CONCORSO DIRIGENTI SCOLASTICI TOSCANA: UN’INGIUSTIZIA DA SANARE

CONCORSO DIRIGENTI SCOLASTICI TOSCANA: UN’INGIUSTIZIA DA SANARE

 

Purtroppo siamo stati tristi profeti nel prevedere che, alla fine, avrebbero pagato solo coloro che avevano superato tutte le prove e, in qualità di vincitori, avevano assunto servizio: condannati a scontare l’imperdonabile colpa di essere incappati in un’Amministrazione che ha – avrebbe? – dato prova di leggerezza e nelle maglie di una giustizia amministrativa che – nel caso di specie – si è irrigidita in un esasperato, capzioso formalismo.

Abbiamo letto, difatti, che ben 22 dei non ammessi all’esito della ricorrezione delle prove, che da tre anni svolgono la funzione dirigenziale senza che alcun rilievo – a quanto ci risulta – sia stato loro mosso e/o senza essere mai incorsi un una valutazione negativa formalizzata in atti, dovrebbero – il condizionale vale come auspicio e sincera, meritata, solidarietà – ritornare all’insegnamento, unitamente agli idonei ora defraudati dall’inerente qualifica già acquisita.

E nel formulare la predetta previsione avevamo contestualmente suggerito al Legislatore una soluzione che ci era parsa – e lo è tuttora – onesta e doverosa, in tre appelli lanciati tra aprile e novembre 2014.

La riproponiamo con forza perché non è moralmente accettabile costringere i malcapitati colleghi ad intraprendere una costosa e defatigante via crucis giudiziaria. Se siamo ancora un Paese civile, deve risolutivamente intervenire lo stesso Legislatore sinora rimasto sordo. E potrà farlo nell’ambito dell’iter di approvazione del disegno di legge delega attuativo della “Buona scuola”, che dovrebbe avere una celere corsia parlamentare e tradursi in norma giuridica, secondo le previsioni, entro maggio corrente anno.

Dunque, i vincitori del concorso poi annullato, già incardinati nella funzione, dovrebbero presentare una relazione scritta sull’esperienza maturata, da discutere davanti ad una Commissione ad hoc e il cui positivo giudizio darebbe luogo alla (ri)nomina a dirigente, con riattribuzione della sede a suo tempo assegnata o, necessitando, di una diversa sede.

Parimenti, per i già idonei si dovrebbe istituire un corso intensivo di formazione, di durata contenuta, che si concluda con un colloquio e il cui esito positivo consentirebbe l’inclusione nella graduatoria ad esaurimento, con la riattribuzione del punteggio susseguente al già avvenuto superamento delle prove concorsuali poi cassate.

Non è una sanatoria. Semplicemente, è un atto di giustizia.

I NEMICI DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA CI RIPROVANO

I NEMICI DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA CI RIPROVANO. E ALLA GRANDE!

 

Abituati, con spirito laico, ad argomentare e documentare le nostre analisi, peraltro non sempre di lieve lettura, per il dovuto rispetto di persone – come dire? – mediamente acculturate, che non meritano di essere ammannite con stantii slogan e datate parole d’ordine, non ci siamo risparmiati i rilievi critici sulla Strepitosa rivoluzione contenuta nell’ultima(?) versione del disegno di legge sulla Buona Scuola. Che si propone l’attuazione dell’autonomia scolastica a quasi vent’anni dalla propria nascita nell’ordinamento giuridico, parzialmente ricopiando – con un futuribile ipercongestionato disegno di legge delega e secondo la collauda tecnica delle scatole cinesi – norme già tutte scritte e fin’ora rimaste quiescenti.

Soprattutto – il nostro sito è lì a testimoniarlo – non meno severi, o semplicemente onesti, siamo stati nella valutazione della reale consistenza dell’ ancor più strepitoso dirigente scolastico, che la predetta autonomia dovrebbe realizzarla.

Tanto premesso, non vi è dubbio che va per intanto registrata – ed apprezzata – la dirimente chiarezza recata, sul punto, da (al momento ancora una bozza di) un testo normativo i cui principi – esplicitati de plano e/o condotti a sistema tramite un’analisi ermeneutica propria della scienza giuridica – spazzano via il coriaceo preside dalla straripante vitalità, a tutt’oggi e sempre oscillante tra gli opposti poli di terminale gerarchico di un’Amministrazione burocratica e invasiva, esecutore di disposizioni da far eseguire, ovvero leader educativo carismatico, semplice coordinatore della didattica quale primus inter pares in una conviviale comunità scolastica autoconsistente, e autoreferenziale, fondata sulla libertà dell’arte e della scienza e sul loro libero insegnamento, sciolta da qualsivoglia vincolo che non sia quello che sovranamente si determini di autoimporsi. Dunque, perché no?, elettivo: dato che, in siffatta deamicisiana visione, è puramente priva di senso ogni domanda se basti un’elezione in seno a un collegio dei docenti per attribuire competenze gestionali, organizzative, amministrative, oltre che didattiche e pedagogiche.

Il disegno di legge è inequivoco: Il dirigente scolastico, per assicurare l’autonomia funzionale dell’istituzione cui è necessariamente preposto in posizione apicale, è colui che, a tal fine, deve svolgere compiti di gestione direzionale, organizzativa e di coordinamento, con responsabilità delle scelte didattiche, formative e della valutazione delle risorse umane e del merito dei docenti.

Certamente, la sua obbligata posizione di garanzia nel perseguimento della mission istituzionale va sapientemente bilanciata con la protezione dei soggetti operanti nella duplice veste di professionisti, dotati di larga discrezionalità (o di autonomia, se più piace) tecnica nel doveroso espletamento di una funzione pubblica e presidiata da principi costituzionali, e di lavoratori attributari dei comuni diritti – e incisi dei correlati doveri – della generale disciplina civilistica. Ma non si può più consentire di barare a coloro che, nella manifestazione unitaria che hanno appena celebrato in Roma, hanno replicato il consueto e consunto armamentario ideologico per depotenziare la nuova – più che rafforzata, esplicitata – figura dirigenziale, come contraltare del mantenimento di quel fitto sistema di tutela impiegatizia di personale fungibile, potendo allegare un’ulteriore legittimazione – e quindi di poter parlare anche suo nome – della ritenuta controparte, sino a ieri datoriale, oggi padronale, che ha loro regalato, complessivamente considerati, la rappresentatività assoluta nella quinta area della dirigenza scolastica.

