Musica solo musica maestra

MUSICA SOLO MUSICA MAESTRA di Umberto Tenuta

CANTO 233 Provate ad ascoltare CARISSIMO PINOCCHIO suonato con flicorno in sib dal Maestro GIUSEPPE MAGLIANO.

E poi ditemi se altro si debba apprendere per indiarsi.

D’i Serafin colui che più s’india (Dante)

 

Con infame condanna, dalla scuola privato del dono divino della Musica, stamattina ho ascoltato Carissimo Pinocchio Karaoke Johnny Dorelli Flicorno Giuseppe Magliano.

Storia, Geografia, Filosofia, Pedagogia son volate via.

Pur io mi sono sentito volato nel cielo empireo!

Ho maledetto la scuola e chi l’ha fatta.

Anni perduti della mia giovinezza appresso alle cronologie, io figlio di Dio!

Forte è il mio grido: Infami!

Infami, tre volte Infami.

Con quale diritto mi avete privato della vista del Padre Mio?

O dono divino della Musica, per Lei si ascende alle celesti cose!

Inchiodato al fango delle miserie umane, guerre, fratricidi, patricidi, infanticidi, genocidi, infamie senza fine.

Ma non l’avea detto il Crotoniade che l’Universo è armonia, numerus, Musica?

Quando la rota, che tu sempiterni

Desiderato, a sé mi fece atteso,

Con l’armonia che temperi e discerni…(DANTE)

La Bellezza educherà il mondo. (PAPA FRANCESCO)

La Bellezza della Musica educherà il mondo! (ERR)

Se la Storia non traducete in Musica, non insegnatela.

Se la Geografia non traducete in Musica, non insegnatela.

Se la Filosofia non traducete in Musica, non insegnatela.

Se…

Musica è l’uomo.

Musica dei piedi di Liana che toccano il cielo.

Musica delle dita di… che dipingono la Cupola.

Musica della bocca… che canta…

Musica, Musica, Tutto è Musica.

Una scuola di Musica!

Squillano le trombe… ed entrano i giovani!

Nell’anfiteatro della scuola, siedono i giovani e le note del… li accompagnano…

…in piedi, col flauto dolce nelle mani, innalzano al cielo il loro canto di gioia, di gioia di vivere, di essere forti, di essere giovani…. gli studenti

… una musica lieve or s’ode sotto l’insegna della parete a fronte: SILENTIUM

E fu silenzio!

Il Silenzio……

La Professoressa di Matematica suona le frazioni delle note,,,

La Professoressa di Scienze suona la serenata della balenottera.

La Professoressa di Storia suona la Tromba.

La Professoressa di Geografia suona gli inni nazionali dei popoli della Terra…

La Professoressa di Francese intona la Marsigliese…

La Professoressa d’Inglese suona…

La professoressa d’Italiano suona l’Inno di Mameli…

Oh che Musica, Maestri!

Musica è la Scuola.

Musica è la Vita.

Musica sei tu, giovine amico mio!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Intelligenze al macero

Intelligenze al macero

di Domenico Ciccone

 

Non chiederei a nessuno di condividere appieno le teorie di Gardner sulle intelligenze multiple, tuttavia ritengo che la tradizione, la storia, le letteratura e la scuola stessa ci abbiano dimostrato ampiamente che le persone sono portatrici di diverse modalità di apprendimento e di molteplici approcci per risolvere i problemi ed affrontare la vita.

Da dirigente scolastico di un istituto che accoglie, sotto lo stesso tetto ( si fa per dire ), un liceo scientifico tradizionale ed un istituto professionale completo di moltissimi indirizzi con relative opzioni, continuo a rimanere dell’idea che buona parte della crisi economica, che attanaglia il nostro Paese nell’ occidente civilizzato, sia dovuta all’incapacità della scuola di rispondere, con modelli di insegnamento innovativi ed efficaci, non solo ad una domanda di istruzione e formazione completamente nuova e del tutto diversificata ma anche al bisogno di ciascun individuo di esprimere al meglio se stesso, le proprie inclinazioni, attitudini, interessi, conoscenze ed abilità.

L’autonomia della scuola italiana avrebbe dovuto costituire una valida risposta alla costruzione di competenze per le nuove generazioni se solo fosse stata in grado di avvalersi di tutti gli strumenti che, appunto, l’autonomia consente, per propria natura.

Ciò che nell’assetto normativo della L. 59/97 aveva trovato un barlume di adeguatezza per rendere la scuola un luogo nel quale ciascuno dei giovani potesse realizzare appieno la propria peculiare intelligenza, è stato sistematicamente vanificato da una normativa secondaria sempre più restrittiva e mortificante al punto che ormai di autonomia ne rimane ben poca.

