Dibattito con il ministro al “Caffè de La Versiliana”

Istruzione e Ricerca, domani dibattito con il ministro Giannini
al “Caffè de La Versiliana”

Lunedì 11 agosto a Marina di Pietrasanta (LU), alle ore 18.30, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, interverrà al dibattito “Istruzione e ricerca: quali prospettive per il futuro?”, nell’ambito degli incontri della manifestazione “Il Caffè de La Versiliana”.

M. Haushofer, La parete

Grandi scrittori del Novecento

di Antonio Stanca

 

haushoferA Giugno del 2013 è comparsa, presso la casa editrice E/O di Roma nella serie Tascabili, la sesta ristampa del romanzo La parete della scrittrice austriaca Marlen Haushofer (pp. 237, € 10) con la traduzione di Ingrid Harbeck ed una postfazione di Gunhild Schneider. L’opera è diventata un classico della letteratura moderna anche se la prima edizione nel 1963 non ebbe successo né lo ebbe la ristampa nel 1968. Solo un’altra ristampa nel 1983, quando la scrittrice era morta da tredici anni, ne fece il più importante dei suoi romanzi ed un capolavoro nell’ambito della letteratura del Novecento.

Marlen Haushofer è nata a Frauenstein, Austria superiore, nel 1920 ed è morta a Vienna nel 1970 a soli cinquant’anni perché affetta da una grave malattia. Proveniva da una famiglia di modeste condizioni economiche, aveva un fratello col quale si frequentò sempre. Compiuti gli studi superiori svolse servizio civile in Prussia. Poi si era iscritta alla Facoltà di Germanistica presso l’Università di Vienna ma non si era laureata. Si sposerà nel 1940 con Manfred Haushofer, conosciuto durante gli anni universitari, avrà due figli e per assicurare loro una famiglia risposerà il marito dopo aver divorziato da lui. Nel 1945 la famiglia fuggirà da Frauenstein di fronte all’avanzata dei soldati russi e si stabilirà a Steyr dove Manfred lavorerà come dentista mentre Marlen nel 1946, a ventisei anni, intraprenderà la sua attività di scrittrice con racconti pubblicati su giornali e riviste. Verranno poi altri racconti e nel 1955 il primo romanzo Una manciata di vita. La maggior parte dei racconti sarà in seguito pubblicata in due raccolte. Di romanzi la Haushofer scriverà altri e nonostante la sua breve esistenza ad essi aggiungerà libri per ragazzi e radiodrammi. Molto ha fatto, molti riconoscimenti ha ottenuto pur essendo vissuta solo cinquant’anni e pur essendosi aggravate le sue condizioni di salute negli ultimi tempi. Neanche allora smetterà di scrivere e nel 1969 riuscirà a concludere l’ultimo romanzo La mansarda.

C’è un motivo che percorre tutta la sua opera ed in particolare i romanzi, un motivo che sembra costituire la sua ispirazione segreta, che la muove in continuazione quasi volesse appagare bisogni nascosti, esigenze taciute. Prima che una scrittrice la Haushofer è stata una donna che ha viaggiato, ha visto, ha vissuto, una donna che voleva dire della condizione femminile, dei problemi, dei disagi che questa ha sempre comportato e delle possibilità, delle capacità possedute dalle donne per combatterli, per liberarsene. E’ stata una femminista, ha partecipato dello stato della donna, dei suoi bisogni, delle sue aspirazioni e per questo ha scritto di donne che diventano protagoniste della vita, della storia, che si mostrano decise di fronte ai pericoli, alle avversità. Come i protagonisti di altre opere del tempo anche le protagoniste della Haushofer vivono di una loro idea, di una loro anima ed anch’esse soffrono in un mondo come il moderno invaso da costumi, interessi di carattere materiale, da ambienti contrari ai valori dello spirito. Anche la donna ha bisogno di recuperare quanto si sta perdendo e la scrittrice pensa che possa farlo in tanti modi tra i quali ci sono il ricordo della vita passata e il contatto con la natura. La natura diventerà per la Haushofer il luogo, il modo migliore per tornare ad essere veri, autentici, per vivere, per praticare quel bene, quell’amore che stanno scomparendo, per ristabilire quei rapporti, quegli scambi che non sembrano più possibili.

