#LABUONASCUOLA, INCONTRO SINDACATI-MIUR: PROCLAMATO STATO DI AGITAZIONE

#LABUONASCUOLA, INCONTRO SINDACATI-MIUR: GILDA PROCLAMA STATO DI AGITAZIONE

“Siamo profondamente insoddisfatti dell’incontro avuto oggi con il ministro Giannini, domani proclameremo lo stato di agitazione e avvieremo, come da prassi, il tentativo di conciliazione con il Governo per il rinnovo del contratto”. E’ quanto dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commentando l’incontro avvenuto oggi pomeriggio al Miur con il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.

“Abbiamo ribadito la nostra netta contrarietà rispetto al piano La Buona Scuola, sottolineando – spiega Di Meglio – che materie come gli stipendi e l’orario di servizio non sono di competenza del legislatore e che, invece, esigono un confronto serio con i sindacati, perchè rappresentano oggetto di trattativa sindacale. Inoltre, abbiamo rimarcato il nostro totale dissenso verso l’abolizione degli scatti di anzianità e la nostra posizione totalmente critica riguardo l’istituzione di una carriera basata sugli scatti di competenz,a perchè il merito dei docenti non si individua con sistemi improvvisati come quello proposto dal progetto di riforma. Per fare la buona scuola – conclude il coordinatore della Gilda – servono risorse economiche e nel Rapporto del Governo non c’è un euro da investire, ma soltanto tagli”.

Sul documento governativo “La buona scuola”

Anp presenta al Ministro il proprio documento sulla “buona scuola”

Quasi al termine del previsto periodo di consultazione nazionale, il MInistro ha voluto incontrare anche le OO.SS. rappresentative del comparto e dell’area V per un confronto sul documento governativo “La buona scuola”.
Ha portato il contributo dell’Anp Giorgio Rembado, che – nel depositare una articolata memoria scritta – ha voluto toccare con maggiore evidenza alcuni dei temi più rilevanti:
– l’esigenza di una coerenza d’insieme nell’azione di Governo e Parlamento: non si possono enunciare intenzioni condivisibili in un documento politico di grande impegno e contemporaneamente scrivere nei disegni di legge che vanno in Parlamento norme che vanno in direzione opposta. Si vedano, in particolare, ma non solo, quelle che incidono ulteriormente sulla consistenza del MOF e quelle che – sopprimento esoneri e semiesoneri per i collaboratori del dirigente – rendono ancora più problematica la gestione organizzativa della scuola e, di conseguenza, la sua possibilità di essere “buona scuola”;
 – l’esigenza di pervenire in tempi brevi all’emanazione di un nuovo Testo Unico delle norme sull’istruzione: che è la sede appropriata anche per sfoltire il troppo, il vano e l’inutilmente complicato che attualmente affolla e rende scarsamente leggibili i compendi normativi. Molto più appropriata della campagna di “televoto” lanciata per abolire le 100 norme più “inutili e fastidiose”. Nessuno che conosca il mondo delle istituzioni può pensare che quella sia la strada per individuare le norme da eliminare, ma non è neppure giusto lasciar credere che lo sia;
– l’insufficiente chiarezza concetttuale con cui è trattato nel documento il ruolo del dirigente ed il suo bilanciamento fra responsabilità gestionali e responsabilità educative. Il testo sembra ignorare un dato di fatto: che le uniche – e sempre più numerose responsabilità effettive che l’ordinamento individua in capo al dirigente (cioè quelle sorrette da sanzioni) – sono di ordine amministrativo e gestionale, a volte solo per violazioni di ordine formale. Il livello e la gravità degli insuccessi formativi di una scuola non vengono mai fatti oggetto di rendicontazione e di analisi. Il che è molto più eloquente di molte alate parole sul profilo reale che il sistema assegna al dirigente scolastico;
– conseguenza di questa scarsa chiarezza concettuale – oltre che esempio di insufficiente coerenza di sistema – è il voler tener fuori il dirigente scolastico dal ruolo unico della dirigenza pubblica con l’argomento che la sua dirigenza avrebbe un contenuto prevalentemente “professionale”, cioè legato agli atti dell’istruzione, e nello stesso tempo il chiamarlo a rispondere in concreto per tutt’altro.
Nella replica il Ministro ha mostrato di aver apprezzato il tono e gli argomenti utilizzati da Rembado e si è ripromessa di approfondire le diverse questioni toccate.

Young 2014: il Salone dell’Orientamento

Young 2014: il Salone dell’Orientamento di Erba guarda ad Expo
Dal 27 al 29 novembre il mondo della formazione scolastica e lavorativa incontrerà
migliaia di studenti e famiglie provenienti da tutta la Lombardia

