Disegno di legge del governo

Il 25 marzo a Roma alle 10 presso l’Auditorium di Via Palermo 10 (Nazionale Spazio Eventi) i sindacati della scuola hanno invitato tutte le forze politiche e i parlamentari a un incontro sui tanti problemi che il piano del governo non affronta in modo adeguato e sulle misure che invece sarebbe urgente adottare.
Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Fgu chiedono infatti sostanziali cambiamenti al disegno di legge del governo e indicano tre questioni come prioritarie:
1. Stabilizzazione del lavoro, da realizzare attraverso un piano straordinario pluriennale di assunzione di tutti i precari, compresi quelli con 36 mesi di servizio che non sono nelle GAE.
Soluzioni vanno trovate anche per i precari idonei al concorso e con 36 mesi senza abilitazione. Le misure proposte devono riguardare sia i docenti che il personale Ata.
Le assunzioni vanno attuate con una legislazione di urgenza. Per il raggiungimento di questi obiettivi le organizzazioni sindacali hanno promosso anche una manifestazione di precari che si terrà nel pomeriggio del 25 marzo alle ore 15, davanti alla Camera dei Deputati.
2. Ruolo della dirigenza. La progettazione dell’attività educativa delle scuole autonome è competenza del Collegio docenti e per renderla il più possibile efficace non può essere affidata solo al dirigente scolastico.
I sindacati considerano inaccettabile affidare al DS la chiamata diretta dei docenti e l’attribuzione del salario accessorio legato alla premialità.
E’ indispensabile definire un bilanciamento dei poteri tra D.S., Collegio Docenti e Consiglio d’Istituto.
3. Contratto nazionale e ruolo della contrattazione. Si chiede l’immediata emanazione dell’atto d’indirizzo per l’apertura delle trattative contrattuali. Il rinnovo del CCNL è indispensabile non solo per rimettere in ordine una disciplina dissestata dai numerosi provvedimenti legislativi intervenuti su materie contrattuali, ma per decidere in sede negoziale tutto ciò che riguarda salario, orario, diritti e doveri del personale.
Dopo sette anni di blocco del contratto, non è accettabile l’ipotesi di discuterne solo gli aspetti normativi, rinviando la parte economica.
Molti Parlamentari hanno già assicurato la loro presenza al momento di confronto promosso dai sindacati scuola.

I docenti per il sostegno possono essere presidenti o membri delle commissioni di esame

I docenti per il sostegno possono essere presidenti o membri delle commissioni di esame a certe condizioni (CM 5/15)

di Salvatore Nocera

L’ESERCITO MARCIAVA …

Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici e per la Valutazione del sistema nazionale di istruzione

Stato Maggiore dell’Esercito Italiano

“L’ESERCITO MARCIAVA …”.

PROGETTO PER LA COMMEMORAZIONE DEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA.

 

 

 

PROGRAMMA ATTIVITA`

 

 

 

Il Progetto “L’Esercito marciava…”, si caratterizza di 3 macro momenti:

 

 

  1. La “STAFFETTA”. Con lo scopo di rappresentare il movimento di avvicinamento a Trieste dai punti più lontani del territorio italiano, saranno realizzate una serie di staffette con personale militare che attraverseranno tutte le regioni italiane. Correndo ininterrottamente lungo tutto l’arco delle 24 ore, i soldati si alterneranno portando, alla stregua di tedofori, una bandiera Italiana simbolo di unità nazionale, raggiungendo Trieste nella mattinata del 24 maggio.

 

 

  1. Gli “EVENTI SOCIO-PROMOZIONALI”. Nei maggiori centri urbani attraversati dalla staffetta verranno condotti degli eventi promozionali con il coinvolgimento delle realtà locali.

L’importante novità dell’iniziativa consiste nella consegna agli eredi, presso gli stand promozionali, degli stati di servizio degli italiani che hanno partecipato alla 1^ Guerra Mondiale. In particolare i documenti saranno consegnati ad alcuni alunni delle scuole che avranno aderito all’iniziativa, su indicazione e stimolo degli enti territoriali dell’Esercito già in contatto per altre attività istituzionali con il mondo della scuola.

Saranno, inoltre, premiati i vincitori del concorso fotografico “La via della Grande Guerra”, bandito dallo Stato Maggiore dell’Esercito, eventualmente presenti presso gli stand.

 

 

  1. L’“EVENTO CONCLUSIVO”. Il 24 maggio 2015 la città di Trieste sarà il luogo in cui si concluderà il progetto “L’Esercito marciava…” con una serie di eventi che si svilupperanno nell’arco della giornata. Sul molo “Audace” sarà realizzato un dispositivo promozionale

che servirà anche da cornice agli altri due eventi: la conclusione della staffetta e il concerto delle bande e fanfare dell’Esercito che avverranno in Piazza Unità d’Italia.

 

ATTIVITA’ PER LE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO

 

 

CONCORSO FOTOGRAFICO “LA VIA DELLA GRANDE GUERRA”

Il concorso, che sarà promosso anche tramite il sito internet dell’Esercito Italiano e i Social Network istituzionali (http://www.esercito.difesa.it/storia/Pagine/Concorso-fotografico-La-via-della-Grande-Guerra.aspx), è rivolto agli studenti delle scuole primarie e secondarie di I e II grado e si pone l’obiettivo di coinvolgere i giovani nel ricordo attualizzato della Grande Guerra. Il concorso, a livello nazionale, avrà come oggetto le strade cittadine intitolate ad eventi e luoghi del primo conflitto mondiale[1]. I partecipanti potranno fotografare le vie delle loro città cercando di collegare il nome della strada o la targa con la relativa scritta o qualunque altro richiamo presente, alla Grande Guerra.

Potrà essere dato libero sfogo alla creatività dei fotografi anche con la realizzazione di scenografie ad hoc o lavorando sulla post-produzione dello scatto fotografico.

Nel corso degli eventi promozionali legati alle staffette del progetto “L’Esercito marciava …” sarà realizzata la mostra fotografica delle immagini vincitrici del concorso.

In allegato il Regolamento del Concorso.

