Posizioni economiche Ata: nessuna risposta dal Miur

Uil: siamo al paradosso. Ora passiamo ai decreti ingiuntivi

Posizioni economiche Ata: nessuna risposta dal Miur

Il Governo teorizza il ‘chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato’ non trovando altri argomenti.

Il 21 gennaio 2015 si è svolta una riunione tra Miur e sindacati scuola.
Per la UIL Scuola ha partecipato Antonello Lacchei.
I rappresentanti del Ministero hanno riferito sulla questione di coloro che hanno i requisiti giuridici di assegnazione e sono stati esclusi dagli arretrati in quanto il loro nominativo non è stato trasmesso alla dpt, di una risposta del MEF ad un quesito specifico, che escluderebbe questo personale dal pagamento, perché la norma viene ‘interpretata’ come esclusivamente finalizzata ad evitare la restituzione a carico di coloro che avevano avuto tale retribuzione e per non disponibilità di copertura finanziaria.
Tale interpretazione porterebbe a riconoscere la retribuzione, a parità di condizione, solo a coloro nei cui territori è stata effettivamente erogata. Ci troviamo di fronte alla totale incertezza del diritto a vedere retribuita una prestazione professionale. Una sorta di ‘chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato’.
Il Mef ha comunque avviato un monitoraggio al fine di valutare gli aspetti finanziari.
Sulla ripresa delle posizioni economiche in conseguenza della cessazione del blocco delle retribuzioni previsto dal DL. 78/2010 il Miur ha comunicato che sono in corso gli approfondimenti con i ministeri della Funzione Pubblica e delle Finanze. Sulla materia è previsto un ulteriore incontro entro il mese di gennaio.
La UIL Scuola valuta molto negativamente le risposte  del MIUR in quanto non viene data nessuna soluzione concreta né al personale che ancora subisce  il blocco né a quello che ha ricevuto gli arretrati con il contratto del 7 agosto 2014.
La Uil rivendica il pieno ripristino per tutti delle posizione economiche.
• Procederà per le vie legali attraverso decreti ingiuntivi di pagamento nei confronti del MIUR – per coloro che hanno i requisiti giuridici di assegnazione e sono stati esclusi in quanto il loro nominativo non è stato trasmesso alla DPT.
• Ribadisce che come confermato anche dal nostro Ufficio Legale la circostanza che venga riconosciuta loro una dal fondo di istituto non solo non pregiudica il contenzioso ma rafforza le motivazioni di un eventuale ricorso.
• Invita i lavoratori che non sono retribuiti a non collaborare ed ad attenersi strettamente alle mansioni del profilo.

Bando per la fornitura di tablet e lavagne digitali

Scuola digitale, on line sul portale “Protocolli In Rete” il primo bando per la fornitura di tablet e lavagne digitali per 54 classi

Diventa attivo a tutti gli effetti da oggi, con la pubblicazione del primo bando, il portale del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ‘Protocolli in Rete’, lanciato lo scorso 18 dicembre. Una vetrina digitale attraverso la quale le scuole potranno partecipare a pubblici avvisi per incrementare la loro dotazione tecnologica. I bandi sono il frutto di Protocolli firmati dal Miur con aziende, associazioni, fondazioni ed enti.

Il primo Avviso, che fa seguito all’accordo Miur-Samsung Elettronics Italia Spa (SEI), mette sul piatto, nell’ambito del progetto “Smart Future”, 54 lavagne interattive multimediali e 1.350 tablet che saranno distribuiti a 54 classi di scuola primaria e secondaria di primo grado secondo criteri oggettivi e trasparenti specificati nell’avviso. Le scuole interessate potranno inviare le domande dal 26 gennaio al 9 febbraio prossimi. Nei prossimi giorni, seguiranno altri avvisi con altre aziende firmatarie di protocolli o accordi già pubblicati .

La vetrina ‘Protocolli in Rete’ ha avuto una fase di ‘rodaggio’ nelle scorse settimane, fra il 18 dicembre e il 9 gennaio, periodo durante il quale le scuole hanno potuto familiarizzare con il funzionamento della piattaforma aderendo ad un bando fac-simile. Una “prova sul campo” che ha visto l’adesione di 3.558 istituti che hanno prodotto 8.541 domande. Una partecipazione che conferma il valore di progetti che puntano a coinvolgere in modo innovativo e trasparente società civile e imprese nel processo di implementazione tecnologica delle scuole.