Erba, 12 novembre 2014 – A Lariofiere si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con “Young”, il Salone dell’Orientamento scolastico, universitario e professionale dedicato a tutti i giovani della Lombardia alla ricerca di un’opportunità formativa o occupazionale in linea con i loro talenti e le loro legittime aspirazioni.
La settima edizione, organizzata in collaborazione con le Camere di Commercio, gli Uffici Scolastici Territoriali e le Amministrazioni provinciali di Como e Lecco, Sistema Como 2015, Eco Smart Land, UniverLecco, Lariodesk e la Rete Provinciale per l’orientamento “Como Orienta”, si svolgerà il 27, il 28 e il 29 novembre: l’obiettivo dell’iniziativa è, oggi più che mai, quello di favorire l’incontro fra i ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado e le aziende del territorio, portavoci dei bisogni di un tessuto produttivo reso sempre più fragile dalla crisi degli ultimi anni.
L’urgenza e la necessità di essere guidati da professionisti della formazione scolastica e lavorativa nella scelta di un percorso di crescita personale e attitudinale che risponda a specifici orizzonti d’attesa giovanili emerge con evidenza dalle statistiche della scorsa edizione: 384 le scuole in visita e oltre 2.000 gli studenti universitari interessati ai tirocini, agli stage, alle proposte di apprendistato e ai corsi di specializzazione erogati dagli atenei, dalle accademie e dagli istituti post-lauream.
Il programma del 2014, con oltre 100 laboratori a cura degli Atenei, Istituti Scolastici Superiori e dei Centri di Formazione Professionale e 73 conferenze dedicate alla ricerca attiva del lavoro, alle nuove professioni, agli strumenti web e alle potenzialità dei social network, propone parecchie novità pensate ad hoc sia per gli studenti in uscita dalle scuole secondarie di primo grado che per coloro che si apprestano a concludere la scuola secondaria superiore.
Grazie alla collaborazione di quattro importanti aziende del territorio, BML GROUP SpA di Cantù, CEMB SpA di Mandello del Lario, GALBIATI Srl di Sirone e SCHUNK INTEC Srl di Lurate Caccivio, nelle giornate di giovedì, venerdì e sabato si svolgerà la simulazione del funzionamento di una moderna azienda meccatronica integrata, presentata attraverso un percorso didattico che mira a raccontarne le diverse aree produttive attraverso i professionisti che ci lavorano: dalla Progettazione agli Acquisti, dal Marketing alle Vendite, dal Sistema informativo all’Assistenza tecnica, passando per la Produzione, i ragazzi acquisiranno una maggiore consapevolezza dei requisiti necessari a ricoprire un determinato ruolo aziendale e delle responsabilità che ciascuna mansione comporta.
Attraverso iniziative di questo genere si annulla o, quantomeno, si riduce notevolmente, il più volte denunciato gap fra la formazione scolastica e le richieste avanzate dal mondo del lavoro, reso sempre più selettivo da una competizione su scala internazionale.
Anche l’orientamento per filiere formative agisce in questa direzione, offrendo ai ragazzi delle scuole secondarie di primo grado l’opportunità di assistere alle presentazioni di educatori specializzati nei singoli settori, i quali illustreranno gli step necessari a maturare un curriculum scolastico idoneo alle esigenze del mondo del lavoro.
Fra le novità di questa edizione vi saranno l’Info desk “Orientarsi nella disabilità”, uno stand informativo dedicato ai genitori e ai docenti di alunni con esigenze specifiche, e l’Info desk per alunni e famiglie straniere, finalizzato a favorire l’integrazione degli studenti di nazionalità non italiana una volta conclusa la scuola secondaria di primo grado.
Altrettanto ricco di proposte si presenta il calendario delle iniziative riguardanti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, che vede una corposa ed importante presenza di Atenei e Accademie italiane ed estere (35 presenze), e l’organizzazione di oltre 70 incontri-seminari sui seguenti temi:
– orientamento agli studi universitari;
– orientamento al mondo del lavoro;
– strumenti web e social;
– strumenti per organizzarsi nello studio e nel lavoro;
– Europa per i giovani: opportunità di tirocinio e lavoro;
– legalità: viaggio nella giustizia riparativa;
– matematica e scienza;
– Rischi e vantaggi di Internet (a cura della Polizia Postale e delle Telecomunicazioni di Como)

Particolarmente interessante è, inoltre, la serie di workshop “Ti racconto la mia professione”, durante i quali professionisti della medicina, ristorazione, dell’informatica, della moda e della comunicazione digitale racconteranno ai giovani le tappe fondamentali della loro carriera, dagli albori fino all’affermazione consolidata nel ruolo.
All’interno della sessione speciale “Verso Expo 2015” saranno presentati il “Progetto Scuola”, a cura della Società Expo Milano 2015 e Sistema Como 2015, “LeccoMountains”, con la proiezione di un video realizzato all’interno del progetto “Eco Smart Land”, e il progetto lecchese vincitore del Premio “Smart Communities” di SMAU 2014, con un focus particolare su ICT, Food, Mountains, Culture e Innovation.
“Young – Orienta il tuo futuro” aspira a consolidarsi sempre di più come punto di riferimento dell’orientamento scolastico e professionale per le nuove generazioni, chiamate a fare i conti con scenari occupazionali sempre più difficili, in cui la preparazione specialistica e incentrata sulle necessità delle aziende può risultare la carta vincente.

Attività formative 2015

Gruppo Solidarietà

Attività formative 2015
http://www.grusol.it/apriInformazioni.asp?id=3916

Il sostegno alla domiciliarità nella normativa della regione Marche
Martedì, 27 gennaio 2015

Contenuti:  Quali servizi – sociali, sociosanitari e sanitari – sono previsti nella regione Marche a sostegno della domiciliarità? Con quale regolamentazione? Quali sono e come vengono disciplinati gli interventi di tipo economico (alla persona o alla famiglia) per il mantenimento a domicilio delle persone non autosufficienti? Quali criteri di utilizzo del fondo nazionale non autosufficienze sono stati adottati? L’incontro passerà in rassegna le diverse tipologie di sostegno.