Niente organico funzionale, poche risorse economiche, classi di concorso atipiche bloccate da vincoli tutt’altro che progettuali, scarsa propensione dei docenti all’innovazione, atteggiamento furbo ed opportunista di molti studenti che, come in ogni stato confusionale che si rispetti, fanno la loro parte approfittando di ogni opportunità per sbarcare il lunario rigirando il coltello nelle piaghe ormai incancrenite del burn out che attanaglia buona parte dei docenti e del personale della scuola.

Mai come in questo momento occorre un’azione forte e coraggiosa che faccia davvero la differenza. I giovani si stanno adeguando al peggio ritrovando nella scuola un appiattimento delle loro variegate intelligenze che nuoce ad essi stessi ed alla società del futuro.

I curricoli delle scuole autonome dimostrano, in questo senso, minore efficacia dei programmi ministeriali di storica memoria poiché fondano su di un’autonomia zoppicante nella quale nessuno riesce a fare la sua parte. E non potrebbe essere altrimenti in un contesto nel quale l’unica percezione vera che tutti hanno, dopo un quindicennio di autonomia sulla carta, è che siano aumentati a dismisura soltanto gli adempimenti burocratici con uno svantaggio ulteriore rispetto al passato: la zavorra insopportabile degli uffici scolastici regionali e delle loro articolazioni territoriali.

Chi ha il coraggio di dire che, come nel disegno originario, supportano le scuole autonome e ne facilitano i compiti costituzionali di promozione, sviluppo e garanzia del successo formativo?

 

Ne conosco tanti di ragazzi che hanno un’intelligenza viva, pronta, efficace, volta alla soluzione dei problemi concreti, disposti allo studio ma inclini maggiormente alla frequenza di un ambiente di apprendimento nel quale contino i laboratori, intesi come modelli di costruzione delle competenze basati sulla concreta applicazione di conoscenze ed abilità in contesti vari.

E questi ragazzi non frequentano solo gli istituti professionali; com’è giusto che sia, affollano anche le classi dei licei e dei tecnici, aspettando pazientemente che termini l’ estenuante quinquennio, alla scadenza del quale affronteranno un esame di cui sentono parlare male da tutti; fino a quando lo svolgono personalmente per parlarne male essi stessi, il giorno successivo nonostante vengano promossi tutti.

 

Nel frattempo, nel bel mezzo di questi problemi che si trascinano da quasi venti anni, stiamo mandando al macero una generazione intera di intelligenze fresche, vivaci e pronte al cambiamento pensando, boriosamente, che siano loro il problema . Nossignori, il problema è la scuola italiana che promuove quasi il 100% dei maturandi per discolparsi, dopo che li ha mortificati negli apprendimenti e nelle risorse intellettuali per l’intero corso scolastico.

Dopo che ha pasticciato con l’autonomia, con i curricoli, con la progettazione didattica e con la valutazione … promuove, senza appello, bocciando ancora una volta se stessa, nel panorama mondiale. In questo modo senza quasi accorgercene abbiamo ipotecato il futuro dell’Italia: nazione abitata da giovani vivi, svegli e creativi ma tanto poco considerati da essere impietosamente parcheggiati nel limbo del 45% di disoccupazione giovanile.

Dobbiamo solo sperare che ce la facciano, nonostante la scuola e la sua sconquassata autonomia!

S. Agnello Hornby, La Mennulara

Simonetta Agnello Hornby, La Mennulara, Feltrinelli 2002

di Mario Coviello

 

agnello_hornbyQuesta estate strana sta finendo. Liberi dal lavoro, quelli che un lavoro lo hanno, possono dedicarsi alla lettura. Voglio raccomandare a tutti Voi un mio incontro felice per condividere con chi avrà la bontà di leggermi passione e bellezza. Vi invito a fermarVi in libreria, ad andare su internet, ed acquistare,con meno di sette euro approfittando degli sconti estivi della Feltrinelli, il primo romanzo di Simonetta Agnello Hornby “ La Mennulara”.