‘Sportivamente Habilmente’

da Redattore Sociale

‘Sportivamente Habilmente’, corso di formazione per operatori nello sport per disabili

Al via a Firenze le lezioni per volontari che operano con i disabili. Il corso è promosso da Aics Solidarietà Toscana con il contributo del Cesvot

21 gennaio 2015

FIRENZE – Si chiama ‘Sportivamente Habilmente’ ed è il corso di formazione rivolto agli operatori sportivi volontari per il supporto di atleti disabili. Tra le tematiche trattate, aspetti di psicologia relazionale e accompagnamento della persona disabile durante la prestazione sportiva. Il corso è promosso da Aics Solidarietà Toscanaerealizzato con il contributo di Cesvot e in collaborazione con Alter Ego e Anima, con la partecipazione del Cip – Comitato italiano paraolimpico sezione Toscana.

Il corso di formazione mira a creare dei volontari che abbiano le competenze necessarie  per accompagnare i disabili, in ambito sportivo e non solo, attraverso lezioni seminariali suddivise in base alla tipologia di disabilità e grazie a delle prove pratiche. Il corso è suddiviso in cinque lezioni più una prova pratica finale, durante la quale verranno rilasciati gli attestati di partecipazione a chi avrà frequentato almeno 2/3 del corso.
Ogni giornata del corso sarà suddivisa in un corso seminariale  alla mattina e prove pratiche in palestra nel pomeriggio, durante le quali i futuri volontari potranno rapportarsi con i concetti spiegati precedentemente.
Per ulteriori informazioni consultare il sito web www.aicssolidarieta.org.

GENDER: LE ASSOCIAZIONI LANCIANO UN FAMILY DAY 3.0

GENDER: LE ASSOCIAZIONI LANCIANO UN FAMILY DAY 3.0
Roma, 21 gennaio 2015

Presentata in Senato la petizione di ProVita Onlus, Age, Agesc, Giuristi per la vita e Movimento per la Vita per una sana educazione sessuale a scuola, indirizzata a Matteo Renzi, Stefania Giannini e al futuro Presidente della Repubblica.

Raccolte online già oltre 60mila firme di cittadini (unendo le adesioni ricevute dai siti notizieprovita.it e citizengo.org). Lanciato su Twitter l’hashtag #Nogender

Di fronte a una vera emergenza educativa chiediamo il rispetto del ruolo della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità

Disapplicare la Strategia nazionale dell’Unar ed emanare precise direttive affinché sia rispettato il ruolo della famiglia e il diritto dei genitori, costituzionalmente garantito, ad educare i figli. In particolare su temi etici e sensibili come l’educazione alla sessualità e all’affettività, con cui spesso in modo subdolo nelle scuole di ogni ordine e grado, fin dall’asilo nido, si introduce la teoria del gender. Questo le associazioni ProVita Onlus, Giuristi per la Vita, Movimento per la Vita e i genitori dell’Age e dell’Agesc chiedono al Premier Matteo Renzi, al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e al futuro Presidente della Repubblica attraverso una petizione per una sana educazione affettiva e sessuale nelle scuole, presentata oggi in Senato.

“In poche settimane quasi solo con il passaparola – spiegano le cinque associazioni – abbiamo già raccolto online oltre 60mila sottoscrizioni di cittadini contrari alla diffusione dell’ideologia gender nelle scuole. Un vero Family Day 3.0 che rilanciamo anche su Facebook e su Twitter con una campagna di sensibilizzazione e sostegno della nostra petizione ‘cinguettando’ con l’hashtag #Nogender. Segno che siamo di fronte a una vera emergenza educativa. In molti casi, infatti, l’educazione sessuale a scuola è priva di riferimenti morali, discrimina la famiglia e mira a una sessualizzazione precoce dei ragazzi. La libertà di espressione è un diritto per tutti proprio come è giusto non discriminare nessuno”.

