Affidamento degli incarichi ai dirigenti scolastici in Puglia

Al Prof. Franco Inglese
Direttore Generale Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia

e, p.c. All’ On. Stefania Giannini
Ministro MIUR
“ “ “ Al Dott. Alessandro Fusacchia
Capo di Gabinetto MIUR
“ “ “ Al Dott. Luciano Chiappetta
Capo Dipartimento Istruzione
“ “ “ Alle Segreterie Nazionali
FLCGIL – CISL Scuola – UIL Scuola – SNALS Confsal – ANP

Oggetto: Affidamento degli incarichi ai dirigenti scolastici (in servizio nella regione Puglia) con decorrenza 1° settembre 2014.

Le scriventi Organizzazioni Sindacali,
· preso atto della nota prot. n. 7898 del 23/07/2014 (dell’USR Puglia), relativa all’oggetto;
· tenuto conto dei criteri per l’affidamento/mutamento di incarico forniti in sede di informazione preventiva e riportati nella nota prot. n. 7151 del 02/07/2014;
· constatata la mancata equa applicazione di tali criteri nei confronti di tutti gli aspiranti in possesso di requisiti pari o similari;
· considerato che diversi aspiranti al mutamento di incarico hanno rappresentato il proprio disagio per non aver potuto usufruire dell’istituto della mobilità, pur trovandosi nelle condizioni previste dai richiamati criteri;
· avuta contezza della volontà espressa dalla maggior parte di coloro che non hanno visto soddisfatte le proprie esigenze di procedere con un contenzioso nei confronti dell’Amministrazione, per un corretto esercizio dell’autotutela dei propri diritti;

ESPRIMONO

il più assoluto disappunto in riferimento alle operazioni contenute nella nota prot. n. 7898 del 23/07/2014, a firma del Direttore Generale dell’USR Puglia, per il palese mancato rispetto dei criteri in essa contenuti ed attuati con una discrezionalità totalmente discutibile.
Alla luce di quanto sopra ed al fine di evitare inutili contenziosi, dei quali si ha già contezza, da intraprendere per il corretto esercizio del diritto di tutela,

CHIEDONO

un incontro urgente per conoscere ed approfondire nel merito le procedure che hanno ispirato il percorso seguito, al fine di ristabilire un clima di serenità e di legalità nella scuola pubblica pugliese. Sulla base delle risultanze di detto incontro, le scriventi OO.SS. valuteranno le azioni successive da intraprendere, non escludendo la eventuale richiesta di revoca del provvedimento.

Cordiali saluti.
Claudio Menga
Roberto Calienno
Giovanni Verga
Chiara De Bernardo
Cecilia Pirolo

Ostetriche nella scuola

OSTETRICHE NELLA SCUOLA di Umberto Tenuta

CANTO 215 La scuola è cambiata, è diventata il GREMBO NUMERO DUE.

Non fanno in tempo a tagliare il cordone che il bimbo entra nel nuovo grembo, il GREMBO della CULTURA, della cultura che sola lo fa divenire uomo.

Gestazione difficile, lunga e complessa che solo amorevoli Ostetriche appassionate sanno condurre felicemente in porto.

 

Oddio, quanto è duro a capirlo!

Vi sembra proprio che bastino due occhietti aperti, un nasino all’insù, due orecchie a ventola, una lingua puntuta, quattro arti come un asino per fare un uomo?

Se è stato agevole alla mammana spingerlo fuori e fare il nodo al cordone, non è altrettanto facile e breve farlo nascere uomo.

È un parto laborioso che speriamo sempre non doloroso.

E tu partorirai con dolore.

La mamma.

Non il bimbo, con l’aiuto dell’ostetrica!

Ostetrica e bimbo vanno d’accordo.

Dopo il figlio di Fenarete, ormai nella scuola le ostetriche sono di casa.

Via dalle cattedre i professoroni, via dalle LIM gli insegnanti, via i docenti con le assurde pretese di rendere docili le fiere del circo!

Ostetriche amorevoli si aggirano e di qua e di là spandono amore, stimolano, sollecitano, aiutano.

No, non usano il forcipe!

Non si può forzare il fiore a sbocciare.

Gli puoi offrire i capezzoli, ma non costringerlo a bere il latte.

Gli puoi offrire le caramelle ma non costringerlo a degustarle.

Gli puoi mettere i calzari ma non costringerlo a camminare.

Con le tue trombe gli puoi rompere i timpani ma non costringerlo ad ascoltare.

Gli puoi riempire la bocca di ricotta ma rischi di soffocarlo.

Gli puoi tirare le mani con i fili ma sarà solo una marionetta.

Solo Socrate questo l’aveva imparato dalla madre Fenarete, ostetrica dei tempi antichi.

Gli insegnanti no, continuano a produrre segni con la bocca e con le mani sulla LIM.

E perciò ora c’è un ricambio professionale.

Al posto degli insegnanti la Ministra assume ostetriche.

