IL TESTO DEL GOVERNO L’ABBIAMO LETTO: E’ CHI L’HA SCRITTO CHE NON HA MAI LETTO DON MILANI

SCUOLA – SCIOPERO=

NICHI VENDOLA SUL BLOG: CONSIGLIO AL PD E AL GOVERNO DI GUARDARE BENE LE PIAZZE DI OGGI.

IL TESTO DEL GOVERNO L’ABBIAMO LETTO: E’ CHI L’HA SCRITTO CHE NON HA MAI LETTO DON MILANI
Consiglio  al Governo e al Partito Democratico di guardare bene le piazze di oggi riempite ovunque dallo sciopero della scuola. Consiglio di farlo perché il gioco a puro uso mediatico della riforma che i sindacati “non hanno letto”, il gioco propagandistico delle resistenze corporative di chi si oppone al radioso cambiamento che ora tocca ai banchi di scuola, questa volta è un discorso che proprio non funziona da nessuna parte.

Lo scrive Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta’, sul suo blog dopo aver partecipato alla manifestazione di Roma sulla scuola.

Piazze di gente libera e democratica, pacifica e motivata, piazze vive di docenti e di studenti, di genitori e di operatori scolastici. Il gioco dei “garantiti” che protestano e si oppongono dicendo sempre e solo “no” stavolta sarà, per il governo, tutto a perdere.

Il popolo della scuola che oggi è sceso in piazza ha solo una cosa da “garantire”, la più preziosa e irrinunciabile: il futuro di quegli studenti, di quei figli, il futuro di un sapere libero e critico. E’ lì, dentro quella fabbrica del futuro che è la scuola, che si costruisce, giorno per giorno, l’avvenire del Paese, che si misura lo spazio della sua libertà, il valore dell’uguaglianza, il livello reale della democrazia. E la “garanzia” di questo senso del futuro è scritta una volta per tutte nella Costituzione, di cui la scuola è “organo” essenziale, fondativo dell’identità stessa del Paese. E’ precisamente questo pilastro portante che la “riforma” del Governo intende scardinare, praticando la medesima logica – l’unica che fin qui Renzi dimostra di possedere – messa in atto ieri con la legge elettorale e prima con quella sul lavoro. Al fondo vi è il modello, che non si può definire se non autoritario, dell’uomo solo al comando.

Il comando della politica nel governo del Paese come il comando nella fabbrica e adesso nella scuola. Il comando che accentra su di sé ogni potere di scelta, di decisione, un comando che apre le porte all’arbitrio.

Cos’è la nuova funzione del preside che il Governo propone se non la prefigurazione di un sistema scolastico autoritario nel quale l’uomo solo al comando dell’istituto scolastico procede alla chiamata diretta degli insegnanti e in nome di un “merito” indefinito li sottopone ad una valutazione del tutto esposta a criteri e parametri personalistici?

Quegli insegnanti continueranno, con questa riforma, ad essere i meno pagati di tutta Europa, dato che il capitolo delle risorse finanziarie, già ridotto all’osso, rimane tutto da scrivere. Per non dire delle risorse umane, “tagliate” tra docenti e personale ausiliario negli ultimi anni di quasi 130 mila unità. Un esodo che impoverisce la scuola pubblica, ne restringe la capacità critica, penalizza studenti e famiglie, separa il centro dalla periferia, accresce proprio a partire dal diritto al sapere e allo studio le diseguaglianze che da solco già profondo si tramuteranno ben presto in una crepa di divisioni e discriminazioni.

“E su di noi ora chi investirà?”, si chiedono gli insegnanti di quelle tante scuole di periferia, di frontiera sociale, di bisogno formativo primario, dinanzi alla scelta del governo di destinare il 5 per mille alle scuole private o di donare ai singoli istituti.

Se consiglio al Governo di guardare bene alla domanda che pongono le tante piazze di oggi è perché dev’essere chiaro che con questa partita che si apre sulla scuola siamo giunti alla chiusura del cerchio.

Non varrà il contrappeso del ricatto sui 100 mila precari, il governo non ha necessità di questa pessima proposta di riforma per assumerli, può farlo subito, per decreto, ed è anzi già in ritardo. Voglio dirlo usando il tono e le parole giuste e chiare: se la nostra battaglia sulla legge elettorale è stata ferma, quella che ora si apre sulla scuola lo sarà ancora di più.

In nome di un principio che racchiude l’idea di politica che abbiamo: “Educare i ragazzi all’ambizione di diventare sovrani”. Il testo di questa riforma l’abbiamo letto attentamente. E’ piuttosto chi l’ha scritta che non ha mai letto davvero don Milani.