Come cambiano i servizi sociosanitari nella regione Marche?
Martedì, 17 e 24 marzo 2015

Contenuti: Le delibere 1011 e 1195/2013 hanno inteso definire  gli standard, i criteri tariffari e la ripartizione degli oneri tra settore sanitario e sociale nei servizi diurni e residenziali nelle aree: riabilitazione, disabilità, demenze, anziani, non autosufficienti, salute mentale. Ad oggi, a causa delle forti resistenze e proteste, il percorso di attuazione è stato fermato. Quali cambiamenti apportano le delibere rispetto alla situazione attuale?  Il corso analizzerà, per ogni area, le tipologie di servizi interessati, mettendo a confronto vecchia e nuova regolamentazione.

Destinatari. I corsi sono rivolti a tutti coloro che lavorano a vario titolo all’interno del sistema dei servizi sanitari e sociali.

Docente.  Fabio Ragaini, Gruppo Solidarietà.

Note tecniche. Gli incontri si svolgeranno a Moie di Maiolati Spontini, via Fornace 23 (biblioteca comunale, sala J. Lussu), dalle ore 15.00 alle 18.00. Si rilascia attestato di frequenza.

Iscrizioni. Il numero massimo di partecipanti previsto è di 25. Il costo di partecipazione è di 50 euro per i corsi con due incontri e 25 per quelli di un solo incontro. Versamento su ccp 10878601 intestato a Gruppo Solidarietà – Castelplanio. Bonifico bancario: Banca Popolare di Ancona, filiale di Moie di Maiolati: IT50 C053 0837 3900 0000 0000 581. L’iscrizione verrà registrata  al momento dell’avvenuto versamento (inviare ricevuta, preferibilmente via mail). I corsi vengono attivati con la presenza di almeno 10 persone. Prima di effettuare il versamento accertarsi che ci siano posti disponibili.

Informazioni: Gruppo Solidarietà, Via Fornace 23, 60030 Moie di Maiolati (An). Tel e fax,  0731.703327. centrodoc@grusol.it, www.grusol.it

II Seminario di formazione per operatori dei percorsi di autonomia

AIPD Roma. II Seminario di formazione per operatori dei percorsi di autonomia

Al via le iscrizioni degli operatori con esperienza nei percorsi di autonomia interessati a partecipare al seminario di aggiornamento previsto per i prossimi 1, 2, 3 e 4 dicembre.
Scopo principale di questi incontri è offrire occasioni di confronto che permettano ad ognuno di affrontare con maggiore chiarezza ed energia il proprio lavoro e arricchire la nostra Associazione nel suo complesso.
Il seminario è destinato prioritariamente agli operatori delle Sezioni AIPD ma è aperto anche agli esterni. Sede del seminario sarà il Roma Scout Center.
Le adesioni devono essere inviate entro il 15 novembre  2014, utilizzando l’apposita scheda di iscrizione.
Per tutte le informazioni contattare la Segreteria AIPD: aipd@aipd.it – 06 3723909-3722510

Lo Bello: «La scuola non è un luogo chiuso di studio ma un fattore di crescita del Paese»

da Il Sole 24 Ore

Lo Bello: «La scuola non è un luogo chiuso di studio ma un fattore di crescita del Paese»