E’ possibile aderire alla petizione online direttamente sul sito dedicato di www.citizengo.org e sui siti delle associazioni proponenti: quello di ProVita su www.notizieprovita.it del Movimento per la vita su www.mpv.org, dell’Age su www.age.it, dei Giuristi per la Vita su  www.giuristiperlavita.org e dell’AGesc su  www.agesc.it

dai quali si può anche stampare il pdf della petizione per la raccolta manuale delle firme o inserire più firme con lo stesso indirizzo mail.

GLI INTERVENTI DEI RELATORI

“Ogni ‘strategia’ educativa, soprattutto se di rilievo nazionale, dovrebbe rispettare sia nella modalità di elaborazione e diffusione sia nei contenuti il diritto fondamentale dei genitori all’educazione dei figli, evitando il contrasto con le ‘convinzioni religiose e filosofiche’ dei genitori – dichiara Gianfranco Amato, presidente dei Gpv (Giuristi per la Vita), aprendo la conferenza stampa -. Molti progetti educativi e la cosiddetta ‘strategia nazionale’ dell’UNAR, invece, sono spesso redatti con la collaborazione esclusiva di associazioni Lgbt in violazione della nostra Costituzione che all’art. 30 sancisce il diritto e dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli, ma anche della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (art.26), del Protocollo addizionale alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo (art.2), della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’UNICEF (art.14) ed di diversi Decreti del Presidente della Repubblica”.

Ernesto Mainardi dell’Agesc (Associazione genitori delle scuole cattoliche) denuncia “il sempre più diffuso tentativo di proporre nelle scuole l’ideologia del gender (genere), anche attraverso proposte di legge che vogliono introdurla come materia didattica e che prevedono corsi di formazione obbligatoria per insegnanti e personale scolastico sull’educazione di genere; tutto questo espone i nostri figli al rischio di un indottrinamento che intende capovolgere i parametri antropologici sui quali si è sviluppata l’umanità nella nostra cultura e nella nostra società”.

“L’appello a tutti – propone Fabrizio Azzolini, presidente dell’Age (Associazione italiana genitori) – è a firmare, sostenere, diffondere la petizione in nome del rispetto del ruolo dei genitori nell’educazione dei figli, diritto-dovere obbligatorio, insostituibile e che lo Stato deve sostenere così come è obbligatorio che l’intervento della scuola sia soggetto al controllo da parte dei genitori. Le famiglie però non conoscono la propria corresponsabilità educativa a scuola. Vanno formate e informate. Anche sulle tematiche del gender che si insinuano in modo subdolo in alcuni progetti extracurricolari proposti ai loro figli. Su questi progetti, soprattutto se riguardano temi etici, vogliamo che la scuola chieda preventivamente il consenso informato dei genitori sulla partecipazione dei studenti: richiesta, tra l’altro, oggetto di una proposta di legge redatta insieme con le associazioni genitori, tra cui l’Age, che però da quasi un anno giace nei cassetti della Camera”.

«Il contributo specifico che come Movimento per la vita possiamo dare» spiega il presidente Carlo Casini «è la sottolineatura del valore di ogni figlio come criterio definitivo per illuminare di grandezza, verità e bellezza, la dimensione sessuata dell’uomo e della donna. Per questo abbiamo accettato di buon grado di fare fronte comune con le altre quattro associazioni e con tutte quelle che ci auguriamo convergano sul progetto. Tutti insieme chiediamo al ministro dell’Istruzione che si adoperi affinché i programmi scolastici rispettino il ruolo della famiglia nell’educazione sessuale e riconoscano il valore e la bellezza della differenza sessuale e della complementarietà biologica, funzionale, psicologica e sociale che ne consegue. Può sembrare paradossale dover affermare e difendere realtà così ovvie per il senso comune. Eppure la sfida epocale è proprio questa e ci auguriamo che tantissimi cittadini ci sostengano mettendo la loro firma».