Presento questo libro con le parole di  Alberto Rollo,direttore letterario della Feltrinelli : “ Dicembre 2001. Il dattiloscritto de La Mennulara era appena arrivato. C’era questo titolo a cui non potevo sottrarmi. Un titolo misterioso che si portava appresso, attraverso l’impronta dialettale, la solarità di quelle nasali doppie appoggiate alla prima vocale, e l’oscurità della u, poi la ruvidezza del suffisso, “-ara”, così duro, così pieno di fatica.
Guardavo quel titolo come portatore di una promessa.
Che puntualmente veniva mantenuta. Pagina dopo pagina, il romanzo si avviluppava in una spirale di accadimenti che lasciavano emergere un grande personaggio femminile di serva-padrona – occhi da Anna Magnani, languori sensuali da eroina della seduzione, sentori egiziani, gli “ardori inospiti” di Aida, e il sonar di danari, un’eredità. Era un sontuoso racconto, quello de La Mennulara, che avrebbe aperto le porte al mondo di storie opulente e severe di Simonetta Agnello Hornby.
Non ho mai smesso di sentire lo sguardo di Agnello Hornby al nostro primo incontro, in una assolata primavera romana. Attento e generoso. Entravo nel suo romanzo e cercavo di accertarne con lei architettura e forza. Fu una grande avventura, quell’investigare reciproco. Fra di noi, sola e potente, la sua Mennulara cominciava a parlare a quelli che di lì a poco sarebbero stati i suoi lettori. Molti, moltissimi. Nuovi a ogni nuova edizione. Nuovi e fedeli. “

Ed ecco di cosa parla “ La mennulara “, nella sintesi che potete trovare sul sito che Vi consiglio www. la mennulara.it : “ Roccacolomba. Sicilia. 23 settembre 1963. È morta la Mennulara, al secolo Maria Rosalia Inzerillo, domestica della famiglia Alfallipe, del cui patrimonio è stata da sempre – e senza mai venir meno al ruolo subalterno – oculata amministratrice. Tutti ne parlano perché si favoleggia sulla ricchezza che avrebbe accumulato, forse favorita dalle relazioni con la mafia locale. Tutti ne parlano perché sanno e non sanno, perché c’è chi la odia e la maledice e chi la ricorda con gratitudine. Senza di lei Orazio Alfallipe, uomo sensuale e colto, avrebbe dissipato proprietà e rendite. Senza di lei Adriana Alfallipe, una volta morto il marito, sarebbe rimasta sola in un palazzo immenso. Senza di lei i figli di Orazio e Adriana, Lilla, Carmela e Gianni, sarebbero cresciuti senza un futuro.
Eppure i tre fratelli, tornati nel deserto palazzo di famiglia, credono di avere tutti dei buoni motivi per sentirsi illusi e beffati dalla donna, apparentemente rozza e ignorante, che ora ha lasciato loro uno strano testamento. Voci, testimonianze e memorie fanno emergere un affresco che è insieme uno straordinario ritratto di donna e un ebbro teatro mediterraneo di misteri e passioni, di deliri sensuali e colori dell’aria, di personaggi e di visioni memorabili. Un grande romanzo. Una grande storia siciliana.”

Nell’intervista audio che potete trovare sempre sul sito del libro, Simonetta Agnello Hornby racconta come la storia le è sorta dentro all’improvviso mentre all’aeroporto aspettava un aereo in ritardo della British Airways ,compagnia a cui il libro è dedicato.

E subito le è cresciuta dentro e per un anno, tornata a Londra dove vive e si occupa dei diritti delle donne e dei bambini degli immigrati, non ha potuto fare a meno di scrivere.

“La Mennulara, raccoglitrice di mandorle, serva-padrona, mi è covata dentro per trent’anni e comincia con la sua morte nel mese di settembre del 1963, che è il mese della mia partenza .”

“La storia – racconta Simonetta Agnello Hornby – si è dipanata come un film, ed è la storia della rivoluzione di una serva che lavora per tuta la vita per i suoi padroni che ama perché sono l’unico scopo della sua vita di orfana che ha sempre lavorato, prima per i suoi genitori anziani e per la sorella malata. E’ la storia di un paese e di un popolo quello siciliano ,pieno di rabbia, che rimane immobile perché chiede rispetto perché sfruttato, deriso, colonizzato. “

La Mennulara è una donna che impara a leggere , ma fino alla fine si fa scrivere le lettere importanti perché si vergogna della sua scrittura grossa e sgraziata. Viene violentata da figlio sedicenne di un mafioso e ama un per tutta la vita Orazio, un nobile superficiale che solo alla fine della vita comprende che Maria Rosaria Inzerillo è stata l’unica, la vera donna della sua vita quella che lo ha atteso, ha salvato il suo patrimonio, ha imparato con lui l’archeologia e l’arte. E fa una piccola rivoluzione perché dalla Mennulara nasce un premio per i giovani musicisti che ha il suo nome.

Dopo un po’ anche nel piccolo paese , forse la dimenticheranno , ma il suo premio ricorda che la bellezza, la musica, l’arte sono la nostra unica salvezza.

