Programma nazionale di ricerche in Antartide

Programma nazionale di ricerche in Antartide

Dinamica dell’atmosfera e processi climatici, dinamica della calotta polare, dinamica della Terra solida ed evoluzione della criosfera, dinamica degli oceani polari. Relazioni Sole-Terra e space weather, l’Universo sopra l’Antartide, Evoluzione – adattamento e biodiversità, l’Uomo in ambienti estremi, contaminazione ambientale, paleoclima, problematiche e rischi ambientali, tecnologia: innovazione e sperimentazione.

Sono le materie alle quali dovranno essere dedicati i progetti di ricerca e raccolta dati che vorranno concorrere per l’assegnazione dei 2,2 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, attraverso il Bando PNRA (Programma Nazionale di Ricerche in Antartide).
Le attività di raccolta e diffusione dei dati dovranno essere realizzate da osservatori permanenti, esistenti e nuovi, in Antartide. Altri progetti potranno essere portati avanti presso piattaforme di altri paesi o in collaborazione con iniziative internazionali.

Una valutazione premiale sarà assicurata alle proposte coordinate da giovani ricercatori, anche con l’obiettivo di favorire il necessario ricambio generazionale all’interno del sistema nazionale della ricerca.

Potranno partecipare al bando università e istituzioni universitarie italiane, statali e non statali, comunque denominate, comprese le scuole superiori a ordinamento speciale; enti e istituzioni pubbliche nazionali di ricerca vigilati dallo Stato; altri organismi di ricerca in possesso dei requisiti previsti dal Regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione Europea del 6 agosto 2008.

http://attiministeriali.miur.it/anno-2015/febbraio/dcd-17022015.aspx

È bastata un’inchiesta giornalistica

È bastata un’inchiesta giornalistica – quella di Iacona su RAI3 – per suscitare la reazione immediata e infastidita da parte di alcuni parlamentari vicini al presidente del Consiglio che più si occupano di scuola. Non da parte delle scuole, che erano, e sono ancora, abbandonate a se stesse. Non da parte di insegnanti e studenti che erano, e sono tuttora, inascoltati. Non da parte dei genitori, che con tanto senso di responsabilità, pur se fra mille problemi, si prendono cura delle scuole dei loro figli. Le adottano, e in molti casi, insieme ai dirigenti, fanno quello che lo Stato non fa.

Certo, si è detto, sarebbe stato utile un contraddittorio, e questo è vero. Vero, ma non indispensabile. È ancora possibile in questo Paese fare delle inchieste giornalistiche “di parte”? Cioè dalla parte di chi di solito non ha voce? “Lei parla sempre signor Presidente” – disse una volta in una trasmissione televisiva una giovane collega precaria molto combattiva – “è in televisione continuamente, in ogni trasmissione. Anzi, a dire il vero, lei straparla. Ora lasci parlare me”.

Non si tratta di avere una posizione pregiudiziale verso l’azione del governo Renzi. Né, del resto, può averla il Cidi, dato il suo carattere di associazione democratica e pluralista. Ma meno male che ci sono trasmissioni come quella di Iacona che, per una volta, ha dato voce a chi nella scuola ha delle cose da dire.

Contro un certo modo di fare sindacato, non certo colpa del Governo

Elezioni RSU: CGIL chiede ai lavoratori di votare. Per ANIEF l’astensione è un diritto e una forma di protesta

 

Contro un certo modo di fare sindacato, non certo colpa del Governo. Se si vuole cambiare la scuola, allora è possibile votare le liste Anief dove presenti.

 

Non ci sono fantasmi o paure da suscitare. Anche con pochi voti le RSU sarebbero comunque elette. Qui si gioca il voto alla lista, la fiducia di chi lavora ogni giorno dentro e fuori le classi per poi ritrovarsi con la liquidazione ridotta del 30% negli ultimi quindici anni, oppure senza gli scatti di anzianità da precari; o ancora con lo stipendio tagliato se neo-assunti, senza più progressione di carriera per anzianità, con la mobilità bloccata. Su questi temi i colleghi saranno chiamati a decidere chi deve o non deve più rappresentarli.

 

Noi vogliamo cambiare la Scuola per davvero e ci siamo riusciti già nelle aule dei tribunali. #iovotosoloanief

 

Dopo il 5 marzo tutto potrebbe cambiare, dipende soltanto da te, docente o ata, precario o di ruolo. Vota soltanto la nostra lista e se non siamo presenti per via di un meccanismo elettorale creato ad hoc per conservare l’esistente, non votare. Scegli il cambiamento. Dobbiamo insieme tornare a fare buon sindacato per una vera scuola dei diritti.

