DIRIGENTISCUOLA-CONFEDIR
Foggia, 3 gennaio 2015
ON.LE Stefania Giannini
Ministro istruzione-università-ricerca
E, p.c.
On. Matteo Renzi
Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Marianna Madia
Ministro semplificazione e funzione pubblica
LORO INDIRIZZI P.E.C.
Signor Ministro
preso atto dell’informativa alle OO.SS., resa il 29 dicembre u.s. dal Suo dicastero sull’indizione –
ulteriormente slittata – del prossimo concorso a dirigente scolastico, secondo il nuovo sistema di
reclutamento di cui alla legge 128/13, con la presente insisto, testardamente, rivolgendo, sia a Lei
che al Presidente Renzi e al Ministro Madia, l’ennesimo appello. Lo faccio con spirito propositivo
perché dettato da ragioni di giustizia e, nel contempo, perché corrisponde a criteri di efficienza,
efficacia ed economicità dell’azione amministrativa.
Voglio qui prescindere da ogni considerazione circa le prospettate modalità di attuazione
della predetta procedura concorsuale, che pure sembra, prima facie, piuttosto macchinosa e,
financo, vessatoria, sì da aprire varchi per un altro contenzioso idoneo a metterne a rischio la
tenuta, a cominciare dal rispetto della tempistica, e che prefigura, se tutto andrà liscio,
l’immissione in ruolo dei vincitori non prima dell’inizio dell’anno scolastico 2017-2018.
Questo non breve lasso temporale può essere utilizzato per consentire, anzitutto, la
nomina dei residui vincitori e degli idonei delle graduatorie regionali dell’ultimo concorso
ordinario condotto secondo la pregressa normativa, come già prescritto dalla legge, e per risolvere
tutte le situazioni sospese eliminando anche il contenzioso che le ha generate.
Occorre promuovere un intervento legislativo ad hoc, in sede di attuazione del
programma La Buona Scuola, ovvero nel corpo della c.d. Riforma Madia della Pubblica
Amministrazione, ciò è a dire nei primi percorsi normativi utili disponibili.
Mi riferisco alle soluzioni già partecipateLe, e finora disattese, per rendere giustizia a un
novero di soggetti, inclusi ovviamente, come per la Toscana e per la Lombardia, tutti quei dirigenti
scolastici già insediati e coloro che hanno superato le prove delle più complesse procedure
concorsuali di accesso alla dirigenza pubblica che si conoscano: gli uni e gli altri stritolati nella
morsa di una giustizia amministrativa ancorata ad un esasperato formalismo e di
un’Amministrazione reiteratamente ed acclaratamente inefficiente, che, in luogo di chiedere
conto ai propri dirigenti lautamente remunerati, li premia confermandoli nei posti di massima
responsabilità, addirittura promuovendoli, e con ciò facendo strame dei tanto declamati
competenza e merito. Nel peggiore dei casi spostandoli in altre regioni in modo che possano
reiterare i loro comportamenti!
In concreto, occorre un intervento per apportare dei correttivi alle disposizioni contenute
nel decreto legge 58/14, licenziato a suo tempo con una fretta inopportuna ed altrettanto
sbrigativamente convertito dalla legge 87/14: disposizioni incongrue, penalizzanti e in grado –
queste sì – di alimentare, anziché spegnere, un contenzioso lungo tutti i gradi di giudizio interni,
sino a sfociare davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, adusa a pronunciare seguendo i
principi sostanziali del diritto, tra i quali campeggia la tutela piena ed incondizionata delle posizioni
soggettive guadagnate da cittadini palesemente incolpevoli, che le procedure concorsuali le
hanno superate e che ora dovrebbero ripeterle! Solo escludendoli – deo gratias – dalla
reiterazione della prova preselettiva!
Ritengo pertanto che, in primo luogo, debba essere sollecitamente portato a compimento
– secondo la normativa preesistente alla novella recata dalla citata legge 128/13 – l’ordinario
rinnovo della procedura concorsuale per i ricorrenti vittoriosi della Toscana, conformemente al
giudicato del Consiglio di Stato; talché i medesimi possano conseguire il c.d. bene della vita loro
riconosciuto: che non è la nomina a dirigente scolastico, ma il diritto a (ri)partecipare al concorso,
che se sarà superato consentirà loro la collocazione in una graduatoria ora ad esaurimento, ai
sensi del decreto-legge 104/13, art. 17, comma 1-bis. Ciò, in senso tecnico, costituisce l’obbligo
dell’Amministrazione di portare ad esecuzione la sentenza.