Solo per loro c’è posto nella scuola.

Avanti, avanti, avanti, qui c’è posto, c’è posto.

Solo per le ostetriche!

Ma sì, anche ostetrici.

Purché con laurea.

Ostetriche amorose che i bimbi se li mangiano con gli occhi.

La seconda gestazione è più lunga e più difficile della prima.

Là, nel grembo materno, tutto ha fatto madre Natura!

Proprio tutto no, qualche ninna nanna la mamma gliel’ha pure cantata, e qualche carezza non gliel’ha risparmiata.

Ma il bello viene nella seconda gestazione, quella che il bimbo lo aiuta a diventare un uomo coi bermuda ed una donna con la minigonna.

E là ti voglio!

Muoversi, camminare, andare di qua e di là, le vette scalare, saltare, danzare…

Agitare le manine, prendere il ciucciotto, accarezzare il viso della mamma, pizzicare le corde del violino, battere i tasti del pianofoforte, manovrare la cazzuala…

Aprire la boccuccia, succhiare i capezzoli, morderli anche, masticare la mortadella, balbettare, sillabare, chiamare la mamma sua, parlare, cantare…

Ascoltare la ninna nanna, Mozart e Back già nel grembo materno, …

Assaporare le caramelle a menta, il cioccolato fuso, la menta e lo zafferano, il Chianti e lo Champagne…

O di quante virtù il bimbo deve appropriarsi per nascere uomo.

Pensate che lo faccia solo, senza ostetriche?

No, mammine care, questo è una gestazione di nove anni.

Un tempo bastava la mammana.

Ora non basta una sola ostetrica.

Ce ne vogliono tante!

Tante e tutte brave.

Una per ciascuna delle virtù che deve far sue prima di nascere uomo!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

 

MATURITA’: FATTA GIUSTIZIA SU RETRIBUZIONI COMMISSARI INTERNI

MATURITA’, GILDA: FATTA GIUSTIZIA SU RETRIBUZIONI COMMISSARI INTERNI

“Giustizia è fatta sui compensi percepiti dai commissari interni per gli esami di maturità”. Così la Gilda degli Insegnanti commenta la nota con cui il Miur, dando ragione alla protesta portata avanti dal sindacato per due anni, ripristina le retribuzioni aggiuntive anche per i docenti che svolgono la loro funzione in due classi della stessa commissione. La nota emanata ieri da viale Trastevere, rettificando parzialmente la famigerata circolare 7321/2012, ristabilisce dunque l’equità di trattamento con i commissari interni attivi su più commissioni e pone fine a un contenzioso legale dal quale l’Amministrazione, anche grazie all’impegno della Gilda, è sempre uscita sconfitta.

Autismi 2014

Autismi

Percorsi di formazione specialistica
Proposte operative per scuola e servizi

Autismi 2014

14 e 15 novembre 2014
Palacongressi di Rimini

Temi del Convegno:
DSM-5: le novità; Famiglia e Progetto di vita adulta; Indicatori precoci, diagnosi e intervento; Affettività e sessualità; Sindrome di Asperger; Buone prassi a scuola e nei servizi; Sviluppo delle autonomie; Tecnologie

Diploma Magistrale: infondata la sentenza del TAR Lazio

Diploma Magistrale: ANIEF ritiene infondata la sentenza del TAR Lazio e ricorre in Consiglio di Stato per l’inserimento in GaE

 

Appaiono immotivate le decisioni dei Giudici Amministrativi in merito alla richiesta di riconoscimento di un diritto che è stato confermato con un DPR e persino dal Consiglio di Stato. Pertanto lo studio legale del sindacato ha deciso di appellare la sentenza e ottenere il giusto riconoscimento di un titolo che già da dodici anni doveva consentire l’inserimento nella II o III fascia delle GaE e oggi certamente nella IV fascia aggiuntiva. Termine adesioni all’appello: il 18 agosto 2014.

 

Per i giudici del TAR Lazio il ricorso appare infondato, in primo luogo, perché i ricorrenti non si sono mai voluti inserire nelle GaE con una disamina che in quindici punti tende a ricostruire tutti gli atti amministrativi e legislativi che hanno regolato l’aggiornamento delle ex GP oggi GaE. A tal proposito giova ricordare come proprio tutti i DD.MM. richiamati non abbiano mai consentito ai ricorrenti l’inserimento nelle suddette graduatorie. E se nel seguito si riconosce la giurisdizione del Giudice amministrativo sull’inserimento nelle GaE rispetto all’orientamento precedente, non può apparire condivisibile l’altra richiesta di giustificare la presenza degli stessi ricorrenti nella II fascia della graduatoria d’istituto al fine di rivendicare il diritto di inserirsi nelle GaE. È evidente, infatti, che il decreto di aggiornamento delle graduatorie d’istituto è successivo rispetto a quello delle ex permanenti e ogni riferimento al parere del Consiglio di Stato serviva soltanto per comprendere come il riconoscimento di un titolo abilitante ex tempore, da sempre disconosciuto dal MIUR, finalmente potesse appalesare la sua giusta valutazione ai fini del sistema di reclutamento non soltanto per le supplenze brevi, ma anche per l’assegnazione delle supplenze al termine delle attività didattiche o annuali, nonché per le immissioni in ruolo.