 

Crollo soffitto scuola Pescara

Crollo soffitto scuola Pescara, Mascolo (Ugl):
necessaria prevenzione e maggiori investimenti
“preservare incolumità di alunni e lavoratori”
“Esprimiamo solidarietà agli studenti coinvolti nell’incidente occorso oggi presso l’istituto alberghiero “De Cecco” di Pescara, che fortunatamente hanno riportato solo lievi contusioni e abrasioni a seguito del distacco di una parte di intonaco dal solaio dell’aula e di un pezzo del soffitto”.
Lo dichiara il segretario generale dell’Ugl Scuola Giuseppe Mascolo, aggiungendo come “tale incresciosa situazione, che tra l’altro non è un caso isolato, si sarebbe potuta evitare”.
“Siamo increduli – continua – del fatto che il governo resti quasi insensibile a fronte della necessità di maggiori investimenti per la messa a norma dei plessi scolastici; l’Ugl Scuola ha più volte evidenziato che la carenza di risorse economiche avrebbe aumentato le situazioni di rischio e che alunni ed operatori della scuola italiana hanno l’esigenza di istituti idonei, poiché la maggior parte degli edifici scolastici non rispetta gli standard previsti dal dettato normativo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro”.
“Al governo e al ministro Giannini – conclude Mascolo – chiediamo di adottare tutte le misure necessarie affinchè non si ripetano analoghe situazioni, preservando gli alunni e il personale della scuola da incidenti sicuramente evitabili”.

Fondo non autosufficienze: incontro al Ministero del Lavoro

Fondo non autosufficienze: incontro al Ministero del Lavoro

 

Questa mattina la FISH è stata convocata al Ministero del Lavoro per un confronto sul nuovo decreto di riparto del fondo 2015 per le non autosufficienze.

Presenti il sottosegretario Franca Biondelli e i rappresentanti di ANCI e Regioni.

Come si ricorderà, il Fondo per il 2015 ammonta a 400 milioni di euro. Il decreto fissa i criteri di distribuzione fra le Regioni.

La bozza di decreto presentato ricalca il medesimo schema dell’analogo decreto dello scorso anno (40 per cento gravissimi, 60 gravi).

Le associazioni presenti hanno sottolineato il fatto che lo schema di decreto ripropone alcune criticità.

Prima fra tutte la destinazione di una parte delle risorse a spese di struttura come la gestione delle Unità di Valutazione Multidisciplinare e dei PUA, i Punti Unici di Accesso.

Apprezzando lo sforzo di contenere tale destinazione nei limiti del 10% del fondo, ne abbiamo chiesto la cancellazione che equivale a 40 milioni.”

Così riporta Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap.

La richiesta è stata accolta e questo è molto positivo. Come pure è apprezzabile la decisione di avviare finalmente un tavolo per la definizione del Piano per le non autosufficienze.”

L’onorevole Biondelli ha confermato l’intento di fissare un incontro a breve proprio per la definizione di tale Piano assieme ad Associazioni, Regioni e Comuni.

Nello schema di decreto, anche quest’anno vengono riservati 10 milioni di euro per attività sperimentali che, con tutta probabilità, anche nel 2015 saranno impegnati per progetti di vita indipendente.

Trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a part-time

Trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a part-time per il personale scolastico. Termine perentorio di scadenza delle domande 15 marzo 2015.

Al fine di dare massima informativa tra il personale scolastico interessato, il sindacato SAB, tramite il segretario generale prof. Francesco Sola, comunica che il personale scolastico con contratto a tempo indeterminato, con esclusione dei DSGA (direttori servizi generali amministrativi ex segretari), che vuol trasformare il proprio rapporto di lavoro, da tempo pieno in regime di part­-time, deve presentare domanda all’ATP (ex Provveditorati agli Studi) di titolarità tramite il dirigente scolastico della scuola di servizio, nel termine perentorio del 15/3/2015.

Tale termine è perentorio anche per tutto il personale che già in regime di part-time, da almeno due anni, voglia ritornare al regime di tempo pieno.

Nella domanda, i cui moduli possono essere ritirati gratuitamente nelle sedi del SAB, deve essere specificato il tipo di part-time che si chiede e cioè in senso orizzontale con l’articolazione del servizio in tutti i giorni della settimana ridotto del 50% oppure in senso verticale con servizio solo in alcuni giorni settimanali, di norma non meno di tre.

Inoltre deve essere riportata l’anzianità di servizio, esigenze di famiglia, precedenze per disabili ecc.., in quanto la trasformazione del tempo normale in tempo parziale può essere concessa solo al 25% della dotazione organica complessiva provinciale del personale in servizio a tempo pieno per cui, se necessario, si farà ricorso ad una graduatoria provinciale.

