Sdoppiamento classi in presenza di docenti assenti

Sdoppiamento classi in presenza di docenti assenti. Illegittimità. Il SAB chiede intervento urgente dell’USR della Calabria al fine di bloccare il fenomeno.

Continuano a pervenire nelle sedi SAB segnalazioni e richieste d’intervento, in merito al diffuso
fenomeno, in quasi tutte le scuole della regione Calabria e non solo, riguardante lo sdoppiamento
delle classi, con la ridistribuzione degli alunni in altre classi, in presenza di docenti assenti,
nonostante reiterate proteste, atti di rimostranza ecc.., da parte dei docenti coinvolti .
Inoltre, in alcune istituzioni scolastiche, addirittura, i dirigenti fanno circolare disposizioni prive di
firma sui criteri da utilizzare per la sostituzione degli insegnanti assenti, coinvolgendo anche
docenti in compresenza, di religione cattolica e di sostegno, obbligando i responsabili di plesso a
darne attuazione.
Quanto sopra evidenziato, non trova riscontro né nel contratto di lavoro vigente, né in normativa
ministeriale che, di volta in volta, si è espressa in modo autorevole in senso contrario a quanto sopra
evidenziato, per cui il SAB, tramite il segretario generale prof. Francesco Sola, ha già richiesto
autorevole intervento dell’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria al fine di far cessare tali
illegittimità.
Nel merito, inoltre, vi sono determinazioni di altri UU.SS.RR., Puglia, Lombardia, Basilicata, ecc..,
in particolare, quest’ultimo, con nota prot. n. 7934 del 22/11/2010, nel far riferimento alla C.M. n. 9839
dell’8/11/2010, così dispone: “Ad ogni buon conto, proprio in considerazione del diritto degli studenti e nel
rispetto del C.C.N.L. dei docenti, così come precisato anche dalla C.M. 9839, non risulta praticabile laddove
dovessero sussistere casi, la soluzione organizzativa di accorpare le classi in caso di assenze brevi del
personale docente; ciò non solo non è previsto da alcun regolamento, ma costituisce di fatto, sia pure in via
temporanea, una modifica dell’organico non autorizzata, la costituzione di pluriclasse e la violazione di
qualsiasi norma di sicurezza.”
Quasi mai viene rispettato quanto previsto dal Decreto Ministeriale del 18 dicembre 1975 riguardo i
parametri di agibilità e igienico-sanitari delle scuole, in caso di assenza del personale docente: è
consuetudine l’accorpamento delle classi.
E’ illegittimo, dopo, l’utilizzo dell’insegnante di sostegno o di religione cattolica su disposizione del
dirigente scolastico; prassi “anomala” (vietata da circolari ministeriali, territoriali e dall’art.13 comma 6
della L. 104/92) che comporta, per il personale docente, l’assunzione di responsabilità penali e patrimoniali
non previste, mettendo a repentaglio la sicurezza degli stessi alunni pregiudicandone il diritto allo studio.
In particolare per l’insegnamento della religione cattolica, dove spesso l’ora è collocata o alla prima o
all’ultima, facendo cosi entrare dopo o uscire prima chi non si è avvalso di tale insegnamento,
contravvenendo alle disposizioni MIUR, non ultima la C.M. n. 18 del 4/7/2013 prot. n. 1587 la quale ricorda
che deve essere assicurato l’insegnamento dell’ora alternativa alla religione cattolica agli alunni interessati,
rammentando che è stata diramata una nota (n. 26482 del 7 marzo 2011) che chiarisce i vari aspetti della
materia e detta istruzioni per la parte relativa alla normativa contrattuale e retributiva.
La nota MEF n. 26482 del 7/3/2011 prevede che, le attività alternative “costituiscono un servizio strutturale
obbligatorio”. Le scuole hanno l’obbligo di attivare attività in sostituzione delle ore di religione cattolica.
Non potranno essere ritenute lecite alcune soluzioni come:
– Inserimento degli alunni in altre classi.

F.to Prof. Francesco Sola
Segretario Generale SAB

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria
Direzione Generale
Ufficio IV
III Settore
Prot. n. AOODRCAL/ 3025 Catanzaro, 25/02/2014
Al Segretario Generale
della O.S. SAB
CASTROVILLARI

Oggetto: Sollecito intervento sullo sdoppiamento delle classi in presenza di docenti assenti.

In riscontro alla nota prot. n. 14/2 sg del 14/02/2014, si informa codesta Organizzazione sindacale che lo scrivente Ufficio ha provveduto a chiarire con nota n. 3022 del 25/02/2014, che si allega alla presente, quanto lamentato

Il DIRIGENTE VICARIO
f.to Giuseppe Mirarchi
firma autografa sostituita a mezzo stampa ex art.3, c.2 D.Lgs n.39/93

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria
Direzione Generale
Prot. n. AOODRCAL/3022 Catanzaro, 25 febbraio 2014
Ai Dirigenti scolastici di tutte le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado della Calabria
LORO SEDI
E p.c. Alle OO.SS. del Comparto Scuola
LORO SEDI

OGGETTO: Sostituzione docenti temporaneamente assenti.

Pervengono segnalazioni circa le modalità non del tutto regolari con cui si provvederebbe alla sostituzione del personale docente temporaneamente assente.

Si rende, pertanto, necessario riportare all’attenzione delle SS.LL. che le soluzioni organizzative praticabili al riguardo per assicurare la piena funzionalità delle attività didattiche nei riguardi degli alunni sono quelle di cui al D.M. n. 131/07 e alla nota di chiarimenti prot. n. 9839 dell’8.11.10, da ultimo trasmessa dal MIUR.

Per quanto sopra, le SS.LL. sono invitate ad attenersi alle disposizioni normative sopra richiamate.

