TFA E GRADUATORIE ISTITUTO: “NESSUN DIALOGO CON MIUR

TFA E GRADUATORIE ISTITUTO, GILDA: “NESSUN DIALOGO CON MIUR, IMPUGNEREMO DECRETO”

“Il ministero dell’Istruzione non ha accolto nessuna delle nostre richieste e a questo totale rifiuto del dialogo, che ci lascia increduli, rispondiamo impugnando il decreto”. Così la Gilda degli Insegnanti commenta l’incontro avvenuto oggi pomeriggio a viale Trastevere su Tfa e graduatorie di istituto.

“Pensavamo che il Miur ci avesse convocato per avviare un confronto costruttivo e invece nulla è cambiato nelle tabelle di valutazione, confermando l’attribuzione di punteggi eccessivi ai Tfa. Il Ministero è rimasto sordo anche alla nostra richiesta di istituire una riserva per i Pas. Durante l’incontro ci è stato comunicato che domani usciranno la bozza del decreto sui Tfa e quella di emanazione del decreto sulle graduatorie di istituto ma noi proseguiremo la battaglia e, insieme con gli altri sindacati, impugneremo il decreto che presenta forti vizi di illegittimità”.

Newsletter disabilità

Newsletter disabilità, supplemento al n.129, maggio 2014

Contrassegni handicap, dal 14 luglio si ritirano al nuovo sportello Tper di
via San Donato 25
Da lunedì 14 luglio il contrassegno H di tipo europeo dovrà essere ritirato
esclusivamente presso gli sportelli di via San Donato 25 appositamente
dedicati da Tper a questa attività. Tutti coloro che hanno già presentato
richiesta di contrassegno H saranno contattati per fissare un appuntamento
per il ritiro che, come previsto dalla vigente normativa, deve essere
effettuato direttamente dal titolare del contrassegno, munito di documento
di identità valido e due foto formato tessera uguali e recenti.
Gli orari di apertura al pubblico dei nuovi sportelli di via San Donato
sono i seguenti:
da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 13.30; martedì e giovedì anche dalle
14.30 alle 18; chiuso sabato e festivi.
Da settembre il nuovo sportello sarà aperto anche al sabato mattina.
Leggi tutto nel sito degli sportelli sociali:
http://www.comune.bologna.it/sportellosociale/notizie/2731/76382

Lavori in strada Maggiore e zona via Carracci (ingresso Stazione FFSS)
Tutte le informazioni utili per ridurre al minimo i disagi
-Zona via Carracci:
http://www.comune.bologna.it/news/riqualificazione-de-carracci-al-i-lavori-definitivi
– Strada Maggiore:
http://www.comune.bologna.it/news/cantiere-bobo-tutte-le-informazioni-sui-lavori-di-strada-maggiore-e-mazzini

Permessi per la “104” a parenti di terzo grado
I tre giorni al mese di permesso retribuito per assistere familiari con
gravi handicap possono essere chiesti anche per parenti o affini entro il
terzo grado se costoro non hanno coniuge o genitori che possono assisterli.
Rispondendo con
l’interpello 19 del 26 giugno al quesito posto dalle associazioni Anquap e
Cida, il ministero del Lavoro chiarisce che questa è l’unica condizione e
non rileva che vi siano altri parenti o affini, di grado inferiore che
potrebbero assistere la persona disabile. Perché il lavoratore possa
chiedere i tre giorni di permesso per assistere un parente o un affine di
terzo grado è sufficiente, quindi, che i genitori o il coniuge della
persona che necessita dell’assistenza si trovino in una delle seguenti
condizioni: abbiano compiuto i sessantacinque anni di età; siano anche essi
affetti da patologie invalidanti; siano deceduti o mancanti.
Leggi tutto l’articolo del Sole24h ripreso dal sito dell’ASnffas
http://www.anffas.net/Page.asp/id=264/N201=1/N101=3856/N2L001=Varie/permessi-per-la-104-a-parenti-di-terzo-grado

Permessi legge 104. Utilizzazione dei permessi per scopi diversi
Sentenza n. 4984 del 4 marzo 2014:  Utilizzare i permessi della legge n.
104/1992, concessi per l’assistenza ad un soggetto invalido, per scopi
diversi, costituisce un inadempimento grave, che giustifica il
licenziamento senza preavviso da
parte del datore di lavoro. La sentenza riguarda un lavoratore privato, ma
quanto stabiliscono i giudici è riferibile anche ai lavoratori pubblici.
Leggi tutto:
http://www.aranagenzia.it/araninforma/index.php/maggio-2014/34-sentenze/1046-sentenza-corte-cass-n4984-2014

Disabilità, arrivano le “misure di semplificazione”
E’ tempo di “semplificazioni” per  la disabilità in Italia. O, almeno, così
pare: nel giro di pochi giorni, vanno infatti in questa direzione la
campagna lanciata dal responsabile Welfare del Pd Davide Faraone, mirata
proprio all’alleggerimento degli oneri burocratici che gravano sulle
persone disabili e sulle loro famiglie; a seguire, la circolare dell’Inps,
che esonera dalle visite di accertamento i minori con autismo “non lieve”
e, da ultimo, l’approvazione in Consiglio dei ministri, nei giorni scorsi,
del decreto-legge sulla semplificazione e trasparenza amministrativa.
Pubblicato il 24 giugno scorso in Gazzetta ufficiale, il decreto legge n.
90/2014, in attesa di conversione in legge ma già in vigore, contiene
infatti, all’articolo 5, importanti indicazioni per la “semplificazioni”
rivolte ai “soggetti con invalidità”.
Leggi nel sito dello sportello sociale:
http://www.comune.bologna.it/sportellosociale/notizie/2731/76357

