31 dicembre Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica

Si svolge a reti unificate il tradizionale messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica

(Quirinale, 31.12.14) Il messaggio augurale di fine d’anno che ormai dal 2006 rivolgo a tutti gli italiani, presenterà questa volta qualche tratto speciale e un po’ diverso rispetto al passato. Innanzitutto perché le mie riflessioni avranno per destinatario anche chi presto mi succederà nelle funzioni di Presidente della Repubblica”. Così il Capo dello Stato nel tradizionale messaggio di fine anno agli italiani. “Funzioni che sto per lasciare, – ha continuato il Presidente Napolitano – rassegnando le dimissioni: ipotesi che la Costituzione prevede espressamente”.
“E desidero dirvi subito che a ciò mi spinge l’avere negli ultimi tempi toccato con mano come l’età da me raggiunta porti con sé crescenti limitazioni e difficoltà nell’esercizio dei compiti istituzionali, complessi e altamente impegnativi, nonché del ruolo di rappresentanza internazionale, affidati dai Padri Costituenti al Capo dello Stato.
A quanti auspicano – anche per fiducia e affetto nei miei confronti – che continui nel mio impegno, come largamente richiestomi nell’aprile 2013, dico semplicemente che ho il dovere di non sottovalutare i segni dell’affaticamento e le incognite che essi racchiudono, e dunque di non esitare a trarne le conseguenze. Ritengo di non poter oltre ricoprire la carica cui fui chiamato, per la prima volta nel maggio del 2006, dal Parlamento in seduta comune. Secondo l’opinione largamente prevalente tra gli studiosi, si tratta di una valutazione e di una decisione per loro natura personali, costituzionalmente rimesse al solo Presidente, e tali da non condizionare in alcun modo governo e Parlamento nelle scelte che hanno dinanzi né subendone alcun condizionamento.
Penso che questi semplici chiarimenti possano costituire una buona premessa perché Parlamento e forze politiche si preparino serenamente alla prova dell’elezione del nuovo Capo dello Stato. Sarà quella una prova di maturità e responsabilità nell’interesse del paese, anche in quanto è destinata a chiudere la parentesi di un’eccezionalità costituzionale.
Personalmente resto convinto che la disponibilità richiestami e offerta nell’aprile 2013, in un momento di grave sbandamento e difficoltà post-elettorale, sia risultata un passaggio determinante per dare un governo all’Italia, rendere possibile l’avvio della nuova legislatura e favorire un confronto più costruttivo tra opposti schieramenti politici. Ma è positivo che ora si torni, per un aspetto così rilevante, alla normalità costituzionale, ovvero alla regolarità dei tempi di vita delle istituzioni, compresa la Presidenza della Repubblica.
L’aver tenuto in piedi la legislatura apertasi con le elezioni di quasi due anni fa, è stato di per sé un risultato importante : si sono superati momenti di acuta tensione, imprevisti, alti e bassi nelle vicende di maggioranza e di governo ; si è in sostanza evitato di confermare quell’immagine di un’Italia instabile che tanto ci penalizza, e si è messo in moto, nonostante la rottura del febbraio scorso, l’annunciato, indispensabile processo di cambiamento.
Un anno fa, nel messaggio del 31 dicembre, avevo detto : “Spero di poter vedere nel 2014 almeno iniziata un’incisiva riforma delle istituzioni repubblicane”. Ebbene, è innegabile che quell’auspicio si sia realizzato. E il percorso va, senza battute d’arresto, portato a piena conclusione. Non occorre che io ripeta – l’ho fatto ancora di recente in altra pubblica occasione – le ragioni dell’importanza della riforma del Parlamento, e innanzitutto del superamento del bicameralismo paritario, nonché della revisione del rapporto tra Stato e Regioni.
Ma sul necessario più vasto programma di riforme – istituzionali e socio-economiche – messo in cantiere dal governo, sulle difficoltà politiche che ne insidiano l’attuazione, sulle possibilità di dialogo e chiarimento con forze esterne alla maggioranza di governo – anche, s’intende, e in via prioritaria, per il varo di una nuova legge elettorale – non torno ora avendovi già dedicato largamente il mio intervento, due settimane fa, all’incontro di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile. Vorrei piuttosto ragionare con voi su come stiamo vivendo questo momento in quanto generalità dei cittadini, uniti dall’essere italiani.
Credo sia diffuso e dominante l’assillo per le condizioni della nostra economia, per l’arretramento dell’attività produttiva e dei consumi, per il calo del reddito nazionale e del reddito delle famiglie, per l’emergere di gravi fenomeni di degrado ambientale, e soprattutto – questione chiave – per il dilagare della disoccupazione giovanile e per la perdita di posti di lavoro. Dalla crisi mondiale in cui siamo precipitati almeno dal 2009, nemmeno nell’anno che oggi si chiude siamo riusciti a risollevarci. Parlo dell’Europa e in particolare dell’Italia.
Gli Stati Uniti, da cui partì – anche per errate scelte politiche – la crisi finanziaria, conoscono un’impennata della ripresa già avviata e guardano all’Europa per uno sforzo corrispondente, benché in condizioni assai diverse. In effetti, l’Italia ha colto l’opportunità del semestre di presidenza del Consiglio per sollecitare un cambiamento nelle politiche dell’Unione che accordi la priorità a un rilancio solidale delle nostre economie. Tra breve il Presidente del Consiglio Renzi tirerà le somme dell’azione critica e propositiva svolta a Bruxelles. Nulla di più velleitario e pericoloso può invece esservi di certi appelli al ritorno alle monete nazionali attraverso la disintegrazione dell’Euro e di ogni comune politica anti-crisi.
Tutti gli interventi pubblici messi in atto in Italia negli ultimi anni stentano a produrre effetti decisivi, che allevino il peso delle ristrettezze e delle nuove povertà per un così gran numero di famiglie e si traducano in prospettive di occupazione per masse di giovani tenuti fuori o ai margini del mercato del lavoro.
Guardando ai tratti più negativi di questo quadro, e vedendo come esso si leghi a debolezze e distorsioni antiche della nostra struttura economico-sociale e del nostro Stato, si può essere presi da un senso di sgomento al pensiero dei cambiamenti che sarebbero necessari per aprirci un futuro migliore, e si può cedere al tempo stesso alla sfiducia nella politica, bollandola in modo indiscriminato come inadeguata, inetta, degenerata in particolarismi di potere e di privilegio.
Non può, non deve essere questo l’atteggiamento diffuso nella nostra comunità nazionale. Occorre ritrovare le fonti della coesione, della forza, della volontà collettiva che ci hanno permesso di superare le prove più dure in vista della formazione del nostro Stato nazionale unitario e poi del superamento delle sue crisi più acute e drammatiche. Il Centocinquantenario dell’Unità si è perciò potuto celebrare – non dimentichiamolo – con orgoglio e fiducia, pur nella coscienza critica dei tanti problemi rimasti irrisolti e delle nuove sfide con cui fare i conti.
Un recupero di ragionata fiducia in noi stessi, una lucida percezione del valore dell’unità nazionale, sono le condizioni essenziali per far rinascere la politica nella sua accezione più alta, per rendere vincente quell’impegno molteplice e di lunga lena che i cambiamenti necessari all’Italia chiaramente richiedono.
Ho fatto del mio meglio in questi lunghi e travagliati anni della mia Presidenza per rappresentare e rafforzare l’unità nazionale, per sanare le ferite che aveva subito, per ridarle l’evidenza che aveva perduto : se vi sia in qualche modo riuscito, toccherà dirlo a quanti vorranno con obbiettività e insieme con spirito critico analizzare il mio operato.
Di strada comunque ne abbiamo percorsa, nella direzione che indicai in Parlamento dopo aver giurato da Presidente il 15 maggio 2006 : “il reciproco riconoscimento, rispetto e ascolto tra gli opposti schieramenti, il confrontarsi con dignità nelle assemblee elettive, l’individuare i temi di necessaria convergenza nell’interesse generale” non contrastano con la democrazia dell’alternanza, ma ne definiscono il più maturo e costruttivo modo di essere in sintonia con l’imperativo dell’unità nazionale. Si, in questa direzione, anche se tra alti e bassi, si sta andando avanti. Ed è il solo modo di garantire all’Italia stabilità politica e continuità istituzionale, e di affrontare su larghe basi unitarie le più gravi patologie di cui il nostro paese soffre.
A cominciare da quella della criminalità organizzata e dell’economia criminale ; e da quella di una corruzione capace di insinuarsi in ogni piega della realtà sociale e istituzionale, trovando sodali e complici in alto : gli inquirenti romani stanno appunto svelando una rete di rapporti tra “mondo di sotto” e “mondo di sopra”. Sì, dobbiamo bonificare il sottosuolo marcio e corrosivo della nostra società. E bisogna farlo insieme, società civile, Stato, forze politiche senza eccezione alcuna. Solo riacquisendo intangibili valori morali la politica potrà riguadagnare e vedere riconosciuta la sua funzione decisiva.
Valori morali, valori di cultura e di solidarietà. Non lasciamo occupare lo spazio dell’attenzione pubblica solo a italiani indegni. Rendiamo omaggio a italiani esemplari. Come la brillante scienziata, Fabiola Gianotti, eletta all’unanimità direttore generale del Centro europeo per la Ricerca Nucleare a Ginevra. O come l’astronauta Samantha Cristoforetti che ci parla semplicemente, con modestia e professionalità, della ricerca scientifica in corso nello spazio.
Siamo orgogliosi di questi italiani campioni di cultura e di solidarietà. Come Fabrizio, il medico di Emergency accorso in Sierra Leone per curare i colpiti dal virus Ebola anche a costo di esserne contagiato e rischiare la vita. O come Serena Petriucciolo , ufficiale medico della Marina che sulla nave Etna ha aiutato – nella notte di Natale – una profuga nigeriana a dare alla luce la sua bimba. E che dire della perizia e generosità di cui gli italiani lanciatisi a soccorrere i passeggeri del traghetto in fiamme sulla rotta tra la Grecia e l’Italia hanno dato prova?
Ho voluto fare almeno questi pochi richiami al valore delle risorse umane di cui ci mostriamo dotati e di cui ci si dà atto internazionalmente ; potendo citare molti altri esempi individuali, che peraltro rinviano all’eccellenza dei nostri centri in cui i singoli si sono formati. Così come rinviano al magnifico impegno sia delle forze dello Stato sia del volontariato sui fronti di tutte le emergenze. Dalla constatazione delle qualità del nostro capitale umano può venire e diffondersi un’accresciuta consapevolezza della nostra identità e della nostra missione nazionale.
Una missione da esprimere anche in un atteggiamento più assertivo e in una funzione più attiva in seno alla comunità internazionale. Il canale principale per assolvere questa funzione è naturalmente dato dal concerto europeo, nel quale all’Italia è toccata la guida della politica estera e di sicurezza comune europea e la responsabilità operativa del Servizio esterno di azione europea. E il contesto internazionale in cui muoverci è critico e problematico come mai negli ultimi due decenni. Ne vengono per l’Italia e per l’Unione europea impegni di riflessione ed analisi, e soprattutto di proposta e di azione, non solo diplomatica, rispetto ai quali non ci si può tirare indietro. Il rischio di cadere in quell’indifferenza globale che Papa Francesco denuncia con tanto vigore è dietro l’angolo, anche da noi.
A quel rischio deve opporsi una sensibilità sempre più diffusa per le conquiste e i valori di pace e di civiltà oggi in così grave pericolo. La crescita economica, l’avanzamento sociale e civile, il benessere popolare che hanno caratterizzato e accompagnato l’integrazione europea, hanno avuto come premessa e base fondamentale lo stabilirsi di uno spirito di pace e di unità tra i nostri popoli. Ebbene, questo storico progresso è sotto attacco per l’emergere di inauditi fenomeni e disegni di destabilizzazione, di fanatismo e di imbarbarimento, fino alla selvaggia persecuzione dei cristiani. Dal disegno di uno o più Stati islamici integralisti da imporre con la forza sulle rovine dell’Iraq, della Siria, della Libia ; al moltiplicarsi o acuirsi di conflitti in Africa, in Medio Oriente, nella regione che dovrebbe essere ponte tra la Russia e l’Europa : di questo quadro allarmante l’Italia, gli italiani devono mostrarsi fattore cosciente e attivo di contrasto. Ci dà forza la parola, il magistero del Pontefice che per la Giornata Mondiale della Pace si fa portatore di un messaggio supremo di fraternità, e ci richiama alla durissima realtà dei “molteplici volti della schiavitù” nel mondo d’oggi.
Farci, ciascuno di noi, partecipi di un sentimento di solidarietà e di un impegno globale – sconfiggendo l’insidia dell’indifferenza – per fermare queste regressioni e degenerazioni, è un comandamento morale ineludibile. E forse, facendoci lucidamente carico di quanto sta sconvolgendo il mondo, potremo collocare nella loro dimensione effettiva i nostri problemi e conflitti interni, di carattere politico e sociale ; potremo superare l’orizzonte limitato, ristretto in cui rischiamo di chiuderci.
Ho così concluso l’appello che questa sera ho voluto indirizzare, più che ai miei naturali interlocutori istituzionali, a ciascuno di voi come persone, come cittadini, attivi nella società e nelle sue molteplici formazioni civili. Perché da ciascuno di voi può venire un impulso importante per il rilancio e un nuovo futuro dell’Italia. Lo dimostrano quei giovani che non restano inerti – dopo aver completato il loro ciclo di studi – nella condizione ingrata di senza lavoro, ma prendono iniziative, si associano in piccoli gruppi professionali per fare innovazione, creare, aprirsi una strada.
Dal modo in cui tutti reagiamo alla crisi e alle difficoltà con cui l’Italia è alle prese, nasceranno le nuove prospettive di sviluppo su cui puntiamo, su cui dobbiamo puntare “dall’alto e dal basso”. Il cammino del nostro paese in Europa, lo stesso cammino della politica in Italia lo determineremo tutti noi, e quindi ciascuno di noi, con i suoi comportamenti, le sue prese di coscienza, le sue scelte. Più si diffonderanno senso di responsabilità e senso del dovere, senso della legge e senso della Costituzione, in sostanza senso della Nazione, più si potrà creare quel clima di consapevolezza e mobilitazione collettiva che animò la ricostruzione post-bellica e che rese possibile, senza soluzione di continuità, la grande trasformazione del paese per più di un decennio.
Mettiamocela dunque tutta, con passione, combattività e spirito di sacrificio. Ciascuno faccia la sua parte al meglio. Io stesso ci proverò, nei limiti delle mie forze e dei miei nuovi doveri, una volta concluso il mio servizio alla Presidenza della Repubblica, dopo essermi impegnato per contribuire al massimo di continuità e operosità costituzionale durante il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea. Resterò vicino al cimento e agli sforzi dell’Italia e degli italiani, con infinita gratitudine per quel che ho ricevuto in questi quasi nove anni non soltanto di riconoscimenti legati al mio ruolo, non soltanto di straordinarie occasioni di allargamento delle mie esperienze, anche internazionali, ma per quel che ho ricevuto soprattutto di espressioni di generosa fiducia e costante sostegno, di personale affetto, direi, da parte di tantissimi italiani che ho incontrato o comunque sentito vicini. Non lo dimenticherò. Grazie ancora. E che il 2015 sia un anno fecondo di risultati positivi per il nostro paese, le nostre famiglie, i nostri ragazzi.