di Eugenio Bruno

C’è un passo avanti che il nostro Paese deve compiere se vuole recuperare il gap accumulato negli ultimi anni dai suoi competitor: considerare la scuola «non più come un luogo chiuso di studio ma come un fattore cruciale per la crescita economica e sociale del Paese». A sottolinearlo al Sole 24 Ore è Ivan Lo Bello. In quest’ottica, il vicepresidente per l’Education di Confindustria giudica cruciali iniziative come la XXI Giornata nazionale Orientagiovani, che si terrà venerdì 14 novembre a Reggio Emilia e che avrà come titolo FabbricAzione: la meccanica del sapere.
Il senso dell’appuntamento lo spiega lo stesso Lo Bello: raccontare ai giovani «che cos’è l’industria e che cos’è la manifattura». Spiegando, ad esempio, che la «fabbrica non è più un casermone grigio con una lunghissima catena di montaggio», ma è un luogo in cui si costruisce il futuro. Come dimostra – aggiunge – «la meccanica italiana che occupa un posto di eccellenza nel mondo e ha un livello di innovazione altissima». Per questo è importante parlare anche di come formare le risorse umane che servono a farla funzionare. In un Paese come il nostro dove – è bene ricordarlo – l’alto tasso di abbandono scolastico rimane invariato e la disoccupazione giovanile continua invece ad aumentare.
Da qui a soffermarsi sulla “buona scuola” voluta dal governo e del rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro contenuta al suo interno il passo è breve. «Molto spesso – dice il vicepresidente di Confindustria – l’alternanza è stata vista come un attentato all’autonomia delle scuole ma non è così». Il perché è presto detto: «Accanto ai saperi e alle competenze che il sistema scolastico trasferisce ai ragazzi bisogna mettere il “saper fare” se vogliamo evitare che i nostri giovani arrivino a 25-26 anni senza avere un’idea di che cosa sia un’azienda o un posto di lavoro». Se per anni un discorso del genere era impedito dalle barriere ideologiche che esistevano nel paese oggi invece è possibile farlo. A patto – spiega – «di cominciare a correre per recuperare decenni di ritardo che abbiamo accumulato da Paesi come la Germania».
Sempre a proposito della “buona scuola” e della consultazione pubblica che si chiuderà sabato 15, Lo Bello ricorda il contributo offerto da Confindustria con le 100 proposte presentate un mese fa. Augurandosi che molte di esse «vengano accolte». Specie se «vogliamo e dobbiamo evitare alimentare la polarizzazione già in atto tra chi ha un alto livello di formazione, i cosiddetti high skill, e chi ha un basso livello di istruzione e di competenze, cioè i low skill». A suo giudizio, per la scuola italiana è giunto il momento di fare «il salto di qualità». Che vuol dire aprirsi alla rivoluzione digitale in atto ma non solo. È l’intera didattica infatti che va adeguata alle esigenze del presente. E soprattutto del futuro. Quella «frontale» non va più bene; per lui, serve un nuovo modello di insegnamento che «stimoli il confronto e la crescita» tra i ragazzi.
Ma i nodi con cui il nostro sistema di istruzione deve fare i conti non finiscono qui. Come dimenticare la difficoltà con cui le nostre imprese trovano i profili tecnici di cui hanno bisogno? Sul punto il vicepresidente di Confindustria ha le idee chiare: bisogna investire sull’orientamento. Magari facendo «come in Germania dove le Camere di commercio definiscono periodicamente i profili più richiesti dal mercato». In realtà un meccanismo simile – fa notare – esiste anche da noi ed è il sistema Excelsior di Unioncamere. Si potrebbe ripartire da lì – è il suo consiglio – «se si vuole superare il mismatch tra domande e offerta di lavoro che oggi scontiamo». E magari «si potrebbe andare anche oltre dotando le reti scolastiche di un proprio ufficio di placement come fanno oggi alcune università».

 

Il Miur detta le istruzioni per l’esame di primo livello degli adulti

da Il Sole 24 Ore

Il Miur detta le istruzioni per l’esame di primo livello degli adulti

di Francesca Milano

Da quest’anno scolastico è in vigore il Dpr 263/2012 sulla riorganizzazione dell’istruzione degli adulti, che ha trasformato i vecchi centri territoriali permanenti (Ctp) in vere e proprie istituzioni scolastiche autonome dotate di un assetto didattico e organizzativo, i Cpia, centri provinciali per l’istruzione degli adulti. Con la circolare n. 48 del 4 novembre 2014 il ministero dell’Istruzione ha fornito le informazioni sugli esami di Stato conclusivi dei percorsi di istruzione di primo livello degli adulti, compresi quelli iscritti ai corsi serali e ai corsi che si svolgono negli istituti di prevenzione e pena.

Le istruzioni
Nella circolare il Miur specifica i criteri per l’ammissione all’esame di Stato, che deve essere decisa dai docenti del consiglio di classe, che hanno il compito di accertare l’effettivo svolgimento del percorso di studio personalizzato verificando anche la frequenza delle lezioni. Gli adulti iscritti ai corsi di primo livello devono frequentare almeno il 70% delle lezioni. Oltre alla frequenza, i docenti dovranno accertare le conoscenze nei vari “assi culturali”: per i percorsi di istruzione di primo livello gli assi culturali previsti sono quello dei linguaggi, quello storico-sociale, quello matematico e quello scientifico-tecnologico.
Il consiglio di classe deciderà anche l’asse che sarà oggetto della prima prova scritta (tra quello dei linguaggi e quello storico-sociale). La lingua straniera oggetto della seconda prova, invece, può essere individuata sulla base della richiesta dell’adulto. La terza prova attiene al’asse matematico.

L’esonero
Come previsto dall’ordinanza ministeriale n. 43 del 6 agosto 2014 , la prova scritta a carattere nazionale prevista per l’esame di primo livello è sospesa per gli adulti che frequentano i Cpia.

L’orale
Oltre alle prove scritte, gli adulti che devono conseguire il diploma di istruzione di primo livello dovranno anche sostenere un colloquio pluridisciplinare, che può anche riguardare la discussione di «un progetto di vita e di lavoro elaborato dall’adulto nel corso dell’anno in modo da accertare il livello di acquisizione delle competenze chiave di cittadinanza», come specifica il ministero nella circolare. La circolare contiene anche gli allegati relativi agli assi di competenze, alle competenze minime e al modulo con cui i dirigenti scolastici dovranno certificare la conclusione del persorso di primo livello da parte dell’adulto.