Ricette mediche per i malati cronici
Riforma della Pubblica amministrazione pubblicata in Gazzetta ufficiale: in
particolare, con il D.L. 90/2014 sono state introdotte novita’ in tema di
sanita’.
– Art. 26 (Semplificazione per la prescrizione dei medicinali per il
trattamento di patologie croniche)
Grande novita’ per i malati cronici, cioe’ per piu’ di 14 milioni di
persone che rappresentano il 24% degli assistiti dal Servizio Sanitario
Nazionale. La validita’ delle ricette per i malati cronici passa infatti da
60 a 180 giorni. Inoltre, sempre per le patologie croniche, il medico puo’
prescrivere medicinali fino a 6 pezzi per ricetta, purche’ gia’ utilizzati
dal paziente da almeno 6 mesi. In tal caso, la durata della prescrizione
non puo’ comunque superare i 180 giorni di terapia. Niente piu’ file dal
medico di famiglia dunque, con uno snellimento burocratico che va a tutto
vantaggio dei malati cronici e delle loro famiglie.
Leggi tutto nel sito degli sportelli sociali:
http://www.comune.bologna.it/sportellosociale/notizie/2731/76363
(fonte newsletter salute informa)

Agevolazioni auto per disabili: novità per i minori
Una recente Circolare dell’Agenzia delle Entrate è tornata sulla
agevolazioni fiscali sui veicoli destinati al trasporto delle persone con
disabilità. Sono due le questioni trattate: le agevolazioni fiscali nel
caso di furto del veicolo, il tema dell’addattamento obbligatorio del
veicolo nel caso serva al trasporto di un minore. In entrambi casi la
normativa preesistente è stata modificata con esiti favorevoli alle persone
disabili.
Leggi la scheda informativa su handylex.org:
http://www.handylex.org/gun/agevolazioni_auto_furto_minori.shtml

Il 22 maggio salpa la #navedellalegalità

Il 22 maggio salpa la #navedellalegalità
A Palermo il 23 maggio oltre 20.000 studenti commemoreranno il
XXII Anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio
“Economia e legalità. L’uso responsabile del denaro pubblico” è il tema di quest’anno

Saranno oltre 20.000 gli studenti che il 23 maggio prossimo commemoreranno a Palermo il XXII anniversario delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio. Oltre mille di loro sbarcheranno nel capoluogo siciliano con la #navedellalegalità organizzata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone. La nave, messa a disposizione dalla Snav, partirà il 22 maggio da Civitavecchia con a bordo, fra gli altri, il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini, il Presidente del Senato Pietro Grasso, il Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, il Presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, il Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, il Presidente Rai Anna Maria Tarantola. Salperanno da Civitavecchia oltre 1.500 fra studenti e docenti che, prima della partenza, riceveranno il saluto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Le giornate del 22 e 23 maggio rappresentano il momento conclusivo del percorso di educazione alla legalità e al contrasto delle mafie che per tutto l’anno viene portato avanti nelle scuole italiane attraverso progetti didattici specifici. Fra gli strumenti in campo per invitare gli studenti e gli insegnanti a riflettere su questi temi c’è un concorso che quest’anno è stato dedicato all’uso responsabile del denaro pubblico. Le scuole vincitrici saranno premiate il 23 maggio durante la cerimonia di commemorazione ‘Economia e legalità’ in programma nell’Aula Bunker del carcere Ucciardone di Palermo, l’aula del maxiprocesso alla mafia. Il Miur seguirà le due giornate con una diretta twitter sul proprio profilo (@MiurSocial) e mettendo a disposizione foto e informazioni in tempo reale sul proprio sito istituzionale (www.istruzione.it).

Giovedì 22 maggio – Il Viaggio della legalità
Il viaggio della legalità inizierà ufficialmente alle 17.15 con la cerimonia di apertura al porto di Civitavecchia dove le autorità incontreranno i ragazzi e i loro insegnanti e dirigenti scolastici. Durante il percorso verso Palermo le scuole svolgeranno attività didattica ‘sul campo’ attraverso incontri e dibattiti dedicati all’educazione alla legalità, alla lotta alle mafie, all’uso corretto del denaro pubblico incontrando interlocutori istituzionali e dibattendo con le Associazioni che si occupano di questi temi. La Corte dei Conti, attraverso il suo Presidente e alcuni suoi esponenti, sarà direttamente coinvolta in queste attività di educazione alla cittadinanza. Fra gli interlocutori con cui i giovani potranno confrontarsi, anche il presidente di Libera Don Luigi Ciotti, il vice presidente di Confindustria Ivanhoe Lo Bello e il professor Nando Dalla Chiesa. Sulla nave saranno presenti delle delegazioni di studenti delle scuole italiane all’estero.

