La didattica delle competenze

Seminario di Formazione

Didattica & Certificazione delle Competenze

Polo Professionale “L. Scarambone”, Lecce
26 novembre 2014, ore 15:30 – 20:00

La didattica delle competenze

di Rita Bortone

La certificazione delle competenze

Seminario di Formazione

Didattica & Certificazione delle Competenze

Polo Professionale “L. Scarambone”, Lecce
26 novembre 2014, ore 15:30 – 20:00

La certificazione delle competenze

di Maurizio Tiriticco

STABILIZZAZIONE PRECARI

STABILIZZAZIONE PRECARI – Sentenza favorevole della Corte di Giustizia Europea

Dopo oltre 6 anni e mezzo dalle prime azioni giudiziarie promosse dalla Gilda degli insegnanti di Bologna (due ricorsi nel 2008, sei ricorsi nel 2011, quattro dei quali passati in giudicato con risarcimenti intorno a 20.000 euro in favore di ciascuno dei 144 docenti interessati alle sentenze), la Corte di Giustizia Europea ha messo finalmente la parola fine al problema della stabilizzazione dei docenti a tempo determinato con almeno 36 mesi di servizio nella scuola pubblica statale.

Ricordiamo che lo Stato italiano assumeva il 1 settembre e licenziava il 30 giugno i docenti a tempo determinato, reiterando anche per oltre 15 anni contratti di lavoro che, in ogni caso, servivano ad occupare posti liberi e disponibili, creando nel tempo quella immensa moltitudine del precariato (oltre 200.000 docenti fra coloro che sono inseriti nelle cosiddette “graduatorie ad esaurimento” e coloro che, non abilitati o che hanno acquisito l’abilitazione dopo la chiusura delle SSIS, hanno comunque oltre 36 mesi di servizio nella scuola pubblica statale.

Anche l’annunciata immissione in ruolo dei precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento da parte del Governo Renzi (La Buona Scuola), altro non è che un escamotage per far fronte alle conseguenze di questa storica sentenza (lo Stato italiano deve recepire tale sentenza nel suo ordinamento per non incorrere nelle sanzioni comunitarie). Con risvolti, peraltro, non condivisibili dalla Gilda degli insegnanti, in quanto si immetterebbero in ruolo anche quei docenti che, pur inseriti nelle graduatorie, non hanno svolto i previsti 36 mesi di servizio o, se li hanno svolti, lo hanno fatto nelle scuole paritarie e non in quelle statali. E, nello stesso tempo, rimarrebbero fuori dal “futuribile” provvedimento tutti coloro che, pur non facendo parte delle graduatorie ad esaurimento, hanno comunque svolto i previsti 36 mesi di servizio nella scuola pubblica statale.

La Gilda degli insegnanti, intanto, annuncia che invierà subito una diffida al Governo e poi, entro dicembre, al via in tutta Italia le iniziative giudiziarie per la stabilizzazione dei precari. Nella diffida indirizzata a Palazzo Chigi e al ministero dell’Istruzione – spiega l’avvocato Tommaso De Grandis, legale rappresentante della Gilda nella causa alla Corte Europea – verrà fissato un termine breve entro cui dare esecuzione alla sentenza emessa questa mattina dai giudici di Lussemburgo, perché vogliamo sapere quando e come l’Esecutivo intenderà provvedere alla stabilizzazione dei precari della scuola. In seconda istanza, entro il mese di dicembre, – prosegue De Grandis – verranno impartite istruzioni operative a tutte le nostre sedi provinciali per intraprendere iniziative, anche giudiziarie, volte alla stabilizzazione del precariato pubblico”.

Giovanni Cadoni (coordinatore della Gilda degli insegnanti della provincia di Bologna)

Precari scuola: l’Europa apre le porte alla stabilizzazione

La Corte di Giustizia Europea ha deciso: i precari della scuola con più di 36 mesi di servizio hanno diritto all’assunzione a tempo indeterminato. La sentenza risale a circa un’ora fa ed è destinata a fare da apripista e dare una speranza alle centinaia di migliaia di precari che da anni coprono posti vacanti facendo così funzionare le scuole, gli enti di ricerca, le università e tutte le pubbliche amministrazioni in generale.

Nell’udienza di oggi 26 novembre a Lussemburgo alla presenza dei legali della FLC CGIL, la Corte ha dichiarato che lo Stato italiano non rispetta il diritto europeo. Un pessimo esempio per un datore di lavoro che dovrebbe invece essere il garante della legalità agli occhi dell’intera collettività.

Finalmente le ragioni dei precari – stabilità del lavoro e equa retribuzione – sostenute dalla FLC CGIL anche in migliaia di ricorsi sono state riconosciute alla luce del sole.