«Europe code week», l’Italia in vetta nella classifica degli eventi

da Il Sole 24 Ore

«Europe code week», l’Italia in vetta nella classifica degli eventi

di Daniela Abbrunzo

L’Italia è il Paese che ha organizzato più eventi durante la “Europe code week”, la settimana organizzata dall’11 al 17 ottobre 2014 dalla Commissione europea per avvicinare i più piccoli al mondo del coding, cioè della programmazione. Durante la manifestazione (che non si è tenuta soltanto a Bruxelles ma su gran parte del territorio europeo) tutti i Paesi aderenti sono stati invitati a organizzare micro eventi per promuovere la settimana del codice. Secondo i dati raccolti dal sito Codeweek.it è l’Italia a detenere il primato europeo: sono stati 1.373 gli eventi organizzati nel Belpaese, contro i 262 indicati dopo una prima stima, e ai quali hanno partecipato 28.638 persone. Un risultato importante per l’Italia che ha battuto Paesi come l’Irlanda (seconda classificata con 509 eventi) dove è nato il progetto di diffusione del coding, CoderDojo, la Grecia (terza classificata con 451 eventi) e la Polonia (quarta con 294 eventi). «È un grande successo per noi – spiega il code week ambassador Alessandro Bogliolo -perché queste non sono stime, ma dati offerti dai diretti organizzatori degli eventi. Purtroppo i primi numeri pubblicati dell’Europa, che vedevano l’Italia quarta classificata, erano sbagliati. Molte scuole, infatti, hanno raccolto l’invito del Miur e della Commissione europea a partecipare, ma non hanno inserito gli eventi nella mappa. Soltanto grazie ai questionari di codeweek.it e “Programma il futuro” si è risaliti alla stima reale».
I numeri del Coding regione per regione
Tutte le regioni italiane hanno aderito alla Europe code week, ma le prime cinque classificate, per numero di eventi e partecipanti, sono: Puglia, Lazio, Lombardia, Sicilia e Campania. In generale si registra una maggiore presenza del Sud e del Centro nelle prime posizioni, a differenza del Nord che è presente a macchia di leopardo dalla sesta alla ventesima posizione. In particolare la Puglia (prima in classifica) ha partecipato con 167 eventi e 3426 partecipanti. Anche la Sardegna ha realizzato un buon risultato: Cagliari si è distinta per aver prodotto eventi tutti i giorni e a tutte le ore.
Il target: scuole primarie e secondarie
Sono 12.890 i bimbi che hanno aderito alla Europe code week tra la scuola primaria e quella dell’infanzia. La scuola secondaria di primo grado ha partecipato con 9.667 ragazzini. Poco più di 5.300, invece, sono i giovani della secondaria, di secondo grado, e soltanto 517 gli studenti dell’Università. «La rete creata da codeweek.it, che include scuole, media partner e aziende, servirà anche a diffondere il coding fra gli studenti più grandi – spiega ancora Bagliolo –. Cioè a moltiplicare l’adesione al progetto di diffusione del coding in Italia. Non si tratta di un progetto alternativo a Programmailfuturo.it, ma è complementare. Se io organizzo una lezione di coding da Urbino, in diretta streaming, attraverso il sito, può arrivare a chiunque si connetta. Perciò invitiamo tutti a utilizzare l’hashtag #codeit».

Al via la Rete nazionale delle Palestre dell’Innovazione

da La Stampa

Al via la Rete nazionale delle Palestre dell’Innovazione

Propone forme di apprendimento avanzate, dalla fabbricazione digitale alla realtà immersiva. Prime firmatarie sono 47 scuole di 14 regioni italiane
Fondazione Mondo Digitale e Miur lanciano la Rete nazionale delle Palestre dell’Innovazione per diffondere nelle scuole italiane il modello di educazione per la vita nel 21° secolo. L’iniziativa, sostenuta anche da Roma Capitale, ha preso il via alla Città educativa di Roma dove è nata la prima Palestra dell’Innovazione. Prime firmatarie della Rete sono 47 scuole di 14 regioni italiane.
La Palestra dell’Innovazione è un luogo fisico e virtuale (Phyrtual) in cui si pratica autoconsapevolezza, creatività, imprenditorialità e innovazione a 360°: tecnologica, sociale, civica e personale. E’ un posto in cui i giovani, gli artisti digitali, i makers ma non solo, possono “attrezzarsi” per il proprio sviluppo personale e professionale. 

La Palestra utilizza tutte le forme di apprendimento più avanzate: dalla fabbricazione digitale alla realtà immersiva e virtuale, dall’autoconsapevolezza al problem solving, dal gaming alla robotica. Il linguaggio è quello della sperimentazione e della creatività per acquisire le competenze utili per vivere e lavorare nel 21° secolo.

Ls-Osalab, al via i Laboratori itineranti

da La Stampa

Ls-Osalab, al via i Laboratori itineranti

Portati licei scientifici da docenti universitari con delle lezioni dimostrative
roma

Arriva Ls-Osalab: una banca dati per gli insegnanti che cercano qualche idea in più o un suggerimento per spiegare meglio una lezione di scienze, o per le scuole che non hanno laboratori sufficientemente attrezzati.

 

L’iniziativa nasce da un piano del ministero dell’Istruzione con l’Università Roma Tre e l’Accademia delle Scienze di Torino e rientra nell’ambito del progetto nazionale per i licei scientifici con opzione scienze applicate (da qui l’acronimo).

 

Il via dall’ 11 novembre quando alcuni dei laboratori più significativi saranno portati nelle scuole da docenti universitari con lezioni dimostrative.

 

per accedere alla piattaforma del progetto basta un click e si entra in un archivio on line che mette a disposizione decine e decine di esperimenti da fare in aula. Laboratori semplici, che possono essere realizzati con materiali poveri.