Lis, a Roma un corso di italiano per studenti stranieri, sordi e udenti, livello base

da Superabile

Lis, a Roma un corso di italiano per studenti stranieri, sordi e udenti, livello base

Iniziativa dell’associazione Passaparola e dell’Istituto statale per sordi di Roma. Il corso, gratuito, si svolgerà a Centocelle ogni lunedì e mercoledì, dalle ore 18 alle 20, nei mesi di maggio e giugno. Il 6 e 9 maggio “giornate di accoglienza”

ROMA – L’associazione Passaparola Italia e l’Istituto Statale per sordi di Roma (ISSR), in collaborazione con l’Istituto comprensivo di Via dei Sesami 20, presentano un corso di italiano per studenti stranieri, sordi e udenti, livello base.
Il corso sarà gratuito per tutti i partecipanti e si svolgerà a Centocelle ogni lunedì e mercoledì, dalle 18 alle 20, per i mesi di maggio e giugno. Il corso è finanziato nell’ambito dei progetti del Piano Regionale di Integrazione Linguistica e Sociale degli stranieri nel Lazio (Prils Lazio) del Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di paesi terzi e rilascia una attestazione di formazione linguistica valida ai fini dell’Accordo di Integrazione tra lo straniero e lo Stato (D.P.R. n.179 del 14/09/2011). Le lezioni si divideranno in momenti in classe, apprendimento a distanza su piattaforma e-learning offerta dall’Issr e visite didattiche per la città, con la guida di un docente di italiano e di un interprete italiano-Lis. Per ricevere l’attestato sarà necessaria la frequenza dell’80% delle ore totali di lezione.

Per maggiori informazioni è possibile partecipare alle “giornate di accoglienza” che si terranno a Centocelle, in Via dei Sesami 20, il 6 e 9 maggio. Mercoledì 6 maggio gli operatori saranno disponibili dalle 17.30 alle 20.30 e sabato 9 maggio dalle 10.00 alle 12.00. Durante gli incontri sarà possibile incontrare le docenti dei corsi, chiedere maggiori informazioni sulle modalità di svolgimento delle lezioni, conoscere altri studenti stranieri, sordi e udenti, e iscriversi.

Un accordo di collaborazione didattica e scientifica tra Ledha e Università Bicocca

da Superabile

Un accordo di collaborazione didattica e scientifica tra Ledha e Università Bicocca

La partnership, della durata di tre anni, mira a promuovere lo sviluppo di percorsi formativi, l’elaborazione di ricerche e tesi di laurea sui temi della disabilità, l’aggiornamento professionale e culturale degli operatori Ledha

ROMA – Ledha, Lega per i diritti delle persone con disabilità e l’Università degli Studi Milano-Bicocca siglano un accordo di collaborazione scientifica e didattica della durata di tre anni. L’accordo prevede una partnership tra il Dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’ateneo milanese e l’associazione che tutela i diritti delle persone con disabilità per promuovere lo sviluppo di percorsi formativi, l’elaborazione di ricerche e tesi di laurea relativi al tema della disabilità, favorire l’aggiornamento professionale e culturale degli operatori di Ledha.
Ledha metterà a disposizione gratuitamente degli studenti e dei ricercatori dell’Università degli Studi Milano-Bicocca le proprie competenze tecnico-scientifiche per lo svolgimento di tesi di laurea e progetti didattici, per l’organizzazione di incontri e seminari in cui approfondire temi specifici, per l’esecuzione di analisi su dati, studi e ricerche a completamento delle attività didattiche. “La possibilità di lavorare in sinergia con il mondo accademico e della ricerca è sempre una grande opportunità – commenta Maria Villa Allegri, già presidente di Ledha, che nelle scorse settimane ha siglato l’accordo -. Ci sono una varietà di temi legati al mondo della disabilità che possono essere oggetto di studio e di ricerca. Dalla presa in carico alla vita indipendente, dal dettato normativo alla nuova riforma dell’Isee”.

“Questa occasione di collaborazione – ha dichiarato Maria Tognetti, presidente del consiglio del corso di laurea in Servizio Sociale – sarà molto utile per gli studenti che, oltre a seguire seminari e laboratori sul tema, avranno la possibilità di confrontarsi direttamente con la disabilità, durante eventuali stage e tirocini. Così come sarà importante condurre ricerche sui vissuti e sulle criticità legate alla disabilità”.

“Finalmente un’occasione propizia per intrecciare ambiti differenti, saperi, pratiche e vissuti. Con questa collaborazione si va nella direzione di lasciarsi interrogare dalla disabilità, con l’intento di costruire più solide strumentazioni e chiavi di lettura per affrontarla”, commenta Matteo Schianchi, storico e dottorando presso l’Ecole des Hautes Etude en Science Sociales di Parigi, già autore dei libri “La terza nazione del mondo” e “Storia della disabilità. Dal castigo degli dèi alla crisi del welfare”.

