LA RACCOLTA FONDI PER LA SCUOLA

LA RACCOLTA FONDI PER LA SCUOLA
Tecniche, strategie e case studies di successo

Durata e sede del corso
6 e 7 marzo 2015
Formazione in presenza (Trento, Centro Studi Erickson)

Presentazione
Questo corso presenta le principali tecniche di raccolta fondi per realizzare in tempi brevi un piano di fundraising dedicato al settore scolastico. Case studies di successo ed esercitazioni pratiche completano un percorso dinamico, interattivo e improntato alla concretezza.

Destinatari
Dirigenti scolastici e insegnanti di ogni ordine e grado, ma anche studenti, neolaureati e operatori che desiderano introdursi al mondo del fundraising.

Iscrizioni
Il costo del corso è di € 180,00 IVA inclusa

DECRETO SU CARRIERA INSEGNANTI E’ ATTO PREPOTENZA, INTERVENGA MATTARELLA

LA BUONA SCUOLA, DI MEGLIO: DECRETO SU CARRIERA INSEGNANTI E’ ATTO PREPOTENZA, INTERVENGA MATTARELLA

“Corrono voci e anticipazioni, sempre più insistenti, circa l’intenzione del Governo di varare un corposo decreto legge, nel Consiglio dei Ministri di martedì prossimo, con il quale non solo si provvederebbe alla stabilizzazione dei docenti precari, privandoli peraltro del diritto contrattuale al riconoscimento dei servizi già prestati, ma si interverrebbe sullo stato giuridico e contrattuale degli insegnanti e sull’amministrazione delle scuole”. Ad affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

“Dopo aver accuratamente evitato il confronto con i sindacati, – prosegue Di Meglio – il Governo vuole ora anche spogliare il Parlamento della possibilità di discutere sul futuro della scuola e dei docenti italiani. L’articolo 77 della Costituzione parla chiaro, riservando i decreti del Governo a ‘casi straordinari di necessità e urgenza’: sicuramente regolamentare la carriera degli insegnanti, la loro retribuzione e il loro stato giuridico non può rientrare nella previsione di necessità e urgenza”.

“Lancio, a nome dei docenti italiani, un accorato appello al Capo dello Stato per un suo autorevole e urgente intervento che eviti questo atto di prepotenza sugli insegnanti e sulle istituzioni parlamentari. Inoltre – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – esorto tutti gli insegnanti a mobilitarsi, rivolgendosi direttamente al Presidente della Repubblica e ai Presidenti di Camera e Senato”.

Aspettando che il gallo canti

Aspettando che il gallo canti


di Stefano Stefanel

Qualche giorno fa un mio breve intervento dal titolo Prima che il gallo canti cercava di evidenziare alcuni punti sospesi della scuola italiana prima che fossero sommersi dalle inevitabili polemiche successive ai provvedimento ministeriali in via di emanazione (un decreto e un disegno di legge, così so io). Poiché è tutto slittato di qualche giorno  intervengo su alcuni argomenti che mi stanno a cuore e che animano i dibattiti di nicchia senza scaldare però alcuna opinione pubblica. Premetto che condivido integralmente Per una scuola che attui la Costituzione di Franco De Anna. E trovo corrette le posizioni di Antonio Valentino e Fabrizio Da Crema pubblicate sul sito www.pavonerisorse.it


POTERI E COMPETENZE


Ho letto però con attenzione le tesi di Corrado Mauceri e la Legge di iniziativa popolare con annessi e connessi richiami alla Costituzione e alla Democrazia (protette e difese solo dai fautori di quella legge e non da tutti gli altri, me incluso). L’articolo 25 del d.lgs 165/2001 scrive: “Il dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell’istituzione, ne ha la legale rappresentanza, èresponsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio. Nel rispetto delle competenze degli organi collegiali scolastici, spettano al dirigente scolastico autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane. In particolare, il dirigente scolastico organizza l’attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia formative ed è titolare delle relazioni sindacali.” Non capisco cosa ci sia di poco chiaro in questo passaggio del decreto, che sta alla base anche del successivo d.lgs 150/2009, che viene derubricato spesso a “incidente di percorso” perché legato al nome di Renato Brunetta e non considerato legge dello Stato.

