Foibe: Scuole premiate al Senato

Foibe, al Senato premiate scuole vincitrici del concorso ‘La letteratura italiana d’Istria, Fiume e Dalmazia’

“Per non dimenticare occorre divulgare e tramandare. E ciò può avvenire attraverso le esperienze dei testimoni diretti di quei fatti tragici che più di ogni altra cosa sono capaci di trasmettere alle nuove generazioni il senso del ricordo. Nella speranza che conoscendo quanto avvenuto si creino quegli anticorpi necessari affinché quelle tragedie non si ripetano mai più. In questo quadro si inserisce anche il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata”. Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, nel Giorno del Ricordo, istituito nel 2004. In occasione di questa ricorrenza stamattina le scuole vincitrici del concorso ‘La letteratura italiana d’Istria, Fiume e Dalmazia’ organizzato dal Miur sono state premiate al Senato dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dal presidente del Senato, Pietro Grasso, e dal sottosegretario al all’Istruzione Marco Rossi Doria. La premiazione è poi proseguita al Miur con la consegna di targhe e medaglie a studenti e docenti.

L’elenco delle scuole vincitrici:

Sezione primo ciclo

Vincitori
Scuola primaria ‘P. Borsellino’, Montecompatri (Rm)
Progetto: Gli Argonauti
Motivazione: Lavoro originale in cui è evidente il coinvolgimento degli alunni, pienamente partecipi nel rappresentare un’epoca remota che presenta gli opportuni riferimenti all’esodo giuliano-dalmata.

Scuola di I grado ‘G. I. Ascoli” Gorizia 
Progetto: Istria sotto l’albero
Motivazione: Pregevole rielaborazione di antiche leggende apprese recuperando la memoria orale degli anziani in cui si intreccia l’apparato fiabesco con l’esperienza personale.

Menzioni speciali
Scuola primaria ‘L. Gabelli’ Porcia (Pn)
Progetti: Calendario 2014, Come nacque il Carso
Motivazione: La Commissione riconosce l’assiduità della scuola nella partecipazione al Concorso con prodotti sempre di qualità in cui si evince la piena partecipazione degli alunni al processo didattico.

Istituto Comprensivo Statale di Serino – Scuola Primaria Serino (Av)
Progetto: Marco e la farfalla 
Motivazione: La fiaba è un testo originale in cui le vicende umane assumono carattere universale.
Si apprezzano elementi lirici nel testo, frutto della collaborazione di un gruppo di alunni.

Per la sezione Scuole d’Istria, Fiume e Dalmazia si segnala la partecipazione di: 

Scuola elementare “G. Martinuzzi” – Pola
Progetto: Racconti Preziosi

Scuola elementare italiana “B. Benussi”- Valle d’Istria (Rovigno)
Progetto: Leggende

Secondo ciclo

Vincitori
Liceo Scientifico ‘L. Mascheroni’ Bergamo 
Progetto: Esili
Motivazione: Il lavoro è completo e organico, attinente al tema. La proposta risulta originale nella scelta dell’Autore e delle sue opere e ciò permette coerente ricostruzione del rapporto tra esodo e letteratura.

Liceo Scientifico ‘G. Marconi’ Pesaro (Pu)
Progetto: La valigia dei ricordi 
Motivazione: Il video coniuga con particolare originalità espressiva gestualità e musica come efficaci elementi narrativi, rielaborando la storia dell’esodo attraverso l’intreccio di ricordi, memorie, rievocazioni e l’integrazione di diversi linguaggi che consentono la vicinanza quasi fisica agli interpreti.

Menzioni speciali
Liceo Scientifico e Linguistico ‘A. Manzoni’, Milano
Progetto: Ricordare Norma Crosetto
Motivazione: Il video rievoca uno dei più tristi episodi delle complesse vicende umane del Confine orientale rielaborato con delicato intento commemorativo, attraverso un’efficace sintesi narrativa.

Liceo Scientifico ‘G. Galilei’ Catania
Progetto: Voci dal silenzio
Motivazione: Efficace indagine tra storia e testimonianza, che utilizza gli elementi della ricostruzione, mantenendo una visione equilibrata degli eventi

“I cuscini puzzano di sudore”

“I cuscini puzzano di sudore”

di Vincenzo Andraous

 

L’anno 2014 è iniziato da qualche giorno, suona la campana a morto per qualche disgraziato garrotato dal meccanismo perverso che il carcere mantiene, per poi vergognarsene senza pudore.

Un altro poveraccio se ne è andato con le gambe in avanti, un’evasione silenziosa, che non fa rumore come quell’altra con lima e lenzuola annodate, da qualche tempo s’evade così, con corda e sapone, senza documentazione, privati persino della propria storia personale, quella che non è mai raccontata per quella che è.

In fin dei conti la prigione non è zona di mare, di sole e divertimento, è quello che è, un lazzaretto disidratato, un contenitore, una catasta di cose, di numeri, di eccedenze e scarti, di sovraffollamento, e dunque, c’è bisogno di dare aria ai capannoni in disuso, consentendo disprezzo e indifferenza ulteriore al lessico quotidiano, che parla non di uomini, cittadini reclusi, non di pene da scontare, non di carcere a norma di sicurezza.

Contese politiche e trabocchetti ideologici, dove la sicurezza appunto è strattonata per meglio comprarla a seconda dei punti di vista, delle prospettive, dei vantaggi di casata, quindi per i detenuti rimane solo il tempo di un urlo strozzato in gola, per gli altri cittadini liberi uno sbadiglio, meglio sonnecchiare di fronte all’ultima ingiustizia, perché fin troppe  sono quelle irreggimentate per rendere inquieta e preoccupata una società.

Un altro prigioniero è finito sul ben noto capitolato degli “eventi critici”, letteratura amministrativa per meglio rendicontare certi accadimenti insanabili, che invece meriterebbero maggiore attenzione, dentro sensibilità certamente diverse, ma ognuna in possesso della propria patente di circolazione, ben connessa alla sostanza delle cose, non alla parzialità delle circostanze che di volta in volta fanno gridare, sbattere i pugni, per rivendicare ruoli e competenze, rafforzando i silenzi.

Ci sarebbe bisogno di chiarire questo buco nero profondo in forza di autorevolezza, gli ammanchi esistenziali di una giustizia anch’essa presa per i fondelli, infatti alla galera è possibile trarre un riassunto sociale che non lascia dubbio per il decoro venuto meno, perché autorizzato a scalare le vette più alte dell’inumanità.

Sovraffollamento, suicidi, malattia, solitudinarizzata persino  la morte, patologie border line, aree sempre più corpose di doppia diagnosi, tumefazioni e sangue, confermano il pericolo di un vero e proprio regresso insanabile del carcere italiano.

Qualcuno ha detto che sulle brande arrugginite “ i cuscini puzzano di sudore “. No, non è così: quei cuscini, dove ci sono, perché mancano, sono invisi persino alla consorella discarica più vicina.

A quante palline cadaveriche è arrivato il pallottoliere penitenziario?

Siamo a inizio anno, eppure tra una imu reintrodotta con gli interessi, una tares reinventata, una tasi spocchiosa, lo scoramento di una collettività diseduca alla compassione, alla pietà, alla giustizia che salva  dall’ingiustizia dell’abbandono.