Il SAB precisa infine che la trasformazione del rapporto di lavoro incide, di norma al 50%, anche sul trattamento retributivo e contributivo e non fa venir meno gli obblighi contrattuali di servizio connessi alla funzione docente o alla qualifica rivestita per il personale ATA che, al massimo, possono essere ridotti rispetto al tipo di part-time scelto.

Chi decide di transitare in regime di part-time dall’1/9/2015, per il prossimo biennio, tranne casi gravi, non può chiedere di rientrare in regime di tempo normale e la trasformazione del rapporto part-time perdura dopo il biennio fino a quando il lavoratore non chiede di rientrare in regime tempo normale.

F.to Prof. Francesco SOLA

Segretario Generale SAB

 

ISEE: richiesta chiarimenti al Ministero del Lavoro

ISEE: la FISH chiede chiarimenti al Ministero del Lavoro

Con tre diverse Sentenze di pari tono (n. 2454/2015, 2458/2015 e 2459/2015), il TAR Lazio ha parzialmente rivisto l’impianto di calcolo dell’Indicatore della Situazione Reddituale, utile per il computo dell’ISEE. Ciò riguarda soprattutto i nuclei in cui sono presenti persone con disabilità.

Le Sentenze escludono dal computo dell’Indicatore della Situazione Reddituale i “trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche”. Ciò significa che le pensioni, assegni, indennità concesse per minorazioni civili, assegni sociali, indennità per invalidità sul lavoro, assegni di cura, contributi per la vita indipendente ecc. non saranno sommati ai redditi veri e propri imponibili IRPEF.

Inoltre con le proprie Sentenze il TAR annulla il DPCM 159/2013 (che regolamenta l’ISEE) nella parte in cui prevede un incremento delle franchigie per i soli minorenni (art. 4, lettera d, n. 1, 2, 3).

“Queste Sentenze raccolgono le istanze di un variegato movimento che comprensibilmente e generosamente si è impegnato nei relativi ricorsi. Le Sentenze intervengono in una materia delicata e modificando in parte uno strumento particolarmente complesso che aveva ottenuto parere favorevole da parte delle Commissioni riunite VI (Finanze) e XII (Affari sociali) e del Consiglio di Stato dopo una lunga e controversa gestazione. Ma al di là genesi e dell’elaborazione dell’ISEE, si tratta di uno strumento essenziale per l’accesso a molte prestazioni agevolate fondamentali per l’inclusione delle persone con disabilità.”

Questa la premessa di Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap.

“Al di là del merito delle Sentenze – che ci siamo presi il giusto tempo di valutare – in questi giorni raccogliamo un disorientamento generale da parte di molte famiglie ma anche degli altri attori coinvolti: Caf, enti locali, sportelli informativi, associazioni. È fuor di dubbio che il sistema generale (informatico e di calcolo) non si sia adeguato alle Sentenze. Al contempo ci chiediamo se il mero adeguamento sia negli intenti del Governo e, in particolare, del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.”

La FISH chiede quindi innanzitutto al Ministero del Lavoro quali siano le sue intenzioni proprio in funzione della chiarezza complessiva.

“Se il Governo intende impugnare le Sentenze del TAR di fronte al Consiglio di Stato e chiederne la sospensiva ne informi tempestivamente tutti i potenziali interessati poiché ciò significa che, al momento, si continueranno ad elaborare le DSU ISEE con i criteri antecedenti alle Sentenze. Ma se, al contrario, il Ministero intende rimodulare lo strumento ISEE – conclude Falabella – accogliendo le indicazioni del TAR, allora ciò deve rappresentare l’occasione per rivalutare anche altri aspetti a suo tempo accantonati o ritenuti residuali: dalla considerazione del costo della disabilità, alle spese per l’assistenza personale, ai costi indiretti sopportati in termini di lavoro di cura dai caregiver familiari. In ogni caso ci si aspetta un segnale netto e chiaro che ricomponga il disorientamento diffuso.”

Al via il sesto giro d’Italia di handbike

da Redattore sociale

Al via il sesto giro d’Italia di handbike: partenza da Imola e arrivo a Milano

Otto le tappe previste. Da quest’anno nasce connubio con il Paracycling italian tour e gareggeranno anche atleti con tandem, tricicli e bici. Enzo Iacchetti testimonial del Giro: “Il diverso sono io, non so neanche andare in bici”