Il femminismo, l’ambientalismo e lo spiritualismo propri della Haushofer, del suo pensiero, della sua vita diventeranno i temi, le trame dei suoi romanzi che quasi sempre avranno come protagoniste donne che rifiutano il contesto al quale appartengono, le convenzioni, i conformismi che esso comporta per rifugiarsi in una vita solitaria, a contatto con quegli elementi naturali che permettano di riscoprire quanto di semplice, di spontaneo fa parte dell’essere umano, della sua esistenza ed ora rischia di perdersi definitivamente. Anche ne La parete c’è una donna che una parete trasparente isola dal resto del mondo. Ogni giorno lei deve adattarsi a quegli ambienti naturali nei quali si era recata per una semplice gita e tra i quali è rimasta isolata. Imparerà a fare di tutto, ne sarà capace, saprà stare in uno chalet di caccia e in una capanna di montagna, riuscirà ad adattare tali posti alle sue esigenze, a stare con gli animali,a procurare gli alimenti per sé e per loro, a produrre questi alimenti, a coltivare la terra, a seminarla, a proteggersi dal caldo e dal freddo, dai topi, dai serpenti, ad andare a caccia, a curarsi delle malattie, a riparare i guasti della casa, a risolvere i problemi della campagna. Una vita nuova, un ritmo diverso diventano suoi propri e tanto sicura arriverà a sentirsi la donna da non sperare più, come all’inizio, di essere liberata da tale condizione. Ne apprezzerà i vantaggi, li preferirà ai pericoli della vita di prima, quella invasa dalla crisi dei valori morali. Penserà di rimanere per sempre in quello stato di semplicità, di verità proprio del nuovo ambiente. Niente può reggere al suo confronto e per questo deciderà di scrivere di esso, di farne un diario. Un diario vuol essere, appunto, La parete, una cronaca di quanto, di come quella donna ha vissuto durante il suo isolamento. Una cronaca scritta con tale immediatezza e chiarezza da coinvolgere il lettore dalle prime pagine e tenerlo sospeso fino alle ultime. Niente di elaborato, di complicato c’è nell’opera, di tutto si dice nel momento in cui avviene e in un modo così vero da farlo quasi vedere, sentire, toccare. E’ la maniera della Haushofer, quella sua propria, lontana da qualunque influenza. Un esempio è il suo di come le doti, le qualità della scrittura siano sufficienti a fare arte della vita.

Quota 96: in pensione al 20 settembre?

da La Tecnica della Scuola

Quota 96: in pensione al 20 settembre?

Secondo i dirigenti del Miur che hanno incontrato i delegati dei Cobas sarebbe possibile ancora accettare la domanda di pensione dei “Quota 96” per far sì che possano andare in pensione verso il 20 settembre (sempre che venga approvata una norma)

Dopo la manifestazione del 7 agosto a Montecitorio ieri una delegazione dei comitati Quota 96, Quota 96 Cobas e Quota 96 precari ha incontrato il direttore generale del Miur, Luciano Chiappetta.
E pare che le speranze non siano del tutto perse. Chiappetta, infatti, si è mostrato ottimista sul possibile recupero dell’emendamento soppresso al Senato, nel prossimo decreto scuola, che come annunciato da Renzi andrebbe varato entro la fine di agosto.
Insomma, secondo il funzionario i tempi tecnici, per andare in pensione già da quest’anno scolastico, ci sono.
E la data possibile sarebbe il 20 settembre. Esiste, infatti, una norma legislativa che consente di sostituire gli insegnanti entro 20 giorni dall’inizio delle lezioni: secondo il direttore generale il Ministro, di concerto con l’INPS, è in grado nell’arco di trenta giorni di espletare le procedure tecniche necessarie, sia per il pensionamento che per l’assunzione dei precari, perché i posti che si rendono disponibili entro il 31 ottobre vanno ad incrementare il turnover dell’A.S. 2014-2015.
La delegazione ha poi avanzato una richiesta che potrebbe fornire numeri certi e mettere fine al balletto delle cifre con cui l’INPS e la RdS giocano: aprire immediatamente le istanze on line per il pensionamento, subordinandole all’eventuale approvazione del decreto per Q96, ma, secondo Chiappetta, la procedura è inaccettabile in quanto, essendo in contrasto con i presupposti legislativi, si potrebbero aprire dei contenziosi.
I numeri sono certi: sono quelli che risultano dalla ricognizione dell’ottobre 2013 e sono i numeri che il Miur sosterrà.
Buone notizie anche sul fronte dell’opzione di esercitare il diritto (se sarà riconosciuto) di andare in pensione anche negli anni successivi: anche questa è una possibilità da non escludere.
Insomma l’emendamento soppresso, uscito dalla porta, potrebbe rientrare dalla finestra così come è e sarebbe contenuto nel prossimo decreto scuola. Purtroppo rimarrebbe il comma 3 che è il sequestro del TFS.
Una parziale vittoria? Può darsi, le possibilità sono tante. Ma possibile non vuol dire certo…

Tfa II ciclo, la storia si ripete: nei quiz preselettivi spunta l’ombra dei troppi errori

da La Tecnica della Scuola

Tfa II ciclo, la storia si ripete: nei quiz preselettivi spunta l’ombra dei troppi errori

L’Anief ha fatto sapere di aver raccolto oltre 500 segnalazioni di inesattezze nei test che nei giorni scorsi hanno coinvolto oltre 100mila aspiranti prof. Ai formatori del sindacato “risultano già 63 i quesiti errati per 13 classi, e altri 6 accorpamenti concorsuali: vi sono tutti i presupposti per avviare il ricorso al Tar del Lazio per l’ammissione con riserva alle prove scritte”. Per il Miur le domande errate sarebbero invece solo una decina.