CHI FA ENTRARE FORZA NUOVA NELLE SCUOLE DI SCICLI E MODICA?

CHI FA ENTRARE FORZA NUOVA NELLE SCUOLE DI SCICLI E MODICA?

I COBAS – Comitati di Base della Scuola della Sicilia condannano quanto avvenuto nei giorni scorsi, e riportato da organi di informazione locali: alcuni dirigenti scolastici di Modica e Scicli hanno permesso che enti no-profit e coordinatori di un partito politico di estrema destra distribuissero “2.500 bambin Gesù” parlando “contro il relativismo moderno e le minacce alla Pax propria delle società cattoliche” (sic!), un episodio di mala-scuola, un ulteriore episodio eclatante di un modo di operare – purtroppo diffuso – anche se per fortuna non generalizzato.
Quei dirigenti scolastici hanno mancato al loro dovere culturale ed educativo, dimenticando che la scuola italiana, secondo la Costituzione, è laica e la sua missione è educare alla cultura e alla conoscenza e al rispetto delle diversità. Inoltre hanno permesso ad un partito politico di entrare a scuola e di auto-promuoversi presso i minori e le loro famiglie.
Purtroppo, non è raro che un’entità esterna – di solito associazioni, in questo caso addirittura un partito politico – si rivolga agli alunni, approfittando delle difficoltà che le scuole incontrano nello svolgimento di ogni attività. Scuole che accettano supinamente ciò che gli viene proposto da questi enti esterni, raccolte a scopo benefico, sensibilizzazioni su certe tematiche, attività extracurriculari e ora anche la fornitura di materiale didattico-natalizio …
La contropartita per l’ente esterno è spesso in termini di immagine sulla pelle degli alunni (la foto con le scolaresche, l’accredito di attività culturale-educativa).

Condividiamo quanto scritto dall’ANPI Sicilia su quest’ultimo caso: “non si possono accettare regali da chi non ossequia nella propria pratica quotidiana i Valori costituzionali e il percorso di nascita della nostra Repubblica nata dalla lotta al nazi-fascismo, compreso in particolare il rispetto dei migranti, dei diseredati che sfuggendo a dittature e a guerre cercano solidarietà e diritto d’asilo. Così come categoricamente imposti dall’art. 10 e 3 della nostra Costituzione che proclamano accoglienza e rigettano qualsiasi forma di discriminazione e di razzismo”.

Abbiamo chiesto all’U.S.R. Sicilia, al Provveditore di Ragusa e ad alcuni dirigenti scolastici di spiegare come possano verificarsi queste incresciose situazioni.

Collaboratori assenti, paga il Mof

da ItaliaOggi

Collaboratori assenti, paga il Mof

Lo prevede la legge di stabilità 2015. Nessuna supplenza per gli assistenti amministrativi.

Antimo Di Geronimo

Tagli al fondo per il miglioramento dell’offerta formativa per finanziare le sostituzioni dei collaboratori scolastici assenti. La decurtazione è prevista nella legge finanziaria di quest’anno ammonta a 21,3 milioni di euro nel 2015 e, a regime, dal 2016, a 64 milioni di euro. Il dispositivo (articolo 1, comma 83) prevede il divieto di conferimento di supplenze brevi per i primi 7 giorni di assenza del personale Ata.

E stabilisce che per le sostituzioni dei collaboratori scolastici, la scuola debba provvedere per il tramite del conferimento di ore eccedenti al personale in servizio. Il costo di tali ore di straordinario sarà posto a carico del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. Per il restante personale Ata non si darà corso all’attribuzione di ore eccedenti.

Nel caso degli assistenti tecnici, la sostituzione avverrà con altro assistente tecnico già in servizio oppure con un’insegnante tecnico pratico o un docente della disciplina cui fa riferimento l’attività dell’assistente tecnico. Per gli assistenti amministrativi, invece, non si darà corso ad alcuna sostituzione, in analogia con quanto avviene negli altri comparti della pubblica amministrazione. Salvo che l’assenza riguardi l’unico assistente amministrativo assegnato alla scuola. Nel qual caso si procederà alla sostituzione, per non gravare ulteriormente il direttore dei servizi generali e amministrativi con gli ulteriori oneri a carico dell’assistente amministrativo assente. Con questa operazione il governo conta di risparmiare i soldi necessari all’attribuzione di supplenze brevi. Si tratta dell’equivalente di oltre un milione di contratti a tempo determinato. Per quanto riguarda gli assistenti tecnici e gli assistenti amministrativi, la cifra ammonterebbe a circa 35 milioni di euro. Che dovrebbe essere risparmiata senza necessità di trovare coperture. La norma, infatti, prevede il mero divieto di disporre supplenze, senza indicare soluzioni alternative.

Il problema sussiste per i collaboratori scolastici. Per questa categoria di personale la spesa per i contratti a termine per le supplenze brevi ammonterebbe a 32 milioni e 600mila euro. Ma siccome la presenza del collaboratore scolastico è assolutamente indefettibile, in caso di assenza è necessario individuare dei sostituti. Si pensi al collaboratore scolastico a cui è affidata l’apertura e la chiusura delle porte del plesso e alla necessità di assicurare l’igiene dei servizi sanitari e dei locali scolastici. In questo caso, dunque, la legge di stabilità, fermo il divieto di disporre supplenze, prevede che vengano assegnate ore di straordinario al personale in servizio. E qui i problemi sono due. Il primo è la copertura finanziaria. Che il legislatore individua nel fondo di istituto. Il che significa che le risorse da destinare ai progetti didattici e alla retribuzione dei collaboratori del dirigente subiranno un’ulteriore decurtazione.

Infine c’è il problema della non obbligatorietà dello straordinario. Ciò vuole dire che, se i collaboratori scolastici in servizio dovessero rifiutarsi di prestare ore di straordinario, il rischio è quello di non poter assicurare il servizio. Giova ricordare che la Corte di giustizia europea (quinta sezione, sentenza 8 febbraio 2001, procedimento C-350/99) ha chiarito che lo straordinario può essere preteso dal datore di lavoro solo qualora costituisca elemento essenziale del contratto di lavoro. E non è questo il caso. In tal senso si è pronunciato anche il Tribunale di Cagliari, sezione lavoro, con l’ordinanza 18/10/2003 n. 54.