 

I legali dell’ANIEF non hanno contestato quanto più volte chiarito dal legislatore in merito alla chiusure della III fascia delle GAE, tanto da chiedere in via subordinata l’inserimento in una fascia aggiuntiva e il giudice amministrativo cade clare in errore nel momento in cui afferma che le posizioni dei ricorrenti sono diverse rispetto a quelle di chi con lo stesso titolo di diploma magistrale sarebbe presente nelle GaE proprio perché non era consentito ad essi stare nelle GaE stesse.

 

Inoltre non sembra contestato quanto rilevato in merito alla violazione degli artt. 51 e 97 Cost, non tanto riguardo all’accesso ai pubblici uffici, quanto alla manifesta irragionevolezza che possa scaturire una volta esaurita la III fascia delle GaE, dalla mancata chiamata di personale abilitato dallo Stato e valutato secondo precisi regolamenti ai fini dell’attribuzione di incarichi in un ufficio pubblico quale quello scolastico.

 

Per queste ragioni l’ANIEF invita tutti i ricorrenti dei ricorsi nn. 8856/14, 8558/14, 8560/14 e 8562/14 ad impugnare le sentenze nn. 7854, 7855, 7856, 7858 del 2014 in Consiglio di Stato. A tal fine tutti i ricorrenti riceveranno per email nelle prossime ore il mandato e le indicazioni per l’appello. La documentazione necessaria dovrà essere inviata all’Anief entro il 18 agosto 2014.

Scuola: Giannini o Gelmini? Per gli alunni disabili non cambia nulla

da Il Fatto Quotidiano

Scuola: Giannini o Gelmini? Per gli alunni disabili non cambia nulla

E’ giunta dal Miur la sconcertante risposta ufficiale alla denuncia che abbiamo sollevato da questo blog sulla assurda vicenda della classe terza della scuola primaria di Brusciano (Napoli) composta da 22 alunni di cui 4 con disabilità.

Bisogna precisare che alla nostra denuncia si era prontamente aggiunta una interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Laura Coccia del Pd (partito di maggioranza relativa/assoluta nel governo in carica).

Nella risposta del Miur si sottolinea “la fondamentale valenza dell’assistenza e dell’integrazione degli alunni con disabilità del nostro Paese”, di voler “realizzare la piena inclusione sociale” e si richiamano i criteri per la formazione delle classi contenuti nel dpr 81 del 2009.

A questo punto qualsiasi persona di buon senso ed informata si aspetterebbe una conclusione coerente con tali premesse, ma ecco spuntare la sorpresa che non ti aspetti: “In considerazione di quanto sopra specificato, scrive il ministro Giannini, non potrà verificarsi che i quattro alunni con disabilità presenti siano affidati ad unico insegnante di sostegno“.

A questo punto mi corre l’obbligo di ricordare al ministro ed ai suoi zelanti collaboratori qualche piccolo riferimento normativo ad integrazione del dpr 81 citato che come loro non possono ignorare esplicita che il tetto massimo di alunni “di norma” non deve superare i 20.

Se per favore il ministro può dare una rilettura anche alle circolari 25/12 del 29 marzo ed alla 63/11 in cui si richiama il tetto massimo della legge 104/92 all’articolo 3 comma 3 forse una risposta come quella riportata in basso non sarebbe mai stata scritta.

Mentre scrivo un dubbio atroce mi assale…

Forse il ministro Giannini conosce esattamente le normative di cui sopra.

Allora, forse, sarà meglio restituire alla scuola italiana la Gelmini, almeno così diventerà tutto più chiaro per i disabili, le loro famiglie e i cittadini.

L’8 per mille potrà essere usato per l’edilizia scolastica

da Repubblica.it

L’8 per mille potrà essere usato per l’edilizia scolastica

Approvato dal Cdm il regolamento sull’uso della quota Irpef destinata allo Stato. Rinvio per le norme sulla tassazione dei tabacchi. Diminiuscono i decreti attuativi da approvare, ma sono ancora 691

ROMA – Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto presidenziale sul regolamento recante modifiche ed integrazioni al dpr n. 76 Del 1998 in materia di criteri e procedure per l’utilizzazione della quota dell’otto per mille dell’Irpef devoluta alla diretta gestione statale. E’ il regolamento che consente l’utilizzo dell’8 per mille per la scuola e l’edilizia scolastica. Il mese scorso, il governo ha annunciato stanziamenti per un miliardo per l’edilizia scolastica, divisi in tre capitoli: scuole nuove, scuole belle e scuole sicure (la mappa).