Concludendo la conferenza stampa Toni Brandi, presidente di ProVita Onlus, evidenzia come dietro al mito della lotta alla discriminazione in realtà spesso si nasconda l’indottrinamento gender, l’equiparazione di ogni forma di unione e di “famiglia” e la normalizzazione di quasi ogni comportamento sessuale,  ricordando che  “in molte scuole non si promuove l’educazione sessuale, bensì la sessualizzazione precoce dei nostri figli, con tutti i rischi che ne consegue visti gli esempi dell’Australia e del Regno Unito dove queste strategie educative  hanno causato l’aumento degli abusi e delle violenze sessuali, l’aumento della pedofilia e di centinaia di gravidanze ed aborti a 10-13 anni di età”. Brandi ricorda, infine, la recente proposta di legge Fedeli che vuole introdurre l’educazione di genere e la prospettiva di genere nei manuali scolastici delle scuole e nelle università, erogando 200 milioni di euro per questo fine.

Al termine della conferenza stampa l’appello congiunto dei cinque relatori: “Che il 2015 sia l’anno della vittoria del buonsenso e della ragione”.

Stage retribuiti all’estero

Stage retribuiti all’estero: AIESEC seleziona 30 italiani per insegnare l’Inglese in Colombia

Il governo della città di Bogotà porta il mondo nelle scuole grazie al progetto “Shape Colombia”, in collaborazione con AIESEC. C’è tempo fino al 25 Gennaio per inviare la propria candidatura.

Milano, 21 Gennaio 2015 – Sono 200 i giovani che tra Marzo e Luglio 2015 insegneranno l’Inglese ai bambini delle scuole di Bogotà grazie al progetto “Shape Colombia”, creato dal governo della capitale sudamericana in collaborazione con l’organizzazione studentesca mondiale AIESEC, con l’obiettivo di internazionalizzare ed innovare il sistema educativo colombiano .

I partecipanti al progetto verranno selezionati in tutto il mondo, e 30 posti sono stati riservati a talenti italiani, grazie alla cooperazione tra AIESEC Italia ed AIESEC Colombia.
“Con la realizzazione di questo progetto, che ha già avuto un impatto concreto su oltre 80.000 bambini nell’ultimo anno e mezzo, la Colombia sta mostrando lungimiranza e capacità di innovazione, investendo su giovani, istruzione ed internazionalizzazione”, spiega Andrea Varotto, Presidente di AIESEC Italia. “Siamo in prima linea nella cooperazione con AIESEC Colombia perchè crediamo anche che questa sia una grande opportunità per i giovani italiani, oltre che per contribuire attivamente al sistema educativo colombiano, per vivere un’esperienza professionale di insegnamento di qualità”.

I requisiti per partecipare alle selezioni sono:
·         Avere tra i 18 ed i 30 anni
·         Essere un laureando o laureato (entro i 2 anni dal conseguimento dell’ultimo titolo di studio)
·         Avere un’ottima conoscenza della lingua inglese
·         E’ preferibile essere già in possesso di una laurea triennale in materie umanistiche

Per partecipare alle selezioni basta inoltrare la propria candidatura online entro il 25 Gennaio 2015. I candidati verrano ricontattati entro 24 ore per sostenere un’intervista con AIESEC Italia ed un colloquio online con AIESEC Colombia, e gli esiti finali della selezione verranno comunicati entro il 5 Febbraio 2015.

Per maggiori informazioni visita la pagina dedicata al progetto o scrivi a info@aiesec.it.

Il Miur aderisce alla campagna ‘M’illumino di meno’

Educazione al risparmio energetico

Il Miur aderisce alla campagna ‘M’illumino di meno’

Anche la scuola s’illuminerà di meno il prossimo 13 febbraio. Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca ha infatti aderito all’iniziativa ‘M’illumino di meno’ del programma di Radio 2 RAI, ‘Caterpillar’, con una circolare inviata oggi a tutte le scuole. Si tratta di una grande campagna di sensibilizzazione radiofonica sulla razionalizzazione dei consumi energetici.

Ogni anno, dal 2005, viene individuata una giornata simbolica a chiusura della campagna comunicativa. Quest’anno la Giornata del Risparmio Energetico “M’Illumino di meno” si terrà il 13 febbraio, con un focus dedicato proprio al mondo della scuola. Per questo il Miur invita docenti e studenti a partecipare promuovendo ogni iniziativa, anche simbolica (come lo spegnimento delle luci), incontri con il territorio, laboratori per dare risalto a questo tema. Per aderire a ‘M’illumino di meno’ si può scrivere a millumino@rai.it inviando le proprie proposte di partecipazione alla Giornata del Risparmio Energetico.

