MISE, MIUR e Huawei siglano un accordo per l’avvio del programma formativo Talent Lab-Seeds for the Future

MISE, MIUR e Huawei siglano un accordo per l’avvio del programma formativo Talent Lab-Seeds for the Future.
Obiettivo: creare nuove competenze per il passaggio all’industria 4.0

Il progetto – il primo nel suo genere – mira a formare futuri esperti in grado di introdurre nel sistema industriale i cambiamenti tecnologici per realizzare la cosiddetta “fabbrica intelligente”. Un passo in avanti per favorire il ritorno alla competitività dell’industria italiana.

Milano, 8 giugno 2015 – Il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e Huawei, azienda leader nelle soluzioni di Information e Communication Technology (ICT), hanno siglato un Memorandum of Understanding (MoU) per avviare un programma annuale di tirocinio (“Talent Lab – Seeds for the Future”) presso il quartier generale di Huawei in Cina, interamente finanziato dall’azienda e riservato a quindici fra i migliori laureandi italiani con un percorso di studio focalizzato su tecnologia e innovazione.
L’accordo è stato annunciato in occasione del China Day che si celebra oggi all’EXPO da Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, ed Edward Chan, CEO di Huawei Italia.
Il programma ha l’obiettivo di trasformare gli studenti in specialisti nel settore del passaggio verso l’“Industria 4.0”, focalizzandosi non solo sugli aspetti formativi ma anche sull’applicazione concreta nel mondo industriale, grazie al coinvolgimento di un cluster di 15 aziende che verranno contemporaneamente selezionate. A chiusura del programma ogni laureando parteciperà a un seminario di aggiornamento organizzato dal MISE sulle politiche e gli strumenti 4.0; svolgerà quindi un periodo di stage all’interno delle aziende selezionate, durante il quale identificherà i fabbisogni di innovazione 4.0 delle aziende stesse, per contribuire all’elaborazione di un “percorso di cambiamento 4.0”, che dovrà costituire oggetto di discussione in sede Universitaria.
Il concetto di ‘Industria 4.0’ fa riferimento alla quarta rivoluzione industriale, l’evoluzione tecnologica che prevede di ottimizzare l’efficienza dei metodi di produzione. Nel nuovo ciclo industriale le imprese gestiranno reti globali basandosi su prodotti intelligenti che, grazie a sensori, forniranno istruzioni di lavorazione alle apparecchiature di produzione e alla catena logistica coordinando elementi fisici e virtuali tramite l’ICT.
Cloud computing, Internet of Things, broadband sono solo alcuni degli elementi abilitanti del nuovo scenario nel quale l’Italia, che detiene insieme alla Germania il primato nel settore manifatturiero, può consolidare una posizione importante negli anni a venire a patto che investa nella creazione di competenze ad hoc.
Il MoU prevede la costituzione di un Comitato Guida paritetico composto da 3 soggetti, in rappresentanza delle Parti e coordinato da un rappresentante del MIUR, che provvederà collegialmente a definire i criteri di selezione, identificare annualmente i 15 laureandi e le 15 imprese, approvare il percorso di tirocinio e associare i laureandi a ognuna delle imprese.
La capacità attuativa dell’Agenda Digitale in Italia, e più in generale la possibilità che il tessuto imprenditoriale nel suo complesso adotti su larga scala le innovazioni in chiave Industria 4.0, dipendono anche dalla disponibilità di competenze tecnologiche diffuse sul territorio. In quest’ottica, l’impulso alla crescita e all’internazionalizzazione di know-how distintivo da parte delle giovani generazioni può rappresentare un elemento di grande rilievo per lo sviluppo del Paese e rispondere alle esigenze del mondo imprenditoriale.
“L’accordo firmato oggi si inserisce in un cambiamento culturale rispetto al modo in cui l’Italia vuole coltivare i suoi talenti. Intendiamo investire di più e meglio sulla qualità, sulla mobilità e sull’internazionalità del capitale umano della ricerca. Lo facciamo attraverso accordi bilaterali, come quello con Huawei, così come attraverso i finanziamenti del Programma Nazionale della Ricerca e del Fondo di Funzionamento dell’Università, che stiamo attribuendo in misura sempre maggiore tenendo conto delle iniziative di internazionalizzazione di atenei ed enti di ricerca. Il benessere futuro del nostro Paese sarà garantito soprattutto dalla libertà dei nostri giovani di imparare e costruire nuovi saperi. In questo senso il rapporto con aziende come Huawei e con aree geografiche come la Cina, di grande interesse per le nostre aziende,
avrà un ritorno culturale, d’innovazione e economico” ha commentato il Ministro Stefania Giannini.
“Le innovazioni connesse ad Industria 4.0 possono rappresentare una straordinaria opportunità per l’Italia, perché le Smart Factory trarranno vantaggio dalla creatività tipica del nostro tessuto produttivo di piccole e medie imprese. Reti, distretti industriali e singole realtà dovranno rinnovarsi, perché la rivoluzione 4.0 porta un cambiamento nell’ideazione, nel design, nella produzione e distribuzione di prodotti e servizi. Questa rivoluzione non si coglie senza un elevatissimo livello di nuove competenze. L’adesione al protocollo Talent Lab rappresenta per il MISE una nuova modalità per far sperimentare alle imprese italiane come cogliere i benefici legati alla manifattura additiva. Una sfida che potrà concretamente essere colta anche grazie alle nuove misure di sostegno Agenda Digitale ed Industria Sostenibile, che il nostro Ministero attiverà nei prossimi giorni.” ha dichiarato il Ministro Federica Guidi.
“L’accordo conferma la centralità dell’Italia e delle sue risorse umane nel piano di investimenti e sviluppo di Huawei – ha commentato Edward Chan, CEO di Huawei Italia – Abbiamo da sempre puntato sui talenti e sulle competenze locali, con l’obiettivo fondamentale di contribuire alla crescita economica del Paese. Nelle università italiane abbiamo trovato un importante capitale di idee, ingegno ed energie e siamo fermamente convinti che sia necessario ampliare il ventaglio delle opportunità di tirocinio nel campo delle più avanzate innovazioni tecnologiche, come nel caso dell’Industria 4.0. L’iniziativa annunciata oggi con il MISE e il MIUR vuole mettere a fattor comune gli ingenti investimenti in Ricerca e Sviluppo effettuati da Huawei e porre le basi di una fruttuosa collaborazione con tutto l’ecosistema coinvolto” .