E difatti, CGIL-CISL-UIL-SNALS E GILDA, strettamente a braccetto, diranno che:

  • La scuola non è un’azienda e la libertà d’insegnamento non può essere messa a mercato e sottoposta a premialità;
  • La progettazione dell’attività educativa delle scuole autonome va incardinata nel collegio dei docenti;
  • È inaccettabile affidare al dirigente scolastico la chiamata diretta dei docenti e l’attribuzione del salario accessorio legato alla premialità;
  • Tutto ciò che riguarda salario, orario, mobilità, estensivamente diritti e doveri del personale è materia contrattuale;
  • Riassuntivamente – giusto perché non vi siano equivoci di sorta – , per evitare danni irreparabili al nostro sistema d’istruzione l’intero disegno va rigettato.

Ovviamente, depotenziata la dirigenza scolastica, viene meno l’indispensabile corollario che ne imporrebbe la collocazione nel ruolo unico della dirigenza statale, al di fuori del quale – è forse la ventesima volta che lo evidenziamo – non vi è dirigenza, per espressa previsione de lege ferenda.

E vi è di più. Perché la CGIL ha deciso di rompere il presunto equilibrio secondo il quale un 50% della categoria sarebbe a favore di una, pur temuta, dirigenza vera e l’altro 50% – dunque un po’ meno di quanto rappresentato dalle sigle sindacali generaliste – di una, ma rassicurante, dirigenza farlocca. Ma proprio non siamo riusciti a sapere da quale fonte abbia potuto attingere o da quale fonte abbia potuto dedurre che d’ora in poi il dirigente dell’USR sceglierà a sua discrezione super professori con incarico triennale per dirigere le scuole. E così i presidi-sceriffi sono bell’e serviti: anche per loro vi sarà la scelta diretta del potere politico-amministrativo. Conviene dunque – è questo il messaggio – rimanere in un’apposita autonoma, separata area, come che essa possa essere rinumerata e ridenominata: Un Eden per contemplarvi, ancora e per sempre, un’ immortale specificità o un retrobottega in cui continuare a farvi stazionare lo scarto di tutta la dirigenza pubblica?

Ci riesce, questa volta, veramente difficile non condividere un passaggio di un’ultima intervista al nostro pirotecnico Presidente del Consiglio: che la deriva autoritaria della riforma è il nome che taluni commentatori e professori un po’ stanchi danno alla loro pigrizia. O, aggiungiamo, che restano arroccati, prosaicamente, a difesa delle comode, risalenti e parassitarie rendite di posizione.

Altrimenti (ri)detto, siamo di fronte a dei muli o a delle volpi?

Ai dirigenti scolastici la risposta.

Assunzioni, il Ministro Giannini conferma gli errori del Governo

SCUOLA – Assunzioni, il Ministro Giannini conferma gli errori del Governo sul numero degli aventi diritto come chiesto dalla Corte UE

 

Oggi il titolare del Miur, rispondendo a un’interrogazione sulle iniziative per risolvere la questione del precariato nella scuola, ha detto che attualmente i posti che rispondono alla tipologia di lavoro prevista nella recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea sono solo 4.500 per gli Ata e 1.800 per i docenti.

 

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): non si comprende come possano essere emessi dei numeri così lontani dalla realtà, perché sono ben 70mila i precari chiamati dalla seconda fascia delle graduatorie d’istituto su posti conferiti sino al 30 giugno, ma in realtà vacanti perché privi del collega titolare di cattedra. E saranno il doppio i numeri dei posti vacanti per il personale Ata l’anno prossimo, laddove è attiva una procedura d’infrazione della Commissione UE, che si è trasformata un anno fa in atto di messa in mora. Perché il Miur non ha mai svolto un serio censimento per scoprirlo? La battaglia per portare tutti in ruolo gli aventi diritto è solo all’inizio: in arrivo una miriade di ricorsi, emendamenti al ddl Buona Scuola, scioperi e proteste di piazza.

 

Per il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, sarebbero in tutto poco più di 6mila i beneficiari nella scuola, tra docenti e Ata, della sentenza di fine novembre emessa dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea sull’abuso di precariato in Italia: appena 4.500 tra amministrativi, tecnici e ausiliari, più 1.800 insegnanti.

 

“Non si comprende come possano essere emessi dei numeri così lontani dalla realtà – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione -, perché sono ben 70mila i precari chiamati dalla seconda fascia delle graduatorie d’istituto su posti conferiti sino al 30 giugno, ma in realtà vacanti perché privi del collega titolare di cattedra. E saranno il doppio i numeri dei posti vacanti per il personale Ata l’anno prossimo, laddove è attiva una procedura d’infrazione della Commissione UE, che si è trasformata un anno fa in atto di messa in mora, ovvero in un nuovo probabile ricorso contro l’Italia. Il tutto avviene mentre sempre più giudici del tribunale del lavoro italiano condannano alle spese, tra i 30mila e 50mila euro a precario, e assumono d’ufficio gli aventi diritto”.

 

Secondo l’Anief la mancata presa di coscienza del problema sull’entità del precariato scolastico italiano e di quanti lavoratori con almeno 36 mesi di servizio non sono stati erroneamente stabilizzati, deriva dalla mancanza di un serio censimento sull’abuso dei contratti senza ragioni sostitutive attuati negli ultimi quindici anni. Il sindacato, pertanto, non può che proseguire la sua battaglia legale. Ricordando al Governo, ad ora al Parlamento che si appresta a verificare il disegno di legge sulla Buona scuola, che i 10 milioni previsti dall’Esecutivo per risarcire decine e decine di migliaia di precari sono una vera goccia nel mare.

