Per la nuova Europa: investimenti su scuola, tecnologie e lavoro

Per la nuova Europa: investimenti su scuola, tecnologie e lavoro

Di Menna: bene Renzi a Bruxelles

UE | Ricerca Uil: in 13 paesi a scuola fino a 18 anni, in 16 si va fino a 19

Oggi seminario a Roma con i licei e gli istituti superiori che sperimentano il percorso di studi in quattro anni

 

Si è svolto stamattina a Roma, all’istituto comprensivo di Via Puglie, il seminario organizzato dalla Uil Scuola sulla sperimentazione di quattro anni del ciclo di studi delle scuole superiori. A mettere in comune e a confrontarsi su questo percorso che inizierà il prossimo settembre sono stati, coordinati dal segretario nazionale Uil Scuola, Noemi Ranieri, i dirigenti scolastici dell’istituto tecnico “ E. Toti” di Busto Arsizio, dell’ I.T.I.S. “E.Majorana” di Brindisi, del Liceo Classico “Orazio Flacco” di Bari, dell’ I.S.I.S.S. “Carlo Anti” di Villafranca, Verona e dell’ I.I.S. “Telesia” di Telese Terme in provincia di Benevento.

Sono emersi aspetti di impostazione comuni: approccio internazionale, specificità del curriculum, superamento dell’aula tradizionale, nuove tecnologie, book in progress autoprodotti.

Su queste sperimentazioni si è aperto un confronto con gli esperti, l’ispettore Maurizio Tiriticco e il professor Giorgio Salerno che è stato dirigente degli istituti italiani a Parigi e Istanbul e che ha ricordato come le scuole italiane all’estero hanno un percorso quadriennale.

Non è detto che sia la via da seguire – ha detto Massimo Di Menna nel suo intervento – ma è necessario che, sulle sei classi che da settembre inizieranno le sperimentazioni, ci sia una particolare attenzione e cura. Va evitata, anche considerando la dimensione molto ridotta della sperimentazione, che si determinino contrapposizioni esterne del tutto ideologiche.

Il Ministero deve garantire l’organico, considerando che il corso di studi si ridistribuisce su quattro anni. Non ci debbono essere tagli.
Deve essere assicurato un supporto e un monitoraggio dal Ministero; non si può semplicemente delegare alle Direzioni Regionali.

Pensiamo che possa esserci un utilizzo flessibile del quinto anno – ha aggiunto Di Menna – di sinergia con l’università per l’orientamento e attivazione del percorso di studi, con ITS con formazione in apprendistato, in alternanza. Abbiamo espresso il nostro apprezzamento nei confronti degli insegnanti che stanno mostrando grande impegno e professionalità per un sperimentazione che è anche didattica e organizzativa così come abbiamo evidenziato come in tante scuole del nostro paese ci siano insegnanti impegnati nelle innovazioni metodologiche e didattiche per garantire esiti formativi di qualità; purtroppo tale impegno avviene con appesantimenti burocratici e senza i dovuti riconoscimento economici e professionali.

Una nuova riforma dell’ordinamento e dei cicli non è certamente una delle priorità del sistema scolastico, tra l’altro non è quello che ci chiede l’Europa – ha precisato Di Menna. L’Europa ci ha chiesto di fare due cose: far recuperare le scuole che dalle rilevazioni risultino in difficoltà in termini di standard formativi e riconoscere ed incentivare economicamente l’impegno professionale.

Per quanto riguarda i cicli ci sono due aspetti da tenere in considerazione: vanno organizzati partendo da organici stabili. Non devono essere strumentali per fare tagli. E vanno realizzati in modo sperimentale.

Non ci convince – ha detto ancora il segretario generale della Uil Scuola – l’ipotesi di un inizio obbligatorio a 5 anni della scuola primaria. Questo perché, di fatto, l’anticipo a 5 anni è una cosa che già c’è. Fissarlo per legge, significa non tener conto delle esperienze già maturate. E’ meglio affidare agli insegnanti, il suggerimento individuale alle famiglie, rispetto all’anticipo o meno.

Per dare qualità al sistema di istruzione occorre farlo diventare perno per una diversa Europa. La via da seguire è quella indicata dal premier Renzi ieri a Bruxelles: per la nuova Europa, investimenti su scuola, infrastrutture tecnologiche e lavoro.

 

Firmato Protocollo d’Intesa Mibact-Miur

Firmato Protocollo d’Intesa Mibact-Miur
per promuovere la conoscenza e la tutela del patrimonio culturale
Franceschini: “Fondamentale puntare sulle scuole”

Giannini: “Istruzione e Cultura due pilastri per il paese”

Promuovere e consolidare la conoscenza e la tutela del patrimonio culturale italiano fra gli studenti attraverso concorsi, attività di alternanza scuola-lavoro, progetti e viaggi di istruzione mirati. È l’obiettivo del Protocollo d’intesa siglato questa mattina a Roma dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, e dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini.
L’accordo fra i due dicasteri, di durata triennale, punta a creare una fitta rete di comunicazione fra il nostro sistema dei beni culturali e le scuole italiane (presenti sul territorio nazionale e all’estero). Il Protocollo prevede, fra i suoi punti principali, l’elaborazione di un progetto nazionale di alternanza scuola-lavoro per i ragazzi delle superiori. Gli studenti che prenderanno parte a queste attività, oltre a potersi orientare sulle professionalità e le competenze richieste nei settori della cultura, potranno far valere le loro esperienze sul ‘campo’ come crediti formativi curriculari.

Nell’ambito del Protocollo verranno poi estese le agevolazioni già previste dalla “Carta dello Studente” per avvicinare i giovani ai beni e alle attività culturali. In accordo con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, saranno studiate iniziative specifiche per incentivare la fruizione del circuito archeologico vesuviano. Il Miur promuoverà corsi di aggiornamento e formazione per i docenti e concorsi studenteschi dedicati alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano. Il Mibact rafforzerà i propri rapporti con le istituzioni scolastiche aiutandole anche nella definizione delle mete dei viaggi d’istruzione, con l’obiettivo di far conoscere il più possibile pure i patrimoni e le risorse culturali locali ed educare i giovani al rispetto dei valori del paesaggio. Particolare attenzione sarà posta agli alunni con diverse abilità per incentivare, attraverso la formazione degli insegnanti e strumenti didattici adeguati, le loro possibilità di fruizione del patrimonio culturale.

“L’educazione dei giovani alla bellezza, al rispetto e alla comprensione del patrimonio, passa attraverso un profondo lavoro di formazione che coinvolge le scuole di ogni ordine e grado e anche tutte le istituzioni – ha sottolineato il Ministro Franceschini -. Investire nella scuola è dunque fondamentale per trasmettere l’amore per il nostro patrimonio. Il Protocollo siglato oggi tra il Mibact e il Miur contribuisce ad accrescere le esperienze e a stimolare l’interesse degli studenti verso lo sterminato patrimonio storico, artistico e archeologico del nostro Paese”.

“Quello che abbiamo siglato è un Protocollo molto operativo che punta a fare dell’istruzione e della cultura due pilastri per il nostro paese sensibilizzando studenti e docenti ad approfondire la conoscenza del nostro immenso patrimonio culturale – ha spiegato il Ministro Giannini –. I nostri Ministeri lavoreranno in stretta collaborazione per promuovere azioni come, ad esempio, il rilancio della lettura fra i giovani perché si legge troppo poco. Favoriremo poi viaggi di istruzione mirati e iniziative di alternanza scuola-lavoro nell’ambito delle istituzioni culturali. Oggi rinasce insomma quell’alleanza fra istruzione e cultura che è naturale ovunque, ma specialmente in un paese come il nostro”.