ORGANICO POTENZIATO: “BENE RITIRO CIRCOLARE, MA GRAVE INIZIATIVA MIUR”

ORGANICO POTENZIATO, GILDA: “BENE RITIRO CIRCOLARE, MA GRAVE INIZIATIVA MIUR”

“Accogliamo con soddisfazione il ritiro della circolare dell’Ufficio scolastico regionale dell’Abruzzo sui fabbisogni di organico potenziato, ma resta grave l’iniziativa, del tutto illegittima, del Miur di impartire disposizioni attuative riguardanti una materia attualmente oggetto di un processo legislativo”. Ad affermarlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, secondo il quale “il ministro Giannini ha dimostrato di non avere rispetto delle istituzioni e delle leggi”.

“Invece di stralciare dal disegno di legge il piano di assunzioni, e percorrere così la strada più corretta, sensata e rapida che invochiamo con forza da tempo, la titolare di viale Trastevere aveva scelto ancora una volta di procedere autonomamente con una forzatura, cercando di scavalcare l’iter legislativo della riforma attualmente all’esame del Senato. Ci auguriamo – conclude Di Meglio – che il ministro si astenga da ulteriori colpi di mano”.

ELEZIONI CONSIGLIO SUPERIORE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

ELEZIONI CONSIGLIO SUPERIORE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
PRIMA PROIEZIONE DELL’A.N.A.AM. SCUOLA
NELLA COMPONENTE ATA AD AGRIGENTO TRIONFA GIUSEPPE MANCUSO