Il DIRIGENTE VICARIO
f.to Giuseppe Mirarchi
firma autografa sostituita a mezzo stampa ex art.3, c.2 D.Lgs n.39/93

Siti web pubblici accessibili ai disabili in tutta l’Ue: obiettivo più vicino

Siti web pubblici accessibili ai disabili in tutta l’Ue: obiettivo più vicino

Il parlamento europeo ha votato un ddl che prevede che tutti i siti della pubblica amministrazione e quelli privati che forniscono servizi come banche e asili nido siano resi fruibili. Ma le ong temono che il testo venga indebolito dagli stati membri

da Redattore Sociale
27 febbraio 2014

BRUXELLES – L’obiettivo di una piena accessibilità dei siti della pubblica amministrazione in tutta l’UE sembra un po’ più vicino, dopo che il parlamento Europeo ha votato a larghissima maggioranza (593 voti a favore e quaranta contrari, con tredici astenuti) un disegno di legge più ambizioso di quello presentato agli Eurodeputati dalla Commissione. Eppure secondo le organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità e gli anziani (European Disability Forum, Age Platform e Anec), il rischio è che il testo approvato a Strasburgo venga indebolito in fasi di negoziazione dagli Stati membri che dovranno dare il semaforo verde finale in Consiglio.
Ma cosa prevede il disegno di legge? In sintesi, che tutti i siti gestiti da enti pubblici siano accessibili, e che lo siano anche i siti gestiti da privati che però forniscono servizi pubblici (come le compagnie elettriche, i fornitori di gas e acqua, gli asili nido, le poste e le banche, le società di trasporti e i servizi sanitari. Uniche eccezioni potranno essere fatte per le aziende con meno di dodici dipendenti, ma il poter applicare o meno una tale eccezione dipenderà dai singoli Stati membri e da come recepiranno la direttiva nelle legislazioni nazionali. Sarà possibile poi, per gli utenti, presentare reclami in caso di inadempienza riguardante l’accessibilità di un sito, e sono previste penali per le compagnie che non rispettino la legge.

Infine, i siti dovranno essere accessibili indipendentemente dallo strumento usato dall’utente per la navigazione (computer, tablet, smart phone etc.).  Sono oltre 761.000 i siti coinvolti dal testo nella sua redazione attuale (solo un terzo di essi è accessibile al giorno d’oggi), e oltre 167 milioni i cittadini per cui – una volta che il disegno di legge sarà approvato – diventerà più agevole utilizzare il web per compiere attività semplici quali compilare la dichiarazione dei redditi, chiedere il sussidio di disoccupazione o iscrivere i figli a scuola.

Per essere accessibile, un sito web dovrebbe rispettare il più possibile delle linee guida tecniche chiamate standard Wcag 2.0 e permettere, ad esempio, agli utenti di ingrandire il testo o le immagini, di navigare solo con la tastiera e con l’ausilio di lettori di schermo, di avere sottotitoli per i video etc. Questo rende il web utilizzabile non solo ai disabili (sordi ciechi o persone con disabilità motoria), ma anche più fruibile da parte degli anziani.

Il testo approvato in Parlamento Europeo suggerisce un limite di tempo di un anno perché i nuovi contenuti siano resi accessibili, che può essere prolungato a tre anni per i vecchi contenuti già presenti online e a cinque per l’accessibilità di audio e video o contenuti live.

Cosa succederà ora? Il Consiglio, composto dai ventotto Stati membri, potrà o accettare il testo del parlamento o proporre, come temono le Ong che rappresentano le persone con disabilità e gli anziani, un suo testo indebolito da ridiscutere poi di nuovo in Parlamento.

“Chiediamo a tutti gli Stati membri di adottare velocemente il testo approvato in parlamento, e alla presidenza greca dell’UE di dare massima priorità al dossier”, scrivono in una nota lo European Disability Forum, la Age Platform e l’Anec. Bisognerà aspettare per capire se queste richieste verranno esaudite ma, mai come in questo contesto, la paura è che sia valido l’adagio popolare secondo cui non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. (Maurizio Molinari)

“Fa quel che può, quel che non può non fa”

“Fa quel che può, quel che non può non fa”

di Maurizio Tiriticco

452px-StateLibQld_1_113036_Cartoon_of_students_receiving_the_cane,_1888La fiction sul maestro Manzi ci offre l’occasione per riflettere ulteriormente sul tema della valutazione, o meglio sulla più ampia tematica dell’insegnare/apprendere, in quanto il valutare ne costituisce un prezioso sottoinsieme: prezioso perché permette a chi apprende e a chi insegna di correggere costantemente e tempestivamente i processi attivati. Il maestro Manzi si rifiutò di formulare giudizi formali scritti sugli alunni, temendo che un giudizio, buono o cattivo che fosse, tendesse comunque a congelare una situazione che, invece è in continua evoluzione, come avviene, di fatto, quando si apprende, indipendentemente dal conteso in cui si opera. In effetti, non si apprende solo a scuola, apprendiamo costantemente e sempre, e non solo nell’età evolutiva. Oggi giorno devo apprendere mille cose nuove: da quelle più banali a quelle più impegnative! Dove posso acquistare quel prodotto che nel supermarket sotto casa è esaurito? E quale treno mi conviene prendere per raggiungere Milano in tempo per…? E quale scuola indicare per il nipotino che esce dalla scuola media? E quali informazioni ha assunto mio figlio in proposito? E questa camicia vale il prezzo che costa?. E devo apprendere anche se acquisto un cordless o l’ultimo cellulare! Per non dire poi quanto sia difficile apprendere le istruzioni per farli funzionare! E, se ad ogni operazione QUALCUNO dovesse valutare il nostro comportamento, la nostra scelta e i suoi esiti, staremmo freschi! Un QUALCUNO sempre presente come un falco cacciatore, con un pagellino in mano impegnato a metter voti! IMPLACABBBILEEE!!! Con tanto di più più, meno meno e tutte le altre amenità che ci accompagnano per tutto il lungo periodo del nostro crescere/apprendere nelle aule scolastiche.

Mi chiedo: sarebbe possibile una scuola senza voti e senza pagelle? O meglio, sarebbe possibile valutare senza ricorrere alla strumentazione stranota che ereditiamo da un lontano passato? Quanto abbiamo faticato per liberarci dalle pene corporali a cui erano soggetti gli alunni di un tempo! Il plagosus Orbilius chissà quanto avrà infierito a suon di nerbate sul povero Orazio. Ma poi, diranno i valutatori impenitenti, quell’alunno è diventato Orazio! Del resto, gli stessi maestri della nostra scuola fino a qualche decennio fa maneggiavano la bacchetta abitualmente, come il fantino usa lo scudiscio. Oggi tali mezzi sono perseguibili per legge! Era ora! Mah!!! Quand’è che faremo fuori legge gli ultimi arnesi correttivi che, se non affliggono il corpo, creano ansie, tensioni, paura di “sbagliare”; oppure astuzie di ogni tipo per aggirare l’ostacolo! Sono tanti gli studenti che dei voti “se ne fregano”, tirano a campare, racimolano una striminzita sufficienza e poi giostrano per l’intero trimestre “fuggendo” dai compiti in classe e dalle interrogazioni! Odiano questi strumenti e, di conserva, odiano la disciplina che, invece, con questi strumenti dovrebbe essere garantita e implementata. Con la conseguenza grave che – è notorio – non si studia per apprendere, ma per evitare i brutti voti! So che non è così ovunque e sempre, ma in larga misura è così, soprattutto nelle nostre scuole superiori.