A seguire, occorrerà predisporre un’organica soluzione normativa, non circoscritta alla
salvaguardia delle posizioni dei colleghi toscani, ma che soddisfi, altresì, i diritti di tanti altri
parimenti incolpevoli colleghi, già incisi in negativo da pronunce giurisdizionali (come in
Lombardia) o suscettibili di essere tuttora astrattamente incisi in altre regioni.
Nella circostanza, si dovranno portare a – giusta – soluzione alcune code concorsuali
risalenti al bando di cui al D.D.G. del 22 novembre 2004 (primo concorso ordinario a dirigente
scolastico), nonché il problema dei dirigenti a tempo determinato, i cosiddetti presidi incaricati,
che da anni svolgono la funzione dirigenziale, senza mai essere incorsi in valutazioni negative
formalizzate in atti: funzione riconosciuta dai giudici del lavoro quanto agli aspetti economici,
ma, per gli aspetti normativi, tenuta a bagnomaria dall’Amministrazione, che pure – in qualche
caso da oltre dieci anni! – continua ad avvalersi dell’ opera di questi cirenei mandati ad operare
per lo più in scuole di frontiera o di risulta. Trattasi di una assurda situazione al limite della
schizofrenia. Dopo tre anni di precariato, di incarico in qualsivoglia funzione, le persone vanno
stabilizzate: questo ha stabilito la Corte europea. I cosiddetti presidi incaricati fanno i dirigenti con
contratti a tempo determinato, anche da più di dieci anni e si continua a sbandierare che non
possono essere stabilizzati perché ai posti pubblici si accede solo tramite concorso. Per favore
smettiamola con queste ipocrisie! Costoro hanno diritto alla stabilizzazione ope legis senza alcun
concorso riservato, farsa o fiction. Se il fine del concorso è quello di selezionare il personale, i
presidi incaricati sono stati selezionati sul campo da oltre 10 anni!. Fermo restando che la
Costituzione prevede anche i concorsi per soli titoli e 10 anni, senza demerito e valutazione
negativa, sono ottimi titoli!
Analogo ragionamento vale per le altre situazioni. Perché i 96 già vincitori del concorso
della Lombardia o della Toscana dovrebbero rifare il concorso? Hanno già superato un concorso,
alcuni hanno già avuto l’incarico dirigenziale e continuano a fare i dirigenti scolastici…. ma devono
ri-fare un concorso per rispettare la forma o perché ai posti pubblici si accede tramite concorso…
già superato? Ma vogliamo renderci conto che siamo al ridicolo, allo sbando, alla follia,
all’irrazionalità e all’illegalità più eclatanti?
Dobbiamo per forza essere formalisti e spendere altro danaro pubblico? Allora
applichiamo almeno la stessa procedura prevista dalla legge 202/10 per l’analogo concorso a suo
tempo annullato in Sicilia: rifacimento delle prove per i dirigenti toscani “congelati”, consistenti
nella presentazione di una relazione scritta sull’esperienza maturata nelle funzioni di dirigente e
sua discussione davanti alla commissione esaminatrice; il cui positivo giudizio darebbe luogo alla
nomina a dirigente, con formale ri-attribuzione della sede in atto occupata. Le leggi sono uguali
per tutti o non tutti sono uguali per la legge? Può una legge valere per la Sicilia e non per il resto
del Paese? Dobbiamo concludere che i colleghi siciliani hanno trovato lo sponsor giusto o la
“raccomandazione” giusta e gli altri no?
Tale previsione dovrà espressamente estendersi ai cennati (poche decine di unità) presidi
incaricati, se non in quiescenza, ai 96 già vincitori del concorso della Lombardia e ai dirigenti
scolastici di tutt’Italia vincitori di concorso, nel caso di eventuali sentenze della magistratura che
annullino le afferenti procedure.