Impotenti o “ladri di bambini”: gli assistenti sociali secondo i media

da Superabile

Impotenti o “ladri di bambini”: gli assistenti sociali secondo i media

Come sono rappresentati gli assistenti sociali nei media? Una ricerca condotta in Germania, Regno Unito e Italia ha provato a rispondere a questa domanda. I risultati presentati oggi in un seminario organizzato dal Consiglio nazionale degli assistenti sociali. “Troppo spazio alla tv del dolore”

ROMA – Sui media italiani viene dato grande spazio alla cosiddetta ‘tv del dolore’ dove la fanno da padrone l’enfatizzazione e la raffigurazione strumentale e spettacolare del dolore, un marcato eccesso patemico nel racconto e nella narrazione, una sorta di processo virtuale mediatico dall’esito scontato e a svantaggio della figura dell’assistente sociale che si accompagna spesso a un accanimento verso alcuni soggetti deboli. Il tutto sotto l’ala protettiva della tv di servizio e del (finto) intento pedagogico che sfocia in indignazione e sdegno ed è presentata come apporto investigativo. È la fotografia degli assistenti sociali sui media italiani che emerge dalla ricerca “Le rappresentazioni del Servizio sociale nei media” condotta da studiosi e docenti universitari in Germania, Gran Bretagna e Italia per capire come sono rappresentati i social workers su giornali e in tv, partendo dal presupposto che, in tutta Europa, il Servizio sociale non gode di una buona reputazione con conseguenze sia sui professionisti che sugli utenti. La ricerca è stata presentata oggi a Roma in un seminario internazionale organizzato dal Consiglio nazionale degli assistenti sociali.

La rappresentazione della professione. La professione dei social worker è quasi sempre rappresentata in modo parziale e stereotipato. In Italia la ricerca ha riguardato il tema della violenza domestica e assistenti sociali sui quotidiani “la Repubblica” e “Il Giornale” nel periodo 2012/2013. Ciò che emerge è che gli assistenti sociali “allargano le braccia” a voler segnalare la loro impotenza di fronte a certi episodi, non vanno a casa dei cittadini (“ci avevano detto che sarebbe arrivato un assistente sociale ma non si è visto nessuno”), conoscono il pericolo che corrono le donne ma non fanno nulla (“Sapevano da tempo, ma nessuno ha fatto nulla”), sono considerati ladri di bambini. Negli articoli dei quotidiani, quasi sempre, mancano i riferimenti a leggi e politiche sociali che regolano gli interventi degli assistenti sociali e compaiono pochi riferimenti espliciti e diretti agli assistenti sociali che spesso sono citati come operatori del Comune (“il sindaco manda sul posto gli assistenti sociali”).

Analizzando i programmi tv che trattano fatti di cronaca che hanno per protagonisti i servizi sociali, la situazione appare ancora peggiore. Per quanto riguarda la tv italiana, sono stati esaminati i programmi a contenuto informativo in cui sono stati trattati argomenti di cronaca nera o giudiziaria o vicende di disagio individuale o sociale di 7 reti televisive nazionali (Rai 1, Rai 2 e Rai 3, Rete 4, Canale 5, Italia 1 e La7) tra il 15 settembre e il 15 dicembre 2014. Nonostante non si tratti di programmi rivolti a bambini e adolescenti, vanno in onda in fasce orarie in cui si presume che i minorenni guardino la tv senza la presenza di un adulto (tra le 16 e le 19) come previsto dal Codice Tv e minori e propongono spesso racconti di particolari macabri e raccapriccianti. Ciò che è emerso è che raramente gli assistenti sociali sono invitati a partecipare alle trasmissioni tv in qualità di esperti, al loro posto siedono invece psicologi, psichiatri, giudici, avvocati. Nei pochi casi in cui vengono invitati è come se partecipassero senza partecipare: vengono interpellati solo sul caso trattato in trasmissione senza poter allargare la prospettiva di analisi a problemi e temi di cui quello costituisce solo un esempio.

In sostanza, la rappresentazione dell’assistente sociale è riduttiva e spesso distorta, nonostante rivesta un ruolo sempre più importante e indirizzato verso un’attenzione globale a persone, gruppi, forme diverse di famiglia, comunità locali, soggetti deboli, anziani, minorenni, migranti. Una professione, quindi, che non fa della visibilità mediatica la sua mission e che sconta, sul piano dell’immagine pubblica, una presenza debole, intermittente, schiacciate da luoghi comuni e stereotipi. La sfida, come è emerso dal seminario, è quindi quella di comunicare il lavoro dei social worker per decostruire rappresentazioni negative sedimentate nel tempo.