Alle elezioni per il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, tenutesi lo scorso 28 aprile, i sindacati rappresentativi perdono consensi. In discussione le regole per la rappresentanza. Giuseppe Mancuso, Presidente Nazionale A.N.A.AM. Scuola e Segretario Nazionale FLP Scuola, ringrazia gli elettori, in attesa dei dati definitivi.
Mancuso è risultato ad Agrigento primo con 164 voti di preferenza raggiungendo il 22% e 227 voti di lista raggiungendo il 25%.
Scomparsi i sindacati rappresentativi: il candidato della Uil si è fermato 60 voti, della Flc Cgil a 54, il candidato della Cisl a 20 voti e Snals a 48.
“Siamo molto contenti del risultato, commenta il Presidente Nazionale Mancuso, ma già da domani torneremo ad impegnarci quotidianamente per sostenere il settore, mettendoci a disposizione del personale ATA”.
Su 20 province esaminate dall’ANAAM SCUOLA, la lista <<CI SIAMO ANCHE NOI>>, presentata da Mancuso, ha ottenuto la media del 14% di voti di preferenza. Per questo, Mancuso chiede il cambio delle regole sulla rappresentanza sindacale.

Le province e le regioni attenzionate dall’A.N.A.AM. Scuola riguardano Agrigento, Ascoli, Milano, Livorno, Venezia, Pisa, La Spezia, Imperia, Oristano, Cesena, Firenze, Bologna, Rovigo, Pescara, Sardegna, Umbria, Perugia, L’Aquila, Rimini, Palermo e Genova.

Alla luce di questo risultato sembrerebbe opportuno mettere in discussione le regole che stabiliscono l’attuale rappresentatività sindacale. Il Ministero della Funzione Pubblica ha il dovere di rivedere le regole e garantire il diritto di assemblea a chi gode realmente del consenso dei lavoratori.

E’ impensabile escludere dagli incontri ministeriali o dalle assemblee sindacali chi riceve così tanti consensi  e risultando il più votato in alcune province ( Agrigento con il 21%, Ascoli con il 27% e Rovigo con il 18%) o il secondo nelle province di ( Genova con 109 voti raggiungendo il 22%, Imperia con il 21%, Pescara con il 18%, L’Aquila con il 14%, Rimini con il 12%, Caltanissetta e Chieti con il 17% Bologna e Oristano con il 10% o il terzo nelle province di ( Milano 330 voti con il 14%, Palermo 210 con il 12% e Livorno con il 10%).

“se si fosse votato, continua Mancuso, alle elezioni RSU con liste nazionali come vent’anni fa senza essere obbligati a trovare  i candidati scuola per scuola, l’ A.N.A.AM. scuola sarebbe un sindacato rappresentativo”.

Successo dello sciopero a Bologna

Successo dello sciopero a Bologna. Decisivi gli scioperi degli scrutini di questa settimana: il blocco corale di essi è l’arma migliore per battere il Ddl “cattiva scuola”, imporre il No al preside padrone e ai quiz, e l’assunzione stabile dei precari

Successo del blocco degli scrutini a Bologna. Iniziano ad affluire i primi dati che testimoniano la volontà e la determinazione degli operatori della scuola a non volere il DDL Renzi . Dai primi dati sappiamo che la totalità o quasi degli scrutini è già stata bloccata o lo sarà nel proseguimento della giornata di oggi e di domani nelle seguenti scuole:  Aldrovandi-Rubbiani, Keynes, Luxemburg, Mattei, Laura Bassi, Malpighi di Crevalcore, Copernico, Pacinotti, IC 8, IC 6, IC 5, Longhena , Fortuzzi, Sabin, Manfredi Tanari, Besta, Guinizelli, Guercino, Testoni, Panzini, Irnerio, S. Matteo della Decima, Romagnoli, Scandellara, Bombicci, Minerbio, San Martino di Bentivoglio. Inoltre stanno arrivando segnalazioni che in altre decine di scuole sono nati comitati di sciopero… blocchi anche al Cassiano da Imola, Carducci, Farini ecc.
D’altra parte era impossibile anche per un Grande Imbonitore non prendere atto che la perdita di milioni di voti è dipesa in primo luogo dalle politiche neoliberiste del governo e in particolare dall’attacco sferrato  contro la scuola pubblica: un attacco così violento da aver provocato il 5 maggio il più grande e unitario sciopero generale di sempre, e poi i rilevantissimi scioperi contro i quiz Invalsi, da noi promossi, con la straordinaria partecipazione dei genitori (che hanno lasciato a casa i propri figli alle Elementari il 6 e il 7 maggio) e degli studenti il 12 maggio, che hanno annullato un terzo delle prove a base di indovinelli.