La campagna prevede anche un decalogo sul risparmio che è stato inoltrato alle scuole:

1. Spegnere le luci quando non servono
2. Spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici
3. Sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l’aria
4. Mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola
5. Se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre
6. Ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria
7. Utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne
8. Non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni
9. Inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni
10.Utilizzare l’automobile il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo stesso tragitto
Per maggiori informazioni http://caterpillar.blog.rai.it.

A NAPOLI PRIMA SENTENZA STABILIZZAZIONE DOPO CORTE GIUSTIZIA UE

PRECARI, VITTORIA FGU: A NAPOLI PRIMA SENTENZA STABILIZZAZIONE DOPO CORTE GIUSTIZIA UE

Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre scorso, oggi il tribunale di Napoli ha decretato la stabilizzazione delle tre insegnanti precarie (Raffaella Mascolo, Alba Forni e Immacolata Racca) che, grazie all’intervento della Federazione Gilda-Unams, sono riuscite a portare la loro causa all’attenzione dei giudici comunitari.

La sentenza emessa dal Foro di Napoli dispone l’assunzione a tempo indeterminato a partire dal primo giorno del 37esimo mese di servizio (in ottemperanza alla norma comunitaria che vieta la reiterazione dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi, ndr) e riconosce il risarcimento del danno per i periodi di interruzione del lavoro intercorsi dal 36esimo mese fino all’effettiva immissione in ruolo. Riconosciuto anche il diritto alla ricostruzione di carriera.

Il tribunale di Napoli ha inoltre condannato il Miur a pagare le spese legali sostenute dalla Federazione Gilda-Unams.

Disturbi Specifici dell’Apprendimento: oggi parliamo di matematica

La sezione AID di Bari in collaborazione con GRIMeD e la provincia BAT (Barletta-Andria-Trani) organizza la conferenza dal titolo:
“Disturbi Specifici dell’Apprendimento: oggi parliamo di matematica”
L’evento si svolgerà venerdì 30 gennaio 2015 dalle ore 16:00 presso l’IPSIA Archimede di Barletta.
Ai partecipanti sarà rilasciato un attestato.

Novanta milioni per innovazione e potenziamento dei laboratori

da Il Sole 24 Ore

Novanta milioni per innovazione e potenziamento dei laboratori

di Claudio Tucci

Si attende la verifica del ministero dell’Economia. Ma si inizia a concretizzare la proposta del Miur sul rafforzamento dell’innovazione e dei laboratori scolastici, un altro tassello importante del decreto Istruzione, atteso per fine febbraio. Il ministero di Viale Trastevere avrebbe individuato in 90 milioni di euro l’investimento complessivo da effettuare; i dettagli del piano dovrebbero arrivare, però, in un secondo momento, con un decreto ministeriale ad hoc. Le risorse serviranno oltre che per i laboratori, anche per biblioteche, rafforzare il digitale, il wi-fi, e arrivare al completamento del registro elettronico. Sui laboratori, in particolare, si profila un investimento importante, se si considera che l’ultimo anno scolastico è stato stanziato appena un milione di euro.

Verso il raddoppio delle ore di alternanza
Il ministero di Viale Trastevere ha stimato in 100 milioni di euro le risorse necessarie a “raddoppiare” le ore di formazione on the job negli istituti tecnici. Qui si partirà dagli studenti della terza classe, anche con attività di orientamento, e si arriverà fino al quinto anno. Oggi le ore di alternanza sono praticate prevalentemente dagli studenti della classe quarte e ammontano, in media, a 70-80. La proposta del Miur è farle salire, obbligatoriamente, fino a 200 ore. Le risorse per coprire l’operazione dovranno arrivare dal fondo «Buona Scuola», previsto dalla legge di Stabilità, con una dotazione per il 2015 di 1 miliardo, e tre miliardi a regime.

