A Gaza Italia e Palestina s’incontrano per i diritti delle persone disabili

A Gaza Italia e Palestina s’incontrano per i diritti delle persone disabili

 

Giovedì 29 maggio 2014 EducAid in partenariato con FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha organizzato a Gaza City un incontro per celebrare la ratifica da parte dello Stato di Palestina della Convenzione sui Diritti delle persone con disabilità e per discutere sui prossimi passi da compiere per applicare appieno la Convenzione stessa.

Secondo EducAid e FISH questo è un momento particolarmente favorevole per agire sulle istituzioni pubbliche anche in vista della formazione del nuovo Governo Palestinese atteso ad ore.

Hanno partecipato all’incontro tutte le organizzazioni di persone con disabilità della Striscia di Gaza ed un nutrito numero di organizzazioni non governative palestinesi ed internazionali che lavorano nel settore.

All’incontro ha partecipato Pietro Barbieri, in quanto esponente di spicco del movimento delle persone disabili in Europa, portavoce del Forum Terzo Settore in Italia ed ex-presidente di FISH. Nonostante la sua disabilità è riuscito a superare le barriere costituite dal check point di Erez, unico accesso alla Striscia venendo da Israele.

Cuore della discussione la Convenzione che indica al Governo le modalità per implementare efficacemente la Convenzione stessa: i governi devono nominare un referente per la Convenzione che annualmente dovrà redigere un rapporto sulla reale situazione dei diritti delle persone disabili che deve essere trasmesso alle Nazioni Unite.

La società civile ha un ruolo altrettanto importante dovendo redigere un rapporto ombra che, come il precedente, va inviato alle Nazioni Unite.

Come ha affermato Pietro Barbieri, “le organizzazioni possono imparare molto dagli incontri necessari per elaborare il rapporto ombra; gli consente di capire il fenomeno della disabilità nel suo insieme, sviluppare un discorso comune e imparano ad essere efficaci nel rapportarsi con le istituzioni e con la società nella quale vivono.”

Inserimento in GaE: riapertura straordinaria adesione ricorsi

Inserimento in GaE: riapertura straordinaria adesione ricorsi Anief al Tar Lazio

 

Possibile registrarsi al portale Anief e compilare i form di preadesione fino alle ore 12:00 di martedì 3 giugno. La consegna del plico, completo di tutta la documentazione, potrà avvenire esclusivamente martedì 3 giugno negli orari e presso le sedi Anief indicate a questo link. Il ricorso interessa tutti coloro che hanno presentato la domanda cartacea per l’inserimento nella graduatoria aggiuntiva alla terza fascia della GaE entro il 17 maggio 2014.

 

A partire dalla settimana successiva sarà ancora possibile partecipare soltanto al ricorso al Presidente della Repubblica, le cui modalità di adesione saranno rese note con nuova comunicazione dell’Anief. Tutti i ricorsi al Tar Lazio saranno notificati entro sabato 7 giugno 2014. Pertanto il termine del 3 giugno è categorico per la consegna brevi manu di tutta la documentazione negli orari e presso le sedi indicate. Non saranno accettati plichi mancanti anche solo di parte della documentazione necessaria.

Reti e competenze per orientare: le scelte di vita delle persone, i servizi d’istituto, le reti

CORSO DI FORMAZIONE
Reti e competenze per orientare: le scelte di vita delle persone, i servizi d’istituto, le reti

PAS: nuove vittorie in Consiglio di Stato

PAS: nuove vittorie Anief in Consiglio di Stato. Ammesse ai corsi altre centinaia di ricorrenti

Ancora conferme alle tesi dell’Anief dai giudici d’appello. Per essere ammessi ai pas i 180 giorni di servizio specifico possono essere cumulati in più anni o prestati nel medesimo ambito disciplinare. Diritto alla frequenza riconosciuto anche ai docenti di ruolo senza servizio specifico.

Con le ordinanze nn. 2197, 2198 e 2199 del 27 maggio 2014 sui ricorsi discussi dagli avv.ti De Michele e Galleano, in collaborazione con gli avv.ti Verticelli e Marcone, i giudici di Palazzo Spada accolgono gli appelli dell’Anief e ne condividono le tesi ammettendo ai corsi PAS i ricorrenti dei ruoli 10067/13, 10061/13 e 10068/13, inizialmente respinti dal Tar Lazio.

Nuovi successi, dunque, per il nostro sindacato nella tutela delle numerose tipologie di docenti, precari e di ruolo, cui il Miur intendeva negare la frequenza dei corsi PAS.

I ricorrenti interessati possono adesso chiedere all’USR competente l’ammissione immediata ai corsi nella regione richiesta o, in alternativa, il nulla osta per la frequenza del Pas on line dell’Università Roma Tre.

L’ordinanza 2197 per il ricorso 10061/13

L’ordinanza 2198 per il ricorso 10067/13

L’ordinanza 2199 per il ricorso 10068/13

Il modello per chiedere l’immediata ammissione ai PAS

La tabella aggiornata sullo stato del contenzioso PAS

 

Graduatorie d’istituto: novità per i Licei musicali

Graduatorie d’istituto: novità per i Licei musicali

L’ANIEF segnala una nuova impostazione per le supplenze nelle Graduatorie d’Istituto per i Licei Musicali.

All’art. 5 comma 8 del DM 353/14, si prevede che debbano essere stilate le graduatorie anche per le materie di indirizzo del Liceo Musicale“Esecuzione e Interpretazione”, “Laboratorio di Musica d’insieme”, “Storia della musica”, “Tecnologie musicali”, ” Teoria, analisi e composizione”, evitando così le graduatorie bandite dai singoli licei, ormai superate.

Come noto, in mancanza di specifiche classi di concorso, si utilizzano ancora requisiti d’accesso transitori per l’individuazione dei docenti, compresa la specifica tabella E (nota 3119/14); ma la novità è che le graduatorie saranno generate dal sistema informatico.

In altre parole: fate molta attenzione alla provincia dove inserite la graduatoria d’istituto, in quanto da lì verranno attinte le supplenze per il Liceo Musicale. E naturalmente non dimenticate di inserire il Liceo Musicale all’interno delle 20 istituzioni scelte.

Analoga procedura è prevista dall’art. 5 comma 9 del dm 353/14 per l’insegnamento di “Storia della musica” nel Liceo coreutico. In questo caso possono essere inseriti in graduatoria solo i docenti della A031 in possesso di specifici titoli di studio.

L’ANIEF condivide ad ogni modo la scelta di regolarizzare la situazione dei Licei Musicali, anche per semplificare la procedura delle supplenze.

Scuola: intonaci che crollano, rubinetti che perdono e vetri rotti

Diario della transizione/5

Scuola: intonaci che crollano, rubinetti che perdono e vetri rotti

Ma anche problemi strutturali in 3.600 edifici scolastici. Rischio amianto per 342.000 studenti. Solo un quarto degli stabili è stato costruito dopo il 1980

Roma, 31 maggio 2014 – Gli interventi necessari per la messa in sicurezza delle scuole. Intonaci che crollano, rubinetti che perdono e vetri rotti. Ma anche seri problemi strutturali. Preoccupano i dati sullo stato della nostra edilizia scolastica. Degli oltre 41.000 edifici scolastici statali, il Censis stima che in 24.000 gli impianti (elettrici, idraulici, termici) non funzionano, sono insufficienti o non sono a norma. Sono 9.000 le strutture con gli intonaci a pezzi. In 7.200 edifici occorrerebbe rifare tetti e coperture. Sono 3.600 le sedi che necessitano di interventi sulle strutture portanti (tra queste mura 580.000 ragazzi trascorrono ogni giorno parecchie ore) e 2.000 le scuole che espongono i loro 342.000 alunni e studenti al rischio amianto. Edifici malandati e vetusti: più del 15% è stato costruito prima del 1945, altrettanti datano tra il ’45 e il ’60, il 44% risale all’epoca 1961-1980, e solo un quarto degli stabili è stato costruito dopo il 1980.
Anche la manutenzione ordinaria è una priorità. Secondo i 2.600 dirigenti scolastici consultati nell’ambito di una indagine del Censis, per il 36% degli edifici è prioritario avviare lavori di manutenzione straordinaria. Ma nella maggioranza dei casi (il 57%) l’esigenza è dare continuità agli interventi di manutenzione ordinaria. Nonostante il patrimonio immobiliare scolastico sia vetusto, e benché si tratti generalmente di strutture che corrispondono a modelli oggi non più funzionali, anche quando sono state progettate dal principio come scuole e non ricavate da caserme o conventi, solo nel 7% dei casi si ritiene fondamentale la costruzione di un edificio più adeguato o il trasferimento della scuola in un’altra sede.
Il giudizio (negativo) sugli interventi realizzati. Di lavori se ne fanno pochi, e quando si fanno sono fatti male. Secondo le valutazioni dei dirigenti scolastici, che hanno considerato la qualità degli interventi realizzati in più di 10.000 edifici scolastici pubblici negli ultimi tre anni, sono più di un quarto le strutture in cui sono stati effettuati lavori ritenuti scadenti o inadeguati. Si tratta del 20,5% delle scuole in cui gli interventi hanno riguardato l’abbattimento delle barriere architettoniche, del 22,5% degli edifici in cui sono stati realizzati lavori di manutenzione ordinaria, del 32,8% delle opere di manutenzione straordinaria, del 33,7% delle strutture in cui sono state realizzate reti o introdotti servizi per la didattica digitale.
Spese insufficienti e tempi biblici. La recente assegnazione del 95,7% dei 150 milioni di euro stanziati con il Decreto del fare per l’avvio immediato di 603 progetti di edilizia scolastica rappresenta sicuramente un cambio di passo rispetto alle lunghe e farraginose procedure degli anni passati. Sulla base delle risorse stanziate e dei ritardi di spesa accumulati, alla fine del 2013 il Ministero delle infrastrutture stimava in 110 anni il tempo necessario per mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici italiani. Gli interventi straordinari che via via sono stati programmati dopo il tragico crollo della scuola di San Giuliano hanno mobilitato poco meno di 2 miliardi di euro rispetto a un fabbisogno stimato di 13 miliardi. Notevoli i ritardi nell’attuazione. Dei 500 milioni di euro attivati con le delibere Cipe del 2004 e del 2006, a metà del 2013 ne erano stati utilizzati 143 milioni, relativi a 527 interventi sui 1.659 previsti. Per gli stanziamenti successivi, tutti i progetti sono ancora in attuazione o addirittura in fase di istruttoria. Va meglio l’impiego dei fondi strutturali. Il Programma operativo 2007-2013 gestito dal Miur e relativo al Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), attivo nelle regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, ha assegnato più di 220 milioni di euro a 541 scuole per interventi nell’ambito della sicurezza degli edifici, del risparmio energetico, per l’accessibilità delle strutture e le attività sportive. Nel frattempo è scattata l’«Operazione edilizia scolastica» del Governo, per censire le priorità d’intervento e le risorse necessarie, cui per ora hanno aderito 4.400 Comuni.
Accelerare le procedure. Per garantire la tempestività della manutenzione ordinaria e accelerare la realizzazione dei piccoli interventi necessari è stata prospettata recentemente la possibilità di dotare le scuole di un budget specifico. La maggioranza dei dirigenti scolastici interpellati dal Censis (il 54%) si dichiara favorevole, anche se il 45% condiziona tale eventualità alla semplificazione delle procedure per l’affidamento dei lavori.