Scuola, allarme dei medici: “L’orario lungo fa male alla salute”

da La Stampa

Scuola, allarme dei medici: “L’orario lungo fa male alla salute”

Sotto accusa Medie e Superiori: ragazzi costretti a nutrirsi in modo scorretto

Barbara Cottavoz

novara «Stare a scuola fino al pomeriggio fa male alla salute»: parola di medico, anzi del presidente dell’Ordine dei medici e dietologo Federico D’Andrea. Lancia l’allarme a un mese dall’inizio delle lezioni che anche quest’anno seguiranno il sistema della «settimana corta» deciso dalla Provincia nell’agosto 2013 per tagliare i costi di riscaldamento e trasporto degli studenti. 

Il responsabile della struttura complessa di dietetica e nutrizione clinica dell’ospedale «Maggiore», specializzato in problemi come l’obesità e l’anoressia che colpiscono sempre più spesso i più giovani, contesta l’orario scolastico che ha eliminato le lezioni al sabato «spalmando» le ore negli altri giorni della settimana. Questo comporta la necessità di restare sui banchi più a lungo e rientrare a casa nel primo pomeriggio, soprattutto i ragazzi che abitano lontano dalla scuola.

Una scelta che incide molto, secondo il medico, sotto il profilo dell’alimentazione: «C’è una grande contraddizione. Da un lato, sempre più spesso e meritoriamente esperti si recano nelle varie scuole e illustrano come ci si deve alimentare in maniera sana; dall’altro, i ragazzi vengono tenuti sui banchi fino a ore improponibili, alle due o alle tre del pomeriggio. Con un paio di intervalli, molto brevi, nei quali ingurgitano di tutta fretta alimenti poco sani. E del resto non potrebbero fare diversamente, visto che alle medie e alle superiori nessun istituto offre il servizio di mensa. Poi arrivano a casa a metà pomeriggio e mangiano quel che trovano».

Da un punto di vista nutrizionale, la situazione più corretta comprende un pasto sostanzioso a colazione e soprattutto a pranzo e poi uno più leggero a cena: «Oggi è impossibile. Dobbiamo tutti ripensare al nostro stile di vita e cercare aggiustamenti: per noi adulti ma soprattutto per i ragazzi che sono più fragili e hanno un metabolismo ancora in sviluppo. Invece si va in senso opposto come nella decisione di accorciare la settimana scolastica».

I problemi alimentari che possono scaturire D’Andrea li vede tutti i giorni nel suo ambulatorio medico: «Mi ritrovo a dare uno schema di dieta a ragazzi che però non lo possono applicare semplicemente perché i tempi imposti dal sistema scolastico sono inconciliabili con una nutrizione regolare e impone tempi esageratamente lunghi in classe».

L’appello del presidente dell’Ordine del medici è diretto alle istituzioni, scolastiche e non: «Non voglio intervenire in situazioni che non mi competono. Però il messaggio che intendiamo lanciare – conclude il dottor D’Andrea – è che è necessario ripensare ai tempi della nostra giornata, in particolare per quel che riguarda la vita scolastica. Ci rendiamo conto che si tratta di un percorso tutt’altro che semplice, che si scontra con abitudini ben radicate, ma non c’è altro da fare. Combattere l’obesità infantili in queste condizioni è un compito particolarmente arduo». 

“L’orario lungo fa male alla salute”

da La Tecnica della Scuola

“L’orario lungo fa male alla salute”

P.A.

Tagliare un giorno di lezione per distribuirlo nell’arco della settimina, indurrebbe i ragazzi, in mancanza di adeguate mense a scuola, a comportamenti alimentari sbagliati

La Stampa pubblica le considerazioni su questi problemi dell’esperto nutrizionista nonché responsabile della struttura di dietetica e nutrizione clinica dell’ospedale «Maggiore», specializzato in problemi come l’obesità e l’anoressia che colpiscono sempre più spesso i più giovani.

E l’esperto contesta l’orario scolastico che ha eliminato le lezioni al sabato «spalmando» le ore negli altri giorni della settimana. Questo comporta la necessità di restare sui banchi più a lungo e rientrare a casa nel primo pomeriggio, soprattutto i ragazzi che abitano lontano dalla scuola.

Una scelta che incide molto, secondo il medico, sotto il profilo dell’alimentazione: «C’è una grande contraddizione. Da un lato, sempre più spesso e meritoriamente esperti si recano nelle varie scuole e illustrano come ci si deve alimentare in maniera sana; dall’altro, i ragazzi vengono tenuti sui banchi fino a ore improponibili, alle due o alle tre del pomeriggio. Con un paio di intervalli, molto brevi, nei quali ingurgitano di tutta fretta alimenti poco sani. E del resto non potrebbero fare diversamente, visto che alle medie e alle superiori nessun istituto offre il servizio di mensa. Poi arrivano a casa a metà pomeriggio e mangiano quel che trovano».