Quando accadono questi fatti siamo orgogliosi di sentirci europei.

Nelle prossime ore in una conferenza stampa organizzata dalla FLC CGIL il segretario generale Domenico Pantaleo e l’ufficio legale anticiperanno i contenuti della sentenza e suoi effetti.

SENTENZA UE PRECARI, DIFFIDA GOVERNO E AVVIA AZIONI LEGALI IN TUTTA ITALIA

SENTENZA UE PRECARI, GILDA DIFFIDA GOVERNO E AVVIA AZIONI LEGALI IN TUTTA ITALIA
Subito una diffida al Governo e poi, entro dicembre, al via in tutta Italia le iniziative giudiziarie per la stabilizzazione dei precari. E’ questo il piano di azione deciso dalla Gilda degli Insegnanti dopo la sentenza con cui questa mattina la Corte di Giustizia europea ha condannato l’Italia per la violazione della Direttiva 1999/70/CE e giudicato illegittima la reiterazione, da parte della Pubblica amministrazione, dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi.
Nella diffida indirizzata a Palazzo Chigi e al ministero dell’Istruzione – spiega l’avvocato Tommaso De Grandis, legale rappresentante della Gilda nella causa alla Corte europea – verrà fissato un termine breve entro cui dare esecuzione alla sentenza emessa questa mattina dai giudici di Lussemburgo, perché vogliamo sapere quando e come l’Esecutivo intenderà provvedere alla stabilizzazione dei precari della scuola. In seconda istanza, entro il mese di dicembre, – prosegue De Grandis – verranno impartite istruzioni operative a tutte le nostre sedi provinciali per intraprendere iniziative, anche giudiziarie, volte alla stabilizzazione del precariato pubblico. Le province che hanno già presentato ricorso al giudice del lavoro, dovranno allegare, a verbale di udienza, la sentenza della Corte di Lussemburgo e chiedere la disapplicazione delle norme interne che contrastino con la Direttiva comunitaria”.
Siamo molto soddisfatti – commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda – perché la sentenza della Corte europea sancisce una vittoria per il nostro sindacato che dal 2007 ha intrapreso la strada giudiziaria con ricorsi che richiamavano le norme europee contro l’abuso dei contratti a termine nel pubblico impiego. Per questa battaglia non abbiamo chiesto un centesimo ai precari, perché il peso economico è stato sostenuto interamente dal sindacato che si è costituito parte civile nel procedimento. Adesso – conclude Di Meglio – ci auguriamo che il Governo, come ha annunciato nelle linee guida sulla Buona scuola con il piano di assunzioni dei 148mila precari inseriti nelle Gae, dia rapidamente seguito alla sentenza dei giudici europei”.

Geografia

GEOGRAFIA di Umberto Tenuta

CANTO 308 GEA MADRE TERRA

Poesia, Musica, Canto, Danza delle Ore, Lingue delle Genti vicine e lontane, Grammatica dell’Universo

 

Maestra, taci!

Taci.

Risparmia le tue corde vocali.

Sono troppo preziose per le parole che devi dire al tuo Amato.

Esci con noi, ora, e non domani!

Andiamo lì, sulla Collina, sulla verde collina che dietro il cancello della scuola ha i suoi piedi.

Cominciamo da lì il nostro cammino sulla Madre Terra.

Gea, genitrice, come la nostra madre genitrice.

Da Gea è nata la vita.

Dal suo humus son nate le piante e gli animali.

E da quel bestione là, sull’albero, è nato l’uomo.

E l’uomo ha raccolto i tuoi frutti, o Gea.

Se ne è nutrito.

È diventato grande.

E con amore infinito ha coltivato le tue distese infinite, le tue colline fiorite.

Come era verde la mia Valle!

Colline in fiore.

Pianure sconfinate.

Là, all’orizzonte, si perdono nel Mare.

Ed i Mari si perdono negli Oceani.

E gli Oceani si perdono nei Cieli che ne segnano i confini.

Cieli che la Terra racchiudono, Pianeta tra infiniti pianeti, e Stelle, e Galassie.

Ci fai incantare, Tu, o Maestra!

Ci fai entrare nel cuore di questo meraviglioso Universo che ci circonda, ci racchiude, ci confina in un minuscolo punto dell’Universo.

Maestra, è troppo grande questo spettacolo che tu ci offri, lo spettacolo della Terra nell’Universo!


Poesia, Musica, Canto, Danza delle Ore, Lingue delle Genti vicine e lontane, Grammatica dell’Universo, Tutto ci offri TU, GEOGRAFIA!

Via dalle pareti le logore Carte ingiallite!

Tu, o Maestra, ci regali il profumo delle mente piperite.