Venerdi 23 maggio – In 20.000 a Palermo per Falcone e Borsellino
La #navedellalegalità sbarcherà la mattina del 23 maggio a Palermo dove oltre 20.000 studenti ricorderanno Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli uomini e le donne delle scorte (Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina), uccisi a pochi mesi di distanza da due attentati mafiosi. Alla cerimonia di accoglienza della nave sarà presente il presidente della Fondazione Maria Falcone. Subito dopo gli studenti si divideranno per partecipare agli eventi organizzati nei luoghi simbolo della città. Un migliaio di loro, tra cui una delegazione di studenti americani provenienti da New York e Washington, si sposteranno verso l’Aula Bunker dell’Ucciardone per assistere al momento istituzionale della manifestazione che si svolge sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e con il Patrocinio del Senato della Repubblica. All’Ucciardone è confermata, ad oggi, la presenza del Ministro Stefania Giannini, del Presidente del Senato Pietro Grasso, del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina, del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, del Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, del Presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, del Comandante Generale della Guardia di Finanza Saverio Capolupo, del Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, del Presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone, del Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Rodolfo M. Sabelli, del Presidente Rai Anna Maria Tarantola, del vice presidente di Confindustria Ivanhoe Lo Bello e del professor Nando Dalla Chiesa.
Coordinerà la cerimonia il giornalista Rai Giovanni Floris. Nel pomeriggio due cortei partiranno uno dall’Aula Bunker e l’altro da Via D’Amelio per riunirsi in Via Notarbartolo, sotto l’Albero Falcone, e celebrare insieme il momento solenne del Silenzio suonato dal trombettiere della Polizia di Stato all’ora della strage: le 17.58.

Accrediti per i giornalisti:
I giornalisti, i fotografi e gli operatori televisivi interessati agli eventi in programma devono accreditarsi entro e non oltre il 19 maggio alle 18.00 inviando il loro nominativo, luogo e data di nascita, numero di tesserino giornalistico, numero di documento di identità e riferimento telefonico all’indirizzo uffstampa@istruzione.it.
I giornalisti, i fotografi e gli operatori televisivi che sono già sul luogo a Palermo e vogliono seguire l’evento in Aula Bunker o l’arrivo al Porto della nave o tutti e due gli eventi devono comunque fare lo stesso tipo di accredito sempre all’indirizzo uffstampa@istruzione.it.

Basta con i test INVALSI

Basta con i test INVALSI. Bisogna sospenderli e aprire una discussione per definire un efficace sistema di valutazione

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

Le proteste anche quest’anno di studenti, docenti e famiglie contro i test INVALSI impongono una radicale inversione di rotta sulla valutazione. I test sono privi di senso e lontani dalla realtà delle scuole. Minano la libertà d’insegnamento e si configurano come strumento di controllo che diffonde solo ostilità, paure e diffidenza. Non tengono conto del rapporto tra contesti territoriali e qualità formativa.

La nostra proposta è sospenderli per un arco di tempo necessario a definire un sistema di valutazione più serio ed efficace.

La valutazione non deve essere separata da un ragionamento su quale scuola vogliamo nei prossimi anni e sui necessari investimenti. Deve servire ad affermare un sistema educativo che valorizzi gli aspetti cognitivi e relazionali e a migliorare la qualità formativa. Non può che coinvolgere tutti i livelli dei decisori politici e non solo le scuole. Occorre garantire partecipazione, pluralismo e inclusività e non invece essere incentrata su competizione e selezione. Solo in quel contesto i test INVALSI, radicalmente ripensati e su base campionaria, possono essere considerati una parte del sistema. Chiediamo alla Ministra Giannini di aprire un confronto con i diversi attori sociali riscrivendo il regolamento sulla valutazione.

Giovani ribelli del test

da la Repubblica

Giovani ribelli del test

Prove Invalsi tra le proteste. In prima fila gli studenti delle superiori che hanno boicottato il quiz e disertato le aule in tutta Italia. Accusano questo meccanismo di valutazione di mettere la scuola al servizio di logiche manageriali. Mentre solo un istituto su cinque ne usa i risultati