 

Esperimenti già verificati e messi a disposizione in una piattaforma virtuale (http://ls-osa.uniroma3.it) alla quale tutti i docenti possono accedere per l’insegnamento delle materie scientifiche (biologia, chimica, fisica, scienze della Terra, matematica e informatica). E che ora saranno portati in viaggio in tutte le regioni d’Italia per poter poi essere realizzati in classe con gli alunni.

 

Verrà misurato anche il gradimento dei docenti che potrà essere espresso – spiegano a viale Trastevere – con delle stellette, con il collaudato sistema che già è adottato su libri e giornali per alberghi, ristoranti cinema. Più stellette, più gradimento. «Stimolando l’osservazione, il confronto, lo scambio di esperienze. E le proposte. In virtuosa interazione con le possibilità che offre il web».

 

Mille i docenti di scuola superiore coinvolti in tutta Italia in questa prima fase. Altri mille a partire dalla prossima primavera. Dieci le tappe dei laboratori itineranti in tutta Italia. In ciascuna tappa verrà lasciato un kit degli esperimenti per le scuole ospitanti. Agli incontri possono aderire i docenti di Fisica e di Scienze dei Licei Scientifici.

 

L’obiettivo è quello di «dare un supporto utile per allestire e gestire attività pratiche e sperimentali, essenziali per stimolare l’attitudine al ragionamento scientifico e alla ricerca, anche prendendo spunto dall’esperienza quotidiana» ma anche di produrre moduli interdisciplinari, seguendo gli obiettivi specifici di apprendimento delineati nelle Indicazioni nazionali.

 

I risultati dell’ultima indagine Pisa-Ocse hanno dimostrato – ricorda il ministero – che i quindicenni italiani hanno un buon livello di competenza nel problem solving, la risoluzione di problemi che richiedono un approccio più pragmatico che teorico e di routine. Nella capacità di «adattarsi, di imparare, di provare nuove strategie ed essere pronti ad imparare dai propri errori», i nostri alunni hanno superato nazioni come Germania e Stati Uniti mantenendosi «significativamente» al di sopra della media dei paesi Ocse che hanno partecipato all’indagine.

Renzi a muso duro: sul merito degli insegnanti non decidono di certo i sindacati!

da La Tecnica della Scuola

Renzi a muso duro: sul merito degli insegnanti non decidono di certo i sindacati!

Lo ha detto a Porta a Porta, sottolineando come “il sindacato non è che non debba dire la sua, ma non deve decidere”. Parole che non faranno piacere ai rappresentanti dei lavoratori, che tra l’altro erano già pronti allo sciopero. Dal premier arriva anche la prima ammissione sul modesto interesse della cittadinanza sulla ‘Buona Scuola’: speravo che il programma fosse più apprezzato e più gioia di partecipare. Edilizia: 3 miliardi per sistemare tutto.

Il rapporto tra il Governo e i sindacati sembra destinato a diventare sempre più turbolento. Almeno questa è la netta sensazione, dopo aver ascoltato il premier Renzi mentre parlava di scuola a Porta a Porta l’11 novembre.

“Chi può parlare della scuola? Tutti. Voglio che la gestione della scuola non sia in mano solo ai sindacati della scuola. Voglio che un genitore un nonno, una persona che si occupa di impresa, di volontariato possa dire la sua sulla scuola”, ha detto il presidente del Consiglio, sottolineando anche come “il sindacato non è che non debba dire la sua, ma non deve decidere” sulla questione del merito degli insegnanti. Questione sulla quale però proprio i rappresentanti dei lavoratori, anche i Confederali, hanno tante perplessità. Tanto di essere sul punto di proclamare lo sciopero già nel mese di dicembre. E queste parole del premier sembrano spingere perché questo avvenga.

Renzi ha aggiunto che sulla scuola la “proposta fatta è un lavoro difficile e lungo”, la scuola “è il punto centrale, è più importante di tutto il resto” e “speravo che il programma sulla scuola fosse più apprezzato, mi aspettavo più gioia di partecipare”, ammette per la prima volta, ormai a sole 72 ore dal termine della fase di consultazione della cittadinanza sulle linee guida di riforma della scuola.

Il premier, infine, ha parlato di edilizia scolastica, sostenendo che “ci vogliono 3 miliardi per rimettere a posto tutto. Vediamo se il piano da 300 miliardi di investimenti Ue sarà serio” mentre “sul dissesto idrogeologico non abbiamo grandi preoccupazioni economiche ma burocratiche”.

Giannini, a settembre 750mila docenti stabili e prossimo concorso Ds

da La Tecnica della Scuola

Giannini, a settembre 750mila docenti stabili e prossimo concorso Ds

Lo sottolinea il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ospite di ‘Incontri Adnkronos’. E poi traccia un bilancio positivo dell’iniziativa “La buona scuola”. Nuovo concorso per Ds

“Nella legge di stabilità ci saranno le risorse, a gennaio arriveremo con un semplice provvedimento che prevede un cambiamento delle regole del gioco per quanto riguarda la carriera degli insegnanti, l’organizzazione e il funzionamento dell’autonomia scolastica e dal primo di settembre, con un grande piano di formazione che è quello su cui si gioca la credibilità di questo governo e la mia personale, metteremo in campo un organico stabile – anche nella scuola come nella politica serve stabilità – di 750mila insegnanti, che se ben formati faranno la differenza per il futuro dei nostri ragazzi e della nostra società”.