A volte si ha l’impressione di una discussione oziosa sul carcere, è tutto talmente incancrenito e marcio che non c’è difficoltà ad autoassolversi con un giro di parole, raccontandoci una realtà che non esiste, perché non deve esistere.

A cosa serve una prigione che non custodisce, ma si limita a detenere, che non rieduca, ma addomestica all’attesa del morso che verrà, che determina un tempo bloccato, senza alcuna possibilità di crescere, di spostare l’asse di coordinamento sociale da puro terminale dell’esclusione, a linea di partenza per nuovi stili di vita, di responsabilità assunte.

Un carcere che uccide non serve a nessuno, un carcere che accartoccia l’umanità non serve, un carcere dell’ingiustizia genererà soltanto mostri, forse vecchi nel fisico, ma bambini nella testa, deresponsabilizzati dalla sofferenza cieca che non consegna nuove punteggiature.

Il carcere che uccide non serve perché non è con la vendetta travestita di buone intenzioni che si superano le gambe corte delle menzogne, delle panzane mediatiche, una galera che inghiotte, espelle carne morta, non sana il male di vivere, non ripara al male perpetrato, non diventerà mai protagonista attivo di un preciso interesse collettivo.

Amnistia, indulto, decreti, falsi allarmismi, carceri nuove e mantenimento di una politica del più forte contro il debole, significa consolidare una galera dell’intolleranza, che scardina valore all’autorevolezza delle istituzioni.

Non può esser considerata una pena affidabile, quella pena che priva di rispetto della dignità ognuno, una pena in cui il reato diventa l’unica identità possibile del detenuto,  anche quando quella pena verrà scontata, non una volta come Costituzione comanda, ma una volta di più, rendendo vano ogni auspicio di risocializzazione, ogni richiesta di giustizia.

La Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili in un fumetto

La Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili in un fumetto

Sul numero di marzo della rivista dell’Aifo anticipazione del libro illustrato dal disegnatore Kanjano e curato da Nicola Rabbi: racconta storie di persone disabili entrate nei progetti di riabilitazione dell’associazione

da Redattore Sociale
10 febbraio 2014

ROMA – La Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili in un fumetto. L’idea è di Nicola Rabbi che insieme all’illustratore Kanjano ha intrapreso un interessante progetto di educazione interculturale, declinazione ulteriore del progetto dell’Aifo, Associazione italiana amici di Raoul Follereau, sulla riabilitazione su base comunitaria (Rbc): “Stiamo raccontando una serie di storie di persone disabili, ma anche di familiari e tecnici socio-sanitari, che vivono in Mongolia – spiega Rabbi nel suo blog “Gong! Raccontare le organizzazioni non governative” -. Ci rivolgiamo ad un pubblico italiano e lo abbiamo pensato come strumento per l’educazione interculturale”. Il libro, ancora in fase di realizzazione, avrà un’anticipazione sul numero di marzo della rivista dell’Aifo: “Pubblicheremo un inserto dedicato a qualcosa di molto difficile da raccontare con disegni e poche parole, racconteremo la convenzione Onu sui diritti delle persone disabili”. Una tavola tratta da questo lavoro è pubblicata nel blog: ha per protagonista Bayaraa, carpentiere e padre di due ragazzi, che ha perso l’uso della gambe a causa di una caduta avvenuta mentre eseguiva lavori sopra un tetto e che, grazie al sostegno dell’Aifo, è riuscito a dare corpo a una nuova attività, la pittura su feltro: una competenza che gli ha ridato una speranza e una visione di futuro e che vuole trasmettere ad altri, disabili e anche alcolisti, per offrire loro un’occasione di emancipazione. E sono proprio questi gli obiettivi dei progetti di riabilitazione su base comunitaria: rivitalizzare la dignità delle persone disabili e promuoverne l’auto-sviluppo. Il processo riabilitativo viene realizzato all’interno della comunità e vede il coinvolgimento diretto di tutti i suoi membri. Aifo dà il suo contributo finanziario e tecnico per la formazione dei volontari comunitari e dei supervisori, per realizzare campagne di sensibilizzazione, interventi medici e riabilitativi, concessione di micro-crediti per attività generatrici di reddito promosse da gruppi e cooperative di disabili. Altrimenti “la vita è molto dura per chi se ne sta chiuso in casa”, racconta Bayaraa nel video girato nella sua abitazione.

Spiega Nicola Rabbi, giornalista specializzato su temi sociali: “Prima di scegliere uno strumento per comunicare bisogna naturalmente fare i conti con coloro ai quali ci si rivolge. Ad esempio se si vuole fare educazione sanitaria in una zona dove la popolazione ha un alto indice di analfabetismo è meglio evitare una pubblicazione, anche se corta, ma occorre utilizzare una trasmissione radiofonica. Per il fumetto si è avuta una certa reticenza ad usarlo in alcuni contesti, soprattutto nell’Africa sub-sahariana: si pensava che il flusso di immagini disegnate rappresentasse un ostacolo per un certo tipo di cultura. Ma in Italia il lavoro culturale di una rivista come Africa e Mediterraneo ha dimostrato che non è più vero”. Non mancano i credits: “Non sarei mai arrivato a ragionare in termini di graphic novel se non avessi incontrato Carlo Gubitosa di mamma.am che mi ha fatto conoscere Kanjano”. (ep)

Personale ATA

Personale ATA: Anief ricorre contro l’anno di ‘purgatorio’ previsto dal Miur per chi decide di cambiare provincia

 

Il Miur sbaglia. Così come per i docenti, anche al personale ATA deve essere garantita la possibilità di spostarsi mantenendo l’inserimento nella graduatoria provinciale (la cosiddetta “24 mesi”). Oggi chi si vuole trasferire di provincia può farlo esclusivamente all’atto dell’inserimento/aggiornamento delle graduatorie di Istituto, a condizione però che l’interessato chieda il depennamento dalla graduatoria provinciale: potrà reinserirsi solo al successivo concorso per titoli per i profili professionali dell’area A e B del personale ATA.

 

L’amministrazione scolastica centrale si ostina a non applicare le norme a salvaguardia dei diritti dei lavoratori. Lo fa anche in occasione del rinnovo della graduatoria permanente provinciale ‘24 mesi’ attraverso la nota prot. n. 920 agli Uffici Scolastici Regionali, contenente i modelli di domanda per la partecipazione ai concorsi per titoli per i profili professionali dell’area A e B del personale ATA: in base a quanto disposto dal Ministero dell’Istruzione, il personale amministrativo, tecnico, ausiliario non potrà chiedere nei prossimi giorni il trasferimento della propria posizione in una provincia diversa da quella di attuale inserimento. Potrà farlo successivamente, con il bando relativo alle graduatorie d’istituto, sempre del personale ATA, chiedendo l’inserimento nelle graduatorie della provincia in cui desidera trasferirsi. E poi al successivo bando “24 mesi”, attraverso cui passerà dalle graduatorie d’istituto a quella provinciale.