Questi sono i risultati del 5° numero del «Diario della transizione» del Censis, che ha l’obiettivo di cogliere e descrivere i principali temi in agenda in un difficile anno di passaggio attraverso una serie di note di approfondimento diffuse nella primavera-estate del 2014. I numeri precedenti sono stati: «L’austerity ha stancato gli italiani: sobri sì, asceti no» (28 aprile), «Crescono le diseguaglianze sociali: il vero male che corrode l’Italia» (3 maggio), «I disabili, i più diseguali nella crescita delle diseguaglianze sociali» (17 maggio), «Acqua: tariffe più basse d’Europa e record di acqua minerale, acquedotti colabrodo e depuratori carenti» (24 maggio).

Educazione&Scuola Newsletter n. 1041

Educazione&Scuola Newsletter n. 1041

Maggio 2014

Su Educazione&Scuola

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Il Governo vuole dare 80 euro in più mese da maggio ma ne deve almeno 5.000 euro di arretrati per i mancati aumenti contrattuali dal 2009. Il lavoratore ne ha diritto, perché l’inflazione è cresciuta dal 2010 di 4 punti percentuali rispetto agli aumenti disposti dall’ultimo contratto scaduto. Per la Consulta è tutto legittimo ma l’Anief ha intenzione di rivolgersi alla CEDU. Ricorri gratuitamente, scrivi a r.stipendio@anief.net Se poi sei un neo-assunto dal 2011 ad invarianza finanziaria non avrai più un aumento di stipendio per colpa del CCNL del 4 agosto 2001, che in questo momento equivale a uno stipendio in meno all’anno. Non è colpa tua se lo Stato ti assunto per tanti anni da precario e se ora non vuole pagare, sostenuto da alcuni sindacati, i costi della tua stabilizzazione. Scrivi a gradoni@anief.net E che dire della trattenuta del 2,5% per la costituzione del TFR, illegittima anche per i giudici della Corte costituzionale. Che aspetti, scrivi a tfr@anief.net Recupera i tuoi soldi, difendi i tuoi diritti.


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Notizie

30 maggio Commissioni Esami di Stato 2013/2014

Il MIUR rende disponibili gli elenchi di commissari e presidenti dell’Esame di Stato 2014

29 maggio Dispersione scolastica in 7a Camera

Si svolgono audizioni in 7a Commissione della Camera in merito all’Indagine conoscitiva sulle strategie per contrastare la dispersione scolastica

Linee guida in materia di trattamento di dati personali

Garante privacy, 28 maggio 2014

28 maggio Sistema integrato Educazione e Istruzione (0 – 6 anni) al Senato

La 7a Commissione del Senato esamina il DdL AS 1260, Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni e del diritto delle bambine e dei bambini alle …

28 maggio DL Servizio scolastico alla Camera

La Camera esamina il DdL di conversione del Decreto-Legge 7 aprile 2014, n. 58, Misure urgenti per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico

27 maggio Disabilità e Sostegno in 7a Senato

La 7a Commissione Senato affronta l’affare “Diverse forme di disabilità presenti nella scuola ed esigenza di assicurare la continuità didattica degli insegnanti di sostegno”

25 maggio Elezioni Parlamento Europeo

Il 25 maggio si svolge l’elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all’Italia

22 maggio Graduatorie di Istituto

Il Decreto Ministeriale 22 maggio 2014, prot. n. 353 stabilisce che le domande di inclusione nelle graduatorie di istituto per il conferimento delle supplenze al personale docente ed educativo per il triennio …

22 maggio Pacchetto AFAM

Il ministro propone un pacchetto in otto punti per il rilancio dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica

Programma Presidenza italiana Consiglio UE: istruzione e formazione

20 maggio 2014

16 maggio Nomina Capi Dipartimento MIUR

Il Consiglio dei Ministri delibera la conferma dei Capi Dipartimento del MIUR

16 maggio II Ciclo TFA

Con Decreto Ministeriale 16 maggio 2014, AOOUFGAB Prot.n. 312 il MIUR indice per l’anno accademico 2014-2015 una selezione per l’accesso ai corsi di Tirocinio formativo attivo (TFA) per il conseguimento …

16 maggio Operazione edilizia scolastica

Il Presidente del Consiglio scrive ai 4.400 sindaci che hanno aderito all’Operazione edilizia scolastica

Mobilità 2014-2015

15 maggio: pubblicazione movimenti personale docente Scuola Infanzia

15 maggio Diffusione Libro in 7a Camera

La Camera esamina il DdL Disposizioni per la diffusione del libro su qualsiasi supporto e per la promozione della lettura

15 maggio Rilancio occupazione alla Camera

La Camera approva definitivamente il DdL di conversione in legge del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione …

9 maggio Giorno della Memoria

Si celebra il 9 maggio, anniversario dell’uccisione di Aldo Moro, il ‘Giorno della memoria’

Salone Internazionale del libro

Torino, Lingotto Fiere, 8 – 12 maggio 2014

Festa dell’Europa

Roma, 8 maggio 2014

7 maggio Aggiornamento Graduatorie di istituto

Firmato il decreto per l’aggiornamento delle Graduatorie di istituto

7 maggio II ciclo TFA

22.450 posti disponibili per il Tirocinio Formativo Attivo

6 maggio Prove INVALSI 2014

Calendario delle prove

 


Norme

Nota 30 maggio 2014, Prot. AOODGPER n. 5543

Graduatorie di istituto triennio 2014/16. Modello B di scelta delle istituzioni scolastiche. Chiarimenti

Nota 30 maggio 2014, Prot. AOODGPER n. 5541

Graduatorie ad Esaurimento di cui al D.M. 235 del 1 aprile 2014. Istanze non andate a buon fine

Avviso 29 maggio 2014

Efficacia della circolare prot. n. 5181 del 22.4.2014

Nota 29 maggio 2014, AOODGSC Prot. n. 3403

Vincitori Concorso nazionale “LEGALITA’ E CITTADINANZA ECONOMICA”

29/05/2014 – Obiettivo/Azione F3 – Precisazioni relative alla gestione finanziaria degli interventi

Nota prot. 4676 del 28 maggio 2014

Nota 29 maggio 2014, AOODGOS n. 3549

Concorso nazionale “Vetro&Food: dalla sicurezza alimentare al riciclo” – Premiazione a.s. 2013-2014

Nota 29 maggio 2014, AOODGSC Prot. n. 3428

Vincitori CONCORSO GIORNALISTICO PER LE SCUOLE GIUSEPPE FAVA”. “NEWS CONTRO LE MAFIE. Apri la finestra sulla tua città e raccontaci dove vedi la mafia, l’illegalità e le ingiustizie”

Nota 29 maggio 2014, AOODGSC Prot. n. 3402

Vincitori Concorso nazionale”L’ITALIA INCOMPIUTA”

Avviso 29 maggio 2014

Definita la squadra che in luglio parteciperà alle Olimpiadi Internazionali di Informatica a Taiwan

28/05/2014 – Asse II Qualità degli ambienti scolastici – Obiettivo Specifico E1 – Autorizzazione dei progetti e impegno di spesa

Autorizzazioni e comunicazione all’USR

Nota 28 maggio 2014, AOODGSC Prot.n. 3368

Progetto “A Scuola di OpenCoesione”

Nota 28 maggio 2014, Prot. n. 6692

Sesta giornata della donazione del sangue nel MIUR. – Roma 02 Luglio 2014

Avviso 27 maggio 2014

Campagna educativa itinerante “Una vita da social”

Avviso 27 maggio 2014

DM n. 312 del 16 maggio 2014 (TFA- secondo ciclo – sostegno) – Percorsi formativi ai sensi dell’art. 13 del DM n. 249 del 2010

Decreto Ministeriale 23 maggio 2014, Prot.n. 356

Utilizzazione delle graduatorie del concorso bandito con DDG 24 settembre 2012, n. 82

23/05/2014 – Autorizzazioni Calabria, Puglia e Sicilia. – Circolare straordinaria prot. n. 676 del 23/01/2014 relativa alle azioni C1

Autorizzazioni e comunicazione all’USR

Circolare Ministeriale 23 maggio 2014, n. 39

Iscrizioni ai percorsi di istruzione per gli adulti a.s. 2014/2015

Nota 23 maggio 2014, AOODGSSSI Prot. n. 1389

Esami di Stato 2013/2014 – Scuole secondarie di Il grado statali e paritarie

Decreto Direttivo 22 maggio 2014, Prot.n. 263

Indicazioni operative per la presentazione della domanda di partecipazione al test preliminare e per il pagamento del contributo di partecipazione alle prove di selezione di cui all’art. 4 del decreto …

Decreto Ministeriale (Bozza, 22.5.14)

Graduatorie nazionali per l’attribuzione di incarichi a tempo determinato per il personale docente delle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica

Avviso 22 maggio 2014

Progetto IBI/BEI – Istruzione Bilingue Italia – Sintesi del Rapporto di monitoraggio

Ordinanza Ministeriale 22 maggio 2014, n. 38

MOBILITA’ DEL PERSONALE DOCENTE DI RELIGIONE CATTOLICA ANNO SCOLASTICO 2014/15

Avviso 22 maggio 2014, AOOUFGAB Prot. n. 355

Decreto Ministeriale 22 maggio 2014, Prot.n. 354

Ripartizione € 5.000.000 a favore degli Istituti musicali pareggiati

Decreto Ministeriale 22 maggio 2014, Prot. n. 353

Graduatorie di istituto per il conferimento delle supplenze al personale docente ed educativo per il triennio 2014/15, 2015/16 e 2016/17

Nota 22 maggio 2014, Prot. n. AOODGPER 5017

Trasmissione dell’O.M. n. 38 del 22.5.2014 prot. n. AOOUFGAB 352 relativa alla mobilità del personale docente di religione cattolica per l’a.s. 2014/2015

21/05/2014 – POR FESR della Regione Siciliana – Chiarimenti in merito all’applicazione della L.R. 12/2011

Nota prot. 4225 del 20 maggio 2014

Direttiva 21 maggio 2014, Prot.n. 7

Conferimento incarichi di presidenza A.S. 2014/2015

Nota 21 maggio 2014, Prot. n. 3211

Esito bando di Concorso “LA MUSICA CONTRO LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO MINORILE”

21/05/2014 – Dilazione dei termini per la chiusura dei progetti a valere sulla circolare 10621 del 05/07/2012

Nota prot. 4226 del 20 maggio 2014

Nota 20 maggio 2014, Prot. MIURAOODGOS n. 3268

Premio ‘Pandolfo-Roscioli’ – XII edizione a.s. 2013-2014. Premiazione

20/05/2014 – Chiarimenti su nota dell’INPS prot. n. 0010593 del 16 luglio 2012 relativa agli adempimenti contributivi sui compensi per i corsi cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo

Nota prot. 3971 del 12 maggio 2014

Nota 20 maggio 2014, Prot. MIURAOODGOS n. 3269

Scuole Estive di Astronomia A.S. 2013-2014

Nota 20 maggio 2014, Prot. MIURDGOS n. 3277

Ultimi giorni per le candidature XL Edizione del Premio “Ignazio Salvo – l’alunno più buono d’Italia” Anno 2014

Nota 19 maggio 2014, Prot. n. AOODGPER 4827

Mobilità personale docente della scuola primaria. Proroga termini pubblicazione movimenti primaria. A.s. 2014/15

Nota 19 maggio 2014, Prot. n. AOODGAI/4169

Progetto di “Scambi professionali” a.s. 2014-2015

Avviso 19 maggio 2014

Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri aggiornate sui temi dell’orientamento scolastico, della valutazione, dell’istruzione e formazione: errata corrige

Ordinanza Ministeriale 19 maggio 2014, n. 37

Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado nelle scuole statali e non statali. Anno …

Nota 19 maggio 2014, Prot. n. AOODGPER 4828

Organico di diritto e mobilità personale docente della scuola secondaria di I grado. Chiusura funzioni. A.s. 2014/15

Decreto Ministeriale 16 maggio 2014, AOOUFGAB Prot.n. 312

Nota 16 maggio 2014, Prot. n. 4789

Comunicazione e condivisione on line delle attività intraprese dalle scuole della rete nazionale” LSCPI” nell’anno scolastico 2013 – 2014

Legge 16 maggio 2014, n. 78

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a …

Tabelle MAE

Tabelle contenenti le determinazioni del contingente del personale docente, amministrativo e dei dirigenti scolastici operanti nelle istituzioni scolastiche all’estero, relativo all’anno scolastico …

15/05/2014 – Chiarimenti in merito alle procedure di gara. Quesiti sugli oneri della sicurezza aziendale

Nota prot. 4094 del 15 maggio 2014

Disegno di Legge (Senato, 15.5.14)

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 aprile 2014, n. 58, recante misure urgenti per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico

Nota 15 maggio 2014, AOODGSC Prot. n. 3037

Proroga dei termini di scadenza del concorso nazionale “La mia scuola, la sua storia”

Nota Ministero della Salute 15 maggio 2014, DIGISAN 19243-P-15

Proroga dell’indagine conoscitiva sullo stato di attuazione delle linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica

Decreto Ministeriale 15 maggio 2014, AOOUFGAB Prot.n. 308

Disposizioni inerenti le tabelle di valutazione dei titoli della II fascia e III fascia delle graduatorie di istituto, in applicazione del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della …

Avviso 13 maggio 2014

Protocollo d’Intesa MIUR-OMRON S.p.a. – VII edizione Trofeo “Smart Project Omron”. Anno scolastico 2013/2014. Fase Finale, 28-29 Maggio 2014

Nota 13 maggio 2014, Prot. n. AOODGPER 4673

PAS – Attivazione corsi on line

13/05/2014 – PON FSE “Competenze per lo sviluppo” e PON FESR “Ambienti per l’apprendimento” – Adempimenti conseguenti al dimensionamento scolastico ed all’avvicendamento del personale

Nota prot. 3394 del 12 maggio 2014

13/05/2014 – Verifica amministrativo-contabile da parte dei servizi della Commissione Europea e della Corte dei Conti Europea

Nota prot. 3395 del 12 maggio 2014

Nota 12 maggio 2014, Prot. AOODGAI/3965

Consiglio d’Europa. Programma Pestalozzi di formazione continua. Candidature 2014

Nota 9 maggio 2014, Prot. MIUR AOODGOS 3031

A.S. 2013/2014. Esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione. Trasmissione della prova nazionale alle scuole sedi di esame – Individuazione uffici e responsabili della ricezione, custodia e …

Avviso 9 maggio 2014

“L’Europa cambia la scuola “ ed. 2014

Nota 7 maggio 2014, Prot. n. AOODGPER 4402

Organico di diritto del personale docente di religione cattolica per l’a.s. 2014/15

Nota 7 maggio 2014, Prot. AOODGPER n. 4406/bis

Graduatorie ad Esaurimento. Proroga delle funzioni POLIS. Chiarimenti

Nota 7 maggio 2014, Prot. AOODGPER n. 4406

Graduatorie ad Esaurimento. Proroga delle funzioni POLIS per l’invio delle domande di Aggiornamento / Permanenza / Trasferimento / Scioglimento o Conferma della Riserva

Nota 7 maggio 2014, Prot. n. AOODGPER. 4403

Organico di diritto del personale educativo anno scolastico 2014/15 Acquisizione dati

Nota 6 maggio 2014, MIURAOODGOS Prot. n. 2946

Adempimenti di carattere organizzativo e operativo relativi all’esame di Stato. Anno scolastico 2013-2014

Nota 6 maggio 2014, Prot. n. AOODGPER 4352

Mobilità personale docente della scuola dell’infanzia. Proroga termini pubblicazione movimenti infanzia. A.s. 2014/15

Nota 6 maggio 2014, Prot. n. AOODGPER 4355

Indizione, per l’anno scolastico 2013/2014, dei concorsi per titoli per l’accesso ai ruoli provinciali, relativi ai profili professionali dell’area A e B del personale ATA. Graduatorie di circolo …

Nota 6 maggio 2014, AOODGPER Prot. 4362

Convocazione gruppo di lavoro “Riflessione sui percorsi di valorizzazione professionale del personale della scuola”. 14 maggio 2014

Nota 5 maggio 2014, AOODGSC Prot.2788

Papa Francesco incontra la scuola italiana – 10 maggio 2014

Nota 5 maggio 2014, AOODGSC Prot.2787

Quale Futuro per la nostra società? Economia e Solidarietà

Legge 2 maggio 2014, n. 68

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 marzo 2014, n. 16, recante disposizioni urgenti in materia di finanza locale, nonché misure volte a garantire la funzionalità dei servizi …

 


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Per una dirigenza vera

di Francesco G. Nuzzaci

Alcune considerazioni sull’anticipo a 5 anni

di Claudia Fanti

Se mia nonna avesse le ruote…

Cosimo De Nitto

Avrà successo l’impresa del ministro?

di Enrico Maranzana

Un modello di convenzione

di Gennaro Palmisciano

Scuola: alla ricerca della dignità perduta

di Claudia Fanti

I siti web delle istituzioni scolastiche

di Pasquale Annese

La dispersione Scolastica nei quartieri più critici di Napoli e Palermo

di Viola Tofani

Scuola e Papa Francesco

di Enrico Maranzana

La stagione delle sperimentazioni

di Mario Fierli

INVALSI valuta, misura, o che?

di Cosimo De Nitto

Tempo di prove INVALSI

di Cosimo De Nitto

Sei anni senza obbligo

di Stefano Stefanel

Rileggendo la Carta dei diritti del fanciullo al gioco e al lavoro

di Margherita Marzario

in Esami

L’esame di Stato… e la scadenza del 2015!

di Maurizio Tiriticco

Diario d’Esame 2013-2014

di Dario Cillo

in Europ@Fondi Strutturali di Fabio Navanteri

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Sportello Genitori Studenti e Scuola

a cura di Cinzia Olivieri

in Handicap&Società di Rolando Alberto Borzetti

FAQ Handicap e Scuola – 55

a cura dell’avv. Salvatore Nocera e di Rolando Alberto Borzetti

Convegni, Incontri, Seminari, Concorsi 2014

a cura di Rolando Alberto Borzetti

Linee guida per una riforma del Terzo settore

Palazzo Chigi

F. Folgheraiter, Non fare agli altri

Il benessere in una società meno ingiusta

in InformagiovaniLa Rete di Vincenzo Andraous

Quotidianità della sofferenza

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in LRE di Paolo Manzelli

Nutraceutica in Toscana

di Paolo Manzelli

in Mobilità

Mobilità 2014-2015

15 maggio: pubblicazione movimenti personale docente Scuola Infanzia

in PSSP&MD di Umberto Tenuta

Oltre il muro

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Meraviglia è del docente il fin

di Umberto Tenuta

Arte Educazione aut Storia

di Umberto Tenuta

Affanno finale

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Dispersione scolastica

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Scuola a sei stelle

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Cambia verso la scuola ora o mai più

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Graduatorie no

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Educazione educazione educazione

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Giornata della Scuola in DVD

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Lezione speciale per una Scuola speciale

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Giornata della Scuola di Papa Francesco

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Voti e giudizi non ne date

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Volata finale alla scuola comincia oggi

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Incontro con Vito Rosario Ferrone

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F. Folgheraiter, Non fare agli altri

Il benessere in una società meno ingiusta

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Francois Ozon, Giovane e Bella

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L’esame di Stato… e la scadenza del 2015!