Senza titolo1Ciò che dico è ovviamente provocatorio, ma solo fino a un certo punto. E mi viene da pensare: non sarebbe possibile adottare altre modalità valutative, che non siano quelle stranote? Quelle che sono trascritte puntualmente sul registro? E che poi, alla fine dell’anno scolastico costringono il valutatore a fare i salti mortali per far quadrare un bilancio difficile? E poi, come la mettiamo con i meno meno, gli “i” delle impreparazioni, i più, i mezzi, e così via? E con le assenze strategiche per evitare compiti e interrogazioni? Povero insegnante costretto a duellare con una mappata di numeri! Se la sequenza dei voti per Tizio è 3,4,5,6,7, e per Caio 7,6,5,4,3 il 5, la fatidica salvifica media rappresenterà veramente, anzi matematicamente, l’esito corretto, anzi “giusto” – perché tiriamo in ballo anche la morale – di due apprendimenti così opposti nel loro sviluppo?

I giudizi verbali, che con tanta fatica avevamo, introdotti nella scuola dell’obbligo nel lontano ’77, la Gelmini e Tremonti li hanno banditi! Che cosa c’è di più eloquente di un numero? Anche la febbre, la velocità, il pieno della benzina, financo i terremoti sono classificati con dei numeri! L’acqua ghiaccia a zero gradi e bolle a cento! Del resto, anche le scarpe devono avere quel numero e non un altro! Perfino mutande e reggiseni! Per cui, che cosa c’è di meglio di un numero per valutare la padronanza (non entro nel merito della competenza per non aprire un capitolo su cui il nostro Miur sa poco o nulla, al di là della parola) che un alunno ha di una disciplina?

Caro Manzi! Se i giudizi irrigidiscono, i voti irrigidiscono cento volte di più! Comumque, “Tiremm innanz”, come disse Amatore Scesa prima di salire al patibolo! E come dicono i nostri insegnanti prima di dare inizio al CdC di fine anno! Comunque, penso che ci sia poco da fare! I voti non si metteranno mai in discussione, perché una cultura della valutazione, quella vera, che accompagna corregge, sostiene, motiva, incoraggia costa fatica! Richiede, sollecita e condiziona un rapporto diverso tra discente e docente, quello che maestri come Manzi o Don Milani, o Mario Lodi o Pino Tamagnini, o Celestine Freinet e pochi altri sono riusciti ad attivare! Quelli che hanno dato vita a scuole in cui – ricordo a memoria – “non c’è né voti nè pagelle, ne’ rischio di bocciare o di ripetere”. Insomma, un’ampia letteratura ci suggerisce tante “cose nuove”, ma… purtroppo letteratura resta… a volte buona solo per vincere i concorsi! Non per insegnare! E che fa a pugni con i nostri ordinamenti e con lo stesso dpr sulla valutazione. E poi ci sono tante parole inglesi, che non esistono neanche nel nostro vocabolario! Parole grosse: mentor, coach, tutor, curator, peer tutor… Questi inglesi! Un po’ bastonano un po’ innovano!

Lo riconosco! Questo scritto è solo una provocazione! Vuole essere un invito a pensare “alla grande” in materia di valutazione. La nostra scuola è attualmente tutta “incartata” sul dilemma Invalsi sì-Invalsi no! Un braccio di ferro che non vedrà né vinti né vincitori, se non si innalza il livello del dibattito, affinché vada oltre le sterili contrapposizioni che conosciamo e i mille interrogativi a cui non si vogliono dare risposte. Si discuta in primo luogo sulle finalità, i criteri e gli strumenti della valutazione attualmente in atto nel nostro “Sistema educativo di istruzione e formazione”! Altrimenti che sistema è? E si rifletta se la valutazione in atto sia veramente “formativa” o se si limiti soltanto ad essere “conclusiva” e a censire risultati, di breve o di lungo periodo.

Non si può guardare positivamente in avanti e progettare innovazioni, se non si ha certezza di ciò che occorre cambiare nel presente.

Fiori nelle scuole

FIORI NELLE SCUOLE

di Umberto Tenuta

  L’artista è il confidente della natura; i fiori portano avanti un dialogo con lui attraverso la graziosa piega dei loro steli e le sfumature armoniosamente tinte dei loro petali. Ogni fiore ha una parola cordiale che la natura dirige verso l’artista. (Auguste Rodin)

Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini (Dante Alighieri)

Conserva l’amore nel tuo cuore. Una vita senza amore è come un giardino senza sole dove i fiori sono morti. La coscienza di amare ed essere amati regalano tale calore e ricchezza alla vita che nient’altro può portare (Oscar Wilde)

Dal mio corpo in putrefazione cresceranno dei fiori e io sarò dentro di loro: questa è l’eternità (Edvard Munch)

Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera (Pablo Neruda)

Ognuno di noi è un fiore diverso e quello che va bene adesso vale solo adesso (Raffaele Morelli)

Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata (Katsumoto)

L’amore è come un fiore selvatico, ma quel fiore cresce solo sull’orlo di un dirupo alto e irto (Dal film Shrek)

 

I fiori sono il simbolo della bellezza, la bellezza del mondo  (dal greco comos, bello).

E l’uomo vive nel mondo, nel cosmos, nella bellezza.

Il mondo è bello nel cielo di stelle, negli abissi degli oceani, nelle cime tempestose dei monti, nelle valli in fiore, nelle rocce di diamanti, nei nidi degli uccelli, nei volti delle donne, nelle fattezze dell’uomo di Leonardo.

Ed è bellezza l’uomo nella Leonardesca armonia del suo corpo.

Ed è bellezza la donna che i Poeti hanno cantato, Leonardo ha immortalato nella Gioconda, Michelangelo nella Pietà.