Il Consiglio dei ministri ha anche approvato il decreto legge di ‘Proroga delle missioni internazionali”, mentre c’è stato il rinvio per quello di riforma della tassazione sui tabacchi, perché “non c’era Padoan”, ha spiegato il ministro dei trasporti Lupi al termine della riunione. Via libera anche ad alcune misure per il superamento del criterio della spesa storica di Comuni e Province, sostituendolo con il criterio del fabbisogno standard.

Il Consiglio dei Ministri ha anche disposto la proroga degli stati d’emergenza in Abruzzo, nel Modenese e a Potenza e Matera.

In apertura del Consiglio dei Ministri, il ministro per le Riforme e i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha fatto il punto riguardo lo stato di avanzamento dei decreti attuativi dei singoli Ministri. Il Ministro ha inoltre ricordato che alla data del 22 febbraio scorso i decreti attuativi da approvare erano 889, all’ultimo Consiglio dei Ministri erano 736 e dall’ultimo Consiglio i decreti sono oggi 691, di cui 229 sono scaduti.

Puntiamo sugli stage: d’ora in poi anche nei licei e nel ‘quizzone’

da La Tecnica della Scuola

Puntiamo sugli stage: d’ora in poi anche nei licei e nel ‘quizzone’

 

L’annuncio è arrivato attraverso le pagine del Sole 24 Ore, attraverso un’intervista al sottosegretario all’Istruzione Angela D’Onghia: bisogna offrire almeno 99 ore di formazione (che corrispondono a 15 giorni lavorativi) in azienda, è un’obiettivo fondamentale per ridurre la dispersione. Novità anche per i prof che si occupano di alternanza scuola-lavoro: potrebbero avere riconoscimenti ai fini delle progressioni di carriera.

Estendere il più possibile le attività di scuola-lavoro, soprattutto al quinto anno delle superiori e nei licei, dove oggi si svolgono solo in rari casi, ma anche introdurre i contenuti affrontati in azienda nella terza prova dell’Esame di maturità: sono gli obiettivi su cui sta lavorando il Miur in vista del prossimo anno scolastico. L’annuncio è arrivato attraverso le pagine del Sole 24 Ore del 24 luglio, attraverso un’intervista al sottosegretario all’Istruzione Angela D’Onghia.
Nell’articolo, il sottosegretario ha specificato che l’amministrazione scolastica sta ultimando la bozza di regolamento che determinerà, in base al decreto Carrozza, i diritti e i doveri degli studenti impegnati nei percorsi scuola-lavoro già previsti dal Decreto legislativo N. 77/2005. La sua attuazione non è semplice, perché anche se l’accordo generale è già stato trovato, prevede comunque il coinvolgimento, oltre che del Miur, anche del ministero del Lavoro, delle Regioni e delle associazioni studentesche.
Il provvedimento riguarderà tutti gli studenti a partire dai quindici anni di età. Tuttavia, non comporterà la sottoscrizione di alcun contratto di lavoro: quello che è importante, ha sottolineato D’Onghia, sarà offrire almeno 99 ore di formazione (che corrispondono a 15 giorni lavorativi) in un’azienda, dove il ‘tutor’ potrà essere rappresentato anche direttamente dal responsabile.
L’ultimo monitoraggio Miur-Indire, risalente allo scorso anno (i dati dell’a.s. in corso possono essere comunicati dalle scuole fino al prossimo 30 settembre) ha conteggiato che sono stati 228mila gli studenti impegnati nell’alternanza scuola-lavoro: si tratta di numeri modesti, pari ad appena l’8,7% del totale degli alunni iscritti alle scuole secondarie superiori; rispetto però al 2012, si è registrata una crescita del 20%. Inoltre, sono state 3.177 le scuole coinvolte nel progetto (circa la metà), in larga parte istituti tecnici e professionali. Si cercherà, quindi, di allargarne la portata anche ai licei. Gli studenti, in linea di massima, dovranno affrontare circa 15 giorni di tirocinio, per un totale di 99 ore (attualmente ne fanno in prevalenza 66).

Una delle novità più interessanti che verranno introdotte sarà quella legata alla maturità: la proposta sarà quella di modificare la terza prova d’esame (il tradizionale ‘quizzone’) con una prova che valorizzi l’esperienza trascorsa nell’impresa, ha spiegato il sottosegretario.

L’obiettivo è anche quello di orientare i ragazzi verso il mondo del lavoro e ridurre il fenomeno dell’abbandono ddi banchi di scuola: gli stage, ha spiegato il rappresentante del Miur, diventano così l’esperienza determinante per realizzare un piano triennale contro la dispersione scolastica oggi ancora del 17,6%.
D’Onghia ha infine fatto intendere che a Viale Trastevere c’è l’intenzione di valorizzare pure i docenti che fanno da “raccordo” con le aziende: per loro sono previste ore di formazione e forse anche dei “crediti” ai fini delle progressioni di carriera. Con il riconoscimento del lavoro svolto attraverso la collocazione tra i docenti ‘esperti’, come annunciato da questa testata nei giorni scorsi.