 

“Potrebbero bastare solo per risarcire i 400 ricorsi vinti sinora dall’Anief”, commenta ancora Pacifico. Che poi aggiunge: “il sindacato ha comunque già predisposto le sue proposte emendative al disegno di legge prossimo ad essere esaminato dalle commissioni di competenza del Parlamento, ad iniziare da quelle della Camera. Il giovane sindacato, inoltre, dopo il successo della manifestazione che ha portato 4mila supplenti a Roma e scioperare un precario sui cinque in servizio, si prepara allo sciopero per il personale ATA precario, indetto per il prossimo 10 aprile. Inoltre, aderisce a quello generale, con USB e UNICOBAS di tutto il personale della scuola, in via di approvazione per il prossimo 24 aprile. La battaglia per portare in ruolo tutti i precari che ne hanno diritto – conclude il presidente Anief – è solo all’inizio”.

25 marzo. FLC CGIL, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda, Snals hanno incontrato le forze politiche

25 marzo. FLC  CGIL, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda, Snals hanno incontrato le forze politiche. La pioggia penalizza il presidio dei precari

Sferzati dalla pioggia e dal vento i precari della scuola, chiamati da FLC CGIL, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals a un presidio davanti al Parlamento, hanno eroicamente gridato le ragioni della loro stabilizzazione. Il clima (atmosferico) così ostile oggi a Roma non ha permesso una manifestazione più articolata e un incontro più efficace con l’opinione pubblica. Ma non mancherà occasione e il prossimo appuntamento è il 18 aprile alla manifestazione nazionale di tutti i sindacati
Si è svolto come previsto, invece, l’incontro con le forze politiche al mattino. Era al chiuso.

Hanno risposto all’invito dei sindacati il PD (Francesca Puglisi), SEL (Giancarlo Giordano), Fratelli d’Italia (Laura Marsilio), M5S (Silvia Chimenti).

Francesco Scrima della Cisl Scuola ha riassunto i temi sui quali i sindacati chiedono un confronto più attento e il cambiamento del disegno di legge del governo: il rinnovo del contratto, la stabilizzazione di tutti i precari, la soppressione della norma che vuole il preside ordinato gerarchicamente sulla scuola. Queste 3 priorità sono state declinate dai rappresentanti di ciascuna sigla sindacale. Massimo Di Menna della Uil Scuola ha spiegato che senza contratto il rapporto di lavoro si configura come un rapporto di sudditanza. Rino Di Meglio di Gilda ha ricordato come l’enorme precariato sia frutto di decenni di politiche sbagliate e ha puntualizzato che le stabilizzazioni riguardano docenti e Ata. Achille Massenti di Snals si è soffermato sulla proposta del “preside manager” che porta squilibrio tra le diverse professionalità della scuola. Domenico Pantaleo della Flc Cgil ha richiamato governo e forze politiche sull’importanza del confronto e dell’ascolto con il mondo della scuola e con i suoi rappresentanti se si vuole davvero riformare la scuola e ha sottolineato il valore che i sindacati della scuola siano uniti davanti alle forze politiche e al governo con proposte chiarissime.

La rappresentante del PD non ha convinto i presenti sulla bontà del disegno di legge del governo, nonostante si sia dichiarata aperta al dialogo con i sindacati. L’unico passaggio apprezzato del suo intervento ha riguardato la disponibilità a cambiare il ddl su un punto che riguarda il precariato (l’art. 12). Tutti gli altri rappresentanti delle forze politiche hanno dichiarato la loro disponibilità al confronto con i sindacati e rivendicato tempi più distesi in parlamento per la discussione di una riforma così importante.

Poiché nessuno di loro ha parlato di contratto, i sindacati in chiusura hanno ricordato che questo è una priorità.

I 3 tipi più comuni di cyberbullismo

I 3 tipi più comuni di cyberbullismo

Secondo il consuntivo 2014 della Polizia Postale e delle Comunicazioni, nel 2014 in Italia sono stati più di 300 i casi di prepotenze on-line compiute da minori contro minori, il doppio rispetto all’anno  precedente.

Secondo Barracuda Networks, società leader nell’ambito della sicurezza informatica, che in alcuni Paesi si occupa anche di questo tema offrendo soluzioni ad hoc, i cyberbulli hanno diversi modi di esprimersi e manifestarsi tanti quanti sono le possibilità di generare contenuti online dai social network ai forum, passando per i blog.

Sempre secondo Barracuda sono 3 le tipologie più comuni di cyberbulli:

1)  I cyberbulli che molestano direttamente le loro vittime: E-mail, SMS e Instant Messaging diretti alla vittima sono gli strumenti preferiti da questa categoria che di solito agisce in anonimato o attraverso una falsa identità. Altra forma di attacco comune è postare sui social o sui blog  pettegolezzi sulla vittima.Questa tipologia può anche adottare tecniche più subdole, come:

segnalare la vittima sui social affinché sia “bannata”;
pubblicare informazioni personali della vittima su Internet, esponendola al rischio di un furto di identità o di azioni di altri malintenzionati;
creare sondaggi tanto umoristici quanto crudeli (“pensi che sia grassa” e simili);
utilizzare malware o altre applicazioni per spiarla o prendere il controllo dei suoi profili.
2)  I cyberbulli mascherati: Questa tipologia di bullo “ruba” l’identità della vittima creando  account che replicano il suo nome per poi navigare in rete sotto falsa identità e comportarsi male.   Queste attività sono destinate a cambiare la percezione che il pubblico ha della vittima in modo negativo. Altre tecniche che rientrano nella stessa categoria sono:

il furto della password o del dispositivo che permette al bullo di fingersi la vittima nelle conversazioni con terzi;
la modifica in termini offensivi del profilo della vittima negli account social;
l’impostazione di falsi account social a nome della vittima.
3)  I cyberbulli fotografi e videomaker: Ci sono nella vita momenti in cui nessuno di noi vorrebbe essere immortalato, questa categoria di bullo è attenta a coglierli tutti. Le immagini possono essere riprese senza che la vittima se ne accorga o può trattarsi di scatti che non dovrebbero uscire dalla sfera privata. In tutti i casi, i bulli sanno cosa farne:

possono ricattare la vittima, minacciandola di condividere pubblicamente;
possono divulgare foto o video con sms ed e-mail, privando la vittima del controllo della sua immagine;
possono pubblicare le immagini su Internet permettendo a chiunque di visualizzarle;
possono filmare la vittima mentre viene presa in giro da altri e postare il video in rete.
I bambini e i ragazzi non sono le uniche vittime del cyberbullismo, ci sono siti come l’ora fortunamente scomparso  ‘Is Anyone Up’, che permetteva di postare foto di nudo altrui senza permesso alcuno, o ‘She’s a Home Wrecker’ creati per umiliare gli adulti . Difendersi è complesso e mancano ancora delle tutele legali: basti pensare che “Is Anyone Up” funzionerebbe ancora se non fosse stato coinvolto in altre attività illegali a scopo di lucro. Se nessuno è immune al  cyberbullismo, i giovani sono senza dubbio quelli che ne soffrono di più ed è nostra responsabilità tutelarli.

Forchette, braccia robotiche, supporti: ausili al servizio dei disabili

Forchette, braccia robotiche, supporti: ausili al servizio dei disabili

Conclusa la prima edizione di Hackability, gara non competitiva per la realizzazione di ausili tecnologici a basso costo. Per un mese, designer e disabili hanno lavorato insieme su oggetti realizzabili con stampanti 3 D

da Redattore sociale
25 marzo 2015

TORINO – C’è la forchetta elettronica per attorcigliare gli spaghetti, il braccio robotico per mangiare la bistecca o il carillon a ultrasuoni, che insegna a camminare ai bambini ciechi dalla nascita. Ecco cosa accade quando metti insieme un gruppo di designer all’avanguardia con altrettanti disabili dotati d’ingegno e attitudine al problem solving. A farli incontrare, a Torino, ci hanno pensato quelli del consorzio Kairos, raggruppamento di cooperative sociali che lavorano su tutto il territorio sabaudo; e che a febbraio hanno lanciato la prima edizione di “Hackability”, una gara “non competitiva” per la realizzazione di ausili tecnologici low cost rivolti ai portatori di disabilità. Che si è conclusa nei giorni scorsi con la premiazione di cinque prototipi realizzati utilizzando stampanti 3 D e macchine a taglio laser, e progettati da altrettante squadre composte da creativi e disabili.

Il primo incontro era avvenuto il 7 febbraio nella sede di Fablab, laboratorio di ingegneria digitale nel quartiere di San Salvario. Quel giorno, progettisti e portatori di disabilità avevano elencato le rispettive necessità e competenze, dividendosi quindi in gruppi da cinque persone ciascuno, per lavorare a progetti che li hanno tenuti occupati per tutto il mese appena trascorso.

Giancarlo Posati, ad esempio, è un uomo sulla sessantina, paralizzato dal collo in giù. Per trovare un apparecchio che gli permettesse di telecomandare televisore, decoder e radio, le sue ricerche lo hanno portato fino in Danimarca: il dispositivo ha addirittura un telefono cellulare incorporato, ma proprio per questo la batteria ha una vita estremamente breve e va ricaricata di continuo. A ovviare ci ha pensato Francesco Rodighiero, designer industriale specializzato in domotica sociale; che ha realizzato “Mando”, un telecomando universale che, grazie all’uso combinato di infrarossi e radiofrequenze, può comandare in remoto qualsiasi tipo di elettrodomestico, oltre agli apparecchi radiotelevisivi. “Con il nostro modello non si può telefonare – scherza Rodighero – ma il costo è sceso da 2500 a 200 euro”. Ma la vera novità, come spiega  Rodighiero, è che il dispositivo “può clonare le frequenze di qualsiasi altro telecomando”. “All’interno, – precisa – oltre a un trasmettitore, abbiamo inserito un ricevitore: in questo modo, ‘Mando’ può intercettare gli impulsi diretti a un qualsiasi elettrodomestico, registrandoli e utilizzandoli per telecomandarlo”.

Ivan Vannicelli, invece, è affetto da una forma di disabilità motoria: ha una vera passione per gli spaghetti, ma fino a qualche tempo fa li mangiava di rado, perché le sue dita non riescono a modulare il movimento della forchetta. A ovviare, in questo caso, ci ha pensato la squadra capitanata da Daniele De Angelis, progettista specializzato in design industriale. Che per Ivan, al costo complessivo di 25 euro circa, ha realizzato una forchetta elettronica che li attorciglia al solo tocco di un pulsante. “Abbiamo iniziato prendendo una serie di calchi delle sue mani – spiega De Angelis – per progettare un’impugnatura che vi si adattasse alla perfezione. Quindi è bastato inserire un motorino dc, un interruttore e una batteria al litio: tutti componenti acquistabili in un qualsiasi negozio di elettronica”.

Proprio la semplicità di progettazione e d’uso pare il trait d’union di molte delle creazioni presentate: per aiutare una ragazza non vedente a utilizzare il forno, ad esempio,  Domenico Cardinale ha progettato “Manipola”, prototipo di manopola da forno con i vari simboli posti in rilievo. Per permettere a Valentina Alessandria di spostarsi dalla sedia a rotelle al sedile della macchina senza affaticare troppo le braccia, invece, la squadra di Luisa Gardin ha inventato una semplice plancia ergonomica con delle fessure per le mani, del tutto priva di componenti elettronici, che può essere riposta sul retro della carrozzina e, all’occorrenza, montata su uno dei lati.