Po la ministra traccia un bilancio positivo dell’iniziativa ‘La buona scuola’. “Un milione di contatti, oltre centomila questionari compilati. Il 15 chiuderemo a Matera, oltre mille eventi in tutto il territorio. La scuola che parla di se stessa non in senso burocratico e commentando i possibili ricorsi, ma parla dei contenuti e degli strumenti di miglioramento”.

Giannini conferma poi che ci sarà un nuovo concorso per dirigenti, che “sono una parte importantissima di questo progetto, perchè con scuole autonome devono essere autonome e responsabili e quindi gestite secondo questi principi e il dirigente è quello che li incarna”. Infine previsto anche “l’incremento del numero degli ispettori, perché la valutazione è l’altro pilastro”.

“Il liceo economico-sociale verso il primo esame”

da La Tecnica della Scuola

“Il liceo economico-sociale verso il primo esame”

Da quest’anno va a regime il riordino delle superiori: gli studenti delle attuali classi quinte del liceo economico-sociale saranno i primi a concludere il loro corso di studio, nato nel 2010, con un esame che sarà in parte nuovo. L’appuntamento per parlarne è per giovedì 13 novembre a Roma: il “Galileo Galilei” ospita un seminario nazionale.

E’ stato fissato per giovedì 13 novembre, a Roma, il seminario nazionale: “Il liceo economico-sociale verso il primo Esame”. L’iniziativa è promossa dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione – in collaborazione con l’Associazione europea per l’educazione economica (Aeee), la Fondazione Rosselli, la Società italiana per scienze umane e sociali (Sisus), la Società italiana degli economisti (la Sie), gli Uffici scolastici regionali e le Reti regionali degli stessi licei economico-sociali (Les), ed è rivolta in particolare agli insegnanti di Diritto ed economia e di Scienze umane e ai dirigenti scolastici, in vista del debutto dei Les all’Esame di Stato.

Il seminario è stato voluto come misura di preparazione alle seconde prove dell’Esame di Stato nei licei delle scienze umane con opzione economico-sociale e servirà anche ad avviare le successive attività di formazione sull’esame che si terranno in sede regionale e in modalità online attraverso un ciclo di lezioni a distanza (webinar).

I lavori si terranno dalle 10 alle 17, nei locali dell’Itis “Galileo Galilei”, a Roma (in via Conte Verde, 51), e saranno trasmessi in diretta streaming attraverso il portale del Miur www.istruzione.it e tramite il sito internet www.liceoeconomicosociale.it

Al seminario interverranno docenti universitari ed esperti del settore. Tra gli interventi quello di Carmela Palumbo, Direttore Generale per gli Ordinamenti scolastici del Miur. A coordinare i lavori Paolo Corbucci, dirigente della Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici del Miur.

Il programma completo dell’iniziativa del 13 novembre a Roma.

Da quest’anno scolastico va infatti a regime il riordino della scuola secondaria di secondo grado avviato quattro anni fa. Gli studenti delle attuali classi quinte del liceo economico-sociale, come quelli di alcuni altri indirizzi, saranno quindi i primi a concludere il loro corso di studio, nato nel 2010, con un esame che sarà in parte nuovo.

 

Aggiornamento docenti: un euro e mezzo pro-capite

da La Tecnica della Scuola

Aggiornamento docenti: un euro e mezzo pro-capite

E’ la cifra stanziata dal Ministero per attività di aggiornamento finalizzate a migliorare le competenze digitali dei docenti. Giannini parla anche di un concorso per ispettori per dare avvio ai processi di valutazione. Ma l’ultimo concorso è durato 5 anni. Piano assunzioni: si farà un decreto legge per superare i vincoli normativi attuali?

Difficile commentare le ultime dichiarazioni del ministro Giannini su assunzioni, concorsi  e valutazione.
Per il momento non resta che essere fiduciosi e sperare che la fortuna assista il Governo (e la scuola italiana).
Giannini dichiara che a gennaio verrà approvato un provvedimento per dare il via al piano di assunzioni. Vogliamo crederci ma dobbiamo purtroppo ricordare alcuni aspetti che restano ancora da essere chiariti. Intanto c’è sempre il famoso vincolo di legge per cui gli organici non possono aumentare rispetto a quelli del 2012/2013.
Ma, evidentemente, il Governo pensa di varare un provvedimento che cancelli questo vincolo.
Si parla allora di un decreto legge? Può darsi, ma in tal caso sarà bene ricordare che se anche verrà approvato entro fine gennaio non potrà essere trasformato in legge prima di fine marzo.
Resta sempre il nodo della mobilità che invece è normata dal contratto integrativo che va chiuso entro dicembre al massimo in modo da poter produrre effetti a partire da aprile/maggio quando i docenti potranno produrre le domande di trasferimento. Insomma, i tempi non sono molto a favore delle previsioni di Giannini e Renzi, ma ad ogni modo aspettiamo e vediamo cosa succederà.
Piuttosto curiosa la notizia relativa ad un concorso per ispettori: dovrebbe servire a immettere negli organici del Miur un congruo numero di dirigenti tecnici in modo da sostenere i processi di valutazione delle scuole. Peccato che il concorso che ha consentito la chiamata di una cinquantina di ispettori entrati in ruolo solo pochi mesi fosse iniziato 5 anni fa (o forse più): quindi se anche il nuovo concorso dovesse prendere avvio nel 2015, per avere in servizio i nuovi ispettori bisognerà aspettare il 2020.
Ultima annotazione: Giannini sta parlando di stanziamenti per attività formative come se si trattasse di qualcosa di eccezionale e straordinario e sta decantando lo stanziamento di un milione di euro destinato a migliorare le competenze digitali dei docenti.
Forse bisognerebbe ricordare che i docenti italiani sono circa 700mila, un milione di euro è pari a meno di un euro e mezzo a testa. Le scuole sono 8mila e quindi lo stanziamento corrisponde a circa 125 euro per ciascuna scuola. Sarebbe interessante sapere cosa pensa il Ministro che si possa fare con 125 euro. Meglio fermarsi qui e non andare oltre.