Solo che Renzi non pare ancora consapevole del grado di avversione dei lavoratori/trici rispetto alla catastrofica idea di consegnare le scuole a dei presidi-padroni secondo il pessimo modello aziendale alla Marchionne. E vorrebbe cavarsela lasciando ai presidi i superpoteri ma aggiungendovi una sorta di “clausola di sicurezza”, imponendo loro il cambio di scuola ogni sei anni: come se il problema fosse il grado di corruttibilità del preside e non la carica di per sé degradante e distruttiva dei superpoteri sull’intero funzionamento della collegialità scolastica. Da varie parti sentiamo crescere le speranze che il Ddl venga battuto in Senato dal voto delle opposizioni interne al PD. Come COBAS non abbiamo mai fatto gran conto sulle alchimie di Palazzo: ma siamo comunque convinti che l’arma davvero decisiva per bloccare il Ddl (ed imporre un decreto per l’assunzione stabile dei precari che da anni lavorano nella scuola) sia il successo plebiscitario dello sciopero degli scrutini . Nei giorni scorsi, di fronte alla sleale, e a nostro parere illegale, manovra di alcuni presidi che hanno convocato gli scrutini prima che le lezioni terminassero, lo sciopero è stato totale. Ma il test decisivo ci sarà a partire da oggi, e noi siamo fiduciosi che lo sciopero supererà anche quello, già oceanico, del 5 maggio, bloccando almeno il 90% degli scrutini.

DDL scuola: Pantaleo, l’arroganza del Miur non ha più limiti

Il 3 Giugno mentre il Senato discuteva del DDL “brutta scuola” al Miur si e’ svolta una riunione per dare applicazione alla stessa riforma sulla parte che riguarda l’organico potenziato. E’ stata data l’indicazione agli uffici regionali scolastici di rilevare i fabbisogni di organico per aree omogenee di attivita’, relative classi di concorso e per ambiti territoriali. Dopo quell’incontro sono state emanate circolari da parte di acuni uffici regionali  per chiedere ai dirigenti scolastici, previa pronuncia dei collegi dei docenti e sulla base di una scheda di rilevazione, di evidenziare le richieste di organico potenziato sulla base di quanto previsto nel DDL.
Si tratta di un fatto gravisssimo del quale il MIUR dovra’ rispondere in Parlamento, avendo notizie di numerose interrogazioni parlamentari già depositate.
Non e’ possibile che mentre e’ in corso la discussione sul DDL, che incontra la radicale opposizione di tutto il mondo della scuola, il MIUR illegittimamente e peraltro appesantendo inutilmente il lavoro delle scuole faccia finta che il disegno di legge sia stato approvato. Chiediamo al MIUR di fare revocare tutte le circolari emanate illegittimamente e siamo pronti a chiamare in giudizio MIUR e direttori degli uffici regionali scolastici. Chiediamo ai collegi dei docenti di non esprimersi, rigettando eventuali richieste di delibere, essendo evidente la forzatura che ha solo l’obiettivo di agevolare l’iter di un disegno di legge inaccettabile e incostituzionale.
Il governo se vuole accelerare i tempi faccia un decreto sulle assunzioni. L’arroganza del potere e la violazione delle regole democratiche non hanno piu’ limiti e per questa ragione abbiamo proclamato anche  lo sciopero degli scrutini e proseguiremo con le mobilitazioni.

Scuola Presidi a tempo e più poteri ai docenti

da Il Messaggero

Scuola Presidi a tempo e più poteri ai docenti

Dopo le aperture del governo, ecco come cambia il ddl Giannini in Senato.

ROMA Le aperture annunciate da Matteo Renzi a Genova si concretizzeranno in alcune modifiche alla riforma della scuola già approvata dalla Camera. L’obiettivo è recepire le principali obiezioni avanzate dalle associazioni e dai sindacati e migliorare il ddl e dunque svuotare quanto più possibile di contenuti la protesta che nei prossimi giorni porterà al blocco degli scrutini già proclamato dai Cobas.