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Le prove Invalsi tra limiti e opportunità

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O. Roman, La Scuola privata non è Scuola pubblica

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Proposta di un modello di certificazione al termine del primo ciclo di istruzione

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Per una dirigenza vera

PER UNA DIRIGENZA VERA: ADESSO, O CHISSA’ QUANDO!

                                                             -Francesco G. Nuzzaci-

( Il presente contributo costituisce, mutuandone il titolo, per un verso una sintesi semplificata della prima parte di un più ampio lavoro, in corso di pubblicazione sulla rivista on line Scuola & Amministrazione.

Per altro verso esso anticipa ulteriori spunti, che saranno sviluppati in una seconda parte, per essere ivi parimenti pubblicata dopo l’emanazione del preannunciato, per il 13 giugno p.v., disegno di legge delega di riforma della dirigenza pubblica).

 

1-Ce lo riferiscono ancora impegnato a regolare il traffico attorno al suo carro di trionfatore alle elezioni europee, vieppiù intenso nelle ultime ore per le lunghe file di questuanti, che pure – e neanche tanto velatamente – avevano sperato in un suo flop. Ma aggiungono anche che subito dopo il nostro presidente del Consiglio, unitamente al suo giovane e volitivo ministro per la Pubblica Amministrazione, on. Marianna Madia, riprenderà a lavorare di buona lena sul suo progetto delle già pubblicizzate linee guida di riforma della pubblica amministrazione, nel cui alveo si procederà a un radicale riassetto di tutta la dirigenza pubblica, non appena saranno scaduti i termini – oggi, 30 maggio – di acquisizione di proposte da parte dei circa tre milioni di dipendenti pubblici e delle parti sociali che li rappresentano.

Siamo quindi giusto in tempo a fargli pervenire, all’indirizzo di posta elettronica rivoluzione@governo.it , le riflessioni di un anonimo dirigente scolastico che, quasi al termine della su carriera – carriera per modo di dire – vorrebbe semplicemente chiedergli di diventare – e come tale essere trattato – un dirigente né specialespecifico, ma un dirigente normale, un dirigente privo di aggettivazioni. Così come è da supporsi – oppure no? – lo chiedano i molto più giovani colleghi, brillanti vincitori dei più selettivi concorsi che si conoscano per l’accesso alla dirigenza pubblica, che pensavano di essersi, meritatamente, appuntata sul petto una medaglia di metallo pregiato, che poi si è rivelata essere una misera patacca.

Il piatto, invero, è forte: ripristino del ruolo unico della c.d. dirigenza manageriale( infra), ben distinta dai professional (oggi attributari di mere posizioni dirigenziali e/o, semplicemente, dirigenti quoad pecuniam, siccome intestatari di funzioni svolte in passato, con efficienza, da figure specializzate); abolizione della distinzione tra prima e seconda fascia; intercambiabilità e rotazione degli incarichi in ragione delle competenze culturali e professionali di ogni dirigente e in esito a una rigorosa valutazione degli obiettivi assegnati e delle capacità organizzative-gestionali dimostrate, tal che ogni dirigente pubblico sarà remunerato per i carichi quali-quantitativi di lavoro e correlate responsabilità, ovvero per quello che fa e non per dove lo fa! (dalle Linee programmatiche del ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, illustrate nelle apposite commissioni parlamentari di Camera e Senato).

Si tratta ora, per la dirigenza scolastica, di cogliere la chance e rendersi visibile; se guadagnerà – in fretta e senza impantanarsi in capziosi distinguo – la duplice consapevolezza di voler finalmente essere una dirigenza vera, e di dover agire in proprio, dismettendo ogni illusione di poter contare su gratuite benevolenze altrui, ovvero di continuare ad affidarsi totalmente ad ipotetiche felici congiunzioni astrali.

2- Volutamente tralasciando ogni riferimento a ordini del giorno votati dal Parlamento e alle immancabili dichiarazioni a verbale in calce agli ultimi tre contratti, gli uni e le altre prive di seguito, un immediato e prezioso supporto alla predetta consapevolezza è offerto da una fonte terza ed autorevole: la Corte dei conti della regione Sicilia, che con delibera del 4 marzo u.s., negando il visto a una serie di contratti trasmessi dal locale USR, ha irrefragabilmente statuito che i dirigenti scolastici, in quanto dirigenti pubblici unitariamente disciplinati dal decreto legislativo 165/01, non possono essere trattati – e maltrattati – come figli di un dio minore. Pertanto ha fissato dei basilari principi, che non sopportano eccezione alcuna:

a)     Anzitutto, i dirigenti preposti alla conduzione di istituzioni scolastiche funzionalmente autonome, per dettato costituzionale, hanno pieno diritto di vedersi assegnare dall’Amministrazione obiettivi specifici, e non generici, unitamente alle risorse per poterli perseguire, alla cui obbligata e se positiva valutazione annuale corrisponda una puntuale e non simbolica retribuzione di risultato, non rinunciabile perché costituente elemento essenziale del contratto.

b)     Non hanno nessun pregio le difficoltà allegate dall’Amministrazione: in ordine alle carenze quantitative del suo personale, all’epoca assorbito dalla – fallimentare – gestione di due procedure concorsuali per l’accesso alla dirigenza scolastica; alla mancanza di un dispositivo di valutazione standard nazionale; al riveniente obbligato appiattimento nella definizione degli obiettivi, con la conseguenza che era stata, per tutti i dirigenti, puramente e semplicemente fotocopiata la generale-generica declaratoria figurante nell’articolo 25 del d.lgs. 165/01, che però, come perspicuamente ha fatto notare la Corte, delinea il perimetro dell’oggetto dell’incarico annuale anziché gli obiettivi da perseguire; alla numerosità della platea coinvolta – ottocento soggetti – e tale da non consentire una personalizzazione degli obiettivi.

c)     Non sono, di conseguenza, più giustificabili comportamenti elusivi dell’Amministrazione, perduranti dalla nascita della dirigenza scolastica nell’ordinamento giuridico, or sono circa tre lustri, e addirittura sollecitata dai conniventi soggetti istituzionali, che pure la dirigenza scolastica dicono di rappresentare, nell’escogitare infiniti,quanto cervellotici e defatiganti, protocolli di valutazione sperimentali, che si rincorrono e si sovrappongono senza mai guadagnare un punto di arresto: SIVADIS 1, SIVADIS 2, SIVADIS 3 e, in sigla, GPSS, composto da 21 pagine di tabelle, articolate in 5 macroaree e sviluppanti ben 229 indicatori, integrati e comprovati da un’eterogenea montagna di carte.

Trattasi di dispositivi tutti puntualmente naufragati, perché costruiti per farli scientemente fallire, allo scopo di non consentire la valutazione della dirigenza scolastica: non tanto e non solo – crediamo – per non corrisponderle una, seria, retribuzione di risultato, ma per rimarcare il suo essere una dirigenza sui generis, cioè una dirigenza farlocca. Perché – giova ribadirlo – senza l’elemento consustanziale, perciò indefettibile, della valutazione non vi è dirigenza!

Del pari incongrua è l’ennesima replica, con l’inserimento di un apposito capitolo,all’interno della valutazione di sistema commessa al neo istituito Sistema Nazionale di Valutazione (d.p.r. 80/13), della valutazione dei soli e speciali dirigenti scolastici, mentre per la valutazione degli altri soggetti professionali che operano nel sistema tutto è ancora di là da venire.

Per contro, si dovrebbe essere ben avvertiti che un conto è valutare l’efficienza e l’efficacia del sistema educativo di istruzione e formazione ai fini del miglioramento della qualità dell’offerta e degli apprendimenti, altro conto è la valutazione dirigenziale. Perché la prima è preordinata, con un sapiente mix tra valutazione interna o autovalutazione (qui assumiamo, per comodità, i due termini come sinonimi) e valutazione esterna da parte di soggetti terzi (ma l’INVALSI è, propriamente, un soggetto terzo?), all’emersione dei punti di forza e di criticità della struttura organizzativa, onde apprestare conseguenti e coerenti interventi atti a consolidare gli uni e migliorare gli altri, di modo che ogni istituzione scolastica possa erogare una prestazione di qualità generalizzata ed inclusiva.

Invece, la seconda è finalizzata – con l’impiego di una strumentazione apposita – a valutare la singola prestazione professionale, nella sua performance individuale e nell’apporto recato alla struttura organizzativa.

Certamente possono e devono integrarsi, ma restano – devono restare – distinte, concettualmente e per i diversi esiti cui mettono capo: interventi promozionali-supportivi-equitativi, ovvero premiali-sanzionatori (in positivo differenziata retribuzione di risultato, in negativo ed extrema ratio la risoluzione del rapporto di lavoro).

Abortirà anch’esso, ma intanto – nelle intenzioni dell’allora legislatore e dei suoi sponsor – si sarebbero guadagnati altri tre anni di tempo. Sicché, se non sarà intervenuto San Matteo – ma dev’essere aiutato dai diretti interessati e da chi dice di rappresentarli – ancora e sempre la dirigenza scolastica resterà una dirigenza perennemente sospesa, cioè una non dirigenza, per la gioia di coloro che ne cantano la sua ineffabile specificità.