Il dirigente scolastico ha “autonomi poteri”, gli organi collegiali solo “competenze”. Una cosa è il potere, un’altra la competenza. Nell’ambito dell’autonomia decisionale (che non è arbitrio e non è discrezionalità) il dirigente scolastico esercita la sua funzione, è l’unico organo di gestione, ha il potere di firma e per questo risponde dei risultati del servizio. Gli Organi collegiali non  hanno alcun potere (e infatti non gestiscono nulla), ma solo competenze che vanno esercitate in base a quello che dice la norma. Ad esempio i Collegi docenti non hanno alcuna competenza per bocciare le Riforme (come ai tempi della Moratti) o per deliberare contro La Buona Scuola (come hanno fatto le 200 scuole citate dai fautori della LIP). Non hanno alcuna competenza per stipulare contratti, fare nomine, ecc. Hanno competenze tecnico-professionali chiare che riguardano il Pof, i curricoli, ecc. 

Dire che il Dirigente scolastico e gli Organi collegiali sono soggetti equo ordinati significa non voler leggere la realtà normativa. Quindi è chiaro ed evidente che la LIP elimina la figura del Dirigente scolastico. Quando la LIP sarà legge non avrò più poteri, ma finché è in vigore il d.lgs 165/2001 li ho. Il problema non è di volontà, perché quei poteri io devo esercitarli rispettando le leggi ed applicandole, anche quelle che non piacciono a coloro che si sono autoproclamati difensori della Costituzione contro i suoi distruttori. Però in Italia – per fortuna – è la Corte Costituzionale che dice se una legge è in linea o meno con la Costituzione, non gruppi autoproclamatisi. 


L’ART. 117 DELLA COSTITUZIONE 

L’articolo 117 della Costituzione modificato e confermato da un referendum non piace a molti perché collide con un’idea di scuola tutta statale. Non è possibile però continuare ad invocare la Costituzione e non voler leggere gli almeno due elementi di grande innovazione (che negli Annio Settanta non c’erano):

– l’autonomia scolastica
– la legislazione esclusiva e concorrente delle Regioni nell’istruzione

Negare l’autonomia delle scuole per quello che è va semplicemente contro la Costituzione. Poi ovviamente ci sono i contributi alle Scuole private (che non sono “oneri” e per questo non contraddicono l’articolo 33: sono al massimo una scelta sbagliata) e l’idea che lo Stato deve gestire scuole di ogni ordine e grado dovunque, mentre l’articolo 33 della Costituzione dice: La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”. E infatti lo fa, ma non è detto che deve farlo dovunque e che non possa applicare al sistema statale un’idea più ampia di “pubblico” (che non coincide con “statale”).

L’articolo 117 della Costituzione viene considerato di valore inferiore all’articolo 33 da coloro che non vogliono modificare niente, ma questa è una scelta personale che non può toccare chi lavora nella scuola e deve rispettare tutta la Costituzione per come è scritta e non per come qualcuno vorrebbe fosse scritta. 


IO ADORO GLI ANNI SETTANTA

Negli Anni Settanta ho frequentato il Liceo che oggi dirigo. Quindi li amo come poche altre cose. A quel tempo però centravanti dell’Inter era Cappellini e del Milan Sormani. I due dovrebbero oggi essere signori settantenni: chi li metterebbe in campo oggi ? Chi metterebbe due settantenni al posto di Icardi e Pazzini, che sono due giocatori che non mi dicono niente? Questa banalmente la questione quando si citano cose del passato per parlare dell’oggi. Molte norme sulla scuola risalgono ai tempi di Cappellini e Sormani per questo sono inapplicabili, stanche e preda di qualsiasi difensore di Lega Pro (non c’è più la serie C). La LIP vuole riportarci al passato. A me il passato piace, ma non voglio farci tornare i ragazzi di oggi, che devono vivere questo presente.

Ritengo però che il richiamo al passato sia un modo per farci tornare autarchici e rimanere fuori dall’Europea e dai suoi parametri. Tutta l’Europa fa una scuola diversa dalla nostra: solo un passatismo che diventa legge può farci uscire dal confronto e tenerci stretti i nostri diplomi, il nostro valore legale, i nostri programmi, il nostro modo di valutare, il nostro assemblearismoprivo di responsabilità. 