In una cesta di vimini noi raccogliamo le tue erbe, i tuoi fiori, i tuoi frutti, i tuoi profumi, i tuoi colori, le tue forme, le tue vestigia storiche…

E saranno i tuoi frutti, o Gea, che noi canteremo nei nostri Temi, che noi utilizzeremo nei nostri Problemi…

Madre Gea, tu tutto contieni, e il Regno minerale, e il Regno vegetale, e il Regno animale.

E nelle tue Caverne tu custodisci anche le vestigia dei nostri Padri.

Le loro Arti, le loro Storie, le loro Lingue, le loro Grammatiche…

Tu sei la Casa dell’uomo.

Tu sei la nostra casa, o Gea!

O nostra AMATA!

Noi vogliamo farti un regalo.

Vogliamo immortalare tutte le tue terre, i tuoi paesaggi, le tue città, i monti, i fiumi, i laghi, i mari…

Li immortaliamo nei nostri Tablet.

E un altro regalo noi vogliamo fare.

Vogliamo regalare ai nostri amici lontani le nostre videoregistrazioni.

E siamo sicuri che i nostri amici faranno lo stesso.

E così gli amici dei nostri amici.

Nei TABLET, tutta intera, o Gea, noi ti ammireremo, negli angoli più sperduti del tuo corpo bitorzoluto!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

 

Faraone agli studenti

FARAONE AGLI STUDENTI di Umberto Tenuta

CANTO 307 La promessa via mail di Faraone a presidi, docenti e Ata: basta tagli e umiliazioni, ora si cambia verso! da La Tecnica della Scuola

Avremmo preferito che la PROMESSA fosse stata fatta agli STUDENTI.

Certamente più facile parlare a poche migliaia di dirigenti che a milioni e milioni di giovani studenti.

Ma una RIFORMA DELLA SCUOLA si fa solo prendendosi cura dei giovani.

Garantendo ai giovani la gioia di raggiungere il SUCCESSO FORMATIVO.

Cambiare verso allo sguardo dei GIOVANI significa far loro guardare alla Scuola come MATERNA GENITRICE.

Madre amorevole che si prende cura dei giovani.

Madre amorevole che offre carezze.

Madre amorevole che accoglie nel suo grembo comeniano.

Madre amorevole che offre latte e miele.

E non i cibi indigesti delle enciclopedie scolastiche.

Cibi genuini.

Da Anacreonte a Catullo.

Da Omero a Gaspara.

Radici.

Di radici i giovani hanno bisogno.

Vogliono crescere sulle spalle dei Giganti.

Non gliele immiserite!

Monumenta!

Coi Tablet portateli in Grecia.

Portateli in Etruria.

Portateli sul Foro imperiale.

In Sassonia, in Gallia…sulle Ande …

Date loro IL MILIONE!

Fate loro riscoprire le radici dell’uomo, radici sparse sulle terre vicine e lontane.

Abbeverateli alle FONTI!

Gettate via i secchi.

O Sottosegretario FARAONE, portali dai tuoi illustri Antenati!

Là ove è nata la scrittura.

L’Arte.

Le Cifre.

Che Scuola!

LA SCUOLA DELLA SCOPERTA.

Abbasso la Pedagogia direttiva!

Abbasso la Didattica trasmissiva!

VIVA LA SCOPERTA DELL’INFANZIA!

Lasciate che i fanciulli vengano a me!

Questo il grido della BUONASCUOLA.

Scuola dei giovani che scoprono e costruiscono se stessi.

Non informateli, ma lasciate che si formino.

Maestra, aiutami a fare da sola!

O Faraone, dite una sola parola ai giovani!

Sono essi il FUTURO!

Noi siamo il passato.

Il sostegno all’alunno disabile non è mai discrezionale

da Il Sole 24 Ore

Il sostegno all’alunno disabile non è mai discrezionale

di Enrico Bronzo

Va sempre garantito il sostegno all’alunno disabile: in caso contrario, si è di fronte a una condotta discriminatoria da parte delle istituzioni scolastiche. Lo sottolineano le Sezioni unite civili della Cassazione, nella sentenza n. 25011, depositata il 25 novembre 2014.

La sentenza
Con la pronuncia i giudici hanno respinto i ricorsi presentati da un istituto scolastico friulano e dal ministero dell’Istruzione contro la sentenza con cui la Corte d’appello di Trieste aveva accertato la natura discriminatoria della decisione dell’amministrazione scolastica (assunta in base alla legge 67/2006, ndr) di non concedere l’insegnamento di sostegno per 25 ore settimanali – erano state prima sei e poi 12 – a una bambina affetta da handicap grave, iscritta alla scuola dell’infanzia. In Appello il ministero era stato condannato a risarcire con 5mila euro il danno non patrimoniale ai genitori della piccola, deciso in primo grado. «Il diritto all’istruzione – si legge nella sentenza delle Sezioni unite – è parte integrante del riconoscimento e della garanzia dei diritti dei disabili, per il conseguimento di quella pari dignità sociale che consente il pieno sviluppo e l’inclusione della persona umana con disabilità».