Da un punto di vista nutrizionale, la situazione più corretta comprende un pasto sostanzioso a colazione e soprattutto a pranzo e poi uno più leggero a cena, cosa che così  risulta impossibile. E invece di aggiustare si va in senso opposto come nella decisione di accorciare la settimana scolastica.

«Mi ritrovo a dare uno schema di dieta a ragazzi che però non lo possono applicare semplicemente perché i tempi imposti dal sistema scolastico sono inconciliabili con una nutrizione regolare e impone tempi esageratamente lunghi in classe».

L’80% dei docenti è stressato, però dirigenti scolastici e Miur fanno finta di nulla

da La Tecnica della Scuola

L’80% dei docenti è stressato, però dirigenti scolastici e Miur fanno finta di nulla

Intervista a Vittorio Lodolo D’Oria, medico e autore di molti studi sul burnout. Sostiene che i dati sull’aumento di patologie psicologiche o psichiatriche preoccupano, soprattutto tra le donne in menopausa: invece di tutelarle, con la riforma Fornero le abbiamo mandate in pensione dieci anni dopo. Mentre in altri Paesi c’è coscienza del problema, da noi il Miur continua a non far nulla. I sindacati idem. Eppure le norme preventive oggi esistono. Solo alcuni presidi hanno attuato delle rilevazioni, spesso però solo come atto dovuto: tra le domande poste ai docenti figurano anche quelle sulle abilità nelle manovre del muletto!

“L’insegnamento è una professione usurante, soggetta ad una frequenza di patologie psichiatriche maggiore rispetto alle altre categorie della Pubblica amministrazione: svolgendo una professione altamente ripetitiva e alienante, i docenti sono infatti sottoposti a diversi stress di tipo professionale”. A ricordarlo è stata alcuni giorni fa l’associazione sindacale Anief, preoccupata per la salute dei docenti, a seguito dei risultati emersi da un ampiostudio commissionato dall’ente previdenziale INPDAP, che partendo dall’analisi degli accertamenti sanitari per l’inabilità al lavoro, ha operato un confronto tra insegnanti, impiegati, personale sanitario, operatori. Ebbene, quelli che operano dietro la cattedra hanno presentato una serie di condizionistressogene decisamente più alta.

I motivi sono molteplici. Vanno ricondotti al rapporto con gli studenti e i genitori, alle classi numerose, al precariato che si protrae per anni, alla conflittualità tra colleghi, alla costante delega da parte delle famiglie. Anche all’avvento dell’era informatica e delle nuove tecnologie, al continuo susseguirsi di riforme, alla retribuzione insoddisfacente. A pesare è anche la sempre più bassa considerazione da parte dell’opinione pubblica.

Per approfondire l’argomento, abbiamo intervistato Vittorio Lodolo D’Oria, medico ematologo, autore di molti studi sul burnout nella scuola e tra i massimi esperti in materia.

Dottore, quali novità ci sono sul fronte della prevenzione e della lotta delle malattie derivanti dallo stress da insegnamento?

Purtroppo non ci sono buone nuove. E questo procura rabbia, perché rispetto al passato oggi le norme per prevenire le malattie professionali esistono. A partire dal nuovo Testo unico dei lavoratori, l’articolo 28 del D. Lgs. 81/08, che dal 1° gennaio 2011 impone ad ogni datore di lavoro di adoperarsi, assieme agli organi di competenza, per predisporre un piano di studio e di azione per contrastare il crescente problema del burnout tra i docenti.

Forse non c’è sufficiente conoscenza?

Non direi. La passività delle nostre istituzioni coincide con la pubblicazione di una lunga serie di ricerche che indicano l’aumento esponenziale dei casi di malessere prodotti nell’ambiente scolastico. Anche il numero dei docenti inidonei è aumentato. Ma il Miur continua e non vedere e a non far nulla. E anche i sindacati non sembrano voler affrontare il problema.

Eppure, in base al decreto 81 del 2008, da lei citato, le scuole dovrebbero svolgere opera di ricognizione e prevenzione?

Proprio così. La normativa sulla materia prevede che il datore di lavoro è tenuto ad introdurre periodicamente delle misurazioni nell’ambiente di lavoro, al fine di individuare quali sono e in che misura incidono le attività sullo stress psicologico dei dipendenti.

Ma allora perché i dirigenti scolastici non si attivano?

Il motivo è legato al fatto che pochissimi istituti danno seguito alle disposizioni preventive. E chi lo fa, non di rado si muove pure male. Nel senso che spesso somministra questionari non tarati per gli insegnanti: uno di questi si chiama ‘Ispesl’ e tra le domande inappropriate per la categoria ve ne è una che indaga su come si trova il lavoratore ad operare con il muletto. Un’altra domanda, del tutto fuori luogo, è quella che va a indagare sulle turnazioni notturne. Ora, nelle scuole ci possono essere anche essere laboratori e scuole serali, però parlare di certe macchinari del genere e lavori notturno è davvero troppo.