Altra migliore soluzione? Sempre con il richiamo della legge testé menzionata, per gli
idonei non vincitori della Toscana e per i 96 già vincitori in Lombardia del concorso parimenti
annullato dal Consiglio di Stato e poi risultati respinti nella ricorrezione delle prove scritte, si potrà
istituire un corso intensivo di formazione e di durata contenuta, la cui positiva frequenza
costituisca titolo a sostenere una prova finale scritta su uno degli argomenti svolti nel corso,
seguita dalla sua discussione orale, con l’attribuzione di un voto unico, che, integrato dal
punteggio dei titoli, consente la collocazione in una graduatoria di merito da cui attingere, fino al
suo esaurimento, dopo lo scorrimento della graduatoria principale. Anche qui, questa previsione
va estesa a tutti gli idonei delle graduatorie delle altre regioni che dovessero essere annullate,
nonché a quei pochi che a suo tempo non hanno potuto beneficiare della legge 296/06, a
differenza dei loro colleghi più fortunati e versanti in situazione analoga, se non in quiescenza. Un
concorso lo hanno già quasi tutti superato. Perché ripeterlo? Meglio un corso di formazione al
quale si sostituiscono, di solito, le OO.SS. e non tutte con interessi formativi.
Nella circostanza, da ultimo, pubblicata finalmente, sotto Natale, la graduatoria di merito
del concorso a dirigente scolastico in Campania, bandito con D.D.G. del 13 luglio 2011, bisogna
diffidare il locale direttore generale, dottoressa Luisa Franzese, a procedere, senza ulteriori ed
ingiustificati indugi, alla nomina dei vincitori, semplicemente onorando l’ obbligo della legge
128/13, art. 17, comma 6. Le leggi vanno rispettate e applicate anche da un Direttore Generale!
Contrariamente l’Amministrazione, ancora prima del Giudice, ha il dovere di sanzionare.
L’allegato ostacolo della salvaguardia della continuità didattica, paventato dalla Dr.ssa Franzese, è
risibile ed offensivo per i soggetti coinvolti in una poco commendevole vicenda che, di certo, non
ha fatto onore all’Amministrazione: mancano ben sei mesi al termine delle attività didattiche e,
per contro, sono ben più evidenti i pregiudizi sofferti da, spesso problematiche, istituzioni
scolastiche affidate in reggenza! Lei sa bene, signor Ministro, che come rappresentante legale
della DIRIGENTISCUOLA, ho già provveduto a denunciare e querelare la Dr.ssa Franzese invitando
anche tutte le altre OO.SS. ad uscire dalla “sindrome di Penelope”. Le OO.SS. non sono state
previste per tutelare interessi personalistici a danno dei vincitori del concorso. Se il Legislatore
avesse voluto porre come veto la continuità, che tutti richiamano quando si devono arrampicare
sui vetri, lo avrebbe espressamente previsto. Nonostante, invece, ci sia già una norma che
prevede, per i dirigenti sia il pensionamento che l’assunzione in qualsiasi momento dell’anno, il
Legislatore, a scanso di equivoci, lo ha voluto nuovamente ribadire, ben sapendo che, alcune
graduatorie regionali, causa contenzioso, sarebbero state pubblicate nel corso dell’anno
scolastico.
Tra l’altro, Lei sa che in Lombardia non a quattro mesi dall’inizio dell’anno scolastico,
bensì a dieci mesi, ossia dal 30 giugno 2014, l’USR ha affidato ben 335 incarichi dirigenziali, ossia
tutti i posti messi a concorso. E lo avrebbe fatto anche prima se non si fossero opposti quegli
stessi poteri forti, gli stessi che in Campania si sono dichiarati alla luce del sole ed altrettanto
esplicitamente subiti dall’Amministrazione! Analogamente al D.G. della Lombardia, la Dr.ssa
Franzese, a voler rispettare la norma, dovrebbe provvedere all’affidamento dell’incarico
dirigenziale su tutti i posti messi a concorso, atteso che il triennio previsto dal bando è
abbondantemente scaduto. Non ci sono i posti per le scellerate operazioni di ir-razionalizzazione
della rete scolastica? Non è un problema dei vincitori. Il bando prevede che i vincitori vengano
nominati nell’arco di un triennio che è già scaduto. Per fare solo un esempio, si potrebbero
assegnare alle scuole “volontariamente” sottodimensionate, in attesa che anche questa
ennesima vergogna del sistema scolastico italiano venga eliminata.