Timeo danaos et dona ferentes. Se gli ingenui – o coscienti autolesionisti? – colleghi imparassero a diffidare di luccicanti, o all’apparenza maestosi, doni generosamente loro elargiti, non dovrebbero scontare soverchie difficoltà ad accettare – anzi, a pretendere – che anche per loro dovrebbe valere la regola che impone per tutti i dirigenti pubblici – inclusi i 130.000 dirigenti medici e sanitari: dicesi centotrentamila, a fronte di 8.000 dirigenti scolastici! – la definizione di obiettivi veri, senza inutili e devianti aggettivazioni; cioè obiettivi essenziali, ben scanditi, facilmente riscontrabili con inerenti indicatori quali-quantitativi, quindi operazionalizzati, che naturalmente devono essere tarati sulle peculiarità del contesto istituzionale in cui è svolta la funzione dirigenziale, infine correlati alle risorse – umane, finanziarie e strumentali – per poterli perseguire e su ciò essere valutati.

Ed è sempre la Corte dei conti che indica un plausibile percorso, respingendo le argomentazioni difensive dell’Amministrazione, allegante l’impossibilità di definire per le ottocento istituzioni scolastiche della Siciliaobiettivi adattati alle necessità di ciascuna, in quanto le difficoltà operative non consentirebbero un’ individuazione di obiettivi operativi effettuata in modo equanime, propedeutica ad un’altrettanto equa valutazione dei risultati conseguiti.

Ad avviso del Collegio, infatti, l’Amministrazione può adoperarsi per tempo elaborando una mappatura degli obiettivi delle varie istituzioni scolastiche, analizzate e classificate per fasce di complessità secondo le esigenze di ciascuna, sulla scorta di indicatori e variabili (numero degli alunni, territori a rischio, ubicazione disagiata, popolazione scolastica multietnica…) in grado di individuare un sistema di pesatura degli incarichi equanime, quantomeno a livello regionale: dimodoché, all’atto del conferimento dell’incarico, quest’ultimo risulti assistito da una contestuale definizione di obiettivi concreti, che in ogni caso potranno essere meglio specificati e/o variati nel corso del triennio d’incarico dirigenziale, in relazione alle esigenze emergenti dal Piano dell’offerta formativa di ciascuna istituzione.

Il Collegio ritiene, infatti, che la funzione di guida dei processi di miglioramento dell’efficienza e dei contenuti dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche non possa prescindere dalla visione unitaria e propulsiva che istituzionalmente compete all’Amministrazione stessa, che non può abdicare a tale compito per affidarlo agli stessi soggetti di cui dovrà essere misurata e valutata la capacità di apportare alle istituzioni scolastiche efficienza, innovazione, crescita culturale.

3- Le impeccabili argomentazioni del giudice contabile isolano, testé rassegnate, rinforzano e rendono ancor più esplicite le conseguenze di precedenti, significative, pronunce della Corte dei conti nazionale-Sezioni riunite di controllo, nelle adunanze del 7 aprile 2006 e del 14 luglio 2010, rispettivamente per la certificazione del CCNL 2002-2005 e del CCNL 2006-2009, susseguenti al primo contratto d’ingresso nella neonata dirigenza scolastica degli ex capi d’istituto e limitato al, parziale, biennio 2000-2001.

Nella prima delle due adunanze la Corte, richiamando e condividendo il parere del Consiglio di Stato (CdS, Comm. Spec. P.I., n. 529 del 16.10.03), ha affermato che l’apertura di questo corpo di dirigenti (scolastici) alla dirigenza statale trova riscontro, infatti, nella collocazione delle disposizioni del d.lgs. 165 del 2001 che ad essi si riferiscono, nel contesto proprio della dirigenza statale ed, in termini impliciti, negli articoli 1, comma 2 e 13 dello stesso decreto legislativo.

A comprova di questa dirigenzialità piena – e, aggiungiamo, ben superiore a quella riferibile a soggetti di pari seconda fascia, operanti in altri settori della P.A. – è, in prosieguo, evidenziata la non ancora compiuta configurazione dirigenziale dei già presidi e direttori didattici, ora chiamati a comporre, nella propria figura professionale, le prestazioni di contenuto prettamente manageriale richieste dalla gestione finanziaria, amministrativa e contabile degli istituti scolastici, con le funzioni di guida e di coordinamento del servizio didattico, da esprimersi, in particolare, nella formulazione e nell’attuazione del piano dell’offerta formativa. Tale esigenza si pone oggi con ancor più forte insistenza in ragione dell’evoluzione degli assetti organizzativi del sistema scolastico, innescata dalle innovazioni introdotte nell’ordinamento amministrativo e costituzionale nel corso dell’ultimo decennio che legano, molto di più che in passato, la scuola al contesto territoriale in cui opera, richiedendo a suoi dirigenti una diretta interazione con le autonomie territoriali.

Ne riviene, de plano, che la rilevanza delle nuove funzioni dirigenziali attribuite ai dirigenti scolastici richiede il riconoscimento di una retribuzione accessoria adeguata alla complessità dei compiti affidati ed, in ogni caso, non inferiore, come invece risulta attualmente, alla misura riconosciuta alle qualifiche dirigenziali statali appartenenti ad altre aree di contrattazione.

Sicché, quantomeno, sussiste un’aspettativa, giuridicamente fondata, di tendenziale equiparazione al trattamentogiuridico ed economicoriconosciuto agli altri dirigenti statali e pubblici.

Concretamente, dopo essere stata equiparata la retribuzione tabellare, l’entità della retribuzione di posizione, a tutt’oggi fortemente sperequata, sia di parte fissa che di parte variabile, va rapportata alle responsabilità e ai carichi di lavoro propri dei diversi posti di funzione, così come i risultati raggiunti devono trovare riscontro nella retribuzione di risultato…, correlata alle funzioni attribuite e alle connesse responsabilità.

Nella seconda delle due adunanze, per la certificazione del successivo CCNL 2006-2009, tuttora vigente in regime di indeterminata prorogatio, la Corte è sembrata dimostrarsi consapevole del fatto che la predetta equiparazione, ora derubricata a tendenziale, avrebbe dovuto scontare l’oggettivo limite delle risorse disponibili, avendo già dato piena avvisaglia la bolla speculativa finanziaria d’oltreoceano che poi ha messo, e tiene, in ginocchio l’economia europea, dispiegando effetti ancor più devastanti in un Paese, il nostro, gravato da un enorme debito pubblico, per tre quarti esterno, frutto dell’allegra finanza consociativa dei pregressi decenni e della incessante proliferazione delle corporazioni.

E tuttavia, ancora una volta, è reiterato l’invito a procedere per il riallineamento delle retribuzioni del personale dell’area V con quelle del restante personale dirigenziale e ad incrementare la parte della retribuzione variabile (di posizione e di risultato) destinata a retribuire il risultato della prestazione sulla base dell’effettivo conseguimento degli obiettivi e delle capacità e competenze organizzative dimostrate nella gestione degli obiettivi concordati: ciò che implica la celere predisposizione di un dispositivo di valutazione idoneo ad apprezzare le une e gli altri; perché non è oltremodo giustificabile la permanenza di uno iato con gli altri dirigenti pubblici, la cui retribuzione di posizione risulta nettamente più alta rispetto a quelli dell’Area V, a dispetto della sproporzione quali-quantitativa dei carichi di lavoro e delle connesse responsabilità, incomparabilmente più gravosi per i dirigenti scolastici rispetto ai colleghi di pari qualifica del comparto ministeri.

4-Su Il Messaggero del 28 maggio, in un articolo che fa il punto sulla riforma Renzi-Madia della dirigenza pubblica, è stata data notizia che ci sarà una perequazione delle retribuzioni nell’ambito del ruolo unico, per tutte quelle dirigenze – c.d. dirigenze manageriali – che gestiscono risorse umane e finanziarie.

Risultando altresì abolita la distinzione dei ruoli tra prima e seconda fascia, dovrebbero unificarsi le voci retributive ordinarie (tabellare più parte fissa) degli attuali capidipartimento, direttori generali, dirigenti normali di seconda fascia e dirigenti scolastici specifici, atteso che si passa da una dirigenza sostanzialmente career based ad una dirigenza position based.

Ciò dovrebbe significare che – ferme restando le voci fisse, uguali per tutta la dirigenza pubblica – le differenze retributive, afferenti alla sola parte variabile, dipenderanno dalla tipologia degli incarichi affidati e dalla loro intrinseca complessità ed inerenti responsabilità.

E proprio con riguardo a tale intrinseca complessità ed inerenti responsabilità, la circostanza ci appare ora propizia – dopo avere per anni abbaiato alla luna – per riprendere un nostro risalente intervento, licenziato alla vigilia dell’emanazione della legge delega 150/09 (c.d. riforma Brunetta, citata), che ancora si legge cliccando su Google (Nuzzaci, Per un ricorso al giudice del lavoro…).