Diritto allo studio degli alunni con Dsa e Bes: cosa dice la giurisprudenza

da La Tecnica della Scuola

Diritto allo studio degli alunni con Dsa e Bes: cosa dice la giurisprudenza

Una recente circolare dell’Us.r. per il Piemonte fa una ricognizione della più recente casistica giurisprudenziale sul tema dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento e dei Bisogni Educativi Speciali, evidenziando l’importanza di una collaborazione attiva tra scuola e famiglia e dell’adozione, da parte della scuola, dei strumenti necessari, nonché della giusta considerazione di tutti i fattori al momento della valutazione dell’alunno

Negli ultimi anni, a partire dal 2010, con la promulgazione della legge 170, c’è sempre più attenzione, anche da parte delle istituzioni scolastiche, ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento, e dal 2012 anche ai Bisogni Educativi Speciali. Il Miur ha fatto proprie le disposizioni contenute nella legge e con il D.M. n. 5669 del 12 luglio 2011, la Direttiva del 27 dicembre 2012, la circolare MIUR n. 6 dell’8 marzo 2013 e l’art. 17 bis dell’O.M. n. 37 del 19 maggio 2014, sono state confermate le disposizioni dedicate agli studenti/studentesse con DSA, presenti nelle precedenti ordinanze, per ciò che concerne gli strumenti compensativi e le misure dispensative nell’ambito dell’Esame di Stato.

Mentre l’individuazione dei Dsa è relativamente più facile, non altrettanto può dirsi per i Bes, che consistono in difficoltà individuali di vario genere, legate ad aspetti sia di tipo neurobiologico e neuropsicologico sia socio-culturali.

Vista la complessità della materia, l’U.s.r. per il Piemonte ha ritenuto di richiamare nella nota prot. n. 8953 del 5 novembre 2014 non solo la normativa di riferimento, ma anche la casistica giurisprudenziale che negli ultimi anni si è occupata di Dsa e Bes.

Per quanto riguarda, in particolare, i Bisogni Educativi Speciali, la nota dell’U.s.r. Piemonte analizza alcune sentenze e ordinanze che hanno preso in esame lo svantaggio socio-economico nella condizione familiare dello studente, i disturbi dell’apprendimento in assenza di certificazione sanitaria e il disturbo da deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD).

Tra queste la sentenza n. 9261 del 1° settembre 2014 con la quale Tar Lazio ha annullato la non ammissione di un alunno dal terzo anno al quarto della scuola primaria; nel ricorso presentato è eccepita la mancata considerazione nella valutazione finale del disagio della situazione familiare del bambino (figlio di una cittadina peruviana e di padre italiano, con notevoli difficoltà economiche). La scuola non aveva messo in relazione le evidenti difficoltà espressive del minore con la sua complessiva situazione familiare.

Il medesimo orientamento si ritrova nella sentenza Tar Lazio n. 7024 del 2 luglio 2014. Anche in questo caso i giudici hanno rilevato che il minore proveniva da un contesto sociale e familiare particolarmente disagiato e versava pertanto in una situazione di marginalità, anche culturale, acuita da una condizione di precarietà psico-fisica che avrebbe dovuto indurre l’istituzione scolastica ad attivare percorsi didattici personalizzati, tenuto conto della particolare valenza educativa e formativa dell’istruzione di I grado.

Ancora sulla stessa linea la sentenza del Tar Toscana n. 529 del 18 marzo 2014: secondo i giudici “anche a voler ammettere che si sia raggiunta la prova in ordine alla effettiva applicazione degli ausili deliberati dal Consiglio di classe (e, a questo fine, le dichiarazioni scritte rilasciate dai singoli docenti hanno al più valore indiziario), il giudizio conclusivo di non ammissione non reca traccia del loro impiego, così come non reca traccia di considerazione della condizione patologica dell’alunno, sebbene lo stesso Consiglio di classe se ne fosse espressamente fatto carico. Ed è proprio nella violazione dell’autovincolo assunto dal Consiglio di classe che risiede l’illegittimità del provvedimento: infatti, una volta riconosciuta la condizione dello studente come alunno con bisogni educativi speciali, ancorché in presenza di una certificazione sanitaria non rispondente ai requisiti indicati dalla legge, il Consiglio di classe avrebbe dovuto coerentemente orientare le proprie valutazioni”.