UN GRAZIE A REGINALDO PALERMO

Ringrazio Reginaldo Palermo per l’ospitalità che dà ai miei interventi su PavoneRisorse. Ma lo ringrazio anche perché su Facebook mi ha difeso da atteggiamenti aggressivi, da prese in giro, da insulti malamente mascherati. Lo ringrazio da qui perché su Facebook tengo una atteggiamento che mi porto dietro dagli Anni Settanta quando riuscivo a stare in mezzo al “movimento” senza prenderle né dagli autonomi né dalla polizia.

Corso di Alta Formazione per Referenti esperti in progetti contro la dispersione scolastica

Corso di Alta Formazione per Referenti esperti in progetti contro la dispersione scolastica
Con la direzione scientifica di Marco Rossi-Doria

Prezzo promozionale 590 € (IVA inclusa) per iscrizioni entro il 16 febbraio 2015.
Per iscrizioni dopo il 16 febbraio 2015 la quota di iscrizione è di 790 € (IVA inclusa). Iscriviti ora!

Durata e sede del corso
Da marzo a giugno 2015
Trento, Edizioni Centro Studi Erickson

Struttura del corso
150 ore di attività formativa:
45 ore di formazione in presenza in 3 moduli;
50 ore di formazione online;
55 ore di studio e approfondimento individuale.

Presentazione
Come contrastare la dispersione scolastica? Qual è la via più efficace per combattere il fallimento formativo?
Il percorso proposto è finalizzato, attraverso metodologie fortemente partecipative, a creare un gruppo di esperti a livello nazionale in politiche e azioni contro la dispersione, capace di favorire l’innovazione educativa e di promuovere progetti formativi fruibili sulla dispersione scolastica.
In quest’ottica, il corso punta alla formazione di referenti qualificati in grado sia di elaborare una serie di raccomandazioni guida e best practice, sia di sviluppare reti efficaci contro la dispersione scolastica, integrando, valorizzando e sistematizzando le esperienze promosse da altre scuole, docenti, educatori, esperti di public policies.

Destinatari
• Scuole: dirigenti e insegnanti “referenti”
• Liberi professionisti esperti in campo pedagogico-educativo: policy makers, pedagogisti, psicologi, educatori che intendano “specializzarsi” su questo tema

Organici stabili per decreto, ma ancora da definire per la legge

da La Tecnica della Scuola

Organici stabili per decreto, ma ancora da definire per la legge

L’organico per il 2015/2016 sarà incrementato con l’avvio del Piano “Buona Scuola”, ma per intanto il consueto decreto ministeriale lo blocca sui valori del 2010/2011, come previsto dalla legge.

I numeri sono lì e dicono molto se non proprio tutto.
Il decreto ministeriale che sta per essere firmato determina l’organico di diritto per il prossimo anno: per l’infanzia dovrebbe rimanere stabile, stessa cosa capiterà alla secondaria di primo grado (per gli amanti della precisione diciamo che si parla di 17 posti in più); per la primaria si prevedono quasi 900 posti in meno mentre per la secondaria di secondo grado ci saranno quasi 900 posti in più (ma a fronte di un aumento di 13mila alunni).
A conti fatti l’organico resta complessivamente stabile come peraltro previsto dalle disposizioni in vigore che vogliono i posti bloccati rispetto al tetto del 2010/2011.
A questo punto si tratta di capire cosa accadrà nel momento in cui andrà in applicazione il decreto legge che darà il via alle nuove assunzioni.
Come avvenuto in altre circostanze i posti che si aggiungeranno dovrebbe essere inseriti nell’organico di fatto; ma questa volta la situazione è un parecchio diversa, perchè non si tratta di poche migliaia di posti ma di un numero che è pari a un quinto dell’intero organico già esistente.
Oltretutto nel contratto sulla mobilità sottoscritto fra Ministero e sindacati esiste una clausola ben precisa che prevede la riapertura del contratto nel caso in cui dovessero cambiare i numeri dell’organico.  Ma nel frattempo, entro il 16 marzo i docenti di ruolo devono presentare domanda di trasferimento. Il fatto è che è difficile, se non impossibile, che il “nuovo” organico venga ridefinito prima di quella data, quindi potrebbe accadere che i nuovi posti siano a disposizione per i neo-assunti ma non per chi è già in servizio.
A noi sembra già di sentire odore di aule di tribunale, come al solito i sarà la giustizia ordinaria a dover affrontare e risolvere i pasticci dell’Amministrazione.