Cassazione: giù le mani dalle ore di sostegno

da ItaliaOggi

Cassazione: giù le mani dalle ore di sostegno

Le ore di sostegno le decide il «gruppo H». E se nell’organico di diritto non vi sono ore a sufficienza, l’ufficio scolastico è tenuto ad aggiungere le ore che mancano nella fase dell’organico di fatto.

Antimo Di Geronimo

Le ore di sostegno le decide il «gruppo H». E se nell’organico di diritto non vi sono ore a sufficienza, l’ufficio scolastico è tenuto ad aggiungere le ore che mancano nella fase dell’organico di fatto. Se l’amministrazione assegna meno ore del dovuto, i genitori dell’alunno disabile devono adire il giudice ordinario e non il Tar. Perché è in gioco il diritto all’integrazione scolastica dell’alunno e non una mera aspirazione ad ottenere una decisione favorevole dell’ufficio. Lo hanno stabilito le Sezioni unite della Corte di cassazione, con una sentenza depositata il 25 novembre scorso (25011).

La pronuncia è stata emessa in sede di regolamento di giurisdizione.

E cioè ad esito di una procedura in cui il collegio viene chiamato a individuare quale sia il giudice competente a pronunciarsi su una determinata questione.

Fino a qualche tempo fa, le Sezioni ritenevano che le controversie sulla mancata assegnazione di ore di sostegno rientrassero nella sfera di giurisdizione del giudice amministrativo. Ciò perché, secondo il precedente orientamento, la decisione relativa all’assegnazione delle ore spettava in via esclusiva all’amministrazione scolastica. E quindi il soggetto che subiva tale decisione era da considerarsi mero titolare di interesse legittimo: una particolare posizione in cui viene a trovarsi un qualsiasi cittadino che aspiri ad un bene della vita oggetto di potere amministrativo.

Adesso, invece, i giudici del Palazzaccio hanno cambiato idea. E ciò è avvenuto sulla scorta di due elementi fondamentali.

Il primo muove dalla considerazione che l’amministrazione, quando assegna le ore di sostegno, non ha il potere di discostarsi dal provvedimento che viene adottato in tal senso dal «gruppo H», al quale spetta l’individuazione del numero di ore da assegnare all’alunno portatore di handicap. Tale gruppo, espressamente previsto dall’articolo 12 della legge 104/92, è composto dagli gli operatori delle unità sanitarie locali e, per ciascun grado di scuola, da personale insegnante specializzato della scuola, con la partecipazione dell’insegnante operatore psico-pedagogico individuato secondo criteri stabiliti dal ministro dell’istruzione. La decisione viene formalizzata in un piano educativo individualizzato (Pei) appositamente redatto per fare fronte alle necessità dell’alunno.

In buona sostanza, dunque, il titolo a cui deve rifarsi l’ufficio scolastico ai fini dell’assegnazione delle ore non è la disponibilità di ore in organico di diritto indicata dal ministero, ma il Pei. Che certifica un vero e proprio diritto fondamentale, in capo all’alunno interessato, a ricevere l’assistenza dell’insegnante per il numero di ore indicate nel piano. Ciò vale per tutti gli alunni portatori di handicap.

E dunque, se nell’organico di diritto non vi sono ore a sufficienza per coprire tutte le necessità, l’ufficio scolastico è tenuto a provvedere nella fase dell’organico di fatto, aggiungendo quello che manca. E non c’è necessità di bilancio che tenga. Perché la Corte costituzionale ha già spiegato, a suo tempo, che i tagli agli organici non si possono fare sulla pelle dei più deboli, che hanno bisogno del docente di sostegno per colmare, almeno in parte, il gap che li separa dai cosiddetti alunni normodotati.

Quanto al giudice a cui rivolgere l’azione legale in caso di inadempimento dell’amministrazione scolastica, le Sezioni unite hanno spiegato che la giurisdizione del giudice ordinario assume rilievo non solo perché l’oggetto dell’azione è un diritto. Ma anche e soprattutto perché l’articolo 3 della legge 67 del 2006, in caso di discriminazioni a danno dei disabili, lo prevede espressamente.

Ma sui risparmi derivanti dai tagli il governo abbonda

da ItaliaOggi

Ma sui risparmi derivanti dai tagli il governo abbonda

Alla base della relazione tecnica le supplenze annuali anziché quelle fino al 30 giugno. I conti non tornano

Carlo Forte

Il governo ha calcolato risparmi sovrastimati per i tagli agli esoneri, ai distacchi e ai comandi previsti dalla Finanziaria di quest’anno: dai 24 ai 25 milioni in più, a regime dal 2016. Anziché tenere presente che la sostituzione degli esonerati avviene tramite la disposizione di supplenze fino al 30 giugno, l’esecutivo ha considerato il dato come se si trattasse di incarichi fino al 31 agosto. E dunque, per ogni supplenza in meno, palazzo Chigi ha calcolato un risparmio pari all’intera retribuzione annuale (12 mensilità + 12 ratei di tredicesima) anziché fare riferimento a quella dei supplenti che vengono assunti fino al 30 giugno (10 mensilità + 10 ratei di tredicesima). Il dato si evince confrontando gli importi contenuti nella relazione tecnica alla legge di stabilità 2015 (approvata definitivamente dal senato il 23 dicembre scorso) con quelli delle retribuzioni annuali dei docenti di ruolo inquadrati nel primo gradone (reperibili su: www.labuonascola.gov.it, a pagina 49 del documento). Retribuzioni che, in prima battuta, sono uguali sia per i docenti di ruolo neoassunti (dunque, senza ricostruzione di carriera) che per i supplenti annuali. Ecco le cifre.

Coordinatori di educazione fisica. La legge di stabilità (art.1, comma 79) riduce ad uno per ogni regione i coordinatori periferici di educazione fisica che possono usufruire dell’esonero dall’insegnamento. Oggi i coordinatori sono 108: 90 presso gli uffici territoriali e 18 presso gli uffici scolastici regionali. Dal 1° settembre saranno soltanto 18 e, quindi, non saranno più disposte 90 supplenze fino al termine delle attività didattiche (30 giugno). Nella relazione tecnica, invece, si sostiene che il risparmio sarà di 90 supplenze annuali. Il tutto con un minore esborso per l’erario di 34.400,44 euro per ogni supplenza annuale non disposta. Che moltiplicato per 90 fa circa 3,1 milioni di euro (3.096.039,60, per l’esattezza). Sulla base di questo dato, il governo stima un risparmio di un milione di euro per il 2015, pari ai 4/12 dell’importo annuale. E di 3,1 milioni di euro a regime dal 2016. L’importo, a regime, risulta sovrastimato di circa 5.600 euro per ogni supplenza (complessivamente, intorno ai 500mila euro: circa il 17%). E cioè, di due mensilità di stipendio e di 2 ratei di tredicesima, che non spettano ai supplenti fino al 30 giugno. Fermo restando il diritto all’Aspi (ex indennità di disoccupazione) in presenza di determinate condizioni. Che comunque grava sull’erario, sebbene ad altro titolo. Per il 2015 il calcolo è esatto perché si tratta di mesi che risultano comunque coperti da supplenti, a nulla rilevando il termine finale del contratto.

Collaboratori del dirigente. La legge di stabilità (art.1, comma 80) elimina, dal 1° settembre 2015, anche la possibilità di usufruire dell’esonero o del semiesonero dall’insegnamento per i docenti con funzioni vicarie del dirigente scolastico, nonché per i docenti addetti alla vigilanza delle sezioni staccate o delle sedi coordinate delle scuole. Nell’anno in corso l’esonero completo interessa tre circoli didattici, 1.119 istituti comprensivi e 469 scuole secondarie di secondo grado. Il semiesonero interessa 2.056 istituti comprensivi e 1.049 scuole secondarie di secondo grado. Anche in questo caso la relazione tecnica fa conto che le sostituzioni degli esonerati e dei semiesonerati avvenga con supplenze annuali (fino al 31 agosto), mentre avviene con mere supplenze temporanee fino al termine delle attività didattiche (fino al 30 giugno). E quindi il risparmio viene calcolato sull’intera retribuzione annuale (12 mensilità + la tredicesima) e non sulle 10 mensilità + i 10 ratei di tredicesima, ordinariamente spettanti ai supplenti con termine al 30 giugno. Per calcolare i risparmi, i tecnici del governo per i circoli didattici e gli istituti comprensivi utilizzano come parametro la retribuzione annuale degli insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria. Che è leggermente inferiore: 31.909,92, contro i 34.400,44 dei docenti della secondaria. Ma si tratta comunque della retribuzione annuale dei supplenti fino al 31 agosto. E dunque a fronte di risparmi pari a 34.261.055,05 nel 2015 e, a regime dal 2016 in poi, di 102.783.165,14 euro, il risparmio effettivo, a regime, dovrebbe essere pari ad una cifra inferiore nell’ordine di circa il 17%. Più o meno, dal 2016 in poi, 85 milioni di euro.

Collocamento fuori ruolo dei docenti. Analogo ragionamento vale per i comandi, i distacchi e le utilizzazioni di docenti e dirigenti presso altre amministrazioni, enti e associazioni (commi 81 e 82). Con questa operazione, il governo conta di risparmiare 13,6 milioni nel 2015 e 41 milioni di euro dal 2016. Ma anche in questo caso il calcolo è basato sulla mancata assunzione di circa 1350 supplenti annuali. Il risparmio reale invece non dovrebbe superare, a regime, i 34 milioni di euro.

Merito, cercasi nuova ricetta. Lo dice la responsabile scuola Pd, Puglisi. Assunzioni? L’obiettivo è l’organico funzionale

da ItaliaOggi

Merito, cercasi nuova ricetta. Lo dice la responsabile scuola Pd, Puglisi. Assunzioni? L’obiettivo è l’organico funzionale

Anche l’esperienza sarà utile per far crescere lo stipendio

Alessandra Ricciardi

Il cantiere è più aperto che mai. L’obiettivo è ormai chiaro, smontare gli aumenti di merito previsti dalla Buona scuola per fare posto a un nuovo sistema che coniughi nella busta paga bravura e anzianità di servizio. Come farlo, però, al momento non è ancora chiaro. «La fase di ascolto non è finita, puntiamo a una grande riforma che parte dal basso», puntualizza Francesca Puglisi, senatrice, responsabile scuola del Pd. Che però non ci sta che si dica che il partito democratico ha fatto retromarcia sul merito: «Non capisco come facciano a dirlo dalle parti di Forza Italia, il merito dei docenti resta centrale nel progetto e sarà valorizzato».

Domanda. È stato il Pd ad annunciare che saranno rivisti gli scatti di merito. Intenzione che, sul fronte governativo, ha ampiamente rilanciato il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini.

Risposta. La consultazione sulla Buona scuola conferma che va riconosciuto il merito dei docenti. Questo va coniugato però con l’anzianità di servizio. Del resto, in tutti i paesi europei l’esperienza è un valore, il problema è che in Italia ad oggi è l’unico elemento di progressione. Non sarà più così, coerentemente con quanto affermato nella Buona scuola. Dov’è la retromarcia?