Cyberbullismo

Cyberbullismo, Giannini: fondamentale collaborazione Miur-Polizia di Stato

“La collaborazione fra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e la Polizia di Stato è fondamentale per contrastare fenomeni come il cyberbullismo”. Così il Ministro Stefania Giannini in occasione della giornata conclusiva del progetto ‘Una vita da Social’. “Un’iniziativa – sottolinea  Giannini – a cui il Miur porta con orgoglio il suo supporto visto l’alto numero di studenti che riesce a coinvolgere educandoli, insieme alle loro famiglie e ai docenti, ad un uso sano e consapevole del Web. La Rete è oggi uno strumento prezioso e imprescindibile per favorire e diffondere la conoscenza. Ma – continua Giannini – può riservare brutte sorprese e incontri sbagliati soprattutto a chi, come i giovani, fa grande uso dei social. Non bisogna demonizzare la piazza virtuale, ma la scuola e le istituzioni in genere hanno il dovere di utilizzare gli strumenti a loro disposizione per parlare con i ragazzi e guidarli ad un uso corretto delle nuove tecnologie e degli strumenti di comunicazione. Questo affinché, nella vita virtuale come in quella reale, sappiano guardarsi dalle cattive compagnie. Ringrazio la Polizia di Stato per il suo impegno e confermo la volontà del mio Ministero di continuare ad essere partner di iniziative che hanno al centro la tutela dei nostri ragazzi”.

Adesso giustizia sociale

FISH a Renzi: adesso giustizia sociale

Calati i toni di una intensa campagna elettorale, FISH ritrova il clima più consono per rilanciare i temi che più le appartengono: quelli delle politiche sociali.

“Ci aspettavamo che un decreto che ha nell’oggetto la giustizia sociale cogliesse l’occasione per un rilancio delle politiche sociali a favore delle persone con disabilità, gli anziani, i minori.”

La riflessione è di Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, a margine del Decreto-legge 66/2014, più noto per essere il provvedimento che ha concesso i “famosi” 80 euro nelle buste paga di chi ha un reddito inferiore ai 24mila euro. Il decreto è in questi giorni all’esame del Parlamento per la conversione in legge.

“È un provvedimento che contiene molti elementi positivi in termini di trasparenza e ristrutturazione della gestione pubblica, che spinge verso una modalità di spesa più razionale, contenendo sprechi e abusi. Ma prevede anche significative restrizioni per Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni. Oltre che ai Ministeri.”

Il decreto, in effetti, impone risparmi per 2,1 miliardi nel 2014.

Ai Ministeri 200 milioni (300 nel 2015 e nel 2016) vengono “tagliati” direttamente dal decreto-legge riducendo i relativi stanziamenti. I rimanenti 500 dovranno essere recuperati direttamente dagli stessi Ministeri.

Il Ministero dell’Istruzione, ad esempio, restituisce 6,3 milioni per il 2014 e 9,4 milioni per ciascuno dei due anni successivi. La preoccupazione corre all’obbligo di aggiornamento in servizio sulle didattiche inclusive, ottenuto dalle associazioni in sede di approvazione della Legge 128/2013 e che verosimilmente è destinato a rimanere lettera morta.

Ma poi tocca a Comuni, Città metropolitane e Province.

Il decreto impone loro risparmi di 700 milioni per il 2014 e di oltre un miliardo per ciascuno dei prossimi tre anni. Il risparmio dovuto dagli Enti locali sarà calcolato sulla loro spesa nell’ultimo triennio. È un calcolo indistinto, però, che comprende sia voci di ordinaria amministrazione e gestione che servizi sociali come le mense e i servizi scolastici o le rette in struttura per disabili, minori, anziani.

Paradossalmente verrebbero premiati i Comuni che meno spendono in servizi alla persona o che, magari, pretendono una maggiore partecipazione alla spesa.

“Ci sembra prevalga ancora la logica dei tagli lineari. – prosegue Falabella – Non si opera alcuna distinzione fra il tipo di spesa e la qualità dei servizi erogati dai Comuni e dalle Città metropolitane. Vengono messi sullo stesso piano la carta per le fotocopie e i servizi per i disabili o ai minori. Quella che era un’occasione di riqualificare la spesa e per premiare i Comuni più virtuosi in termini di politiche sociali rischia di andare persa se il Parlamento non interviene in sede di conversione in legge.”

La FISH chiede, quindi, un intervento correttivo su tali criteri, primo ed importante presupposto per rilanciare in modo efficace la spesa sociale (agli ultimi posti in Europa), per attuare il Piano di azione biennale per la disabilità e per ripensare l’inclusione sociale e il contrasto all’impoverimento senza i quali non vi è giustizia sociale.

DEROGA A TETTO DEFICIT 3% ANCHE PER ISTRUZIONE

GILDA A RENZI: “DEROGA A TETTO DEFICIT 3% ANCHE PER ISTRUZIONE”
Il premier Renzi includa anche la scuola tra le spese infrastutturali e per gli investimenti da scorporare dalla soglia del deficit al 3%”. A chiederlo è la Gilda degli Insegnanti riferendosi all’intervento del presidente del Consiglio al vertice post elezioni di Bruxelles.
Renzi ha parlato di un’operazione keynesiana che prevede l’investimento di 150 miliardi di euro per la crescita in 5 anni. Ed è proprio nell’ottica dello sviluppo – spiega il coordinatore nazionale Rino Di Meglio – che chiediamo al Governo di inserire anche l’istruzione nella deroga al tetto del 3%, perchè destinare più risorse a questo settore significa coltivare la formazione delle nuove generazioni e quindi investire nel futuro dell’Italia”.

Incontro con Mario Priore

Incontro con Mario Priore

a cura di Mario Coviello

prioreÈ possibile emozionare, divertire e appassionare i nostri ragazzi alla letteratura per l’infanzia, all’arte, alla scienza, al paesaggio e alla musica? Si possono creare dentro e oltre la scuola occasioni nelle quali i nostri bambini si cimentano in spericolate acrobazie del pensiero immaginifico e critico, imparano a stravolgere un problema, a mescolare ipotesi e a ricercare nuove e creative associazioni di idee? Qual è il valore educativo dell’impertinenza?

Lezioni impertinenti, a cura di Marnie Campagnaro,Corraini edizioni,maggio 2014, è un manuale di educazione alla creatività e alla curiosità, una rivendicazione del ruolo irrinunciabile, all’interno degli ambienti scolastici ed educativi, del pensiero multidimensionale, complesso, sviluppato su tempi e modalità più distesi e rallentati.

Il libro, diviso in cinque sezioni (Letteratura per l’infanzia, Arte, Scienza, Musica e Paesaggio) raccoglie saggi, proposte educative e laboratori di docenti, educatori,bibliotecari, designer,musicisti,illustratori, che da anni lavorano nelle scuole, biblioteche, università, con gruppi e associazioni culturali e ricreative.

Nella sezione del libro “ Esperienze e laboratori” si racconta Mario Priore, docente di Materie Letterarie dell’Istituto Comprensivo di Bella e anima della “ Bibliomediateca “ A. Malanga “ della scuola. La biblioteca da circa 20 anni opera nel territorio con Il Premio Nazionale di Letteratura per l’infanzia “ Città di Bella “, mostre del libro e, nell’ultimo periodo, con ben sette Tornei fra scuole in rete che si sfidano su libri per bambini e ragazzi e che si confrontano con autori come il premio Andersen 2012 Antonio Ferrara, Angela Nanetti, Emanuela Nava, Alfredo Stoppa, Federico Appel e tanti altri.

Il contributo di Mario Priore a “Lezioni impertinenti”, si intitola “In biblioteca con stile. Scritture impertinenti”. Gli abbiamo rivolto alcune domande sulla biblioteca scolastica, sui laboratori a scuola e sulle nuove tecnologie. Ecco le sue risposte

Chi è Mario Priore?