Piano di formazione del personale docente

PIANO DI FORMAZIONE DEL PERSONALE DOCENTE (6768)

di Maurizio Muraglia

 

Il pregio principale del modello di formazione per i neoassunti in ruolo 2014-2015 predisposto dalla Direzione Generale Personale della Scuola è quello di aver dato la massima importanza alla valenza riflessiva del lavoro degli insegnanti. Al centro del modello, infatti, vi è l’idea che non si dà vera esperienza nella professionalità docente se il vissuto quotidiano con gli studenti non è sottoposto ad analisi, riflessione e documentazione. L’orizzonte del percorso delineato per i neoassunti è quello della costruzione di un vero e proprio portfolio professionale capace di esitare un “progetto formativo personale, sulla base di un’autoanalisi delle proprie competenze maturate anche a seguito della formazione, e dei bisogni della scuola in cui presta la propria attività”. Lo strumento del portfolio, dunque, ha lo scopo di incrementare la valenza riflessiva del percorso formativo.

Il nesso tra professionalità docente evoluta e formazione in servizio sembra istituito da un’ipotesi che certamente necessiterà di larghe implementazioni perché il modello non si traduca, come spesso accade, in mero adempimento. In questo conterà molto la qualità delle scuole polo, che hanno il compito di predisporre e coordinare sul campo la formazione, e la qualità degli esperti che le stesse scuole polo sapranno coinvolgere in un’impresa cui non sono destinate grandissime risorse finanziarie. Naturalmente anche le scuole di appartenenza dei docenti neoassunti giocheranno un ruolo di rilievo, perché i progetti formativi elaborati dei docenti – che si tradurranno in “laboratori” – dovranno aver radici proprio sui bisogni della scuola.

E’ certo che sulla carta siamo davanti ad un percorso formativo altamente sinergico. Il docente neoassunto andrà costruendo il proprio portfolio a contatto con diverse professionalità, dal Dirigente Scolastico della propria scuola, al tutor che gestirà la parte chiamata “peer to peer”, agli esperti coinvolti nei laboratori formativi, agli altri docenti con cui interagirà nella piattaforma on line prevista. E’ implicito un profilo docente tutt’altro che autoreferenziale, ed è auspicabile che questo tratto non appartenga esclusivamente alle cinquanta ore di formazione in ingresso, ma diventi cifra qualificante di tutti i docenti in servizio.

Non va sottaciuta, per completezza di indagine, una certa vaghezza che avvolge il concetto di “laboratorio formativo”. Esso si configurerebbe (ma in che modo?) quale esito di un “progetto di formazione” realizzato dal docente in prova su una tematica scelta sulla base dei bisogni della scuola tenendo conto anche dei suggerimenti ministeriali. Cosa avverrà, ad esempio, in un laboratorio di quattro incontri sul tema della “dispersione scolastica”? Si tratta di incontri tra docenti alla presenza dell’esperto? Di simulazioni di interventi in classe? Di scambi di esperienze? O di tutto questo insieme?

Sul piano dei “contenuti” di questi laboratori formativi, a guardare i suggerimenti ministeriali (“ambiti di approfondimento”) sembrerebbe che la progettazione curricolare “ordinaria” non faccia parte delle opzioni auspicabili per questi insegnanti. Ma la costruzione del curricolo non è il cuore della professione docente? La capacità di traguardare esperienze di apprendimento (in termini di competenze) o di scegliere contenuti significativi da utilizzare in ambienti di apprendimento coinvolgenti, va esperita tra le pieghe di temi quali “educazione all’affettività” o “nuove tecnologie e loro impatto sulla didattica”? Da approfondire.

