre i giorni di sospensione delle lezioni (dalle vacanze di Natale a quelle di Pasqua, ma anche le sospensioni delle lezioni per l’organizzazione di attività non prettamente scolastico-formative, come l’attivazione dei seggi elettorali o lo svolgimento dei pubblici concorsi): con il risultato di procedere a un pagamento delle ferie ridotto, in molti casi risibile.

 

L’intera vicenda – con l’amministrazione che continua a fare di tutto per fare “cassa” ai danni dei suoi dipendenti – è stata ripercorsa dal sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi. Il quale lo scorso 4 febbraio, a nome del Governo, ha risposto all’interrogazione parlamentare n. 564 sulla materia presentata dal portavoce M5S al Senato, Fabrizio Bocchino: come riportato dallo stesso esponente del Movimento 5 Stelle, ad imporre questa linea formalistica è stato il “Ministro dell’economia e delle finanze con la nota del 4 settembre 2013, secondo cui la deroga introdotta dalla legge n. 228 viene applicata dal 1° gennaio 2013 e che, pertanto, nel periodo compreso tra il 7 luglio 2012 e il 31 dicembre dello stesso anno, rimane vigente il divieto di monetizzazione di cui al decreto-legge n. 95”. Durante la controreplica il Sen. Bocchino si è dichiarato “insoddisfatto di tale interpretazione, viepiù penalizzante per i lavoratori precari, che sta determinando in questi giorni la liquidazione di cifre ridicole nella busta paga dei docenti”.

 

Dello stesso parere del senatore del M5S è l’Anief. Che ha sempre giudicato la negazione al pagamento delle ferie dei precari, anche di una parte, palesemente in contrasto con le indicazioni comunitarie e con la giurisprudenza nazionale: il giovane sindacato, a tal proposito, ha già presentato al giudice del lavoro circa 600 ricorsi. E invita tutta i precari danneggiati ad impugnare la posizione dell’amministrazione attraverso una e-mail da inviare a ferie@anief.net.

 

Anief ribadisce che quella del MEF è un’interpretazione assolutamente parziale dell’art. 54 della Legge n. 228/12. In evidente contrasto con la Direttiva Comunitaria n. 88/2003. Ma anche con i pareri espressi in merito dalla Cassazione. Oltre che di un preciso articolo della Costituzione, il 36, e di diverse parti della giurisprudenza nazionale. Tra queste citiamo l’articolo 2109 c.c., il quale dispone che il diritto alle ferie si concretizza attraverso una fruizione il più possibile continuativa, al fine di soddisfare la finalità specifica “del recupero energetico e della salutare distensione e ricreazione psicologica”. E le leggi sono fatte per essere rispettate.

 

Destinazione Italia e bonus libri: “Sta diventando una farsa”

Destinazione Italia e bonus libri – Polillo (AIE): “Sta diventando una farsa”
“Il Governo mantenga fede alle proprie promesse, in caso contrario il Presidente Letta vada in tv e ammetta l’errore”.
La delusione degli editori

“La vicenda delle detrazioni fiscali per i libri sta assumendo la forma di un farsa. Annunciato prima di Natale dal Presidente del Consiglio, salutato da tutti come prima iniziativa dell’era repubblicana a favore della lettura in un Paese che non legge, dopo aver suscitato apprezzamento a livello internazionale, sta evaporando come neve al sole nelle ultime ore e mette il Governo alla berlina non solo in Italia ma anche nei confronti degli osservatori esterni”. E’ molto dura la posizione del presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo in attesa del voto degli emendamenti in Aula del cosiddetto decreto Destinazione Italia e della nuova versione dell’articolo 9 dedicato al tema dei libri e della promozione della lettura.
“Il provvedimento originario – afferma Polillo -, varato addirittura con un decreto legge, si è rivelato inapplicabile. Il Parlamento ha provato a rimediare in sede di conversione: ma la toppa è quasi peggio del buco. Da una annunciata detrazione di 390 euro per tutti e su tutti i libri, con un limite generale di 50milioni annui, siamo passati a uno sconto ridicolo di circa 18 euro a studente delle superiori che esclude i libri scolastici, e rimangono forti, per usare un eufemismo, i dubbi sulla reale applicabilità anche della norma modificata dalla Camera visto che è difficile pensare che si possano usare i fondi strutturali europei per introdurre detrazioni fiscali per le persone fisiche. L’unica strada da percorrere è quella già in uso per le altre detrazioni attualmente in vigore: non è concepibile la differenza di trattamento tra le spese veterinarie, per esempio, e l’acquisto di libri”.
“Si è riusciti – conclude Polillo – a snaturare completamente il senso delle promesse del Presidente Letta, privando la misura di quel significato, anche simbolico, che era stato da noi tutti grandemente apprezzato. Abbiamo provato in ogni modo, lavorando in silenzio, a farne capire la portata e dato suggerimenti per migliorarlo ma siamo rimasti inascoltati.
Perché annunciare il provvedimento se non c’erano le risorse? Il Governo trovi i fondi per mantenere fede alle proprie promesse, in caso contrario il Presidente Letta vada in televisione e ammetta l’errore”.