Ed è bellezza la Poesia, ed è bellezza la Musica, ed è bellezza la Danza, ed è bellezza… ogni cosa che esce dall’anima, dal cuore, dal corpo..

E sembra proprio che i fiori siano tutte tutte le cose belle e buone e giuste della natura e dell’uomo

Può la scuola, che la formazione dell’uomo deve garantire, non prendersi cura dei fiori?

Come si può non far sentire ai giovani la bellezza dei fiori nello splendore dei loro colori e dei loro profumi?

Dei fiori che sbocciano nei verdi prati della loro giovinezza, dei fiori che le loro dimore adornano, dei fiori che li inebriano coi loro profumi?

Sarebbe la più grave deprivazione culturale dei giovani.

È non avrebbe significato offrire loro antologia di poesie, di prose, di musiche e canti…

Antologie, dal greco antos, fiore, logos, parola: fior di parole.

E allora?

Il Froebel parlava di giardini dell’infanzia.

E fino all’altro ieri le scuola dell’infanzia erano chiamate appunto Giardini dell’infanzia.

Giardini, giardini dei bimbi in fiore, giardini della vita, della vita che cresce, giardini di fiori.

Orsù, dunque!

Nella scuola coltiveremo fiori, i fiori dei nostri giovani, i fiori del verde melograno dai bei vermigli fior.

Coltiveremo i fiori, coltiveremo i fiori, per ingentilire i cuori dei nostri giovani, per renderli sensibili alla bellezza delle piante, degli animali, delle rocce di ametista.

Fiori sui davanzali, fiori nei corridoi, fiori negli atri, fiori in ogni spazio dell’edificio scolastico, interno ed esterno.

Fiori, bellezza! Fiori, bontà!

kalós, bello, agathós, buono.

Altro dir non si deve se non che nella scuola occorre coltivare nei giovani il senso del bello e del buono, cominciando dalla coltivazione dei fiori, dalle cure per i fiori, dallo studio ammirato delle loro forme, della loro architettura, delle loro forme, dei loro profumi, ma anche della loro geometria, del numero  che li governa, della loro fillotassi, della loro fisiologia.

I fiori ci fanno comprendere come nasce la vita con i processi di impollinazione, come si diffonde la vita, come è bella la vita.

I fiori ci fanno comprendere la poesia, la bellezza dei colori delle pitture, la bellezza delle forme architettoniche, la bellezza della musica, con lo stormir dei loro petali.

Che altro?

Tutto il resto, tutto ciò che è umano, che appartiene alla vita.

Tante cose la scuola fa apprendere.

A leggere ed a scrivere, a far di conto, a ripercorrere il lungo cammino dell’uomo nel corso dei millenni, a scoprire le leggi della natura…

Tra le tante cose, una delle più importanti è l’amore della bellezza che i greci collegavano alla bontà, kalos-agathos.

È così facile innamorare i bambini alla coltivazione dei fiori.

Basta un vaso di terracotta, basta un pugno di terra, basta un bicchiere d’acqua, basta un seme di violacciocca…

Basta una canzone: e le colline sono in fiore…

Domani, sù, un’altra disciplina!

La più bella!

La floricultura.

Nel giardino e in tutti gli spazi della scuola.

Sui davanzali delle aule ogni studente avrà la piantina del suo fiore, ammirata ed amata.

Ogni maestra avrà le sue piantine, ammirate ed amate, tra i banchi della sua aula!

 

SCATTI 2012: ACCELERARE ITER LEGISLATIVO

SCATTI 2012, GILDA: ACCELERARE ITER LEGISLATIVO

“Sugli scatti di stipendio bisogna fare in fretta e chiudere la partita entro il 24 marzo, quando scadrà il testo del decreto legge”. La Gilda degli Insegnanti chiede al Parlamento di premere l’acceleratore sulla vicenda delle progressioni di carriera, rivolgendosi in primo luogo ai senatori che oggi nell’aula di Palazzo Madama inizieranno la discussione del dl approntato dall’ex ministro Carrozza dopo la bagarre con il ministero dell’Economia.

“Occorre procedere spediti – afferma la Gilda – e aprire in tempi rapidi la trattativa all’Aran, evitando così di perdere i 120 milioni di euro già stanziati, frutto delle economie derivanti dalla ‘riforma Gelmini’. Ci auguriamo che l’intenzione espressa dal neo ministro Giannini di abolire gli scatti di anzianità non condizioni l’iter legislativo. Anzi – conclude il sindacato – chiediamo con forza al Governo di rimuovere il blocco anche per il 2013”.

Firmato il contratto per la mobilità

Firmato il contratto per la mobilità

Le domande on-line, dal 28 febbraio al 29 marzo per il personale docente
dall’11 marzo al 9 aprile per il personale Ata

 

Il giorno 25 febbraio, tra le organizzazioni sindacali e il Miur, è stata firmato CCNI sulla mobilità del personale docente, educativo e Ata, relativo all’anno scolastico 2014/15.

 

Le principali novità nella scheda Uil Scuola

Le parti si sono limitate ad apportare piccoli aggiustamenti o chiarimenti, ove necessari. Hanno anche recepito alcuni elementi di novità introdotti dal Decreto Legge 104/13, convertito nella Legge 128/13.
In particolare:

 

Art. 1:

E’ stato concordato di riaprire il confronto negoziale sulla mobilità riguardante il sostegno nella scuola secondaria di II grado (area unica) alla luce di quanto stabilirà la circolare sull’organico di diritto.

 

Art. 2:

Come stabilito dalla Legge 128/13, il blocco per la mobilità interprovinciale per il personale docente è stato portato da cinque a tre anni, pertanto potrà presentare domanda di trasferimento interprovinciale il personale docente assunto con decorrenza giuridica 1/09/2011 o precedente.

Il figlio che assiste il genitore con grave disabilità, pur non usufruendo della precedenza art. 7, punto V), non rientra nel blocco triennale e può partecipare  alle operazioni di mobilità interprovinciale.
Tra i destinatari della mobilità sono stati inseriti i docenti delle classi di concorso C/555 e C/999  che, per effetto dell’art. 15, c. 9 della Legge 128/13, hanno titolo, a domanda, al transito ad altra classe di concorso o posto.

L’assegnazione della sede a detto personale è trattata nell’ambito della mobilità territoriale, in ciascuna delle tre fasi dell’allegato C.

