G. Puritano, Buongiorno, Prof!

Gennaro Puritano, Buongiorno, Prof!
libro 229 X 152 book paperback – pp. 66
ISBN: 9788867720941
ebook per iPad e Kindle
ISBN: 9788867720958

puritanoScriveva Riccardo Massa che educare vuol dire aprire al mondo, rendere autonomi e depositari di legittimi desideri, aiutare a crescere, a gestire l’angoscia, a sentirsi utili e importanti, a modificare le relazioni con gli altri, a imparare dall’esperienza; e aggiungeva che, dal momento che la dimensione affettiva interferisce con il cognitivo, occorre “operare un capovolgimento del residuale che deve diventare centrale”. L’autore di questo piccolo-grande testo ci racconta come sia possibile realizzare tutto questo, ma proprio tutto. Ci manifesta come, attraverso un lavoro su se stesso, sia non solo in grado di parlarci delle sue paure e dei suoi dubbi, delle relazioni con gli altri docenti, dei problemi della scuola, ma soprattutto dei rapporti con i propri studenti: esponendosi nell’entrare in contatto con loro, proponendo e realizzando attività in grado di conciliare pensiero e azione, riflessione e spirito critico, rispettandoli, amando il suo lavoro e i suoi ragazzi. Fino all’esperienza con chi è stato meno fortunato e vive la propria disabilità tutti i giorni. L’Educazione riacquista i suoi più nobili livelli, opportunità di risposta all’analfabetismo morale.

Ancora un maxi risarcimento per i precari

da La Tecnica della Scuola

Ancora un maxi risarcimento per i precari

Venti mensilità, oltre gli scatti di anzianità cui avrebbero avuto diritto. Lo ha deciso, in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, il Tribunale di Chieti, che, pur non accogliendo la domanda di conversione, ha accertato l’illegittimità del ricorso ai contratti a termine da parte del Miur.

Dirittoscolastico.it ci informa che con separati ricorsi, alcuni precari (docenti e personale Ata) si erano rivolti proprio al suddetto Tribunale e che, nelle more, una buona parte di loro è stata assunta con contratto a tempo indeterminato. Il Giudice del lavoro – nel ritenere comunque abusivo il ricorso al contratto a termine – ha riconosciuto anche in favore di costoro le 20 mensilità.

Fatto importante: il ricorso abusivo è stato accertato non solo con riguardo ai contratti annuali (31 agosto), ma anche per quelli stipulati fino al 30 giugno, sul presupposto che anche in questo caso “non sono stati esplicitati dei criteri obiettivi e trasparenti”, al fine di poter verificare se la reiterazione di tali contratti corrispondesse effettivamente ad un’esigenza reale.

Sottolinea l’avv. Francesco Orecchioni che “tale pronuncia assume particolare rilievo, atteso che la limitazione degli effetti della pronuncia della CGE ai soli contratti stipulati fino al 31 agosto rappresenta “la linea del Piave” sulla quale si sta attualmente attestando la difesa erariale. In effetti, la sentenza della Corte Europea – nel condannare il ricorso ai contratti a termine nel comparto scuola- ha fatto riferimento a quelli stipulati per “supplenze” su posti vacanti e disponibili , senza affermare che tale disponibilità dovesse riguardare (come ritenuto dall’Amministrazione) i soli posti vacanti su “organico di diritto”.”

In sostanza, anche se la stragrande maggioranza delle supplenze annuali su posti di sostegno viene effettuata con contratti con scadenza al 30 giugno, non sarà logico escludere migliaia di precari dagli effetti della sentenza della CGE, perchè le esigenze per le quali si è provveduto a stipulare tali contratti non sono affatto transitorie ed imprevedibili.

Niente interpretazione restrittiva, dunque, della sentenza. Un’altra buona notizia per i precari.

L’abolizione degli esoneri resta un’incognita

da La Tecnica della Scuola

L’abolizione degli esoneri resta un’incognita

 

Per ora di certo c’è solo l’abrogazione delle norme che consentivano esoneri e semiesoneri. L’organico funzionale è invece solo un auspicio.

Con l’approvazione della legge di stabilita’ 2015, le scuole non potranno più esonerare (totalmtente o in parte) dal servizio il docente a cui dirigente ha assegnato funzioni vicarie. La legge di stabilità, infatti, abroga l’art. 459 della legge n. 297/94, riguardante proprio esoneri e semiesoneri dei docenti individuati a sostituire il dirigente scolastico.
Con la cancellazion di questo articolo del Testo Unico in materia d’istruzione, le scuole si troveranno a dover decidere autonomamente se trovare nelle articolazioni del proprio organico l’opportunità di esonerare un tal docente dal servizio d’insegnamento. La preoccupazione che questa abrogazione possa penalizzare le scuole e la loro organizzazione interna é forte e concreta.