ASI: Carrozza, massimo impegno per garantire piena operatività

ASI: Carrozza, massimo impegno per garantire piena operativita’ Agenzia

“Prendo atto della decisione di Enrico Saggese, che ha rimesso il suo mandato di Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. Ha compiuto oggi una scelta che consente di tutelare le prerogative dell’Agenzia da possibili ripercussioni, anche in vista degli importanti impegni internazionali del nostro Paese”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza.
“Garantisco fin da subito – ha aggiunto il Ministro – il mio impegno per far sì che vengano adottati i provvedimenti necessari per preservare la piena operatività dell’Asi tutelando i lavoratori e il patrimonio di eccellenza nel mondo della ricerca e dell’industria rappresentato dall’Agenzia Spaziale Italiana”.

Università: il numero dei posti disponibili per medicina e chirurgia è provvisorio

Università, Miur ribadisce, il numero dei posti disponibili per medicina e chirurgia è provvisorio

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ribadisce che il numero di posti disponibili per l’accesso ai corsi di studi in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria viene stabilito sulla base dell’offerta degli atenei tenendo altresì conto del fabbisogno nazionale determinato dalle Regioni e comunicato dal ministero della Salute.
In attesa di conoscere il fabbisogno delle Regioni e tenuto conto che quest’anno le prove sono state anticipate al mese di aprile, la comunicazione del numero dei posti disponibili è stata fatta per facilitare le scelte delle sedi da parte degli studenti. Il numero dei posti è dunque da ritenersi assolutamente provvisorio. Quello definitivo, come riportato nel DM 85/14, sarà comunicato prima della chiusura delle iscrizioni fissata all’11 marzo 2014.

Buon lavoro Presidente!

LA  PROF.SSA  ANNA  MARIA  AJELLO NUOVO  PRESIDENTE  DELL’INVALSI

 

B U O N     L A V O R O    P R E S I D E N T E !

 

Il ministro Maria Chiara Carrozza, a conclusione della prevista procedura di selezione, ha individuato la Prof.ssa  Anna Maria Ajello quale nuovo  presidente dell’INVALSI.

La prof.ssa Ajello ha collaborato e collabora con molte scuole della provincia di Viterbo nell’ambito del progetto “TENERE  LA  CLASSE”, che ha coinvolto decine di scuole e centinaia di docenti e dirigenti della nostra provincia in attività di auto-miglioramento della relazione didattico-educativa. Possiamo testimoniare che scelta migliore non poteva essere fatta.

Alla prof.ssa Ajello vanno le nostre felicitazioni e i migliori auguri di buon lavoro insieme al nostro rinnovato impegno di collaborazione.

 