 

 

CONSEGNA STATI DI SERVIZIO COMBATTENTI DELLA 1^ GUERRA MONDIALE

Agli studenti è offerta l’opportunità di richiedere lo Stato di Servizio dei nonni e/o dei bisnonni combattenti della I Guerra Mondiale.

Lo Stato di Servizio è il documento che accompagna tutta la vita del militare (l’esatta denominazione è “Stato di Servizio” per gli Ufficiali e “Foglio Matricolare” per Sottufficiali e truppa). All’interno si trovano tutte le informazioni relative ai compiti svolti, ai reparti di appartenenza, alle malattie, ferite, eventi di vario tipo che hanno coinvolto il militare. Dalla visita di incorporamento al congedo, questo documento accompagna tutta la vita del soldato, quasi fosse un “diario”.

Avere lo Stato di Servizio del proprio avo vuol dire avere la possibilità di conoscerlo meglio e più da vicino, rivivendo gli aspetti bellici che lo hanno visto protagonista con il suo reggimento e i suoi compagni. Per alcuni giovani sarà anche l’occasione per incuriosirsi e comprendere meglio gli eventi della Grande Guerra, approfondendo quelli che hanno visto protagonista un loro parente.

I documenti saranno consegnati agli alunni delle scuole che avranno aderito all’iniziativa presso gli stand promozionali che saranno attivati nella città interessate dal progetto “l’Esercito marciava”. Qualora le attività di ricerca dei documenti si protraggano oltre il mese di maggio p.v., gli stati di servizio saranno consegnati presso gli istituti scolastici di appartenenza appena saranno resi disponibili.

 

[1] Esempi: via XXIV Maggio, via Piave, Piazza Trento e Trieste etc…


CONCORSO FOTOGRAFICO “LA VIA DELLA GRANDE GUERRA”
REGOLAMENTO
 Lo Stato Maggiore dell’Esercito – V Reparto Affari Generali ha organizzato un concorso
fotografico a premi “La via della Grande Guerra”, aperto agli studenti delle scuole primarie e
secondarie. Il concorso si pone l’obiettivo di coinvolgere i giovani nel ricordo attualizzato della
Grande Guerra.
 Oggetto del concorso sono le strade cittadine intitolate a eventi e luoghi del primo conflitto
mondiale (ad esempio via XXIV Maggio, via Piave, Piazza Trento e Trieste etc…). I
partecipanti potranno fotografare la via della loro città cercando di collegare il nome della
strada o la targa con la relativa scritta o qualunque altro richiamo ivi presente, alla Grande
Guerra. Potrà essere dato libero sfogo alla creatività dei fotografi anche con la realizzazione di
scenografie ad hoc o lavori sulla post produzione dello scatto fotografico.
 Le fotografie, in formato digitale, dovranno essere presentate corredate da una breve didascalia
esplicativa avente lunghezza non superiore a 150 caratteri, dalla dichiarazione liberatoria di cui
al punto 6 e successivi del presente regolamento e pervenire, entro il 20 aprile 2015
all’indirizzo e-mail comunicazionemarketing@esercito.difesa.it .
 La Forza Armata procederà, avvalendosi di apposita Commissione nominata dal predetto Stato
Maggiore dell’Esercito, il cui giudizio è da considerarsi insindacabile, a selezionare, fino a un
massimo di 50, le fotografie più significative ed espressive nel rappresentare la Grande Guerra
e il rapporto Esercito Italiano e Grande Guerra.
 Le fotografie così individuate, saranno pubblicate sul sito internet www.esercito.difesa.it e
parteciperanno alla mostra fotografica che sarà realizzata negli eventi promozionali
dell’Esercito. Gli autori riceveranno come premio materiale promozionale a marchio Esercito.
Nel caso in cui sia fattibile, ad esempio coincidenza geografica della residenza del vincitore
con la sede di effettuazione di uno dei citati eventi promozionali, la consegna del premio
avverrà durante lo svolgimento dell’evento stesso.
 Per partecipare al concorso in oggetto i partecipanti maggiorenni, ovvero i genitori o i tutori dei
minori interessati, in qualità di legali rappresentanti degli interessati al trattamento dei propri
dati personali, dovranno esprimere il consenso informato, ai sensi del vigente Decreto
Legislativo n. 196/2003 (codice privacy) per l’utilizzo, da parte dell’amministrazione militare,
dei citati dati (nome, cognome, data di nascita, città di residenza del partecipante / minore) ai
fini della valutazione delle fotografie nell’ambito del concorso in oggetto e dell’eventuale
pubblicazione delle stesse sul sito di Forza Armata e utilizzo nelle attività promozionali.
 Nella dichiarazione liberatoria i predetti partecipanti maggiorenni, ovvero genitori/tutori dei
minori dichiareranno di consentire l’eventuale diffusione al pubblico, anche a mezzo di
apposita azienda prescelta dall’istituzione militare, delle fotografie, delle didascalie e dei nomi
degli autori, per finalità di promozione dell’immagine istituzionale.
 Nella medesima dichiarazione liberatoria i predetti partecipanti maggiorenni, ovvero
genitori/tutori dei minori dichiareranno altresì di impegnarsi a non avanzare alcuna pretesa
economica per l’eventuale utilizzazione delle fotografie per le finalità istituzionali sopra
indicate e di manlevare l’Esercito Italiano da qualunque contestazione proveniente da terzi
circa l’utilizzo delle predette immagini per le medesime finalità, fermo restando che l’Esercito
Italiano si impegna a non utilizzarle per scopi di natura commerciale.