PROTESTANO gli studenti, che sono scesi in piazza srotolando striscioni in tutta Italia, da Milano a Siena, da Roma a Napoli, e hanno chiesto ai loro compagni di boicottare i test e di disertare le aule: «Ci chiedono cose che non sono nel programma, assurdi quiz di logica mentre intorno a noi la scuola cade a pezzi». Protestano gli insegnanti, che fin dal 2007, quando le prove Invalsi furono introdotte in tutte le scuole, gridano il loro rifiuto a farsi giudicare “con le crocette”. E protestano anche i genitori, che dalla Liguria al Veneto denunciano la discriminazione possibile per gli allievi disabili, che dovrebbero
affrontare prove “su misura” ma in molti casi si ritrovano esclusi. Tace (o almeno taceva ieri) il ministro Stefania Giannini, alla sua prima esperienza con l’ondata di malumore che fin dall’inizio le prove hanno portato con loro. E intanto i sindacati diffondono un dato che, forse, è il più preoccupante di tutti: «Soltanto una scuola su cinque — dice Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola — utilizza in qualche modo i risultati Invalsi, che vengono restituiti ai singoli istituti dopo le correzioni e le valutazioni a Roma. Questo dimostra che questo sistema calato dall’alto non funziona e che è ora di discutere con chi la scuola la fa davvero, tutti i giorni».
La protesta è iniziata lunedì,
con uno striscione fatto cadere dal tetto del Teatro Lirico, a Milano: “Boycott Invalsi Spazio Occupato”, l’esordio di una due giorni di opposizione che ha contagiato decine di istituti. Anche l’Università si è mossa
nello stesso momento, protestando contro il numero chiuso: «Graduatorie e test non possono cancellare i nostri sogni», grida Danilo Lampis dell’Unione degli studenti a Roma — «Oggi in Italia oltre il 54 per
cento degli accessi è a numero chiuso. È troppo». E sempre a Roma, lo slogan “Valutati, non schedati!” è stato lanciato dai movimenti studenteschi come parola d’ordine della protesta anti-Invalsi, che ha attraversato l’Italia: «Abbiamo deciso di rifiutare di sottoporci a un meccanismo di valutazione escludente e ingiusto che mira a rendere la scuola pubblica sempre più a servizio delle logiche manageriali
».
Le norme sulla privacy vietano di collegare il singolo studente alla sua prova, che viene svolta con un codice alfanumerico. Ma la percezione della scuola, di tutta la scuola, dalle mamme dei piccoli delle elementari fino agli studenti di seconda liceo, è quella di essere
sotto gli occhi del Grande Fratello, che scruta e controlla, che dichiara di voler aiutare ma in realtà vuole sorvegliare e selezionare. «Qualcuno ha delle idee migliori su come formulare le prove? Prego, si accomodi! », dice Annamaria Ajello, la pedagogista che da febbraio è la presidente di Invalsi. Che subito dopo chiarisce: «Di anno in anno, queste prove si sono modificate, sono evolute, imparando dalle osservazioni e dalle verifiche sul campo. E credo che siano necessari forum, seminari, eventi pubblici capaci di migliorare la percezione della finalità di questi quiz. Che è quella di verificare, in accordo con le linee nazionali (e cioè i programmi ministeriali, che non si chiamano più così per non ledere l’autonomia prevista per le singole scuole, ndr) le competenze maturate dagli alunni, in modo che ogni scuola sappia a che punto si trova».
Roberto Trinchero, docente di Pedagogia sperimentale all’Università di Torino, spezza una lancia in favore della necessità di valutare il sistema scolastico: «Le prove Invalsi non servono né a premiare o punire gli insegnanti o le direzioni scolastiche né tanto meno a valutare gli studenti. Ma semplicemente a valutare in che modo quello che si è imparato a scuola li rende capaci di misurarsi con quesiti di italiano e matematica diversi da quelli che affrontano in aula». Ed è proprio su questo punto che si scagliano gli studenti: «Valutare non può significare schedare, mettere in classifica, favorire la competizione tra scuole e studenti, indirizzare e svilire la didattica rendendola un semplice
bagaglio di nozioni da digerire per affrontare i test — insiste Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione — Siamo l’unico Paese in Europa che somministra agli studenti dei test inutili, che non tengono conto delle condizioni sociali ed economiche degli studenti e che aprono le porte a dei criteri premiali per le scuole migliori. È inaccettabile che si spendano 16 milioni di euro per finanziare questo strumento di valutazione dannoso e inutile».
Dema Gerdol, insegnante a Pordenone, lamenta (insieme all’analoga denuncia di una mamma di Savona) come gli studenti disabili restino spesso fuori dalla porta durante le prove: «I test Invalsi dividono la scuola — dice — e ci costringono
a potenziali discriminazioni ». Ma Ajello è tassativa: «Proteste e discussioni vanno bene, ma non vorrei che chi critica le prove pensasse, sotto sotto, che si finirà col cancellarle. Possiamo migliorarle, invece, come stiamo facendo lavorando sulle singole discipline, a partire da matematica». E Trinchero le dà ragione: «Ogni metodo di misurazione è in sé discutibile. Ma ciò che le scuole dovrebbero fare, una volta ricevute le valutazioni di ritorno da parte di Invalsi, è paragonare i propri metodi con quelli degli istituti simili a loro. È chiaro che una scuola di Scampia è diversa da
una di Aosta». Secondo skuola. net, 3 studenti su 5 studiano per i test Invalsi, e dunque li prendono sul serio. Intanto Andreas Schleicher, responsabile del programma Pisa, ha spedito al Guardian una lettera punteggiata di dubbi e preoccupazioni, e pubblicata col titolo “I test danneggiano la scuola?”. Schleicher si chiede se l’ansia di “riuscire” nelle prove nazionali e internazionali (il programma Pisa, promosso dall’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione internazionale, aveva come scopo proprio quello di fissare dei parametri comuni per valutare l’efficacia dei programmi scolastici) non rischi di influenzare gli insegnanti e le famiglie, costringendoli a studiare in funzione del risultato piuttosto che per seguire obiettivi educativi. E critica il “sensazionalismo” con il quale i singoli governi sono portati a annunciare le proprie iniziative di valutazione: questi annunci possono portare a ritenere che la scuola pubblica possa essere misurata alla stregua di una società per azioni che deve produrre utili e dividendi. I lettori del Guardian si sono scatenati, giungendo a affermare che «non ci si può porre l’obiettivo di formare un essere umano». Eppure proprio il sistema scolastico anglosassone è quello che, più del nostro, propone fin dall’infanzia ai suoi alunni il sistema delle risposte aperte, o se si preferisce dei quiz a crocette, dove una soluzione è giusta e tutte le altre sbagliate, quel “vero” o “falso” che già angosciava Charlie Brown e Lucy nei racconti a strisce dei Peanuts di Charles M. Schulz.
«Non è la stessa cosa insegnare
ai Parioli o a Centocelle — insiste Francesco Scrima, il leader della Cisl Scuola — Nell’unico incontro che abbiamo avuto finora col ministro Giannini abbiamo chiesto che i criteri dei test siano profondamente rivisti e che si coinvolga la base del mondo scolastico». Intanto però migliaia di studenti di seconda
liceo (ma qualcuno anche alle medie) hanno accolto l’invito di Boycott Invalsi. E hanno consegnato i loro test in bianco, o, più sovversivo ancora, riempiti di scritte (“a me lo chiedi?”), fiorellini e disegni. Chissà in che modo verranno
“restituiti” alle scuole.