In ultima analisi, siamo davanti ad un modello di formazione docente promettente, che almeno supera concezioni “erogative” legate ad una vecchia idea di “aggiornamento”, con l’esperto che sforna slides e gli utenti in ascolto passivo, anche se questa dimensione in piccola parte permane, ma soltanto per il primo incontro introduttivo. L’idea-chiave è quella della condivisione e dell’uscita dall’autoreferenzialità. Ben oliato, implementato e disambiguato rispetto alle priorità autentiche del lavoro docente, potrà portare frutto.

FIGLI E STUDENTI DISOBBEDIENTI

FIGLI E STUDENTI DISOBBEDIENTI
Strategie di negoziazione in famiglia e a scuola

Durata e sede del corso
20 e 21 marzo 2015
Formazione in presenza (Trento, Centro Studi Erickson)

Presentazione
Scuola e famiglia hanno trasmesso per secoli i saperi e le regole ai ragazzi e ai bambini con comandi e ordini. Oggi, di fronte a ragazzi tendenzialmente disobbedienti, questi saperi non passano. Occorrono quindi strumenti nuovi, come la negoziazione. «Negoziare», nell’accezione proposta in questo corso, significa ottenere cambiamenti senza comandarli, senza cioè utilizzare la protezione dei nostri ruoli gerarchici. I nostri figli e i nostri studenti chiedono, forse come mai prima nella storia, che li si tratti con il rispetto dovuto a chi – pur essendo meno competente – ha pari dignità. Il corso insegnerà non solo a individuare le situazioni che possono essere affrontate negoziando, ma anche a mettere in atto con successo l’arte delle negoziazione con figli e allievi.

Metodologia
Il corso consisterà in lezioni d’aula e in momenti esperienziali con simulazioni ed esercitazioni.
Verrà privilegiato il fare.

Destinatari
Insegnanti, genitori, educatori, psicologi, pedagogisti.

Docente
Marco Vinicio Masoni (Centro Formazione-Studio, Milano, didatta nelle Scuole di Specializzazione in Psicoterapia Interazionista, Padova e Mestre)

Iscrizioni
Il costo del corso è di € 160,00 + IVA 22% (€ 195,20 IVA inclusa)

EQUITÀ, INCLUSIONE, MERITO

Seminario Nazionale
EQUITÀ, INCLUSIONE, MERITO.
La sfida della valutazione – Salerno, 6-7 marzo 2015

Per fare il punto su tematiche cruciali quali l’inclusione, la valutazione, la certificazione delle competenze, in compagnia di protagonisti autorevoli del nostro sistema di istruzione, Tecnodid e A.N.DI.S. organizzano il seminario nazionale “EQUITÀ, INCLUSIONE, MERITO. La sfida della valutazione”, che si svolgerà a Salerno nei giorni 6 e 7 marzo. Il seminario sarà articolato in due sessioni: 1) BES in classe: la lezione inclusiva; 2) Dall’Autovalutazione della scuola alla Certificazione delle Competenze. Seguiranno dibattito e conclusioni.

Intervengono: Antonia Carlini, Giancarlo Cerini, Maurizio Gentile, Loredana Leoni, Paolino Marotta, Vincenzo Petrosino, Paola Serafin, Renzo Stio.

Ai partecipanti sarà rilasciato attestato di partecipazione.

La certificazione delle competenze

La certificazione delle competenze

di Maurizio Tiriticco

Slide riassuntive dell’intervento di Maurizio Tiriticco su “La certificazione delle competenze“, svolto al secondo convegno Nazionale della Rete di Scuole dei Castelli Romani sul tema: “Bisogni didattici: viaggio attraverso la scuola che cambia”, tenutosi presso le Scuderie Aldobrandini di Frascati nei giorni 27 e 28 febbraio 2015

Le competenze nel Sistema Educativo di Istruzione

Le competenze nel SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE

di Maurizio Tiriticco

Le competenze nel Sistema Educativo di Istruzione italiano”: slide relative all’intervento di Maurizio Tiriticco al convegno internazionale “Carattere e Cittadinanza: dilemmi e prospettive dell’educazione ‘personalizzante’ nella società globale”, organizzato dall’Associazione Italiana di Psicologia (AIS) in Padova il 26 e 27 febbraio 2015.