DICHIARAZIONE LIBERATORIA
1. Il sottoscritto ……………1,
(solo per i minori) …………………. 2, in qualità di legale rappresentante dell’interessato al trattamento
dei propri dati personali,
esprime il consenso informato, ai sensi del vigente Decreto Legislativo n. 196/2003 (codice privacy) per
l’utilizzo, da parte dell’amministrazione militare, dei citati dati (nome, cognome, data di nascita, città di
residenza del bambino/ragazzo) ai fini della valutazione della/e fotografia/e nell’ambito del concorso in
oggetto e dell’eventuale inserimento della/delle stessa/e sul sito internet della Forza Armata e nella
mostra fotografica a tema realizzata in occasione delle manifestazioni promozionali.
2. All’uopo il sottoscritto dichiara di essere a conoscenza dei diritti garantiti dal citato Decreto Legislativo
n. 196/2003 a tutela dei dati personali dell’interessato. In particolare, ai sensi dell’art. 7 (Diritto di
accesso ai dati personali ed altri diritti) del citato Decreto Legislativo n. 196/2003, il sottoscritto ha
cognizione che: “L’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali
che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile.
L’interessato ha diritto di ottenere l’indicazione: a) dell’origine dei dati personali; b) delle finalità e
modalità del trattamento; c) della logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di
strumenti elettronici; d) degli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante
designato ai sensi dell’articolo 5, comma 2; e) dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati
personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di rappresentante
designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati. L’interessato ha diritto di ottenere: a)
l’aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l’integrazione dei dati; b) la
cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge,
compresi quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono
stati raccolti o successivamente trattati; c) l’attestazione che le operazioni di cui alle lettere a) e b) sono
state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono
stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un
impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato. L’interessato ha diritto di
opporsi, in tutto o in parte: a) per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano,
ancorché pertinenti allo scopo della raccolta; b) al trattamento di dati personali che lo riguardano a
fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o per il compimento di ricerche di mercato o
di comunicazione commerciale.”
3. Il medesimo (partecipante maggiorenne/genitore/tutore del minore) dichiara di consentire l’eventuale
diffusione al pubblico, anche a mezzo di apposita azienda prescelta dall’istituzione militare, delle
immagini, delle didascalie e dei nomi degli autori, per finalità di promozione dell’immagine
istituzionale.
4. Il sottoscritto si impegna altresì a non avanzare alcuna pretesa economica per l’eventuale utilizzazione
dei predetti disegni per le finalità sopra indicate ed a manlevare l’Esercito Italiano da qualunque
contestazione proveniente da terzi circa l’utilizzo delle predette immagini per le medesime finalità
istituzionali fermo restando che l’Esercito Italiano si impegna a non utilizzarle per scopi di natura
commerciale.
In fede
(luogo e data) (firma)
1 Nome e cognome
2 Specificare lo status di “genitore” o di “tutore” del minore interessato. La dichiarazione dovrà essere sottoscritta da
entrambi i genitori se questi sono in costanza di matrimonio e non sono stati dichiarati decaduti dalla potestà
genitoriale ovvero, avendo lo status di separati o divorziati, sono destinatari di un provvedimento giudiziale che
dispone l’affidamento congiunto dei medesimi minori.

Quando il lupo non è cattivo

L’AESPI, con il Circolo didattico “A. Castellani”, si fa promotrice a Nettuno (Roma) di un Convegno dedicato allo spinoso e attualissimo problema del “bullismo”, sotto il suggestivo titolo Quando il lupo non è cattivo .
L’incontro si svolgerà, secondo l’allegato programma,  nella Sala Consiliare del Comune di Nettuno nel pomeriggio di lunedì 23 marzo con inizio alle ore 15.

Ragazzi Down a lavoro negli Hotel

da Redattore sociale

Ragazzi Down a lavoro negli Hotel: al via la prima fase del progetto Omo
Iniziata oggi in Portogallo la fase sperimentale di “Omo, On my own…at work”, progetto internazionale che promuove l’accesso dei cittadini europei con sindrome di Down alla formazione nel settore alberghiero. Quattro ragazzi hanno iniziato un tirocinio all’Axis Hotéis di Porto

ROMA – Promuovere una società accessibile e inclusiva nei confronti delle persone con sindrome di Down, migliorando il loro processo di apprendimento attraverso lo svolgimento di mansioni lavorative nel settore alberghiero. E’ l’obiettivo del progetto internazionale ‘Omo,On my own…at work’, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Erasmus + Key Action 2 (Cooperation for innovation and the exchange of good practices – Strategic Partnerships), la cui fase sperimentale è iniziata oggi in Portogallo.  Presso l’Axis Hotéis & Golfe di Porto quattro ragazzi con sindrome di Down hanno iniziato infatti un tirocino, mentre in Italia un analogo gruppo di ragazzi, tra i 21 e i 23 anni, ha iniziato la stessa esperienza lo scorso 9 marzo, presso Hotel Melià Aurelia Antica di Roma.

Avviato ufficialmente nel settembre del 2014, il progetto avrà una durata di 36 mesi. Tra i partner l’Associazione Italiana Persone Down come capofila, Edsa – European Down Syndrome Association, Fondazione Adecco Italia, Fundacion Adecco , Appt 21 – Associação Portuguesa de Portadores de Trissomia 21, Axis Hotéis & Golfe Group, Sol Melià Italia, Università di Bologna Alma Mater e Università di Roma Tre.

Il progetto prevede la creazione di strumenti educativi innovativi ideati per i tutor degli alberghi (video dimostrativi con spunti per migliorare la relazione tra il tutor e il tirocinante con sindrome di Down ) oltre a risorse formative (tascabili e interattive) per i giovani con sindrome di Down che svolgeranno uno stage in un hotel e acquisiranno conoscenze, abilità e competenze per svolgere i compiti a loro assegnati. Verrà inoltre creata una rete europea di “hotel amici” che, in accordo con gli enti di formazione ed educazione professionale, ospiteranno stage ed esperienze lavorative di persone con sindrome di Down, organizzati secondo regole di un processo di qualità che prevede, tra l’altro, l’adozione degli strumenti elaborati nell’ambito del progetto.

Gli alberghi che aderiranno alla rete e che si impegneranno formalmente ad offrire con periodicità occasioni lavorative a persone con sindrome di Down, grazie all’applicazione di un apposito codice di condotta, riceveranno un marchio. Attraverso queste azioni il progetto Omo promuoverà l’accesso dei cittadini europei con sindrome di Down alla formazione nel settore alberghiero, attraverso la creazione di partnership durevoli tra le agenzie di formazione, come ad esempio le scuole professionali e le associazioni di persone con disabilità e il settore alberghiero.