Però quelle domande sono state somministrate…

Evidentemente i dirigenti scolastici vivono la prevenzione delle malattie e degli infortuni come una pratica da sbrigare. Sono i primi a non avere coscienza del fatto che oggi nella scuola il numero di insegnanti con problemi o disturbi mentali sono tantissimi ed in incremento.

Ci può indicare qualche dato?

Rispetto a pochi anni fa, a livello nazionale i casi sono triplicati: oggi ad ammettere di essere stressato per il lavoro ripetitivo e logorante è quasi l’80 per cento di chi lavora dietro la cattedra. Poi ci sono le vere e proprie patologie. E anche in questo caso non c’è da sottovalutare la situazione. Perché dalle ultime rilevazioni risultano almeno 24mila psicotici e 120mila depressi nella categoria. Infine, ci sono tutte le altre malattie della psiche più lievi ma non per questo da trascurare, come i disturbi dell’adattamento e di personalità.

Ma se aumentano i casi di patologie da lavoro non è solo colpa dei dirigenti scolastici?

Certamente che no. Basta dire che ancora oggi in Italia per le attività di prevenzione delle malattie correlate allo stress da insegnamento nella scuola non sono finanziate. Non si spende nemmeno un euro. E questa competenza è dell’amministrazione centrale.

Nell’allargamento del disagio dei docenti, da lei ben illustrato non troppo tempo fa col libro ‘Pazzi per la scuola’, ha attribuito i demeriti anche alle leggi approvate ‘al contrario’…

Sicuramente a complicare la situazione hanno collaborato non poco le riforme pensionistiche, che hanno portato le donne a lasciare il lavoro quasi dieci anni dopo rispetto a qualche tempo fa. Di certo, la prospettiva di andare in pensione a 66-67 anni non aiuta. La riforma Fornero, ad esempio, ha colpito in modo particolare le donne, uniformando i loro requisiti a quelli degli uomini. Dimenticando che le donne hanno quasi sempre una storia di vita più faticosa. E dopo la menopausa sono soggette a più malesseri.

Vuole dire che dopo una certa età le donne diventano più vulnerabili degli uomini?

In un certo senso, sì. Prima di tutto perché in assoluto sono più esposte a situazioni di empatia nei rapporti con gli alunni e con i colleghi di lavoro. In secondo luogo perché sono fisiologicamente più soggette al ‘logorio’ professionale, in particolare dopo la menopausa. E infine perché le statistiche ci dicono che nelle donne dopo i 50 anni si riscontra una maggiore presenza di gravi patologie psichiatriche o di forme tumorali, associabile in modo, anche diretto, all’immunodepressione da stress cronico.

Ma questi dati sono pubblici?

Certo che sono pubblici. Non si comprende perché non siano stati presi in considerazione dal legislatore delle riforma delle pensioni. E vengono tirati fuori solo quando ipocritamente ci scandalizziamo perché la maestra esasperata urla troppo o usa violenza contro i suoi alunni.

Ma un docente italiano con problemi derivanti dal burnout da chi viene valutato?

Da una commissione medica di verifica. Quella che valuta tutti i generi di danni professionali al lavoratore.

Quindi sono anche altre le patologie che colpiscono i docenti?

Sì, ma in larghissima parte si riconducono tutte alla sfera emotiva, psicologica, psichiatrica. Anche se non sono state svolte indagini nazionali, sono comunque più che indicativi i dati raccolti pochi anni fa a Torino, Verona e Milano: in quell’occasione, il 70-80 per cento degli accertamenti medici tra i docenti si conclude con una diagnosi psichiatrica.

Dottore, ce lo dica francamente: c’è una via di uscita?

Purtroppo la verità è che senza una vera spinta culturale e politica che inciti ad affrontare la problematica, non se ne esce.

Eppure in altri Paesi a noi ‘vicini’ le cose vanno meglio?

Direi proprio di sì. Dovremmo prendere esempio dall’Inghilterra, dove ogni docente ha a disposizione un medico di base e psichiatrico a cui rivolgersi per problematiche professionali e personali. Oppure dalla Francia, dove il danno derivante da stress correlato alla professione è riconosciuto a tutti gli effetti. Mentre in Italia, se va bene, ai docenti si chiede come sanno manovrare il muletto…

Renzi: “Un miliardo per la scuola”. C’è da crederci?

da La Tecnica della Scuola

Renzi: “Un miliardo per la scuola”. C’è da crederci?

L’esperienza passata non fa ben sperare. Basti dire che di diversi stanziamenti previsti dal “decreto Carrozza” di un anno non si è mai vita neppure l’ombra. E’ possibile che venga utilizzata la tecnica di rnviare l’effettiva disponibilità dei fondi agli anni futuri.