D. La Buona scuola prevede scatti triennali basati su crediti professionali, formativi e didattici per il 66% dei docenti. Nessun aumento al restante 34% dei docenti. Zero riconoscimento all’anzianità di servizio. Ora si cambia.

R. La Buona scuola è una proposta avanzata al paese per una discussione ampia e vera. Come è poi stato. Una proposta aperta a tutti i suggerimenti utili a migliorarla. Ora vanno tratte le conclusioni. Noi cambieremo il sistema di avanzamento stipendiale con un mix tra anzianità e merito, che potrà essere diversamente declinato, perché nella scuola c’è chi lavora bene in classe, aiuta i ragazzi nel loro percorso di crescita, e va premiato, e chi svolge per esempio il ruolo di cooordinatore dei docenti, e anche questo maggiore impegno va premiato. Insomma, va dato valore al diverso impegno offerto dagli insegnanti nella scuola riconoscendone le differenti professionalità.

D. Che cosa boccia e che cosa salva della proposta iniziale sul fronte carriera dei docenti?

R. Che l’esperienza fosse azzerata, ma anche che i docenti migliori per continuare ad avere gli aumenti dovessero spostarsi nelle scuole dove i rendimenti sono più bassi. Va certamente promossa invece l’impostazione di base che il merito è un valore e che va riconosciuto, così come il portfolio dei crediti dei docenti che è un elemento di grande chiarezza ed utilità. E anche l’obbligatorietà della formazione in servizio, un elemento centrale anche per rendere più oggettiva la valutazione.

D. La nuova impostazione sugli stipendi sarà decisa per legge o per contratto?

R. Non siamo ancora a questo dettaglio, la fase di ascolto ed elaborazione non è finita.

D. Dopo la sentenza della Corte di giustizia europea, le 148 mila assunzioni della Buona scuola saranno fatte solo dalle graduatorie a esaurimento? Qual è la posizione del partito?

R. Alcune frange dell’opposizione ci hanno accusato di voler assumere i 148 mila precari perché era in arrivo la sentenza della Corte europea di condanna, la sentenza è arrivata e dice che dobbiamo assumere coloro che hanno lavorato su posti vacanti e disponibili per più di tre anni, e sono solo 13 mila i docenti che sarebbero interessati. La priorità, alla luce della sentenza, è che nel piano di assunzione loro ci siano. L’obiettivo finale resta inalterato, un grande piano di stabilizzazione del precariato che assicuri alla scuola un organico funzionale, che supera la differenza dannosa tra fatto e diritto, e che rende pienamente attuativa quella grande riforma del centrosinitra che è l’autonomia scolastica.

D. Il provvedimento attuativo sulla scuola slitta a febbraio?

R. Credo proprio di sì.

Dirigenti scolastici: l’informativa Miur sul regolamento del nuovo concorso

da La Tecnica della Scuola

Dirigenti scolastici: l’informativa Miur sul regolamento del nuovo concorso

Si è svolta ieri, 29 dicembre 2014, al MIUR l’informativa sindacale sui contenuti del Regolamento del nuovo concorso annuale per posti di dirigente scolastico previsto dal decreto legge 104/13, modificato dal decreto legge 58/14

La Cgil scuola riferisce che il MIUR non ha messo a disposizione delle organizzazioni sindacali il testo della norma ed ha solo illustrato l’ipotesi di DPCM sulla quale è stato avviato il “concerto” con il MEF e la Funzione Pubblica. Il testo sarà successivamente inviato al Consiglio di Stato per il prescritto parere, sottoposto all’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri e inviato alla Corte dei Corti per la registrazione. La pubblicazione del DPCM richiederà quindi alcune settimane: solo a conclusione di questo iter potrà essere emanato il bando di concorso dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione.

In sostanza se ne parlerà, nella migliore delle ipotesi,  tra febbraio e marzo.

Il  MIUR ha chiarito soprattutto che il concorso prevede una prova preselettiva, due prove scritte, una prova orale e un successivo corso-concorso della durata di sei mesi con formazione in aula e tirocinio, prova scritta intermedia e prova orale finale. Al concorso potranno partecipare i docenti di ruolo con almeno 5 anni di servizio complessivo (compreso anche il servizio  pre-ruolo) alla data del bando.

L’ipotesi di regolamento prevede inoltre  che nella prima procedura concorsuale sarà riservata una percentuale dei posti messi a concorso ai soggetti indicati dal decreto legge 58/14 con la finalità di chiudere i contenziosi ancora in corso. Tali soggetti saranno ammessi direttamente alle prove scritte e non dovranno sostenere la prova preselettiva.

Non potranno partecipare i docenti precari, seppur con una lunga carriera alle spalle. Niente di nuovo sotto il sole. Prove lunghe, iter farraginoso: tutto fumo e niente arrosto?

La Flc-Cgil tuttavia, tiene a sottolineare che “tutto il meccanismo concorsuale, eccessivamente complesso e lungo oltre che oneroso per i partecipanti, difficilmente potrà favorire i tempi rapidi previsti dalla legge e dichiarati come intenzione politica da parte dell’Amministrazione e potrà evitare i contenziosi che hanno caratterizzato e rallentato in questi ultimi anni lo svolgimento dei concorsi gestiti direttamente dal MIUR e dagli USR”.

E la precisazione non sembra fuori luogo, considerato che negli ultimi anni tutti i concorsi a dirigente scolastico hanno avuto  strascichi legali e contenziosi.

Che anno, lo scorso anno 2014!

da La Tecnica della Scuola

Che anno, lo scorso anno 2014!

Il postiglione Kronos, nella poesia di Goethe, s’affretta “con trotto scalpitante, giù pel monte la strada scivola”, e dopo il suo “precipitare” sul 2014, si accinge a raggiungere il 2015 che dovrebbe portare con sé la “Buona scuola” dell’auriga Matteo Renzi. Ma si compirà l’atteso? O all’inatteso un dio apre la via? Intanto, nell’incertezza del futuro, vediamo cosa è accaduto nel trascorso anno

Con una faccia al passato e l’altra al futuro, Gennaio scorso, come Giano bifronte, ci portò l’idea di ridurre di un anno la durata della scuola. Anche l’allora ministra, Maria Chiara Carrozza, si schierò per questa proposta: per equiparare l’età del diploma, 18 anni, con il resto dell’Europa, si diceva a nenia, tranne a sapere, subito dopo, che  come sempre l’Europa era un pretesto. Idea accantonata, ma sempre accesa sotto la cenere, considerato pure che il risparmio per le casse dello Stato, togliendo un anno, sarebbe favoloso, ma ignominioso per l’istruzione e i docenti ancora di più in esubero.  Il 1° gennaio però parti anche ufficialmente Erasmus plus, il nuovo programma dell’Unione europea per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport per il periodo 2014-2020; e il 24 furono indetti i concorsi per titoli per l’accesso ai ruoli provinciali, relativi ai profili professionali dell’area A e B del personale ATA

Febbraio, il mese della purificazione, nel 2014 non smentì se stesso e al governo di Gianni Letta (“Letta stai sereno”, gli scrisse il giovane sindaco di Firenze) successe quello attuale, a guida Matteo Renzi. In carica a partire dal 22 febbraio, il compito gli fu affidato dal presidente Giorgio Napolitano che però a breve, ha detto, di volere togliere il disturbo. Intanto al Miur, al posto di Maria Chiara Carrozza, deputato PD e Rettore della Scuola Superiore Sant’Anna, fu nominata Stefania Giannini, segretaria di Scelta Civica e rettore anch’essa, ma rinviata a giudizio, nei giorni scorsi, per dei soldi, sembra, non bene gestiti. Di lei i giornali amano ricordare, a parte il topless sfoggiato in spiaggia, le dichiarazioni con le loro immediate smentite, mentre Renzi l’ha lascia in disparte sulle onde propizie (?) della Buona scuola. Ancora mese di purificazione febbraio, perché all’Invalsi va Anna Maria Ajello su suggerimento di un comitato di saggi che la scelgono tra una rosa di quattro nomi: “in su la cima Rosa”.

Ma a febbraio, dal 3 al 28, si sono aperte, come ogni anno, le iscrizioni alle prime classi delle scuole del primo ciclo, alle prime classi del secondo ciclo, comprese quelle relative ai percorsi di istruzione e formazione professionale erogati in regime di sussidiarietà integrativa e complementare dagli istituti professionali. All’opposto, il 14 febbraio, oltre a essere la giornata degli innamorati, è stato pure l’ultimo giorno utile per presentare istanza di cessazione dal servizio a decorrere dal 1° settembre da parte di tutto il personale, ad eccezione dei Dirigenti scolastici.

Marzo, il mese guerriero, portò invece una fantasticheria di Renzi: aggiustare le scuole; e fece pure qualche viaggio, tra cori e canzoncine, in alcuni plessi, promettendo miliardi: fateci sapere, scrisse ai sindaci, e noi interverremo;  ma rimane ancora solo l’impegno, mentre i calcinacci, e non solo, cadono sulle teste di alunni e docenti. Previde inoltre un piano di finanziamento di un miliardo per l’edilizia scolastica che avrebbe dovuto coinvolgere ben 20.845 edifici su base nazionale. Il 17 marzo è stata inoltre la data ultima per la  presentazione delle domande relative a progetti di mobilità per l’apprendimento nell’ambito di Erasmus plus.

Aprile si apre, com’è appunto nel suo nome, sia coi dati sulla dispersione scolastica, che non fanno ben sperare all’Italia di raggiungere i parametri del trattato di Lisbona, e sia con l’emanazione del decreto ministeriale per l’aggiornamento delle Graduatorie ad Esaurimento (GaE) per il triennio scolastico 2014/15-2016/17. Una speranza e pure un pasticcio perché, dei 154.561 iscritti, circa 25 mila sarebbero migrati verso altri luoghi, ma mantenendo sempre l’iscrizione nelle graduatorie in attesa del “non si sa mai”.

Un emendamento infine nella “Legge di stabilità” impose l’obbligo formativo per entrare in ruolo per coloro che nel triennio non avevano avuti incarichi a scuola.

Maggio, il mese dell’abbondanza e delle rose, benché Folgore di San Gimignano lo volesse dedicato alle some, portò il riconoscimento del diploma magistrale come titolo abilitante grazie a un Decreto ministeriale nato però dal pronunciamento del Consiglio di Stato nel giugno 2013. In questo modo oltre 50 mila i docenti della scuola primaria e dell’infanzia sono potuti passare dalla III alla II fascia delle graduatorie d’Istituto. Ma anche chiedere di essere inclusi nelle GaE ed essere assunti in ruolo. Dal 6 maggio infine si sono svolte le prove Invalsi del Servizio Nazionale di Valutazione.