Graduatorie d’Istituto, il Miur cerca di ricucire lo “strappo” coi sindacati

da tecnicadellascuola.it

Graduatorie d’Istituto, il Miur cerca di ricucire lo “strappo” coi sindacati

Alessandro Giuliani

Il ministro Giannini ha annunciato che giovedì 15 maggio ci sarà un incontro con i rappresentanti dei lavoratori per parlarne: vogliamo ridare fiducia. Il “nodo” da sciogliere rimane quello della revisione unilaterale delle tabelle di valutazione dei titoli. Conferme sul ‘concorsone’: sarà per 17mila posti.

Sul rinnovo delle graduatorie d’Istituto, dopo lo “strappo” della scorsa settimana il Miur cerca ora di ricucire il rapporto con i sindacati. Lo fa convocandoli a Viale Trastevere il 15 maggio, quando ancora del bando, previsto ormai cinque giorni fa, si sono perse le tracce.

L’annuncio del nuovo incontro, dopo che nell’ultimo i rappresentanti dei lavoratori avevano abbandonato indignati il tavolo di confronto, è stato fatto direttamente dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, nel corso della conferenza stampa per il rilancio della convenzione tra Rai e ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: il responsabile del Miur ha spiegato che a proposito del rinnovo delle graduatorie d’Istituto, giovedì, “domani, ci sarà un incontro con i sindacati per parlarne. Quello che stiamo facendo, attraverso i concorsi, è ridare fiducia a chi vuole diventare insegnante e dare ai trecentomila insegnanti già in graduatorie di istituto un’opportunità”.

Vale la pena ricordare che solo poche ore fa i sindacati, attraverso un comunicato congiunto, hanno confermato la volontà di impugnare il decreto, ma anche di avviare vibranti azioni di protesta, qualora questo contenga i cambiamenti nelle tabelle di valutazione dei titoli circolati nelle ‘bozze’ dei giorni scorsi.

Giannini, sempre nel corso della conferenza stampa, sui è soffermata anche sull’intenzione di proporre nuovamente il ‘concorsone’: “noi attiveremo il concorso per assumere diciassettemila persone nel mondo della scuola”. Una decisione, quest’ultima, che dovrebbe trovare il consenso più o meno generale.

Prove Invalsi: la correzione rientra nella funzione docente?

da tecnicadellascuola.it

Prove Invalsi: la correzione rientra nella funzione docente?

Lucio Ficara

Somministrazione e correzione delle prove fanno parte degli obblighi di servizio.
Lo stabilisce il decreto legge n. 5 del 2012.

A domandarselo sono in molti: “La correzione delle prove Invalsi è un compito obbligatorio che rientra nella funzione docente?”. Tra i tanti carichi di lavoro che un docente si trova a svolgere oltre il normale orario di servizio di lezione settimanale, come la preparazione delle verifiche, le relative correzioni, la preparazione delle lezioni quotidiane, si aggiunge anche la correzione degli elaborati della prova Invalsi. Per adesso queste prove riguardano soltanto gli insegnamenti di italiano e matematica, ma a quanto pare è previsto in un prossimo futuro un ampliamento delle discipline da monitorare, tanto che la terza prova degli esami di Stato sarà direttamente elaborata dallo stesso Invalsi.
Ma quindi, la somministrazione delle prove e la loro correzione saranno un obbligo per i docenti?
Rientra tra le attività funzionali all’insegnamento previste all’art. 29 comma 2 del CCNL Scuola 2006/2009?
In realtà, si tratta di un obbligo di servizio che è stato imposto per via legislativa, a cui il docente non può sottrarsi e obtorto collo se ne deve fare carico. Il riferimento è l’art. 51 comma 2 del decreto legge n. 5 del 9 febbraio 2012, convertito nella legge n. 35 il 4 aprile 2012.
Dove sta scritto che le istituzioni scolastiche partecipano, come attività ordinaria d’istituto, alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti degli studenti. Questo significa che essendo un’attività ordinaria d’istituto va garantita nella maniera più assoluta e quindi rientrerebbe tra le attività funzionali dell’insegnamento. A supporto di quanto detto ci sono anche sentenze dei alcuni Tribunali che sostengono l’obbligatorietà dell’attività di somministrazione e correzione delle prove da parte degli insegnanti. Inoltre in tali sentenze si sottolinea che tale attività e da considerarsi ai sensi dall’art. 29 del CCNL scuola funzionale all’insegnamento. Da quanto detto risulta poco opportuno da parte degli insegnanti rifiutare l’ordine di servizio di somministrare e correggere le prove Invalsi che, fino a prova contraria, piaccia o non piaccia,  sono un’attività obbligatoria introdotta dalla legge italiana.