 

Art. 7:

Al punto V) dell’art. 7 relativo alle precedenze comuni, al fine di evitare problemi in fase di applicazione, sono stati riallineati il comma 1 col comma 2, relativo all’esclusione dalle graduatorie d’istituto per l’individuazione  dei perdenti posto.

Sempre al comma 2 è stata introdotta una agevolazione per chi assiste  il coniuge o i figli con disabilità prevedendo il riconoscimento delle certificazioni di disabilità “rivedibili”.

Al comma 3 è stato chiarito:

a)     Che, ai fini della riassegnazione del personale a seguito di dimensionamento, le precedenze non vanno riconosciute.

b)    Che le precedenze vanno riconosciute limitatamente ai fini dell’esclusione dalla graduatoria d’istituto per l’individuazione dei perdenti posto, compresa l’individuazione del perdente posto a seguito di dimensionamento.

c)     Il diritto all’esclusione dalla graduatoria per l’attribuzione della cattedra oraria esterna costituitasi ex novo (art. 18 c.18), si applica esclusivamente per le cattedre orario costituite tra scuole  di comuni diversi.

E’ stato introdotto un nuovo comma 4 dove si stabilisce che il personale è tenuto a dichiarare il venir meno del diritto di precedenza entro i 10 giorni antecedenti il termine ultimo di comunicazione al SIDI delle domande di trasferimento.

 

Art. 21:

– Il comma 2 è stato scritto meglio chiarendo che per i posti di sostegno nella scuola dell’infanzia e primaria l’individuazione dei soprannumerari sarà effettuata distintamente per ciascuna tipologia, così come avviene nella media di primo grado.

 

Art. 32:

– Sono stati resi omogenei gli articoli 31 e 32. Come avviene già per i docenti che abbiano prestato almeno tre anni di servizio nei corsi funzionanti presso le strutture ospedaliere o le istituzioni carcerarie, è stata prevista una priorità per la mobilità territoriale, in tutte e tre le fasi, anche per l’accesso ai corsi per l’istruzione per l’età adulta, per il personale che abbia comunque maturato almeno tre anni di servizio nei corsi serali.

 

Art. 44:

Al comma 2, tra i destinatari della mobilità del personale Ata, è stato inserito anche il personale docente inidoneo e gli ITP appartenenti alle classi di concorso C/555 e C/999 che, in attuazione dell’art. 15 della Legge 128/13, dovessero optare per il passaggio nei ruoli Ata.

 

Artt. 47-48:

Sia i DSGA che il restante personale,  che a seguito di dimensionamento non è individuato come perdente posto ma è assegnato a scuola diversa da quella di titolarità, può usufruire delle precedenze previste all’art. 7 per il rientro in una delle scuole oggetto del “singolo dimensionamento”.

 

Art. 47:

E’ stato formulato un nuovo c. 8 nel quale si prevedono tutele per i  DSGA  che provengono da scuola sottodimensionata o soppressa e, pertanto, non più esprimibile, ai fini del rientro.

 

Tabella di valutazione:

In applicazione della Legge 228/12, alla lettera F) vengono valutati punti 5 anche i diplomi rilasciati da accademia di belle arti o conservatorio di musica, vecchio ordinamento.

Nelle note alla tabella è stato precisato che la fruizione del congedo biennale per l’assistenza a familiari con grave disabilità non interrompe né la maturazione del punteggio (Premesse alle note) né la continuità (nota 5).

Alla nota 5 è stato chiarito che l’utilizzazione in altri compiti per inidoneità temporanea non interrompe la continuità di servizio.

E’ stata ulteriormente chiarita la nota 12 relativa alla valutabilità del titolo aggiuntivo a quello di accesso.

 

Premesse

Nelle premesse al CCNI le parti hanno concordato sull’opportunità di prevedere, per il futuro, un punteggio per i docenti che avranno acquisito i titoli per l’insegnamento di discipline non linguistiche in lingua straniera (CLIL).

La firma definitiva del contratto avverrà al termine dell’iter di certificazione da parte degli organi di controllo preposti.

All’atto della firma definitiva il Miur, con apposita ordinanza, fisserà le date di scadenza delle domande che, come negli anni precedenti, dovranno essere presentate esclusivamente con modalità on-line.

Restituire dignità ai prof? Bisogna cancellare il “decreto Brunetta”

da Tecnica della Scuola

Restituire dignità ai prof? Bisogna cancellare il “decreto Brunetta”
di Lucio Ficara
C’è una riforma che si può fare subito e a costo zero: abrogare le norme del decreto legislativo 150/2009 che hanno fortemente limitato le prerogative contrattuali.
Da qualche giorno il nuovo Presidente del Consiglio Matteo Renzi ripete, tra un discorso alla Camera e uno al Senato, che bisogna restituire dignità al ruolo dell’insegnante.
Se è vero questo proposito, che insistentemente riecheggia nelle prime pagine di tutte le testate giornalistiche nazionali, cosa potrebbe fare d’immediato il premier per dare seguito a questo auspicio?
Una cosa fattibile e a costo zero che andrebbe nella direzione tanto decantata dallo stesso Renzi è quella di eliminare il decreto Brunetta nella parte che invade i patti contrattuali.
La dignità professionale dei docenti si restituisce anche restituendo valore ai diritti contrattuali degli stessi insegnanti, sia a livello di contratto collettivo nazionale e sia a livello di contrattazione d’Istituto.
È assolutamente necessario, così come chiedono da tempo le organzzazioni sindacali (Flc-Cgil in testa), rinnovare il contratto nazionale della scuola e rendere esigibile la contrattazione decentrata cancellando il “decreto Brunetta”.
Ma è anche necessario abbattere quella barriera assurda che divide la professione docenti in docenti di ruolo e docenti precari. Un’assurdità da Paese incivile, quella di considerare le norme contrattuali dei precari della scuola diversamente da quelle dei docenti assunti a tempo indeterminato. Restituendo dignità giuridica ed economica agli insegnanti precari, si restituisce dignità all’intera categoria dei docenti. Con trasparenza e decisione, bisognerebbe fare chiarezza, e questo potrebbe essere fatto dal governo Renzi senza aumenti di spesa, su quali materie sono di reale competenza contrattuale e quali invece attengono dell´amministrazione e ai dirigenti scolastici.
In buona sostanza il prossimo rinnovo contrattuale della scuola, potrebbe rappresentare un volano per restituire dignità ai prof, riformando e limitando l’invasione voluta con il decreto Brunetta. Ridare la dignità perduta al ruolo dell’insegnante, significa anche dire basta alla doppia penalizzazione per il blocco della contrattazione nazionale e degli scatti di anzianità, unica forma di progressione finora prevista per i docenti. Bisogna sapere che i patti contrattuali attualmente vigenti hanno anche lo scopo di limitare alcune prerogative dirigenziali, soprattutto per quanto attiene l’organizzazione del lavoro e la funzione docente, in modo da dare forza equilibrante tra la funzione dirigenziale e quella docente.
Con l’applicazione selvaggia del decreto n. 150/2009, la dignità della funzione docente è stata messa sotto i tacchi e i patti contrattuali sono diventati meno della carta straccia. Con l’avvento del decreto Brunetta il ruolo docente ha totalmente perso il suo carisma, la sua autorevolezza anche al giudizio di famiglie e studenti, mentre in modo proporzionale è aumentato fortemente il prestigio e l’autorevolezza della figura del dirigente scolastico. Se Matteo Renzi vuole realmente restituire ai docenti il ruolo sociale che meritano, deve eliminare quel “mostro legislativo” voluto da chi considerava i professori degli inguaribili ed inutili fannulloni.