Secondo le Nazioni Unite, più di un miliardo d persone, circa il 15 % della popolazione mondiale, vive con qualche forma di disabilità. Ovunque vivano, le persone con disabilità si trovano ad affrontare barriere fisiche, sociali, economiche e culturali, che ne impediscono una piena ed efficace partecipazione nella società a pari titolo con gli altri. Non hanno un equo accesso a risorse vitali quali l’assistenza sanitaria, l’educazione, il lavoro, l’assistenza sociale e legale, oltre a presentare un più alto tasso di mortalità. Nonostante tale situazione, la disabilità molto spesso non compare nelle agende di sviluppo di diversi Paesi nel mondo.

PRIMI SEGNI DELLA LINGUA DEI SEGNI ITALIANA (Il Treno 2014)

Roma. Presentazione della Collana: PRIMI SEGNI DELLA ITALIANA (Il Treno 2014)

Giovedì 26 marzo 2015, ore 17.00, Sala Conferenze – Mediavisuale, Istituto Statale Sordi di Roma, via Nomentana 56 presentazione della Collana: PRIMI SEGNI DELLA LINGUA DEI SEGNI ITALIANA (Il Treno 2014).
Otto librottini cartonati con disegni colorati e con stimoli bilingue (segno e parola per ogni oggetto presentato) per giocare, leggere e osservare immagini: I giochi, A tavola, I vestiti, A casa, In città, In Campagna, Al mare e In Montagna offrono ai più piccoli segni e parole per comunicare il proprio mondo.
Per i più piccoli è previsto un laboratorio gratuito di lettura e gioco con Fiorinda Pino e Costanza Giuliani offerto dalla Cooperativa Sociale Il Treno Onlus (ore: 17.00­-18.30). Per il laboratorio è necessaria la prenotazione: biblioteca@issr.it
Ingresso libero alla presentazione fino a esaurimento posti
E’ garantito il servizio d’interpretariato LIS­italiano e italiano­LIS
La Biblioteca Storica della Mediavisuale partecipa, con “Primi Segni” e altre attività, all’iniziativa #ioleggoperché. Un grande evento nazionale di promozione del libro e della lettura rivolta ai futuri lettori, fondata sulla passione dei lettori di ogni età.
#ioleggoperché è la campagna in occasione della Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, il 23 aprile.

Legittima l’esclusione dal piano di assunzioni degli idonei del «concorso-Profumo»

da Il Sole 24 Ore

Legittima l’esclusione dal piano di assunzioni degli idonei del «concorso-Profumo»

di Nicola Da Settimo

Continuano le polemiche sul piano assunzionale straordinario di docenti, contenuto nel disegno di legge licenziato giovedì scorso dal Consiglio dei Ministri in attuazione della «Buona Scuola». In particolare si registrano proteste per la marcia indietro sull’assunzione degli «idonei» del concorso del 2012, che era data per sicura nella prima versione del piano del Governo, mentre la bozza del Ddl (articolo 8) prevede ora l’assunzione dei soli «vincitori» dello stesso concorso. Ma quali sono le differenze, in termini strettamente giuridici e di interpretazione giurisprudenziale, tra le due categorie?

La distinzione tra le rispettive posizioni giuridiche
Il soggetto individuato all’esito del procedimento amministrativo di selezione (vincitore), può affermarsi titolare di un diritto soggettivo, atteso che dalla decisione di coprire un certo numero di posti e di assumere i vincitori del concorso, scaturisce il diritto alla stipulazione (come per l’aggiudicatario di qualsiasi altro contratto). Invece, l’utilizzazione delle graduatorie anche oltre i termini e le modalità prefissate nella singola procedura concorsuale, risponde a finalità ed esigenze che non sono correlate all’interesse del singolo (l’idoneo) alla copertura effettiva del posto, ma che rispondono all’interesse pubblico di procedere ad assunzioni, in relazione a vacanze sopravvenute di posti in organico che l’amministrazione decida di coprire. Ne discende che l’istituto cosiddetto di “scorrimento della graduatoria”, che consente a candidati semplicemente idonei di divenire vincitori effettivi, presuppone necessariamente una decisione dell’amministrazione di coprire il posto, che equivale sostanzialmente a quella che avvia la procedura di concorso. Una decisione che assume certo a presupposto la vacanza di organico, ma che deve esprimere l’interesse concreto ed attuale dell’amministrazione di procedere alla sua copertura. (Cassazione 3252 del 2003).

L’intervento del giudice amministrativo
Anche per il Consiglio di Stato ( sentenza n. 6004/2014) la disciplina in tema di scorrimento di una graduatoria concorsuale ancora efficace non attribuisce agli idonei un diritto soggettivo all’assunzione per il solo fatto della vacanza e della disponibilità di posti in organico (corrispondenti alla qualifica e/o alla categoria della graduatoria concorsuale), atteso che l’amministrazione non è obbligata alla loro copertura, dovendo, per contro, assumere una decisione sul piano organizzatorio, direttamente correlata agli eventuali limiti normativi alle assunzione, alle disponibilità di bilancio, alle scelte programmatiche compiute dagli organi di indirizzo e a ogni altro elemento di fatto o di diritto rilevante, per stabilire se procedere o meno al reclutamento di personale. Peraltro, con altra pronuncia (sentenza 178/2014) il Consiglio di Stato ha anche precisato che la decisione di “scorrimento” della graduatoria non può essere collocata su un piano diverso e contrapposto rispetto alla determinazione di indizione di un nuovo concorso, tanto che si è oramai realizzata la sostanziale inversione del rapporto tra l’opzione per un nuovo concorso e la decisione di scorrimento della graduatoria preesistente ed efficace, in quanto quest’ultima modalità di reclutamento rappresenta oggi la regola generale, mentre l’indizione del nuovo concorso costituisce l’eccezione e richiede un’apposita e approfondita motivazione, che dia conto del sacrificio imposto ai concorrenti idonei e delle preminenti esigenze di interesse pubblico.