“Quota 96”: fatti, per cortesia, non più parole. Diteci come stanno le cose

da tecnicadellascuola.it

“Quota 96”: fatti, per cortesia, non più parole. Diteci come stanno le cose

Redazione

Il prof Giuseppe Grasso, tra i fondatori del Comitato “Quota 96”, ci invia un ulteriore appello ai politici affinché risolvano al più presto l’indecoroso stato di 4000 lavoratori della scuola, rimasti incagliati nelle strambe secche delle legge sulle pensioni

Conosco bene il tono di quelle parole di Manuela Ghizzoni. Tale e quale l’ho sentito echeggiare più volte dai tempi della manifestazione del 29 aprile 2012. Ricordate? E francamente, dopo oltre due anni, non vedo nulla di cui gioire oggi né alcun indizio nuovo per leggere il suo commento in positivo.
Si tratta dell’ennesima procrastinazione di un governo – del governo Renzi, nella fattispecie – nel sanare un diritto dei lavoratori della scuola largamente riconosciuto da tutto l’arco partitico in ben tre commissioni parlamentari.
Non mancano l’ostinazione né la voglia di andare fino in fondo da parte dell’indomita deputata democratica. Ed è una cosa encomiabile. Però ciò non può più bastare. No, cari colleghi educatori, non può più assolutamente bastare. Soprattutto non più oggi.
Si ha come l’impressione che questo tunnel di cui si favoleggia da tempo immemorabile – e che avrebbe dovuto lasciarci aprire lo sguardo verso la luce in più occasioni – si sia trasformato in uno specchietto retrovisore attraverso il quale noi non facciamo che vederci se non rivolti all’indietro, cogliendoci sempre come una vita senza futuro, come un eterno presente schiacciato sul passato.
Che il vostro parlare sia SI SI, NO NO, cari governanti demagoghi e ingannatori, una volta per tutte, perché ciò che è in più viene dal maligno. È giunto il momento, e una volta per tutte, di dirci a chiare lettere come stanno le cose.
Il mondo dell’educazione di Quota 96 vuole riappropriarsi della sua vita mutilata e tranciata dal giorno alla notte con quell’errore commesso dalla legge Fornero.
BASTA CON LE MENZOGNE E CON LE MEZZE VERITÀ! Vogliamo FATTI, non più PAROLE.
Ce lo dovete. Ci avete derubato di un diritto acquisito mentre continuate a far ingrassare, dopo la stagione di Tangentopoli, corruttele vergognose di ogni sorta che abbrutiscono sempre di più il grado della nostra già grama repubblica democratica. Noi del Comparto Scuola e dell’Afam siamo dei lavoratori onesti che vorremmo solo che giustizia fosse fatta definitivamente.
Nulla di più.
Lasciateci andare in pensione in modo da restituire quelle quattromila cattedre ad altrettanti giovani precari anche quarantenni che attendono e attendono, come noi che attendiamo e attendiamo
Giuseppe Grasso

Al via l’edizione 2014 del programma Pestalozzi

da tecnicadellascuola.it

Al via l’edizione 2014 del programma Pestalozzi

L.L.

Dirigenti Tecnici, Dirigenti Scolastici e Docenti di scuole di ogni ordine e grado, con contratto a tempo indeterminato, potranno partecipare anche quest’anno a seminari, scuole estive e moduli di formazione europei, presentando apposita domanda entro il 31 luglio 2014

Parte anche quest’anno il “Programma Pestalozzi”, l’iniziativa prevista nell’ambito delle attività del settore di istruzione e formazione del Consiglio d’Europa, che consente a Dirigenti Tecnici, Scolastici e a Docenti di ogni ordine e grado, con contratto a tempo indeterminato, di partecipare a seminari, scuole estive e moduli di formazione europei.

I candidati in possesso dei requisiti previsti dal bando dovranno far pervenire telematicamente ai rispettivi Uffici Scolastici Regionali, che dovranno indicare l’indirizzo email di riferimento per la ricezione delle candidature, entro il 31 luglio 2014:
– una domanda con oggetto Partecipazione al Programma Pestalozzi promosso dal Consiglio d’Europa. Selezioni 2014;
– il proprio curriculum vitae (format europeo);
– la certificazione linguistica attestante il livello di competenza di una o più lingue straniere, secondo i livelli del QCER (se non laureati in lingue e letterature straniere).
Non possono presentare domanda coloro che (se Dirigenti Scolastici o docenti) non prestino a scuola l’effettivo servizio proprio della loro qualifica.

I candidati selezionati dagli Uffici regionali (massimo cinque), potranno presentare la propria candidatura a partire dal mese di gennaio 2015, scegliendo nell’elenco dell’apposito sito del Consiglio d’Europa – www.coe.int/pestalozzi – i seminari, le scuole estive e i moduli di formazione europei a cui proporsi in base al target group richiesto dal Paese ospitante e alle proprie motivazioni, competenze professionali e capacità linguistiche.
Al rientro in Italia, il candidato dovrà presentare una relazione conclusiva sull’attività svolta in lingua francese o inglese.