Il presidente provinciale

Giuseppe Guastini

SCIOPERO ATTIVITA’ AGGIUNTIVE

CGIL SCUOLA PROCLAMA SCIOPERO ATTIVITA’ AGGIUNTIVE

La CGIL ha proclamato lo sciopero delle attività aggiuntive, docenti e ATA, dal 21 febbraio al 22 marzo. In realtà non ci sarebbe stato bisogno di proclamare lo sciopero visto che sono attività aggiuntive e quindi facoltative e non obbligatorie. Noi sono anni che diciamo ai colleghi di percorrere questa strada ma siamo sempre stati boicottati dalla CGIL, che per fare piacere ai propri presidi, ha sempre trovato scusanti per mettere questo tipo di “sciopero” in cattiva luce lavorandoci ai fianchi e sollecitando il ‘complesso di colpa’ di una parte dei lavoratori della scuola chiusi in una logica ‘missionaristica’.
A parte la mancanza di una qualsivoglia coerenza, quello che lascia pensare è la scelta della procedura adottata, come se fosse uno sciopero vero e proprio: tentativo di conciliazione, 15 giorni di preavviso, etc., quando non era necessario.
Infatti scioperi che durano un mese di fila non sono ammessi dalla attuale legislazione (legge antisciopero 146/90, etc.) e la Commissione di garanzia, sempre sollecitata dalle OOSS tradizionali, ha più volte redarguito chi si azzardava a fare operazioni del genere. Col loro plauso, la Commissione arrivò persino a dichiarare ‘illegittimo’ il blocco degli straordinari indetto dall’Unicobas per il personale ATA ed impose la revoca di nostri scioperi sulle ore di programmazione settimanale della scuola primaria o delle attività collegiali di tutto il corpo docente minacciando sanzioni pecuniarie e disciplinari verso il sindacato e (soprattutto) gli scioperanti.
Quindi le cose sono due: o si tratta di un bluff, di una ‘provocazione’ che poi verrà ritirata appena interverrà la Commissione di garanzia (in applicazione degli accordi sulle modalità di effettuazione del ‘diritto di sciopero’ nel comparto scuola, da noi denunciati ma invece sottoscritti anche dalla CGIL), oppure la CGIL ha avuto assicurazione dai propri “amici” vicini alla Commissione di garanzia che questa non interverrà (come già avvenuto in altre occasioni con trattamenti ‘ad personam’ per CGIL, CISL, UIL & C.). Va da sé che, se non ci saranno reazioni restrittive da parte della Commissione, proclameremo direttamente anche noi l’astensione totale da ogni attività aggiuntiva, dagli incarichi, dalle funzioni strumentali e quant’altro: MOTIVAZIONI CE NE SONO IN ABBONDANZA, dal blocco del contratto e dalla sua triennalizzazione (concordato dalla controparte anche dalla CGIL), al ‘congelamento’ degli scatti e dalla parziale restituzione degli stessi a danno del Fondo di Istituto (concordato dalla controparte solo con CILS, UIL et similia); dalla mancata corresponsione del dovuto per le ‘posizioni economiche’ del personale non docente alla tragedia degli ATA ex Enti Locali; dai ritardi annosi nell’assunzione dei precari alla riduzione dei benefici stipendiali e normativi per i neo assunti; sino al tentativo pendente da parte della Carrozza (tramite una delega ottenuta dal Governo) di ridurre al silenzio gli organi collegiali, imporre l’assunzione diretta del personale da parte dei dirigenti scolastici e la valutazione discrezionale di docenti ed ATA, collegando quella dei primi ai vergognosi test Invalsi (in primo luogo dannosi per gli studenti); dalla volontà di ridurre i Licei a 4 anni al blocco dei pensionamenti per i nati nei primi anni ’50, alle restrizioni generali in materia di diritto del lavoro ed alla mancata abrigazione della controriforma Gelmini e della revisione delle classi di concorso (questioni aperte ma per la maggior parte non menzionate dalla CGIL).
Comunque sia noi ribadiamo che questo tipo di “sciopero” ci appartiene, che lo abbiamo sempre praticato e continueremo a praticarlo. A breve la posizione ufficiale dell’Unicobas, con ulteriori chiarimenti.

Stefano d’Errico
(Segretario Nazionale)