Nata da una partnership tra i corsi di laurea in Servizio Sociale e Dipartimenti di Servizio sociale delle Università del Regno Unito (Università di Hertfordshire), Germania (Università Cattolica di Colonia, Alice Salomon Hochshule, Berlino) e Italia (Università del Piemonte Orientale), la ricerca coinvolge anche le 3 associazioni di assistenti sociali presenti nei Paesi (Ordine italiano degli assistenti sociali, British association of social workers e Deutscher Berufsverband für Soziale Arbeit) ed è finanziata dalla Iassw (International association of school of social work). (lp)

(5 maggio 2015)

Dall’occupazione dell’Assessorato Comunale P.I. di Palermo a un’assemblea cittadina sulle future mobilitazioni contro “La Buona Scuola”

Oggi 5 maggio 2015, a Palermo, al termine della grande manifestazione contro il disegno di legge Renzi sulla scuola, un gruppo di oltre 50 manifestanti (docenti e studenti) ha occupato simbolicamente l’Assessorato Comunale alla Scuola per continuare la mobilitazione.
Chiediamo all’Assessora Barbara Evola e al Presidente dell’ANCI Sicilia e Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando di sostenere la nostra protesta in difesa dei valori costituzionali di democrazia, inclusione, solidarietà e partecipazione della Scuola Pubblica Statale, messi in pericolo dal progetto governativo di una scuola sempre più gerarchizzata, aziendalizzata, privata di risorse economiche e concepita come preparazione meramente professionale ad un futuro di precarietà.
Consideriamo, inoltre, inaccettabile e ricattatorio subordinare l’assunzione dei precari, peraltro dovuta, all’approvazione del devastante disegno di riforma.
Indiciamo un’assemblea cittadina pubblica per confrontarci sul prosieguo delle iniziative venerdì 8 maggio ore 17.00/19.00 presso la Ex Fonderia Reale alla Cala.

L’Assemblea degli occupanti l’Assessorato

Servono risorse vere per la scuola pubblica

Scuola – sen. Cervellini: ‘Servono risorse vere per la scuola pubblica, non presidi-prefetti’

‘No ad una riforma della scuola – ieri Gelmini; oggi Giannini – che penalizza docenti e studenti’.

Lo ha detto il senatore SEL Massimo Cervellini, vice presidente della Commissione Lavori pubblici, che ha partecipato alla manifestazione di questa mattina a Roma contro la riforma di Renzi.

‘No ai tagli, no ad un piano di assunzioni senza gli idonei dell’ultimo concorso e dei tirocini formativi, no allo strapotere dei presidi-prefetti, no agli insegnanti mal pagati, no agli edifici fatiscenti!
Sì ad un piano di investimenti reali e a risorse vere per la scuola pubblica, sì al confronto con docenti e sindacati, sì alla messa in sicurezza degli edifici, sì all’autonomia di una scuola libera e democratica’.

Sciopero della scuola: una straordinaria crescita della mobilitazione

L’andamento dello sciopero della scuola e delle moltissime manifestazioni svoltesi a livello locale liquida senza possibilità di smentita la pretesa del Governo di considerare la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola l’espressione di una solida resistenza all’ “innovazione”.
In tutte le piazze italiane centinaia di migliaia di lavoratori, studenti, cittadini hanno affermato un’idea di scuola assolutamente chiara: pubblica, fondata sulla libertà di insegnamento, sulla collegialità e sulla cooperazione.
Una scuola  adeguata alle esigenze di crescita culturale ed umana delle nuove generazioni, lontana dalle pretese degli apologeti del mercato, dei cantori della gerarchia, della competizione e delle privatizzazioni.
Il fatto più interessante a cui abbiamo assistito oggi è il livello altissimo di partecipazione del popolo della scuola e la presenza di gruppi di lavoratori e studenti di singoli istituti con propri striscioni.

Questo sciopero costituisce la seconda tappa importante della battaglia contro l’idea reazionaria di scuola e di società che il governo Renzi vuole affermare con la prepotenza che ne caratterizza l’operato. Segue infatti lo sciopero nazionale del 24 aprile e rende chiaro a tutti che gli obiettivi della battaglia attuale sono:

  1. ritiro del ddl impropriamente definito “la buona scuola”;
  2. immediata assunzione su tutti i posti disponibili del personale precario;
  3. rinnovo contrattuale con forti incrementi retributivi;

Si tratta del momento iniziale di una lotta che sarà lunga, per questo la CUB Scuola Università e Ricerca considera inaccettabile ogni tentativo di aggiustamento “cosmetico”  del ddl e propone ai colleghi, ai coordinamenti, alle forze sindacali di proseguire la mobilitazione con il boicottaggio delle prove invalsi nei giorni 6,7 e 12 maggio  e con l’organizzazione dello sciopero degli scrutini finali.

Per la CUB Scuola Università Ricerca
Il Coordinatore Nazionale
Cosimo Scarinzi

50 000 MILA STUDENTI MEDI E UNIVERSITARI NELLE PIAZZE D’ITALIA

RETE DEGLI STUDENTI E UDU: #5MAGGIO 50 000 MILA STUDENTI MEDI E UNIVERSITARI NELLE PIAZZE D’ITALIA CON FLC CGIL, CISL E UIL SCUOLA/ VOGLIAMO UNA SCUOLA #BUONAXDAVVERO

Oggi 50 000 mila studenti in tutte le piazze, da Milano a Palermo, da Bari a Roma, da Cagliari a Catania, insieme ai Sindacati per dire no ai provvedimenti sulla Buona Scuola, per ribadire la nostra totale contrarietà ai metodi che sono stati utilizzati da parte del Governo nella costruzione di questa riforma, gli stessi metodi che vorrebbero propinarci con la Buona Università.