E’ noto che Il nucleo fondamentale della dirigenza nelle istituzioni scolastiche è l’articolo 25 del d.lgs. 165/01, poi sviluppato in successive ed eterogenee disposizioni normative che, condotte a sistema, delineano la figura – e la funzione – del dirigente preposto alla conduzione di ogni istituzione scolastica e/o formativa:

a)     è organo di vertice, con rappresentanza legale e rilevanza esterna di un’amministrazione pubblica, la singola istituzione scolastica siccome dotata di autonoma soggettività giuridica, quindi distinta benché non separata (e non contrapposta) dallo Stato-amministrazione (nello specifico, il MIUR), a tenore dell’art. 1, comma 2, d.lgs. 165/01 (cfr. altresì l’art. 14, comma 7-bis, d.p.r. 275/99);

b)     nei limiti dell’autonomia funzionale dell’istituzione scolastica e nel rispetto dei vincoli di sistema (del Sistema pubblico nazionale di istruzione e formazione) per il doveroso (non già libero) perseguimento del comune scopo istituzionale (istruire, educare e formare), il dirigente di un’istituzione scolastica non soggiace ad alcun rapporto di gerarchia in senso stretto (cfr. art. 14, comma 7, d.p.r. 275/99, cit.,circa la regola della definitività delle sue determinazioni), né al generale principio – codificato nell’art. 4 del d.lgs. 165/01 per tutta la dirigenza ministeriale, compresa quella di prima fascia – che vuole istituzionalmente separate le funzioni di indirizzo politico e amministrativo dalle funzioni di gestione. Benché le prime siano formalmente intestate – per quanto di rispettiva competenza – agli organi collegiali, è pur vero che il dirigente delle istituzioni scolastiche vi incide nella sostanza in virtù del suo potere di proposta nel Consiglio d’istituto (artt. 8-10, d.lgs. 297/94) e, più ampiamente, di presidenza dei Consigli di classe (art. 5), del Collegio dei docenti (art. 7), del Comitato per la valutazione del servizio dei docenti (art. 11). Il che è a dire che egli, sia sotto il profilo strettamente giuridico che sul piano dell’effettività, è non solo organo di gestione, ma anche (e in più) organo di governo. Se ne ha testuale riscontro nell’art. 25, comma 6 del pluricitato d.lgs. 165/01, in cui è scritto che il dirigente scolastico presenta periodicamente al Consiglio di circolo o d’istituto – organo d’indirizzo politico per antonomasia, in quanto soggetto esponenziale della c.d. comunità scolastica, ex art.3, comma 1, d.lgs. 297/94 – motivata relazione sulla direzione e il coordinamento dell’attività formativa, organizzativa e amministrativa al – solo – fine di garantire la più ampia informazione e un efficace raccordo per l’esercizio delle competenze degli organi della istituzione scolastica; mentre è valutato, nell’ambito della responsabilità dirigenziale, dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale, deputato altresì all’assegnazione di specifici obiettivi integranti quelli istituzionali, deducibili dalla norma generale, in sede di conferimento dell’incarico;

c)     è, naturalmente, responsabile della generale ed unitaria gestione delle risorse strumentali e finanziarie (in ciò avvalendosi del direttore dei servizi generali e amministrativi, assegnandogli gli obiettivi e impartendogli le relative direttive di massima, ex art. 25, comma 5, d.lgs. 165/01), e delle risorse umane, con l’obbligo di valorizzarle (ivi) e conseguenziale interfacciamento con non meno di sessanta-settanta soggetti professionali, ma che possono oggi tranquillamente raddoppiarsi dato che le nuove norme sul dimensionamento delle istituzioni scolastiche impongono una media di novecento alunni-studenti;

d)     deve attivare e coordinare i rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti nel territorio (art. 3, comma 4, d.p.r. 275/99), compresi famiglie e studenti: il che è a dire direttamente sovraesposto socialmente nei confronti di un’utenza, diretta ed indiretta, potenzialmente illimitata;

e)     esercita le funzioni già di competenza dell’Amministrazione centrale e periferica (ex Provveditorati agli studi) relative alla carriera scolastica e al rapporto con gli alunni-studenti, all’amministrazione e gestione del patrimonio e delle risorse, nonché allo stato giuridico ed economico del personale che non siano riservate, da specifiche e numerate disposizioni, all’Amministrazione centrale e periferica (ora Uffici scolastici regionali e dipendenti Ambiti territoriali), oltre alle attribuzioni già rientranti nella competenza delle istituzioni scolastiche nel loro assetto pre-autonomistico (art. 14, comma 1, d.p.r. 275/99): con gli inerenti provvedimenti dotati del carattere di definitività, escluse le specifiche disposizioni in materia di disciplina del personale e degli alunni-studenti (art. 14. Comma 7, d.p.r. 275/99, ante);

f)      è titolare delle attività negoziali sulla base di un autonomo bilancio e, di regola, senza altro vincolo di destinazione che quello prioritario per lo svolgimento di attività di istruzione, di formazione e di orientamento proprie dell’istituzione scolastica interessata, come previste e organizzate nel Piano dell’offerta formativa (art. 1, comma 2, d.i. 44/01);

g)     in forza della sua qualificazione, giuscivilistica e penalistica, di datore di lavoro, è – ancora – titolare delle relazioni sindacali (art. 5, comma 2, d.lgs. 165/01) ed, ampliamente, è assoggettato a tutte le norme di tutela dei lavoratori in materia di comportamento antisindacale, ex legge 300/70 (con afferente legittimazione processuale), di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (d. lgs. 81/08), di privacy (d.lgs. 196/03): con dirette e personali responsabilità penali e amministrative, trattandosi per lo più di norme sanzionatorie soggiacenti al principio della personalità, quand’anche depenalizzate alla stregua della legge 689/81 (deve, insomma, pagarsi in proprio un avvocato).

Crediamo, dunque, di avere a sufficienza dimostrato, implicitamente rigettando fantasiose elucubrazioni ed ancorandoci alla norma di diritto positivo, che quella agita nelle istituzioni scolastiche e formative – oggi autonomi soggetti giuridici a rilevanza costituzionale e non più meri organi periferici dell’Amministrazione ministeriale – è una dirigenza manageriale, una dirigenza vera, una dirigenza a tutto tondo; nel mentre la sua conclamata, e abusata, specificità si riduce alla sola valutazione dei risultati sulla base delle verifiche (mai)effettuate da un apposito nucleo istituito presso l’amministrazione scolastica regionale (art. 25, comma 1, d.lgs. 165/01).

Di sicuro, però, è una dirigenza complessa, incomparabilmente più complessa di quella esercitata dai dirigenti normali, le cui funzioni sono elencate nell’articolo 17 del d.lgs. 165/01 s.m.i., congiuntamente al d.p.r. 17/09, concernente il regolamento di organizzazione del MIUR, in particolare artt. 8 e 10.

Vi si legge che i dirigenti formulano proposte ed esprimono pareri al direttore generale, al quale sono gerarchicamente subordinati; attuano i singoli progetti e le inerenti gestioni ad essi assegnati, unitamente all’adozione dei relativi atti e provvedimenti amministrativi; svolgono tutti gli altri compiti ad essi delegati; coordinano e controllano l’attività dei dipendenti uffici (rectius: dei presìdi territoriali dell’unico organo-ufficio di livello dirigenziale generale, ovvero dei settori interni – potremmo qualificarli struttura semplice? – in cui lo stesso è organizzato), con poteri sostitutivi in caso di inerzia; provvedono alla gestione del personale e delle risorse finanziarie e strumentali assegnate ai propri (meri) uffici.

Trattasi, come è ben evidente, di una dirigenza cui sono estranei tutti (o quasi) quei profili di complessità (e di responsabilità) propri della dirigenza delle istituzioni scolastiche: di una dirigenza non connotata dall’immedesimazione organica con un autonomo (e autoconsistente) organo-ufficio pubblico a rilevanza esterna, senza un proprio bilancio da gestire, datrice di lavoro – se datrice di lavoro – alquanto soft, priva di esposizione sociale, avvalentesi dell’opera di qualche decina di persone (e spesso molte di meno) per l’esercizio di competenze raramente autonome e/o precostituite ex lege bensì prevalentemente delegate e/o di supporto per la realizzazione di obiettivi e programmi circoscritti, ben scanditi, in definitiva semplici .

La dirigenza tecnica poi è addirittura priva di una struttura fisica da governare – e delle correlate risorse umane, strumentali e finanziarie da gestire – ,e l’esercizio della funzione è determinato con apposito atto d’indirizzo del ministro (art. 9,d.p.r. 17/09), essa esplicandosi in un contributo di promozione e nel coordinamento di attività di aggiornamento del personale della scuola, nelle proposte e nei pareri in tema di programmi d’insegnamento, di sussidi didattici e tecnologie di apprendimento, di iniziative di sperimentazione, di assistenza tecnica e consulenza alle istituzioni scolastiche (art. 397, comma 3, d.lgs. 297/94), ovvero – nella più sintetica formulazione dell’art. 19, comma 10, d.lgs. 165/01 – in attività ispettive, di consulenza, studio e ricerca o altri incarichi speciali previsti dall’ordinamento: laddove qui è decisamente problematico rintracciare i tipici contenuti, strutturali e funzionali, di qualsivoglia dirigenza. Tal che, nella sostanza è – essa sì – non dirigenza. Può dirsi, e l’abbiamo scritto, una dirigenza quoad pecuniam.

Eppure, questi dirigenti normali, insieme ai non dirigenti tecnici – sol perché semplicemente, e casualmente, inseriti nella generale e generica area della dirigenza ministeriale – lucrano , non solo e non tanto, una retribuzione media doppia rispetto ai cirenei colleghi specifici (retribuzioni reali di 110 mila euro annui lordi a fronte di retribuzioni, sempre reali, di 55.000 euro annui lordi: cliccare sui siti Trasparenza per credere!), ma godono di una mobilità in orizzontale e in verticale preclusa ai dirigenti scolastici, ancora e sempre imbutati nella loro specificità.

E’ un mistero possibile solo in un Paese capovolto, che fa a pugni con la logica, e a cui dovrebbero provare a fornire una risposta gli stessi diretti interessati ed ogni possibile interlocutore.

5-Occorreranno, è lapalissiano, le risorse finanziarie per la, moralmente doverosa e giuridicamente esigibile, annunciata perequazione. E le fonti sono già state indicate dal ministro Madia nei risparmi interni di sistema dell’abbozzata riforma, nel razionale e selettivo utilizzo degli attuali e frammentati fondi unici nazionali per le retribuzioni di posizione variabile e di risultato (oggi distribuiti a pioggia e/o in modo casuale e sperequato tra le vigenti separate otto aree dirigenziali), nella c.d. spending review in corso.

Dunque, sembrerebbe fatta. Ma dicevamo timeo danaos….Ovvero, attenzione ai Cavalli di Troia! Che possono prendere le sembianze delle ipotizzate eventuali articolazioni del ruolo unico della dirigenza pubblica per territorio e per specifici profili professionali.