L’applicazione concreta
Tuttavia, la riconosciuta prevalenza delle procedure di scorrimento non è comunque assoluta e incondizionata, perché sono tuttora individuabili casi in cui la determinazione di procedere al reclutamento del personale mediante nuove procedure concorsuali, anziché attraverso lo scorrimento delle preesistenti graduatorie, risulta pienamente giustificabile, con il conseguente ridimensionamento dell’obbligo di motivazione.
Nel caso di specie, peraltro, da un alto, la decisione di non procedere con lo scorrimento della graduatoria del concorso ordinario del 2012 non sarebbe di competenza dell’amministrazione, essendo contenuta in un atto di legge (non necessita pertanto di alcuna motivazione); dall’altro lato, in effetti, la mancata nomina degli idonei non sembra derivare tanto dall’opzione per una nuova procedura concorsuale, quanto piuttosto dalla scelta discrezionale del legislatore di dare prevalenza al definitivo esaurimento dell’altra “gamba” delle procedure concorsuali di reclutamento del personale docente, cui sono normalmente riservati metà dei posti disponibili per le nomine in ruolo, cioè, appunto, le graduatorie ad esaurimento.

Arriva l’«Officina dei nuovi lavori» per combattere la dispersione scolastica

da Il Sole 24 Ore

Arriva l’«Officina dei nuovi lavori» per combattere la dispersione scolastica

di Claudio Tucci

Per formare i giovani sulle nuove competenze digitali e realizzare attività di orientamento professionale prende il via a Roma l’«Officina dei nuovi lavori», che attiverà quattro laboratori didattici e percorsi formativi «per più di 10 mila giovani» tra i 15 e i 29 anni, «con
precedenza a chi non studia o lavora».

La presentazione
L’iniziativa, promossa da Fondazione mondo digitale e Google, è stata presentata ieri, a Roma: per i ragazzi saranno promossi corsi settimanali della durata di 22 ore per imparare a utilizzare laser cut e stampanti 3D, corsi di video making con animazione 3D, di game development e di tecnologia immersiva. «È una risposta a un problema grave e acuto come la disoccupazione giovanile – ha sottolineato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti -. Siamo convinti che non si impara in un luogo solo, nella scuola in primis, ma anche nei laboratori e nelle imprese». Un in bocca al lupo all’«Officina dei nuovi lavori» è arrivato via twitter anche dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini; e il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha assicurato: «Costruiremo attorno a esperienze come quella di stamattina un habitat favorevole».

I dettagli del progetto
Obiettivo dell’iniziativa è formare nei prossimi due anni oltre 10mila under29 anni, e dare così una risposta per combattere la dispersione scolastica e realizzare attività mirate di formazione e orientamento professionale per giovani ai margini del sistema formativo e lavorativo italiano. Dal digital manufacturing all’innovazione d’impresa, dal gaming alla realtà immersiva, l’«Officina dei Nuovi Lavori» propone una vera e propria esperienza immersiva digitale per favorire sin da subito un confronto con aziende e professionisti. Gli studenti potranno prendere parte ad attività formative specifiche nei 4 diversi ambienti didattici realizzati negli spazi dell’Officina: a) fab lab: imparare ad utilizzare laser cut, stampante 3D e gli altri strumenti tipici di un fab lab; b) video lab: corsi di video making con animazione 3D ed effetti visuali; c) game lab: game development e interactive storytelling; e d) immersive lab: tecnologia immersiva e realtà aumentata. A ciascun percorso formativo vengono inoltre associate attività legate allo sviluppo di soft skills (leadership, team building, motivazione).

Competenze digitali
«Entro il 2020 – ha ricordato la portavoce di Google Italia, Simona Panseri – ci saranno 900mila posti di lavoro in Ue non occupati a causa delle mancanza di competenze digitali». E per il 2018 il mercato delle app darà occupazione a 4,8 milioni di persone e contribuirà per 63 miliardi di euro al Pil dei paesi europei. Il mercato digitale europeo è più ampio di quanto si pensi e la speranza è che da questi laboratori possano nascere occupazione e idee». «Le conoscenze per quanto indispensabili non bastano – ha concluso il direttore scientifico della Fondazione mondo digitale, Alfonso Molina – ai giovani serve una maggior capacità imprenditoriale perché possano realizzare se stessi».

Le scuole in ospedale sono 240: lezioni garantite a 72mila alunni-pazienti

da Il Sole 24 Ore

Le scuole in ospedale sono 240: lezioni garantite a 72mila alunni-pazienti

di Marzio Bartoloni

Sono ricoverati in ospedale per cure, interventi chirurgici o lunghe riabilitazioni oppure sono rimasti a casa dove la loro malattia gli impone di restare per non peggiorare le loro condizioni di salute. Sono gli oltre 70mila giovani pazienti che grazie a più di mille insegnanti non perdono una lezione e concludono così in tempo il loro percorso di studi con tanto di pagelle. Perché la scuola, prima in sordina e poi con numeri sempre più importanti, è entrata in ospedale e a casa per garantire da oltre vent’anni il diritto all’istruzione accanto a quello alla salute. A fare un bilancio di queste iniziative è un workshop di tre giorni, iniziato ieri, dedicato al tema e organizzato dal ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Politecnico di Milano e il Cnr. «È uno dei nostri fiori all’occhiello – ha sottolineato il ministro Giannini -, su questo fronte l’Italia è all’avanguardia, non vogliamo arretrare di un passo. È un fronte su cui vogliamo continuare a investire».

La mappa
Le scuole in ospedale sono in tutto 240 e distribuite praticamente in tutte le Regioni con una presenza in 140 strutture sanitarie dove nell’anno scolastico 2013-2014 hanno potuto studiare (oltre a curarsi) 72.765 studenti-pazienti seguiti da oltre 1.000 insegnanti. Si contano più sezioni in Lombardia (39 in 30 ospedali), Campania (38 sezioni in 16 strutture sanitarie) e Sicilia (30 in 14 nosocomi). L’unica Regione senza scuole in ospedale è invece il Molise. I giovani degenti, qualunque sia l’età e il tipo di scuola che frequentano, possono vedere riconosciuto e validato il percorso che seguono, essere valutati sia in itinere, attraverso specifiche prove di verifica, che al termine dell’anno scolastico, grazie al raccordo continuo con la scuola e la classe di provenienza e dunque non rischiano più di perdere l’anno scolastico. Se degli oltre 72mila studenti ricoverati (dalla scuola dell’infanzia alle superiori) censiti nel 2013-14 la stragrande maggioranza – 41.783 – è in ospedale per una degenza breve (2-7 giorni), ce ne sono 7.610 che restano fino a 15 giorni e 4.129 costretti a lunghe degenze; 4.890 sono bambini o ragazzi stranieri e 3.411 disabili. Quanto ai docenti ci sono prof di ruolo e a tempo determinato, a orario completo o parziale, e anche un drappello di docenti provenienti da reti (119) o associazioni di volontariato (62).