Oggi studenti, genitori, insegnanti insieme a Milano, Roma, Bari, Catania, Palermo, Cagliari in difesa dell’istruzione pubblica: scuola e università non sono in vendita e se il Governo pensa veramente di continuare su questa via ponendo in essere un tentativo di Riforma dell’Università, così come ha fatto per la Buona Scuola, esclusivo e non inclusivo, questa sarà solo la prima di tante date di mobilitazione per dire che non possiamo permetterci Riforme del comparto istruzione che trasformano le nostre scuole in aziende, che mettono ulteriormente in dubbio, come fece a suo tempo la Gelmini, il carattere pubblico dell’istruzione.

Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari dichiara “Oggi nelle piazze italiane con i sindacati 50 000 studenti, ancora una volta accanto i lavoratori, portando le nostre rivendicazioni sull’Università e sulla Scuola, per dire a gran voce che i protagonisti siamo noi e che vogliamo essere ascoltati!

Il percorso sulla Buona Scuola, come rischia di essere quello prefigurato sulla Buona Università, si è rivelato un processo esclusivo e decisionista, in cui l’ascolto degli studenti, degli insegnanti, dei genitori è stata solo una finta facciata.

Crediamo fermamente che debba essere messo in moto un processo inclusivo e di proposta che coinvolga i protagonisti di scuola ed universitá, in grado di fare proposte alternative a quelle che il Governo vuole propinarci: la direzione sarà sicuramente diversa, non siamo disposti a trattare sul carattere pubblico dei nostri Atenei così come non crediamo in una Scuola aziendalista.

Il Governo non può più essere sordo così come ha fatto nei mesi scorsi durante le “false” consultazioni, deve ascoltarci!”

Alberto Irone Portavoce della Rete degli Studenti Medi conclude “Oggi tantissimi nelle piazze contro la Buona Scuola, accanto alle lavoratrici e ai lavoratori in questo sciopero generale perché tutto il mondo della scuola si deve unire contro le politiche di un Governo che, con il DDL Buona Scuola, trasformerà la scuola italiana in un luogo autoritario e aumenterà le diseguaglianze. Dobbiamo combattere quest’idea di scuola-azienda tutta volta alla competizione e alla selezione, finanziata dai privati e comandata da un preside-manager, perché limita la libertà di docenti, personale, studenti e famiglie e ferisce mortalmente l’idea di una scuola inclusiva e capace di essere il motore dello sviluppo del Paese inteso come uguaglianza possibilità di realizzazione dei cittadini.

Abbiamo partecipato a tutte le loro finte consultazioni, abbiamo avanzato molte proposte, prima e dopo la presentazione di questo DDL, sempre con spirito costruttivo: ma i lavoratori e gli studenti di questo Paese, ancora una volta, sono rimasti inascoltati.

Le nostre Scuole e le nostre Università non sono in vendita: quella di oggi è stata solo la prima di tante mobilitazioni perché senza studenti non ci può essere né Buona Scuola né Buona Università.”

GRANDE SUCCESSO DELLO SCIOPERO DI OGGI

SCUOLA: GRANDE SUCCESSO DELLO SCIOPERO DI OGGI
CONTRO IL DDL LA BUONASCUOLA

Massenti (SNALS-Confsal) al governo:
“No a qualsiasi provvedimento d’urgenza.
Sì alla riscrittura di un nuovo Ddl”

Martedì 5 maggio. “Governo e parlamento ascoltino le richieste della ‘vera buona scuola’ che, con una massiccia adesione allo sciopero, ha chiuso oggi la stragrande maggioranza degli istituti scolastici”. Sono le parole con cui, dalla manifestazione di Milano, il segretario generale vicario dello Snals-Confsal, Achille Massenti, ha espresso la propria soddisfazione per la riuscita dello sciopero.
“L’adesione dei  lavoratori della scuola e le affollate manifestazioni nelle piazze italiane parlano chiaro e dicono al governo e a tutte le forze politiche e parlamentari di stralciare dal Ddl qualsiasi provvedimento d’urgenza per la stabilizzazione del personale. Ciò che serve è un vero piano che tenga conto dei diritti e delle legittime aspettative di tutti coloro che, seppur precari, hanno consentito il funzionamento della scuola in questi anni.  Il governo, dunque, riscriva un ‘nuovo’ Ddl che cancelli il modello di gestione autoritaria ipotizzato, fornisca alle scuole le necessarie risorse umane, economiche e strutturali, elimini le incursioni legislative sul contratto e ne avvii il rinnovo garantendo una vera stagione di investimenti in istruzione e formazione” ha dichiarato Massenti.
“Le richieste sindacali, ha voluto precisare  Massenti, mirano a portare nella scuola un clima di serenità che eviti inutili conflittualità e assicuri la dimensione della collegialità e della condivisione dove ogni componente veda riconosciuto il proprio giusto ruolo e la propria dignità al fine di garantire la libertà d’insegnamento  prevista dalla Costituzione”.