Per la messa in sicurezza delle scuole pronti progetti per 1 mld

da Tecnica della Scuola

Per la messa in sicurezza delle scuole pronti progetti per 1 mld
di P.A.
Il presidente dell’Upi, Antonio Saitta, in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, spiega che ”i progetti già presentati, e non finanziati perché le risorse a disposizione erano scarsissime, hanno il vantaggio di essere immediatamente cantierabili”
”Caro presidente, apprezzando molto la grande attenzione che ha deciso di dare alle politiche per la scuola, mi permetto di darle un consiglio da amministratore ad amministratore, che darebbe al paese un segnale immediato che questa volta si passerà dalle parole ai fatti: i progetti immediatamente operativi per la messa in sicurezza delle scuole di Province e Comuni ci sono già, e sono quelli presentati dalle amministrazioni per accedere ai 150 milioni di euro messi a disposizione dal Decreto del Fare. Cominciamo con quelli, e potremo aprire cantieri già dal 15 giugno prossimo”.
”I progetti già presentati, e non finanziati perché le risorse a disposizione erano scarsissime, hanno il vantaggio di essere immediatamente cantierabili e ci permettono di fare partire da subito il piano per l’edilizia scolastica che è stato, con nostro pieno apprezzamento, annunciato come priorità dal Governo. Noi stimiamo che si tratti di investimenti per almeno 1 miliardo, tutti mirati a garantire la salute di studenti e lavoratori, a partire dagli interventi di bonifica dell’amianto. I progetti sono stati presentati alle Regioni, che hanno stilato graduatorie puntuali. Sarebbe un segnale molto importante se, invece di perdere tempo prezioso ricominciando di nuovo con procedure burocratiche, per una volta si partisse da quello che c’è già. Ma accanto alla messa in sicurezza, abbiamo bisogno di cominciare ad uscire dalla logica dell’emergenza e puntare a costruire nuove scuole o a rendere quelle esistenti più moderne, dotate di strutture al passo con i tempi. Per questo – annuncia Saitta al presidente Renzi – ho chiesto a tutte le Province di farci avere un quadro dettagliato dei progetti innovativi immediatamente cantierabili, pronti nei cassetti in attesa di finanziamento, che le invieremo in un foglio excell entro la prossima settimana. Un Governo che decide di investire insieme a Province e Comuni sulla scuola – conclude Saitta nella lettera a Renzi – investe nel futuro. Noi siamo pronti”.

Contratti, rinnovi per 8,5 milioni di dipendenti

da Tecnica della Scuola

Contratti, rinnovi per 8,5 milioni di dipendenti
di P.A.
L’Istat, rileva che i contratti in attesa di rinnovo a gennaio sono 51 e riguardano circa 8,5 milioni di dipendenti, corrispondenti al 66,2% del totale. Si tratta della quota più alta dal gennaio del 2008. In pratica due dipendenti su tre stanno aspettando.
Solo il pubblico impiego, d’altra parte, pesa per 2,9 milioni di lavoratori e 15 contratti.
Guardando nel dettaglio quanto accaduto a gennaio, alla fine del mese a fronte del recepimento di un accordo ne sono scaduti ben cinque. Quel che ha fatto balzare il numero dei dipendenti in attesa si rinnovo, spiega l’Istat, è il contratto del commercio. Comunque a febbraio già sono state ratificate delle ipotesi di accordo, che toccano quattro dei 51 contratti scaduti, per un totale di circa 500 mila dipendenti.
Intanto le retribuzioni contrattuali orarie a gennaio segnano un balzo dello 0,6% su dicembre, mentre sono salite dell’1,4% su base annua. L’Istat spiega inoltre come il rialzo mensile sia dovuto allo scatto di miglioramenti economici previsti per alcuni contratti in vigore. Aumenti che di solito partono proprio a inizio anno. Si allarga ancora la forbice con l’inflazione, ferma nello stesso mese allo 0,7%. In pratica i salari crescono il doppio dei prezzi, ma il divario è quasi esclusivamente dovuto alla frenata dei listini.

Mobilità 2014/2015: sottoscritto il contratto

da Tecnica della Scuola

Mobilità 2014/2015: sottoscritto il contratto
E’ stato sottoscritto in via definitiva il CCNI mobilità 2014/2015 del personale della scuola. Definiti i termini di scadenza: dal 28 febbraio al 29 marzo 2014 per tutto il personale docente; dall’11 marzo al 9 aprile 2014 per tutto il personale Ata
La notizia sul sito della Flc-Cgil che aggiunge essere alla firma del Ministro l’ordinanza ministeriale che darà avvio alla presentazione delle domande che dovranno essere prodotte, per tutti i docenti ed Ata, obbligatoriamente via web utilizzando l’applicazione del Miur “Istanze on-line”. Tranne gli educatori e i docenti di religione cattolica continueranno a presentare domanda su modulo cartaceo.
È opportuno registrarsi per tempo. Ai fini della registrazione è necessario il possesso di una casella di posta elettronica …@istruzione.it.
Le scadenze previste per la presentazione delle domande in attesa della conferma contenuta nell’Ordinanza Ministeriale:
dal 28 febbraio al 29 marzo 2014 per tutto il personale docente
dall’11 marzo al 9 aprile 2014 per tutto il personale Ata