Partiamo male, perché è una domanda difficile! Però mi pare che la risposta sia già sinteticamente indicata nella presentazione che mi hai fatto. Si evince che la lettura è la mia passione, insieme alla ricerca didattica, aggiungo io. E di lettura mi è piaciuto (e mi piace) nutrire le mie schiere di allievi. Essere cultore della materia in Letteratura per l’infanzia presso l’Università di Padova è stato un riconoscimento che mi ha spronato a fare sempre meglio nella promozione del libro tra i bambini e i ragazzi. Faccio parte del Gruppo di Ricerca sulle Biblioteche Scolastiche (G.RI.B.S.) e con i colleghi veneti portiamo avanti numerose iniziative per la valorizzazione delle biblioteche nelle scuole. D’altra parte, la Bibliomediateca di Bella, di cui sono responsabile, ha rappresentato il terreno concreto su cui esercitare attività di ricerca e di confronto con i più qualificati rappresentanti della letteratura per ragazzi.

Perché fai l’insegnante per quasi 20 anni di scuola elementare e da due anni di scuola media ?

Preciso: ho insegnato per 29 anni nella scuola primaria. Posso dire che è stata un’esperienza formidabile rapportata alla mia passione per i libri. I bambini, più dei grandi, amano leggere e ti ascoltano rapiti quando leggi tu una storia o un racconto. Grazie a loro mi sono appassionato agli albi illustrati, da cui poi traggo ispirazione per fare laboratori di lettura e di scrittura. Ricordo ancora la disperazione di un bambino che aveva esaurito le letture di Roald Dhal in biblioteca ed era entrato in “crisi d’astinenza”. Crisi positiva però, perché ha imparato a scoprire nuovi autori, e poi gli abbiamo messo a disposizione anche nuovi titoli del suo autore preferito. Nella scuola media è opinione diffusa che si faccia più fatica a proporre il libro. La mia esperienza di bibliotecario e di insegnante testimonia, però, che anche per i ragazzi più grandi il libro può avere una sua forza attrattiva se mediato con passione e rielaborato attraverso modalità espressive proprie della multicanalità, che esercita un forte fascino sugli adolescenti.

Nel passaggio fra scuola elementare e media quali difficoltà hai incontrato ? Hai cambiato stile di insegnamento?

Essere responsabile del servizio bibliotecario mi ha permesso di lavorare con bambini e ragazzi, dalle materne alle scuole medie. Fondamentale è stata anche la collaborazione con i docenti dei diversi gradi scolastici. Quindi non ho incontrato particolari difficoltà di approccio con gli allievi più grandi delle medie.

La biblioteca, che è il luogo per eccellenza dove si mettono a disposizione risorse per supportare i processi di insegnamento e di apprendimento, è un crocevia di stili, metodi e modi diversi di veicolare informazioni. Ciò mi ha consentito di conoscere meglio i ragazzi, le loro richieste, i loro problemi, non solo come alunni, ma come persone portatrici di valori, che desiderano essere ascoltate, ma che vogliono anche diventare protagoniste nel loro percorso di apprendimento. Il passaggio alla scuola media è stato dettato proprio dalla voglia di mettersi in gioco con una fascia d’età più problematica, che è quella adolescenziale, rispetto alla quale occorre adattare il proprio modo rapportarsi. L’insegnante, con il suo comportamento, la sua passione per la disciplina, la capacità di prestare attenzione non solo al programma ma alle singole individualità, può diventare per i ragazzi un riferimento positivo o, al contrario, generare distacco e indifferenza. In questo secondo caso ci sarebbe da preoccuparsi.

Serve la scuola alle nuove generazioni? Come deve essere la scuola per coinvolgere, motivare, interessare?

Se rivolgessi questa domanda a loro, agli alunni, molti potrebbero rispondere di no. La scuola fa fatica ad appassionare ed oggi soffre la concorrenza di altre agenzie formative. Però può essere di fondamentale importanza per la formazione del pensiero critico, per l’esercizio della cittadinanza, per lo sviluppo di competenze, se l’alunno fosse veramente posto al centro dell’azione didattica. Questo implica un ripensamento degli attuali modelli di organizzazione scolastica, troppo orientati verso il paradigma dell’uniformità (classi, lezioni frontali, aule, raggruppamenti di alunni per età…). Ma comporta anche un cambiamento della didattica, ancora schiacciata sul modello della lezione frontale piuttosto che su approcci metodologici che promuovono il problem solving, il lavoro di gruppo, la capacità di ricercare, valutare e rielaborare l’informazione.

Di cosa ha bisogno la scuola pubblica italiana per educare ed istruire le giovani generazioni?

Sicuramente non dell’accanimento riformistico degli ultimi anni, che non ha inciso in maniera significativa sugli assetti pedagogico-didattici e metodologici. D’altra parte le cosiddette riforme pare siano state dettate più da esigenze di risparmio sulla spesa che da un reale convincimento che l’istruzione pubblica sia un fattore determinante per la crescita economica e sociale di uno stato moderno. La scuola ha bisogno di recuperare quella credibilità che è venuta a mancare negli ultimi anni. I docenti non sono riconosciuti come professionisti dell’istruzione e la scuola stessa è sentita ancora come un obbligo e non come un’opportunità di crescita delle nuove generazioni. Ciò è anche il frutto di politiche scolastiche contraddittorie e di una campagna mass-mediatica che esalta alcune criticità e fa passare in secondo piano l’impegno di tantissimi docenti, dirigenti e allievi che vivono la scuola con passione e senso del dovere.

Nel tuo contributo parti proprio da due tue idee forti “laboratorio“ e “competenza comunicativa“. Ce le vuoi spiegare?

L’idea di laboratorio non è associata solo ad uno specifico luogo fisico, ma ad un’impostazione didattica aperta alla ricerca e alla sperimentazione di modelli capaci di favorire la comunicazione, sia essa scritta, verbale o multimediale. Nel caso specifico, il laboratorio di comunicazione ed espressione, svolto interamente nella biblioteca scolastica, ha fatto leva sul vissuto dei ragazzi, sulle loro esperienze reali, per approdare a forme di scrittura che reinventano modelli narrativi preesistenti. Le Indicazioni Nazionali per il curricolo evidenziano lo stretto rapporto esistente tra la lettura e la scrittura. L’allievo che ha la possibilità di fruire di una larga varietà di testi è messo nelle condizioni di individuare le strutture narrative, ovvero i modelli che ne sono alla base, che poi vengono assunti come riferimenti nelle produzioni comunicative. Come si può vedere, ancora una volta il ruolo della biblioteca si rivela determinante per la qualità delle risorse che può mettere a disposizione.

Nel tuo contributo sottolinei ..” Si tratta di far parlare i ragazzi su tematiche per loro significative. Farli aprire, dar loro fiducia, fare in modo che si sentano persone e non solo alunni, aiuta a farli parlare..”Sappiamo bene che per i ragazzi il linguaggio più usato è quello degli sms, il linguaggio del corpo e soprattutto siamo consapevoli che i ragazzi non si fidano degli adulti..con essi sono reticenti..si nascondono. Nella esperienza di scrittura impertinente che racconti in Lezioni impertinenti “l’arrabbiatura di un professore per un comportamento poco corretto di alcuni alunni”, parti proprio dalla vita vera della scuola e chiedi agli alunni di raccontarla, di elaborarla. E’ questa la chiave per interessare, coinvolgere, far scrivere e parlare i ragazzi?

La scuola che vuole promuovere competenze non può prescindere dal contesto esperienziale dei ragazzi. Quando si parla di competenze si parla anche di compiti significativi e di valutazione autentica, che sottendono il riferimento a situazioni della vita reale. E’ vero che i ragazzi sono piuttosto reticenti a parlare di sé, ma la comunicazione può essere stimolata ricorrendo a strategie diverse. C’è chi interviene senza problemi in una conversazione, chi ha bisogno di essere spronato, chi racconta il suo vissuto attraverso la scrittura, chi con un breve video. Maria fa fatica ad esporre oralmente il contenuto di un argomento di studio, ma scrive la sceneggiatura di un cortometraggio di 26 pagine. Luigi fa ancora errori ortografici, ma compone delle splendide poesie. Dobbiamo abituarci a non chiedere a tutti la stessa cosa, perché questo significa negare le specificità di ognuno.