E’ ben vero che il riferimento plausibile è all’attuale dirigenza medica e sanitaria, dipendente dalle regioni, e/o ad alcune figure dirigenziali manageriali ( quelle, lo si ricorda, che gestiscono risorse umane e finanziarie), inglobanti particolari competenze professionali: oltre ai menzionati medici non preposti alla direzione di struttura complessa (o anche di struttura semplice), ingegneri, biologi, psicologi, statistici, et alia,

Ma c’è da giurare che il tentativo di rieditare la – indimostrata e indimostrabile, perché giuridicamente inesistente – specificità della dirigenza scolastica per mantenerla reclusa nel proprio recinto protettivo sarà posto in essere (in una innaturale alleanza con gli arcigni tecnici del Tesoro e con la coalizione delle dirigenze forti) proprio da chi dice di rappresentarla e che, purtroppo, la rappresenta in punto di diritto, grazie al mirabile harakiri di colleghi, datori di lavoro, di rilasciare deleghe (talvolta doppie, o addirittura triple) ai sindacati generalisti della, incomparabilmente ben più consistente, controparte dei lavoratori; sindacati generalisti interessati a mantenere la dirigenza scolastica surrettiziamente astretta nel comparto scuola, per continuare ad eroderne i poteri a tutela dell’indistinta massa dei lavoratori della scuola, le centinaia di migliaia di docenti e di personale amministrativo-tecnico-ausiliario.

Nondimeno, occorre difendersi dai sindacati ex monocategoriali o professionali, oggi i relativamente più rappresentativi, siccome anch’essi interessati a preservare la quinta area della specifica dirigenza scolastica e quindi ad evitare che la loro ancora cospicua quota di rappresentanza venga diluita nella preannunciata unica e ben più vasta area della dirigenza statale, se non dell’intera dirigenza pubblica.

A suo tempo, all’indomani della c.d. riforma Brunetta, che restringeva a non più di quattro le aree dirigenziali – che ora dovrebbero, pour cause, assottigliarsi ulteriormente – , poi in fatto neutralizzata dal blocco dei contratti pubblici, i predetti sindacati avevano subito proposto le suggestive nuove denominazioni, quali dirigenti dell’area della conoscenza(sic!), ovvero dirigenti delle autonomie funzionali, beninteso in separate e autonome aree o sezioni speciali, impermeabili dall’esterno e dall’interno: insomma,una dirigenza a imbuto e con l’incondizionato plauso delle sue eteree associazioni professionali, da sempre impegnate a difenderne l’adamantina purezza perché sentita profondamente altra e teorizzata come forma differenziata dell’unicità della funzione di provenienza, quella docente, per continuare a baloccarsi con sempre più ridondanti codici deontologici, leadership educativa democratica e distribuita, professione emergente… e quant’altro veicolabile dal lussureggiante linguaggio socio-psico-pedagogico, declamato in assoluta libertà, a sostenere il perenne processo di elaborazione del lutto.

6-Sappiamo di averla tirata per le lunghe e, pertanto, dobbiamo concludere. E lo facciamo indirizzando ai colleghi liberi o che non si vogliano irrigimentati un monito e un avvertimento.

Il monito: siate risoluti e non abbiate paura di raccogliere la sfida!

L’avvertimento: guardatevi le spalle!

Via twitter l’annuncio del Miur che anticipa la scelta delle commissioni d’esame

da Corriere.it

Maturità: tutti su Fb per scoprire volti e curiosità dei commissari

Via twitter l’annuncio del Miur che anticipa la scelta delle commissioni d’esame

di Giuseppe Tesorio

Una circolare ministeriale?E’ superata, un tweet è molto più friendly, amichevole, cordiale, amabile, al fianco dei giovani. Tranquilli maturandi, il conto alla rovescia per sapere la commissione, i nomi dei commissari è finito. I commisari sono stati scelti e sono noti, da venerdì 30 verso sera. Lo scorso anno uscirono il 4 giugno, quest’anno si è anticipato. La notizia aveva preso carattere ufficiale con un tweet dalla pagina Miur Social: «#commissari #maturità2014 i nomi alla fine della settimana #buonostudio #inboccallupo». Presidenti, commissari esterni e interni, si incontreranno in riunione plenaria lunedì 16 giugno, per avviare le attività dell’esame. Ma per ora, l’attività preferita è la caccia al prof che viene dalla scuola accanto, al massimo dall’altro quartiere, o dal paesino vicino. Fino a ieri si utilizzava il passaparola, si chiedeva ai propri insegnanti l’identikit del commissario, che spesso era un collega degli anni passati. Oggi si accende il motore di ricerca sullo smartphone in mano a tutti gli studenti. Si comincia con le pagine web dell’istituto in cui il docente presta servizio, poi sul suo eventuale profilo Facebook, o su Twitter, e subito salta fuori volto e identikit. A cosa serve? Boh! Conoscere il “nemico” forse rende più sicuri, e conoscere gusti e modi di interrogare, forse tranquillizza (o agita ancor più). Un rimedio valido per garantirsi il diploma è sempre quello di una volta: studiare. Il sito studenti.it ha uno spazio dedicato alla ricerca di curiosità sugli insegnanti-commissari, una vera e propria banca dati.

Maturità, varate le commissioni. E ora scatta la caccia al prof esterno

da Repubblica.it

Maturità, varate le commissioni. E ora scatta la caccia al prof esterno

Da oggi le scuole riceveranno le liste con i nominativi dei docenti. Il 3 giugno saranno pubblicate sul sito del Ministero

di SALVO INTRAVAIA

Maturità 2014: è finita l’attesa. Il ministero dell’Istruzione ha comunicato che da oggi le scuole superiori riceveranno i nominativi delle commissioni degli esami di Stato. E da martedì 3 giugno, collegandosi col sito del Miur e digitando provincia e codice meccanografico della scuola, è possibile ottenere tutte le commissioni che a partire da lunedì 16 giugno prossimo opereranno in istituto. Adesso, tocca a loro:  studenti e genitori che rincorreranno tutte le informazioni possibili sui docenti esterni che avranno il compito di saggiare la preparazione dei circa 500mila studenti alle prese con gli esami del secondo grado.

LO SPECIALE MATURITA’ 2013

Come ormai avviene dal 1999, infatti, le commissioni sono formate da tre commissari esterni, tre membri interni indicati dal consiglio di classe e un presidente esterno. Al classico le “incognite” saranno rappresentate dai prof di Italiano, su cui si svolgerà la prima prova scritta, e da quelli di Matematica e Filosofia. Le restanti materie, compreso il Greco, oggetto del secondo scritto, saranno affidate ad insegnanti interni che gli studenti già conoscono. Allo scientifico invece i commissari esterni saranno sempre quello di Italiano e quelli di Inglese e Storia dell’arte. Quest’anno, lo scritto di Matematica verrà corretto da un commissario interno.

La prima prova scritta è prevista per mercoledì 18 giugno. I maturandi dovranno cimentarsi con le tipologie previste dalla riforma Berlinguer: analisi del testo, saggio breve/articolo di giornale, tema storico e tema di attualità. Il giorno dopo, martedì 19 giugno, sarà la volta della seconda prova scritta e dopo una pausa di riflessione di qualche giorno, lunedì 23 giugno, gli scritti si concludono con la terza prova. Il quizzone che, spesso, viene articolato in domande a risposta aperta su tutte le altre materie.

Da qualche anno, alle telefonate “esploratrici” in cerca di notizie utili sui prof esterni si sono sostituiti i più pratici e veloci social network e alcuni siti specializzati dedicati allo scopo. E oggi, prima degli esami, gli studenti conoscono già punti deboli e lati del carattere dei commissari esterni con i quali dovranno confrontarsi. Ma anche gli argomenti “cari” ad ogni insegnante e il modo di interrogare. Del resto, i prof esterni  –  anche i presidenti di commissione, che spesso sono i docenti più anziani  –  provengono quasi tutti dalle scuole della stessa provincia ed è più facile reperire informazioni.

Ma prima di arrivare agli esami, il mezzo milione scarso di ragazzi iscritti all’ultimo anno della scuola superiore dovrà fare i conti con lo scoglio dell’ammissione agli esami. In teoria, anche con una sola insufficienza ci si potrebbe vedere sbarrata la strada. Ma in generale l’esclusione dalle prove finali scatta con situazioni più gravi. E ogni anno sono circa 5 su cento coloro che non riescono ad arrivare al cospetto della commissione.

Maturità, alle scuole gli elenchi dei commissari d’esame

da La Stampa

Maturità, alle scuole gli elenchi dei commissari d’esame

Dal 3 giugno sul sito del Miur il motore di ricerca per la consultazione on line

roma

Le scuole superiori sono pronte a ricevere dagli Uffici Scolastici regionali l’elenco dei commissari dell’Esame di Stato.

 

Le liste dei commissari per la Maturità 2014 saranno dunque disponibili e consultabili dagli studenti e dai docenti interessati presso le segreterie scolastiche.

 

Saranno stampate le lettere di nomina e aperte le procedure informatiche per le eventuali sostituzioni.

 

A partire dalla giornata del 3 giugno, invece, sul sito www.istruzione.it, nella sezione dedicata agli Esami di Stato 2013-2014, sarà disponibile il motore di ricerca per la consultazione degli elenchi in formato elettronico.