PIU’ ISPETTORI

Dopo aver esaminato i 2200 emendamenti presentati in Senato nel Pd è stata tracciata la rotta: si definirà nei dettagli nelle assemblee del gruppo Dem oggi e domani. Quindi ci sarà un passaggio al Nazareno prima del via libera. Una delle principali novità riguarderà la figura del superdirigente scolastico. La squadra di ispettori che dovrà valutare se gli obiettivi sono stati raggiunti verrà potenziata. E il capo d’istituto sarà soggetto alle stesse regole di chi nella pubblica amministrazione svolge un ruolo apicale. L’incarico non potrà durare più di due mandati triennali, eccezion fatta per chi è a due soli anni dalla pensione.
La riforma prevede che nella scelta dei docenti e nella valutazione il superpreside sia affiancato da un comitato eletto dal consiglio di istituto e formato da due docenti, due genitori e uno studente. Accogliendo uno dei tanti emendamenti presentati potrebbe cambiare la composizione del comitato portando la componente dei docenti a 3 e rendendo solo consultivo il parere espresso dagli altri due membri.
La valutazione dei docenti resta il tema più caldo. «È dai tempi della riforma Berlinguer che si si prova a introdurlo – osserva la senatrice Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria pd – siamo ormai l’unico Paese europeo che mantiene gli scatti di anzianità come unico elemento di avanzamento di carriera per gli insegnati. Noi li abbiamo mantenuti e in più abbiamo previsto 200 milioni da assegnare ai prof in base all’impegno e con criteri assolutamente oggettivi».

L’ESPOSTO
Dopo il primo incarico triennale per i docenti non sarà più automatica la rotazione. I prof dovranno l trasferirsi solo se cambierà l’offerta formativa (ad esempio, il caso in cui l’insegnamento di una lingua venga soppresso). Non sembrano esserci invece margini di intervento sul piano delle assunzioni. Il governo in questo caso ha le mani legate, i numeri derivano dalle risorse e dunque sono patto integrante del patto di stabilità. Entreranno in ruolo per l’esattezza 101.701 precari di prima fascia. Non uno di più non uno di meno. Ma se la Gae, le graduatorie ad esaurimento non verranno svuotate i docenti in lista d’attesa verranno assunti l’anno seguente Stessa lista d’attesa per 4200 risultati idonei al concorso del 2012. Le eventuali “code” residue, quelle degli insegnanti dell’infanzia, ad esempio, resteranno aperte sino ad esaurimento.
Nella giungla del precariato prevale la logica della coperta di Linus. Ne accontenti 100, ne scontenti altrettanti. Ma qualcosa si farà. Nel concorso che verrà bandito entro ottobre per coprire altri 60 mila nuovi posti si punterà a valorizzare il punteggio assegnato al servizio venendo così incontro alle richieste dei Tfa, i docenti che si sono abilitati al termine di un corso di formazione. Non verranno toccate le detrazioni per le rette alle scuole paritarie. Con grande sollievo per le cattoliche e le private E si metterà un tetto al cosiddetto «School bonus». Le erogazioni liberali per gli investimenti in favore del sistema nazionale di istruzione: non potranno superare i 100 mila euro (ma c’è chi propone 50 mila). Il fondo servirà a sostenere gli interventi per l’occupabilità degli studenti.
Intanto i parlamentari 5 Stelle di Senato e Camera dopo aver appreso che dagli uffici regionali del Miur stanno partendo le circolari con la richiesta ai dirigenti di indicare l’organico potenziato da assumere per il prossimo anno, come previsto appunto dal ddl in discussione in Senato, hanno deciso di presentare un esposto al Miur. La battaglia insomma continua. Anzi comincia ora.
Claudio Marincola

Presidi-sceriffo e chiamata diretta: un governo di sinistra non può fare questo!

da La Tecnica della Scuola

Presidi-sceriffo e chiamata diretta: un governo di sinistra non può fare questo!

A dirlo è stato Giuliano Aureli, presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia di Velletri, nel corso di un incontro a Roma su scuola e memoria: questa riforma va contro la libertà e la varietà dell’insegnamento. E voi, cari ragazzi, dovete studiare, noi abbiamo lottato perché voi poteste farlo: ecco perchè vado nelle scuole.