IN PIAZZA LA VERA SCUOLA, ALTRO CHE MINORANZA

SCIOPERO, DI MEGLIO A RENZI: “IN PIAZZA LA VERA SCUOLA, ALTRO CHE MINORANZA”

“Caro Renzi, scendi tu a parlare in piazza e vediamo quanta gente viene ad ascoltarti”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, ha sfidato il presidente del Consiglio intervenendo dal palco di piazza Prefettura, a Bari, dove si è svolto il comizio conclusivo della manifestazione contro la riforma della scuola.

Davanti a una platea di 20mila docenti e 4mila studenti, Di Meglio ha avvertito il governo: “Oggi non è scesa in piazza una minoranza ma tutto il mondo della vera scuola. Se il disegno di legge non verrà stoppato, lo sciopero e le manifestazioni di oggi saranno soltanto l’inizio di una lotta che porteremo avanti percorrendo tutte le strade possibili, senza escludere lo sciopero degli scrutini”.

“Oggi tutti i sindacati rappresentativi della scuola si sono uniti per difendere la scuola pubblica statale e la Costituzione violata da una riforma che vuole assegnare pieni poteri ai presidi e che prevede l’assunzione diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici attraverso albi territoriali”.

In merito all’assunzione dei precari, il coordinatore nazionale della Gilda ha ricordato che “non si tratta di un regalo, di un favore concesso dal governo, perché sull’Italia grava una condanna della Corte di Giustizia europea. Non bisogna mettere i precari l’uno contro l’altro – ha affermato Di Meglio – perché devono essere immessi in ruolo tutti quelli che hanno maturato il diritto alla stabilizzazione”.

Infine un messaggio a Renzi, che ha definito “una minoranza” gli insegnanti oggi in sciopero: “Il presidente del Consiglio stia sereno: il disegno di legge lo abbiamo letto bene tutti: è vergognoso e va ritirato”.

BLITZ NOTTURNO VERSO IL #5MAGGIO

RETE STUDENTI E UDU: BLITZ NOTTURNO VERSO IL #5MAGGIO STUDENTI MEDI E UNIVERSITARI IN PIAZZA CON FLC CGIL, CISL E UIL SCUOLA/ VOGLIAMO UNA SCUOLA #BUONAXDAVVERO

Blitz notturno verso il #5Maggio davanti al MIUR dell’ Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti medi per dire no ai provvedimenti sulla Buona Scuola, per ribadire la nostra totale contrarietà ai metodi che sono stati utilizzati da parte del Governo nella costruzione di questa riforma, gli stessi metodi che vorrebbero propinarci con la Buona Università.

Con questo Blitz all’alba della Manifestazione del comparto Scuola il 5 Maggio abbiamo voluto rappresentare in modo ironico la realtà della Buona Scuola, una realtà che è tutt’altro che buona e ribadire, ancora una volta, che solo con noi studenti la Scuola può essere #buonaxdavvero!

Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari dichiara “Blitz davanti al MIUR verso le piazze italiane con i sindacati, ancora una volta accanto alle lavoratrici e i lavoratori, portando le nostre rivendicazioni sull’Università e sulla Scuola, per dire a gran voce che i protagonisti siamo noi e che vogliamo essere ascoltati!

Il percorso sulla Buona Scuola, come rischia di essere quello prefigurato sulla Buona Università, si è rivelato un processo esclusivo e decisionista, in cui l’ascolto degli studenti, degli insegnanti, dei genitori è stata solo una finta facciata.

Crediamo fermamente che debba essere messo in moto un processo inclusivo e di proposta che coinvolga i protagonisti di scuola ed universitá, in grado di fare proposte alternative a quelle che il Governo vuole propinarci: la direzione sarà sicuramente diversa, non siamo disposti a trattare sul carattere pubblico dei nostri Atenei così come non crediamo in una Scuola aziendalista.”

Alberto Irone Portavoce della Rete degli Studenti Medi conclude “Oggi siamo in piazza contro la Buona Scuola, accanto alle lavoratrici e ai lavoratori in questo sciopero generale perché tutto il mondo della scuola si deve unire contro le politiche di un Governo che, con il DDL Buona Scuola, trasformerà la scuola italiana in un luogo autoritario e aumenterà le diseguaglianze. Dobbiamo combattere quest’idea di scuola-azienda tutta volta alla competizione e alla selezione, finanziata dai privati e comandata da un preside-manager, perché limita la libertà di docenti, personale, studenti e famiglie e ferisce mortalmente l’idea di una scuola inclusiva e capace di essere il motore dello sviluppo del Paese inteso come uguaglianza possibilità di realizzazione dei cittadini.

Abbiamo partecipato a tutte le loro finte consultazioni, abbiamo avanzato molte proposte, prima e dopo la presentazione di questo DDL, sempre con spirito costruttivo: ma i lavoratori e gli studenti di questo Paese, ancora una volta, sono rimasti inascoltati.