Dirigenti scolastici: Puglisi e Marcucci (Pd): “Sciolto nodo tanti contenziosi”

da tecnicadellascuola.it

Dirigenti scolastici: Puglisi e Marcucci (Pd): “Sciolto nodo tanti contenziosi”

Redazione

“La commissione istruzione scioglie il nodo dei tanti contenziosi aperti negli anni sui concorsi a dirigente scolastico”
Dichiarazione dei senatori del Pd Francesca Puglisi e Andrea Marcucci, rispettivamente capogruppo Pd e Presidente della Commissione Istruzione a Palazzo Madama

“In Commissione è stato approvato il Decreto 1430 che prevede misure urgenti per la regolarità dell’anno scolastico. Il Decreto ha l’intento di far terminare l’anno ai dirigenti scolastici della Toscana che, vincitori del concorso del 2011, dovranno ripetere, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato, parte del concorso. Inoltre, prevede l’ulteriore proroga sulle pulizie scolastiche per le regioni Campania e Sicilia, dove non è stata ancora aggiudicata la gara Consip. La Commissione Istruzione del Senato oggi ha approvato un emendamento della relatrice Puglisi che proroga la permanenza dei dirigenti toscani alla guida degli istituti fino al termine dell’anno scolastico in cui avverrà la rinnovazione del concorso secondo le modalità determinate dal Consiglio di Stato . Inoltre, entro il 31/12/2014 stabilisce che venga bandita la prima tornata del nuovo corso concorso nazionale per il reclutamento dei dirigenti scolastici, voluto dal decreto 104 in cui ci sarà una quota riservata per tutti quei soggetti che hanno contenziosi aperti con l’amministrazione dal concorso del 2004 e che attribuirà a coloro che hanno svolto già anni di servizio un punteggio aggiuntivo, includendo quindi anche i presidi incaricati.

La Commissione ha anche approvato un odg che impegna il Governo a rinnovare con sollecitudine il concorso annullato e ad applicare le suddette quote di rieserva per il nuovo corso concorso all’ingresso e all’uscita valutando la possibilità di ridurre al minimo gli spostamenti di sede per coloro che già svolgono le funzioni di dirigente scolastico per favorire la continuità nella guida delle autonomie scolastiche. E’ stato approvato anche un emendamento , sempre della relatrice Puglisi , che proroga al 31/12/2014 quanto già stabilito per le pulizie scolastiche delle regioni Campania e Sicilia e destina 150 milioni di euro per intervento di mantenimento del decoro e di funzionalità degli immobili, consentendo ai dirigenti scolastici delle regioni stesse di effettuare gli interventi, avvalendosi delle stesse imprese che hanno svolto il servizio fino ad oggi, al fine di preservare gli stessi da possibili indebite pressioni”.

La Commissione ha approvato ancora un odg che invita il Governo a fare una valutazione degli effetti che le nuove modalità di gestione delle pulizie scolastiche stanno avendo sulle scuole”. Lo dichiarano, in una nota, i senatori del Pd Francesca Puglisi e Andrea Marcucci, rispettivamente capogruppo Pd e Presidente della Commissione Istruzione a Palazzo Madama .

9 studenti su 10 hanno svolto con diligenza i test Invalsi

da tecnicadellascuola.it

9 studenti su 10 hanno svolto con diligenza i test Invalsi

Pasquale Almirante

Tra gli studenti che hanno preso parte alla prova Invalsi di ieri alle superiori, la stragrande maggioranza, ovvero 9 su 10, ha risposto seriamente e con diligenza ha svolto il compito

Lo sostiene Skuola.net che ha sondato un campione di circa 1.700 studenti. Non sarebbe entrato a scuola il 17% degli alunni, ma di quelli in classe, il 10% avrebbe lasciato il questionario Invalsi in bianco o scritto risposte divertenti o cancellato il codice identificativo.
Circa la stessa percentuale avrebbe usato il telefonino per documentare le sue proteste postandole sui Social. In ultima analisi dunque la somministrazione della prova sarebbe avvenuta per lo più regolarmente.
E infatti, dice sempre Skuola.net, 1 studente su 5 ammette di non essersi impegnato molto, mentre 1 su 10 circa ce l’ha messa tutta, ma solo perché i prof hanno minacciato di mettere i voti sul registro sulla base della prova. Più idealista il 57% complessivo, che ha risposto al meglio possibile perché ha ritenuto fosse la scelta più giusta.

Più variegata la performance dei docenti. Se il 55% è stato attento a controllare come in qualsiasi altro compito in classe, tra il restante 45% c’è chi ha lasciato correre qualche atteggiamento sospetto, pur restando vigile (32% del totale), mentre altri hanno addirittura suggerito (6% circa). Si distingue quel 7% complessivo che, oltre a suggerire, ha lasciato anche copiare liberamente gli studenti. La prova più difficile? Prevedibilmente Matematica, più complicata di Italiano per il 70% degli studenti.

Nel complesso allora nelle scuole non ci sarebbero stati problemi di rilievo, lo sosterrebbe il 77% degli intervistati che sono andati a scuola ma non erano coinvolti direttamente nella somministrazione delle prove. Le proteste negli istituti sarebbero nate soprattutto per iniziativa degli studenti, come risponde circa il 17 % dei ragazzi, ma non è mancato il contributo dei professori, responsabili del boicottaggio per circa il 6%.