Più filosofia e meno latino? O più importanti geografia ed economia?

da Tecnica della Scuola

Più filosofia e meno latino? O più importanti geografia ed economia?
di Pasquale Almirante
Da qualche parte è iniziato il tiro al piccione, o il gioco della torre, alla ricerca di quali materie uccidere o di quali buttare giù per salvarne altre al primo sentore della riduzione di un anno alle superiori
Un vecchio film raccontava la vicenda di un gruppo di scienziati di altissimo livello che per un guasto imprevisto rimasero chiusi in un bunker che si sarebbe riaperto automaticamente solo 24 ore dopo. Dalle misurazioni che immediatamente fecero si resero conto che uccidendo due di loro tutti gli altri sarebbero sopravvissuti alla mancanza di ossigeno. Il rifiuto dell’assassinio, penosissimo perché un forte senso sincero d’amicizia li univa, sarebbe stato invece causa della loro morte comune: che fare?
E da quando si è aperto il dibattito della riduzione di un anno alle superiori, con conseguente asfissia di alcune discipline dentro la camera a gas del taglio delle ore, molti i docenti cercano di accreditare la loro materia più interessante delle altre, più importante delle altre, con più possibilità occupazionali delle altre, scordando così che l’apparente inutile sia più utile dell’utile stesso, se per utile si intende ciò che è spendibile e fruibile nell’immediato, così come i rostri dell’aquila per ghermire la preda.
Leggiamo da qualche parte:
“E’ necessario avere il coraggio, in una logica di priorità formative, di eliminare lo studio del latino e del greco così come ora realizzato. Introducendo come materia letteratura greca e latina per un paio di ore la settimana. Scelta dolorosa ma necessaria per fare entrare la nostra scuola nel presente. A fronte di ciò vanno introdotte lo studio dell’economia e della geografia politica. Le carenze economiche degli italiani sono acclarate da molti studi, bisogna porvi rimedio insegnando che l’aspetto quantitativo ed economico rappresentano un pezzo di realtà non prescindibile in ogni attività umana. Ci vuole coraggio. Una prima richiesta al nuovo ministro è che sia data la possibilità di sperimentare e di liberare la scuola da un centralismo che spegne l’innovazione e il desiderio di trovare piste di formazione più aderenti alle esigenze del mondo e dei nostri figli”.
Il finale del film degli scienziati nel bunker è a sorpresa, perché uccisero due colleghi estratti a sorte, ma la porta si aprì inaspettatamente molto tempo prima, nonostante i calcoli e la certezza della scienza. Fra l’altro lo stesso giudice, che fu incaricato di fare luce sull’assassinio, decretò che per nessuna ragione si può uccidere un uomo, nemmeno sull’altare della scienza più esatta e del pragmatismo più feroce.
Ma lui si era formato, oltre che sui libri della giurisprudenza, su quelli della filosofia e dell’umanesimo.

Ad aprile il decreto per l’aggiornamento delle Gae

da Tecnica della Scuola

Ad aprile il decreto per l’aggiornamento delle Gae
di P.A.
Sulla base dell’incontro al Miur del 24 febbraio 2014 relativo alle Graduatorie ad esaurimento, la Flc-Cgil pubblica che il loro aggiornamento per il triennio 2014/15-2016/17 è previsto ad aprile. Le domande saranno presentate con modalità web. Ancora nessuna soluzione per la fascia aggiuntiva
L’Amministrazione ha predisposto una prima bozza del provvedimento e ha ipotizzato come data di pubblicazione del Decreto la prima decade di aprile 2014.
Le graduatorie ad esaurimento non permettono ulteriori inserimenti e quindi con il Decreto sarà possibile soltanto l’aggiornamento del punteggio, il cambio di provincia e l’eventuale scioglimento della riserva, per chi era già incluso.
Resta ancora senza risposta l’ipotesi di inclusione in III fascia di coloro che si erano inseriti nella fascia aggiuntiva (IV fascia) nel 2012 e per i quali il Parlamento si era pronunciato in tal senso.
Le domande potranno essere presentate solo con modalità web utilizzando l’applicazione del MIUR “Istanze on-line”. È opportuno registrarsi per tempo. Sul nostro sito sono disponibili una guida e un video con le istruzioni per la registrazione.

Mobilità, slitta la firma definitiva al Ccni

da Tecnica della Scuola

Mobilità, slitta la firma definitiva al Ccni
di A.T.
Come avevamo annunciato in un precedente articolo, la firma del contratto era data per imminente già ad inizio di questa settimana, ma è stato necessario un rinvio in quanto la Funzione pubblica non ha ancora restituito al Miur il testo sottoscritto lo scorso 17 dicembre come Ipotesi di Ccni sulla mobilità, sul quale peraltro pare non ci siano stati rilievi da parte del Mef e della stessa FP. Intanto, nell’incontro tra Miur e sindacati è stata ipotizzata al 29 marzo la scadenza per le domande dei docenti e al 9 aprile quella relativa agli Ata. Ma prima, ovviamente, si attende l’apposita ordinanza ministeriale.
La sottoscrizione definitiva del Ccni sulla mobilità, in relazione ai trasferimenti e ai passaggi di cattedra e di ruolo per l’a.s. 2014/2015, che si ipotizzava per il 24 febbraio, è stata rinviata in attesa che la Funzione pubblica restituisca al Ministero dell’istruzione il testo dell’Ipotesi siglata il 17 dicembre, “su cui – come specifica in un suo comunicato la Cisl Scuola – si sono svolti senza rilievi i prescritti controlli di compatibilità (Mef e FP). La firma, pertanto, è rinviata, anche se è presumibile che avvenga entro brevissimo tempo”.
Durante l’ultimo incontro tra l’Amministrazione e le organizzazioni sindacali si è discusso sull’art. 30 dell’Ipotesi di Ccni, riguardante la mobilità sul sostegno nella scuola secondaria di secondo grado, su cui peraltro sindacati e Miur si erano già confrontati in un altro incontro nei primi giorni di questo mese. Secondo quanto illustrato dalla Cisl scuola “la discussione resta ancora aperta; il Ccni ha mantenuto il precedente testo, ma l’Amministrazione intende dare applicazione a quanto previsto dal decreto-legge 104/2013 (unificazione delle aree) e si è per questo riservata la formulazione di una proposta di modifica del suddetto art. 30 sulla quale si aprirà il confronto al tavolo negoziale”.
Tale intenzione del Miur aveva già suscitato in precedenti incontri obiezioni da parte di alcune organizzazioni sindacali contrarie ad anticipare all’a.s. 2014/2015 la suddetta unificazione rispetto a quando diverrà operativa, con l’aggiornamento delle GaE, per le immissioni in ruolo e le supplenze.