 

Anief rigetta questa interpretazione della normativa: la Corte di Cassazione, infatti, rifacendosi ad una chiara espressione della Consulta, ha stabilito che il personale precario ha il pieno diritto al trasferimento senza alcun “purgatorio” annuale in graduatoria diversa da quella di appartenenza. Pertanto, tutti i precari ATA che sono oggi collocati in graduatoria permanente dovrebbero mantenere la stessa graduatoria. Anche se mutano provincia.

 

A tal proposito, va ricordato che la stessa interpretazione è stata fornita dai tribunali, interpellati in occasione delle numerose vertenze vinte dal sindacato per tutelare i diritti dei docenti che, sempre a seguito dello spostamento di provincia, sono stati erroneamente collocati in coda alla graduatoria anziché a “pettine”. Per analogia, se l’errore vale per i docenti, vale anche per gli ATA.

 

Tutti i dipendenti precari del personale ATA che non volessero soccombere al sopruso del Ministero dell’Istruzione, e quindi volessero cambiare provincia senza essere “degradati” di graduatoria, possono scrivere una e-mail al seguente indirizzo: pettine.ata@anief.net.

 

Anief li assisterà: per mantenere la loro graduatoria di partenza, il trasferimento nella nuova provincia e il diritto a essere assunti con effetto immediato. Perché attendere un anno?

Erano 23, ora potrebbero essere 30 i giorni di ritardo del decreto “musei gratis”

da tuttoscuola.com

Erano 23, ora potrebbero essere 30 i giorni di ritardo del decreto “musei gratis”

Ogni lunedì la Uil Scuola fa il punto sulla predisposizione del decreto che dovrà disporre l’ingresso gratuito dei docenti ai musei.

Lunedì scorso ha scritto che erano passati 23 giorni dal termine ultimo per emanare il decreto; forse oggi, lunedì 10 febbraio, sul sito della Uil scuola si parlerà di 30 giorni di ritardo.

Scrive il segretario Di Menna: Il decreto interministeriale che doveva rappresentare l’ultimo tassello di una legge già in vigore ancora non c’è.  Doveva essere emanato entro l’11 gennaio. Sono passate più di tre settimane ma, malgrado le rassicurazioni del ministero dei Beni culturali, giunte due settimane fa dopo la denuncia della Uil scuola, ad oggi  di quel provvedimento non c̵ 7;è traccia. Risultato, gli insegnanti continuano a pagare l’entrata ai musei.

L’entrata gratuita ai musei per gli insegnanti è l’esempio emblematico di un modo di procedere che riguarda diffusamente molti altri provvedimenti – spiega il segretario generale della Uil Scuola Massimo Di Menna.

È legittimo domandarsi, qual è l’impedimento, che cosa, a legge approvata, ne impedisce la concreta realizzazione?

A dir la verità quello dell’ingresso gratuito ai musei non costituisce certamente la preoccupazione più importante della categoria, ma non vi è dubbio che l’Amministrazione, oltre a non farci una bella figura, dimostra poca considerazione per gli insegnanti.

Non sarebbe opportuno che, quando le firme necessarie sono più d’una –  chiarisce Di Menna – circostanza che nella scuola accade piuttosto spesso – i rappresentanti dei ministeri coinvolti si incontrassero e lavorassero in team fino alla conclusione dell’iter del provvedimento. I ricercatori internazionali lo fanno. I ministeriali italiani si scrivono.

Questo sistema  – continua Di Menna – fa stare  il nostro sempre un passo indietro, produce ritardi, penalizza il sistema legislativo, aumenta i costi.

Il risultato concreto è che gli insegnanti, che potrebbero entrare gratis, pagano per accedere ai musei. Chi li rimborserà?

Se oggi il ritardo sarà di un mese, l’Uil-scuola darà avvio a procedure legali per il rimborso delle spese.

L’eterno concorso per presidi dopo tre anni senza vincitori

da La Stampa

istruzione . paralisi e scandali

L’eterno concorso per presidi dopo tre anni senza vincitori

Tra buste sospette, sentenze del Consiglio di Stato e due commissioni che si contraddicono, una scuola su tre in Lombardia è senza dirigente
nadia ferrigo
torino

Tra ricorsi, ri-correzioni e promossi a metà, ancora non si può sapere chi la spunterà tra i 996 candidati in gara per conquistare uno dei 355 posti da dirigente scolastico in palio in Lombardia, dove ormai da più di un anno una scuola su tre è rimasta senza preside. A più di tre anni dal concorsone, non c’è ancora una graduatoria definitiva, ma solo due liste: una è quella dei 131 nuovi-promossi agli scritti, prima bocciati, ora ammessi per la prima volta all’orale, l’altra è quella dei 96 semi-trombati, che possono contare su una prova orale superata con un successo e uno scritto giudicato in due modi opposti: sufficiente per la prima commissione, insufficiente per la seconda.

Troppo complicato? Meglio partire dall’inizio. I risultati del concorsone sono stati spazzati via da una sentenza dello scorso agosto del Consiglio di Stato, che ha accolto il ricorso di un centinaio di candidati bocciati e disposto una seconda correzione delle prove scritte. Tutta colpa delle buste usate per raccogliere i compiti: se guardate in controluce, avrebbero lasciato intravedere il nome del candidato. L’ultimo grado della giustizia amministrativa ha riconosciuto una «violazione in astratto del principio di anonimato». Un periodo ipotetico del terzo tipo: se i commissari avessero voluto agevolare qualcuno, avrebbero potuto farlo.

Per rimediare è stata nominata una nuova commissione, che dopo aver re-imbustato tutte le prove per ben due volte, sempre in diretta streaming, ha ri-corretto tutti i compiti, anche se con risultati ben diversi. E così siamo al paradosso: i nuovi promossi ora possono tentare di entrare nella graduatoria finale superando la nuova sessione di esami orali, che si svolgono proprio questi giorni, mentre i novantasei quasi-presidi, che si trovano con un esame orale ancora valido, ma uno scritto ri-corretto, ri-imbustato per due volte e diventato insufficiente, hanno deciso di presentare a loro volta un ricorso.

«Siamo sconcertati da quel che è successo: non è solo vergognoso, è proprio assurdo – commenta Adriana Battaglia, membro della commissione che ha corretto per la prima volta i compiti -. Faccio questo lavoro da anni, e le assicuro che le buste sono sempre le stesse per tutti i concorsi, non cambiano di volta in volta, eppure l’unico ricorso mai accettato da un tribunale è in Lombardia. Tra una correzione e l’altra, ci sono state valutazioni in alcuni casi opposte, e questo non è giusto». Le differenze sono in alcuni casi clamorose, ma c’è di più. Tra le due correzioni è passato quasi un anno: i compiti sono girati parecchio, in qualche caso sono stati addirittura pubblicati da alcune testate online. «Chi era stato ammesso non si merita di veder svanire nel nulla anni di lavoro.– conclude Battaglia – . Non mi so dare una spiegazione razionale».

L’assessore regionale all’Istruzione Valentina Aprea intanto ha fatto sapere che entro la fine di febbraio sarà pubblicata la nuova, e si presume definitiva, graduatoria: il tempo stringe, le nomine si sono già fatte aspettare ben più del normale.