Valutazione
Oggi al ministero dell’Istruzione dovrebbe svolgersi una riunione tecnica sui contenuti del Dl Istruzione, e dopodomani è in calendario un incontro politico con i sottosegretari. Si è ancora al lavoro sulle assunzioni, e sulle modifiche al regime degli scatti d’anzianità dei docenti. Non solo esclusi altri interventi sul fronte dell’edilizia scolastica. Sulla valutazione dei professori, il Miur starebbe approfondendo la questione dei “questionari” da far compilare agli studenti delle superiori per dare un giudizio sull’operato dei prof. Per il primo ciclo il “giudizio” verrebbe dato dai genitori. Da quanto si apprende, non cambierebbe la composizione del nucleo interno di valutazione, che resterà di soli docenti. Il giudizio di alunni (superiori) e genitori (primo ciclo), compilando questionari, sarebbe solo una parte del giudizio complessivo sull’insegnante.

Entro il 2020 in classe si studierà l’educazione civica europea

da Il Sole 24 Ore

Entro il 2020 in classe si studierà l’educazione civica europea

Lo prevede un accordo tra la Commissione europea e il Miur. Pronto un progetto pilota per mettere a punto i materiali didattici destinati ai prof.

Un accordo per portare nelle classi italiane l’insegnamento dell’educazione civica europea. È quello siglato ieri tra il dipartimento Politiche europee della presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell’Istruzione, il Parlamento europeo e la Commissione europea per istituire un «partenariato strategico» con l’obiettivo di garantire in modo uniforme la dimensione europea dell’educazione civica nelle scuole del nostro Paese.

Progetto pilota
L’accordo, recita un comunicato, è stato sottoscritto presso la Rappresentanza in Italia della Commissione Ue e prevede – attraverso un progetto pilota che sta per partire – una fase sperimentale di elaborazione dei moduli didattici per gli insegnanti delle scuole primarie, secondarie e secondarie superiori. In una seconda fase, da portare a compimento entro il 2020, i 234.000 docenti italiani che oggi insegnano «Cittadinanza e Costituzione« potranno acquisire gli strumenti per offrire ai loro alunni, all’interno dello stesso insegnamento, un modulo didattico dedicato all’Unione europea.
«L’appartenenza all’Unione europea riguarda ormai gran parte dei diritti e dei doveri del cittadino – dicono i firmatari dell’accordo – e rappresenta una dimensione imprescindibile della cittadinanza. Per questo gli enti coinvolti intendono, attraverso il loro partenariato strategico, diffondere la conoscenza della dimensione civica europea tra gli alunni, futuri cittadini».

Niente studio e neanche lavoro, all’Italia il primato dei neet

da ItaliaOggi

Niente studio e neanche lavoro, all’Italia il primato dei neet

L’ultimo report dell’ocse: sono il 35% deI maschi tra i 15 e 29 anni

Giovanni Scancarello

Va all’Italia il primato dei maschi in condizioni di Not in education, employment and training (Neet). Ha la propensione maggiore al fenomeno della dispersione e la minore esposizione al lavoro, è questo il profilo dello studente italiano nel confronto internazionale.

È quanto emerge dall’Education at a Glance Interim report pubblicato ieri dall’Ocse. Insieme a Spagna e Grecia siamo sopra al 30% dei Neet, cioè dei giovani di età compresa fra i 15 e i 29 anni disoccupati o inattivi e fuori dal giro della formazione.

L’Italia ha quasi il 35% dei Neet maschi. Come noi solo la Spagna. La Grecia risulta già più staccata indietro, mentre la Turchia, con il dato del Neet femminile più alto (quasi il 50%) ha circa il 22% dei Neet maschi. Ma la Turchia risulta anche fra i Paesi che ha ridotto di più (50% nel 2005 e 34% nel 2013) la popolazione Neet. Come la Germania, scesa dal 19% di giovani Neet nel 2005 a 10% nel 2013 (contro una media Ocse del 18%). Per fortuna, sempre che se ne possa parlare, l’Italia è anche il Paese con il divario di genere tra Neet maschi e femmine fra i più bassi di tutti.