Gli effetti
Secondo i giudici supremi, «una volta che il Piano educativo individualizzato (Pei, ndr), elaborato con il concorso determinante di insegnanti (e dagli operatori sanitari individuati dalla Asl, ndr) e della scuola di accoglienza e di operatori della sanità pubblica, abbia prospettato il numero di ore necessarie per il sostegno scolastico dell’alunno che versa in situazione di handicap particolarmente grave, l’amministrazione scolastica è priva di un potere discrezionale, espressione di autonomia organizzativa e didattica, capace di rimodulare o di sacrificare in via autoritativa, in ragione della scarsità delle risorse disponibili per il servizio, la misura di quel supporto integrativo così come individuato dal piano».

Buona scuola: per il ministro Giannini è “un successo”, per i sindacati è “un flop

da L’Espresso

Buona scuola: per il ministro Giannini è “un successo”, per i sindacati è “un flop

piano del Governo per le consultazioni online è chiuso. Le organizzazioni di categoria hanno risposto con una petizione per sbloccare il contratto e migliaia di firme contro i pesanti tagli: un miliardo e quattrocento milioni in tre anni. Nero su bianco nella legge di stabilità

Michele Sasso
«Per fare la Buona scuola non basta solo un Governo. La più grande consultazione pubblica che l’Italia abbia mai realizzato».

Ecco come il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha presentato il new deal renziano per le scuole pubbliche: chiediamo ai cittadini cosa pensano del sistema di insegnamento e poi decidiamo dove intervenire.

Chiusi i sondaggi online il 15 novembre dopo due mesi di sforzi di marketing: visite dei ministri il primo giorno di lezione, grandi proclami, tour sul territorio con oltre 30 tappe e spot: il Pd che rilancia gli annunci del suo segretario e gli autoconvocati della scuola che rispondo con tanto di contro informazione .

Gli sforzi hanno portato a 1 milione e 350 mila contatti sul sito per leggere la proposta del governo delle larghe intese. «Quasi 200 mila contatti attivi, quindi questionari o proposte. Un esito superiore alle migliori aspettative» ha commentato la Giannini. Idee che il Miur ha assicurato saranno valutate.

Il mondo reale però ha risposto in modo diverso da quello virtuale che ha cliccato fiducioso per dare indicazioni: tutti i sindacati hanno promosso una “contro consultazione” per sbloccare il contratto (con trecentomila firme già raccolte) e messo in fila tutti i tagli della legge di stabilità: dalle supplenze al personale amministrativo ridotto all’osso.

Tre le mura di oltre 41mila statali italiane hanno tenuto banco centinaia di mozioni e delibere di collegi dei docenti e di assemblee studentesche e dei genitori. Nessuna a favore del piano Renzi. Persino l’istituto Balducci di Pontassieve, dove insegna la first lady, ha pubblicato il proprio dissenso al dossier “La Buona Scuola”. Solo Agnese Landini non ha partecipato alla votazione.

TUTTI I MOTIVI DEL FLOP

«Per noi è stato un flop, abbiamo fatto molte assemblee e le persone in carne e ossa che lavorano tutti i giorni tra gli studenti lo hanno bocciato», attacca Annamaria Santoro della segreteria scuola della Cgil.

Da una parte la buona scuola prevista dall’esecutivo e dall’altra la scuola giusta che chiede l’universo di insegnanti, alunni e genitori. A salvare il dossier governativo solo la stabilizzazione degli organici, le 150 mila famose assunzioni annunciate per il 2015.

Oltre a questi, secondo il sindacato, sarebbero altrettanti quelli da assumere, e chi rischia di più è il personale abilitato con più di tre anni di insegnamento che rimane fuori dalla rivoluzione annunciata a settembre come lo «stop al precariato»

Il motivo è chiaro: la riforma del rottamatore non prevede investimenti. Nella legge di stabilità si bloccano ulteriormente i contratti nell’intero settore pubblico e per l’istruzione si tagliano le risorse al diritto allo studio. Altro paradosso: gli scatti di anzianità nella scuola saranno cancellati con conseguenze catastrofiche per i salari.

Così se da un lato si intende stabilizzare una parte dei precari dall’altro si licenziano altri precari a partire dal personale tecnico-amministrativo. Il 26 novembre ci sarà il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea e un eventuale esito positivo imporrà al Governo italiano di dare stabilità e un futuro a tutti coloro che hanno svolto oltre 36 mesi di servizio e sono in un limbo professionale da anni.