Senza smettere di sperare in un nuovo colpo di scena, i semi-trombati non possono che continuare a mettere mano al portafogli. «Dopo aver sborsato migliaia di euro in corsi di preparazione e trasferte, ora dobbiamo pagare anche un avvocato – racconta Lorenza Baldini, una quasi-preside che coordina le truppe dei suoi compagni di sventura -. Abbiamo già sborsato quasi mille euro a testa, sperando che possa servire a far valere i nostri diritti. E siamo solo all’inizio».

Il digital divide non è geografico

da TuttoscuolaNews

Il digital divide non è geografico

 L’Italia della scuola (ma non solo) è un Paese di forti contrasti, emblematicamente rappresentati dalla distanza che separa il Nord dal Sud, svantaggiato in quasi tutti gli indicatori, dai livelli di apprendimento degli studenti nelle prove oggettive (in contrasto con l’esito di scrutini ed esami, dove la distanza c’è, ma è rovesciata a favore del Sud) all’edilizia scolastica, dalla quantità e qualità dei servizi (servizi di supporto all’attività didattica, tempo pieno) alla dispersione scolastica e alla disoccupazione giovanile.

Il rischio (un rischio per il sistema Paese) è che a questo elenco di dislivelli se ne aggiunga un altro, quello che riguarda la disponibilità e l’impiego di risorse tecnologiche a supporto della digitalizzazione dei processi di insegnamento e apprendimento. Con una variante. Il dislivello in questo specifico campo, il cosiddetto digital divide, potrebbe avere una connotazione non tanto geografica (Nord-Sud) quanto socio-tecnica, derivante dalla maggiore o minore apertura delle singole istituzioni scolastiche all’innovazione tecnologica. Avremmo in tal caso scuole di serie A e scuole di serie B, distribuite a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale in funzione del loro grado di apertura alle dinamiche innovative.

Il grado di sensibilità e di apertura delle scuole al nuovo dipende da diverse ragioni: la quantità di risorse disponibili (che in questo specifico caso non vede il Sud sfavorito) è certamente uno dei fattori principali, ma altrettanto e forse più importanti sono l’orientamento del dirigente scolastico e del consiglio di istituto, la presenza di un gruppo (non troppo esiguo) di docenti interessati e motivati, il grado di interazione tra la scuola e il contesto socio-culturale (e non solo con quello socio-economico).

Anno 2014, fuga dei prof dalla scuola “Siamo stufi, mandateci in pensione”

da la Repubblica

Anno 2014, fuga dei prof dalla scuola “Siamo stufi, mandateci in pensione”

  SALVO INTRAVAIA

BOOM di pensionamenti in arrivo nella scuola. Nonostante la riforma Fornero abbia bloccato in cattedra tantissimi insegnanti pronti a passare la mano ai più giovani, si profila un consistente incremento di uscite dal lavoro a partire dal primo settembre 2014. I dati, che Repubblica è in grado di anticipare, sono ancora provvisori ma in ogni caso abbastanza significativi per descrivere la voglia che hanno gli insegnanti italiani di gettarsi alle spalle un lunghissimo periodo di lavoro nelle classi senza troppe soddisfazioni, almeno dal punto di vista economico. E per presentare domanda ci sarà tempo ancora fino al 14 febbraio, giacché il termine dello scorso sette febbraio è stato prorogato. L’anno scorso, quando la riforma del governo Monti sulle pensioni fece crollare i pensionamenti nelle scuole, gli insegnanti che abbandonarono la cattedra furono appena 10.860. Quest’anno, stando alle anticipazioni provenienti dagli uffici di viale Trastevere, saranno parecchi di più se sul finire della scorsa settimana le domande online inoltrate avevano già superato le 12mila e 500 unità. Con un incremento del 15 per cento che potrà soltanto incrementarsi visto che il precedente termine del 7 febbraio per inoltrare le domande è stato prorogato al 14 febbraio prossimo. Ma perché coloro che hanno maturato i requisiti per la pensione non ci pensano due volte a fare largo ai giovani? Secondo il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, si tratta di un «chiaro messaggio di stanchezza da parte della categoria». «Chi va in pensione — continua Scrima — non lo fa a cuor leggero ma, secondo quanto ci risulta ascoltando ogni giorno i docenti, per frustrazione: insegnare oggi richiede fatica e impegno che non vengono riconosciuti. Ecco perché in tanti hanno deciso di andare via dalla scuola. E per questa ragione chiediamo al governo, al parlamento e alla politica di attivare tutte le azioni per il riconoscimento del lavoro degli insegnanti e di aprire il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro». I docenti e gli Ata (gli ammini-strativi, i tecnici e gli ausiliari) hanno il contratto scaduto ormai dal 2009, con stipendi tra i più bassi d’Europa. In più, l’ultimo governo Berlusconi e il governo Monti hanno bloccato gli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto per consentire almeno un piccolo recupero dell’inflazione. E nei casi in cui gli scatti sono stati pagati, i sei anni tra un avanzamento di stipendio e il successivo si sono dilatati a sette o ad otto. «Gli insegnanti, appena raggiungono il requisito, fuggono dalla scuola», commenta Domenico Pantaleo, leader della Flc Cgil». «Il perché è presto detto: tra tagli, disorganizzazione crescente e condizioni di lavoro sempre più gravose il pensionamento è un’ancora di salvataggio». Ma non solo: «Le persone, insegnanti compresi, temono che si metta mano ancora alla legge Fornero per allungare la permanenza al lavoro. E chi può se ne va». Opportunità negata anche ai cosiddetti docenti “quota 96” (con almeno 36 anni di servizio e 60 anni di età o 35 anni di servizio e 61 di età) che avendo già maturato i requisiti per andare in pensione con la vecchia normativa sono stati bloccati a scuola fino a 67 anni dall’entrata in vigore della legge Fornero perché non è stato previsto che nella scuola l’anno scolastico termina il 30 agosto e non il 31 dicembre. Una “ingiustizia” alla quale il governo Letta sta cercando di porre rimedio.

Carrozza: sì ad una legge sul negazionismo

da Tecnica della Scuola

Carrozza: sì ad una legge sul negazionismo
di Alessandro Giuliani
Durante la visita al Sacrario della Memoria di Yad Vashem, a Gerusalemme, il Ministro ha confermato il suo appoggio: l’ho fatto da parlamentare e da ministro. Ha poi auspicato che le scuole italiane siano sempre più coinvolte nella ricostruzione della Shoah. Con il ministro dell’educazione israeliano ha discusso di educazione all’imprenditoria: mi piacerebbe inserirla nei programmi italiani delle secondarie. Gli israeliani interessati a scambi di studenti e a ricevere ricercatori e soprattutto insegnanti.
”La voglia di impegnarsi sempre e comunque, perchè questo non avvenga mai più”’. Così si è espresso il 9 febbraio il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, al termine della visita al Sacrario della Memoria di Yad Vashem a Gerusalemme.