Cure e studio anche a casa
Superata la fase volontaria ed episodica, il ministero dell’Istruzione dagli anni Novanta ha reso “ordinaria” l’offerta di scuola in ospedale e ha dotato i principali reparti pediatrici di docenti per favorire l’apprendimento dei ragazzi temporaneamente malati e contrastare così una fetta di dispersione scolastica. Ma accade anche che diversi minori, dopo essere stati dimessi, devono restare a casa per proseguire le cure e non possono riprendere la scuola a causa delle basse difese immunitarie. Per loro è pensata l’istruzione domiciliare. Sempre nel 2013-14 ne hanno usufruito 1.235 studenti. 1.015 sono state le scuole che hanno attivato il servizio impegnando 3.448 docenti. Una convenzione tra la Direzione generale per lo Studente del Miur, il Politecnico di Milano e il Cnr supporta un portale informatico online per la Scuola in ospedale e a domicilio. Il sito consente al ministero di raccogliere, monitorare ed estrapolare tutti i dati finanziari e organizzativi che vengono inseriti da tutte le regioni italiane, e agli utenti finali (genitori, docenti ed operatori di scuole e ospedali) di reperire le informazioni necessarie e di comunicare tra loro.

Cinquecento studenti alla prova: app e piattaforme per ripensare la scuola

da Il Sole 24 Ore

Cinquecento studenti alla prova: app e piattaforme per ripensare la scuola

di Pierangelo Soldavini

Le tecnologie digitali stanno trasformando il mondo della scuola con modalità innovative di apprendimento, permettendo di accorciare le distanze che dividono l’aula scolastica dalla realtà quotidiana degli studenti. E possono fornire anche strumenti innovativi per coinvolgere i ragazzi stessi nella discussione e nella trasformazione dell’apprendimento e della scuola nel suo complesso.

La sfida
E’ questa la sfida del primo Hack School, la “maratona digitale” dedicata al mondo scuola promossa dal Miur in collaborazione con H-Farm e con Meta che ha visto in due giorni nei padiglioni della Fiera di Milano nell’ambito del Gec, il Congresso globale dell’imprenditorialità, cinquecento studenti del quarto anno di scuola superiore arrivati da tutta Italia all’opera, divisi in una sessantina di team. Che si sono sfidati a suon di idee, di creatività e di applicazioni per trasformare la scuola all’insegna dell’apertura, della valorizzazione delle competenze, del collegamento con il mondo del lavoro e con il territorio e della condivisione dei saperi.

Il risultato sono sei progetti concreti che saranno incubati, sotto l’egida del Miur, nel quartier generale di H-Farm per una settimana la prossima estate. C’è così la app che punta a trasformare la scuola in un ambiente che attira anche l’esterno, attivando al suo interno un centro di cultura che sfrutti le competenze degli studenti e creando una app che metta la cultura e i servizi della scuola al servizio dei cittadini e del territorio.

Link con il mondo del lavoro
Nell’ambito del collegamento con il mondo del lavoro e della valorizzazione delle competenze sono emerse una web app in grado di mettere a diposizione le competenze, scolastiche ed extrascolastiche, degli studenti con la trasformazione dei talenti in voti e competenze e una piattaforma che rende visibili le competenze informali dei ragazzi ad aziende e scuole grazie a una card con tecnologia Nfc. Ma anche il filone dell’apertura alla comunità ha visto l’affermazione di un progetto che punta al mondo del lavoro: una app e una card collegata che permette ai ragazzi di vivere un’esperienza personale e professionale collaborativa all’interno della comunità territoriale. Così come il gruppo dedicato all’educazione informale attraverso l’esperienza ha registrato la vittoria di un sito il cui slogan è Impara e lavora, incentrato sull’indicizzazione e sulla trasparenza delle attività di formazione.

Del tutto particolare il contest legato al cibo in ambito scolastico: il team vincente ha sviluppato una nuova tipologia di bottiglia ecologica per il consumo dell’acqua, abbinando un contest in crowdsourcing per sceglere il design per la bottiglia da creare l’anno successivo. Tutti progetti all’insegna della collaborazione e della condivisione dei saperi, che segnalano una gran voglia degli studenti di partecipare e di dire la loro nella trasformazione della scuola. Proprio per questo il Miur vuole che questa esperienza non resti isolata ma che si trasformi in un format a disposizione delle scuole, da replicare nei prossimi anni, anche a livello locale.

Riforma scuola, tutti i precari in angoscia: dai 100mila salvi ai 202mila esclusi

da Repubblica.it

Riforma scuola, tutti i precari in angoscia: dai 100mila salvi ai 202mila esclusi

I contenuti del disegno di legge sulla Buona scuola hanno rimesso in discussione i criteri del decreto iniziale: interi blocchi di docenti in attività restano fuori

di SALVO INTRAVAIA

Dopo gli annunci e e i continui cambi di marcia del governo sulla Buona scuola, i precari sembrano tutti scontenti: sia i 100mila ai quali, se il Parlamento farà in fretta, è stata assicurata l’immissione in ruolo da settembre, sia i 202mila esclusi dal mega piano di assunzioni, alcuni dei quali in cattedra da supplenti anche da dieci anni. E con la prospettiva dopo lustri di sacrifici, e quattrini sborsati per acciuffare l’abilitazione all’insegnamento, di doversi inventare in un’altra professione. Insomma, un paradosso generato dai continui stop and go in corso d’opera tra il 3 settembre, data in cui è stato presentato il dossier La Buona scuola, e lo scorso 12 marzo, giorno in cui il consiglio dei ministri ha finalmente varato un disegno di legge che contiene il piano di assunzioni per l’anno prossimo.