Una guerra tra poveri posticipata al 2019 quando saranno pensionati gli scatti di anzianità per far posto a quelli di competenza.

In questo scenario la parte più contestata è proprio quella legata al merito: si introduce per legge un tetto di docenti bravi. In pratica il 66 per cento è meritevole dei riconoscimenti economici. Il 34 per cento invece non avranno il premio. E togliendo a loro si premieranno i migliori.

Questo è quanto denunciato dai docenti dell’Istituto Tecnico per il Turismo “Colombo” di Roma: «L’elemosina di 60 euro ogni tre anni al 66 per cento del personale è penalizzante e mortificante per la totalità dei docenti, il 34 per cento dei quali sarebbe escluso da aumenti di stipendio. Gli “scatti di competenza” introdurranno una forte competizione, minando cooperazione e collaborazione fondamentali per la didattica. E apriranno le porte a logiche clientelari e verticistiche. I professori per essere “bravi” saranno spinti ad accumulare “crediti”, basati sui ridicoli quiz sanciti dal dirigente».

In pratica si spingono i vari istituti alla competizione, contendendosi i migliori grazie agli albi pubblici. Un suk dell’insegnamento grazie a criteri aziendalistici spinti.

I CONTI NON TORNANO

Per i prossimi anni i sindacati hanno previsto una sola ricetta: tagli, tagli e tagli a (s)favore della scuola pubblica. Tutti questi provvedimenti sono contenuti nella legge di stabilità presentati in Europa per l’ok definitivo.

Si calcola che messi in fila le spese saranno inferiori di 1 miliardo e 411 milioni per i prossimi tre anni (470 milioni all’anno, a partire dal 2015). Ecco su quali voci il duo Renzi-Giannini vuole sfoltire.

Il compenso per i commissari interni degli esami di Stato (soprattutto per la maturità) sarà di zero euro. Non tutti i professori saranno commissari interni delegati alle prive di fine anno e perciò alcuni lavoreranno di più, ma senza compensi aggiuntivi come in passato. Taglio: 147 milioni.

Personale amministrativo, tecnico ed ausiliario. Sono i cosiddetti Ata che scenderanno di 2017 posti. Non si potranno più nominare supplenti per sostituire impiegati e bidelli durante le assenze brevi con un risparmio di 149 milioni. Da sommare ad altri 118 milioni per gli impiegati amministrativi in eccesso.

Docenti vicari, quelli che dirigono un Istituto in mancanza di un dirigente vero e proprio, verranno eliminati azzerando 1591 esoneri e 3105 semiesoneri. In pratica l’esercito di 4.700 insegnati senior che svolgono le funzioni di dirigente dovranno farlo in aggiunta del loro normale orario di insegnamento in classe, perché non verranno più sostituiti. Un’operazione da 240 milioni.

Miglioramento dell’offerta formativa: scende da 690 a 660 euro. È il fondo con il quale vengono finanziate le attività aggiuntive della scuola, in applicazione del Piano dell’offerta formativa. Meno 30 milioni.

Fondo per l’autonomia scolastica ridotto di 100 milioni. È un’altra voce  grazie alle quale gli istituti pubblici svolgono attività contro il preoccupante fenomeno della dispersione scolastica, che raggiunge la preoccupante quota del 17 per cento.

Eliminate le supplenze brevi dei docenti (meno 315 milioni) mentre si registra la mancata assunzione dei docenti necessari a coprire l’aumento della popolazione scolastica ed altri tagli “minori”.

L’ALTRA CONSULTAZIONE

Per rispondere a tutto questo le sigle sindacali (Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals, Confsal e Gilda-Unams) hanno lanciato la loro petizione, raccogliendo più di trecentomila firme. Una prima tranche è stata consegnata a Montecitorio il 30 ottobre. Per la fine dell‘anno è previsto arrivare a 500 mila, quando un insegnate su due avrà firmato “l’altra consultazione”. In cima alle preoccupazioni il rinnovo del contratto di lavoro fermo al 2007 .

«Una stima fatta indica in circa 11.000 euro a testa la perdita di salario subita dai docenti italiani in questi anni. E la situazione non è certo migliore per il restante personale Ata che ha anche pagato il costo più pesante dei tagli al personale e delle immissioni in ruolo date con il contagocce e oggi ancora totalmente ignorato», spiegano gli organizzatori.

Chi ha sottoscritto la petizione vuole contare, non essere catalogato come un numero o peggio considerato un problema di carattere economico.

«Il piano di Renzi senza risorse è un semplice spot pubblicitario. È chiaro l’intento di ridurre i salari e i diritti piegando la scuola pubblica alle logiche del mercato. Non era esattamente questo che ci aspettavamo da un premier che per la prima uscita pubblica ha scelto una scuola. Una delusione totale», commenta amareggiata una professoressa di Bari.