In attesa della firma definitiva sul Ccni e della successiva ordinanza ministeriale, si sono ipotizzate possibili date di presentazione delle istanze di mobilità:  dal 28 febbraio al  29 marzo per docenti, dal 10 marzo al 9 aprile per il personale Ata interessato (sempre che il testo sia riconsegnato in tempi brevissimi dalla Funzione pubblica).

La ministra Giannini e la sua agenda in 10 “gironi”

da Tecnica della Scuola

La ministra Giannini e la sua agenda in 10 “gironi”
di P.A.
Come sarà la scuola della ministra Giannini? Piluccando e confrontando, Forexinfo.it sintetizza i 10 punti dentro l’agenda della nuova ministra
Arrivata da poco in viale Trastevere il ministro Giannini ha le idee chiare, sintetizzabili in 10 “gironi” o “cerchi”, ma che rimangono sempre 10 punti:
1. si ai cicli brevi (idea lanciata dall’ormai ex ministro Carrozza) e alla maturità un anno prima;
2. riforma della scuola media inferiore;
3. no ai concorsoni che hanno generato problemi, ricorsi e alimentato la platea dei precari, al contrario bisogna trovare nuovi strumenti per le assunzioni nella scuola;
4. no al monopolio della tecnologia;
5. gli Invalsi sono un buono strumento, ma vanno migliorati e perfezionati;
6. in linea generale gli scatti di anzianità devono essere concepiti in base al merito, allo studio, all’aggiornamento costante, perché gli automatismi di stipendio rappresentano “il frutto di un mancato coraggio politico del passato”;
7. finanziamenti per la scuola statale e non statale;
8. riconoscimento del diritto allo studio per gli studenti e al merito per i docenti;
9. valutare un piano di messa in sicurezza delle scuole e occuparsi anche di edilizia scolastica.
10. dall’anno prossimo torna il bonus maturità:
Secondo il neoministro Giannini:
“Un Paese non può spendere 275 miliardi in pensioni e 53 in istruzione”.
Le parole da cui partire sono: merito, valutazione, autonomia. Senza contare gli investimenti nella ricerca, nel capitale umano, nella crescita, nel futuro.
In una nota personale Stefania Giannini ha scritto:
“Penso che l’istruzione sia l’unica vera forma di riscatto e avanzamento sociale per l’individuo e per le collettività, purché fondata su qualità e talento, per chi insegna e per chi impara. La scuola può e deve fare molto per generare il cambiamento. Nell’università, come nella società, non tutto uguale per tutti, ma tutto possibile per chi lo merita e per chi si impegna per ottenerlo, con pari opportunità (Art. 34 della Costituzione). ’Education, education, education’ erano le tre priorità di Tony Blair negli anni ’90. Il messaggio è ancora attuale per l’Italia e l’Europa di oggi, come unica via d’uscita da una crisi che non è fatta solo di numeri, ma che ha invaso da troppo tempo le nostre coscienze. Cambiare l’Italia e riformare l’Europa significa prima di tutto risvegliare le nostre coscienze”.
Anche Scienzainrete.it cerca di capire le vere intenzioni della ministra Giannini sulla scuola e l’istruzione, riprendendo a una serie di domande, formulate a lei e a Pietro Ichino, in occasione della campagna elettorale sulle sponde di Scelta Civica.
“Un programma nettissimo”, spiega Scienzainrete.it, “di promozione del merito, che abolisce il valore legale del titolo di studio e i concorsi, dà piena autonomia agli atenei (ridotti di numero) e finanzia il sistema aumentando le tasse universitarie in base al reddito. Un programma ricalcato sulla proposta di Andrea Ichino (fratello di Pietro) e Daniele Terlizzese fortemente osteggiata da buona parte del PD e dalla sinistra in generale, che fa delle disuguaglianza dei talenti (ma non dei redditi) la bandiera di un sistema che dev’essere intrinsecamente elitario”.

Concorso a DS in Campania: pubblicate le prime intercettazioni

da Tecnica della Scuola

Concorso a DS in Campania: pubblicate le prime intercettazioni
di Aldo Domenico Ficara
Nel sito web Il Mattino.it  è stato pubblicato nell’articolo di Leandro Del Gaudio un primo stralcio delle intercettazioni riguardanti alcune discussioni sul recente concorso per Dirigenti scolastici.
Di seguito si riporta parola per parola il testo dell’intercettazione pubblicato da Del Gaudio :
“ P. E.: «E la gara la fa M. P.. Ti sto dicendo queste notizie così tu le puoi anche utilizzare come ritieni opportuno. Hai presente le cinquemila prove che adesso il popolo le acchiappa il 29 agosto o il primo settembre addirittura…».
Interlocutore: «Esatto».
P. E. «E lui, P., le sa già da un mese… e quella lei (G. S.) sta già faticando sopra da un mese, no?
Interlocutore: «No! Io ti posso dire che quella non sta facendo proprio niente! Quella non fa niente! Non capisce niente… e se deve vincere il concorso glielo fanno vincere con reggenti e prove. Chissà quale cazzo di inciucio che faranno…
P. E. «Quindi? Se me mettono a me (in commissione, ndr) devo far vincere pure a questa, sicuramente».
Interlocutore: «Va bene, ma ci mettiamo pure gente nostra dentro, però».
P. E. «E che, siamo fessi? Non ho capito…» “.
Il contenuto di queste intercettazioni pubblicate da Il Mattino.it rivelano non solo il malcostume della raccomandazione fine a se stessa, ma anche l’assoluta incapacità deontologica di chi poteva gestire in altro modo le prove concorsuali.
Significativa la frase “le cinquemila prove che adesso il popolo le acchiappa il 29 agosto o il primo settembre “,già quel popolo di decine di migliaia di docenti onesti che il 12 ottobre 2011 ha fatto solo da comparsa sacrificale, e che ora, insieme alla magistratura, vorranno precise e dettagliate risposte chiarificatrici.