L’integrazione scolastica degli alunni migranti in Emilia-Romagna

Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna

Seminari di formazione sul tema dell’integrazione scolastica degli alunni migranti in Emilia-Romagna

Aggiornamento programmi Seminari e modalità iscrizione

Nota del Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna ed allegati

– 5 marzo 2015 Rimini

– 10 marzo 2015 Parma

– 18 marzo 2015 Modena

– 24 marzo 2015 Bologna

 

Per iscriversi ai seminari è necessario provvedere alla compilazione del form google al link

https://docs.google.com/forms/d/1ZaWDiHOJ0GixCMla-DfafTh35uwyDChNdHA6eFWiLgc/viewform?c=0&w=1&usp=mail_form_link

 

Per iscriversi ai gruppi di lavoro è necessario provvedere alla compilazione del form google ai link (diversi per ciascun seminario)

Rimini – 5 marzo

https://docs.google.com/forms/d/1vJhOK6AO0F7mtlPeHJjNz4F-5sHF60BA2h8C3kWx0Lk/viewform?c=0&w=1&usp=mail_form_link

Parma – 10 marzo

https://docs.google.com/forms/d/1yZFWObL_EOtfhbicv0Z0VLu6ACMXk8t2AUAyP623prs/viewform?c=0&w=1&usp=mail_form_link

Modena – 18 marzo

https://docs.google.com/forms/d/1HDWQEIg71S_FZbPkmpVj2CrF4lfwil6O4KVXm4XDcDU/viewform?c=0&w=1&usp=mail_form_link

Bologna – 24 marzo

https://docs.google.com/forms/d/1p08ncJhiIdtzu64nLlw1jSUZ4k8XB8x3SNS4Qmmy9u4/viewform?c=0&w=1&usp=mail_form_link

Autonomia vò cercando ch’è si cara

Autonomia vò cercando ch’è si cara

di Giancarlo Onger

 

 

Mi accingo a scrivere queste note, volutamente, in un’atmosfera di attesa messianica dei decreti della Buona Scuola (d’ora in poi BS, come la targa di Brescia). Mi sento in un limbo, in attesa, appunto, di salire nella gloria celeste o di precipitare tra le fiamme. Il mio stato d’animo è la conseguenza di alcune settimane di vita virtuale, vissute pericolosamente, tra un FB (che sta per facebook e non per Fate (i) Buoni) e l’altro, senza contare i blog e i siti. Se volessi rappresentare gli intrecci di pensieri, di parole, di arrabbiature, di prese di posizione, di documenti, di liti familiari sfiorate (“Mamma, ma quando prepari la cena?”; “Caro, se non vieni subito a tavola io spreparo tutto e poi t’arrangi!”) consumati perché non riusciamo a staccarci dalla rete, ricorrerei certo alle affascinanti immagini delle sinapsi. E forse non a caso. Credo, infatti, che sia necessario riflettere su come, dopo il cibo, consumiamo troppo in fretta anche il pensiero.

Al contrario io penso che sia molto importante discutere, confrontarci, ma poi anche decidere con la consapevolezza che nulla è immodificabile. Quello che non condivido è il continuo rinvio alla ricerca della perfezione quando sappiamo benissimo che non potremo mai raggiungerla. Bisogna trovare, in ogni caso, un giusto equilibrio per non prendere decisioni con tempi biblici che rendono inutile la loro applicazione. Edgar Morin, tra i sette saperi necessari all’educazione del futuro, ha introdotto l’educazione all’incertezza. Howard Gardner, oltre ad aver elaborato le intelligenze multiple, nelle sue cinque chiavi per il futuro vi ha messo la capacità di sintesi tesa ad evitare di essere travolti dall’alluvione comunicazionale. Abbinare la capacità di governare l’incertezza (anche se può sembrare un ossimoro) a quella di fare sintesi può aiutarci ad offrire una scuola adeguata alle nuove generazioni. Su questo sfondo dobbiamo collocare i futuri decreti. Nel merito non mi soffermerò sulle graduatorie perché siamo arrivati ad un punto in cui (a proposito di capacità di sintesi) qualsiasi decisione verrà presa, scontenterà qualcuno. Quello che deve essere chiaro è che, da subito, il periodo di prova degli immessi in ruolo deve diventare, con regole precise e condivise, un filtro per far entrare nella scuola insegnanti capaci e motivati. Preferisco, tuttavia, focalizzarmi sul punto per il quale mi batto da tempo: l’implementazione della scuola dell’autonomia, intesa come scuola della comunità e non come scuola del Ministero. Lo strumento c’è già e si tratta del DPR 275/99, che attende da 16 anni di essere applicato. Le tre parole chiave che sottendono alla scuola dell’autonomia sono:

 

  1. l’assunzione di responsabilità da parte di tutte le componenti: il dirigente scolastico; gli insegnanti; il personale ausiliario, tecnico e amministrativo; i genitori e gli studenti;

 

  1. la flessibilità che consente di articolare il rapporto tra chi insegna e chi impara in forma non rigide;

 

  1. l’ integrazione dei vari progetti.

 

A questo schema dobbiamo aggiungere altri quattordici anni in cui abbiamo sviluppato il concetto di scuola inclusiva, che non è affatto una questione legata alle 3D (disagio, disabilità, disturbo), ma a una scuola di qualità che sa dare risposte adeguate ad ogni alunno in quanto persona e non perché appartenente a determinate categorie. Peraltro alcune categorizzazioni, sia degli alunni, sia degli insegnanti, sembrano prefigurare una scuola a parte, ma deve essere chiaro che sono una parte della scuola. E lo si può fare se la scuola si ritaglia il suo spazio peculiare, quello pedagogico didattico, libero dai condizionamenti delle mode transeunti che la vogliono ridurre ad un luogo medicali-zzato e avvocati-zzato. Con tutto il rispetto dovuto ai professionisti coinvolti, insegnanti compresi.

La scuola dell’autonomia non è una scuola dell’autoreferenzialità, ma una scuola che rende conto alla comunità, a cui appartiene in modo dialettico. È una scuola che ha i suoi cardini nella formazione e nella valutazione dei singoli operatori, ma con una visione sistemica o, meglio, olistica.

Dopo tante considerazioni ci si attende un ma. E un ma non si nega a nessuno.

Il ma che vado ad individuare è per me molto importante in quanto sarà la cifra della qualità della BS. È la messa in campo dell’organico funzionale per dare senso ai principi della scuola dell’autonomia e da intendersi funzionale alla progettazione educativo-didattica di una determinata scuola e non di una generica scuola. E qui voglio aprire una riflessione. La presenza degli alunni con disabilità non sempre ha bisogno di insegnanti di sostegno. Può avere bisogno di bravi insegnanti di matematica o di italiano perché gli alunni che frequentano hanno esigenze in quelle discipline. Perché dobbiamo avere un meccanismo rigido legato a tanti alunni, tanti docenti di sostegno? Attenzione che non ho detto di ridurre il personale, ma di permettere alle scuole di avere la possibilità, con l’organico funzionale, di adeguarlo alle proprie esigenze. Anzi. L’organico funzionale significa dare più risorse e più responsabilità alle scuole che dovranno progettare l’abito idoneo all’identità che si sono date.

Fedele all’idea che bisogna fare sintesi mi fermo qui, con la

consapevolezza che ci sono tante altre cose da fare, ma che ci sono delle priorità. Tra queste ho voluto mettere in primo piano proprio l’organico funzionale come chiave di svolta di una scuola per il futuro.

Circular economy

“Circular economy”
by Paolo Manzelli President of Egocreanet

“The concept of waste in nature does not exist; everything is an input to another process in the natural life cycle”