Puntiamo sull’economia della conoscenza

da l’Unità

Puntiamo sull’economia della conoscenza

di Pietro Greco

L’ECONOMIA BASATA DIRETTAMENTE SULLA SCIENZA FISICA HA PRODOTTO IN ITALIA 118 MILIARDI DI EURO di fatturato nell’anno 2011, pari al 7,4% del Prodotto interno lordo (Pil) del nostro Paese. Dando impiego a 1,51 milioni di persone, pari al 6,1% del totale dei lavoratori italiani. Ciascuno di questi lavoratori, dunque, ha prodotto valore aggiunto per 78.100 euro, con una produttività del 22% superiore a quella media italiana. I 118 miliardi di euro sono stati realizzati per il 49% nell’industria manifatturiera, per il 22% nel settore trasporti, per il 16% nei servizi di pubblica utilità (energia, acqua, rifiuti) e per l’8% negli altri servizi, ricerca scientifica compresa. A tutto questo, sostengono gli analisti mobilitati dalla Sif, vanno aggiunti circa 2 milioni di posti di lavori creati indirettamente dai settori economici fondati sulla fisica per una quotadi Pil difficile da definire. È questa, ridotta in pillole, l’analisi che una società privata indipendente, la Deloitte, ha realizzato per conto della Società Italiana di Fisica (Sif), in analogia a due indagini sull’impatto della fisica sull’economia dell’Unione Europea e del Regno Unito realizzate dalla medesima società di analisi economia, rispettivamente, nel 2013 e nel 2012. Lo studio è stato consegnato sotto forma di rapporto dal titolo The impact of physics on the Italian economy: l’impatto della fisica sull’economia italiana. Certo, l’idea di fondo – vediamo cosa succederebbe se all’economia italiana venissero sottratte tutte le conoscenze fisiche – si presta a qualche critica. Sia perché non è facile definire cosa è fisica e cosa non lo è. Sia perché nella definizione rientra anche la fisica più classica,cosicché non tutti i settori analizzati – oltre cento, ancorché ponderati (in ciascuno si è pesata l’incidenza della fisica) – sono realmente innovativi. Tuttavia l’analisi ci offre tre spunti di riflessione. Il primo è che la conoscenza scientifica non ha solo un (inestimabile) valore culturale. Perché ci dice come va il mondo naturale. Ma ha anche un valore economico. Tangibile. Nel 2011 la fisica ha creato ricchezza per quasi 120 miliardi di euro. Mentre gli investimenti italiani negli Enti pubblici di ricerca che hanno finanziato la ricerca realizzata dalla Deloitte per conto della Società italiana di fisica (Cnr, Inaf, Infn, Inrim e Centro Fermi) non raggiungo il miliardo di euro. Sarebbe errato dire che questi investimenti sono ad altissima rendita (per 1 euro investito se ne ricavano 120), perché la fisica su cui si basano i settori economici analizzati è il frutto di un lavoro di ricerca che dura da secoli. Tuttavia esso ci fornisce un’indicazione di cosa si intende (e di quanto rende) l’economia fondata sulla conoscenza. Il primo messaggio è: investire in ricerca fisica conviene. Anche da un punto di vista economico. Perché se ne hanno grandi ricadute a breve, medio e lungo termine. Sarebbe interessante realizzare indagini analoghe per i settori economici che si fondano sulla matematica, la chimica, le scienze biologiche, le scienze umane. Tuttavia l’indagine pubblicata dalla Sif Non è un inno alle sorti magnifiche e progressive dei settori economici italiani che si fondano sulle conoscenze fisiche. Intanto perché ci dice che nel 2011 questo settore è arretratodicircail7%rispettoall’anno precedente. Molto più degli altri settori economici. Il che significa che l’economia italiana tende a perde colpi soprattutto nei settori considerati strategici, quelli fondati appunto sulla conoscenza. Mal’analisi comparata con il resto d’Europa è impietosa. Nell’Unione, infatti, i settori economici che si basano sulla conoscenza fisica producono una ricchezza superiore al 15% del Pil complessivo: il doppio, in media, dell’Italia. Con punte che superano il 25% in Germania e in Scandinavia. E questi settori impiegano oltre il 13% della forza lavoro europea, contro il 6% dell’Italia. In soldoni: le industrie fondate sulla fisica nell’Europa centro-settentrionale hanno prodotto,nell’anno 2010, ricchezza per oltre 3.000 miliardi di euro. Nell’Europa meridionale solo un sesto: 500 miliardi di euro. Naturalmente un settore economico vale l’altro. E qualcuno potrebbe dire:cosa importa?Noi siamo forti in altri settori,dove magari non contano le conoscenze fisiche, ma il senso estetico. L’obiezione sarebbe valida se questa indagine – se anche questa indagine – non avesse dimostrato che la produttività per addetto nell’industria fondata sulla fisica è quasi un quarto più alta della media. E in tutta Europa i salari pagati in chi lavora nelle imprese ad alto tasso di conoscenza aggiunto (sia essa conoscenza fisica o di altra origine scientifica) sono in media del 30% più alti che negli altri settori. In altri termini, l’indicazione è forte. Ed è triplice. Se vogliamo bloccare il dumping sociale (salari sempre minori, diritti sempre più sfumati), se vogliamo invertire il trend al ribasso della domanda interna (generata da salari sempre più bassi), se vogliamo combattere la disoccupazione – soprattutto giovanile, soprattutto qualificata – anche in Italia dobbiamo puntare sull’economia della conoscenza. Perché, anche in Italia, l’economia della conoscenza paga.

Abilitati PAS in piazza: le nuove norme sulle graduatorie d’istituto vanno cambiate!

da tecnicadellascuola.it

Abilitati PAS in piazza: le nuove norme sulle graduatorie d’istituto vanno cambiate!

Alessandro Giuliani

In 200 hanno manifestato in piazza dei Miracoli a Pisa, per dire che il decreto n. 353 del 22 maggio li avrebbe doppiamente danneggiati: meno punti e niente seconda fascia, almeno fino a dicembre (quando le nomine annuali saranno già state assegnate). Sui cartelli tutta la loro rabbia: “Vergogna”, “Lo Stato prima ci usa poi ci butta fuori”, “Abbiamo pagato un corso 2.500 euro per nulla”. Il 3 giugno si replica sotto l’Usr della Toscana. Intanto a Roma si tratta per strappare almeno una deroga sull’inserimento con riserva.

I precari che si stanno abilitando con i PAS lo avevano promesso: contro queste modalità di rinnovo delle graduatorie d’istituto ci ribelleremo e scenderemo in piazza. I primi a farlo sono stati, il 30 maggio, gli aspiranti prof di Pisa: circa 200 hanno manifestato in piazza dei Miracoli. Con loro anche alcuni sindacalisti della Flc-Cgil Toscana e del posto.

La protesta è stata condotta esplicitamente contro il decreto n. 353 del 22 maggio scorso. Che, sostengono, li avrebbe doppiamente danneggiati: prima si tutto per via del basso punteggio derivante dall’abilitazione, soprattutto rispetto ai “cugini” abilitati con il TFA ordinario; in secondo luogo perché il Miur ha deciso di non accettare con riserva il loro inserimento nelle graduatorie degli istituti. Per pochi giorni, dovranno rimanere in terza fascia. E per molti di loro ciò significherà perdere la possibilità di stipulare un contratto annuale. Quando si aprirà la “finestra” per il loro inserimento, probabilmente a fine 2014, le nomine sino al termine del prossimo anno scolastico saranno ormai state già assegnate. Anche se una speranza rimane: una rappresentanza degli abilitati PAS sta trattando a Roma con i vertici dell’amministrazione per cercare di strappare una deroga al fotofinish.

Nel frattempo, la protesta cresce. Sotto la Torre di Pisa, tanti insegnanti delle scuole di primo e secondo grado si sono radunati per esprimere tutto il loro disappunto: “dopo anni di servizio e un corso di formazione”, per via del decreto, “si vedono negata l’inclusione in seconda fascia delle graduatorie”. “Vergogna”, “Lo Stato prima ci usa poi ci butta fuori”, “Abbiamo pagato un corso 2.500 euro per nulla”, era scritto su alcuni dei cartelli.

“Siamo a fianco di questi docenti che stanno vivendo una vicenda ingiusta. Abbiamo già fatto appello al ministero, se entro pochi giorni non avremo novità siamo pronti ad agire per vie legali e con iniziative di mobilitazione”, ha detto Gabriella Bresci di Flc-Cgil Toscana. Anche gli altri sindacati si stanno muovendo allo stesso modo.

Intanto per martedì prossimo, 3 giugno, è prevista contro il decreto un’altra manifestazione di protesta: stavolta a Firenze, sotto l’Ufficio scolastico regionale, arriveranno insegnanti toscani frequentanti i Percorsi abilitanti speciali di tutta la Toscana.

Graduatorie di istituto, “finestre” e precedenza assoluta

da tecnicadellascuola.it

Graduatorie di istituto, “finestre” e precedenza assoluta

Redazione

Tra gli elementi ancora non chiariti dal decreto ministeriale n. 353/2014, riguardante le graduatorie di istituto, sono le “finestre” che interesseranno coloro che nei prossimi mesi conseguiranno l’abilitazione con i Pas o i Tfa.

Il D.M. n. 353/2014, all’art. 14, comma 1; specifica che “Con successivi provvedimenti saranno disposti modalità e termini per consentire, con cadenza semestrale, l’inserimento in II fascia agli aspiranti che conseguono il titolo di abilitazione oltre il termine di aggiornamento (23 giugno 2014, ndr) previsto dal presente decreto. Ai suddetti docenti, all’atto del conseguimento dell’abilitazione, è immediatamente garantito il diritto di precedenza assoluta nella fascia di appartenenza”.

Cosa significa questo comma? E a chi interessa? Iniziamo col dire che riguarda i docenti che al momento stanno frequentando i Percorsi abilitanti speciali (Pas) e che tra qualche mese parteciperanno ai Tirocini formativi attivi (Tfa) Ai suddetti docenti, all’atto del conseguimento dell’abilitazione, dovrebbe essere immediatamente garantito il diritto di precedenza assoluta nella fascia di appartenenza.

La formulazione del decreto ministeriale non è affatto chiara in ordine a detta precedenza. A nostro parere, a detti insegnanti (inseriti in III fascia) già al momento del conseguimento di abilitazione dovrebbe essere riconosciuta la precedenza assoluta in III fascia (destinata ai non abilitati) ai fini del conferimento delle supplenze, in attesa dell’apertura della “finestra” semestrale per il passaggio in II fascia (per gli abilitati).

Dato che la creazione delle “finestre” è una novità introdotta dal D.M. n. 353/2014 non si sa quando tali finestre saranno aperte. La prima potrebbe essere a dicembre (utile per coloro che conseguiranno i Pas) e l’altra a giugno 2015 (utile per coloro che conseguiranno i Tfa). Ma tutto questo dovrà essere messo in moto con successivi decreti ministeriali.

Ricapitolando, coloro che conseguiranno i titoli abilitanti (Pas e Tfa) avranno precedenza assoluta (e saranno graduati tra loro in base al punteggio) nell’ambito della III fascia (dove saranno già inseriti avendo entro il 23 giugno presentato domanda) per il conferimento delle supplenze annuali o brevi.

Quando si aprirà la “finestra” potranno essere inseriti a “pettine” nella II fascia delle graduatorie di istituto.