“L’idea – spiega Carlo Boccazzi Varotto, ideatore dell’iniziativa – era di costruire oggetti di alta qualità, che fossero però facilmente riproducibili a costi contenuti, grazie alle possibilità offerte da macchinari come le stampanti 3 D e alla flessibilità di componenti come le schede Arduino. Questa forma di prototipizzazione leggera fa parte di una cultura che negli Stati Uniti risale agli anni 70, ma in Italia è molto più recente. Oggi, recandosi in un Fab lab (termine che indica un’officina che offre servizi di fabbricazione digitale) è possibile realizzare qualsiasi oggetto con grande risparmio di tempo e denaro: per questo, a breve caricheremo in rete tutti i progetti sotto licenza creative commons, in modo che chiunque possa fruirne”. (ams)

350.000 Euro di condanna per violazione di norme comunitarie

Trionfo ANIEF in Tribunale: il MIUR risarcisca i precari! 350.000 Euro di condanna per violazione di norme comunitarie

 

La violazione della Direttiva Comunitaria 1999/70/CE è costata al MIUR la condanna al pagamento di oltre 350.000 Euro in favore di 18 docenti precari, tutti iscritti ANIEF, che si sono visti riconoscere non solo il danno da reiterato abuso del lavoro precario perpetrato nei loro confronti, ma anche il diritto a percepire la medesima progressione stipendiale rispetto ai docenti di ruolo. Il nostro sindacato trionfa in tribunale forte di quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Europea lo scorso 26 novembre e vede con soddisfazione l’accoglimento delle proprie ragioni grazie alla perizia e alla competenza degli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Emilio Magro e Concetta Dinaro.

 

Il Tribunale del Lavoro di Patti (ME) non ha dubbi e, con 18 sentenze di identico tenore, dà piena ragione ai legali ANIEF ritenendo di dover applicare una sanzione a carico del MIUR con “carattere non soltanto proporzionato, ma altresì sufficientemente energico e dissuasivo per garantire piena efficacia delle norme adottate in attuazione dell’accordo quadro”. Recependo la giurisprudenza della Corte di Cassazione, dunque, il Giudice specifica che “il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno c.d. comunitario, il cui risarcimento appunto, rispetto alla reiterazione dei contratti a t.d. è configurabile come una sanzione ex lege a carico del datore di lavoro” e ha ribadito l’inapplicabilità dell’onere della prova del danno subito a carico del lavoratore “se detto obbligo ha come effetto di rendere praticamente impossibile o eccessivamente difficile l’esercizio, da parte del citato lavoratore, dei diritti conferiti dall’ordinamento dell’Unione”.

 

Per ogni ricorrente, dunque, i legali ANIEF hanno ottenuto il riconoscimento di ben 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto oltre ad interessi legali a titolo di risarcimento del danno subito e il pagamento degli scatti di anzianità mai riconosciuti durante tutto il lungo periodo di precariato. Da anni il nostro sindacato si batte per la tutela dei diritti fondamentali dei lavoratori della scuola e da anni ricorda al Ministero dell’Istruzione che la violazione di norme imperative derivanti dall’ordinamento comunitario è prassi inaccettabile oltre che illegittima. I Tribunali italiani e sovranazionali ci hanno sempre dato ragione, il MIUR si prepari a rispondere di questi e di altri abusi: l’ANIEF – sindacato che da sempre ha fatto della legalità il proprio vessillo – non si ferma e continuerà a vigilare e rivendicare, in tutte le sedi opportune, pieno rispetto per il lavoratori della scuola.

 

BUONA SCUOLA – In arrivo i docenti nomadi

BUONA SCUOLA – In arrivo i docenti nomadi con la valigia in mano: se passa il ddl, ogni tre anni i presidi cambieranno sede a 200mila prof

 

Coinvolti i 50mila che verranno assunti la prossima estate, altrettanti legati all’organico funzionale e i 100mila insegnanti che rientrano nella mobilità o che hanno perso la cattedra perché in sovrannumero. Nell’articolo 7 del testo di riforma, fresco di bollinatura della Ragioneria dello Stato ed in arrivo alla Camera, si stabilisce che saranno individuati dai dirigenti scolastici gli incaricati triennali della docenza per la copertura dei posti assegnati alla loro scuola. Si sposteranno, come “pedine” del Monopoli, in base a dove vi saranno più iscrizioni.

 

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è una scelta che spazza via le regole per fare spazio alla discrezionalità, prestando così il fianco ai ricorsi. Del resto, come potrebbe non finire nelle aule giudiziarie un modello organizzativo che non rispetta più i parametri base delle selezioni del pubblico impiego, ma che si lascia andare, su spinta del Governo e forse del Parlamento, verso le derive autoritarie della chiamata diretta?

 

Se il disegno di legge sulla scuola, approvato dal CdM e presto all’esame della Camera, dovesse passare così come è stato formulato, per 200mila docenti si prospetta un futuro professionale con la valigia in mano. Con la sede di servizio che varierà sulla base delle esigenze dell’amministrazione. La novità è introdotta nel testo approvato dal Governo, all’articolo 7, che dà facoltà al dirigente scolastico di istituto di proporre “gli incarichi di docenza per la copertura dei posti assegnati all’istituzione scolastica cui è preposto sulla base del Piano triennale di cui all’articolo 2, ai docenti iscritti negli albi territoriali di cui al comma 4, nonché al personale docente di ruolo già in servizio presso altra istituzione scolastica”. Per fare ciò, ai presidi si darà la possibilità di attribuire i ruoli ai docenti individuando “incarichi di durata triennale rinnovabili”.

 

Di seguito, nello stesso articolo del ddl si stabilisce che “al personale docente già assunto a tempo indeterminato alla data di entrata in vigore della presente legge non si applica la disciplina dell’iscrizione negli albi territoriali e di proposta dell’incarico da parte del dirigente scolastico di cui al comma 2, salvo che in caso di mobilità territoriale e professionale, all’atto della quale anche i docenti in questione sono iscritti negli albi di cui al presente comma”.