Mancano 15 giorni all’avvio del nuovo anno scolastico e della riforma epocale annunciata ripetutamente da Giannini e Renzi non si sa ancora nulla.
Il presidente del consiglio ha fatto sapere che metterà nel piatto non meno di un miliardo di euro. Destinati a cosa non è ben chiaro.
E francamente diventa difficile credere che questa somma sarà davvero disponibile, se solo si pensa che persino gli stanziamenti previsti dal decreto “La scuola riparte” voluto dal ministro Carrozza (settembre 2013)  si sono persi negli uffici del Ministero (per esempio della pur modestissima somma di 10 milioni di euro prevista per l’aggiornamento dei docenti non si è mai saputo nulla
Il sospetto (a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca) e che il miliardo di euro sia composto da soldi non ancora spesi del decreto Carrozza, di qualche avanzo giacente nelle casse del Miur, da soldi già pevisti da provvedimenti degli anni precedenti per l’edilizia scolastica ma non ancora effettivamente impegnati e, forse, da qualche risorsa “fresca” (reperita non si bene come), “spalmata” però sui prossimi 3-4 con la consueta clausola di salvaguardia (la disponibilità dei fondi sarà subordinata al via libera del MEF che dovrà accertare l’effettiva disponibilità in entrata).
D’altra parte il “decreto Carrozza” era basato proprio su questa logica e dunque non ci sarebbe nulla di strano se la tecnica venisse utilizzata anche questa volta.
Il problema maggiore, però, è che i tempi sono ormai molto stretti e non si vede davvero come sarà possibile ossigeno alla scuola già a partire da settembre.
Ma con il nuovo anno scolastico potrebbe invece prendere avvio il sistema di valutazione delle scuole (e forse anche dei docenti): ma questa è una questione che merita di essere trattata a parte.

Renzi: l’Italia riparte con scuola e cultura

da tuttoscuola.com

Tour ferragostano nel Sud per il premier
Renzi: l’Italia riparte con scuola e cultura

Nel suo tour in quattro tappe al Sud, alla vigilia di Ferragosto, il premier Renzi ha parlato di economia, lavoro e scuola, ponendoli in stretta relazione.

La giornata dell’iperattivo Presidente è iniziata con una breve visita all’azienda KforA di Ponticelli al termine della quale Renzi ha twittato il suo entusiamo: “Vedi a Ponticelli una startup che è all’avanguardia mondiale su ingegneria e elicotteri. Anche questa è #Napoli  #italiariparte”.

Subito dopo, tappa alla Città della Scienza, nel cui Science center, distrutto da un incendio nel marzo 2013, il presidente del Consiglio, il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, hanno firmato l’accordo per la ricostruzione di Città della Scienza e la bonifica di Bagnoli.

Qui il premier ha ribadito la sua convinzione che “l‘Italia che verrà conoscerà la stagione della crescita soltanto se passerà il concetto che scuola e cultura sono un fattore di crescita” e che “la competitività italiana sarà credibile soltanto scommettendo sul capitale umano“.

Sulla situazione economica – era appena giunta la notizia della frenata della Germania (-0,2%) – Renzi ha detto che “non è la percentuale dello ‘zero virgola’ a fare la differenza, ma il clima di rassegnazione nell’opinione pubblica, di chi pensa, ad iniziare dalle classi dirigenti, che tanto non cambierà mai”. Ragionamento che vale anche per le riforme scolastiche.

Il presidente è tornato sui temi economica tema poche ore dopo a Reggio Calabria, dove ha dato rassicurazioni sul futuro lavorativo del locale stabilimento della Finmeccanica: “Siamo sul pezzo anche il 14 di agosto“, ha detto, e sulla crisi  ha dichiarato che “non c’è una situazione di crisi dell’Italia rispetto all’Eurozona che viaggia a velocità doppia: questo è accaduto in passato, ora la situazione è cambiata, l’ intera eurozona vive una fase di stagnazione”.

La giornata del premier si è conclusa in Sicilia: a Gela e a Termini Imerese. “Se riparte il Sud riparte l’Italia“, ha detto Renzi, annunciando interventi per la reindustrializzazione di questi territori.

In questa occasione Renzi ha anche accennato alla possibilità di revisione dell’articolo 18. “Se dobbiamo fare un’operazione sul mercato del lavoro, io sono sempre per fare una nuova disciplina sul lavoro”, ha detto, “ma la si fa pensando a cambiare le garanzie, non a eliminarle. È una cosa un po’ diversa. La approfondiremo nelle prossime settimane”.