Sei il responsabile della biblioteca di Bella. La biblioteca è la tua vita. Perché hai dedicato tanti anni della tua vita alla sua creazione e al suo sviluppo?

Perché ho creduto inizialmente in un progetto – la promozione della lettura – e successivamente in un servizio: la creazione di un ambiente di apprendimento aperto alla multimedialità, dove il libro dialoga con le nuove tecnologie, dove alunni e docenti sperimentano percorsi di ricerca dell’informazione, dove si mettono a disposizione dei docenti e degli allievi risorse informative e si documentano le attività svolte. Se penso allo stato di sofferenza attuale della nostra biblioteca, privata del personale durante l’anno scolastico, mi viene da considerare che tutto il lavoro di quasi 20 anni sia stato inutile. Poi ripercorro mentalmente le tappe che hanno portato la biblioteca scolastica di Bella ad essere un’eccellenza sul territorio italiano, e allora rivedo le migliaia di bambini e ragazzi che hanno avuto l’opportunità di fruire di una vasta scelta di libri, di incontrare tantissimi autori e illustratori, di praticare attività di ricerca. E poi la condivisione delle attività con colleghi meravigliosi che hanno offerto generosamente la loro collaborazione, hanno creduto nelle potenzialità formative della lettura e testimoniato con la loro presenza assidua, insieme ai propri alunni, che la biblioteca è un vero ambiente di apprendimento. Non potrei immaginare una scuola senza una biblioteca funzionale alla realizzazione del curricolo scolastico. Purtroppo accade che anche le migliori realtà siano penalizzate da politiche scolastiche incongruenti, a cominciare dal mancato riconoscimento del ruolo del bibliotecario. Il destino delle biblioteche, in Italia, si gioca tutto sulla provvisorietà degli interventi e sulla mancanza di norme chiare e definite.

Qual è il tuo rapporto con i libri? Quale è stato il primo libro che hai letto. Qual è il tuo libro più importante?

Il mio rapporto con i libri? Di dipendenza assoluta. Non riesco a smettere, nonostante i tentativi di disintossicazione a base di pc e iPad. Segno che le nuove tecnologie non sono concorrenziali con i libri e la lettura. Lo diventano se non si propongono valide alternative, se la lettura diventa imposizione e non condivisione. Produrre un booktrailer, ad esempio, comporta che i ragazzi abbiano letto o ascoltato un libro, operato la selezione di frasi significative, cercato immagini e video che dialogano con le musiche e con i testi, rielaborato il tutto in chiave multimediale con l’uso delle nuove tecnologie. È una modalità di lettura trasversale, dove il testo scritto dialoga con altri linguaggi, si integra con essi e ne potenzia l’efficacia comunicativa. È una delle possibili alternative alle classiche schede di comprensione che, soprattutto alla scuola media, finiscono per allontanare i ragazzi dal libro. Ricordo che la lettura del mio primo libro, Senza Famiglia, è avvenuta proprio al di fuori del contesto scolastico, che non offriva occasioni di lettura in quanto privo di biblioteca. Anche in età più adulta ho continuato a leggere per conto mio. Non ricordo un maestro o una professoressa che abbia mai letto in classe. Non ho un libro più importante. Certo, ce ne sono alcuni che magari ho letto più volte perché in certi momenti li hai sentiti più vicini al tuo personale vissuto. Ho imparato, col tempo e con il contatto con grandi divulgatori come Livio Sossi, che un libro non si sceglie solo per il contenuto, ma soprattutto per la forma, per lo stile, per il modo in cui racconta le cose. E questo mi ha aiutato molto a distinguere i buoni dai cattivi libri.

Quali libri consiglieresti ai docenti e ai tuoi alunni?

Le lacrime dell’assassino, Aquiloni nella notte, L’uomo che coltivava le comete, Il volo dell’angelo, La schiappa, Stargirl, Bocciato… Li consiglio a tutti, docenti e alunni, per la delicatezza del linguaggio che dà forza espressiva al contenuto. Un consiglio, scontato, ai miei colleghi: dovrebbero leggere di tutto e conoscere le pubblicazioni per i ragazzi. Per questo è importante la presenza della biblioteca nella scuola. Diversamente, non vedo come si possa veicolare la lettura e farla amare ai propri allievi.

Scuola, prof precari in lista fino a 66 anni. Lo dice il decreto del Ministero

da Repubblica.it

Scuola, prof precari in lista fino a 66 anni. Lo dice il decreto del Ministero

E’ dello scorso 22 maggio: sancisce il limite d’età per potersi inserire nelle graduatorie delle scuole. D’altra parte tra i supplenti il 13% è ultracinquantenne e  1.700 hanno varcato la soglia dei 60
di SALVO INTRAVAIA

Per iniziare la tortuosa e lunghissima carriera di precario della scuola c’è sempre tempo. Anche oltre i 60 anni. Secondo l’ultimo decreto sull’aggiornamento delle graduatorie d’istituto, pubblicato dal ministero dell’Istruzione lo scorso 22 maggio, ci si può inserire in lista fino alla veneranda età di 66 anni e tre mesi. Sorprende, ma è scritto nero su bianco all’articolo 3 del provvedimento tra i “requisiti generali di ammissione”. Così, un ultrasessantenne fa sempre in tempo a cimentarsi con le supplenze, anche all’età che un tempo veniva considerata buona per lasciare il posto di lavoro e godersi la meritata pensione.

Il decreto in questione  –  quello sulle graduatorie d’istituto  –  sembra la metafora della situazione in cui si trovano centinaia di migliaia di persone oggi nel Belpaese: lavoro precario, quando va bene, con l’obbligo di rimanere sulla breccia anche con i capelli bianchi. E le graduatorie in questione  –  quelle d’istituto  –  rappresentano l’inferno di quel magma riconosciuto come precariato della scuola. Perché le scuole possono attingere ai suoi iscritti soltanto per supplenze brevi. Le supplenze annuali e fino al termine delle attività didattiche vengono assegnate dai provveditorati sulla base di altre graduatorie: quelle ad esaurimento, che contengono circa 168mila pretendenti.

Tra i cosiddetti precari storici  –  quelli inseriti nelle graduatorie ad esaurimento  –  ci sono oltre mille e 700 ultrasessantenni. E gli ultracinquantenni rappresentano il 13 per cento del totale. Nelle graduatorie d’istituto confluiscono questi ultimi  –  i 168mila di prima che vengono collocati in prima fascia. E a seguire  –  in seconda fascia  –  abbiamo gli abilitati che non sono riusciti ad entrare nelle liste ad esaurimento, mentre in terza fascia si collocano tutti coloro che non hanno il titolo per insegnare, l’abilitazione, ma quello  –  il diploma di laurea  –  che consentirebbe loro di partecipare al concorso. In tutto, tra seconda e terza fascia, poco meno di 300mila persone in cerca di una supplenza e uno stipendio per qualche settimana.

Scuola superiore, liceo prima scelta Debutto col botto per quello sportivo

da La Stampa

Scuola superiore, liceo prima scelta Debutto col botto per quello sportivo

I dati del Ministero: 537 mila gli iscritti al primo anno, Uno su due al liceo

Sono 537.242 gli studenti che si sono iscritti al primo anno delle superiori e di questi oltre 267.534 hanno scelto un indirizzo liceale (pari al 49,8%), confermando il segno positivo (+0,9 punti percentuali) già fissato nel 2013/14; il 30,8% per un istituto tecnico; il 19,4% per un istituto professionale. Calano, invece, le iscrizioni ai Tecnici (-0,4) e ai professionali (-0,5).