 

Pertanto, una volta approvata questa norma e i conseguenti decreti attuativi, per tutti i prossimi docenti assunti, sia su posti vacanti a settembre 2015, sia su organico funzionale l’anno successivo, non ci sarà scampo: entreranno nei ruoli dello Stato privi della sede di titolarità e fortemente subordinati, dopo un triennio, alle fluttuazioni degli organici. Si sposteranno, come “pedine” del Monopoli, in base a dove vi saranno più iscrizioni. Ma la stessa sorte, quella della mancanza di una sede di servizio, con il pericolo di essere spostati anche a centinaia di chilometri da casa, toccherà pure ai circa 100mila docenti che ogni anno chiedono di essere trasferiti, di passare di ruolo o di cattedra. E alle migliaia che vengono assorbiti, loro malgrado, nella spirale della soprannumerarietà.

 

Tutti costoro, indistintamente, si troveranno a dover fare i conti non più con delle regole chiare, definite e logiche (anzianità di servizio, anche pre-ruolo, esigenze di famiglia, titoli conseguiti e via dicendo), ancorché migliorabili. Ma avranno a che fare, piuttosto, con la discrezionalità del dirigente scolastico. Il quale, una volta rese pubbliche le metodologie prescelte, non dovrà rendere conto a qualsivoglia rivendicazione. Sarà poi l’amministrazione centrale a dover tenere conto delle richieste che arriveranno, inevitabilmente, dai giudici dei tribunali; dove, ne siamo certi, si moltiplicheranno i ricorsi. E non lo sostiene solo il giovane sindacato: “il nuovo sistema – scrive Italia Oggi – ponendo quale unico vincolo la necessità di rendere pubbliche le motivazioni delle scelte di dirigenti scolastici sembrerebbe offrire il fianco ad ogni sorta di azione legale”.

 

“Del resto – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – come potrebbe andare diversamente, come potrebbe non finire nelle aule giudiziarie, un modello lavoro che non rispetta più i parametri base delle selezioni del pubblico impiego, ma che si lascia andare, su spinta del Governo e forse del Parlamento, verso le derive autoritarie della chiamata diretta? Sulla questa modalità distorta di reclutamento e gestione del personale, ricordiamo che la Corte Costituzionale si è già espressa, con la sentenza 66/2013: si tratta di un parere formulato, allorquando la giunta della Regione Lombardia tentò il colpo di mano incentrato proprio sulla discrezionalità di scelta”.

 

“Non riusciamo a comprendere come si possa pensare di abbandonare la strada che porta ad individuare il docente meritevole a ricoprire una cattedra d’insegnamento, quella che prende in considerazione i suoi titoli conseguiti, il servizio svolto e le capacità, conoscenze e competenze dimostrate nel corso di almeno uno dei concorsi pubblici a cui ha è partecipato. Lasciare tutto ciò per sposare la causa degli albi territoriali – conclude Pacifico – mina, in un colpo solo, quel principio di buon andamento, imparzialità e ragionevolezza a capo della gestione del servizio pubblico”.

BUONA SCUOLA: INCONTRO TRA SINDACATI E FORZE POLITICHE-PARLAMENTARI

BUONA SCUOLA: INCONTRO TRA SINDACATI E FORZE POLITICHE-PARLAMENTARI

SNALS-CONFSAL: TROPPI I CONTENUTI INACCETTABILI. A RISCHIO ANCHE LA LIBERTA’ D’INSEGNAMENTO

Roma, 25 marzo.  “Si va verso una buona scuola o verso una scuola pervasa dallo scontento, campo di futuri conflitti interni ed esterni? Il governo ha una giusta tensione riformatrice, ma le riforme, se fatte senza padroneggiare una materia tanto vasta e complessa e senza il giusto confronto con le parti sociali, possono essere inefficaci o peggiorative. Per questo oggi abbiamo informato le forze politiche e parlamentari che nel disegno di legge – per ora in bozza – i contenuti inaccettabili sono ancora troppi. Il parlamento intervenga, dunque, con sostanziali modifiche  per far nascere una legge efficace e duratura”. Lo ha dichiarato Achille Massenti, segretario generale vicario.
E’ da salutare con favore la stabilizzazione dei docenti delle GAE e dei vincitori dell’ultimo concorso, ma, se si vuole stabilizzare il personale precario e avviare una nuova epoca di reclutamento solo per concorso, vanno sanate molte ingiuste omissioni foriere di un contenzioso difficilmente quantificabile: sono, infatti, esclusi gli idonei dell’ultimo concorso e di quelli precedenti, il personale che rientra nella fattispecie della recente sentenza europea e il personale che non rientra nelle GAE. Nulla è previsto per il personale docente con titolo e con servizio di rilevante durata. Inoltre, è necessario prevedere la stabilizzazione anche per il personale ATA.
Va ridefinito il ruolo del dirigente scolastico cui spetta sì autorevolezza  ma senza coloriture “dittatoriali” in merito all’individuazione dei meritevoli, alle remunerazioni integrative e alla chiamata diretta dei docenti. Costruendo un ruolo subalterno e secondario  del Collegio dei docenti, verrebbe oscurato, se non cancellato, il principio costituzionale di libertà d’insegnamento
Quanto alla realizzazione  dell’organico funzionale vanno cambiate le modalità di definizione,  davvero macchinose, e va evidenziato il rischio implicito nella frase “nel limite delle risorse finanziarie disponibili”. Impossibile poi  accettare l’esclusione del personale ATA, così come la cancellazione di fatto dei ruoli provinciali con la perdita della titolarità da parte di molti docenti e l’apparente salvaguardia  di chi alla data dell’entrata in vigore della legge sarà a tempo indeterminato.
Uno degli aspetti più negativi di questa bozza di legge è che facilita le invasioni nella sfera contrattuale e consente un eccessivo ricorso alle deleghe di governo. Tanto che tutto quanto è contenuto nei contratti collettivi  e risulti in contrasto con la legge in attuazione decade automaticamente. Infine, la nuova legge esclude il parere dell’organo collegiale nazionale della scuola per l’adozione dei regolamenti, dei decreti e degli atti attuativi. E non è poco!