MILANO – Partirà dall’autodromo di Imola e si concluderà a Milano il sesto Giro d’Italia di handbike. Prenderà il via il 6 aprile e toccherà altre sei città: Pavia (24 maggio), Lentate sul Seveso (14 giugno)San Marino (12 luglio), Bardonecchia (2 agosto), Castel di Sangro (6 settembre), Albenga (20 settembre). L’ultima gara nella città dell’Expo il 18 ottobre. E quest’anno, per la prima volta, il Giro si svolgerà insieme al Paracycling italian tour, con le categorie del paraciclismo di tandem, tricicli e bici. “Le abbiamo integrate, in via sperimentale, in cinque tappe del Giro, utilizzando gli stessi percorsi ma aumentando i tempi di chiusura delle strade, per dare loro le stesse tempistiche degli handbiker”, spiega Andrea Leoni, patron della corsa, che ha presentato l’evento questa mattina, a Palazzo Lombardia. Testimonial del Giro è Enzo Iacchetti. “Voi vivete una contraddizione – ha detto agli atleti presenti questa mattina-. Perché siete considerati diversi, ma in realtà sono io che mi sento diverso nei vostri confronti, perché io non sono capace neanche di andare in bicicletta e quel che sapete fare voi io non lo so fare”. Secondo il presentatore “se tutti gli italiani capissero che gli handicap che ha ciascuno di noi sono spesso ben più violenti di una carrozzina, l’Italia girerebbe molto meglio”.

Dalla prima edizione del Giro d’Italia di handbike nel 2010, sono state organizzate 43 tappe, che hanno coinvolto 166 atleti, che hanno percorso in totale oltre 1.200 chilometri. In tutto sono 9 le categorie di atleti, suddivise in 5 maschili e 4 femminili. Un Giro che sta in piedi grazie al lavoro di oltre 600 volontari. “I tesserati paralimpici della Federazione ciclistica italiana -afferma il presidente Renato di Rocco-, sono aumentati dai 334 del 2010 ai 424 attuali e in breve tempo siamo diventati la nazione di riferimento del panorama mondiale”. Per il presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, che ha inviato un messaggio in occasione della presentazione del Giro, “fare sport da disabili è una grande avventura prima umana che sportiva, e si tratta di divertimento sano oltre che di sfrenato agonismo”.

In Lombardia sono 18 le società che hanno 99 atleti tesserati disabili. “Il nostro obiettivo è anche quello di contribuire a promuovere il coinvolgimento delle persone con disabilità nel tessuto sociale e sportivo -aggiunge Antonio Rossi, assessore allo Sport e alle Politiche per i giovani-. Chiunque può fare sport perché l’attività sportiva abbatte tutte le barriere e ognuno può riuscire a conquistare grandi vittorie”. (dp)

Autismo a teatro raccontato con gli occhi di una madre

da Redattore sociale

Autismo a teatro raccontato con gli occhi di una madre

Dopo il successo de L’orologio di Benedetta, Gabriella La Rovere porta in scena il monologo “Storia di un’attinia e di un paguro Bernardo”. “Una sfida eROMA – Gabriella La Rovere è una madre che non si ferma dinanzi a nulla. Prima il successo de “L’orologio di Benedetta”, volume autobiografico pubblicato alla fine dello scorso anno per Mursia (e già alla prima ristampa) dove si possono leggere le avventure di una madre-medico e della sua unica paziente: una ragazza di 22 anni affetta da una malattia rara come la sclerosi tuberosa e anche da autismo. Ora un monologo teatrale che da quel volume prende spunto e che vedrà il debutto presso il prossimo 27 febbraio presso il Teatro di CorTe Coriano, un paese in provincia di Rimini quasi 200 chilometri a Nord-Est dal comune di Marsciano (Perugia) dove Gabriella e Benedetta vivono in compagnia del cane Lillo . “Storia di un’attinia e di un paguro Bernardo – L’autismo, le battaglie e l’amore”, questo il titolo del monologo, “rappresenta un modo nuovo, realmente innovativo di presentare un libro perché la drammatizzazione consente di vivere empaticamente ciò che viene narrato, un po’ come trasformare i numeri in immagini”, spiega Gabriella. Ma il progetto non finisce qui: “Per la prima volta una mamma, non un’attrice professionista, decide di raccontare se stessa e così facendo mette in piazza le difficoltà vissute da ogni genitore, fornendo gli spunti per un cambio radicale della visione d’insieme – prosegue –. Si può convivere con l’autismo nel momento in cui si abbandonano preconcetti e si cerca un linguaggio comune per comunicare. Dare alla persona autistica l’opportunità di esprimersi significa riconoscerla come persona. Questo è il primo, importante passo verso la felicità, sogno di ognuno di noi”.