La poltrona del Ministro è a rischio pignoramento

da Tecnica della Scuola

La poltrona del Ministro è a rischio pignoramento
di Lucio Ficara
Il Ministero non ha ancora provveduto a pagare i precari che un paio di anni fa hanno vinto un ricorso per non essere stati stabilizzati. E il Condacons si presenta in Viale Trastevere per chiedere il pignoramento della poltrona di Maria Chiara Carrozza.
Tra i  risarcimenti stipendiali dei precari della scuola e le suppellettili del Miur, è più importante risarcire chi ha lavorato essendo stato  sottopagato o tutelare gli oggetti presenti e giacenti a viale Trastevere presso il palazzo del Ministero della pubblica Istruzione? Inutile rispondere a questa domanda, in quanto la risposta è scontata. Stiamo parlando della condanna subita dal Miur, che imporrebbe il risarcimento, da parte del Dicastero guidato dal ministro Maria Chiara Carrozza a qualche centinaio di precari della scuola, ma che a due anni dalla sentenza non è ancora stato saldato. La notizia è che il Ministero dell’Istruzione è stato condannato a risarcire 472 insegnanti che avevano percepito uno stipendio totalmente inadeguato, rispetto al servizio realmente svolto. Esiste a tal riguardo una normativa europea, precisamente la direttiva 1999/70/CE, che prevede attraverso le sue clausole, che il lavoro del personale precario della scuola venga equiparato giuridicamente ed economicamente al personale già assunto a tempo indeterminato. Secondo un principio di non discriminazione tra lavoratori, la direttiva europea 1999/70 CE, dispone la prevenzione degli abusi derivanti dall’utilizzo di un ripetersi continuativo di contratti di lavoro a tempo determinato. L’Italia ha anche recepito tale direttiva europea, approvando nel settembre 2001 il decreto legislativo n. 368. In questo decreto legge, si sottolinea che un contratto a tempo determinato può essere prorogato non più di una volta e che la durata totale massima di uno o più contratti a tempo determinato, stipulato secondo la stessa tipologia, non può superare i tre anni. In buona sostanza un docente precario inserito nelle graduatorie ad esaurimento, secondo quanto previsto dalla direttiva europea, recepita dalla normativa italiana, dopo il terzo contratto annuale a tempo determinato, dovrebbe essere regolarizzato con un contratto a tempo indeterminato. Queste norme appena citate vengono completamente disattese dal nostro ministero dell’ Istruzione, che però adesso è chiamato a risarcire alcune centinaia di docenti. Così, a due anni dalla sentenza, senza che il Miur abbia pagato i 472 insegnanti per come disposto dalla giustizia amministrativa, ecco arrivare alle porte del Miur l’ufficiale giudiziario, coadiuvato da una rappresentativa delegazione del Codacons. In questa visita dal carattere puramente dimostrativo è stato  chiesto  al Miur il pignoramento dei mobili del palazzo, compresi orologi, ombrelli e lampadine. Si è arrivati a chiedere, come richiesta simbolica, la comoda  poltrona del ministro Carrozza. La richiesta, che appunto è stata simbolica, non ha avuto esito positivo, almeno per adesso.

Posizioni economiche Ata, si va al recupero di quanto già erogato

da Tecnica della Scuola

Posizioni economiche Ata, si va al recupero di quanto già erogato
di R.P.
Lo ribadisce il Miur con una nota firmata dal Capo Dipartimento Chiapetta. Passa di fatto l’interpretazione restriittiva del Mef sul DL n. 78/2010
Sulla questione delle posizioni economiche Ata, il Mef non vuole sentire ragioni e così nelle ultime ore il Capo Dipartimento del Miur Luciano Chiappetta ha emanato una nuova nota di chiarimenti per ribadire che gli aumenti stipendiali attribuiti a partire dal settembre 2013 vanno bloccati. Non solo, ma risulta anche necessario recuperare tutte le somme erogate dal settembre scorso in poi. Stessa cosa vale per tutti gli aumenti con decorrenza 2011. Dalla tagliola del Mef si salvano solamente le posizioni attribuite prima del 2011 che continuano ad avere ancora effetto. Nelle audizioni al Senato di questi giorni i sindacati hanno chiesto che il problema venga affrontato e risolto in sede di conversione in legge del decreto n. 3/2014 ma le possibilità che la richiesta venga accolta dal Parlamento è molto tenue. D’altronde non da oggi lo stesso Ministro dell’istruzione continua a ripetere che le risorse finanziarie disponibili sono praticamente pari a zero. In queste condizioni, non si capisce neppure come il ministro possa pensare di dare avvio alla stagione contrattuale. Anche i sindacati sembrano ormai rassegnati ad un contratto povero, ma è davvero improbabile che possano accettare un contratto senza risorse.