La dislessia sale in cattedra

La dislessia sale in cattedra. Se ne parla all’Università di Siena

 

La dislessia sale in cattedra. Di disturbi dell’apprendimento si parlerà, infatti, anche all’Università di Siena grazie ad un’iniziativa promossa dall’Associazione SerenaMente e dall’Ufficio Accoglienza Disabili dell’Ateneo senese in collaborazione con il Centro Dedalo e l’AID (Associazione Italiana Dislessia) -sezione di Siena.

Un Open Day Young gratuito rivolto agli studenti universitari e delle scuole superiori che si terrà sabato 14 marzo dalle 14 alle 24 presso il Complesso San Niccolò negli spazi ubicati al piano terra. Interventi, laboratori esperenziali e proiezioni video arricchiranno la riflessione intorno a diagnosi precoce, strumenti compensativi, percorsi personalizzati e metodologie didattiche in ambito scolastico e universitario, approfittando della competenza di esperti logopedisti e operatori del doposcuola specializzato e dei racconti e  testimonianze dirette dei ragazzi dislessici.

Si comincia alle ore 14 con il saluto dei rappresentanti delle istituzioni presenti e dei rappresentanti dell’Associazione Serena-Mente. Seguirà il racconto delle attività del doposcuola realizzato dall’Associazione che viene direttamente dalla voce dei ragazzi con DSA che lo frequentano. Dopo la proiezione di un video a cura dell’AID-sezione di Siena, ci sarà un focus specifico dedicato al tema “Il metodo di studio efficace dalle Scuole Superiori all’Università”. Il pomeriggio proseguirà con un laboratorio esperenziale condotto dai ragazzi nel quale sarà possibile condividere esperienze, dubbi e lavorare sulle motivazioni indispensabili per affrontare nuovi percorso scolastico. Un desk informativo realizzato dall’Ufficio Accoglienza Disabili dell’Università in collaborazione con l’equipe multidisciplinare del Centro Dedalo fornirà informazioni utili ad orientare meglio i ragazzi con DSA alle facoltà universitarie. Le lingue straniere saranno al centro di un laboratorio specifico per approfondirne l’apprendimento con strategie efficaci mentre un altro laboratorio dimostrativo illustrerà l’uso di ePico! il programma compensativo per la lettura, la scrittura, lo studio e l’organizzazione delle informazioni. Grande attesa per la proiezione del film “Stelle sulla terra” di Aamir Khan e per il laboratorio di Musica&Dislessia nel quale viene mostrato in che modo la musica viene impiegata come strumento riabilitativo, la cosiddetta via fonologica che mediante il suono favorisce l’apprendimento. In chiusura è previsto un aperitivo con musica live. Gli studenti potranno divertirsi e ballare fino a mezzanotte. Un modo per passare una serata diversa in spazi inconsueti solitamente dedicati allo studio.

Gli Open Day saranno tre giornate di consulenza gratuita presso il Centro Dedalo in Via Massetana Romana 64 (sopra l’Euronics), previste sabato 28 febbraio, sabato 14 marzo e sabato 28 marzo, nelle quali sarà possibile acquisire informazioni e strumenti per orientarsi nel trattamento dei disturbi dell’apprendimento.

Attivazione dei corsi di formazione sulle competenze digitali dei docenti

USR Lazio. Attivazione dei corsi di formazione sulle competenze digitali dei docenti

Si comunica che l’Istituto Margherita di Savoia è stata individuata come scuola-polo del PNSD e ha attivato i corsi di formazione, finanziati dal M.I.U.R. con D.D.G. 3573 del 20/12/2013, per le competenze digitali rivolti ai docenti in servizio presso le scuole della Regione Lazio.
Ogni corso prevede di norma 2 incontri in presenza di 3 ore ciascuno, riproposti in periodi diversi nelle cinque sedi formative afferenti a questo scuola-polo, di seguito specificate:
– Istituto Magistrale Statale “Margherita di Savoia” – Via Cerveteri, 55/57 – Roma;
– Liceo Classico Statale “Giulio Cesare” – Corso Trieste, 48 – Roma;
– Istituto Tecnico Industriale Statale “Vallauri” – Via Salvo d’Acquisto, 37 – Velletri (RM);
– Istituto Comprensivo Velletri Centro – Via Oberdan, 1 – Velletri (RM);
– Istituto Comprensivo Statale – Via Bellini, 1 – Cassino (FR).
INFO: http://iismargheritadisavoia.it/polo-formativo-

A lezione d’impresa: Confindustria Campania lancia il fundraising per le startup in classe

da Il Sole 24 Ore

A lezione d’impresa: Confindustria Campania lancia il fundraising per le startup in classe

di Alessia Tripodi

L’Ufficio scolastico regionale di Napoli e i giovani imprenditori di Confindustria Campania lanciano la più grande operazione di fundrasing via Web per finanziare start up nelle scuole. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con il team di Aulab – il percorso d’aula on line per l’orientamento degli studenti – e con la piattaforma di crowfunding Eppela promuove «Magister archeo chef» e «A scuola di start up», due progetti che puntano a coinvolgere oltre 5mila studenti in percorsi di formazione, orientamento e educazione all’imprenditorialità.

Archeo-cuochi
«Magister archeo chef» è il progetto rivolto a 17 istituti scolastici del territorio campano e coinvolge circa 5mila studenti e 2mila tra docenti e dirigenti, chiamati a cimentarsi con la gestione di nuovi percorsi turistici, dalla ristorazione alla valorizzazione del territorio. Gli istituti alberghieri, suddivisi in 4 gruppi, adotteranno un periodo storico – dal IV secolo a. C. al Rinascimento – e si sfideranno a suon di menu tipici, cene di degustazione a tema storico gestione di vere sale ristorante, eventi di promozione di monumenti e bellezze del territorio.