Infatti, mentre l’abolizione di esoneri e semiesoneri dei vicari é una realtà legislativa, l’organico funzionale, che dovrebbe consentire al Ds di esonerare dall’insegnamento il vicario, é  per ora, solo un auspicio. Molti Ds sono preoccupati delle difficoltà che potrebbero nascere. E poi c’è il problema delle scuole in reggenza che si troveranno senza vicario esonerato.

In buona sostanza l’abolizione degli esoneri resta una grande incognita.

Italia ultima in Ue per spesa in istruzione

da La Tecnica della Scuola

Italia ultima in Ue per spesa in istruzione

L’Italia figura all’ultimo posto nell’Unione Europea per la spesa pubblica nell’istruzione. Lo sottolinea l’Anief, analizzando i dati contenuti nell’Annuario statistico italiano pubblicato dall’Istat, infatti dai noi si investe per la formazione di giovani solo il 4,6% del Pil

Guida invece la classifica la Danimarca (7,9% di “Spesa pubblica per l’istruzione in % sul Pil”), ma fanno meglio anche Regno Unito (6,4%), Paesi Bassi (6,2%), Francia (6,1%), Portogallo (5,5%) e Germania (5,1%). Dal confronto usciamo sconfitti pure rispetto a Stati Uniti (6,9% del Pil), Australia (5,8%) e Giappone (5,1%). Con il risultato di questo basso investimento che si traduce in un deludente “tasso di scolarità dei giovani di 15-19 anni” e in un modesto conseguimento di numeri di diplomi di maturità e di laurea.

Dall’indicatore, che si riferisce a tutti i livelli d’istruzione e considera come fonti di finanziamento le spese dirette pubbliche per gli istituti scolastici e i sussidi pubblici alle famiglie, emerge quindi un dato inequivocabile: su questo capitolo di spesa, l’Italia si piazza mestamente in fondo alla classifica dei Paesi europei.

Il confronto diventa ancora più vistoso se si va anche ad individuare il “Tasso di scolarità dei giovani di 15-19 anni”, dato dal rapporto tra gli iscritti a qualsiasi livello di istruzione in quel range anagrafico e la popolazione della stessa fascia d’età: nella stessa sintesi, l’Istituto nazionale di statistica ha rilevato non solo che nella nostra Penisola è inferiore rispetto alla maggior parte degli altri Paesi europei, ma anche che tra il 2011 e il 2012 in Italia è pericolosamente calato passando dall’81,3% all’81%. Mentre fa un certo effetto sapere che in Germania la frequenza scolastica nella stessa fascia di età è superiore al 90%. E che in altri Paesi, come Belgio, Irlanda e Paesi Bassi si attesta addirittura attorno al 93-94%.

Non ci si può meravigliare, quindi, a fronte di questi dati, se da noi il tasso di conseguimento della maturità superiore e del diploma di laurea è fermo, rispettivamente, al 79% e al 32%. Negli altri Paesi europei, questi dati “derivanti dal rapporto tra gli studenti che hanno conseguito per la prima volta un titolo di istruzione secondaria di secondo grado o terziaria e la popolazione di età teorica corrispondente al conseguimento del titolo” sono di ben altro spessore: in Danimarca, che investe nell’Istruzione quasi il doppio dell’Italia, arriva al diploma il 90% e alla laurea il 50%.

Se si guarda solo al conseguimento del titolo di scuola secondaria superiore, la Finlandia riesce nel 96% dei suoi giovani. Germania, Regno Unito e Paesi Bassi si attestano tra il 92% e il 95%.

Scuola Papa Francesco

SCUOLA PAPA FRANCESCO di Umberto Tenuta

CANTO 999

SCUOLA PAPA FRANCESCO

ALTRO CHE BUONASCUOLA!

 

“Scuola papa francesco

Nel Congo?

No, in Italia!

In deroga alla normativa vigente.

Come previsto, in casi eccezionali.

E questo è un caso eccezionale.

Più eccezionale di questo non esiste.

Chi volete che meriti tanto?

Chi volete che abbia più meriti?

Chi mai la Scuola ha tanto esaltato?

L’intera Piazza San Pietro gremita di gente.

IL DISCORSO DELLA SCUOLA!

Altro non v’è da aggiungere.

I miei commenti?

Pleonastici.

Papa Francesco ha detto tutto.

LA SCUOLA DI PAPA FRANCESCO.

Altro che la BUONASCUOLA!

La Scuola di Papa Francesco per le ragazze che…

La Scuola di Papa Francesco per i i ragazzi lavavetri.

La Scuola di Papa Francesco per i bocciati.

La Scuola di Papa Francesco per i respinti.

La Scuola di Papa Francesco per i mortificati.

La Scuola di Papa Francesco per gli abbandonati.