Ricordiamo che alcuni mesi fa al sottosegretario Angela D’Onghia sono assegnate, tra le altre, le deleghe che riguardano l’alternanza scuola-lavoro, le problematiche relative alla dispersione scolastica, le tematiche che riguardano il rapporto tra i titoli di studio e l’accesso al lavoro e alle professioni, la formazione professionale, la promozione della cultura scientifica, lo sviluppo dell’offerta formativa dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica e della produzione artistica.

Mobilità estero per estero a.s. 2014/2015

da La Tecnica della Scuola

Mobilità estero per estero a.s. 2014/2015

L.L.

Il Ministero degli Affari Esteri ha trasmesso la nota e il decreto riguardanti tutte le operazioni. Le domande dovranno essere trasmesse entro il 5 agosto, data entro la quale potranno pervenire anche eventuali revoche. La pubblicazione dei trasferimenti è prevista per il 18 agosto

Ieri, 23 luglio 2014, il Ministero degli Affari Esteri ha inviato la nota di pari data e il Decreto direttoriale n. 4086 del 21 luglio riguardanti la mobilità per l’a.s. 2014/2015 del personale della scuola in servizio presso le istituzioni scolastiche italiane e straniere all’estero compresi i corsi ex art.636 d.l.vo 297/94 e le istituzioni accademiche straniere (docenti – Ata – lettori) nonché presso le scuole europee.

Le domande di trasferimento presso i posti indicati nel Decreto dovranno essere trasmesse al MAE entro il termine del 5 agosto 2014 all’indirizzo di posta certificata dgsp.05@cert.esteri.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E’ necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Tali domande potranno essere anticipate dagli interessati via fax ai numeri 0039 – 06 – 36916706 / 5264, con riserva di necessaria trasmissione della domanda al suddetto indirizzo di posta.

Per conoscenza, il personale che intenda candidarsi dovrà informare anche la Scuola in cui presta attualmente servizio (l’istituzione scolastica dovrà figurare come destinatario per conoscenza nella domanda di trasferimento).

Scaduti i termini per la presentazione delle domande di trasferimento, non sarà più consentito integrare e/o modificare le preferenze già espresse (anche per quanto riguarda l’ordine delle medesime), né la documentazione autocertificata e/o allegata.

È consentita la revoca della domanda di trasferimento entro il medesimo termine del 5 agosto 2014.

L’8 agosto è prevista la pubblicazione delle graduatorie di ciascun codice funzione ed entro il 13 agosto, ore 12:00 italiana, gli interessati potranno avanzare reclamo motivato al Ministero degli Affari Esteri all’indirizzo di posta certificata dgsp.05@cert.esteri.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E’ necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

La pubblicazione dei trasferimenti avverrà in data 18 agosto 2014.

I trasferimenti saranno condizionati dalle procedure relative al decreto inter-ministeriale di contingente e dal rilascio, in alcuni Paesi, dei visti di ingresso e dei permessi.

Tutto il personale in trasferimento è invitato a prendere visione del sito www.viaggiaresicuri.it.

Upi: nessun intervento per le scuole superiori

da La Tecnica della Scuola

Upi: nessun intervento per le scuole superiori

P.A.

In una nota, il Presidente dell’Upi, Unione province italiane, Alessandro Pastacci, commentando le dichiarazioni del Sottosegretario Roberto Reggi a proposito degli interventi del Governo sull’edilizia scolastica, spiega che per le scuole superiori non è previsto alcun provvedimento: un altro mistero italiano?

”Il Sottosegretario Reggi elenca oggi gli interventi che il Governo ha messo in piedi per la messa in sicurezza delle scuole elementari e medie. Ma trascura di spiegare perché lo stesso Governo Renzi ha deciso che per le scuole superiori italiane non sia previsto nessun intervento. I 2 milioni e 500 mila ragazzi che studiano nelle superiori non hanno diritto a scuole belle, nuove e sicure? Spieghi loro perché”.
”Da più di due mesi abbiamo consegnato al Governo un monitoraggio completo con l’elenco di progetti di investimento necessari per le oltre 5.000 scuole superiori italiane. Oltre a facili rassicurazioni, non abbiamo avuto nessun segnale concreto del Governo per correggere l’errore grave commesso, per cui ai soli Comuni è stato concesso di escludere le spese per gli investimenti in sicurezza delle scuole dal patto di stabilità. Non consentire alle Province di poter accedere a questa misura vuol dire escludere dalla possibilità di investimento tutte le scuole superiori italiane che gestiamo. Se il Governo Renzi ha preso questa decisione, la spieghi ai presidi, agli alunni, ai professori delle superiori, che aspettano risposte”.