Per questo lo sciopero generale del 12 dicembre sarà un “No” deciso soprattutto tra le aule, gli insegnanti e gli alunni che sognavano il rilancio delle loro scuole. Ed oggi sono i più delusi.

Prof di ruolo tutti funzionali

da ItaliaOggi

Prof di ruolo tutti funzionali

L’ipotesi in vista del decreto sulle 150 mila assunzioni. Le assegnazioni decise dalla rete. Organico unico per docenze, supplenze e attività aggiuntive

Alessandra Ricciardi

Nessuna differenza tra vecchi e nuovi assunti. Un organico unico in cui potenzialmente tutti i circa 800 mila insegnanti, tanti saranno dopo le quasi 150mila assunzioni che saranno disposte dal governo Renzi per il prossimo anno scolastico, potranno insegnare su una cattedra, ma anche fare supplenze, attività aggiuntive, orientamento, tutoraggio. È l’ipotesi su cui stanno ragionando i tecnici del dicastero di viale Trastevere in questi giorni in cui vanno definite le linee guida del decreto legge che, a gennaio, deciderà l’attuazione della Buona Scuola.

Tra i punti decisivi della riforma, la stabilizzazione dei docenti precari delle Gae.

Docenti che potranno andare in alcuni casi a coprire i posti vuoti in organico, in altri saranno impiegati per un ampliamento dell’offerta formativa. E in altri ancora invece dovranno essere utilizzati dalla rete di scuole di assegnazione per attività aggiuntive o sostituzioni. Fino al riassorbimento strutturale su una cattedra che si avrà solo con i pensionamenti. Questo, almeno, era lo schema di partenza.

Il rischio però è che in questo modo si crei un organico tradizionale, dato da fatto e diritto, e uno funzionale, più flessibile. Quest’ultimo, stimato in circa 60 mila unità, finirebbe per svolgere un ruolo strutturalmente diverso da quello tradizionale, è il ragionamento dei tecnici. Superare le differenze e creare un organico tutto funzionale consentirebbe invece non solo di eliminare alla radice differenze che troppo facilmente potrebbero essere utilizzare per accusare il governo di aver creato un personale di serie A e uno di serie B, ma anche di dare vita a un restyling dell’organizzazione delle cattedre e della gestione degli insegnanti. Con una flessibilità che farebbe capo alla rete di scuole, e un’autonomia tale da assegnare il miglior docente al suo posto, che sia la cattedra, la supplenza, l’orientamento. Una assegnazione non a vita, ma certamente più corrispondente alle aspirazioni, alla carriera e alla formazione professionale costante dei docenti. Oltre che alle esigenze degli istituti.

L’operazione avrebbe anche il vantaggio di eliminare i problemi di mobilità che si presenterebbero avendo invece due organici distinti. Anche se la decisione finale non è di natura tecnica ma squisistamente politica.

Superiori, in calo i percorsi di alternanza

da ItaliaOggi

Superiori, in calo i percorsi di alternanza

La maggior parte dei percorsi (2.836) viene svolta in Lombardia, seguono Toscana (1.302), Veneto (919), Lazio (711).

Meno percorsi attivati, ma più partecipanti. Il 43,5% delle scuole secondarie di II grado ha utilizzato l’alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica nell’anno scolastico 2013/2014. I percorsi attivati sono stati 10.279, 126.003 le strutture ospitanti (con un +21,6% di imprese coinvolte). Sono i numeri elaborati dall’Indire per conto del Miur presentati oggi al Job&Orienta di Verona. I dati riguardano l’anno scolastico passato che ha visto una flessione dei percorsi totali attivati (erano 11.600 nel 2012/2013), ma un’incidenza maggiore di questa esperienza fra i ragazzi: ha partecipato il 10,7% della popolazione scolastica interessata a fronte dell’8,7% dell’anno 2012/2013. Dei 2.361 istituti in alternanza nel 2013/2014 il 43,4% erano professionali, il 37,3% tecnici, il 13,3% licei. Mentre dei 10.279 percorsi totali il 57,9% è stato attivato negli istituti professionali, il 29,7% nei tecnici, l’11,9% nei licei. La maggior parte dei percorsi (2.836) viene svolta in Lombardia, seguono Toscana (1.302), Veneto (919), Lazio (711). I percorsi negli istituti tecnici e nei licei sono aumentati rispettivamente del 19,6% e del 35,4%. In 375 esperienze di alternanza sono stati previsti anche stage all’estero.