La Scuola di Papa Francesco per …

Nella Scuola di Papa Francesco c’è una Maestra che innamora.

Nella Scuola di Papa Francesco c’è tutto!

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

N. Barreau, Una sera a Parigi

Di quell’amore sempre possibile

di Antonio Stanca

barreauNicolas Barreau ha trentaquattro anni e vive a Parigi. Qui è nato nel 1980 da padre francese e madre tedesca, qui è cresciuto, ha studiato, si è laureato alla Sorbona in Lingue e Letterature Romanze, qui ha cominciato a lavorare presso una libreria ed in seguito a scrivere in francese o in tedesco. Col terzo romanzo, Gli ingredienti segreti dell’amore, del 2010, ha ottenuto un successo strepitoso. E’ stato tradotto in venti paesi, ha avuto molte ristampe, in Italia, Germania e Spagna ha venduto centinaia di migliaia di copie e l’edizione tascabile è stata il libro più venduto per l’intero 2012. E’ in programma una riduzione cinematografica di quest’opera. Tra l’altro è stato rilevato che Barreau è uno scrittore molto letto dalle donne. Tanto ha ottenuto finora nonostante sia una persona riservata, schiva, che preferisce rimanere estranea, rinunciare ad ogni operazione di carattere pubblicitario, promozionale, ed affidare la pubblicazione delle sue opere a piccole e quasi sconosciute case editrici.

D’amore trattano i suoi romanzi, di quell’amore che sembra diventato difficile da raggiungere, da vivere a causa delle tante avversità, dei tanti ostacoli sopraggiunti, che tanto deve lottare per potersi esprimere ma che alla fine ottiene sempre la sua voce e fa vincere il bene sul male. Questo il messaggio del giovane scrittore francese, questo il tema ricorrente nei suoi romanzi. Sembrano opere di altri tempi ma il successo che stanno ottenendo in un momento come quello attuale dimostra che essi aiutano a riscoprire quella spiritualità che il mondo ha smarrito e della quale va alla ricerca.

Altro motivo del successo di Barreau è il suo linguaggio semplice, chiaro, facile, capace di aderire alla vicenda rappresentata al punto da farla sentire vicina a chi legge, da coinvolgere fin dagli inizi della narrazione. E’ come la lingua delle favole e da favola sono i contenuti ché lieta è sempre la loro fine dopo i molti pericoli attraversati.

Così avviene pure in Una sera a Parigi, romanzo che Barreau scrisse nel 2012 e che in Italia è stato pubblicato recentemente dalla Feltrinelli di Milano con la traduzione dal tedesco di Monica Pesetti (pp.251, €15,00). Qui il giovane protagonista, Alain Bonnard, è il proprietario di un piccolo cinema a Parigi, Cinéma Paradis. Lo ha ereditato da uno zio e per mantenerlo in vita decide di organizzare per il secondo spettacolo di ogni mercoledì la proiezione di famosi film d’amore del passato. Tra gli spettatori di questi nota una giovane donna che indossa sempre un cappotto rosso, è sempre sola ed è molto riservata. La figura lo attrae al punto da muoverlo ad avvicinarla, a scambiare qualche parola con lei, a sapere che si chiama Mélanie, ad innamorarsi di lei. Mélanie ricambia le attenzioni ed una sera si fa accompagnare a casa da Alain. Gli dice che è sola e triste perché è stata tradita dal suo uomo, che deve lasciare Parigi per qualche giorno ma che poi sarebbe tornata e si sarebbero ritrovati. Intanto un famoso regista americano, Allan Wood, e la sua bellissima moglie e attrice, Solène Avril, sono venuti a Parigi per girare un film, Ricordando Parigi, ed hanno intenzione di ambientare alcune scene all’interno del Cinéma Paradis. Chiedono ad Alain di poter disporre del suo locale per il periodo delle riprese e Alain è molto contento perché intravede nella circostanza la possibilità per lui di un guadagno sicuro e per il suo cinema quella di diventare un luogo noto e cercato. Le riprese hanno inizio ma contemporaneamente succede che Mélanie non si faccia più vedere da Alain, che scompaia. Lui non capisce, è confuso, si mette alla sua ricerca, sa poco di lei ed ancora meno saprà quando scoprirà che non vive nella casa dove quella sera l’aveva accompagnata perché non è sua. Cerca di ricordare le poche parole che si sono scambiati, di ricavare da quelle della donna qualche indizio che possa aiutarlo a ritrovarla e l’intero libro si trasforma nella rappresentazione della ricerca compiuta da Alain e diventata sempre più lunga e ossessiva. Essa avverrà tra tanti, molti posti di Parigi, coinvolgerà tante, molte persone ma risulterà sempre vana. Alain è innamorato di Mélanie, è convinto che anche lei lo sia. A muovere, animare, accendere la sua ricerca è l’amore per una donna con la quale ha parlato per pochissimo tempo, è stato soltanto “una sera a Parigi”. Ma alla fine della narrazione il mistero si chiarirà: Mélanie era scomparsa perché aveva saputo delle prossime riprese del film di Wood nel Cinéma Paradis, perché alcune foto sui giornali l’avevano indotta nell’errore di credere che la bellissima Solène avesse sedotto Alain, perché Solène era sua sorella e la odiava per averle sottratto in passato il suo primo uomo. Da lei Mélanie viveva lontana già da molti anni. Come allora, pensava, anche adesso Solène col suo fascino le aveva portato via l’uomo che amava. Ma stavolta si trattava di un equivoco, si era sbagliata e sarà Alain a chiarirglielo quando finalmente l’avrà trovata, sarà l’interminabile ricerca compiuta dall’uomo a riportare entrambi al bene che si volevano ed a far concludere l’opera nel suo segno. « Restammo lì a lungo, ebbri di felicità, due amanti che avevano attraversato il tempo e finalmente si erano ritrovati nel luogo ideale, quello dei loro desideri. Appoggiati al parapetto, le dita intrecciate come durante il nostro primo incontro, guardammo le luci riflettersi sulla Senna». (p.245)