Esami di Stato primo ciclo: presidenti cercansi

da tecnicadellascuola.it

Esami di Stato primo ciclo: presidenti cercansi

Aldo Domenico Ficara

Sono molti i casi in cui gli incarichi per svolgere il ruolo di Presidente di commissione agli esami di Stato del primo ciclo ( esami di licenza media ), sono ancora oggi scoperti.

A tal proposito gli Usr competenti per territorio si affannano, mandando comunicati alle scuola superiori di secondo grado, invitando Dirigenti scolastici e docenti ad accettare tale incarico. Forse le ragioni del diniego o delle difficoltà nel trovare insegnanti di scuola superiore di secondo grado stanno nelle righe della normativa, infatti, al Presidente di commissione dell’esame di Stato del primo ciclo spetta esclusivamente il trattamento di missione, come modificato dai commi 213, 215, 216 e 217 dell’art. 1 della Legge finanziaria 23/12/2005 n. 266.

Tale legge ha abolito l’indennità di trasferta (diaria) sia intera sia ridotta, qualunque sia la durata della missione sul territorio nazionale. Per effetto della predetta legge 266/2005, è stato altresì abrogato il compenso forfetario pari ad 1/5 dell’indennità di missione previsto dalla C.M. n. 104 del 16.4.1999 per i Dirigenti scolastici e professori incaricati della presidenza di commissioni di esami di licenza media, entro il perimetro del centro urbano della sede di servizio o di residenza o nell’ambito di distanza inferiore a quella minima prevista dalle norme vigenti in materia di missione. Un altro fattore che potrebbe far desistere nell’accettare questo incarico, risiede nel fatto che gli esami di Stato del primo ciclo di istruzione dello scorso anno scolastico hanno messo in evidenza una forte complessità organizzativa, aumentata dalla modalità di valutazione della Prova Invalsi.

Infatti nel giugno del 2013 le commissioni hanno lavorato a tappe forzate per rientrare nei tempi previsti dal calendario di esami. In altre parole in alcuni casi si sono fatte le ore piccole per correggere gli scritti in tempo utile prima dei colloqui orali a causa di un sistema procedurale sempre più complesso

In arrivo i fondi per pagare i progetti 2012/2013 per le aree a rischio

da tecnicadellascuola.it

In arrivo i fondi per pagare i progetti 2012/2013 per le aree a rischio

Andrea Toscano

La Flc Cgil fa sapere che la Direzione del bilancio del Miur ha reso noto che entro la fine di questa settimana dovrebbero essere resi disponibili sul “cedolino unico” i fondi per pagare il personale docente e Ata impegnato nei progetti per le aeree a rischio e a forte processo immigratorio relativi all’a.s.. 2012/2013.

“Finalmente in arrivo i fondi per pagare i progetti per le aree a rischio e a forte processo immigratorio 2012/2013”: lo evidenzia la Flc Cgil, che aggiunge: “il Miur sta, infatti, per terminare il lavoro di attualizzazione dei codici meccanografici delle scuole completamente stravolti dopo il dimensionamento della rete scolastica. Era l’ultima operazione da fare, dopo l’avvenuta  registrazione del Contratto integrativo nazionale da parte degli organi di controllo”.

Si dovrebbe così concludere una vicenda che si è trascinata per circa un anno, impedendo la retribuzione di docenti e personale Ata impegnati nei progetti per le aeree a rischio e a forte processo immigratorio in relazione all’anno scolastico 2012/2013.

Recupero del bonus fiscale sui contributi previdenziali

da tecnicadellascuola.it

Recupero del bonus fiscale sui contributi previdenziali

L.L. 

L’Inps illustra le modalità procedurali con le quali lavoratori dipendenti e assimilati riceveranno il credito nella busta paga di maggio e in quelle successive

Con la circolare n. 60 del 12/5/2014 l’Inps ha illustrato come avverrà il recupero del bonus fiscale introdotto dall’articolo 1 del DL n. 66/2014 sui contributi previdenziali.

Ricordiamo che per l’anno 2014, l’articolo 1 del decreto riconosce – ai titolari di reddito di lavoro dipendente e di taluni redditi assimilati, la cui imposta lorda sia superiore alle detrazioni da lavoro loro spettanti – un credito così articolato:

  • per i possessori di reddito complessivo non superiore a 24.000 euro, il bonus è pari a 640 euro;
  • in caso di superamento del limite di 24.000 euro, il credito decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un livello di reddito complessivo pari a 26.000 euro.

Il decreto prevede che il credito venga erogato sugli emolumenti corrisposti in ciascun periodo di paga, rapportandolo al periodo stesso.

Ai fini del recupero degli importi riconosciuti, il sostituto d’imposta utilizza, fino a capienza, l’ammontare globale delle ritenute disponibili in ciascun periodo di paga e, per la differenza, i contributi previdenziali dovuti per il medesimo periodo di paga.

Con la circolare l’Inps spiega le modalità che i datori di lavoro/committenti dovranno utilizzare per il recupero del bonus erogato nei casi in cui, esaurita la sfera fiscale, si debba intervenire sulle contribuzioni dovute all’Istituto.