Giugno, giunonico e con le vacanze già in pugno, entra in vigore, a partire dal 6, l’obbligo della fatturazione elettronica: le scuole possono accettare solo fatture trasmesse telematicamente attraverso il Sistema di Interscambio e, nel caso debbano emettere fattura verso altre pubbliche amministrazioni, esse stesse dovranno produrla elettronicamente. Il 18 partirono gli esami di stato conclusivi del II ciclo di istruzione, con l’espletamento della prima prova scritta, mentre il 19 giugno si svolse in sessione ordinaria la prova nazionale Invalsi nell’ambito dell’esame di Stato delle classi III della scuola secondaria primo grado, con un piccolo giallo dovuto a un attacco hacker al sistema informatico Invalsi. Sempre a giugno il Miur stabiliva, come data ultima, il 23 per il conseguimenti dell’abilitazione tramite PAS, i Percorsi Abilitanti Speciali: in questo modo, i neo-abilitati avranno la possibilità di partecipare all’aggiornamento delle graduatorie d’Istituto per chiedere di essere inseriti in seconda fascia.

A luglio qualche momento di panico all’annuncio, non della guerra gallica di Cesare, a cui il mese è dedicato, ma di portare a 36 ore l’impegno settimanale di tutti gli insegnanti. Anche questo un vecchio lascito montiano, ma ancora una volta il pericolo sembra scansato: del tutto? Chissà? In ogni caso è andato in onda, si fa per dire, il riordino della secondaria di II grado della Gelmini, con l’obbligo, nel quinto anno, di insegnare una disciplina non linguistica  in lingua straniera: ecco il CLIL.

Silvia Costa invece viene eletta per acclamazione presidente della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento europeo.

Ad Agosto, quello del grande Augusto, il Governo boccia, in modo inaspettato, l’emendamento alla riforma della Pubblica Amministrazione che in Parlamento aveva avuto il via libera per il pensionamento di circa 4mila dipendenti di Quota 96 della scuola che senza l’approvazione della Legge Fornero avrebbero lasciato il servizio due anni prima. Dopo qualche settimana si saprà che nel frattempo si sono ridotti a 2.700. Tuttavia anche i pochi “Quota 96” purtroppo restano ancora in attesa. Ad agosto cessa pure, con sincero dolore, la pubblicazione cartacea del nostro glorioso quindicinale “La Tecnica della Scuola”, per passare online.

Settembre, dei pastori di D’Annunzio e il Settimo dei romani, porta il regolamento del sistema nazionale di valutazione che prevede, come prima tappa, l’autovalutazione degli istituti scolastici, mentre il 3 viene annunciata dal premier Renzi ‘La Buona Scuola’ con le sue linee guida, e quindi la consultazione popolare a partire dal 15 settembre al 15 novembre 2014. Articolate in 12 punti suscitano più perplessità che consensi. Muore, il 4 settembre, la senatrice Franca Falcucci, prima ministra dell’istruzione.

Ecco ottobre ed ecco il Consiglio dei Ministri approva la proposta della ministra Stefania Giannini di introdurre già a partire dagli esami di stato 2015 solo commissari interni, ad eccezione del Presidente. Il provvedimento entra anche nella Legge di Stabilità, per poi uscirne nel corso delle revisioni parlamentari.

E arriviamo a novembre, nono dei romani, con  la sentenza, del 26, della Corte di Giustizia europea sull’abuso dell’Italia sul precariato: vanno assunti tutti i lavoratori che hanno svolto oltre 36 mesi di servizio, anche non continuativo, a patto che i posti ricoperti erano vacanti. Esultano tutti i sindacati, mentre i precari, non tutti purtroppo, possono dormire sonni più tranquilli. Nello stesso mese hanno termine le iscrizioni ai Pas on-line organizzati da Cafis Roma3. Si parla anche di una apertura verso il pluralismo educativo. Forza Italia continua la sua battaglia con esultanza della scuole paritarie. Ma il dibattito è condannato a protrarsi ancora.

E a dicembre? Il 3 la ministra Giannini dichiara, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, che in Italia ci sono 229mila bambini disabili a fronte di 117mila insegnanti di sostegno, una proporzione virtuosa ma non basta, mentre scoppia il caso “gender” (già del resto scoppiato) che mette l’un contro l’altro le associazioni dei gay e delle lesbiche e quelle cattoliche dell’Age, Agesc, Pro Vita. Anche questo sarà argomento di ulteriori contese, con in mezzo la scuola e i professori.

Cosa accadrà alla scuola nel 2015? Lo vedremo passo passo e giorno per giorno sul nostro sito internet e nel nostro portale, mentre il “Postiglione Tempo” continua incessantemente a incitare alla corsa i suoi cavalli “giù pel monte” e verso una meta impossibile da scorgere.

Rimane certo però il nostro augurio: che possa essere il nuovo anno 2015 portatore di una effettiva e condivisa “Buona scuola”, quella che tutti vorremmo per i nostri figli e i nostri nipoti, per i docenti e il personale.

Basta indugi: è giunto il tempo di valutare ogni singolo docente!

da La Tecnica della Scuola

Basta indugi: è giunto il tempo di valutare ogni singolo docente!

A sostenerlo è l’associazione Treelle: è vero che tutti gli insegnanti fanno lo stesso lavoro, non è vero che tutti lo facciano allo stesso modo e con gli stessi risultati. Molti fanno bene: ancor più numerosi sono quelli che possono fare meglio. Pubblicata una memoria – dal titolo ‘le buone ragioni per valutare i singoli insegnanti’ – che incita il Governo ad insistere sulla proposta contenuta “saggiamente” nelle linee guida della “Buona Scuola”. E ancora: stop agli scatti di anzianità, è giunto il tempo degli “scatti di competenza”

“È curioso che – mentre si moltiplicano le ricerche che dimostrano come la qualità degli insegnanti sia la singola variabile maggiormente correlata con il successo formativo degli studenti  – si  registrino  tuttora nel nostro paese resistenze a valutare questo aspetto”. A sostenerlo è l’associazione Treelle, all’interno della Memoria su le “buone ragioni per valutare i singoli insegnanti”, una sorta di memorandum per incitare il Governo ad insistere sulla proposta contenuta “saggiamente” nelle linee guida della “Buona Scuola”.

L’associazione nazionale chiede a chi decide le sorti dell’Istruzione italiana, in sintesi, di “non limitarsi a valutare, come alcuni sostengono, solo le scuole e i loro dirigenti o i team di insegnanti”.

Perché “si valutano gli apprendimenti, cioè il risultato, si parla di valutare le scuole nel loro complesso ed i loro dirigenti, ma si esita di fronte a quello che appare essere il vero snodo cruciale per incidere sul miglioramento dell’istruzione: la qualità professionale dei singoli insegnanti”.

Per Treelle, “in sintesi, quel che è realmente essenziale è che si superi finalmente il tabù della fittizia uniformità professionale. È vero che tutti gli insegnanti fanno lo stesso lavoro: non è vero (e non è giusto né intellettualmente onesto far finta che lo sia) che tutti lo facciano allo stesso modo e con gli stessi risultati. Molti fanno bene: ancor più numerosi sono quelli che possono fare meglio”.

Tra i punti affrontati nel documento, vi è anche quello sulla “Buona  Scuola” che “prevede  di  utilizzare  tutte  le  risorse degli scatti  di anzianità  (uguali  per  tutti) per  attribuirle a “scatti  di competenza” da riconoscere  solo  al  66%  degli  insegnanti. Treelle “condivide questa idea perché”, prima di tutto, “è un’altra misura per superare l’iniquo egualitarismo  di  trattamento  di  tutti  gli  insegnanti”.

Il documento completo Treelle “La Memoria Treelle sulla valutazione dei docenti“.

Tfa II ciclo: ammissioni in soprannumero, con riserva e congelamento dell’iscrizione

da La Tecnica della Scuola

Tfa II ciclo: ammissioni in soprannumero, con riserva e congelamento dell’iscrizione

Questi sono alcuni degli importanti chiarimenti contenuti in una nota del Miur del 29 dicembre 2014, in cui si parla anche di permessi studio, nulla osta e doppia abilitazione

È stata pubblicata sul sito del Cineca la nota prot. n. 20175 del 29 dicembre 2014 con la quale il Miur dà risposta a numerosi quesiti riguardanti diversi aspetti delle procedure inerenti il II ciclo dei percorsi di TFA.

Diritto di opzione

I candidati, se risultati vincitori in più di una graduatoria, devono optare per una sola di esse, conservando il diritto alla partecipazione a percorsi di abilitazione successivi per le classi cui rinunciano. Il diritto di opzione va garantito, anche nel caso in cui le procedure si siano espletate in Istituzioni accademiche diverse.

Regioni che non hanno attivato i percorsi

Se in una regione vi sono, nel novero dei posti banditi dalle Istituzioni accademiche, candidati provenienti da regioni che non hanno attivato le procedure di selezione, le istituzioni accademiche della regione di destinazione sono autorizzate a implementare il contingente loro assegnato per un numero pari di posizioni. I i candidati provenienti da altre regioni vanno infatti inseriti nella graduatoria della regione di destinazione senza creare graduatorie distinte.

Recupero dei posti

Per quanto concerne le procedure di recupero su posti che siano rimasti ulteriormente disponibili, prioritaria risulta essere la redistribuzione dei candidati attraverso la compensazione tra i posti delle istituzioni accademiche della stessa regione, nel caso in cui in una istituzione residuino posti e in un’altra siano presenti candidati idonei in assenza di posti disponibili.

Riassegnazione degli idonei

L’operazione di riassegnazione degli idonei sulla base delle II e III opzioni, nel limite dei posti eventualmente rimasti vacanti nelle sedi, è possibile solo al completamento delle procedure in tutte le Regioni, fatta salva specifica autorizzazione da parte del Miur. Per garantire la completa redistribuzione degli idonei, sempre nei limiti citati e senza pregiudicare l’inizio dei corsi nelle regioni già pronte ad attivare i percorsi, le Istituzioni accademiche possono avviare i percorsi e predisporre forme di recupero dei crediti eventualmente già erogati, destinati ai candidati che in un secondo momento si immatricoleranno usufruendo delle loro II e III scelte.

Candidati ammessi con riserva

I candidati ammessi con riserva, a seguito di provvedimenti giurisdizionali, che abbiano superato le varie prove sono collocati nelle graduatorie col punteggio ottenuto dalla somma dei voti conseguiti nel test preliminare, nelle prove scritte e orali e nella valutazione dei titoli. Qualora rientrino nei posti disponibili ovvero nei posti recuperati ad esito delle procedure di ridistribuzione sui posti vacanti, possono iscriversi ai relativi corsi. L’eventuale abilitazione si intende conseguita con riserva fino allo scioglimento della medesima con la sentenza definitiva di merito.

Nei casi limite in cui i candidati siano stati ammessi con riserva non effettuando una delle prove, il risultato conseguito nella predetta prova è valutato 0.