Le nostre Scuole e le nostre Università non sono in vendita: quella di oggi sarà solo la prima di tante mobilitazioni perché senza studenti non ci può essere né Buona Scuola né Buona Università.”

Al link seguente il video del flash mob: https://youtu.be/Xomtnp0uYZs

Sciopero scuola 5 maggio 2015, mappa dei cortei. Prova di forza contro il governo

da Il Fatto Quotidiano

Sciopero scuola 5 maggio 2015, mappa dei cortei. Prova di forza contro il governo

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Mancano meno di 24 ore allo sciopero del mondo della scuola del 5 maggio contro il disegno di Legge “La Buona scuola”. Quella di martedì sarà una giornata decisiva ma anche particolarmente difficile per chi si troverà in automobile a Milano, Aosta, Catania, Palermo, Roma, Bari e Genova dove sono previsti cortei che riempiranno le strade delle città. Lo stop alle lezioni proclamato dai cinque sindacati più rappresentativi, Flc-Cgil, Cis e Uil Scuola, Snals, Gilda e Cobas porterà in piazza migliaia di persone: è dal 2007 che le organizzazioni sindacali non si presentano in maniera unitaria. In tutt’Italia saranno centinaia le scuole totalmente chiuse visto che sono davvero pochi gli insegnanti decisi a restare in classe.

Al Sud saranno quattro le città coinvolte. A Palermo l’appuntamento è alle nove in piazza Marina da dove partirà il corteo che sfilerà per corso Vittorio, via Roma, via Cavour fino al teatro Massimo dove si svolgeranno i comizi. A Catania arriveranno i manifestanti delle province di Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Ragusa e Siracusa. Si incontreranno tutti in piazza Europa per poi dirigersi verso piazza Roma, passando per corso Italia e piazza Verga. Lo sciopero sardo vedrà il capoluogo di regione come punto di riferimento per l’intera isola: le delegazioni sono attese in piazza Giovanni XXIII. Da lì faranno tappa in via Dante, via Paoli, via Sonnino, via XX Settembre, via Roma, via Sassari per arrivare a piazza del Carmina. A Bari sono attesi venti mila lavoratori. Arriveranno quaranta pullman e treni speciali da tutta la Puglia, dalla Basilicata e dalla Calabria. Il centro sarà paralizzato. Il corteo che vedrà tutti gli insegnanti con una fascia nera in segno di lutto, si muoverà alle nove da piazza Castello per attraversare le vie San Francesco, Latilla, Quinti Sella, Abate Gimma, corso Cavour e corso Vittorio Emanuele. L’intervento dal palco di piazza Prefettura sarà fatto da Rino Di Meglio, segretario nazionale della Gilda.

Nella capitale si terrà una grande manifestazione che vedrà arrivare a Roma maestri, professori e Ata dall’ Abruzzo, dalla Campania, dal Lazio, dalle Marche, dal Molise, dalla Toscana e dall’Umbria. Il concentramento è stato previsto in piazza della Repubblica da dove partirà la fiumana di gente bloccando via Orlando, largo Susanna, via Barberini, via Sistina, piazza Trinità dei Monti, via D’Annunzio e piazza del Popolo, punto d’arrivo del corteo.

Al Nord toccherà a Milano fare da capitale dello sciopero: nel capoluogo lombardo giungeranno dall’Emilia Romagna, dal Friuli Venezia Giulia, dalla Liguria, dalla Lombardia, dal Piemonte, dal Trentino e dal Veneto. Lo start sarà alle dieci da piazza Repubblica per poi attraversare la città passando da viale Monte Santo, via Galilei, porta Nuova, via XXV Aprile, Crispi, piazza Lega Lombarda, viale Elvezia, corso Sempione con arrivo all’Arco della Pace. Una manifestazione è prevista anche a Genova e ad Aosta in piazza Chanoux.

I Cobas , invece, manifesteranno a Torino, Bologna, Firenze, Padova, Pescara, Cagliari, Palermo e Catania. A Roma saranno presenti in due punti: in viale Trastevere davanti alla sede del ministero e dalle 12,30 alle 18 a piazza Montecitorio. Nella stessa giornata di martedì, alle 12, in altre 53 piazze non coinvolte dalle organizzazioni sindacali, i docenti si sono autoconvocati attraverso la Rete per un flash mob che colorerà le piazze con centinaia di palloncini colorati. Un’anteprima andrà in scena anche lunedì sera in altre piazze dove si terrà il “Selfie – mob” del popolo dei lumini che la scorsa settimana ha manifestato in oltre 120 città. Mercoledì, infine, sarà la volta dello sciopero dei Cobas contro l’Invalsi che vedrà la sua prima giornata di somministrazione dei test alle elementari.