Il ministro – in Israele in visita di Stato – ha poi confermato il suo appoggio ad una legge sul negazionismo: ”l’ho fatto da parlamentare e da ministro. Più volte mi sono espressa al riguardo”. Carrozza – che nella visita a Yad Vashem era accompagnata dal presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna e dall’ambasciatore italiano in Israele Francesco Maria Talo’ – ha ribadito la necessità che le scuole italiane siano sempre più coinvolte ”in questa opera di studio e di ricostruzione della Shoah”.
”In modo – ha spiegato – che tutto questo sia trasmesso nelle scuole e non sia solo un episodio del Giorno della Memoria. Ma – ha aggiunto – un percorso complessivo. Anche per capire l’importanza delle ricerche storiche che sono alla base delle ricostruzioni effettuate”.
Carrozza oggi ha visto sia il ministro dell’educazione Shai Piron sia quella della scienza Yaacov Perry: con il primo ha discusso, in base all’esperienza israeliane, di educazione all’imprenditoria: ”una materia che mi piacerebbe inserire nei programmi italiani per la scuola secondaria, l’università e anche per i dottorati”. Con Perry invece si e’ parlato del programma congiunto di ricerca individuando – ha spiegato – nuovi interessi come ”quelli per le malattie neurovegetative e per l’Alzheimer. ”Mi hanno chiesto informazioni – ha detto il ministro – sull’Agenzia spaziale italiana e ho risposto che siamo in fase di rinnovo dei vertici e che per il momento sono io il riferimento. Non cambierà comunque il nostro spirito di collaborazione con l’Agenzia spaziale israeliana”.
”Sia Piron sia Perry si sono detti molto interessati – ha proseguito il ministro – a scambi di studenti e a ricevere un maggiore numero di ricercatori e soprattutto di insegnanti. E questo mi sembra un valore aggiunto alla mia visita qui”. Per quanto riguarda la ‘scuola digitale’ – in cui gli israeliani sono molto avanti – Carrozza, che ha ricordato quanto possa essere importante anche in Italia, ha riferito che su questo aspetto sara’ presto organizzato a Gerusalemme un workshop. Così come lo stesso sarà fatto a Roma sulla scuola tecnico professionale in Italia ”a cui gli israeliani si sono mostrati molto interessati”.

Non basta saper applicare il “decreto Brunetta”. La scuola è altra cosa

da Tecnica della Scuola

Non basta saper applicare il “decreto Brunetta”. La scuola è altra cosa.
di Reginaldo Palermo
L’articolo di Lucio Ficara sta già suscitando il dibattito. Forse il problema è di carattere più generale: bisogna rivedere (in fretta) le modalità di reclutamento e formazione dei dirigenti scolastici che non possono essere considerati semplici “terminali” del Ministero
L’articolo pubblicato qualche ora addietro sul nostro sito sta già sviluppando un vivace dibattito sulla nostra pagina Facebook. Fra i diversi commenti ci piace riprendere quello di una lettrice che scrive tra l’altro: “Mi chiedo perché in una situazione simile, i dirigenti spesso adottino comportamenti rigidi, punitivi. Credo che mai come adesso invece, con un fondo d’istituto inadeguato, i dirigenti, non potendo riconoscere in moneta l’impegno dei docenti, anche nell’organizzazione scolastica, debbano essere più vicini e solidali. Una buona e onesta collaborazione si basa sulla reciproca fiducia e rispetto”. A noi pare che la lettrice abbia centrato un aspetto assolutamente cruciale di tutta la questione e che ha a che vedere con la leadership del dirigente scolastico. Purtroppo, per svariate ragioni, le attuali modalità di reclutamento e di formazione in itinere dei dirigenti scolastici non stanno facilitando, a parere di chi scrive, una efficace selezione dei dirigenti stessi. Un primo “errore” sta, a nostro avviso, nell’aver unificato le aree concorsuali: fino a qualche tempo fa chi insegnava alle superiori, vincendo il concorso per dirigente, poteva ottenere il posto solo nelle superiori e così capitava per chi insegnava nel primo ciclo. Ora accadono situazioni “strane”: possono esserci casi di insegnanti di infanzia che dall’oggi al domani si trovano a fare il dirigente di un istituto tecnico con annessi corsi di IFTS o docenti di estimo che vengono catapultati da un giorno all’altro a dirigere direzioni didattiche con bambini di 3 anni e alunni di primaria. Non a caso, proprio lo scorso anno, ci sono stati in tutta Italia alcune decine di casi di neo-dirigenti che, dopo qualche mese di peripezie, hanno onestamente ammesso di non potercela fare e hanno chiesto (e ottenuto) di tornare ad insegnare. C’è poi una questione legata alle attività formative iniziali che, per quanto ne sappiamo, sono state centrate molto (in qualche caso quasi esclusivamente) sui temi della sicurezza e della digitalizzazione. Il risultato è che quasi sempre i neo-dirigenti si preoccupano parecchio dei cancelli degli edifici scolastici o delle schede tecniche dei materiali di pulizia ma poco o nulla del clima educativo che esiste all’interno della comunità. Il problema, insomma, “sta a monte”, almeno a nostro parere. Il decreto “La scuola riparte” contiene nuove norme sul reclutamento dei dirigenti scolastici che prevedono che la selezione avvenga anche attraverso la partecipazione ad un percorso di formazione da svolgersi presso la Scuola superiore per la Pubblica Amministrazione. Potrebbe essere un primo passo in avanti, ma a condizione, ovviamente, che la Scuola per la PA si ricordi che i dirigenti scolastici devono certamente essere competenti in materia normativa, ma, prima di tutto, devono essere esperti di processi formativi e organizzativi. Devono essere insomma leader educativi e non semplici terminali del Ministero.

Verrà “allungato” il primo “gradone” stipendiale?

da Tecnica della Scuola

Verrà “allungato” il primo “gradone” stipendiale?
di R.P.
Secondo Stefano d’Errico (Unicobas) è un sospetto fondato. Le operazioni in corso sugli scatti stipendiali stanno impoverendo oltre misura le scuole e tutto il personale. “Distacchi sindacali a spese dello Stato? Noi non ne abbiamo neppure mezzo”.
Sui principali problemi di natura sindacale che sono in questo momento sul tappeto abbiamo rivolto alcune domande al segretario nazionle di Unicoba, Stefano d’Errico.Tecnica della Scuola
Assunzioni in ruolo. Il Governo ha scritto nel DL 3 che per poter procedere è necessario un contratto fra le parti. Il sospetto è che si voglia estendere il primo “gradone” (ora di 8 anni) a 9 o addirittura a 10. E’ un sospetto fondato?

d’Errico
Più che fondato. La Carozza intende inasprire la penalizzazione per i neo-assunti, a suo tempo concordata con CGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda come ‘misura temporanea’. Non solo verrebbe confermata, ma persino estesa al termine del terzo ‘gradone’ (15 anni di servizio). Potremmo definirla un’operazione in ‘Stile Electrolux’, se non fosse che in Italia la categoria è rimasta talmente indietro che lo stipendio di qualsiasi docente della UE è più alto anche di quello di docenti italiani impegnati regolarmente da decenni (e, sebbene in misura minore, la cosa vale anche per gli ata).