Sostegno, ufficializzate le 4.447 immissioni in ruolo

da Tecnica della Scuola

Sostegno, ufficializzate le 4.447 immissioni in ruolo
di Alessandro Giuliani
Con la nota n. 362 del 6 febbraio 2014, il Miur specifica che si tratta di posti aggiuntivi che non si sommano a quelli attualmente vacanti, residuati dopo le precedenti immissioni in ruolo.
Con la nota n. 362 del 6 febbraio 2014, il ministero dell’Istruzione ha ufficializzato l’assunzione di 4.447 su posti di sostegno per l’anno scolastico in corso: facendo riferimento alla Legge n. 128/2013, il Miur specifica che si tratta “di posti aggiuntivi che non si sommano a quelli attualmente vacanti, residuati dopo le precedenti immissioni in ruolo, che confluiranno nel prossimo piano triennale di immissioni in ruolo”. Alla nota ministeriale sono allegate una serie di tabelle che riportano, per ciascuna provincia, la ripartizione dei posti, la cui entità è stata determinata in proporzione all’organico di diritto. Nelle stesse tabella viene indicata una colonna ((II tranche) con il numero massimo di nomine effettuabili per ogni provincia. “Tali posti vanno prioritariamente assegnati per riassorbire l’eventuale esubero esistente, evitando, comunque, di crearne di nuovo. Tutte le nomine dovranno avere decorrenza giuridica 1° settembre 2013 ed economica 1° settembre 2014. Mentre per la sede definitiva, i neo docenti di sostegno dovranno partecipare alla mobilità che avrà gli effetti nell’anno scolastico 2015/16.

Via libera al Sistema nazionale delle anagrafi dell’edilizia scolastica

da Tecnica della Scuola

Via libera al Sistema nazionale delle anagrafi dell’edilizia scolastica
di A.G.
Arriva l’accordo in Conferenza Unificata:  spazio a procedure più snelle per la raccolta dei dati, più uno nodo nazionale situato al Miur e altri nodi regionali in rapporto fra loro per lo scambio reciproco dei dati. L’aggiornamento sarà periodico. Creato anche un Osservatorio: verificherà la funzionalità del sistema e la conformità alle regole tecniche.
Come anticipato in un nostro articolo precedente, il 6 febbraio è arrivato il via libera al Sistema nazionale delle anagrafi dell’edilizia scolastica. È infatti giunto il preventivato accordo in Conferenza Unificata, che permetterà di adottare procedure più snelle per la raccolta dei dati relativi all’edilizia scolastica.
Dall’ufficio stampa del Ministero, inoltre, spiegano che l’accordo permetterà anche una nuova formulazione dell’Osservatorio sull’edilizia: “viene ripristinato per rendere efficaci gli interventi in materia previsti dalla normativa vigente e per garantire una loro efficiente programmazione”.
Il nuovo Sistema delle Anagrafi sarà (Snaes) costituito da uno nodo nazionale situato presso il Miur e da nodi regionali che saranno in rapporto fra loro per lo scambio reciproco di dati. L’aggiornamento viene reso periodico e costante nel tempo. L’Osservatorio per l’edilizia scolastica verificherà la funzionalità del sistema e la conformità alle regole tecniche.
Sempre oggi la Conferenza Unificata ha dato anche il suo via libera al decreto applicativo previsto dal Dl ‘L’Istruzione riparte’ sul contrasto della dispersione scolastica. Ci sarà un bando nazionale per le scuole che potranno presentare progetti di didattica integrativa e innovativa, anche attraverso il prolungamento dell’orario nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
“Sono molto soddisfatta del passo in avanti sul tema dell’edilizia scolastica fatto con la Conferenza Unificata di oggi – ha detto il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza – Finalmente un accordo che fa ripartire l’Anagrafe dell’edilizia e l’Osservatorio: due strumenti fondamentali per una maggiore trasparenza e una migliore gestione dei dati, ma anche per una programmazione efficiente degli interventi necessari. Si tratta di un ulteriore segnale di attenzione da parte del Governo ad un tema centrale come l’edilizia scolastica”.