 

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 189

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 189 del 16-8-2014

Sommario

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 


DECRETO 6 agosto 2014


Misura e modalita’ di versamento all’Istituto di vigilanza sulle
assicurazioni (IVASS), del contributo dovuto per l’anno 2014 dagli
intermediari di assicurazione e riassicurazione. (14A06537)

 

 

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DECRETO 6 agosto 2014


Misura e modalita’ di versamento all’Istituto di vigilanza sulle
assicurazioni (IVASS), del contributo dovuto per l’anno 2014 dalle
imprese esercenti attivita’ di assicurazione e riassicurazione.
(14A06538)

 

 

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DECRETO 7 agosto 2014


Riparto dell’incremento delle risorse della «Sezione per assicurare
la liquidita’ alle regioni e alle province autonome per pagamenti dei
debiti certi, liquidi ed esigibili diversi da quelli finanziari e
sanitari» di cui all’articolo 2 del decreto-legge 8 aprile 2013, n.
35, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2013, n. 64,
ai sensi dell’articolo 32, commi 1 e 2, del decreto-legge 24 aprile
2014, n. 66, convertito con modificazioni, dalla legge 23 giugno
2014, n. 89. (14A06493)

 

 

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DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


DETERMINA 31 luglio 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Augmentin
(amoxicillina e acido clavulanico)» ai sensi dell’articolo 8, comma
10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 833/2014).
(14A06435)

 

 

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DETERMINA 31 luglio 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Augmentin
(amoxicillina e acido clavulanico)» ai sensi dell’articolo 8, comma
10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 839/2014).
(14A06436)

 

 

Pag. 6

 

 

 


DETERMINA 31 luglio 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Lacidipina Rivopharm»
ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n.
537. (Determina n. 838/2014). (14A06437)

 

 

Pag. 7

 

 

 


DETERMINA 31 luglio 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Nolvadex» ai sensi
dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
(Determina n. 841/2014). (14A06438)

 

 

Pag. 8

 

 

 


DETERMINA 31 luglio 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Dralenos» ai sensi
dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
(Determina n. 843/2014). (14A06439)

 

 

Pag. 9

 

 

 


DETERMINA 31 luglio 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Icomb
(ramipril/amlodipina)» ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della
legge 24 dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 845/2014). (14A06440)

 

 

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ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI

 


COMUNICATO


Limitazione delle funzioni del titolare del Vice Consolato onorario
in Fortaleza (Brasile). (14A06471)

 

 

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COMUNICATO


Limitazione delle funzioni del titolare dell’Agenzia consolare
onoraria in Natal (Brasile). (14A06472)

 

 

Pag. 12

 

 

 


COMUNICATO


Rilascio di exequatur (14A06473)

 

 

Pag. 12

 

 

 


COMUNICATO


Rilascio di exequatur (14A06474)

 

 

Pag. 12

 

 

 


COMUNICATO


Istituzione del Consolato onorario in Ulaanbaatar (Mongolia).
(14A06475)

 

 

Pag. 13

 

 

 


COMUNICATO


Limitazione delle funzioni del titolare del Consolato onorario in
Salvador (Brasile). (14A06490)

 

 

Pag. 13

 

 

 


COMUNICATO


Limitazione delle funzioni del titolare dell’Agenzia consolare
onoraria in Sao Luis (Brasile). (14A06491)

 

 

Pag. 13

 

 

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

 


COMUNICATO


Approvazione delle tariffe di handling presso lo scalo di Bolzano.
(14A06535)

 

 

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MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI – COMITATO DI COORDINAMENTO PER L’ALTA SORVEGLIANZA GRANDI OPERE

 


COMUNICATO


Atto aggiuntivo alla Terza Edizione delle Linee-Guida per i controlli
antimafia di cui all’articolo 3-quinquies del decreto-legge 25
settembre 2009, n. 135, convertito dalla legge 20 novembre 2009, n.
166, inerente la realizzazione delle opere e degli interventi
connessi allo svolgimento dell’EXPO Milano 2015. (Deliberazione del
30 luglio 2014). (14A06539)

 

 

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REGIONE AUTONOMA FRIULI-VENEZIA GIULIA

 


COMUNICATO


Liquidazione coatta amministrativa della «S.EDI.GE. Societa’
Cooperativa Edilimmobiliare Generale», in liquidazione, in Udine e
nomina del commissario liquidatore. (14A06468)

 

 

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COMUNICATO


Gestione commissariale della «Omarino Soc. Coop. a r.l.», in Udine e
nomina del commissario governativo. (14A06469)

 

 

Pag. 18

 

 

 


COMUNICATO


Sostituzione del liquidatore della «Alfa Servizi Societa’
Cooperativa», in liquidazione, in Udine. (14A06470)

 

 

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