T.d.S.
Scatti stipendiali. Cosa ne pensate del “balletto” dei 150 euro ?

d’Errico
Per evitare la generale sollevazione della scuola, ed in particolare di quei 90 mila docenti ed ata ai quali sarebbero stati prelevati di forza 150 euro al mese, il governo Letta riduce ulteriormente il fondo a disposizione delle scuole per gli straordinari ed il miglioramento dell’offerta formativa.
Con l’accordo di CISL, UIL, SNALS-CONFSAL ed UGL, il governo Berlusconi ‘congelò’ gli scatti d’anzianità della scuola per il 2011 ed il 2012. Monti, di concerto con le stesse sigle, estese e confermò il blocco. Per ‘restituire’ gli scatti 2011, l’anno passato vennero già tagliati 340 milioni di euro del fondo a disposizione delle scuole: di fatto, toglievano denaro destinato alla categoria per restituire ciò che alla categoria spettava comunque. Ancora una volta, grazie ad un accordo ‘sindacale’, mettevano soldi in una tasca togliendoli dall’altra… Così fanno anche oggi.

T.d.S.
In ogni caso è chiaro che, ormai, per garantire gli scatti bisognerà decurtare ancora il fondo di istituto.
Voi che ne dite ?

d’Errico
C’è poco da dire: gli scatti 2012 versati a suo tempo dal Tesoro prima che venisse confermato il blocco anche per quell’anno (e che Saccomanni intendeva riprendersi indietro), vengono appunto pagati con i soldi della scuola e non potranno venire effettuati i progetti di didattica svolti (a meno che i docenti non operino ‘gratis et amore dei’), né potranno essere retribuite le ore di straordinario del personale ata.
Tutto ciò ha già determinato una riduzione pesante della contrattazione di istituto (su che si ‘contratta’?). Viene fatto gravare sulle famiglie e sugli studenti l’onere dell’acquisto dei più elementari strumenti per il funzionamento della scuola: gessi, lavagne, toner, assistenza tecnica e telematica, sino a scottex e carta igienica, saranno a carico di quell’eufemistico ‘contributo volontario’ che i genitori degli alunni sono indotti a pagare da molti anni questa parte. Una vera vergogna per la scuola pubblica italiana, che vede già da 30 anni ridursi progressivamente lo stanziamento percentuale sul Pil per istruzione, università e ricerca (ben sotto la media UE) e che retribuisce gli insegnanti persino peggio della Grecia.

T.d.S.
Parliamo di distacchi sindacali. Non da oggi c’è chi sostiene che debbano essere pagati dalle organizzazioni di appartenenza e non dalla Amministrazione. Qual è la vostra posizione?

d’Errico
L’Unicobas non gode di nessun distacco pagato dallo stato (neppure permessi orari). Sono dati in monopolio alla casta sindacale cinghia di trasmissione dei partiti politici. Hanno costruito questo monopolio con l’invenzione di elezioni sindacali scuola per scuola. Una legge che ci impedisce però di cercare candidati e persino di presentare il nostro programma quando li troviamo, impedendoci le assemblee in orario di servizio. CGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda possono parlare ai lavoratori anche dove non esistono e persino partecipare alle trattative di istituto senza aver preso neppure un voto. Questo non è uno stato di diritto

Il “decreto Brunetta” applicato male

da Tecnica della Scuola

Il “decreto Brunetta” applicato male
di Lucio Ficara
Vengono segnalati alla nostra redazione comportamenti adottati dai dirigenti scolastici in nome del “decreto Brunetta”. Ma il decreto 150 del 2009 non esclude affatto il buon senso e l’equilibrio.
Con l’entrata in vigore del cosiddetto “decreto Brunetta” (il n.150 del 2009) in molte scuole accade di tutto e di più anche perchè non sempre i dirigenti scolastici interpretano e applicano le norme con il buon senso e l’equilibrio necessari. Senza considerare che giungono anche alla nostra redazione  segnalazioni di comportamenti che talora sfiorano il limite del consentito o lo oltrepassano decisamente. Per esempio abbiamo ci arrivano notizie di “rimproveri” verbali dal  dirigente scolastico all’insegnante, di fronte all’intera classe o ad un gruppo di alunni. E’ pacifico che al dirigente non è consentito rimproverare il docente davanti ai suoi alunni. Anche se il rimprovero avesse un fondamento di ragionevolezza, il dirigente non può delegittimare la figura del docente in presenza di alunni, ma può ammonirlo senza offenderlo, nel chiuso del proprio ufficio. Su questo viene in soccorso anche una sentenza della Corte di Cassazione (la n. 2927/2009) che così recita: “Le espressioni del d.s. rivolte al docente che ledono il suo onore e decoro, mettendone in dubbio la capacità e competenza deontologica di fronte a un’intera classe di alunni, non sono consentite, mentre è consentita una legittima critica, con espressioni non offensive in sé, da esporre nelle sedi a ciò deputate come ad esempio un consiglio di classe”. In buona sostanza, con tale sentenza la Cassazione condannava un dirigente scolastico che irrompeva in una classe, richiamato dalle grida e urla degli studenti, e che si era rivolto al docente presente in aula, che non aveva il controllo disciplinare dei suoi alunni, dicendogli: “Lei è un incapace, lei è un incompetente”. Insomma non si può rimproverare il professore, mettendolo alla berlina davanti alla classe. Nel caso specifico bisogna anche aggiungere che esiste una norma sulle visite personali di controllo (l’art. 6 della legge 300/70 mai abrogata), che chiarisce che tali “irruzioni” sono vietate, o che, al limite,  possono essere effettuate soltanto all’uscita dei luoghi di lavoro, in modo tale che siano salvaguardate la dignità e la riservatezza del lavoratore; e sempre che avvengano con l’applicazione di sistemi di selezione automatica riferiti alla collettività o a gruppi di lavoratori. Il “decreto Brunetta” introduce nuove regole finalizzate a migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione (va peraltro rilevato che da più parti sono state sollevati fin da subito forti dubbi sulla effettiva “bontà” delle norme in esso contenute) ma non esime nessun pubblico funzionario dall’adeguare il proprio comportamento alle regole del buon senso, dell’imparzialità e, perché no, della buona educazione. A maggior ragione nella scuola che dovrebbe essere, appunto, la comunità educativa per antonomasia.

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 33

Gazzetta Ufficiale

Sommario

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

 


DECRETO 15 gennaio 2014


Modifiche alla parte I dell’allegato IV, alla parte quinta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante: «Norme in materia
ambientale». (14A00736)

 

 

Pag. 1

 

 

MINISTERO DELLA DIFESA

 


DECRETO 5 dicembre 2013


Aggiornamento annuale delle paghe nette giornaliere spettanti, a
decorrere dal 1° luglio 2013, agli allievi delle scuole militari.
(14A00735)

 

 

Pag. 2

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 21 gennaio 2014


Modalita’ di redazione della relazione tecnica per l’accertamento dei
requisiti di idoneita’ psico-fisica per il rinnovo della patente di
guida per via telematica. (14A00927)

 

 

Pag. 3

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


DECRETO 20 dicembre 2013


Disposizioni per l’adozione di un elenco di «non conformita’»
riguardanti la qualificazione biologica dei prodotti e le
corrispondenti misure che gli Organismi di Controllo devono applicare
agli operatori, ai sensi del Reg. (CE) n. 889/2008, modificato da
ultimo dal Regolamento di esecuzione (UE) n. 392/2013 della
Commissione del 29 aprile 2013. (14A00738)