“Non credete quando dicono che noi italiani le cose non riusciamo a farle bene, le abbiamo fatte in democrazia e con pluralità di opinioni. Ora, il preside sceriffo va contro la libertà e la varietà dell’insegnamento. La chiamata diretta dei docenti è un’operazione che nella scuola pubblica non esiste. Vogliamo forse creare un altro esercito di esodati? Un governo di sinistra non può fare questo. E voi, cari ragazzi, dovete studiare, perché noi abbiamo lottato perché voi poteste farlo”. Sono parole forti quelle pronunciate da Giuliano Aureli, presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia di Velletri, nel corso dell’incontro, tenuto sabato 6 giugno nel giardino liberato di via Galeazzo Alessi a Roma, su scuola e memoria.

Aureli, classe 1931, ha raccontato la sua infanzia e adolescenza trascorsa proprio a villa Certosa: “non avevamo una scuola media in zona, io e i miei amici di 10 anni siamo dovuto andare nella più centrale via Cairoli. Oggi per i giovani avere la scuola vicino casa è quasi scontato, ma vi garantisco che non è così. Ogni partigiano ha lottato perché voi poteste avere la possibilità di studiare”.

Il suo racconto è stato arricchito da diversi aneddoti, ma anche da valori e convinzioni, che si sono andate a costruire nel suo animo in decenni di lotte. Perché con la fine della seconda guerra mondiale, Aureli non ha terminato di combattere. Di resistere. Lo ha ripetuto più volte: chi supera certe esperienze, per la fame (“durante la guerra avevamo diritto a un quarto di olio al mese, era impossibile ingrassare”) non ha più paura di nessuno. Ancora oggi, a 84 anni ben portati, sente il dovere di dire quel che pensa.

E la fa rivolgendosi soprattutto ai giovani presenti “Non fidatevi di chi dice ‘ci vuole l’uomo forte’. Non fidatevi, perché con la democrazia e il dialogo abbiamo ottenuto tanto. Alla fine della guerra ci abbiamo messo solo cinque anni per ricostruire tante cose, scuole, strade, ferrovie e avevano detto che l’Italia ci avrebbe messo venti anni”.

“Cari ragazzi – ha continuato il partigiano – dovete studiare per capire l’importanza della libertà, siate soldati di pace, difendetela da chi vuole la guerra solo per guadagnare i soldi con la armi, come ancora l’Italia. Non abbiamo i soldi per scuole, ma spendiamo i soldi per acquistare armi”.

Quelle armi che i partigiani, però, utilizzarono negli anni della Resistenza. Forse anche più del dovuto. Come a via Rasella, dove l’attentato alle truppe tedesche portò la follia nazista a commettere lo scempio delle Fosse Ardeatine. Forse, si poteva evitare? “No, non potevamo evitarlo – ribatte il partigiano laziale – perché gli americani continuavano a bombardare Roma. Serviva un segnale, ma queste cose le dicono in pochi. Qualche tempo prima i partigiani ci provarono con il cinema Adriano: era tutto pronto per far esplodere una bomba, ma non si accese l’innesco. La lotta contro i tedeschi fu durissima. Quegli uomini compirono delle atrocità. Nelle carceri di via Tasso, qualcuno preferì uccidersi pur di non farsi tirare via le unghie. I giovani lo devono sapere, finché la salute me lo permetterà – ha concluso Aureli – continuerò a raccontarlo nelle piazze e nelle scuole”.

“Si vuole imporre la riforma senza il sì del popolo”

da La Tecnica della Scuola

“Si vuole imporre la riforma senza il sì del popolo”

Lo sostiene il giurista Stefano Rodotà: Renzi ha imbracciato il credo della Thatcher, cioè che la società non esiste, ma ora si trova ad ammettere i suoi errori perché l’opinione pubblica gli sta presentando il conto. Gli dà manforte Massimo Di Menna (Uil): basta con la favola dell”ascolto’ e degli ‘intoccabili’, si dia rispetto e serenità a chi fa funzionare la scuola, anche senza i dovuti riconoscimenti.

Siamo aperti al dialogo, la riforma deve essere condivisa, senza il consenso della gente non si va avanti. Sono concetti che il Governo negli ultimi 10 mesi ha espresso tantissime volte nel parlare e proporre la ‘Buona Scuola’. Anche nelle ultime ore, il premier Renzi ha ammesso degli errori e di essere “pronto a ragionare”. Quella dell’ascolto della “base”, però, è una concezione che agli occhi degli addetti ai lavori comincia a vacillare.