I non ammessi e bocciati agli esami di Stato come transitano al nuovo ordinamento?

da La Tecnica della Scuola

I non ammessi e bocciati agli esami di Stato come transitano al nuovo ordinamento?

La riforma di riordino del secondo ciclo, disposta nel 2008 dalla riforma Gelmini, entrerà definitivamente a regime nel prossimo anno scolastico 2014-2015. Per cui nella prossima annualità le classi quinte delle scuole secondarie di secondo grado saranno di nuovo ordinamento.

È del tutto evidente che il nuovo ordinamento si distingue profondamente dal vecchio ordinamento, sia per i programmi trattati, per l’obbligatorietà di prove scritte di alcune discipline, ma anche per l’introduzione di nuovi insegnamenti.

Per fare un esempio che renda l’idea, possiamo fare quello della fisica nei licei scientifici che nel vecchio ordinamento era una materia orale, mentre adesso è una materia con prova scritta. Più in generale con la riduzione degli indirizzi ci sono classi quinte dell’anno scolastico 2013-2014 con un particolare indirizzo, che non esisterà più nel prossimo anno scolastico 2014-2015. Allora vista la diversità che esiste tra vecchio e nuovo ordinamento, viene da porsi una domanda: “ i non ammessi e i bocciati agli esami di Stato 2013-2014, come transiteranno nel nuovo ordinamento?”. Sono previsti esami integrativi di idoneità? Dovranno garantire di conoscere i nuovi programmi ministeriali del nuovo corso di studi quinquennale con qualche prova scritta e orale?

Nulla di tutto questo, non ci sono esami da sostenere. Tutto è stato regolamentato dalla circolare ministeriale numero 28 del 10/01/2014 sulle iscrizioni per l’anno scolastico 2014/2015. In tale circolare c’è un punto in cui si specifica la fase di transizione dal vecchio al nuovo ordinamento di istruzione secondaria di secondo grado, riguardo al caso di  alunni non ammessi alla classe successiva. In questa circolare si parla proprio del caso di alunni non ammessi a sostenere l’esame di Stato e che dovranno comunque ripetere la classe quinta nell’a. s. 2014/2015. In questi casi la circolare consiglia, ma non obbliga, la realizzazione da parte delle Istituzioni scolastiche, nell’ambito delle ordinarie attività di sostegno e di recupero, di iniziative ritenute opportune ai fini del proficuo inserimento degli alunni nelle classi del nuovo ordinamento, con esclusivo riferimento alle discipline non presenti nel vecchio ordinamento o alle discipline caratterizzate da importanti innovazioni di contenuto e metodo.

Si deve comunque escludere il ricorso ad esami integrativi che potrebbero precludere l’accesso degli studenti in parola alle classi che seguono i piani didattici del nuovo ordinamento. Nella fase che precede l’inizio delle lezioni, potranno invece essere eventualmente realizzate verifiche della preparazione conseguita a seguito di attività organizzate, per gli studenti interessati, dalle scuole con espresso riferimento alle discipline sopra menzionate.

La circolare prosegue consigliando di organizzare, nei primi mesi dell’anno scolastico, particolari azioni di sostegno nei confronti di studenti che manifestino significative persistenti difficoltà di adeguamento alle modificazioni curricolari introdotte. In buona sostanza chi deve ripetere l’ultimo anno di scuola secondaria di secondo grado nel 2014-2015, transitando dal vecchio al nuovo ordinamento non dovrà sostenere nessun esame, ma potrà, se la scuola lo ritiene opportuno, seguire dei corsi di sostegno per mettersi al pari degli altri compagni di scuola che hanno sempre frequentato il corso di studi di nuovo ordinamento.

Precari e Corte di Giustizia europea: la posizione della Gilda

da La Tecnica della Scuola

Precari e Corte di Giustizia europea: la posizione della Gilda

“L’Europa ci chiede di assumere tutti i precari della scuola che l’Italia da decenni fa lavorare arbitrariamente, assumendoli e licenziandoli anno dopo anno. Il ministero dell´Istruzione stabilizzi il personale precario della scuola coprendo tutti i posti disponibili e vacanti”

Posizione ferma, quella della Gilda, in vista della sentenza con cui a breve la  Corte di giustizia europea si esprimerà in merito all´abuso dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi.

In sostanza il sindacato chiede al Ministero una sorta di “meglio prevenire che curare”. “In base alle conclusioni  depositate il 17 luglio a Lussemburgo dall´avvocato generale MacieJ Szpunar, all’ orizzonte si profila una condanna dello Stato italiano che sarà dunque costretto ad assumere i precari. La Fgu chiede quindi a viale Trastevere di correre ai ripari, così da evitare il ricorso a ulteriori iniziative giudiziarie”.