 

È quanto emerge da un focus del Miur sulle iscrizioni scolastiche 2014-2015. Con 122.140 richieste di iscrizione, il liceo scientifico si conferma l’indirizzo preferito (22,7% di iscritti sul totale nazionale). In particolare, piace l’opzione delle Scienze applicate in cui prevale l’area scientifico-tecnologica (scelta dal 6,3% degli studenti), mentre l’indirizzo tradizionale registra un calo di 0,8 punti percentuali compensato dal successo delle sezioni sportive, grande novità per il prossimo anno (4.456 domande). Il Linguistico cresce con un incremento delle preferenze di 0,5 punti percentuali con 47.429 iscritti. Il liceo classico con il 6% di richieste risulta leggermente in flessione (erano il 6,1% lo scorso anno); mentre segnano un piccolo incremento di 0,1 punti percentuali i licei Musicali e il liceo Artistico. In aumento le preferenze per le Scienze Umane: +0,3.

 

Sul fronte geografico, la percentuale di alunni che sceglie di proseguire gli studi seguendo un indirizzo liceale supera ampiamente la media nazionale (pari al 49,8%) nelle regioni del Centro (55,4%), con punte particolarmente elevate in Lazio (61,0%) e Umbria (54,6%). Gli istituti tecnici piacciono di più al Nord, in particolare nel Nord-Est (36,4%) dove gli iscritti sono il 37,8% in Veneto e il 37% in Friuli Venezia Giulia; al Nord-Ovest è la Lombardia (34,3%) a superare la media nazionale del 30,8% di iscritti. Infine i percorsi professionali nel Mezzogiorno raggiungono in media il 21% di iscrizioni: in particolare Campania, Puglia (22,1%) e Basilicata (22,0%) registrano i valori più elevati. Emilia Romagna (21,8%) e Marche (21,7%) mostrano una quota di iscritti agli istituti professionali superiore alle rispettive aree geografiche. Dalla distribuzione percentuale degli iscritti ai licei per area geografica emerge che nelle regioni del Mezzogiorno uno studente su tre predilige l’indirizzo scientifico. Al Nord invece si evidenzia una preferenza per le scienze applicate (16% e 17% rispettivamente nel nord-ovest e nord-est). Gli studenti del Centro, infine, si orientano soprattutto per il percorso linguistico (19,6%).

Graduatorie d’Istituto, nessuna scadenza per il modello B

da tecnicadellascuola.it

Graduatorie d’Istituto, nessuna scadenza per il modello B

Alessandro Giuliani

A quasi una settimana della pubblicazione del decreto 353/2014 di aggiornamento delle graduatorie d’Istituto non è stata ancora determinata la data per la presentazione del documento, da inviare per via telematica, necessario per l’individuazione delle 10 o 20 scuole prescelte nell’ambito della provincia. Rimane confermata, invece, la scadenza del 23 giugno per l’invio degli altri modelli cartacei (A/1, A/2 e A/2BIS) da inviare con raccomandata.

I circa 500mila supplenti interessati all’invio della domanda non hanno ancora la possibilità di inoltrare il modello B: un’indicazione temporale importante di cui non c’è traccia nemmeno nel decreto n. 353/2014, articolo 7 comma 6, dove non viene fissata alcuna data di scadenza. E ad oggi dal ministero dell’Istruzione non è stata nemmeno indicata una data approssimativa per l’invio del modello stesso.

Si tratta di un documento fondamentale per il buon esito dell’aggiornamento delle graduatorie d’Istituto: attraverso il Modello B, infatti, ogni candidato alle supplenze indica quali sono le 10 o 20 scuole (il numero dipende dal ciclo scolastico prescelto) dove i candidati desiderano essere collocati in graduatoria.

Per inviarlo, obbligatoriamente tramite il sistema telematico Istanze On lineal primo degli istituti scolastici prescelti, è inoltre necessaria l’attivazione di una piattaforma telematica di cui ad oggi non si hanno notizie. Si tratta di un passaggio previsto anche dal bando ministeriale: il Miur dovrà infatti mettere a disposizione dei candidati all’aggiornamento delle graduatorie la “sezione dedicata ‘Istanze on line – presentazione delle istanze via web – inserimento mod. B”. Come già indicato in precedenza, consigliamo tutti coloro non l’avessero ancora provveduto a registrarsi il prima possibile ad Istanze On Line: chi avesse bisogno di assistenza può consultare la guida predisposta dal Miur.

Gli altri modelli, invece, devono essere inviati, attraverso raccomandata AR, alla scuola capofila, tassativamente entro il prossimo 23 giugno. A tal proposito, ricordiamo agli interessati che il Modello B, come previsto dal decreto di aggiornamento delle graduatorie d’Istituto, “deve essere indirizzato alla stessa istituzione scolastica alla quale sono indirizzati i Modelli A/1, A/2 e A/2BIS”. La differenza rispetto a questi ultimi è che l’invio sarà telematico: in modo automatizzo, verrà infatti recepito il codice della scuola individuata come prima. E successivamente, sempre on line, il candidato si andrà a collocare all’interno di tutte le scuole prescelte.

Per completezza, ricordiamo anche che coloro che sono interessati solo all’aggiornamento o inserimento in prima fascia d’istituto, “possono presentare il suddetto Modello B ad una qualsiasi istituzione scolastica della provincia prescelta”.

Ricordiamo anche che i candidati all’inserimento/aggiornamento delle graduatorie aspiranti all’insegnamento in più settori scolastici (ad esempio primaria e scuola secondaria di primo grado), dovranno scegliere come prima scuola, quindi quelle a cui indirizzare/inviare la domanda, un istituto “appartenente al tipo di istituzione scolastica di grado superiore”. Il Miur ha anche specificato che “gli aspiranti ad insegnamenti esclusivamente della scuola dell’infanzia o primaria possono considerare a tal fine, di pari grado, i circoli didattici e gli istituti comprensivi e, pertanto, possono indicare, per primi, anche circoli didattici”.

Aggiornamento graduatorie d’istituto. Modifiche agli allegati e ai modelli di domanda

da tecnicadellascuola.it

Aggiornamento graduatorie d’istituto. Modifiche agli allegati e ai modelli di domanda

Andrea Carlino

Effettuati alcuni cambiamenti nelle intestazioni dei modelli di domanda e negli allegati. Consigliamo agli aspiranti all’inserimento/aggiornamento delle graduatorie di istituto di riscaricare i modelli prima di compilarli (presenti all’interno del presente articolo).

Con il decreto n. 353 del 22 maggio 2014, il Ministero dell’Istruzione ha reso noto i termini per l’aggiornamento delle graduatorie d’istituto valevoli per il triennio scolastico 2014-2015, 2015-2016, 2016-2017.

Le nuove graduatorie sostituiranno quelle utilizzate nell’ultimo triennio e serviranno per l’attribuzione delle supplenze conferite direttamente dai dirigenti scolastici a capo delle oltre 8.400 scuole pubbliche italiane.

In questi giornii sono sopraggiunte modifiche agli allegati alla domanda per aggiornamento delle graduatorie d’istituto.

Ricordiamo che si può produrre domanda ad un numero limitato di scuole della stessa provincia. La prima della lista sarà anche quella a cui inviarla. Obbligatorio inviare però il modello B via internet tramite “Istanze On Line”.

Confermato l’alto gap di punti tra abilitati TFA e PAS. Via libera al diploma magistrale conseguito fino al 2001/2002.