«L’incremento delle attività di alternanza scuola-lavoro nei licei è una buona notizia. Stanno cadendo alcuni pregiudizi», spiega il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi -. Ora, con la Buona Scuola, dobbiamo far crescere queste esperienze rendendole più accessibili agli studenti a partire dagli istituti tecnici».

Sostegno, per la Cassazione non è ammissibile risparmiare riducendo le ore assegnate

da La Tecnica della Scuola

Sostegno, per la Cassazione non è ammissibile risparmiare riducendo le ore assegnate

I magistrati ermellini con la sentenza 25011 hanno condannando il Miur e una scuola friulana per condotta discriminatoria verso una bimba disabile iscritta alla scuola dell’infanzia: l’amministrazione ha gli strumenti per dare piena attuazione alle misure corrispondenti alle esigenze del bambino, per come prefigurate in concreto a seguito della redazione conclusiva del piano educativo individualizzato.

I tagli di spesa, che riducono il monte ore degli insegnanti di sostegno, sono inammissibili quando si ha a che fare con bambini con grave disabilità iscritti alla scuola dell’infanzia. A stabilirlo è la Cassazione, che con la sentenza 25011 ha condannando il Miur e una scuola friulana per condotta discriminatoria verso una bimba disabile.

Secondo i magistrati ermellini, l’amministrazione scolastica deve garantire il monte ore nella sua interezza, senza alcuna discrezionalità, nella misura programmata attraverso il piano educativo individualizzato.

“In presenza di un handicap grave – affermano le Sezioni Unite civili della Cassazione – l’amministrazione ha gli strumenti per dare piena attuazione alle misure corrispondenti alle esigenze del bambino, per come prefigurate in concreto a seguito della redazione conclusiva del piano educativo individualizzato (Pei), il quale, accertando la misura in cui il servizio di sostegno è necessario per quel disabile, individua un nucleo indefettibile insuscettibile di riduzione o compressione in sede di determinazioni esecutive”.

Per questa ragione, i supremi giudici, hanno confermato che a una bimba friulana con handicap del 100% deve essere garantito tutto il monte ore settimanale di sostegno, pari a 25 ore stabilite dal Pei, che le consentirebbe di frequentare l’asilo a tempo pieno mentre l’amministrazione scolastica dell’Istituto comprensivo di Tavagnacco (Udine), dove era iscritta, le aveva dato il tutor solo per 12 ore e mezzo. Invano il Miur e la scuola si sono difesi dall’accusa di comportamento discriminatorio facendo presente che “l’alunna, nel corso dell’anno scolastico 2011-2012, ha usufruito di 12,5 ore di sostegno e di 9 ore di educatore socio-educativo, per un totale di 21,5 ore settimanali, interamente coperte dalle predette figure professionali, oltre che dai docenti ordinari, e che il personale scolastico si è attenuto ad una ‘logica e pratica inclusiva’, senza affidamento esclusivo ad un docente differenziato rispetto ai compagni”.

“Di qui – ad avviso del Miur e della scuola, difesi dall’Avvocatura dello Stato – l’irrilevanza del monte ore, non potendo trarsi alcuna discriminazione dal fatto che la minore abbia frequentato la scuola fino alle ore 13 anzichè a tempo pieno”. Inoltre, per l’avvocatura erariale, sussiste “un potere discrezionale della pubblica amministrazione nell’erogazione del servizio pubblico”, e poi “la scuola dell’infanzia, non è scuola dell’obbligo, sicchè non entrerebbe in gioco alcun diritto all’istruzione” tanto è vero che c’è il “contingentamento delle sezioni e le liste di attesa”, e dunque non è un diritto “assoluto e incomprimibile”.

Nel loro verdetto i supremi giudici replicano che “è esatto che l’iscrizione alla scuola dell’infanzia è facoltativa, ma ciò non toglie che, per espressa previsione legislativa (art.12 legge n.104 del 1992), il diritto all’educazione e all’istruzione della persona handicappata è garantito anche nella scuola d’infanzia”. “Quanto poi al limite delle risorte disponibili, occorre rilevare che il quadro costituzionale e legislativo – rileva l’alta Corte – è nel senso della necessità per l’amministrazione scolastica di erogare il servizio didattico predisponendo le misure di sostegno necessarie per evitare che il bambino disabile altrimenti fruisca solo nominalmente del percorso di educazione e di istruzione”. E anche i bambini ‘normali’ ne avranno vantaggio perchè – conclude la Cassazione – avere in classe un bambino ‘diverso’, “può indurre a rispettare ed accettare la diversità come parte della diversità dell’umanità stessa”.

Per danni morali, Miur e scuola devono indennizzare con cinquemila euro i genitori della bimba che hanno agito in sua rappresentanza e difesa.