Candidati da ammettere in soprannumero

Esiste la possibilità di iscriversi in soprannumero per le seguenti categorie: congelati SSIS, COBASLID e BIFORDOC, candidati vincitori I ciclo che non si siano iscritti ai percorsi, che li abbiano sospesi per cause a loro non imputabili o coloro che abbiano optato per una delle classi di concorso cui avevano diritto, ad eccezione, in questo caso, di coloro i quali abbiano già conseguito una delle abilitazioni ricomprese negli ambiti disciplinari 1 (25/A e 28/A), 2 (29/A e 30/A), 3 (31/A e 32/A), 4 (43/A e 50/A) e 5 (45/A e 46/A con i rispettivi sottocodici) e abbiano titolo alla seconda, stante l’unificazione dei percorsi effettuata a partire dal presente II ciclo. Sono ammessi, inoltre, gli idonei del primo ciclo.

Congelamento dell’iscrizione al TFA

Il percorso di TFA non prevede, in generale, la possibilità di congelamento, vale a dire della sospensione con iscrizione a un ciclo successivo. Possono esserci però le seguenti eccezioni:

  • candidati vincitori di più procedure
  • su richiesta, per i casi di maternità o per gravi e comprovati motivi di salute
  • in deroga a quanto previsto per i dottorati di ricerca, possono comunque congelare la partecipazione al TFA i candidati che abbiano vinto o stiano frequentando un dottorato presso una istituzione accademica all’estero o in partnerhip Italia-estero
  • candidati che stanno concludendo il percorso di abilitazione nella classe di concorso 77/A attraverso i percorsi di nuovo ordinamento e contemporaneamente risultano aventi titolo alla frequenza di altro percorso di TFA. In questo caso, possono congelare la frequenza del TFA II ciclo, risultando prioritaria la scelta a suo tempo effettuata sui percorsi “2+1” della classe di concorso 77/A.

Permessi 150 ore per il diritto allo studio

In analogia con quanto previsto per i Percorsi abilitanti speciali dalla nota 1646/2014, in considerazione del particolare impegno richiesto dal percorso di TFA, si invitano gli USR a consentire la fruizione dei permessi per il diritto allo studio

Richieste di nulla osta in entrata e in uscita

Le richieste di nulla osta in entrata o in uscita pervenute agli USR per motivi sopraggiunti sono rimesse, purché debitamente e opportunamente motivate, alla valutazione discrezionale degli USR. Il trasferimento può essere effettuato previo accordo delle istituzioni accademiche di partenza e di destinazione e comporta il trasferimento del posto.

PAS e TFA

Se l’aspirante ha conseguito l’abilitazione attraverso la frequenza del percorso abilitante speciale (P.A.S.) e successivamente si trovi nella condizione di aver superato la procedura selettiva T.F.A. per la medesima classe di concorso risultando vincitore al secondo ciclo TFA o rientri tra gli aspiranti aventi titolo all’iscrizione in soprannumero in quanto idoneo al I ciclo, la frequenza dei percorsi T.F.A. è consentita esclusivamente per garantire all’aspirante la possibilità di migliorare il punteggio dell’abilitazione nei futuri aggiornamenti delle graduatorie di istituto. Nelle graduatorie di istituto non sarà comunque consentita la doppia valutazione della abilitazione per la medesima classe di concorso e pertanto sarà possibile ottenere esclusivamente la valutazione del percorso abilitante più favorevole per l’aspirante.

Dello scatto 2013 si sono perse le tracce

da La Tecnica della Scuola

Dello scatto 2013 si sono perse le tracce

 

Sullo scatto di stipendio legato alla annualità 2013 è sceso uno strano silenzio: ormai non  se ne parla da tempo e sembra che in molti si siano rassegnati a perderlo.

Dopo l’ultimo accordo per rendere valido l’anno 2012 per il riconoscimento degli scatti di anzianità per gli insegnanti, nulla é stato deciso per sanare il blocco dello scatto 2013. Quindi al momento, mentre l’anno 2012, come già accaduto per il 2010 e il 2011, é stato considerato valido per il riconoscimento dell’anzianità del servizio del docente, il 2013 invece non farebbe ancora maturare il diritto alla progressione della carriera.
Dello sblocco dello scatto 2013 si sono ormai perse le tracce. Molti docenti si stanno chiedendo come mai il governo, che si dice vicino agli insegnanti, non abbia sanato gli scatti del 2013, come è stato fatto per le annualità precedenti.Un’altra domanda nasce spontanea :“Non é forse illegittimo il blocco di un avanzamento di carriera, cancellando il diritto acquisito del servizio di un anno solare, svolto nelle piene facoltàcontrattuali?”.
E poi come giustificare il giusto ed opportuno sblocco del 2010,2011,2012 e invece la cancellazione del 2013? Pare evidente che il Governo debba intervenire a trovare le risorse finanziarie, per sbloccare questa situazione. Forse é giunto il momento per rompere il silenzio assordante che é calato sullo sblocco dello scatto 2013, d’altronde é proprio Renzi a sostenere la centralitá della professione docente,quindi potrebbe cominciare a dimostrare la sua riconoscenza agli insegnanti, sbloccando gli scatti 2013 e magari anche il contratto. Ma forse è meglio non farsi illusioni.

Ma quando finirà l’era del posto fisso?

da La Tecnica della Scuola

Ma quando finirà l’era del posto fisso?

di Gianni Zen

Il premier Renzi ha confermato che ci sono figli e figliastri: il lavoro privato è oggi sospeso tra contratti di solidarietà, ristrutturazioni e mobilità; quello statale, invece, mantiene un modello contrattuale egualitarista che favorisce un’idea di “mediocrità” del suo “servizio pubblico”. Come nella scuola, dove il concorso è il lasciapassare alla professione, dimenticando che la professionalità va garantita giorno dopo giorno.

Il premier Renzi, nella conferenza stampa di fine anno, ha confermato che ci sono figli e figliastri, tra i lavoratori. Anzitutto tra quelli del settore pubblico e quelli del settore privato, poi tra quelli già garantiti dallo statuto del 1970 e quelli che rientrano nel Jobs Act (“a tutele crescenti”).

Figli e figliastri, dunque. Soprattutto, con regimi contrattuali che continuano a favorire i padri rispetto ai figli, i super garantiti rispetto a chi si dovrà accontentare della cosiddetta flessibilità.

Il tutto per dire che nessuna rivoluzione è davvero rivoluzionaria, se mettiamo a confronto le troppe dichiarazioni dello stesso Renzi degli ultimi due anni.

“Deciderà il Parlamento”, con il disegno di legge Madia, nonostante sia evidente a tutti che il Parlamento oggi non è più il centro decisionale del nostro Paese.

Mentre, dunque, il mondo del lavoro privato è oggi sospeso, a parte belle eccezioni, tra contratti di solidarietà, ristrutturazioni e mobilità, quello del lavoro pubblico deve scontare anni di disconoscimento, di mancanza di rinnovo contrattuale, con la conseguenza di alimentare sconforto e disconoscimento sociale, per via di un modello contrattuale egualitarista che favorisce un’idea di “mediocrità” del suo “servizio pubblico”, lo stesso che, nei fatti, mette sullo stesso piano la stragrande maggioranza di persone in gamba e coloro che si trovano a ricoprire un ruolo pubblico non per merito (con verifiche sul campo), non per un reale concorso (quante sanatorie ope legis?).

Non solo. Se pensiamo al mondo della scuola, tutti sappiamo che vincere un concorso non può significare l’inamovibilità, perché un concorso è un lasciapassare ad una professione, ma una professionalità va garantita giorno dopo giorno, anno dopo anno.

Cosa fanno, ad esempio, i presidi durante l’estate? Quando costruiscono le cattedre per i docenti partono dalle situazioni critiche, spalmando le situazioni difficili su più classi, chiedendo poi ai più bravi di sanare le situazioni complicate. Nessuno che, dunque, riesca a rispondere a questo vulnus!

Eppure un “servizio pubblico” dovrebbe partire non dalla struttura, ma, appunto, dal “servizio”, cioè dalla analisi, la più condivisa possibile, dei risultati: formare i giovani di oggi. Sapendo che un vero “maestro” è la migliore avventura che noi possiamo augurare ai nostri figli.

Dunque, se una buona politica dovrebbe partire da due punti-chiave (sapere la verità sul proprio Paese, e verifica sulla reale equità delle proposte secondo un’etica delle responsabilità), noi vediamo invece che si continuano a preferire le cortine di ferro ideologiche, contrattuali, comportamentali. E guai a metterle in discussione! Guai a parlare di “cultura dei risultati”, sapendo della problematicità dei processi. Non è l’Italia il Paese delle norme a pioggia, ma senza mai una verifica di merito?

Pari dignità, dunque, tra tutti i lavoratori e tutte le professioni. Sapendo che esiste sì il diritto al lavoro, ma non al posto di lavoro: questo uno se lo deve “meritare” non solo all’inizio, ma in itinere. Questa è la vera garanzia, in una “società aperta”, del “posto fisso”, tanto che, nel migliore dei casi, sono tante le aziende e le realtà professionali che, pur di garantirsi i migliori collaboratori, propongono loro “patti di non concorrenza”.

Pari dignità e cultura dei risultati, dunque. Che devono valere, nella scuola, non solo per i docenti, ma anzitutto per i presidi e per tutto il personale.

Sapendo che sotto contratto non sono le persone, ma le loro competenze, la loro disponibilità, la loro passione e dedizione. Gran parte del mondo della scuola ogni mattina risponde a questi valori aggiunti, ma nessuno, però, anche oggi sembra disposto a combattere per questi riconoscimenti. Si preferisce il finto egualitarismo, con la conseguenza che nessuno si straccia le vesti perché i docenti in gamba siano riconosciuti anche a livello stipendiale, non solo sociale.

Gianni Zen

Concorso per dirigente scolastico. Andamento lento?

da tuttoscuola.com

Concorso per dirigente scolastico. Andamento lento?

Si è svolta  ieri 29 dicembre 2014 presso il Miur l’informativa sindacale sui contenuti del Regolamento del nuovo concorso annuale per posti di dirigente scolastico previsto dal decreto legge 104/13, modificato dal decreto legge 58/14. Ne dà notizia la Flc Cgil dal suo sito.

La pubblicazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri necessario  per il bando di concorso – avverte il sindacato, che ha lamentato i ritardi della procedura – dovrebbe richiedere ancora alcune settimane.

Il Miur – riporta sempre il sindacato di via Leopoldo Serra – ha chiarito che il concorso prevede una prova preselettiva, due prove scritte, una prova orale e un successivo corso-concorso della durata di sei mesi con formazione in aula e tirocinio, prova scritta intermedia e prova orale finale. Al concorso potranno partecipare i docenti di ruolo con almeno 5 anni di servizio complessivo (compreso anche il servizio preruolo) alla data del bando.