 

ELENCO ALLEGATI

1) Codici meccanografici delle classi di concorso richiedibili ai fini dell’inclusione nelle graduatorie di circolo e d’istituto triennio scolastico 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017 – Allegato al modello di domanda

2) Codici meccanografici delle classi di concorso richiedibili ai fini dell’inclusione nelle graduatorie di circolo e d’istituto per l’insegnamento nelle scuole di lingua slovena – Triennio scolastico2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017 – Allegato al modello di domanda

3) Elenco scuole speciali, valide ai fini dell’inclusione nelle graduatorie di circolo e d’istituto triennio 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017

4) Elenco degli istituti omnicomprensivi anno scolastico 2014/2015

5) Avvertenze e legenda su sedi esprimibili – Triennio scolastico 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017 – Avvertenze

6) Allegato 3 al D.M. n. 235 del 2014 – Tabella di valutazione dei titoli per i docenti di strumento musicale nella scuola media

7) Allegato E al D.P.R. n. 89 del 2010 – Piano degli studi del liceo musicale e coreutico

8) Modello A1 – Graduatorie di circolo e d’istituto del personale docente ed educativo – Modello di richiesta delle graduatorie di seconda fascia per gli aa.ss. 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017 (riservato agli insegnamenti per cui l’aspirante è in possesso di abilitazione ma non è attualmente incluso nelle graduatorie ad esaurimento)

9) Modello A2 – Graduatorie di circolo e d’istituto del personale docente ed educativo modello di richiesta delle graduatorie di III fascia per gli aa.ss. 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017 (riservato agli aspiranti non abilitati che presentano domanda di inclusione in graduatorie di III fascia esclusivamente per insegnamenti in cui erano già presenti nelle graduatorie del triennio 2011/2014, ovvero esclusivamente per nuovi insegnamenti)

10) Modello A2/bis – Graduatorie di circolo e d’istituto del personale docente ed educativo modello di richiesta graduatorie di III fascia per gli aa. ss. 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017 (riservato agli aspiranti privi di abilitazione che chiedono l’inclusione per insegnamenti per i quali erano già iscritti in graduatoria nel precedente triennio 2011/2014 e contemporaneamente per nuovi insegnamenti)

11) Modello B – Graduatorie di circolo e d’istituto del personale docente ed educativo per gli anni scolastici 2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017 – Modello di scelta delle istituzioni scolastiche

12) Nota prot. n. 5274/R.U./U del 7 ottobre 2013 e relativo Allegato A

13) Nota n. 6350 del 6 maggio 2009 – Tabella di valutazione dello strumento musicale

14) Tabella A al D.M. n. 308 del 2014 – Tabella di valutazione dei titoli della seconda fascia delle graduatorie di istituto del personale docente ed educativo delle scuole ed istituti di ogni grado

15) Tabella B al D.M. n. 308 del 2014 – Tabella di valutazione dei titoli per l’inclusione nelle graduatorie di circolo e di istituto di III fascia (ivi compreso l’insegnamento di strumento musicale nella scuola media) valide per il conferimento delle supplenze al personale docente della scola dell’infanzia, primaria e secondaria ed artistica e al personale educativo.

Iscrizioni, on line il Focus Miur: sale la richiesta del tempo pieno, boom del liceo sportivo

da tecnicadellascuola.it

Iscrizioni, on line il Focus Miur: sale la richiesta del tempo pieno, boom del liceo sportivo

Alessandro Giuliani

Resoconto ministeriale sui dai nazionali aggiornati al 7 aprile scorso. Quasi il 70% delle famiglie ha effettuato l’iscrizione on line per conto proprio. Alla primaria le 40 ore settimanali richieste dal 38,9% delle famiglie, più di tutti in Lombardia e Piemonte. Alle superiori sono 537.242 i nuovi arrivati: sale l’interesse per l’indirizzo liceale, ormai ad un passo dal 50% delle preferenze; il più gettonato è sempre lo scientifico (22,7% di iscritti sul totale nazionale), in calo il classico (solo il 6%): calano, invece, le iscrizioni ai Tecnici (-0,4%, ma tengono al Nord) e ai Professionali (-0,5%, ma nel Mezzogiorno l’interesse rimane alto).

Il 27 maggio il ministero dell’Istruzione ha pubblicato sul proprio sito internet il Focus “Le iscrizioni al primo anno delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado del sistema educativo di istruzione e formazione”: l’approfondimento, realizzato dall’Ufficio statistica del Miur e composto da 13 pagine, fa riferimento ai dati aggiornati al 7 aprile scorso.

 

Iscrizioni on line: un sondaggio per capire se la strada è giusta

Come per l’anno 2013/2014, le iscrizioni degli alunni alle classi prime delle scuole statali, primarie e secondarie, si sono svolte esclusivamente on line (legge n. 135/2012): il Miur segnala che sono state consegnate via web il 98,9% delle iscrizioni attese: le domande attese erano 1.567.657, le domande di iscrizione on line trasmesse sono state 1.550.266.

Quasi il 70% delle famiglie ha effettuato l’iscrizione on line per conto proprio senza recarsi nelle scuole (68,5% è la media nazionale). In Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna gli utenti che hanno inviato la domanda da casa superano l’80%.

Le iscrizioni on line inserite direttamente dalle famiglie sono state 1.062.016, mentre le domande on line immesse nel sistema per il tramite delle scuole sono state 488.250. Dal sondaggio somministrato alle famiglie, contestualmente all’iscrizione, risulta che il 60% delle famiglie ha trovato il servizio molto vantaggioso in termini di risparmio di tempo.

 

Iscrizione degli alunni sprovvisti di codice fiscale

Tra le novità intervenute, si richiama quella che ha consentito di inviare la domanda on line anche per gli alunni stranieri sprovvisti di codice fiscale al momento dell’iscrizione. La nuova funzione si basa sulla creazione di un “codice provvisorio” che la scuola interessata dovrà sostituire nel SIDI con il codice fiscale definitivo non appena possibile.

 

Scuole primarie e secondarie di primo grado: le famiglie scelgono più tempo a scuola

Circa il 57,4 % delle famiglie ha espresso una netta preferenza per l’orario settimanale di 27-30 ore. Solo il 3,7% ha scelto il tempo a 24 ore mentre il tempo pieno risulta l’opzione preferita dal 38,9% delle famiglie. Con tutta evidenza, il tempo scuola a 40 ore settimanali risponde maggiormente alle aspettative educative e alle necessità familiari delle regioni del Nord (58% in Piemonte e 52,9% in Lombardia), mentre il tempo a 27 ore settimanali è preferito dalle famiglie residenti nelle regioni del Mezzogiorno (56,8% in Sicilia e 53,4% in Puglia).

Per la scuola secondaria di primo grado l’orientamento delle famiglie si rivolge principalmente alla tipologia di orario a 30 settimanali (83,9%) mentre l’indirizzo musicale vede un leggero aumento rispetto allo scorso anno (dal 13,5% al 15% delle domande).

 

Scuole secondarie di secondo grado: una scelta tra istruzione e formazione professionale

Gli studenti che hanno scelto di proseguire il proprio percorso nel sistema di istruzione secondaria superiore sono stati il 95,2% della popolazione attesa, comprendendo in questo valore anche il numero degli iscritti che ha scelto l’offerta sussidiaria integrativa di IeFP (pari al 4,4%). Il restante 4,8% ha scelto di proseguire frequentando esclusivamente i percorsi IeFP: lo 0,9% presso gli istituti Professionali in modalità complementare e il 3,9% presso strutture Formative accreditate dalle Regioni. In ultima analisi, il totale degli studenti che si sono iscritti per un percorso IeFP (in modalità complementare ed integrativa e presso le strutture formative) è pari al 9,2%. GIi studenti che hanno scelto di proseguire la formazione presso le Strutture Formative accreditate dalle Regioni sono 21.529.

 

Le scelte nell’ambito dell’istruzione: il liceo prima scelta e boom dello sportivo

Sono 537.242 gli studenti che si sono iscritti al primo anno delle superiori e di questi oltre 267.534 hanno scelto un indirizzo liceale (pari al 49,8%), confermando il segno positivo (+0,9 punti percentuali) già fissato nel 2013/14; il 30,8% per un Istituto tecnico; il 19,4% per un Istituto professionale. Calano, invece, le iscrizioni ai Tecnici (-0,4) e ai Professionali (-0,5).