Ma cosa ha spinto a mettersi in gioco questa madre, che ha cresciuto da sola e senza arrendersi ai verdetti sconsolanti dei medici una ragazza che oggi, pur con le difficoltà del caso, parla, comunica e soprattutto ha scoperto un talento imprevisto come batterista? “Una sfida emozionante che affronto con un pizzico di incoscienza – dice – sicura che sarà un modo totalmente nuovo di raccontare un libro, questo libro e questa vita che accomuna almeno 600 mila famiglie in tutta Italia. È il numero stimato per chi convive ogni giorno con l’autismo. Siamo ormai abituati a pensare per immagini e il numero non ha generato in nessuno alcuna emozione. La visione cambia se pensiamo di moltiplicare il numero per 3 (componenti base di una famiglia) ottenendo più della popolazione di una grande città come Milano. Pensa a questa città abitata solo da famiglie con figlio autistico. Detto così è sconvolgente, vero?” L’ingresso al teatro è gratuito e al termine sarà possibile fermarsi a “sgranocchiare” qualcosa insieme. “In questo riemerge la mia anima di medico che non abbandona il paziente ma lo accompagna per metabolizzare le emozioni”, precisa Gabriella. Il venerdì seguente, 6 marzo, lo spettacolo sarà alla Sala Pegasus di Spoleto, chiesa sconsacrata che è stata trasformata in cinema-teatro, nell’ambito dei giorni dedicati ai festeggiamenti alla donna. (Antonella Patete)

Firenze, il museo della scienza traduce alcune opere per i non vedenti

da Redattore sociale

Firenze, il museo della scienza traduce alcune opere per i non vedenti

Una mostra permetterà ai visitatori ciechi di apprezzare la bellezza di alcuni apparecchi scientifici. L’iniziativa è supportata dalla Regione Toscana

FIRENZE – Il museo della storia e della scienza di Firenze apre le porte ai visitatori non vedenti. Da oggi alcune delle più prestigiose opere esposte saranno fruibili dai visitatori anche nella versione braille. Tra queste, ci sono l’apparecchio per dimostrare la traiettoria parabolica dei proiettili, l’apparecchio per studiare gli urti elastici e anelastici e la macchina per esperienze sulla forza centrifuga. Inoltre, il museo della storia e della scienza, chiamato museo Galileo, ha reso disponibile una guida al museo in versione braille, sia in italiano che in inglese. Tutte iniziative che sono state realizzate grazie al sostegno della Regione Toscana, che insieme al museo Galileo creerà un laboratorio didattico storico per le scuole presso il museo stesso e un programma di visite didattiche all’esposizione storica della Stamperia Braille.

“L’idea di rendere accessibile a persone con disabilità un numero sempre maggiore di luoghi di interesse in tutta la regione merita senz’altro di essere sviluppata e promossa – ha detto la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi – Questa iniziativa è un passo in più, seppur piccolo, verso una società sempre più accessibile a tutti”.

“Oggi siamo nel mondo digitale e nessuno più sospetta che leggere e scrivere per alcuni sia un traguardo da conquistare e da mantenere – ha detto Antonio Quatraro, presidente Unione Italiana Ciechi di Firenze – Per i ciechi, come per tutti i popoli, poter leggere e scrivere significa conquistare la libertà e la dignità di cittadini. Ecco, l’invenzione di un alfabeto realmente universale per tutte le lingue antiche e moderne ci ricorda il valore insostituibile dell’educazione e dell’autonomia di pensiero, ossia della capacità di scegliere a ragion veduta”.

De Mauro e la Buonascuola

DE MAURO E LA BUONA SCUOLA LABORATORIALITà INTERATTIVITà COOPERAZIONE PERSONALIZZAZIONE di Umberto Tenuta

CANTO 411−l’EX MINISTRO TULLIO DE MAURO INDICA LE QUATTRO CARATTERISTICHE CHE DEVE AVERE LA SCUOLA:

−l’utilizzazione dello spazio per favorire l’interattività per gruppi di alunni e dei gruppi tra di loro», che comporta una «riorganizzazione dello spazio classe»;

−«la dimensione laboratoriale» nella didattica;

−le discipline strumentali alla crescita intellettuale degli studenti»

l’insegnante accanto a ciascuno alunno.

(https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=55881)

 

Se si inverte l’ordine degli addendi, la somma non cambia, e quindi diciamo:

I− discipline strumentali alla crescita intellettuale degli studenti

Le discipline non servono a riempire la testa degli studenti.

Non servono teste ben piene: oggi ci sono i tablet.

Ma servono teste ben fatte (MORIN).

Teste bene fatte.

E cuori ben caldi: non solo formazione intellettuale, ma anche educazione affettiva, morale, sociale, civica.

II− «la dimensione laboratoriale» nella didattica

Verum et factum convertuntur

Didattica laboratoriale

Classe scomposta!

Case dei bambini!

Rappresentazione concreta virtuale iconica e simbolica (http://www.disced.unisa.it/ava/u__tenuta_quarta_rappresentazione.htm), come per dire, mettete nella BUONASCUOLA:

Froebel

Agazzi

Montessori

Dienes

Ed ora sì, anche il Tablet, tanto decantato da Umberto Tenuta!