Secondo la Gilda la guerra si può considerare, dunque, persa in partenza. “Al Miur – afferma ancora Di Meglio, non conviene affatto continuare a tergiversare perchè nel procedimento a suo carico in corso a Lussemburgo tutti gli elementi gli sono contro.
E in effetti la questione del ricorso a contratti a termine nel pubblico impiego ha avuto un lungo e controverso iter.
La possibilità di avvalersi di contratti di lavoro flessibile nel pubblico impiego è ammessa dall’art. 36 del d.lgs. 30.3.2001, n. 165 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni), il quale, ai primi due commi, dispone che le pubbliche amministrazioni, per far fronte al proprio fabbisogno ordinario, assumono esclusivamente con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e possono avvalersi delle forme contrattuali di lavoro flessibile previste dal codice civile e dalle leggi sui rapporti di lavoro subordinato nell’impresa solo per esigenze temporanee ed eccezionali e nel rispetto delle procedure di reclutamento vigenti.

Ne consegue che, secondo l’impianto legislativo, l’elemento di caratterizzazione del settore pubblico è il fabbisogno ordinario, che si concretizza, attraverso la dotazione organica, in un valore quantitativo e qualitativo delle risorse umane necessarie allo svolgimento dei compiti istituzionali ovvero delle funzioni ordinarie dell’amministrazione; il ricorso alle forme contrattuali di lavoro flessibile è consentito, perciò, solo a fronte di esigenze temporanee ed eccezionali , nel senso che non possano riferirsi ad un fabbisogno ordinario e permanente.
Ricordiamo che con il d.l. 31.8.2013, n. 101, è stato poi riaffermato lo stesso principio in base al quale il ricorso al lavoro flessibile nella P.A. è consentito esclusivamente per rispondere a esigenze temporanee o eccezionali, cosicché è vietato sottoscrivere contratti elusivi del reclutamento nel pubblico impiego mediante concorso.

.Non dovrebbero esserci, dunque, sono dichiarazioni rese dall’ ex Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Giampietro D’Alia“mai più contratti a termine che non siano eccezionali e temporanei perché temporanea è la prestazione richiesta”, dal momento che “oggi l’uso e il ricorso del precariato nella pubblica amministrazione è diventato una scorciatoia rispetto al concorso pubblico”, con la conseguenza che “i contratti a termine stipulati fuori dei casi eccezionali previsti da queste disposizioni sono da considerare nulli di diritto”
Le pronunce della Corte Costituzionale,inoltre, intervenute più di recente sul tema della stabilizzazione dei lavoratori nella pubblica amministrazioni ribadiscono soprattutto il principio della indefettibilità del concorso pubblico come canale di accesso pressoché esclusivo nei ruoli delle pubbliche amministrazioni, in linea con il principio di uguaglianza e i canoni di imparzialità e di buon andamento  ex artt. 3 e 97 Cost., in quanto forma, generale e ordinaria, di reclutamento del personale della pubblica amministrazione.

Eppure i recenti risvolti alla Corte di giustizia europea portano  Di Meglio a concludere: “Invitiamo il Miur a procedere con le immissioni in ruolo dei precari, ponendo così fine a una vergogna che si trascina ormai da troppi anni”.
Sorge però una lecita obiezione: la presunta legittimità del consolidamento dei rapporti di lavoro a temine  non si infrangerà contro il bastione progressivamente eretto dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale a protezione dell’accesso alle amministrazioni mediante pubblico concorso?

Fare stage nel meridione è possibile?

da La Tecnica della Scuola

Fare stage nel meridione è possibile?

Lo stage rappresenta la conclusione applicativa di un periodo formativo trascorso in scuole istituzionalmente dedite all’insegnamento di materie che abbiano strette attinenze con la produzione

Lo studente compie un periodo di istruzione teorica in aula della durata di alcuni mesi, successivamente la scuola stessa organizza il suo inserimento in una azienda per la conclusione degli studi attraverso un momento finale di pratica applicazione su quanto già imparato nella teoria.

La durata consigliata dello stage varia a seconda delle categorie di soggetti alle quali si applica. Per gli studenti della scuola secondaria ( licei ) lo stage può durare al massimo 4 mesi, 6mesi invece per gli inoccupati, disoccupati iscritti alle liste di mobilità, allievi di Istituti professionali di Stato, studenti che frequentano attività formative post diploma. Per gli studenti universitari o neolaureati, per quanti frequentano dottorati di ricerca o scuole di specializzazione, per le persone svantaggiate, il tirocinio può durare al massimo 12 mesi. 24 mesi, invece, per i portatori di handicap. Lo svolgimento avviene sulla base di una convenzione stipulata tra il soggetto promotore e quello ospitante, nella quale sono riportati: obiettivi, modalità di svolgimento del tirocinio (affinché venga assicurato allo studente il raccordo con i percorsi formativi svolti presso la struttura di provenienza), il nominativo del tutor e del responsabile dell’azienda, gli estremi identificativi dell’assicurazione INAIL, la durata di svolgimento del tirocinio, il settore aziendale di inserimento. A tal proposito gli obblighi del tirocinante durante lo stage sono sintetizzati nei seguenti 4 punti:
svolgere le attività previste dal progetto formativo;
rispettare le norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
mantenere la riservatezza sulle informazioni aziendali;
seguire le indicazioni del tutor e rispettare i regolamenti aziendali.
Detto questo, nell’Italia meridionale dove non esiste un tessuto industriale degno di questo nome, e dove le poche aziende esistenti sono in forte e costante crisi finanziaria, è possibile per le scuole fare stage ? In altre parole è possibile fare un utile percorso di stage per le scuole meridionali, che in alcuni casi estremi si vedono costrette a pagare le aziende per poter far ospitare i propri studenti, o a sostenere costi di trasporto ( scuola azienda andata e ritorno ) a dir poco esorbitanti ?