Le due sorelle si riconcilieranno e tutto avverrà in quel Cinéma Paradis che intanto è diventato un locale molto cercato.

Tanto bene era seguito alle tante fatiche compiute da Alain. Come nelle favole il bene era venuto dopo il male. Una favola questa che si svolge in una metropoli come la Parigi dei nostri giorni, tra le sue strade, piazze, case, chiese, tra la sua gente, le sue macchine. Difficile è per uno scrittore d’oggi ottenere un simile risultato. Non per Barreau che ha i mezzi per farlo, soprattutto quelli di una lingua capace di far rientrare un tema così antico come quello dell’amore in un ambiente così moderno, di mostrarlo sempre e ovunque possibile.

Carcere Strada Scuola

CARCERE STRADA SCUOLA di Umberto Tenuta

CANTO 335

Ragazze sulle strade

Ragazzi per le strade

Le strade dell’educazione

 

C’è rimasto solo LUI.

In Piazza San Pietro.

In TV.

In ogni dove!

È mai possibile che a gridare ci sia rimasto solo LUI?

Solo Papa Francesco invoca una buona scuola, una scuola che educa, una scuola che garantisce il successo formativo a tutti i giovani!

È mai possibile?

Sì!

Tutti parlano di precari.

Tutti parlano di demeriti.

Tutti parlano di fondi.

Sulla stampa quotidiana, sulla stampa scolastica, in TV, su Facebook.

Nessuno parla di quello che a scuola si fa.

Nessuno parla di quello che fanno i dirigenti.

Nessuno parla di quello che fanno i docenti.

Nessuno parla di quello che fanno gli studenti!

Alle otto e trenta la scuola chiude le porte.

All’approvazione della Legge 517/1977 un incauto Provveditore agli studi proclamò che finalmente le scuole non avrebbero avuto più porte e finestre.

Invece!

Porte e finestre di acciaio zincato.

DIVIETO DI ACCESSO.

Niente paura!

Nulla di nuovo si fa nelle scuole.

Gli insegnanti continuano a insegnare.

Gli alunni continuano a stare seduti, in silenzio, con le orecchie tese ad ascoltare.

Parlano a malapena solo se interrogati.

Nessuno si distrae.

Le pareti delle aule sono grigie.

I Tablet sono ben nascosti nelle tasche.

Libri, quaderni e biro tutti li hanno sui piani dei banchi biposti.

SILENTIUM!

Come all’ingresso dei Cimiteri.

C’è qualcosa in comune?

La MORTALITà!

Fatale quella dei cimiteri.

C’è un età anche per morire.

La Medicina ha vinto la mortalità infantile.

La Pedagogia ha perduto la sua battaglia.

Giangiacomo, Enrico, Federico, Aristide, Rosetta, Carolina, Maria, Giuseppe… avete perduto la vostra battaglia.

Le teste sono ben piene.

Nessuna è ben fatta.

Oh che pena, i cuori sono vuoti!

Che importa?

Con venti centesimi lavi i tergicristalli!

Se l’indecente appare, chiudi gli occhi!

Che volete?

È stato sempre così!

Che volete?

Volete cambiare il mondo?

Volete cambiare la scuola?

Una nuova strada dell’educazione?

La strada senza indecenze!

La strada senza mani tese!

La strada dell’educazione?

Lunga è la strada dell’educazione!

Solo pochi, molto pochi hanno il coraggio di percorrerla.

A quei pochi dico: venite con me!

Leggete

http://www.edscuola.it/dida.html