Poco più di sei mesi in cui migliaia di precari, con l’orecchio attento alle parole del premier Renzi, si sentivano il posto in tasca. E che adesso temono di finire nella polvere. Padri e madri di famiglia che, senza troppi giri di parole, si sentono traditi. Alcuni sono scesi in piazza ieri, altri sono in sciopero della fame da giorno 9 marzo e non intendono recedere da questa forma di protesta estrema. Sono in tutto una cinquantina, quasi tutti con almeno 10 anni di supplenze alle spalle, disseminati in tutta Italia. Il record spetta a Francesca Inzerillo, precaria da 20 anni su Filosofia e storia, che insegna in provincia di Palermo. Tutti chiedono “assunzioni subito e senza condizioni” e dicono “No alla Buona scuola”.

Ma andiamo con ordine. Lo scorso settembre il governo annunciava 148mila immissioni in ruolo a partire dal prossimo primo settembre. Nell’imbarcata generale rientravano tutti, nessuno escluso, gli iscritti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento e gli idonei dell’ultimo concorso a cattedre, circa 6mila persone. L’obiettivo dichiarato è quello di chiudere definitivamente col precariato della scuola e avviare una stagione di concorsi in cui gli insegnanti vengano assunti esclusivamente “per merito”. Ma a fine novembre arriva la prima tegola: la Corte di giustizia europea condanna l’Italia per abuso di contratti a termine nella scuola.
In altre parole, i giudici di Lussemburgo ritengono che la reiterazione di contratti a tempo determinato nei confronti delle migliaia di supplenti che lavorano giornalmente nella scuola non sia affatto giustificato dalle caratteristiche specifiche del settore scolastico. E un numero non meglio precisato di supplenti  –  25mila secondo fonti ministeriali, 60mila secondo fonti sindacali  –  sperano di rientrare nel piano di assunzioni che il governo sta preparando, anche se non inclusi nelle graduatorie ad esaurimento, in virtù del fatto che sono in cattedra da almeno tre anni. Il piano di assunzioni è il cuore della Buona scuola renziana, il tassello principale da cui scaturiscono quasi tutti gli altri tasselli: organico funzionale, aumento delle discipline studiate, eliminazione della “supplentite”, rilancio dell’autonomia scolastica, solo per citarne alcuni.
Il governo, per dare attuazione ai principi delineati nel dossier estivo, predispone un decreto-legge che all’articolo 12 prevede un “piano assunzionale straordinario” e all’articolo 13 una nuova “procedura concorsuale”. Ma, i primi di marzo, quando il decreto-legge comincia circolare, arriva a sorpresa un clamoroso cambio di rotta: Renzi, accusato di decisionismo dalle opposizioni, stavolta decide che la riforma passerà attraverso un disegno di legge. E manda in soffitta il decreto-legge che contiene le assunzioni di tutti i precari e quote riservate nei futuri concorsi per chi rimanesse fuori. Il 3 marzo il presidente del Consiglio illustra le “Linee guida della Buona scuola”, ma del piano di assunzioni non c’è traccia.

Soltanto il 12 marzo, quando il governo approva il disegno di legge, si scopre che 30mila docenti di scuola dell’infanzia resteranno congelati: per loro nessuna assunzione dal primo settembre, perché devono aspettare l’approvazione del percorso zero-sei anni proposto dalla senatrice del Pd, Francesca Puglisi. E, a sorpresa, restano fuori anche i 6mila idonei del concorso bandito nel 2012, che avrebbero dovuto entrare di ruolo addirittura prima dei colleghi inseriti nelle graduatorie provinciali. In più, nessun precario sa ad oggi chi verrà assunto in effetti perché l’organico dell’autonomia si forma dal basso  –  saranno i dirigenti-sindaci a richiedere le risorse al ministero  –  e solo dopo una ricognizione si saprà chi è dentro e chi resterà fuori.

Un cambio di rotta che spiazza tutti: i 36mila  –  infanzia e idonei del concorso  –  si sentono traditi, mentre i 100mila col posto virtualmente in tasca non prendono bene la novità di passare sotto le forche caudine del preside-sindaco per la conferma in ruolo, anziché sotto il giudizio del più democratico Comitato di valutazione del servizio degli insegnanti. E, dopo anni di precariato, non sono affatto contenti di andare incontro ad una rimandatura a settembre, o addirittura una bocciatura, se il loro lavoro non sarà gradito al dirigente scolastico-sindaco. In più, l’idea di fare da tappabuchi nell’organico funzionale dell’autonomia non è certo il massimo. Ad ascoltarli, i precari in attesa dell’assunzione si sentono già insegnanti di serie B perché nessuno sa cosa li attende dall’organico funzionale dell’autonomia. “Ci chiameranno per fare le fotocopie”, dice sarcasticamente uno di loro.

Ma non solo. In coda alla lunga lista degli scontenti ci sono i dimenticati dal governo, che non avranno più il salvagente del concorso pubblico con una quota di posti riservati. E’ lo stesso dossier di settembre a scandirne l’elenco: quasi 9mila laureati in Scienze della formazione primaria che misteriosamente dopo il 2010/2011 non possono più accedere alle graduatorie ad esaurimento; 55mila diplomati magistrali il cui titolo di studio è abilitante e hanno diritto di entrare nelle liste provinciali; 500 “congelati” Ssis (le Scuole di specializzazione all’insegnamento secondario); 69mila abilitati attraverso i Percorsi abilitanti speciali (i Pas) e 33mila abilitati attraverso i Tirocini formativi attivi (i Tfa), che hanno tutti foraggiato gli atenei con cospicui versamenti per pagare le tasse. In totale, 166mila abilitati di stato che non hanno prospettive se, come recita il testo provvisorio del disegno di legge, dopo il primo settembre il ministero cancellerà le graduatorie provinciali dei precari per dare vita soltanto a concorsi pubblici. Molti si trovano nelle graduatorie d’istituto e lavorano anche da dieci anni su cattedre vacanti.  Dario, docente di Informatica iscritto nelle graduatorie d’istituto, si sente “offeso e non considerato”. “Un docente che dopo 11 anni di supplenze scopre che non sarà immesso in ruolo a meno che, come dice Renzi, non vinca il concorso del 2016. Altrimenti rimani a casa”. Stessa disperazione per Pasquale, abilitato per effetto della laurea in Scienze della formazione primaria, che non riesce a darsi pace per non esser mai riuscito ad entrare nelle graduatorie che daranno il posto.