Imprese con un clic
«A scuola di start-up« invece è un’iniziativa che coinvolge 10 scuole superiori e offre la possibilità di realizzare business plan per le idee di impresa degli studenti, visionabili sulla piattaforma Aulab. Nel mese di aprile gli stessi studenti potranno discutere e presentare le proprie idee d’impresa davanti a una commissione di imprenditori e finanziatori, che selezioneranno i migliori progetti da ammettere alla fase di finanziamento.
«Con queste due iniziative – spiega Nunzia Petrosino, presidente del Gruppo giovani imprenditori di Confindustria Campania – vogliamo stimolare le capacità imprenditoriali dei nostri studenti. C’è grande curiosità e attenzione da parte dei ragazzi verso la realtà aziendale, hanno idee straordinarie che vanno solo sostenute e incoraggiate. Il crowdfunding si sta affermando come valido strumento di finanziamento – ha aggiunto Petrosino – e crediamo che possa rappresentare la strada migliore per promuovere queste giovani realtà».

 

Maturità, simulazione della seconda prova per i licei scientifici

da La Stampa

Maturità, simulazione della seconda prova per i licei scientifici

Gli studenti dovranno vedersela con Scienze

Il 25 marzo è un’altra data chiave per i maturandi del liceo scientifico. Una nuova simulazione della seconda prova di Maturità attende, infatti, gli studenti dell’opzione scienze applicate che, dopo aver fatto i conti con Fisica lo scorso 11 marzo, ora dovranno affrontare Scienze.

Ormai manca davvero poco agli scritti della Maturità 2015 che si apriranno il prossimo 17 giugno. E gli studenti hanno iniziato a prendere confidenza con l’esame già da Febbraio scorso, precisamente il 25, quando il Miur ha sottoposto agli studenti dello Scientifico, la prima simulazione di seconda prova di Matematica.Simulazione che in realtà – sottolinea Skuola.net – non è andata poi così bene. L’ha superata senza troppe difficoltà solo il 55% de ragazzi.

Lo scorso 11 marzo è toccato ai ragazzi dell’opzione scienze applicate che, anche se il giorno della seconda prova di maturità dovranno vedersela con Matematica, hanno affrontato una simulazione di Fisica.

Il Miur ancora non ha reso disponibili i risultati della prova, ma il tutor di Matematica di Skuola.net, Donato Ciampa, si è già espresso al riguardo: «Questa simulazione di maturità mi sembra avere un senso e una logica molto più vicina all’idea di cosa dovrebbe essere una prova scritta di maturità: verificare se uno studente riesca a interpretare e risolvere un problema, comprendendone i punti fondamentali e riuscendo a trovare una metodica per la risoluzione, provando così di avere adeguate conoscenze non solo “culturali” ma anche e soprattutto competenze e abilità risolutorie».

Ora è di nuovo il turno dei maturandi dell’opzione scienze applicate del liceo scientifico che stavolta dovranno vedersela con Scienze. In ogni caso, nemmeno per gli studenti dell’indirizzo scientifico tradizionale è finita qui. Il Miur per loro ha previsto una nuova simulazione di seconda prova di maturità che avrà come oggetto Matematica per il prossimo 22 aprile.

Olimpiadi filosofia, 80 studenti in sfida

da La Stampa

Olimpiadi filosofia, 80 studenti in sfida

La finale giovedì 26 marzo

Sono 80 gli studenti di tutta Italia pronti a sfidarsi per le Olimpiadi di Filosofia. La finale nazionale della ventitreesima edizione si svolgerà giovedì prossimo, 26 marzo, mentre venerdì 27 è prevista la premiazione dei vincitori al ministero dell’Istruzione.

La manifestazione – promossa dalla Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione del Miur e dalla Società Filosofica Italiana, in collaborazione con la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, il Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio culturale del Cnr, la Fe’de’ration Internationale des Socie’te’s de Philosophie – rientra nel programma nazionale del Miur per la valorizzazione delle eccellenze.

Le Olimpiadi, con l’edizione di quest’anno, hanno superato ogni aspettativa: circa 4.000 gli studenti (contro gli oltre 2.000 dell’anno scolastico precedente, il 2013/2014) che hanno partecipato alle varie fasi di selezione, provenienti da oltre 200 indirizzi liceali (dal classico, all’artistico, allo scientifico, al linguistico e alle scienze sociali), comprese le scuole di lingua tedesca del Trentino Alto Adige. Tra una competizione e l’altra, tante anche le iniziative realizzate dagli istituti e dalle regioni per coinvolgere gli studenti e i docenti in momenti di formazione per l’approfondimento di contenuti filosofici e per la sperimentazione di metodologie didattiche innovative, a cominciare dal CLIL (il Content and language integrated learning, l’insegnamento di una disciplina in lingua straniera).

Le Olimpiadi di Filosofia sono gare individuali rivolte agli alunni dei licei statali e paritari, articolate in due canali: nazionale (in lingua italiana) e internazionale (in lingua straniera: inglese, francese, tedesco, spagnolo).

Gli 80 studenti in corsa per il podio nell’ultima sfida saranno chiamati a scrivere un saggio filosofico in lingua italiana o in lingua straniera, a seconda del canale prescelto all’inizio della competizione.

I due studenti vincitori del canale internazionale parteciperanno alla XXIII International Philosophy Olympiad che si terrà a Tartu in Estonia dal 14 al 18 maggio 2015, sotto il patrocinio dellaFédération Internationale des Sociétés de Philosophie (la FISP).

In contemporanea alle finali il Miur promuove, sempre il 26 marzo (presso l’hotel Parco Tirreno, a Roma), le Giornate filosofiche di Roma, un Seminario aperto ai docenti con studiosi dell’università e del CNR sull’insegnamento/apprendimento della filosofia e con i protagonisti di esperienze di didattica innovativa.

Il 27 marzo importanti esponenti delle istituzioni europee e nazionali, oltre a noti filosofi e persone di cultura, animeranno, presso il Miur (in viale Trastevere, a Roma) la tavola rotonda «La filosofia scuola di libertà e creatività, per ribadire – come insegnava Kant – che l’insegnamento della filosofia deve far sì che l’allievo diventi un Selbstdenker, ovvero una persona che pensa con la propria testa».

La finale nazionale si concluderà con la premiazione dei vincitori, con l’auspicio che i ragazzi selezionati possano conseguire nella gara internazionale del prossimo maggio i lusinghieri risultati della passata edizione (menzione d’onore per l’Italia).