 

 

Pag. 6

 

 

 


DECRETO 20 gennaio 2014


Riconoscimento del Consorzio tutela Aceto Balsamico di Modena e
attribuzione dell’incarico di svolgere le funzioni di cui all’art.
14, comma 15, della legge 21 dicembre 1999, n. 526, per la IGP «Aceto
Balsamico di Modena». (14A00729)

 

 

Pag. 18

 

 

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


DETERMINA 24 gennaio 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Ecoval», ai sensi
dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
(Determina n. 56/2014). (14A00768)

 

 

Pag. 20

 

 

 


DETERMINA 24 gennaio 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Congescor», ai sensi
dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
(Determina n. 57/2014). (14A00769)

 

 

Pag. 21

 

 

 


DETERMINA 24 gennaio 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Cortical», ai sensi
dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
(Determina n. 58/2014). (14A00770)

 

 

Pag. 22

 

 

AUTORITA’ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO

 


DELIBERA 20 dicembre 2013


Approvazione del bilancio di previsione per l’anno finanziario 2014.
(14A00704)

 

 

Pag. 23

 

 

COMMISSIONE NAZIONALE PER LE SOCIETA’ E LA BORSA

 


DELIBERA 29 gennaio 2014


Integrazione al «Regolamento sul procedimento sanzionatorio della
Consob, ai sensi dell’articolo 24 della legge 28 dicembre 2005, n.
262 e successive modificazioni» adottato con delibera n. 18750 del 19
dicembre 2013. (Delibera n. 18774). (14A00741)

 

 

Pag. 36

 

 

ISTITUTO PER LA VIGILANZA SULLE ASSICURAZIONI

 


PROVVEDIMENTO 28 gennaio 2014


Modifiche ed integrazioni al regolamento n. 7 del 13 luglio 2007,
concernente gli schemi per il bilancio delle imprese di assicurazione
e di riassicurazione che sono tenute all’adozione dei principi
contabili internazionali di cui al Titolo VIII (Bilancio e scritture
contabili), Capo I (Disposizioni generali sul bilancio), Capo II
(Bilancio di esercizio), Capo III (Bilancio consolidato) e Capo V
(Revisione contabile) del decreto legislativo 7 settembre 2005, n.
209 – codice delle assicurazioni private. (Provvedimento n. 14,
adottato con delibera n. 10). (14A00737)

 

 

Pag. 36

 

 

CIRCOLARI

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


CIRCOLARE 9 gennaio 2014, n. 175


Nuove disposizioni relative alla classificazione delle carcasse suine
e bovine ed alla trasmissione dei prezzi. (14A00884)

 

 

Pag. 67

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


CIRCOLARE 31 gennaio 2014, n. 3428


Attivita’ di valutazione sugli interventi di sostegno alle attivita’
economiche e produttive. (14A00885)

 

 

Pag. 68

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


COMUNICATO


Revoca alla Societa’ Rivoira S.p.a., in Terni dell’autorizzazione
alla produzione di gas medicinali per uso umano. (14A00869)

 

 

Pag. 69

 

 

 


COMUNICATO


Comunicato di rettifica relativo all’estratto della determina n.
900/2013 del 14 ottobre 2013, recante l’autorizzazione all’immissione
in commercio del medicinale per uso umano «Olanzapina Pensa».
(14A00870)

 

 

Pag. 69

 

 

 


COMUNICATO


Comunicato di rettifica relativo all’estratto della determina n.
1090/2013 del 2 dicembre 2013, recante l’autorizzazione
all’immissione in commercio del medicinale per uso umano «Lamivudina
Sandoz». (14A00871)

 

 

Pag. 69

 

 

 


COMUNICATO


Comunicato di rettifica relativo all’estratto della determina n.
1147/2013 del 12 dicembre 2013, recante l’autorizzazione
all’immissione in commercio del medicinale per uso umano «Amlodipina
Zentiva Italia». (14A00872)

 

 

Pag. 69

 

 

 


COMUNICATO


Comunicato di rettifica relativo all’estratto della determina n.
2091/2011 del 1° marzo 2011, recante l’autorizzazione all’immissione
in commercio del medicinale per uso umano «Acido Folico Actavis».
(14A00873)

 

 

Pag. 69

 

 

CASSA DEPOSITI E PRESTITI S.P.A.

 


COMUNICATO


Avviso relativo all’emissione di nuove serie di buoni fruttiferi
postali. (14A00900)

 

 

Pag. 70

 

 

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 


COMUNICATO


Cambi di riferimento rilevati a titolo indicativo del giorno 23
gennaio 2014 (14A00893)

 

 

Pag. 70

 

 

 


COMUNICATO


Cambi di riferimento rilevati a titolo indicativo del giorno 24
gennaio 2014 (14A00894)

 

 

Pag. 71

 

 

 


COMUNICATO


Cambi di riferimento rilevati a titolo indicativo del giorno 27
gennaio 2014 (14A00895)

 

 

Pag. 71

 

 

 


COMUNICATO


Cambi di riferimento rilevati a titolo indicativo del giorno 28
gennaio 2014 (14A00896)

 

 

Pag. 72

 

 

 


COMUNICATO


Cambi di riferimento rilevati a titolo indicativo del giorno 29
gennaio 2014 (14A00897)

 

 

Pag. 72

 

 

 


COMUNICATO


Cambi di riferimento rilevati a titolo indicativo del giorno 30
gennaio 2014 (14A00898)

 

 

Pag. 73

 

 

 


COMUNICATO


Cambi di riferimento rilevati a titolo indicativo del giorno 31
gennaio 2014 (14A00899)

 

 

Pag. 73

 

 

SUPPLEMENTI STRAORDINARI

 


COMUNICATO


Conto riassuntivo del Tesoro al 30 novembre 2013. Situazione del
bilancio dello Stato. (14A00386)

 

(Suppl. Straordinario n. 2)

Rassegna Stampa di Lunedì 10 febbraio 2014


in  primo  piano

 
   
il Sole 24 Ore  del  10-02-2014  
INVALSI E ANVUR FRENATI DA TROPPE RESISTENZE (L.Ribolzi) [solo_testo] pag. 8  
la Repubblica  del  10-02-2014  
ANNO 2014, FUGA DEI PROF DALLA SCUOLA “SIAMO STUFI, MANDATECI IN PENSIONE” (S.Intravaia) [solo_testo] pag. 20  
la Stampa  del  10-02-2014  
L’ETERNO CONCORSO PER PRESIDI (N.Ferrigo) [solo_testo] pag. 10  
Italia Oggi Sette  del  10-02-2014  
PER 70 MILA RAGAZZI ARRIVA L’ERASMUS DEL VOLONTARIATO (S.D’alessio) [solo_testo] pag. 43  
   

ministro

 
   
il Giornale  del  10-02-2014  
PRONTO IL RIMPASTO, TUTTI I TECNICI RISCHIANO IL POSTO (G.De francesco) [solo_testo] pag. 2  
Tecnicadellascuola.it  del  10-02-2014    
CARROZZA: SI’ AD UNA LEGGE SUL NEGAZIONISMO [solo_testo] pag.    
   