La Buona Scuola di Renzi? Bocciata, a colpi di matita rossa

da La Tecnica della Scuola

La Buona Scuola di Renzi? Bocciata, a colpi di matita rossa

È questo l’esito di un sondaggio svolto il mese scorso nelle scuole di Roma sulla riforma: in 30 giorni raccolte 160 delibere e mozioni dei collegi docenti che stroncano le linee guida e da due terzi è giunta una bocciatura all’unanimità, ha detto Maria Mussini, senatrice del Movimento X. Il giudizio sulla riforma doveva essere chiesto in primis da chi la scuola la fa davvero e la conosce a fondo, quindi docenti e ds.

“Bocciata! E pure a colpi di matita rossa”: non ha usato mezzi termini Maria Mussini, senatrice del Gruppo Misto (Movimento X), presentando – nel corso della conferenza stampa ‘La vera scuola boccia la Buona Scuola’, svolta in Parlamento – i numeri di un sondaggio svolto il mese scorso prevalentemente nelle scuole di Roma sulle linee guida “La Buona Scuola”.

Il sondaggio, realizzato dagli autoconvocati e dal Coordinamento per la riproposizione della Legge di iniziativa popolare (Lip) “Per una buona Scuola per la Repubblica”, ha fatto emergere un no netto nei confronti della riforma del Governo sulla scuola.

“In soli 30 giorni abbiamo raccolto già 160 tra delibere e mozioni dei collegi docenti che stroncano le linee guida targate Renzi-Giannini – ha detto Mussini -. Non solo, ma da due terzi di questi documenti è giunta una bocciatura all’unanimità. E siamo solo all’inizio perché il lavoro sta andando avanti. Nel Lazio, ma anche in Emilia Romagna e Veneto”.

Da Mussini arriva, quindi, la critica serrata alla consultazione ufficiale promossa dal governo: “Un sondaggio autentico andava fatto proprio a partire da chi la scuola la fa davvero e la conosce a fondo. Un po’ come abbiamo fatto noi, coinvolgendo in primis docenti e dirigenti scolastici”.

Di fronte alle 65mila risposte totalizzate dal sondaggio ufficiale, poi, la senatrice di Movimento X rincara la dose:  “La verità è che siamo di fronte a un magro bottino. Soprattutto considerando i circa 800 mila insegnanti, tra docenti inseriti nell’organico di fatto e di sostegno (dati del servizio statistico Miur – ‘La scuola in cifre 2013-2014’), e gli oltre 24 milioni di italiani, tra studenti e famiglie, che potevano avere interesse a commentare le illuminazioni geniali del duo Renzi-Giannini sulle magnifiche sorti e progressive della scuola.  Insomma, se fossi nel presidente del Consiglio – ha concluso Mussini – abbandonerei i toni trionfalistici. Sono fuori luogo”.

Domande per gli esami di Stato 2014/2015: finalmente la nota del Miur

da La Tecnica della Scuola

Domande per gli esami di Stato 2014/2015: finalmente la nota del Miur

Visto il ritardo con cui sono state fornite le indicazioni, il termine normalmente previsto per il 30 novembre per la presentazione delle domande da parte dei candidati interni ed esterni è prorogato al 12 dicembre 2014

Con notevole ritardo rispetto alla consueta tempistica, finalmente il Miur ha pubblicato la Nota prot. n. 7316 del 25 novembre 2014 riguardante termini e modalità di presentazione delle domande di partecipazione agli esami di Stato a.s. 2014/2015.

Com’era prevedibile, è stata prorogata al 12 dicembre 2014 la scadenza, generalmente fissata al del 30 novembre, per la presentazione della domanda da parte dei candidati interni al proprio dirigente scolastico e da parte dei candidati esterni ai Direttori Generali della Regione di residenza. Come sempre, i candidati esterni devono indicare nell’istanza di partecipazione (anche nel caso in cui trattasi di indirizzi linguistici), corredata dalla documentazione necessaria, in ordine preferenziale, almeno tre istituzioni scolastiche in cui intendono sostenere l’esame. Inoltre, i candidati esterni devono dichiarare nella domanda di ammissione la lingua e/o lingue straniere, eventualmente, presentate.

Le altre scadenze sono invece confermate:

  • 31 gennaio 2015, termine di presentazione della domanda al proprio dirigente scolastico da parte degli alunni frequentanti la penultima classe per abbreviazione per merito;
  • 31 gennaio 2015, termine ultimo di presentazione ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali di eventuali domande tardive, limitatamente a casi di gravi e documentati motivi;
  • 20 marzo 2015, termine di presentazione della domanda al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale della Regione di residenza da parte degli alunni che cessino la frequenza delle lezioni dopo il 31 gennaio 2015 e prima del 15 marzo 2015 e intendano partecipare agli esami di Stato in qualità di candidati esterni.