“Si è cercato e si sta cercando una democrazia senza popolo e senza società. Sulla scuola Renzi ha detto “abbiamo sbagliato”, lo dice perchè c’è stato un risveglio della società”, ha dichiarato Stefano Rodotà domenica 7 giugno, a Roma, nel corso del suo intervento alla convention della Coesione sociale di Landini.

“Se Renzi, sulla questione della scuola, ha ammesso i suoi errori è perchè perfino lui che ha imbracciato il credo della Thatcher, e cioè che la società non esiste, si è reso conto che se la società si muove perfino lui deve farne i conti”, ha aggiunto l’accademico a lungo sostenuto dal Movimento 5 Stelle in occasione dell’ultima elezione del presidente della Repubblica. Che poi ha insistito su un punto: “È in discussione la democrazia in questo paese. Ho l’impressione che Renzi se la voglia giocare tutta all’interno della sua minoranza per uscire dalla difficoltà con i suoi oppositori interni”. “Regola le sue partite interne ma si è reso conto anche che la società forse esiste”, ha concluso.

Sulla stessa lunghezza d’onda, seppure parlando da una posizione più tecnica e meno politica, si posiziona Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola. “Il Premier Renzi oggi si dice pronto a correzioni. Bene, ma basta con la favola dell”ascolto’ e degli ‘intoccabili’. I punti critici da affrontare sono chiari: pluralismo culturale e libertà di insegnamento, piano assunzione e precariato, super poteri dei dirigenti, sistema di valutazione con competenze tecnico professionali, tutele contrattuali”.

Di Menna si dice deluso: dal Governo giungono segnali di apertura solo a parole. Poi, nei fatti, va avanti di testa sua.  “Abbiamo illustrato e spiegato più volte le proposte di merito”, spiega il sindacalista. “Proposte consegnate in audizione al Senato, al ministro, alla Presidenza del Consiglio, al Pd. Il Presidente del consiglio fermi il Miur e rapidamente approfondisca. Confermiamo la nostra disponibilità ad un incontro risolutivo. È ora di assicurare rispetto e serenità a chi fa funzionare, anche senza i dovuti riconoscimenti la nostra scuola. Occorre piuttosto assicurare sostegno e modernizzazione. Il premier ha ammesso errori, bene, ora non ne faccia altri”, conclude il sindacalista Confederale.

CSPI: 8 seggi alla Flc-Cgil, Uil-Scuola e Gilda fuori

da La Tecnica della Scuola

CSPI: 8 seggi alla Flc-Cgil, Uil-Scuola e Gilda fuori

Due seggi vanno anche alla Cisl-Scuola, tre allo Snals e due all’Anp. Ma la distribuzione dei seggi non rispetta del tutto le percentuali dei voti raccolti.

I risultati finali non sono ancora ufficiali ma i dati che arrivano dalle diverse sigle sindacali sono sostanzialmente concordi fra di loro e quindi si possono già dare alcune anticipazioni sicure.
Nelle elezioni per il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, i sindacati di base hanno ottenuto un buon risultato, ma un po’ al di sotto di quanto appariva all’inizio: i Cobas hanno toccato il 5,4% complessivo dei voti, l’Unicobas è arrivato al 2,3%, mentre l’Anief ha messo insieme 22.500 voti pari al 5% esatto.
La Flc-Cgil arriva al 27%, la Cisl-Scuola al 17,5, la Uil al 10,3%, lo Snals al 13,8 e la Gilda al 7%.
Ma la distribuzione dei seggi fornisce un quadro molto diverso: nel CSPI i posti vengono attribuiti separatamente alle diverse componenti e quindi, a causa del calcolo dei resti, accade che la Flc-Cgil farà la parte del leone, con 8 seggi conquistati su un totale di 18.
Il sindacato di Mimmo Pantaleo si aggiudica infatti l’unico seggio disponibile per la scuola dell’infanzia e per il personale Ata;  dei 4 seggi della primaria 2 vanno alla Flc, uno alla Cisl-Scuola e uno allo Snals; stessa distribuzione si ha per la secondaria di primo grado, mentre dei tre seggi della secondaria di secondo grado 2 spettano alla Flc e uno allo Snals.
I due seggi del personale dirigente vanno entrambi all’Anp di Giorgio Rembado.
Alla resa dei conti Gilda e Uil-Scuola restano fuori dal Consiglio superiore, almeno per i prossimi 5 anni (tanto dura il mandato elettorale).
Certamente le regole per il calcolo dei seggi hanno contribuito a determinare un risultato quanto meno anomalo: la Uil, con il 10% dei voti, resta fuori mentre lo Snals con una percentuale poco più alta porta a casa tre consiglieri, addirittura uno in più rispetto alla Cisl che ha messo insieme più del 17% dei voti.
Il 19 giugno l’esito del voto sarà ufficializzato dal Miur e a quel punto conosceremo anche i nomi degli eletti.

