SCUOLA PENITENZIARIO di Umberto Tenuta
CANTO 268 La scuola come luogo ove solo i giovani scontano la pena di essere nati da donna.
Solo i figli di donna sono condannati ad andare a scuola per alimentarsi di cultura e divenire adulti.
Le giovani piante crescono libere, alimentandosi dei sali della terra e della luce del sole.
Gli animali crescevano liberi nella foresta.
Solo l’uomo li ha legati alla mangiatoia.
Vi ha legato perfino i propri figli!
Fino a qualche secolo fa non esistevano scuole.
Ed i figli di donna diventavano uomini solo attraverso le relazioni sociali.
Nessuna condanna.
Solo nell’800 nasce l’obbligo di andare a scuola.
E cominciarono le pene.
La condanna ad imparare.
La condanna a diventare uomini.
Nasce l’uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento (LEOPARDI).
Ed è quotidiana mortificazione l’andare a scuola!
Mortificazione dell’innato bisogno di alimentarsi e di crescere.
Mortificazione dell’innata curiosità umana![1]
Imparare a scuola è una condanna, è una pena, è una sofferenza immane.
Obbligo di andare a scuola, obbligo di stare seduti, immobili, in silenzio.
Obbligo di imparare quello che dice il Professore.
Che a te piaccia o non piaccia, non importa.
Che tu non sappia perchè imparare il Greco ed il Latino, non importa.
Che tu non sappia perchè imparare le parentisi Graffe e Tonde non importa.
Che tu non sappia perchè imparare le Guerre puniche non importa.
Che tu non sappia perchè imparare la stilobate, l’echino, l’armille della colonna dorica non importa.
Tu sei condannato ad imparare: la tua è una condanna, una pena, una sofferenza.
Quotidiana.
Ogni giorno ha la sua pena! Anche la domenica, il dì di festa.
Festa per la contadinella, non per te, studentella!
Esagerato!
Io?
Domandate ai giovani.
Questa è la sola INDAGINE che la Ministra dovrebbe fare.
Ma non la fa, statene certi.
Statene certi, o voi condannati, o voi studenti, o voi giovani nati di donna.
Non la fa.
Sennò dovrebbe chiedere al Ministro di Grazia e Giustizia di chiudere le… Scuole!
È possibile chiudere le Scuole?
No!
Perchè?
Non lo so.
Voi lo sapete?
Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
[1] CURIOSITà VICO XXXIX. La Curiosità, proprietà connaturale dell’uomo, figliuola dell’ignoranza, che partorisce la Scienza, all’aprire che fa della nostra mente la Maraviglia, porta questo costume: ch’ove osserva straordinario effetto in natura, come cometa, parelio, o stella di mezzodì, subito domanda, che tal cosa voglia dire o significare. (PRINCIPI DI SCIENZA NUOVA).
HODKIN R.A., La curiosità innata – Nuove prospettive dell’educazione, Armando, Roma, 1978.