III − <<interattività per gruppi di alunni e dei gruppi tra di loro>> https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=55829

Cooperative learning[1]

Ma sì, anche Team Teaching[2]

IV − l’insegnante accanto a ciascun alunno

Mica l’insegnamento individuale!

La Ministra non te lo darebbe mai.

Ma la Personalizzazione educativa[3].

Che è un’altra cosa!

 

Finalmente sappiamo che cosa è la BUONASCUOLA!

Lo dovrebbe sapere, assieme all’ex Ministro Tullio De Mauro, anche la non ancora EX MINISTRA DELL’ISTRUZIONE!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

[1] In merito cfr. COMOGLIO M., Educare insegnando. Apprendere ad applicare il Cooperative learning, LAS, Roma, 1986; COMOGLIO M., CARDOSO M.A., Insegnare e apprendere in gruppo. Il cooperative Learning, LAS, Roma, 1996; COMOGLIO M. (a cura di), Il Cooperative learning. Strategie di sperimentazione, Quaderni di animazione e formazione, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1999; PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., Discutendo si impara. Interazione sociale e conoscenza a scuola, NIS, Roma, 1991; PONTECORVO C. (a cura), La condivisione della conoscenza, La Nuova Italia, Firenze, 1993; PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., (a cura), I contesti sociali dell’apprendimento.Acquisire conoscenze a scuola, nel lavoro, nella vita quotidiana, LED, Milano, 1995.

[2] In merito cfr.: BAIR M., WOODWARD R.G., La pratica del team teaching, Loescher, Torino, 1973; SHAPLIN J.T., OLDS H.F., Team teaching. Una nuova organizzazione nel processo educativo, Loescher, Torino, 1973.

[3] http://www.rivistadidattica.com/programmazione/programmazione_43.htm

Uomo io sono

UOMO IO SONO… E NULLA DI CIò CHE APPARTIENE ALL’UOMO MI è ESTRANEO di Umberto Tenuta

CANTO 410

−Homo sum: nihil humani a me alienum puto[1].

−… il bambino è solo un “candidato alla condizione umana”[2]

−“L’uomo può diventare tale solo con l’educazione[3].

 

Il giovane che sta seduto nei banchi porta in sé un innato bisogno di alimentarsi alle fonti della cultura umana.

Di alcuni alimenti è già ghiotto.

Di altri occorre che il Maestro lo innamori.

O Musa, tu che di caduchi allori

non circondi la fronte in Elicona,

ma su nel cielo infra i beati cori

hai di stelle immortali aurea corona,

tu spira al petto mio celesti ardori,

tu rischiara il mio canto, e tu perdona

s’intesso fregi al ver, s’adorno in parte

d’altri diletti, che de’ tuoi, le carte.

Sai che là corre il mondo ove piú versi

di sue dolcezze il lusinghier Parnaso,

e che ‘l vero, condito in molli versi,

i piú schivi allettando ha persuaso.

Cosí a l’egro fanciul porgiamo aspersi

di soavi licor gli orli del vaso:

succhi amari ingannato intanto ei beve,

e da l’inganno suo vita riceve[4].

La Pedagogia condita in molli versi!

…Il VERO condito in molli versi…

…e da l’inganno suo vita riceve.

Forse è questa l’arte del Maestro!

Porgere i piatti graditi e aspergere di dolci liquori i nuovi piatti.

Gli orli del vaso

Grande la poesia di Torquato Tasso, anche in dimensione pedagogica.

Maestre e Professoresse, tenetelo bene a mente!

Non porgete mai piatti disgustosi.

È questa la grande Arte pedagogica!

Homo sum: nihil humani a me alienum puto

Fate sentire ai vostri alunni le dolcezze delle vostre discipline.

Sono cibo della loro umanizzazione.

Sono cibo che li fa divenire uomini grandi.

E grande ogni figlio di donna desidera ardentemente divenire.

Ed è grande responsabilità della BUONASCUOLA far sì che alimenti sani nutrano i suoi studenti.

Sappiamo tutti che c’è anche la CATTIVASCUOLA!

Quella che innamora ai cattivi alimenti, oggi così presenti in ogni angolo.

Tra BUONASCUOLA e CATTIVA SCUOLA si gioca il destino dei giovani.

Ahimé, quanti giovani la BUONASCUOLA avrebbe potuto e potrebbe salvare!

Forse, e senza forse, questo è il clou della BUONASCUOLA.

Una scuola che innamora al Bello, al Vero, al Buono.

Non impone.

Innamora!

STUDIUM, amore!

Cessi la PENA.

Cessi la CONDANNA.

BUONA SCUOLA D’AMORE!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

 

[1] Publio Terenzio Alfio, Heautontimoroumenos, v. 77 (Il punitore di se stesso, I, 1, 25).