Invalsi: perché non scegliere fra gli osservatori esterni anche i presidenti della maturità?

da Tecnica della Scuola

Invalsi: perché non scegliere fra gli osservatori esterni anche i presidenti della maturità?
di Aldo Domenico Ficara
L’incarico di osservatore esterno Invalsi è riservato un po’ a tutti i docenti con incarichi particolari a scuola, ma non a chi ha svolto la mansione di presidente agli esami di Stato.
Nel marzo del 2013 si scriveva che gli osservatori esterni delle prove Invalsi dovevano possedere i seguenti titoli: “Possono partecipare alla presente selezione i candidati che abbiano conseguito almeno una laurea di primo livello (triennale) entro il giorno di presentazione della domanda o che abbiano insegnato per almeno cinque anni presso la scuola (statale o paritaria) primaria o secondaria. Nel 2014 a distanza di un solo anno, l’incarico di osservatore esterno alle prove Invalsi è riservato ai dirigenti tecnici, ai dirigenti scolastici, ai docenti collaboratori dei dirigenti, alle funzioni strumentali, ai docenti comandati nell’amministrazione e all’ANSAS, e ai docenti coinvolti in precedenti esperienze di formazione e di valutazione delle indagini OCSE-PISA, IEA-PIRLS e IEA-TIMSS, secondo l’ordine di priorità descritto. Poteva essere data maggiore attenzione a tutti i presidenti di commissioni degli ultimi esami di stato della scuola secondaria di secondo grado (a.s. 2012/2913), ovvero maggiore attenzione a figure professionali che hanno saputo gestire le complicate dinamiche del cosiddetto esame di maturità. A tal proposito si ricorda l’articolo 2 del Decreto 30 gennaio 2003 (G.U. n. 84 del 10/4/2003) riguardante i criteri di nomina dei presidenti agli esami di stato, così recita: Il presidente e’ nominato tra il personale dirigente e docente della scuola secondaria superiore, secondo il seguente ordine di precedenza: a) dirigenti di istituti statali d’istruzione secondaria superiore, ivi compresi i dirigenti scolastici dei Convitti nazionali e degli Educandati femminili e dirigenti di istituti comprensivi nei quali funzionano corsi di studio di istruzione secondaria superiore; b) docenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato di istituti statali d’istruzione secondaria superiore compresi in una graduatoria di merito nei concorsi per dirigente scolastico nelle scuole secondarie superiori; c) docenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato di istituti statali d’istruzione secondaria superiore che abbiano svolto o svolgano da almeno tre anni incarico di dirigente scolastico nelle scuole d’istruzione secondaria superiore; d) docenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato di istituti statali d’istruzione secondaria superiore che abbiano svolto o svolgano da almeno tre anni incarico di collaboratore del dirigente scolastico nelle scuole di istruzione secondaria superiore; e) docenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato di istituti statali di istruzione secondaria superiore con almeno 10 anni di servizio di ruolo.

Carrozza: l’anagrafe edilizia giunge in Conferenza Unificata, risultato importantissimo

da Tecnica della Scuola

Carrozza: l’anagrafe edilizia giunge in Conferenza Unificata, risultato importantissimo
di A.G.
Il Ministro: fin dall’inizio del nostro insediamento abbiamo messo l’edilizia scolastica come priorità, io stessa ogni settimana vado in una regione diversa e so perfettamente qual è lo stato. I limiti per completare il progetto, atteso da anni, non sono solo nella scarsità di finanziamenti: c’è troppa frammentazione tra Governo, Comuni, Province, Regioni e per superarlo il Miur ha fornito poteri derogatori.
L’anagrafe sui rischi dell’edilizia scolastica sarebbe in dirittura d’arrivo. Con tanto di osservatorio nazionale. Ad annunciarlo, il 6 febbraio nel corso di un intervento a Unomattina su Rai Uno, è stato il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza: ”stiamo mettendo su l’anagrafe dell’edilizia scolastica e l’osservatorio. Proprio oggi va in Conferenza Unificata ed è un risultato importantissimo di collaborazione Stato-Regioni”, ha detto il responsabile del Miur.
Il Ministro ha tenuto a precisare che ”fin dall’inizio del nostro insediamento abbiamo messo l’edilizia scolastica come priorità della scuola italiana. Io stessa ogni settimana vado in una regione diversa e so perfettamente qual è lo stato”.

Carrozza ha anche accennato agli ostacoli che hanno trasformato l’operazione, attesa da anni, in una sorta di eterna incompiuta. ”C’è un problema – ha sottolineato il Ministro – di frammentazione tra Governo, Comuni, Province, Regioni. Abbiamo fatto di tutto per accelerare questo percorso, abbiamo anche dato dei poteri derogatori ai presidenti di Provincia e ai sindaci. Abbiamo già investito 150 milioni di euro e adesso con il ministro per la coesione territoriale, Carlo Trigilia, con i residui della programmazione europea, stiamo ancora soddisfacendo queste liste che abbiamo creato grazie alla collaborazione delle Regioni”.