I dati relativi alla disoccupazione, spiegano i ricercatori di Parigi, sono importanti ma lo sono ancora di più quelli sui Neet in quanto predittore della capacità delle persone di adattarsi al cambiamento e alle trasformazioni del mercato del lavoro. Come pure, spiegano i ricercatori, i Neet vengono considerati un campione utile su cui misurare le difficoltà che i giovani incontrano quando perdono il posto di lavoro (quando cioè diventano disoccupati) o quando smettono di cercare un impiego o non lo hanno addirittura mai fatto (quando cioè sono considerati inattivi).

Secondo i ricercatori la popolazione dei Neet dai 20 ai 24 anni è quella più indicata per misurare il fenomeno dal momento che a questa età i giovani sono mediamente già fuori dal percorso scolastico. Questo è vero in generale e comunque per l’Italia la proporzione dei 20-24enni inattivi, perché ancora sui libri, è fra le più importanti dei Paesi Ocse.

Il nostro dato sui Neet sembrerebbe correlabile anche a quello sul tempo dedicato ad attività lavorative mentre si continua ad andare a scuola. Ci sono società, spiega l’Ocse, dove è considerato normale lavorare mentre si continua a studiare e ad andare a scuola. In Italia su questo ci si divide.

Non esistono evidenze certe ne raccomandazioni internazionali circa la coesistenza tra tempi di studio e di lavoro anche se l’Ocse cita studi che dimostrerebbero la ricaduta positiva sull’apprendimento del connubio tra studio e lavoro (Dundes and Marx, 2006; Murier, 2006; OECD, 2010). Fatto sta, spiega l’Ocse, che mentre in Canada, Islanda e Stati Uniti il 50% degli studenti occupati lavora tra le 10 e le 34 ore a settimana, in Grecia, Ungheria e Italia meno del 5% lavora per 10 ore a settimana.

Rsu, commissioni elettorali al via

da ItaliaOggi

Rsu, commissioni elettorali al via

Dall’Aran le indicazioni per non sbagliare tempi e iter

a cura di Antimo Di Geronimo  

Elezioni Rsu, ultimi giorni per designare i componenti delle commissioni elettorali. Le votazioni saranno gestite autonomamente dalle organizzazioni sindacali, tramite propri rappresentanti designati in seno alle commissioni elettorali. Che sono gli organi che gestiranno materialmente le procedure. Ogni istituzione scolastica dovrà avere la sua commissione, che dovrà essere composta, necessariamente, da almeno tre membri.

L’insediamento potrà avvenire dal 23 gennaio. La costituzione formale dovrà avvenire, invece, entro il 28 dello stesso mese. È questo uno dei chiarimenti contenuti nella circolare n. 1, emanata dall’Aran il 12 gennaio scorso.

Il provvedimento è una sorta di testo unico delle note e delle circolari emesse dall’agenzia negli ultimi anni, in occasione delle precedenti tornate elettorali. E comprende una serie di chiarimenti su come devono svolgersi le consultazioni, con particolare riferimento al lavoro delle commissioni. Che dovranno essere composte almeno da tre componenti. Ogni organizzazione sindacale che parteciperà alla competizione avrà diritto a designarne uno. «I componenti della Commissione elettorale sono designati esclusivamente dalle organizzazioni sindacali che presentano le liste», si legge nel provvedimento, «e devono essere indicati tra i dipendenti in servizio presso l’amministrazione in cui si vota, ivi compresi quelli a tempo determinato». E poi la commissione, una volta insediata, eleggerà il presidente.

L’Aran ha spiegato che non si tratta di un collegio perfetto. E dunque, una volta raggiunto il numero minimo per la costituzione del collegio (almeno tre) potrà legittimamente operare. Salvo venire integrata in corso d’opera con ulteriori elementi, comunque, non oltre il 28 gennaio prossimo. Le designazioni dei componenti dovranno essere presentate alle istituzioni scolastiche.

Ai dirigenti scolastici spetterà il compito di comunicare ai soggetti designati l’avvenuto insediamento della commissione elettorale, l’indicazione del locale dove la stessa opera e la trasmissione a questa di tutti i documenti nel frattempo pervenuti. A partire da tale comunicazione la commissione si considererà insediata. Con l’avvenuto insediamento le liste e tutti gli atti saranno consegnati direttamente alla commissione. Le votazioni si terranno dal 3 al 5 marzo prossimo e l’esito avrà la duplice valenza di individuare i rappresentanti eletti in seno alla Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) e il 50% del peso delle organizzazioni sindacali in termini di rappresentatività. Il restante 50% sarà calcolato sulla base del numero degli iscritti.