ministero

 
   
Corriere della Sera  del  10-02-2014  
SESSO TRA ADULTI E ADOLESCENTI ACCETTABILE PER UN ITALIANO SU TRE (F.Caccia) [solo_testo] pag. 14  
Corriere della Sera  del  10-02-2014  
QUEI CONFNE TRA GENERAZIONI CANCELLATO DAI SOCIAL NETWORK (S.Vegetti finzi) [solo_testo] pag. 14  
il Mattino  del  10-02-2014  
SESSO CON MINORI, LA TRAPPOLA DEL CONSENSO (A.Graziottin) [solo_testo] pag. 1  
Corriere di Viterbo e della Provincia  del  10-02-2014  
“SAFER INTERNET DAY” AL “P.SAVI” SU POTENZIALITA’ E RISCHI DEL WEB [solo_testo] pag. 11  
Il Secolo XIX  del  10-02-2014    
RIFLESSIONI AL SENATO E IN TV [solo_testo] pag. 10    
Corriere della Sera  del  10-02-2014  
NEVE, PIOGGIA E RISCHIO VALANGHE SULLE ALPI (R.i.) [solo_testo] pag. 14  
la Nazione  del  10-02-2014  
ALLERTA MALTEMPO, SCUOLE CHIUSE LA TOSCANA CHIEDE I DANNI AL GOVERNO [solo_testo] pag. 16  
la Gazzetta del Mezzogiorno  del  10-02-2014  
“CALPESTATI I DIRITTI DEI DOCENTI PRECARI” (A.Fanizzi) [solo_testo] pag. VI  
Corriere della Sera – ed. Milano  del  10-02-2014      
IN BIBLIOTECA ANCHE DI SERA E NEI WEEKEND [solo_testo] pag. 6      
Il Fatto Quotidiano  del  10-02-2014  
TECNOLOGIA & POLITICA: UNA COLLINA DI SOLDI (F.Sansa/C.Tecce) [solo_testo] pag. 8/9  
Italia Oggi Sette  del  10-02-2014  
DAL MEDICO DI BASE AL PEDIATRA LA SPECIALIZZAZIONI SALVA-LAVORO (B.Pacelli) [solo_testo] pag. 40  
Italia Oggi Sette  del  10-02-2014  
LA FORMAZIONE VA AL RESTYLING (B.Pacelli) [solo_testo] pag. 41  
Italia Oggi Sette  del  10-02-2014  
MENO ACCESSI E PIU’ ATTENZIONE AI REALI FABBISOGNI (B.Pacelli) [solo_testo] pag. 40/41  
il Sole 24 Ore  del  10-02-2014  
PER GLI ISCRITTI AGLI ALBI PARTE LA CORSA AI CREDITI FORMATIVI (V.Maglione/V.Melis) [solo_testo] pag. 2/3  
il Sole 24 Ore  del  10-02-2014  
UNA RIFORMA LASCIATA A SE STESSA (M.De cesari) [solo_testo] pag. 1  
Affari&Finanza (la Repubblica)  del  10-02-2014  
LE VENTISEI START-UP TRICOLORI FINANZIATE DALLO ZIO D’AMERICA (F.Bogo) [solo_testo] pag. 1  
CorrierEconomia (Corriere della Sera)  del  10-02-2014  
RICERCA DOVE IL TRICOLORE E’ ANCORA VINCENTE (R.Scagliarini) [solo_testo] pag. 10  
CorrierEconomia (Corriere della Sera)  del  10-02-2014  
ROBOT LA CARICA DEI 28 ANDROIDI ITALIANI (U.Torelli) [solo_testo] pag. 16  
CorrierEconomia (Corriere della Sera)  del  10-02-2014  
LE MACCHINE INTELLIGENTI SFIDANO LA NOSTRA SOCIETA’ (E.Segantini) [solo_testo] pag. 16  
Corriere della Sera  del  10-02-2014  
OGM A BRUXELLES, MAI DIRE MAIS L’EUROPA VOTA SUL FILO DELLE LOBBY (L.Offeddu) [solo_testo] pag. 26  
   

pubblica  amministrazione  e  societa’

 
   
Corriere della Sera  del  10-02-2014
IL PREMIER PUNTA TUTTO SUI CONTENUTI: SGRAVI FISCALI E AIUTI ALLE FAMIGLIE (M.gal.) [solo_testo] pag. 4
Corriere della Sera  del  10-02-2014
NIENTE SCORCIATOIE SUI TAGLI ALLA SPESA O QUESTA VOLTA L’ITALIA FINIRA’ SOTTO TUTELA (M.Mare’/P.Reichlin) [solo_testo] pag. 26
il Sole 24 Ore  del  10-02-2014  
INVESTIMENTI PA, TAGLIATI 100 MILIARDI (L.Cimbolini/G.Trovati) [solo_testo] pag. 6  
il Sole 24 Ore  del  10-02-2014  
DEBITI, PARTECIPATE IN AFFANNO (V.Uva) [solo_testo] pag. 7  
il Mattino  del  10-02-2014  
SPENDING REVIEW CESOIA DEL GOVERNO SULLE SOCIETA’ MISTE (A.Bassi) [solo_testo] pag. 4  
il Sole 24 Ore  del  10-02-2014  
INCARICHI EXTRA, PRESTO NUOVE REGOLE (A.che.) [solo_testo] pag. 8  
il Sole 24 Ore  del  10-02-2014  
LA PA DEBOLE FA CRESCERE I RICORSI (A.Cherchi) [solo_testo] pag. 8  
la Repubblica  del  10-02-2014  
GUERRA DI CIFRE SULLA CORRUZIONE (M.Pirani) [solo_testo] pag. 22  
Affari&Finanza (la Repubblica)  del  10-02-2014  
CORRUZIONE, COME TOGLIERCI LA MAGLIA NERA (S.Micossi) [solo_testo] pag. 10  
L’Unita’  del  10-02-2014  
PIANO 2014: NUOVI DIRIGENTI SENZA CONFLITTI D’INTERESSE (B.Di giovanni) [solo_testo] pag. 2  
Italia Oggi Sette  del  10-02-2014  
P.A., FATTURA ELETTRONICA PIU’ REALE (R.Rosati) [solo_testo] pag. 9  
il Messaggero  del  10-02-2014  
Int. a F.Caio: “CON LA FATTURA ELETRONICA RISPARMI FINO A 10 MILIARDI” (B.Corrao) [solo_testo] pag. 7  
la Stampa  del  10-02-2014  
DIPENDENTI PUBBLICI, BUONUSCITA COL CONTAGOCCE (B.Benelli) [solo_testo] pag. 26  
la Repubblica  del  10-02-2014  
MAI VIA DAI GENITORI PER L’ISTAT SONO IN SETTE MILIONI (M.Vincenzi) [solo_testo] pag. 25  
la Repubblica  del  10-02-2014  
GENERAZIONE BOOMERANG (M.De luca) [solo_testo] pag. 23/25  
la Repubblica  del  10-02-2014  
L’INGIUSTIZIA CULTURALE (R.Amato) [solo_testo] pag. 46/47  
   
 A cura di Giuseppe Colella e Federico Bandi