Al via i concorsi del personale Ata a.s. 2013/2014

da Tecnica della Scuola

Al via i concorsi del personale Ata a.s. 2013/2014
di Lara La Gatta
Il Miur trasmette i modelli da inviare in modalità cartacea (B1 , B2, F e H), mentre l’allegato G è da trasmettere tramite Istanze on-line
Con precedente nota prot. 565 del 24 gennaio 2014 il Miur aveva annunciato l’imminente indizione per l’anno scolastico 2013/2014dei concorsi per titoli per l’accesso ai ruoli provinciali, relativi ai profili professionali dell’area A e B del personale ATA (vedi notizia).
Alla nota del 24 gennaio fa ora seguito la nota prot. n. 920 del 5 febbraio 2014, con la quale sono trasmessi i modelli di domanda (Allegati B1, B2, F e H).
Gli Uffici scolastici regionali sono invitati a predisporre “ogni sollecita e tempestiva iniziativa idonea ad accelerare l’indizione” dei concorsi.
Come già anticipato nella precedente nota, dovranno essere inviati:
a) con modalità tradizionale (quindi cartacea) i modelli di domanda allegati B1 , B2, F e H mediante raccomandata a/r ovvero consegnati a mano, all’Ambito Territoriale Provinciale della provincia d’interesse entro i termini previsti dal relativo bando;
b) tramite le Istanze on-line il modello di domanda allegato G di scelta delle sedi delle istituzioni scolastiche. Per quest’ultimo non dovrà essere inviato il modello cartaceo in formato pdf prodotto dall’applicazione in quanto l’Ufficio territoriale destinatario lo riceverà automaticamente al momento dell’inoltro.
Tutti gli aspiranti interessati alle graduatorie d’istituto dovranno provvedere alla registrazione su Istanze on-line, qualora non siano già registrati. tutti gli aspiranti , ai fini dell’inclusione nelle graduatorie di circolo e di istituto di 1° fascia per l’ a. s, 2014/2015dovranno, necessariamente, utilizzare la procedura on-line .
Non cambia neanche la procedura per il personale che intenda usufruire dei benefici dell’art. 21 e dell’art. 33, commi 5, 6 e 7 della legge 104/92 con le modifiche apportate dall’art. 24 della legge 4.11.2010 n. 183: tale personale dovrà compilare un apposito Allegato H.

Mobilità personale: il 24 febbraio probabile sottoscrizione definitiva del Ccni

da Tecnica della Scuola

Mobilità personale: il 24 febbraio probabile sottoscrizione definitiva del Ccni
di Andrea Toscano
Nell’incontro del 5 febbraio tra Amministrazione e organizzazioni sindacali è stata esaminata la bozza dell’ordinanza sulla mobilità del personale e si è discusso sulla riformulazione dell’art. 30 del Ccni relativo al sostegno nella secondaria di secondo grado.
I rappresentanti del Ministero dell’istruzione e dei sindacati si sono confrontati sulla bozza di ordinanza predisposta dall’Amministrazione, che potrà essere emanata soltanto dopo la sottoscrizione definitiva del Ccni per la mobilità del personale docente, educativo ed Ata per l’a.s. 2014/2015, la cui Ipotesi è stata siglata lo scorso 17 dicembre e, al termine dell’esame interno effettuato dal Miur, è stato consegnata il 22 gennaio al Dipartimento della Funzione pubblica e al Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, per il rilascio del previsto parere.
In considerazione del fatto che sono previsti al massimo 30 giorni per l’invio delle valutazioni di competenza, le parti si stanno adoperando affinché alla scadenza di tale termine si possano, con la massima tempestività, inviare agli Uffici territoriali sia il Ccni sottoscritto in via definitiva sia la successiva ordinanza ministeriale: per il 24 febbraio è fissato un nuovo incontro per sottoscrivere definitivamente il suddetto Ccni e definire senza ulteriori indugi le date di presentazione delle domande di trasferimento e di passaggio di cattedra e di ruolo (per la scadenza, che verrà certamente collocata nella seconda metà di marzo, bisognerà anche valutare quanti saranno i giorni di tempo a disposizione una volta emanata la relativa apposita O.M.).
Le istanze saranno effettuate dal personale interessato con procedura on line, previa registrazione (per chi non ha già – o sono scadute – le credenziali di accesso) su “Istanze on line” del sito ministeriale.
A seguito dell’intenzione, espressa dall’Amministrazione, in applicazione della legge n. 128/2013, che l’organico di sostegno della scuola secondaria di II grado (Dos) sia unificato, ai soli fini dell’effettuazione della mobilità sia provinciale (seconda fase per il trasferimento da posto comune a sostegno e viceversa), che interprovinciale, occorre effettuare una riscrittura dell’art. 30 dell’Ipotesi di Ccni relativo a: “sostegno – scuola secondaria di II grado”. Ma alcune organizzazioni sindacali hanno espresso contrarietà ad anticipare all’a.s. 2014/2015 la suddetta unificazione rispetto a quando diverrà operativa, con l’aggiornamento delle GaE, per le immissioni in ruolo e le supplenze.