Con 122.140 richieste di iscrizione, il liceo scientifico si conferma l’indirizzo preferito dagli studenti che escono dal primo ciclo d’istruzione (22,7% di iscritti sul totale nazionale). In particolare, piace l’opzione delle Scienze applicate in cui prevale l’area scientifico-tecnologica (scelta dal 6,3% degli studenti), mentre l’indirizzo tradizionale registra un calo nelle scelte degli studenti pari al 0,8 punti percentuali compensato dal grande successo delle sezioni sportive, grande novità per il prossimo anno (4.456 domande). Il liceo Linguistico cresce con un incremento delle preferenze di 0,5 punti percentuali con 47.429 iscritti totali. Il liceo classico con il 6% di richieste, risulta leggermente in flessione (erano il 6,1% lo scorso anno); mentre segnano un piccolo incremento di 0,1 punti percentuali i licei Musicali e il liceo Artistico. In aumento le preferenze per le Scienze Umane: +0,3.

 

Il liceo piace nel Centro-Sud, il tecnico nel Nord

La percentuale di alunni che sceglie di proseguire gli studi seguendo un indirizzo liceale supera ampiamente la media nazionale (pari al 49,8%) nelle regioni del Centro (55,4%), con punte particolarmente elevate nel Lazio (del 61,0%) e in Umbria (54,6%). Gli Istituti tecnici piacciono di più al Nord, in particolare nelle regioni del Nord-Est (36,4%) dove gli iscritti sono il 37,8% in Veneto e il 37% in Friuli Venezia Giulia; al Nord-Ovest è la Lombardia (34,3%) a superare ampiamente la media nazionale del 30,8% di iscritti. Infine i percorsi professionali nel Mezzogiorno raggiungono in media il 21% di iscrizioni: in particolare la Campania, la Puglia (22,1%) e Basilicata (22,0%) registrano i valori più elevati. Le regioni Emilia Romagna (21,8%) e Marche (21,7%) mostrano una quota di iscritti agli istituti professionali superiore alle rispettive aree geografiche (Tav.6 e Graf.6).

Dalla distribuzione percentuale degli iscritti ai licei per area geografica emerge che nelle regioni del Mezzogiorno uno studente su tre predilige l’indirizzo scientifico. Al Nord invece si evidenzia una preferenza per l’opzione di scienze applicate (16% e 17% rispettivamente nel nord-ovest e nord-est). Gli studenti del Centro si orientano soprattutto per il percorso linguistico (19,6%).

 

Tecnici e professionali: l’interesse per la pratica

Più di 165.000 ragazzi hanno scelto un Istituto tecnico, il 30,8% del totale nazionale (rispetto al 31,2% dell’anno precedente). In particolare il 12,4% ha preferito il settore economico e il 18,4% il settore tecnologico. Sebbene un alunno su tre opta per questi percorsi, le iscrizioni sono diminuite perdendo 0,4 punti percentuali rispetto allo scorso anno scolastico. Pur rimanendo l’indirizzo dei tecnici preferito dagli studenti, cala l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing (8,6% di iscritti sul totale quest’anno, 9,2% lo scorso anno). Con oltre 25.000 iscritti, l’indirizzo Informatica e Telecomunicazioni segna un gran successo (4,8% sul totale nazionale). In leggera crescita il Turismo, l’Agraria e la Chimica (3,7%, 1,8% e 2,3% rispettivamente).

Gli Istituti professionali raccolgono il 19,4% delle iscrizioni, in calo di 0,5 punti percentuali rispetto ad un anno fa. Sono la scelta fatta da oltre 104.000 ragazzi. Lo scorso anno c’era stato un calo più netto: -2 punti percentuali. L’Alberghiero conserva il suo primato fra i Professionali, con circa 50.000 domande di iscrizione, il 9,3% del totale nazionale, che posizionano l’indirizzo al secondo posto, dopo lo scientifico, fra i più richiesti in Italia.

In particolare il 4% ha optato per il settore “Industria e Artigianato”, mentre il 14,4% per il settore “Servizi”. Il lieve aumento di iscritti (+0,1 punti percentuali) per l’indirizzo “Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale” unito a quello per l’indirizzo “Agraria, Agroalimentare e Agroindustria” degli istituti tecnici fa emergere anche quest’anno una predilezione per il settore agroalimentare.

 

I percorsi IeFP

Analizzando la distribuzione per figura di riferimento relativa alle qualifiche professionali di durata triennale degli studenti Iscritti ai corsi IeFP presso Istituti Professionali in modalità complementare si osserva una maggiore preferenza per l’”Operatore della ristorazione” (21,9%) tuttavia gli studenti dimostrano anche interesse a conseguire la qualifica di “Operatore del benessere”(19,5%) con gli indirizzi “acconciatura” ed “estetica” e di “Operatore meccanico” (10,5%).

 

Le scelte degli studenti e delle studentesse

Le studentesse che andranno alle superiori il prossimo anno sembrano optare preferibilmente verso gli indirizzi liceali (scelto dal 68% delle studentesse contro il 32% degli studenti) con una particolare propensione ad imparare le scienze umane e le lingue, vuoi moderne vuoi classiche. Gli studenti preferiscono dotarsi di competenze tecnologiche e conoscenze scientifiche ed informatiche e, pertanto, aspirano a frequentare maggiormente gli istituti tecnici per il settore tecnologico (l’83,9% contro il 16,1% delle studentesse) e anche quando scelgono un liceo questo è scientifico e più precisamente con l’opzione “scienze applicate” e di “sezione sportiva”. Anche per i professionali si evidenzia una maggiore scelta da parte dei ragazzi, in particolare la presenza maschile è maggiore nel settore Industria e Artigianato (il 75% contro il 25% delle studentesse).

Commissioni esami di Stato 2014: in arrivo nel fine settimana

da tecnicadellascuola.it

Commissioni esami di Stato 2014: in arrivo nel fine settimana

Lucio Ficara

Come avevamo puntualmente annunciato in un nostro recente articolo, nel prossimo fine settimana, precisamente tra il primo pomeriggio di venerdì 30 maggio e la mattinata del 31 maggio, saranno rese pubbliche le Commissioni dei prossimi esami di Stato del II ciclo d’Istruzione.

La notizia ha preso carattere ufficiale attraverso un tweet lanciato per mezzo del popolare social network, dalla pagina Miur Social: #commissari #maturità2014 i nomi alla fine della settimana #buonostudio #inboccallupo. Il Tweet in questione ha rimbalzato nei vari profili degli studenti ed è stato retweettato già 73 volte.

Miur Social  MiurSocial  su Twitter

Ovviamente sale spasmodica l’attesa di conoscere quali saranno i nomi dei presidenti di Commissione e quelli dei commissari esterni. I maturandi oltre al pensiero di conoscere chi sarà ad interrogarli e a sorvegliarli durante le tre prove scritte, stanno pensando alle ultime interrogazioni e verifiche scritte, auspicando di raggiungere, in sede di scrutinio finale, il miglior credito scolastico possibile. Ormai ci siamo, l’anno scolastico sta veramente finendo. Siamo al rush finale, mancano solo due settimane e poi per quasi mezzo milione di studenti sarà esame di Stato. Anche per gli insegnanti saranno periodi di fatica e lavoro intenso.

Non ci sarà tempo di rifiatare per i commissari di esame, subito dopo la chiusura degli scrutini, si parte con gli esami. commissari interni, quelli esterni e i presidenti, si dovranno incontrare in riunione plenaria, come verrà scritto nel foglio di nomina, il lunedì 16 giugno alle ore 8.30, per avviare le attività dell’esame di Stato. Il vero e proprio esame avrà inizio, per l’intero territorio nazionale, con la prima prova scritta, il giorno mercoledì 18 giugno 2014 alle ore 8.30, il giovedì 19 giugno alle ore 8,30 la seconda prova, mentre per la terza prova si dovrà attendere lunedì 23 giugno; l’ora di inizio di questa prova sarà fissata dalla Commissione d’esame. Non ci resta che attendere il prossimo fine settimana per conoscere presidi e docenti nominati a questo esame finale, augurando a tutti quanti un grosso in bocca al lupo.