Le risultanze delle operazioni di voto dovranno essere formalizzate in un verbale, che dovrà essere conforme al fac simile allegato all’accordo quadro del 7 agosto 1998. Il documento è disponibile sul sito dell’Aran (www.aranagenzia.it) e non potrà essere rielaborato, né potrà contenere omissioni o cancellazioni. La commissione elettorale comunicherà i risultati ai lavoratori, all’amministrazione e alle organizzazioni sindacali che hanno presentato le liste, curando l’affissione per 5 giorni all’albo dell’amministrazione dei risultati. Decorsi i 5 giorni di affissione, senza che siano stati presentati ricorsi da parte degli interessati, l’assegnazione dei seggi sarà confermata e la commissione elettorale ne darà atto nel verbale finale che diverrà definitivo.

Se nei 5 giorni di affissione dei risultati saranno presentati ricorsi o reclami, la commissione li esaminerà entro 48 ore, inserendo l’esito nel verbale finale. Copia del verbale definitivo sarà notificato ai sindacati che avranno presentato la lista e all’amministrazione, entro 48 ore dalla conclusione delle operazioni elettorali. La commissione consegnerà all’amministrazione, oltre al verbale, anche una copia della scheda elettorale siglata da ognuno dei suoi componenti. E l’amministrazione, entro 5 giorni dalla consegna, inserirà i relativi dati a sistema nell’area riservata del sito dell’Aran.

Il precario nella Rsu, sindacalista ma a tempo

da ItaliaOggi

Il precario nella Rsu, sindacalista ma a tempo

L’agenzia governativa ha precisato: fa fede la scadenza del contratto

La presentazione delle liste per la partecipazione alle elezioni delle Rsu sarà consentita fino al 6 febbraio prossimo. La scadenza del termine del 6 febbraio, ricorda la circolare dell’Aran, coinciderà con l’orario di chiusura dell’istituzione scolastica abilitata a riceverle e sarà reso noto dalla commissione elettorale che vi si insedierà. Le liste potranno essere presentate solo dalle organizzazioni sindacali rappresentative oppure che abbiano aderito all’accordo quadro del 1998.

Per avere titolo a candidarsi non è necessario essere iscritti ad un sindacato, ma non è consentito farlo autonomamente, presentando una propria lista. E dunque, per avere accesso all’elettorato passivo, è necessario essere inclusi in una lista di un sindacato compreso tra quelli aventi titolo a partecipare alle elezioni. A differenza della scorsa tornata, nella quale non potevano essere candidati i precari, adesso il diritto all’elettorato passivo è consentito anche ai supplenti. Purché l’incarico di supplenza abbia come termine almeno il 30 giugno.

Qualora il lavoratore a tempo determinato dovesse risultare eletto, la durata del mandato sarà circoscritta al periodo della supplenza. Al decorso del termine del contratto, dunque, l’interessato cesserà anche dall’incarico di rappresentante sindacale. In ogni caso, non hanno diritto a candidarsi i dirigenti scolastici, i componenti la commissione elettorale e i presentatori di lista. I presentatori di lista non vanno confusi con i firmatari delle liste. Il presentatore, infatti, è il dirigente sindacale, o un suo delegato, che presenta materialmente la lista previa garanzia dell’autenticità delle firme apposte dai lavoratori dell’istituzione scolastica. Firme necessarie a rendere valida la lista, che però non precludono ai firmatari la facoltà di candidarsi. Di qui la prassi, per i candidati, di apporre la propria firma sulla lista al solo fine di validarne la presentazione. L’Aran ha ricordato, inoltre, che ai fini della legittimità della candidatura non è necessaria alcuna dichiarazione di accettazione, non essendo prevista dalla normativa contrattuale. In ogni caso, i firmatari possono firmare per una sola lista. La firma del presentatore deve essere autenticata e ciò può avvenire in uno qualsiasi dei modi consenti dalla legge, compresa l’autenticazione da parte del dirigente scolastico della scuola di servizio.