L’ipotesi di regolamento – spiega la Flc Cgil – prevede che nella prima procedura concorsuale sarà riservata una percentuale dei posti messi a concorso ai soggetti indicati dal decreto legge 58/14 con la finalità di chiudere i contenziosi ancora in corso. Tali soggetti saranno ammessi direttamente alle prove scritte e non dovranno sostenere la prova preselettiva.

Educazione&Scuola Newsletter n. 1048

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Dicembre 2014

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22 dicembre Legge di Stabilità 2015 alla Camera

L’aula della Camera approva definitivamente i DdL Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2015) e Bilancio di previsione dello Stato per l’anno …

18 dicembre Barriere architettoniche alla Camera

La 7a Commissione della Camera esamina il DdL “Norme per l’inserimento dello studio della tecnica e della tecnologia atte al superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati …

18 dicembre Valutazione riordino secondaria II grado in 7a Senato

La 7a Commissione del Senato esamina l’affare: “Valutazione del riordino della scuola secondaria di secondo grado, impatto del precariato sulla qualità dell’insegnamento e recenti iniziative del Governo …

16 dicembre Iscrizioni A.S. 2015-2016

Dal 15 gennaio al 16 febbraio 2015 sarà possibile effettuare le iscrizioni on line, per il prossimo anno scolastico 2015/2016, alle scuole statali

15 dicembre Programma annuale

Entro il 15 dicembre, come stabilito dall’art. 2, comma 3, del DI 44/01, il Consiglio di Istituto adotta la delibera di approvazione del Programma annuale

15 dicembre #labuonascuola

Il 15 dicembre, presso la Sala della Comunicazione del MIUR, il Ministro presenta i numeri ed i risultati della consultazione su “La Buona Scuola”

12 dicembre Capitali italiane della Cultura 2015

Il Consiglio dei ministri nomina Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena Capitali italiane della Cultura 2015

10 dicembre Giornata internazionale dei Diritti Umani

Il 10 dicembre si celebra la Giornata internazionale dei Diritti Umani

9 dicembre Diffusione Libro in 7a Camera

La Camera esamina il DdL Disposizioni per la diffusione del libro su qualsiasi supporto e per la promozione della lettura

4 dicembre DdL Scuole nei territori a bassa densità demografica alla Camera

La 7a Commissione della Camera esamina il DdL “Disposizioni per favorire la funzionalità e la continuità didattica nelle scuole situate nei territori a bassa densità demografica e in presenza di minoranze …

3 dicembre Giornata Diritti Disabili

Si svolge il 3 dicembre la Giornata dei Diritti delle persone con disabilita’

3 dicembre Jobs act al Senato

L’Aula de Senato approva definitivamente il disegno di legge di delega sul lavoro (cosiddetto Jobs act)

1 dicembre Giornata Mondiale contro AIDS

Si svolge l’1 dicembre la Giornata Mondiale di lotta all’AIDS

1 dicembre Agenda semplificazione PA in CdM

Il Consiglio dei ministri approva l’Agenda per la semplificazione per il triennio 2015-2017

Norme

Avviso 30 dicembre 2014

I edizione del “Antiquae Philosophiae Certamen”

Direttiva 29 dicembre 2014, Prot. n.4677

Attuazione progetti comunitari ERANET e CSA

29/12/2014 – Programma Operativo Nazionale – Programmazione 2014-2020 (FSE-FESR)

Programmazione 2014-2020 (FSE-FESR)

Decreto Ministeriale 24 dicembre 2014, Prot.n.967

Attivazione percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità

Decreto Direttoriale 24 dicembre 2014, n. 4672

Proroga dei termini delle attività progettuali per gli interventi a valere sull’Avviso 254/Ric. del 18 maggio 2011

Decreto Ministeriale 24 dicembre 2014, Prot.n.966

Ripartizione del contingente dei tutor coordinatori per l’espletamento delle attività del TFA nelle istituzioni accademiche per l’a.a. 2014/15

Legge 23 dicembre 2014, n. 190

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2015)

Legge 23 dicembre 2014, n. 191

Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017

Avviso 23 dicembre 2014, AOODGRUF Prot. n. 18896

Importi corrisposti dal M.I.U.R. per l’annualità 2014 alle Regioni per il rimborso forfetario delle spese sostenute per gli accertamenti medicolegali sul personale scolastico ed educativo assente dal …

Avviso 23 dicembre 2014, AOODGRUF Prot. n. 18888

Prospetto importi corrisposti dal M.l.U.R. per l’annualità 2014 a Comuni interessati dagli oneri dovuti dalle istituzioni scolastiche statali per il pagamento della tassa relativa al servizio di raccolta …

Avviso 23 dicembre 2014, AOODGRUF Prot. n. 18891

Prospetto importi corrisposti dal M.I. U.R. per l’annualità 2014 ai Comuni per la fruizione della mensa scolastica da parte del personale della scuola, art 7 comma 41 OL 95/2012 convertito nella legge …

Nota 23 dicembre 2014, Prot. 7574

Formazione per gli Insegnanti delle Scuole primarie aderenti al Programma comunitario “Frutta nelle Scuole”, anno scolastico 2014-2015. Reg. (CE) n. 288 del 07/04/2009 della Commissione

Avviso 23 dicembre 2014

Orari di apertura dell’Ufficio Relazioni con il pubblico del Miur , sede centrale – Viale Trastevere 76/A – Roma

Nota 22 dicembre 2014, Prot. n. 7542

Proroga dei termini di scadenza del concorso nazionale “La musica, il lavoro minorile e il diritto all’istruzione”

Nota 22 dicembre 2014, Prot. 7513

23 maggio 2015 – XXIII Anniversario della Strage di Capaci. Bando di concorso “RIPRENDIAMOCI I NOSTRI SOGNI – Educhiamo i nostri giovani a crescere coltivando semi di legalità”

Avviso 22 dicembre 2014, AOODGOSV 8273

Progetto LS-OSA. PROROGA Consultazione online sui percorsi curriculari del V anno di Fisica e Scienze per il Liceo Scientifico con opzione Scienze applicate

19/12/2014 – Proroga al 20 gennaio 2015 per la presentazione dei Piani di Miglioramento VALeS

Nota prot. 10854 del 18 dicembre 2014

Nota 18 dicembre 2014, Prot. n. 8145

Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d’istruzione secondaria di secondo grado per l’anno scolastico 2014/2015 – Termini e modalità di presentazione delle domande di partecipazione – Tabella codici …

Nota 18 dicembre 2014, AOODGSIP Prot. n. 7443

Trasmissione LINEE DI INDIRIZZO PER FAVORIRE IL DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI ADOTTATI

Circolare Ministeriale 18 dicembre 2014, n. 51

Iscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per “anno scolastico 2015/2016

Decreto Ministeriale 18 dicembre 2014, n. 907

Criteri e contingente assunzionale delle Università statali per l’anno 2014

18/12/2014 – Progetto F3 proroga al 31/01/2015 per inserimento indicatori e documentazione gestionale

Nota prot. 10774 del 18 dicembre 2014

Nota 18 dicembre 2014, AOODGCASIS 3584

Iscrizioni on line anno scolastico 2015/16 – Fase di avvio. Avviso 201412181910

Decreto Dipartimentale 18 dicembre 2014, n. 4570

Inserimento tra i progetti PONREC degli interventi decretati sui fondi PAC relativi al Titolo III dell’Avviso D.D. 713/Ric

Protocollo d’Intesa MIUR – Comunità di Sant’Egidio

Promuovere iniziative rivolte al mondo della scuola che rendano possibile una divulgazione del valore della solidarietà sociale e la sua traduzione in interventi concreti

Nota 17 dicembre 2014, Prot. AOODPPR 5447

Area web Protocolli in rete (http://www.istruzione.it/ProtocolliInRete)

Nota 17 dicembre 2014, Prot. n. 8083

Premio “Inventiamo una banconota” della Banca d’Italia per le scuole primarie e gli istituti di istruzione secondaria di primo e di secondo grado, edizione 2014/2015 – Proroga del termine di presentazione …

Avviso 16 dicembre 2014

I doveri e le regole di condotta del dipendente pubblico alla luce del nuovo Codice di Comportamento del MIUR

Avviso 16 dicembre 2014

Pagamento al personale supplente breve, DDG RUF n. 355 del 13 dicembre 2014

Avviso 16 dicembre 2014, Prot. AOODGOSV 8007

Posti per assistenti di lingua italiana offerti da paesi dell’unione europea a studenti universitari di cittadinanza italiana. Anno scolastico 2015-2016

Avviso 15 dicembre 2014, AOODGOSV Prot n. 7917

Procedura di affidamento in economia, per la realizzazione delle Olimpiadi di Filosofia che di svolgeranno a Roma – marzo 2015

Nota 15 dicembre 2014, AOODGRUF Prot. n. 18065

A.F. 2014 – comunicazione per pagamenti tramite Cedolino Unico spese supplenze brevi e saltuarie prestazioni rese fino a Novembre 2014 ( DDG n. 355 del 13 dicembre 2014)

Avviso 15 dicembre 2014

Chiamata alle Arti

Avviso 15 dicembre 2014, AOODGOSV 7920

BANDO PER L’ORGANIZZAZIONE DI GIORNATE DI STUDIO E RIFLESSIONE SU “LA NUOVA IDENTITÀ DEL LICEO ARTISTICO”

Nota 12 dicembre 2014, AOODGSIP 7306

Concorso “Nutri ora il loro domani (quando il cibo è sapere)”

Nota 11 dicembre 2014, AOODGSIP Prot. n. 7253

La musica contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Progetto nazionale per gli studenti delle Scuole secondarie di secondo grado

Nota 11 dicembre 2014, AOODGSIP 7265

Apertura nuova “finestra” del bando di partecipazione al Programma “Attività di formazione e sensibilizzazione del corpo docente delle scuole primarie e secondarie sui temi della lotta alla contraffazione …

Nota 11 dicembre 2014, AOODGPER Prot. n. 18848

Corsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno destinati al personale docente appartenente a posto o classe di concorso in esubero

Nota 11 dicembre 2014, AOODGPER Prot. n. 18851

D.M. 886 dello dicembre 2014. Cessazioni dal servizio del personale scolastico dallo settembre 2015. Trattamento di quiescenza. Indicazioni operative

Nota 11 dicembre 2014, AOODGSIP 7246

Proroga termini adesione Concorso “Alla Scoperta del tuo Paese” – IV edizione- a.s. 2014/2015

Nota 10 dicembre 2014, AOODGCASIS 3481

Rilevazioni sulle scuole statali e non statali – A.S. 2014/2015

CCNI (MIUR, 10.12.14)

Criteri e modalità di utilizzazione del Fondo unico di amministrazione per l’anno 2013

Legge 10 dicembre 2014, n. 183

Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività …

Decreto Interministeriale 9 dicembre 2014, n. 893

Costo standard unitario di formazione per studente in corso

Nota 9 dicembre 2014, AOODGPER Prot. n. 18522

Formazione in servizio dei Dirigenti scolastici

Nota 5 dicembre 2014, Prot. 7692

Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d’istruzione secondaria di secondo grado per l’anno scolastico 2014/2015 – Circolare prot.7316 del 25-11-2014, relativa a termini e modalità di presentazione …