I quiz preselettivi per l’accesso ai corsi abilitanti del secondo ciclo di Tfa sarebbero “viziati da errori”. La denuncia arriva dall’Anief, dopo che il sindacato ha raccolto “più di 500 le segnalazioni” di inesattezze nei quesiti posti nei giorni scorsi ai candidati corsisti in occasione delle preselezioni. Dal Miur nei giorni scorsi, invece, era stato comunicato che le domande errate non sarebbero più di una decina.

Secondo l’Anief a riscontrare gli errori sono stati “molti degli oltre 100mila partecipanti alle selezioni per la frequenza di uno dei 22.478 posti messi a disposizione dal Miur”. Ai formatori del sindacato “risultano già 63 i quesiti errati per 13 classi, e altri 6 accorpamenti concorsuali: vi sono tutti i presupposti per avviare il ricorso al Tar del Lazio per l’ammissione con riserva alle prove scritte”.

“Per fermare questo copione ormai fisso – dice il presidente di Anief e segretario di Confedir, Marcello Pacifico – è arrivato il momento di aprire un’inchiesta: bisogna far luce sulle modalità di affidamento delle prove preselettive”. Da una prima verifica, si legge nella nota, “sono diversi gli errori riscontrati per le classi concorsuali A017, 18, 21, 25, 37, 38, 39, 47, 49, 51, 52, 59, 61, 71. E anche per la selezione negli accorpamenti disciplinari 23-28, 6 e 71, 20, 3, 6 e 7 risultano fondate contestazioni. Nei prossimi giorni gli esperti del sindacato continueranno le opportune verifiche per le altre classi concorsuali”.

Il sindacato invita quindi tutti i candidati esclusi dalla prove scritte ad “attivarsi per fare chiarezza sulle modalità della loro estromissione: c’è tempo fino al 22 agosto per ricorrere. Anief, una volta ricevuta la documentazione, valuterà caso per caso l’opportunità di adire le vie legali, ai fini del riconoscimento del diritto a essere ammessi alle successive prove scritte e orali. Qualora vi siano i presupposti giuridici – conclude la nota – l’obiettivo del ricorso è richiedere un provvedimento cautelare entro fine settembre”.

Riforme, i “grillini” ora cercano la via del dialogo

da La Tecnica della Scuola

Riforme, i “grillini” ora cercano la via del dialogo

I deputati e i senatori in commissione Cultura del M5S presto invieranno ”una lettera formale al ministro”: prima di varare qualsiasi riforma si renda disponibile a un confronto, non ripeta l’errore compiuto dai suoi predecessori calando dall’alto misure improponibili e non condivise. Diversi i punti su cui dibattere: internalizzazione dei servizi di pulizia, ripristino delle ore di storia dell’arte, organico di sostegno, diplomifici, classi pollaio e dispersione scolastica.

Sulla scuola, dopo la linea dell’opposizione dura, il Movimento 5 Stelle passa a quella del confronto. La nuova strategia dei “grillini” è stata annunciata dai deputati e i senatori in commissione Cultura del M5S. Dopo aver spiegato che presto invieranno ”una lettera formale al ministro”, i deputati hanno spiegato di voler chiedere al responsabile “dell’Istruzione Stefania Giannini che prima di varare qualsiasi riforma della scuola si renda disponibile a un confronto. Il M5S ha diverse proposte e soluzioni concrete e di buon senso da sottoporre al Ministro”.

“Non vorremmo – continuano i parlamentari – che il titolare del Miur ripetesse lo stesso errore compiuto dai suoi predecessori e calasse dall’alto misure improponibili e non condivise né con le commissioni parlamentari né con gli operatori del mondo della scuola. Un confronto che auspichiamo alla luce della volontà dell’esecutivo di riformare il sistema di reclutamento scolastico, rispetto al quale abbiamo pronta una proposta organica, e in base a quanto dichiarato in queste ore da Renzi, che parla di investimenti ingenti sulla scuola. In particolare, siamo interessati a confrontarci con il ministro Giannini su alcune tematiche: internalizzazione dei servizi di pulizia delle scuole, ripristino delle ore di storia dell’arte, ampliamento dell’organico sul sostegno, battaglia contro i diplomifici, le classi pollaio e la dispersione scolastica”.

Si tratta di punti che il Miur ha intenzione di trattare e probabilmente introdurre negli annunciati decreti, in particolare dal ministro Giannini e dal sottosegretario Reggi, da presentare entro l’estate. Sulle altre novità annunciate dai rappresentanti del Governo – come l’allargamento delle ore di docenza, l’abolizione delle graduatorie d’istituto e l’affidamento delle supplenze brevi ai docenti di ruolo – le possibilità di dialogo rimangono invece vicine allo zero.