Resteranno fuori, ma per loro c’è sempre l’ancora di salvataggio del giudice del lavoro, anche color che rientrano nella sentenza della Corte di giustizia europea che ha condannato il nostro paese per abuso di contratti a tempo determinato. Il caso di Dario e di migliaia di suoi colleghi, che potrebbero ottenere il lasciapassare per la cattedra affidandosi alla carta bollata

Scuola, lezioni ad hoc per 72.765 studenti ricoverati

da La Stampa

Scuola, lezioni ad hoc per 72.765 studenti ricoverati

Giannini, fiore all’occhiello su cui vogliamo continuare ad investire
roma

«L’istruzione in ospedale e domiciliare rappresenta uno dei fiori all’occhiello delle attività del Miur, che consente a migliaia di ragazzi in degenza di non perdere il diritto allo studio attraverso il lavoro straordinario di insegnanti specializzati». È il messaggio inviato dal ministro dell’Istruzione al workshop nazionale sulla Scuola in ospedale e domiciliare con studiosi, dirigenti e docenti, in corso a Roma.

«Sono docenti – ha sottolineato – che vanno ringraziati ogni giorno e che rappresentano la buona scuola che esiste già. Su questo fronte l’Italia è all’avanguardia, non vogliamo arretrare di un passo. È un fronte su cui vogliamo continuare ad investire».

La scuola in ospedale è oggi diffusa in tutti gli ordini e gradi del percorso formativo e la sua presenzaá nelle strutture ospedaliere garantisce ai bambini e ai ragazzi ricoverati il diritto all’istruzione, oltre ad essere un valido strumento contro la dispersione scolastica. Sono 72.765 gli studenti e oltre mille i docenti coinvolti nel progetto Scuola in ospedale (dati anno scolastico 2013/2014).

Il Miur, superata la fase volontaria ed episodica, dagli anni ’90 ha reso «ordinaria» l’offerta di scuola in ospedale ed ha dotato i principali ospedali pediatrici di docenti, assegnati a questo peculiare e delicato compito: favorire l’istruzione e l’apprendimento dei ragazzi temporaneamente malati anche per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica che un tempo, quando la scuola in ospedale non esisteva, era piuttosto diffuso.

Oggi i ragazzi che sono in ospedale, qualunque sia l’età e il tipo di scuola che frequentano, hanno l’opportunità di continuare la loro scolarizzazione grazie alla presenza delle sezioni scolastiche all’interno degli ospedali e dei reparti pediatrici di tutte le regioni. Possono inoltre veder riconosciuto e validato il percorso che seguono, seguiti dai docenti ospedalieri; essere valutati sia in itinere, attraverso specifiche prove di verifica che al termine dell’anno scolastico, grazie alla cura della documentazione del percorso formativo seguito e al raccordo continuo con la scuola e la classe di provenienza. In questo modo i ragazzi non rischiano più di perdere l’anno scolastico.

La scuola in ospedale e a domicilio rappresenta una delle nuove frontiere dell’istruzione, un’offerta formativa nuova, che è scuola anche se avviene fuori dalle pareti della classe, con un’organizzazione e modalità certamente molto diverse ma con la stessa finalità: educare l’uomo e il cittadino di domani.

Le difficili condizioni di insegnamento richiedono per il docente una professionalità molto più ricca: non solo competenze disciplinari ma anche affettivo-relazionali, che lo rendano capace di utilizzare molteplici strumenti e tecniche, di mantenere rapporti significativi con gli altri soggetti, con il personale sanitario e con la famiglia, di utilizzare le tecnologie più avanzate come strumento di collegamento con il mondo e di supporto al processo di apprendimento.

Oggi i minori rimangono in ospedale il tempo necessario a realizzare le prime cure e/o gli interventi chirurgici necessari. In seguito sono dimessi ma con l’obbligo di rimanere a casa per il prosieguo delle cure e non possono riprendere la scuola a causa delle basse difese immunitarie. Da ciò scaturisce la richiesta di istruzione domiciliare.

Maturità, solo il 55% promossi alla simulazione di matematica

da La Stampa

Maturità, solo il 55% promossi alla simulazione di matematica

La prova si è svolta a fine febbraio su un testo redatto dal Miur. La seconda in programma per il 22 aprile

Il 25 febbraio scorso si è svolta la simulazione di seconda prova di Maturità per i ragazzi del liceo scientifico, che hanno dovuto misurarsi con il problema di Matematica, materia protagonista del secondo scritto d’esame. I maturandi però hanno avuto non pochi problemi a risolvere il compito: solo il 55%, infatti, è risultato sufficiente secondo i risultati comunicati dalle scuole. Sono stati coinvolti più di 47mila studenti su circa 700 scuole, segnala Skuola.net.

 

Dunque non è andata benissimo la prima simulazione nazionale di seconda prova di matematica, il cui testo è stato redatto dal Miur. Del 55% di ragazzi che ha raggiunto un punteggio positivo, il 19% ha ottenuto risultati eccellenti mentre la maggior parte, il 36%, ce l’ha fatta per il rotto della cuffia. Circa il 30% è risultato insufficiente e circa 1 ragazzo su 6 ha ricevuto una grave insufficienza.

 

La simulazione di seconda prova di matematica del 25 febbraio proponeva due differenti tracce, tra cui gli studenti hanno dovuto scegliere. La maggior parte degli studenti ha deciso di risolvere il primo problema, sulla collisione tra due meteoriti: ben l’80%. Uno su 3 dei ragazzi che hanno scelto questa traccia, però, non è riuscito a completarla. Un po’ meglio è andata alla minoranza che si è confrontata sul secondo problema, che riguardava la costruzione di una teca, sebbene anche qui ci sono stati non pochi problemi: 1 su 4 circa non l’ha finito.

 

Insomma, i risultati di questa prima simulazione, conclude Skuola.net, non sono confortanti e si potrebbe preannunciare una vera e propria strage tra i maturandi dello scientifico sul secondo scritto. Tuttavia il portale ricorda che la risoluzione del problema riguarda solo la prima parte della seconda prova di Maturità allo scientifico, mentre la seconda riguarderà alcuni quesiti da svolgere. Proprio sui quesiti, infatti, è probabile che si baserà la prossima simulazione di seconda prova di Maturità per lo scientifico, in programma per il 22 aprile.