In a mechanical reductionism of science based on a linearity of time, the industrial model of production  follows  a linear sequence of supply chains: starting from  primary products, transformation and conversion in goods  followed by consumption and waste → dispersed  by incineration or landfill. Thus the Industrial linear model, now become exponentially wasteful of environment and inefficient in economy so that nowadays it becomes the deep root of the world wide economic crisis.
By contrast the development of a new model of “circular economy” the production system can renew itself in the context of the future knowledge society. Therefore, it will be built a new coordinated process of production, designed to create minimal waste, allowing the products and co-products and by-products are easily recycled or repaired, to bring them back to raw materials or will be designed in advance to be updated or completely reused.
In the circular economy, the thinking design of value creation will be built on longevity, flexibility of the production-systems  and on new forms of consumption.
So that the linear model of the obsolescent industrial society nowadays, it should be replaced by a circular model that maximizes the effective use and reuse of natural resources.  Any waste is not more  designed to be out  of the production process, this is because  all the materials are seen as an added value gained by co-and by product  in an interlinked cross-cycle performances of new business models of the future Eco-Economy.
In syntheses “Circular economy” breaks with the traditional patterns of linear production, of the old industrial society, which evidently goes from the linear production of a product to its waste destruction. Henceforth the new Circular Business Model  replaces the obsolete linear model through  a “closed loop” approach in the contest of an advanced  knowledge society, going to obtain  ZERO WASTE, e.g. a disruptive innovation model, where the creation of positive value is sought at each stage, avoiding any waste of resources and ensuring customer health and social equity.
The potential innovation of the circular economy may be useful to further improve EU Cooperation, youth employment, cost savings and environmental impacts. As a matter of facts the circular economy knowledge and know-how are a very high opportunity to build up together, economic integration with  human capital, that can be exportable world-wide as knowledge innovation , based on scaling up existing business models of linear production as well as testing new circular ones.
Re-designing industrial systems and encouraging reuse of waste materials it is a goal that  needs to be maintained in  a long term strategy of a circular economy  going  beyond the pursuit of a simple waste prevention and waste reduction. The criteria of development based on “NO WASTE” are directed forward to inspire a fundamental change of cultural paradigm of production and consuming, including technological, organisational and social and economics innovation across and within new value production areas, addressed to accelerate the move towards a ecological circular economy world-wide.
EGOCREANET (NGO c/o Business Incubator of the University of Florence – IT) aims to support the initial transition to a circular economy in Tuscany and also would favour a particular role of Italy to play, and to develop policy options for a rapid change of Circular Economy across a range of areas in agrifood and nutraceutical co-production, for improving health future prevention into a sustainable international strategy. The agri-food chains, currently generate significant amounts of waste, despite the fact that the main challenge, global challenge is addressed to ensure adequate nutrition for a growing world population. So that it becomes a real problem the enormous growth of the quantity of waste in this agro-food sector, because it is associated with an increasingly high risk of environmental impact.
The choose of focus on CIRCULAR ECONOMY about the  AGRIFOOD supply chains therefore it is taken into account by the Egocreanet initiatives, this because,  the large opportunity to utilize agricultural waste in large volumes, allows to obtain  significant benefits in economic and environment that are central to the management of many biological materials in order to utilize sub-products, as alternative energy and also for the possibility to extract nutraceuticals as co-production.
Therefore EgoCreaNet seeks to maximize the potential values ​​of the circularity favouring the start in pilot projects and initiatives for the promotion of an international framework of collaboration between industry and research, aiming to accelerate the transition to a circular diversified on a European scale.
Moreover, EGOCREANET maximize the potential of innovation through the promotion of calls Horizon 2016/20 on Circular Economy oriented in restructuring of the agri-food sector through the formation of a network of research in collaboration with industry, in order to speed up the transition towards a circular economy diversified able to link agriculture with nutraceuticals manufacturing. To achieve these results as a first initiative is to organize the International Conference on CIRCULAR ECONOMY in the food industry and research. This conference will be held in Florence on 29/30 April 2015. During this conference will be launched the new European framework of projects and also H -2016/20 will be presented some studies and reports useful for improving skills to optimize and enhance the co-production of foods and nutraceuticals.

More info about the conference in Florence may be requested to  :
Paolo Manzelli; <EGOCREANET2012@gmail.com> ;https://www.facebook.com/groups/195771803846822/

Biblio On Line:
Zero waste : http://www.zerowastescotland.org.uk/category/subject/circular-economy
Scoping Study 2014: http://www.ieep.eu/assets/1410/Circular_economy_scoping_study_-_Final_report.pdf
State of the Art: http://innodigest.com/towards-the-circular-economy/
H-2015 Call: http://www.2020-horizon.com/Ensuring-sustainable-use-of-agricultural-waste-co-products-and-by-products-i2028.html