Decreto Ministeriale 5 dicembre 2014 n. 892

Scorrimento graduatorie nazionali di cui al DM 612/2014

Nota 5 dicembre 2014, AOODGSIP Prot. n. 7138

Bando di Concorso Nazionale: “Diritti senza difesa? Dalle parole ai fatti: l’Avvocato al servizio dell’Uomo”

Avviso 4 dicembre 2014

Otto per mille dell’Irpef devoluto alla diretta gestione statale, entro 15/12 istanze per accedere a quota dedicata a edilizia scolastica

Nota 4 dicembre 2014, AOODGOSV Prot. n. 7671

Olimpiadi di Italiano – Regolamento 2014-15 e nuovo termine per le iscrizioni

Decreto Ministeriale 4 dicembre 2014, n. 889

Programmazione triennale 2013-2015. Ammissione a finanziamento dei programmi presentati dalle Università

Ordinanza TAR Sicilia 4 dicembre 2014

Assistenza disabili

Circolare FP 4 dicembre 2014, n. 6

Interpretazione e applicazione dell’articolo 5, comma 9, del decreto-legge n. 95 del 2012, come modificato dall’articolo 6 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90

Nota 3 dicembre 2014, AOODGOSV Prot n. 7564

XIII edizione del Concorso “Certamen Propertianum” – anno 2014-2015

Nota 3 dicembre 2014, Prot. AOODGOS 7597

Procedura di affidamento in economia, per la realizzazione delle Olimpiadi di Astronomia. Anno scolastico 2014-2015

Avviso 2 dicembre 2014, Prot. AOODGPER 17901

Elezioni R.S.U.- 3, 4 e 5 marzo 2015 – Comparto Scuola

Avviso 1 dicembre 2014

Scuole vincitrici progetto “A Scuola di OpenCoesione” a.s. 2014-2015

Nota 1 dicembre 2014, Prot. n. 6965

Sperimentazione MIUR 2013 – 2014 del software S.Or.Prend.O per l’orientamento: trasmissione report sui risultati emersi

Decreto Ministeriale 1 dicembre 2014, Prot.n. 886

Collocamento a riposo dal 1 settembre 2015 di tutto il personale del comparto scuola e trattamento di quiescenza

Nota 1 dicembre 2014, AOODGPER Prot. n. 17889

Organizzazione dei corsi di formazione obbligatoria per l’insegnamento della lingua inglese rivolti ai docenti di scuola primaria previsti dal DM 351 del 21 maggio 2014

Nota USR Veneto 1 dicembre 2014, Prot. AOODRVE 15637/C27i

USCITA AUTONOMA DA SCUOLA DEGLI ALUNNI – INDICAZIONI

Nota 1 dicembre 2014, Prot. n. 6967

Programma di educazione finanziaria: “Io e l’economia”, a.s. 2014-2015

Nota 1 dicembre 2014, AOODGSIP 6992

Emanazione Avviso Pubblico Miur-DPO, in occasione della Settimana Nazionale contro la violenza e la discriminazione, destinato alle Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado

Avviso 1 dicembre 2014

“Change yourself and Ciak!”

Nota 1 dicembre 2014, Prot.n. 6979

Bando di Concorso Nazionale “1914 – 2014: un anno lungo un secolo”

Nota 1 dicembre 2014, AOODGPER Prot. n. 17849

Organizzazione e avvio dei corsi metodologico-didattici CLIL di cui al DM 351/2014

Nota 1 dicembre 2014, AOODGOSV Prot. n. 7443

“CAD Olympics”. Anno scolastico 2014/2015

 


Rubriche

in Bacheca della Didattica

Le buone ragioni per valutare i singoli insegnanti

TreeLLLe

I diritti umani nell’educazione politica

di Bijoy M. Trentin

Rivalsa per tardiva trasmissione del modello TFS/TFR

di Pasquale Annese

Filosofia nei Licei: ripartire da zero

di Stefano Stefanel

Occupazione delle scuole: quanti vaniloqui!

di Enrico Maranzana

Come il colesterolo, o quasi

di Cosimo De Nitto

Ancora sul registro elettronico

di Cosimo De Nitto

Una proposta di lettura della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia

di Margherita Marzario

in Concorsi

Concorso Dirigenti Scolastici

18 dicembre: pubblicata la graduatoria generale di merito dall’USR Campania

in Europ@Fondi Strutturali di Fabio Navanteri

in Famiglie

Sportello Genitori Studenti e Scuola

a cura di Cinzia Olivieri

in Handicap&Società di Rolando Alberto Borzetti

Valutare il merito dei docenti del gruppo classe e non solo dei singoli

di Salvatore Nocera

Confermata la competenza dei TAR in materia di diritto allo studio

di Salvatore Nocera

Il TAR Sicilia vieta la formazione di “classi-pollaio” (2250/14)

di Salvatore Nocera

La Sentenza della Cassazione sul Sostegno

di Salvatore Nocera

FAQ Handicap e Scuola – 56

a cura dell’avv. Salvatore Nocera e di Rolando Alberto Borzetti

Italia ed Europa di fronte ai BES

intervento di Simona D’Alessio

in InformagiovaniLa Rete di Vincenzo Andraous

Natale della compassione

di Vincenzo Andraous

Terra di odio e di vendetta

di Vincenzo Andraous

in PSSP&MD di Umberto Tenuta

Ricchezza delle nazioni

di Umberto Tenuta

Le cose che potevano essere

di Umberto Tenuta

Capitale umano

di Umberto Tenuta

Omissione di soccorso

di Umberto Tenuta

Lingue non si studiano si imparano ascoltando e parlando

di Umberto Tenuta

Scuola Papa Francesco

di Umberto Tenuta

Carcere Strada Scuola

di Umberto Tenuta

Educazione di tutti i figli

di Umberto Tenuta

Ragazzi che lavano i vetri

di Umberto Tenuta

Principio della conoscenza

di Umberto Tenuta

Canto di Natale

di Umberto Tenuta

Malala

di Umberto Tenuta

Natale della Scuola

di Umberto Tenuta

Giovani sempre più innamorati di se stessi

di Umberto Tenuta

Programma digitale Telecom

di Umberto Tenuta

Magica Scuola

di Umberto Tenuta

Insegnare ed imparare

di Umberto Tenuta

Educate per favore!

di Umberto Tenuta

Scuola Fratocchia

di Umberto Tenuta

Scuola ‘cche ammuina

di Umberto Tenuta

Scuola del pèassato non prepara il futuro

di Umberto Tenuta

Laboratori non aule

di Umberto Tenuta

Scuola della foresta

di Umberto Tenuta

Meravigliosa Scuola

di Umberto Tenuta

Sapere Saper fare Saper essere

di Umberto Tenuta

Scuola del domandare

di Umberto Tenuta

Asino alla fonte

di Umberto Tenuta

Insegnanti non vogliamo maestri

di Umberto Tenuta

Promozione come diritto soggettivo

di Umberto Tenuta

Orgoglio dei giovani

di Umberto Tenuta

in Psicologia

Famiglia: siamo tutti uguali, ma tutti diversi

di Adriana Rumbolo

in Recensioni

V. Leone e T. Tarantino, Gli Specchi del Tempo

di Mario Coviello

Claudia Fanti, Odissea nella scuola

di Gabriele Boselli

Incontro con Loredana Frescura

di Mario Coviello

G. Puritano, Buongiorno, Prof!

Confessioni di un insegante alla prova

N. Barreau, Una sera a Parigi

di Antonio Stanca

AA.VV., Autovalutazione d’Istituto & professionalità docente

di Carlo De Nitti

S.Y. Agnon, Nel cuore dei mari

di Antonio Stanca

C. Fanti, 2014, Odissea nella scuola

Dal cuore dell’insegnamento/apprendimento uno sguardo al complesso della scuola dal 2000 ad oggi

Incontro con Igor De Amicis e Paola Luciani

di Mario Coviello

I. Bossi Fedrigotti, Organza arancione

di Antonio Stanca

M. Priore e S. Ciriello, Parole nomadi

di Mario Coviello

in Statististiche

Annuario statistico italiano 2014: Istruzione e formazione

ISTAT

Processi formativi

48° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2014

in Tiriticcheide di Maurizio Tiriticco

Un popolo di mascalzoni

di Maurizio Tiriticco

Uscire dalla scuola a 18 anni? Sì, ma, come…

di Maurizio Tiriticco

Un sessantottino in ritardo

di Maurizio Tiriticco

Il mio Sessantotto… ed anche prima per capirne di più!

di Maurizio Tiriticco

 

 


Rassegne

Stampa

Sindacato

Gazzetta Ufficiale

 

Ricchezza delle nazioni

RICCHEZZA DELLE NAZIONI di Umberto Tenuta

CANTO 340 SUCCESSO FORMATIVO E RICCHEZZA DELL’ITALIA.

PIENA FORMAZIONE DELLA PERSONALITà DI TUTTI I GIOVANI COME STRATEGIA PER AUMENTARE LA RICCHEZZA DELLE NAZIONE.

 

L’ha dichiarato anche il PRESIDENTE!

La BUONASCUOLA avrebbe dovuto aumentare la ricchezza del paese Italia.

Ma la BUONASCUOLA non ha nemmeno citato il SUCCESSO FORMATIVO.

Se n’è guardata bene.

Si è guardata bene dal sancire che unico criterio della BUONASCUOLA è la garanzia del successo formativo di tutti i singoli alunni che frequentano tutte le scuole italiane.

Nessuno escluso!

Quale altro merito potrebbe avere una buona scuola?

Una scuola che, per insegnare a rispettare le leggi, le rispetta.

Il buon esempio.

Oh vetusti tempi!

I padri d’esempio ai figli.

La patria scuola d’esempio ai giovani.

Innanzitutto, la patria scuola rispetta la Costituzione repubblicana.

E dopotutto, la patria scuola rispetta le leggi dello Stato.

Le leggi dello Stato, dello Stato italiano, prescrivono che il successo formativo deve essere garantito a tutti i giovani.

A tutti i giovani, certificati e non certificati.

Il SUCCESSO FORMATIVO deve essere garantito a tutti gli studenti.

Come loro diritto soggettivo.

Come interesse legittimo dello Stato.

Mica lo Stato rinuncia a un suo lavoratore!

ARTICOLO 4 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

<<La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

<<Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società>>.

Lo Stato deve promuovere le condizioni… (educazione).

Ogni cittadino ha il dovere… che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Cittadini e Stato hanno diritto al SUCCESSO FORMATIVO.

La BUONASCUOLA lo deve garantire a tutti i giovani cittadini.

Come la BUONASCUOLA può garantire il successo formativo a tutti i giovani studenti?

AFFARI SUOI!

 

NB

Non vorrei che qualcuno pensasse che io stia scherzando!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html