Dopo l’affidamento degli incarichi dei vincitori dovrebbe poi consentirsi, con una norma
transitoria, la mobilità interregionale, a domanda, di tutti gli idonei, da immettere in ruolo,
beninteso, dopo l’esaurimento delle singole graduatorie domestiche. Tutti la vogliono, tutti la
auspicano, ma nessuno ha il coraggio di dirlo apertamente e pubblicamente per il solito e
consolidato gioco delle tre carte. Si è fatto ricorso alla interregionalità per il concorso del 2004.
Non si vede alcuna ragione per non replicarla per quello del 2011 o, ancora una volta devo
ripetere che la legge è uguale per tutti ma non tutti sono uguali per la legge? L’Amministrazione,
peraltro, ne trarrebbe un enorme vantaggio visto che, per il mancato rispetto, da parte della
stessa Amministrazione, del termine del 31 dicembre 2014, per l’emanazione del bando del nuovo
concorso, nel prossimo anno scolastico almeno un migliaio di istituzioni scolastiche non avrebbero
un dirigente pleno iure e dovranno essere affidate in reggenza.
Non è “l’ennesima sanatoria”, trattandosi di soggetti che hanno già superato tutte le
prove concorsuali, senza magari doverle ripetere trasmigrando in altre regioni, se non vogliano
restare inchiodati nella propria per un decennio, così disperdendo le competenze acquisite e
producendo altresì effetti preclusivi per le nuove leve locali.
Sfruttiamo il ritardo dell’emanazione del nuovo bando di concorso per fare giustizia, per
eliminare il mastodontico contenzioso dei precedenti concorsi, del quale i concorrenti non hanno
alcuna colpa, per evitare che lo stesso ricada o abbia ripercussioni sul nuovo e diverso concorso e,
da ultimo, e non per ultimo, per assicurare un dirigente ad ogni istituzione scolastica almeno per
l’a.s. 2015/2016, atteso che le pendenze non potrebbero soddisfare anche il fabbisogno dell’a.s.
2016/2017, qualora, come è facile prevedere, le assunzioni del prossimo concorso non potranno
avvenire prima di tale data, a meno che il bando venga emanato, al massimo, entro il mese di
febbraio/marzo 2015. L’istituto delle reggenze, onorevole Ministro, è stato previsto per i casi
eccezionali e, soprattutto, per le sostituzioni dei dirigenti temporaneamente assenti per almeno
due mesi, non certamente per coprire sedi vacanti o volutamente sottodimensionate.
So bene, Onorevole Ministro, che occorre impegno, coraggio e determinazione per
resistere e/o non cedere alle pressioni di chi ha ben altri interessi…. “ce ne faremo una ragione” ha
detto il Presidente Renzi a quanti volevano continuare a rovinare il Paese. Se ne faccia anche Lei e
l’intero Governo, una ragione. Se faremo funzionare la scuola, “funzionerà” e si riprenderà anche
il Paese.
Rivolgo, prima come uomo di scuola che non riesce a spiegarsi perché si fa di tutto per
rovinare il sistema scolastico italiano e, con esso, la formazione degli uomini e dei cittadini, poi
come Segretario Generale della DIRIGENTISCUOLA e aggiunto della CONFEDIR, un caloroso
ennesimo appello sia a Lei che al Presidente Renzi e al Ministro Madia, affinché, prendendo il
coraggio a quattro mani, superando tutte le pressioni di chi ha interessi personalistici da tutelare,
vengano risolte le situazioni elencate una volta per tutte, in modo che il prossimo primo concorso
affidato alla S.S.P.A. , parta con i migliori auspici. I due concorsi del 2004 e del 2011 hanno causato
un contenzioso infinito.
Nella speranza che questo nuovo e accorato appello non cada nel vuoto, è gradita
l’occasione per distintamente salutare ed augurare un prospero e felice nuovo anno anche alla
scuola italiana e all’intero Paese.
Distinti saluti.
Il Segretario Generale Nazionale