[2] OSTERRIETH P.A., Introduzione alla Psicologia del bambino, Giunti-Barbèra, Firenze, 1980, p. 25).

[3] KANT E., Pedagogia, O.D.C.U., Rimini, 1953, pp.25-27. Al riguardo, vedi anche: IL PROCESSO FORMATIVO in: http://www.rivistadidattica.com/file%20pdf/sicsi.pdf.

[4] http://www.liberliber.it/mediateca/libri/t/tasso/gerusalemme_liberata/html/testo.htm

Miur, oltre 1,5 milioni domande nelle iscrizioni online

da La Stampa

Miur, oltre 1,5 milioni domande nelle iscrizioni online

Il 90% degli utenti soddisfatto del servizio, Giannini: “Un successo per la Pubblica Amministrazione”
roma

Sono 1.514.995 le domande di iscrizione on line alle classi prime di scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado inviate dalle famiglie. Il 15 febbraio era il termine ultimo per completare la procedura.

Lo comunica il Miur precisando che nel dettaglio, sono 1.483.104 le domande inviate alle scuole statali, 9.885 quelle inviate alle paritarie che hanno aderito al sistema delle iscrizioni on line (non era obbligatorio). Inoltre, sono 22.006 quelle inoltrate ai Centri di formazione professionale (CFP) delle Regioni che hanno deciso di usufruire del servizio messo a disposizione dal Miur. Quest’anno, ricorda il Miur, è la prima volta che anche i CFP sono coinvolti nella procedura.

Le iscrizioni on line hanno registrato il gradimento degli utenti con una crescita rispetto al 2014 (+6,3%) di quanti le considerano «molto» utili in termini di risparmio di tempo.

«Le iscrizioni on line sono un esempio di Pubblica Amministrazione che funziona e di cui andiamo particolarmente fieri – commenta il Ministro Stefania Giannini – Il Ministero ha messo in campo tutti gli strumenti possibili per accompagnare le famiglie in questo passaggio importante che non è una semplice pratica burocratica, ma rappresenta un momento di scelta per il futuro dei propri figli. La macchina ha funzionato e lo dimostrano i dati che registrano la soddisfazione degli utenti».

Quasi il 70% delle famiglie ha effettuato l’iscrizione on line per conto proprio, senza recarsi nelle scuole. Oltre l’80% ha fatto l’iscrizione da un proprio computer o dispositivo mobile in Liguria (80,5%), Piemonte (80,8%), Emilia Romagna (81,4%), Veneto (83,7%), Lombardia (84%), Friuli Venezia Giulia (85,6%). A richiedere maggiormente il supporto delle scuole sono stati soprattutto i cittadini del Sud.

Le iscrizioni elettroniche ottengono un gradimento crescente: il 66,3% delle famiglie trova il servizio molto vantaggioso in termini di risparmio di tempo (+6,3% rispetto al 2014), per il 23,7% lo è abbastanza. Solo il 3,7% degli utenti non ha riscontrato questo vantaggio. Per oltre il 49% delle famiglie la procedura on line è molto facile (+6,6% rispetto al 2014), per il 35,1% lo è abbastanza. Infine, oltre l’87% delle famiglie ritiene che il funzionamento del servizio on line sia stato molto o abbastanza efficiente, avendo riscontrato pochi problemi di collegamento, scollegamento improvviso o lentezza del sistema.

Il Ministero quest’anno ha semplificato la grafica del portale dedicato alle iscrizioni ed ha attivato un help desk che è rimasto aperto eccezionalmente anche sabato e domenica scorsi in vista della chiusura della procedura. Nel caso di domande compilate ma non inviate saranno le scuole, dopo aver contattato le famiglie, a prenderle in carico.

Iscrizioni a scuola: la maggioranza ai licei, crollano i professionali

da Repubblica.it

Iscrizioni a scuola: la maggioranza ai licei, crollano i professionali

Avrebbero ottenuto il favore di oltre il 50%, in particolare i classici. Effetto anche della crisi. Tengono gli istituti tecnici

di SALVO INTRAVAIA

Crollano i professionali e si incrementano ancora i licei. Gli istituti tecnici fanno invece segnare una inversione di tendenza che fa ben sperare coloro che tifano per ex geometri e commerciali. I primi dati, ufficiosi e tutti da confermare, sulle iscrizioni alle scuole superiori terminate domenica scorsa sanciscono il sorpasso del blocco dei licei su tutti gli altri indirizzi scolastici: siamo al 50,5 per cento.