Bonus 80 euro: eventuali redditi aggiuntivi, procedura per la rinuncia e il caso dei supplenti brevi

da tecnicadellascuola.it

Bonus 80 euro: eventuali redditi aggiuntivi, procedura per la rinuncia e il caso dei supplenti brevi

L.L.

Sul portale NoiPA tutte le indicazioni operative sull’applicazione del D.L. 66 del 24 aprile 2014 in materia di riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti

Anche il cedolino di maggio dei dipendenti della scuola beneficiari del cd. bonus Renzi di cui all’art. 1 del D.L. n. 66 del 24 aprile 2014 riporta nella sezione “Altri assegni” la voce “Credito Art.1 D.L. 66/14”. Si tratta dei famosi 80 euro (importo massimo) spettante ai titolari di redditi complessivi nel 2014 non superiori a 24.000 euro. Oltre i 24.000 l’importo diminuisce proporzionalmente, fino ad annullarsi per redditi pari o superiori a 26.000 euro. Variazioni mensili del reddito previsionale possono comportare la sospensione dell’erogazione del beneficio o l’attribuzione del bonus fino ad allora non riconosciuto.

Poiché il reddito complessivo all’entrata in vigore del decreto non è ancora consolidato, NoiPA utilizza per l’eventuale riconoscimento lo stesso reddito previsionale determinato mensilmente per l’attribuzione delle detrazioni per lavoro dipendente e per familiari a carico.

Il sistema NoiPA provvede mensilmente a comunicare ai beneficiari, nella sezione “Le mie notifiche”, il reddito previsionale, su cui è determinato l’importo del bonus.

La stessa comunicazione viene fornita anche agli amministrati per i quali il bonus non è corrisposto in quanto, nonostante il reddito presunto sia inferiore a 26.000 euro, l’imponibile indicato dal dipendente o certificato nel CUD 2014, considerato ai fini della determinazione del reddito previsionale, risulta superiore a tale limite.

Con l’Informativa n. 59 del 22 maggio scorso il Mef ha fornito alcune indicazioni operative in merito all’applicazione del decreto Renzi.

 

Altri redditi

Per gli amministrati che percepiscano altri redditi non noti al sistema NoiPA, e per i quali spettino le detrazioni per lavoro dipendente, è possibile intervenire, su richiesta degli stessi amministrati, modificando il reddito forzato. Tale variazione ha effetto sia sulla verifica mensile del diritto all’attribuzione del credito, che  alla sua quantificazione. Tale variazione ha impatto anche sulla determinazione delle detrazioni mensili per lavoro dipendente e per famigliari a carico.

 

Ripristinare le detrazioni per lavoro dipendente

L’attribuzione del credito non è stata effettuata, indipendentemente dal valore del reddito previsionale, per tutti quegli amministrati che hanno richiesto la non applicazione delle detrazioni per lavoro dipendente o il calcolo della tassazione mensile ad aliquota fissa. Per questa tipologia di personale, al fine di procedere con l’eventuale riconoscimento del diritto al credito fiscale, è possibile ripristinare l’attribuzione delle detrazioni per lavoro dipendente.

 

È possibile la rinuncia

Sul portale NoiPA sarà disponibile a breve  un’apposita funzione self service che consentirà agli amministrati di comunicare direttamente al sistema la rinuncia all’attribuzione del credito. L’amministrato, effettuata la rinuncia, potrà inoltre richiedere al proprio ufficio responsabile il recupero delle somme già erogate. In presenza della rinuncia operata tramite il self service, il recupero delle somme corrisposte e non ancora recuperate dagli uffici responsabili, sarà effettuato direttamente da centro in occasione del conguaglio fiscale di fine anno.

 

Supplenti della scuola

Per questa categoria di amministrati, destinatari esclusivamente di retribuzioni occasionali, il sistema NoiPA ha provveduto comunque all’erogazione del bonus, fermo restando che, anche per questa tipologia di personale, sarà possibile richiedere in modalità self service la non applicazione del beneficio.

A fronte della rinuncia al bonus fiscale, le eventuali somme già percepite potranno essere restituite solo con la dichiarazione dei redditi, perché per tale personale il sistema NoiPA non procede ad effettuare conguaglio fiscale.

Assenze del personale e confusione

da tecnicadellascuola.it

Assenze del personale e confusione

Pasquale Almirante

In assenza di indicazioni, nelle scuole si applica erroneamente un nota indirizzata al personale interno del Miur

La Flc-Cgil denuncia che una nota interna emanata dal MIUR e indirizzata al personale del comparto di riferimento, viene erroneamente applicata anche a docenti e ATA per quanto riguarda assenze per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici. La nota in questione, la circolare n. 2 del 17 febbraio 2014 del dipartimento della Funzione pubblica, è indirizzata solo ed esclusivamente agli uffici centrali e periferici del MIUR e quindi non alle istituzioni scolastiche che come è ben noto hanno delle specificità e vincoli in materia di permessi e di ferie. Nella circolare infatti, chiarisce la Flc-Cgil, si viene negato il diritto alla fruizione delle assenze per malattia anche per visite, terapie, prestazioni specialistiche od esami diagnostici imponendo il ricorso all’utilizzo dei permessi retribuiti “per documentati motivi personali” o similari (nella scuola ci sono solo i permessi brevi). Inoltre, specifica il sindacato, la quantità di giornate di permesso richiedibili in base al Ccnl (3 giorni l’anno per gli Ata a tempo indeterminato, 3 + 6 di ferie per i docenti a tempo indeterminato e 6 giorni l’anno, non retribuiti, per i supplenti) in molti casi non sono sufficienti a coprire tutte le esigenze dei lavoratori. Il sindacato quindi si starebbe impegnando a far ritirare la circolare ministeriale n. 2/2014, attivandosi anche con iniziative legali sia generali che individuali. Per semplificare, la richiesta è quella di ridare la possibilità di presentare anche un’unica certificazione medica da parte del proprio medico curante (che potrà essere anche cartacea) in cui si attesti la necessità di trattamenti ricorrenti secondo cicli o un calendario stabilito dal medico, ferma restando comunque l’attestazione dell’effettuazione della singola prestazione. Trattamenti che bisogna considerare alla stessa stregua delle assenze come malattia, se certificate dal lavoratore, oppure anche come permesso retribuito comunque “giustificato” dalla legge stessa, permesso che va comunque garantito al pari della malattia, a prescindere dalle limitazioni presenti nei Ccnl per l’istituto specifico dei permessi retribuiti.

Istruzioni degli adulti: la circolare per le iscrizioni ai percorsi

da tecnicadellascuola.it

Istruzioni degli adulti: la circolare per le iscrizioni ai percorsi

P.A.

E’ stata emanata la circolare n.39 prot. n. 724/A00DGPS riguardo le iscrizioni ai percorsi di istruzione per gli adulti a.s. 2014/2015.

In linea con quanto previsto dal D.P.R 263/2012 si ricorda la necessità per i CPIA attivati di concludere gli accordi di rete con gli istituti sede di serale, ponendo, però, come termine ultimo il 30 settembre. Sarebbe opportuno dunque anticipare tale scadenza, giacché l’accordo di rete è necessario per individuare l’offerta formativa necessaria per orientare le scelte dell’utenza. Inoltre, la predisposizione dell’accordo di rete è funzionale alla definizione degli assetti organizzativi interni, in mancanza dei quali il servizio potrebbe risentirne. Positivo è certamente il richiamo alla possibilità già prevista sia nel succitato DPR, che nella circolare n.36 del 10 aprile 2014, del ricorso ai progetti assistiti là dove non è possibile attivare i CPIA. Sarà, inoltre, necessario reimpostare l’attività di monitoraggio sin qui svolta dall’Indire. L’amministrazione ha ribadito il proprio impegno nel sensibilizzare gli Uffici scolastici regionali e a sostenerne l’azione per garantire un corretto avvio dei Centri.

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