Il Miur ha quindi mostrato “prudenza” su tale punto: “in tal senso l’Amministrazione – si legge in un comunicato dello Snals – ha predisposto una prima bozza di discussione per la definizione di tale articolo 30, che sarà oggetto di successiva riflessione e modifica, al fine di garantire i diritti del personale a tempo indeterminato, senza ledere i diritti degli inseriti negli elenchi di sostegno, ai fini delle nomine in ruolo”.

Storia dell’Arte dimezzata nelle scuole

da Tecnica della Scuola

Storia dell’Arte dimezzata nelle scuole
di P.A.
Con la bocciatura dell’emendamento presentato il 31 ottobre dal deputato Sel, Celeste Costantino, che chiedeva il ripristino della storia dell’arte nella scuola secondaria, si è aperto un fronte di preoccupazione per una materia base della nostra cultura nazionale.
Il motivo della bocciatura è sempre legato all’aumento di spesa che il Miur non potrebbe sopportare. Come è noto, tutto ebbe inizio nel 2008, con l’avvento della ministra Mariastella Gelmini all’istruzione e con la sua riforma epocale della secondaria di secondo grado, attraverso la quale si abolì o si ridusse drasticamente l’insegnamento delle discipline artistiche, a partire dai licei artistici per continuare nei bienni del classico e del linguistico, oltre che negli indirizzi Turismo e Grafica degli Istituti tecnici e dei professionali. E come è pure noto, sono partite delle petizioni e degli appelli alla ministra dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, sottoscritti da personalità come Adriano La Regina, Salvatore Settis, Cesare de Seta, Rosi Fontana. E nonostante il loro appello, accorato e motivato da una esigenza anche utilitaristica in funzione dell’occupazione nel mare dei siti artistici e archeologici e paesaggistici del nostro Paese, la ministra ha fatto orecchie da mercante, mentre Il giornale dell’arte scrive della nascita dell’associazione Artem Docere (Associazione nazionale Docenti Disegno e Storia dell’arte), che promette battaglia così come i duemila insegnanti precari della materia in questione. Scrivono i docenti della disciplina, se per un verso la “Riforma Gelmini abbia portato – nei regolamenti attuativi – ad un incremento della storia dell’arte nel Liceo Classico Tradizionale (passando dalle precedenti 4 ore complessive del triennio: 1+1+2, alle attuali 6 ore: 2+2+2)”, un drastico ridimensionamento della “presenza della disciplina nei curricoli scolastici si è registrato invece nell’istruzione Professionale (da dove è sparita), in quella Tecnica (dove è stata ridotta, per esempio, nell’indirizzo turistico).” “Più in generale, tutti gli indirizzi (Liceo Classico compreso) hanno perso ore di storia dell’arte a causa della eliminazione delle sperimentazioni che avevano permesso, in una notevolissima quantità di scuole italiane, l’incremento del monte ore proprio in risposta ad una esigenza formativa espressa dall’utenza e sostenuta dai Collegi Docenti in regime di autonomia. Tanti Licei Classici, per esempio, avevano inserito la Storia dell’Arte nell’offerta formativa del Ginnasio. Con l’eliminazione delle sperimentazioni, tale incremento è stato annullato. “La Storia dell’arte non è stata dunque eliminata”, mentre l’auspicio è che il dibattito “sulla presenza dell’educazione all’arte e al patrimonio nella scuola secondaria superiore possa riaprirsi”.