Un andamento che potrebbe essere condizionato dalla crisi economica che nel nostro Paese ha fatto sparire migliaia di posti di lavoro nella piccola e media impresa e che ha spinto le famiglie a prolungare il percorso di studi dei figli nella speranza di acciuffare, con una laurea, un lavoro migliore. Una ipotesi confermata dal fatto che al Sud, dove la disoccupazione giovanile è alle stelle, i licei hanno ottenuto il favore di quasi 53 iscritti in prima su cento.

Ma secondo le prime indiscrezioni, non tutti i licei starebbero allo stesso modo: ginnasi, licei delle scienze umane e artistici sarebbero in leggero calo. Mentre i licei scientifici e i linguistici continuerebbero a vivere un periodo di grazia. Le prime analisi sugli oltre 480mila ragazzini di terza media che hanno scelto come proseguire gli studi una sostanziale tenuta degli istituti tecnici che, ad un approfondimento più accurato, potrebbe trasformarsi in un lieve aumento di consensi con una scelta al 31,5 per cento.

Una buona notizia per quegli esperti che tifano per gli istituti tecnici, considerati strategici per lanciare una nuova fase di sviluppo del nostro paese, anche attraverso nuove professionalità. Tra i tecnici continua a crescere l’indirizzo per il Turismo. Mentre gli istituti professionali sembra che stiano attraversando un periodo di calo dell’appeal. La riforma Gelmini li ha snaturati, tagliando drasticamente le ore di lezione delle discipline specifiche di ogni singolo indirizzo. Il tasso di scelta provvisorio per gli indirizzi degli istituti professionali si aggira attorno al 18,5 per cento. L’anno scorso, su cento iscritti al primo anno della scuola secondaria di secondo grado furono quasi 20 coloro che si indirizzarono verso i professionali.

Salvo Intravaia

Con la certificazione delle competenze arriva la pagella con scheda

da La Tecnica della Scuola

Con la certificazione delle competenze arriva la pagella con scheda

La novità, che partirà in via sperimentale già dall’anno scolastico in corso, prevede che i genitori della classe quinta primaria e della terza media potranno ricevere una scheda con la valutazione della competenza dei propri figli. Ma solo se i Collegi docenti sceglieranno se adottare il documento.

Con la certificazione delle competenze cambia la pagella degli alunni di scuola primaria e secondaria di primo grado: già al termine di quest’anno scolastico, la tradizionale pagella in molte scuole sarà affiancata da una scheda.

La novità, che partirà in via sperimentale già dall’anno scolastico in corso, prevede che i genitori della classe quinta primaria e della terza media potranno ricevere una scheda con la valutazione della competenza dei propri figli. Il documento, introdotto con la Circolare n. 1235 del 13 febbraio 2015, servirà ad utilizzare i saperi acquisiti anche tra i banchi per affrontare compiti e problemi, semplici o complessi, reali o simulati. La scheda affiancherà e integrerà il documento di valutazione degli apprendimenti e del comportamento degli alunni.

La Certificazione delle competenze non sarà però obbligatoria: i Collegi docenti potranno scegliere se adottare il documento, oppure no. Se scelgono di adottarlo, a fine anno scolastico saranno chiamati a darne una loro valutazione per eventualmente migliorarlo e/o integrarlo. Questa prima sperimentazione sarà estesa a tutte le scuole dal prossimo anno scolastico per poi entrare a regime non appena arriverà a conclusione l’iter normativo.

“Con la Certificazione delle competenze gli apprendimenti acquisiti dagli alunni nell’ambito delle singole discipline vengono calati – spiega il ministero – all’interno di un più globale processo di crescita individuale. Non è importante accumulare conoscenze, ma saper trovare le relazioni tra queste conoscenze e il mondo che ci circonda con l’obiettivo di saperle utilizzare e sfruttare per elaborare soluzioni a tutti quei problemi che la vita reale pone quotidianamente”.

In realtà, la Certificazione delle competenze in questi ultimi anni è stata compilata dalla maggior parte delle scuole, ma in maniera autonoma e ciascuna con un proprio modello di valutazione. Da quest’anno scolastico la scheda sarà uguale per tutto il territorio nazionale. Si tratta di un documento per livelli (quattro in tutto: avanzato, intermedio, base e iniziale) e non per voti, un documento “trasparente e scritto in maniera semplice”. L’adozione della Certificazione delle competenze era stata prevista già dalla legge che istituiva l’autonomia scolastica (DPR 275/99, art. 10).

Il Comitato tecnico per le Indicazioni nazionali per il curricolo è arrivato in queste settimane e definire i due modelli per la Certificazione (uno per le classi quinta della primaria, appunto, e l’altro per le classi terze delle medie) armonizzandoli anche con quanto prevede la normativa europea.

“La scorsa settima il documento è stato presentato e discusso con i sindacati. Ora il via alla sperimentazione. Poi l’adozione”, conclude il Miur.