Reggi: dai comuni 4.000 richieste per 4,5 mld

da tuttoscuola.com

Reggi: dai comuni 4.000 richieste per 4,5 mld

Abbiamo ricevuto più di quattromila lettere dai sindaci per un valore degli interventi di 4,3 mld di Euro. Tutte le lettere riceveranno una risposta positiva, nessuna esclusa“. Lo assicura il sottosegretario all’Istruzione, Roberto Reggi, aggiungendo che in questa fase sono stati privilegiati interventi per chi era inserito in vecchie graduatorie rifinanziati con progetti immediatamente cantierabili (#scuolesicure) e quei comuni che hanno chiesto esclusivamente quote di patto a partire dal 2014 (#scuolenuove).

Nelle prossime settimane – ha spiegato Reggi in un’intervista a Skuola.net – scriveremo ai sindaci per avviare le procedure di finanziamento per chi non aveva bisogno esclusivamente di quote di patto“.

Intanto, sono già partiti gli iter per i primi cantieri estivi. “Cominceranno questa estate buona parte degli interventi di #scuolesicure (in tutto 1.635 subito e altri 845 da novembre) e  #scuolebelle (7.751 nel 2014 e 10.160 nel 2015). Abbiamo contestualmente avviato anche una terza serie di interventi, quelli di #scuolenuove, che usufruiscono dello sblocco di patto. Nel 2014 saranno 404 e poichè abbiamo privilegiato i progetti dei Comuni che potevano cominciare subito, per la maggior parte di queste scuole i lavori cominceranno dall’estate“.

Reggi ha quindi annunciato che per #scuolesicure sarà pubblicata venerdì prossimo la descrizione dello specifico intervento (messa in sicurezza, deamiantizzazione, abbattimento di barriere architettoniche ecc), nonchè alcune risposte ai quesiti più frequenti rivolti dai Comuni.

Il sottosegretario, infine, ha ricordato che sarà finalmente operativa l’anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica: “ci consentirà di programmare i prossimi interventi con un quadro chiaro della situazione e individuando le priorità con criteri oggettivi, al fine di prevenire il più possibile situazioni critiche“.

 

Gilda: Miur assuma i precari prima delle sentenza europea

da tuttoscuola.com

Gilda: Miur assuma i precari prima delle sentenza europea

Il ministero dell’Istruzione stabilizzi il personale precario della scuola coprendo tutti i posti disponibili e vacanti. A chiederlo è la Federazione Gilda Unams in vista della sentenza con cui a breve la Corte di Giustizia europea si esprimerà in merito all’abuso dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi.

In base alle conclusioni depositate il 17 luglio a Lussemburgo dall’avvocato generale MacieJ Szpunar, all’orizzonte si profila una condanna dello Stato italiano che sarà dunque costretto ad assumere i precari. La Fgu chiede quindi a viale Trastevere di correre ai ripari, così da evitare il ricorso a ulteriori iniziative giudiziarie.
Al Miur – afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Fgu – non conviene affatto continuare a tergiversare perchè nel procedimento a suo carico in corso a Lussemburgo tutti gli elementi gli sono contro. Le invocate restrizioni di natura finanziaria non giustificano l’abuso dei contratti a tempo determinato in violazione alla normativa comunitaria. A dimostrarlo – sottolinea il sindacalista – sono anche numerosi documenti, tra cui la relazione della Corte dei Conti del 2012 sul costo del lavoro pubblico, già noti al ministero dell’Istruzione. Ricordiamo inoltre che è stata la Corte Costituzionale a sollevare le prime questioni sul precariato pubblico scolastico alla Corte di Giustizia, evidenziando la mancata indicazione di tempi certi per l’espletamento dei concorsi e l’assenza di misure risarcitorie. Inoltre a sostegno dei precari, durante l’udienza del 27 marzo scorso a Lussemburgo, è intervenuta la Commissione europea richiamando la procedura d’infrazione, attivata anche dalla Federazione Gilda Unams, nel confronti dello Stato italiano. A questo punto – conclude Di Meglio – invitiamo il Miur a procedere con le immissioni in ruolo dei precari, ponendo così fine a una vergogna che si trascina ormai da troppi anni”.