Scuola, sciopero nazionale e manifestazioni contro la riforma

da Corriere.it

Scuola, sciopero nazionale e manifestazioni contro la riforma

Lezioni a rischio. In piazza docenti e studenti. Cortei e flash mob per sfidare il governo
Giannini: «Perplessa». Il sottosegretario Faraone: «In piazza una minoranza»

di Antonella De Gregorio

Nessuno in classe, tutti in piazza. A protestare contro il disegno di Legge «La Buona scuola». Quella di martedì sarà una giornata «epocale», per i sindacati della scuola: le cinque sigle più rappresentative hanno invocato lo stop delle lezioni – per la prima volta dal 2007 in maniera unitaria – e si aspettano che a scendere in piazza saranno migliaia di persone. E centinaia le scuole chiuse, in tutta Italia, sostengono Flc-Cgil, Cis e Uil Scuola, Snals, Gilda e Cobas. A cui si sono aggiunti Unicobas, Cub scuola e Anief, i docenti universitari del Cipur (Coordinamento intersedi professori universitari di ruolo), l’Arcigay e gli studenti sia delle superiori che gli universitari. Docenti, dirigenti, Ata, Rsu, e sindacati: tutti uniti il 5 maggio contro la riforma e per l’immediata immissione in ruolo dei precari. Con adesioni al corteo dei sindacati che si susseguono per tutta la vigilia: scenderanno in piazza con i lavoratori della scuola anche delegazioni di Fiom-Cgil, il Codacons e l’Associazione per la Difesa dei Diritti Civili della Scuola.

Il ministro: «Perplessa»

Anche se il sottosegretario all’Istruzione minimizza: «Domani in piazza ci sarà una minoranza del Paese, la più chiassosa, ma sempre di minoranza si tratta», scrive su Facebook. E il ministro, Stefania Giannini, pur definendo lo sciopero «strumento di legittima manifestazione di dissenso», si dice «perplessa» per le ragioni per cui è stato convocato. Vorrebbe che si «entrasse nel merito», che si valutasse «il contenuto di questa riforma», aggiungendo che il segretario della Cgil, Susanna Camusso, che ha detto che questa scuola è per ricchi, «forse non ha letto il disegno di legge».

Boschi: «Possibili modifiche»

Ma la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi, lunedì sera a «Otto e mezzo» su La Sette, ha invece aperto a possibilità di modifiche del testo «se necessarie»: «Non c’è chiusura totale, non è un prendere o lasciare», ha spiegato. «Rispetto allo sciopero di domani, come ogni forma di riforma legittima dei sindacati, la rispetto ma non oso immaginare cosa avrebbero putto organizzare se, invece di mettere 3 miliardi, avessimo fatto tagli come tutti gli altri governi», aggiunge la Boschi.

Flash mob

Intanto la giornata di protesta è stata preceduta da un flash mob in varie piazze d’Italia, lunedì alle 19, con la lettura corale degli articoli 3, 33, 34 e 97 della Costituzione. Tutti sono stati invitati a partecipare al «Selfie-mob» vestiti di nero, con i lumini. Il tutto dovrebbe concludersi in circa 15 minuti.

Lo sciopero generale

Poi, martedì 5, lo sciopero generale contro i contenuti del disegno di legge 2994 in corso di approvazione al Parlamento. Le vie centrali delle città si riempiranno di manifestanti ad Aosta, Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Roma. In piazza ci saranno anche gli studenti che, a gran voce, in una lettera aperta hanno chiesto ai loro docenti di fare lo stesso. Aderiranno allo sciopero anche i sindacati Unicobas e Cub scuola. Sempre martedì è previsto un altro flash mob, che consentirà, a chi non potrà partecipare alle manifestazioni ufficiali dei sindacati nelle grande città, di manifestare nelle altre piazze pacificamente e in modo costruttivo per una nuova scuola. I prof si sono autoconvocati attraverso la Rete e si troveranno per colorare le piazze con centinaia di palloncini colorati.

Il programma

La manifestazione nella capitale costituirà il punto di raccolta di maestri e professori da Abruzzo, Campania, Lazio, Marche, Molise, Toscana e Umbria. Il corteo partirà da Piazza della Repubblica alle 9; punto d’arrivo, piazza del Popolo. Milano sarà la capitale dello sciopero al nord. Ritrovo alle 9,30 in Piazza della Repubblica e arrivo previsto all’Arco della Pace, dove si svolgerà il comizio. Manifestazioni sono previste anche a Bari (partenza del corteo da Piazza Castello alle 9,30), Cagliari (ritrovo alle 9,30 in Piazza Giovanni XXIII ), Catania (Piazza Europa alle 9), Palermo (Piazza Marina, h. 9), Aosta (Piazza Chanoux). I Cobas , invece, manifesteranno a Torino, Bologna, Firenze, Padova, Pescara, Cagliari, Palermo e Catania e roma: in viale Trastevere davanti alla sede del ministero e in piazza Montecitorio. Mercoledì, infine, sarà la volta dello sciopero dei Cobas contro l’Invalsi che vedrà la sua prima giornata di somministrazione dei test alle elementari.