Piano assunzioni al sicuro anche se il DDL ritarda

da La Tecnica della Scuola

Piano assunzioni al sicuro anche se il DDL ritarda

Se anche l’approvazione del ddl dovesse slittare, il Ministero potrebbe comunque assumere i docenti a partire dal 1° settembre (almeno per gli aspetti giuridici).

La data di approvazione del disegno di legge sta ormai diventando il giallo di inizio estate.
Fino a pochi giorni fa il Governo parlava di legge approvata entro il 15 giugno al massimo, poi si è incominciato a parlare del mese di luglio, nelle ultime ore il presidente Renzi ha ipotizzato un ritardo di una settimana al massimo.  Segno evidente che le idee sono poco chiare.
La Commissione Cultura del Senato ha anche chiesto al Governo di dire con chiarezza quali siano i termini ultimi per approvare il provvedimento per consentire il regolare avvio dell’anno scolastico.
Per ora non si conosce ancora la risposta dell’esecutivo, ma in compenso si è diffusa la notizia che i direttori regionali degli USR sono stati allertati dal Miur: “Fate presente ai dirigenti scolastici che non appena la legge sarà approvata, le scuole dovranno definire la propria proposta di organico; quindi è bene che i dirigenti si preparino a convocare gli organi collegiali”. In pratica la previsione che avevamo formulato qualche giorno addietro (collegi dei docenti convocati anche a luglio) sta prendendo corpo.
Francamente, però, non è dato di capire per quale motivo un eventuale ritardo nella approvazione della legge dovrebbe ripercuotersi  sul piano di assunzioni).
Peraltro non sarebbe la prima volta che le immissioni in ruolo vengono effettuate con il meccanismo di una decorrenza giuridica diversa da quella della presa di servizio.
In pratica i precari assunti potrebbero assumere servizio (e percepire lo stipendio) anche dopo il 1° settembre, mentre la decorrenza giuridica verrebbe fissata al 1° settembre, senza nessuna penalizzazione ai fini del calcolo dell’anzianità di servizio.

Forum Innovazione Italia-Cina ad Expo

Giannini al Forum Innovazione Italia-Cina ad Expo

Lunedì 8 giugno a Milano, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini prenderà parte all’Edizione speciale del Forum Italia-Cina per l’Innovazione che si terrà ad Expo 2015, in occasione del China Day.

Alle ore 14.45, il Ministro aprirà i lavori del Forum insieme al Vice Premier della Repubblica Popolare Cinese Wang Yang, al Vice Presidente di Confindustria Diana Bracco e al Rettore del Politecnico di Milano Giovanni Azzone. L’edizione speciale del Forum sarà una vetrina delle eccellenze italiane lungo tutta la filiera agro-alimentare.


Italy-China Innovation Forum Special Edition on the occasion of the China Day at EXPO Milano 2015
Expo Center, June 8, 2015

14:45 Opening Addresses introduced by Giovanni Azzone, Rector of Milan Polytechnic
Stefania Giannini, Minister of Education, Universities and Research
Wang Yang, Vice Premier
Diana Bracco, Vice President, Confindustria

15:15 Presentations on innovation in key-phases of the agrifood supply chain
introduced by Daiana Paoli, Journalist of Rai News
Seed quality and crop management
– Gianluca Carenzo, Managing director PTP-Science Park and ASSOBIOTEC
– Yu Cong, COO, BGI Europe & Africa of BGI
Farming
– Luigi Ambrosio, Director, CNR
– Zhao Sumin, President, Beijing Fat Dragon Gardenscape Co.
Food processing
– Giovanni Sorlini, Agrifood Cluster Representative
– Lin Yuan, Executive Director, Beijing Tian’an Agricultural Development
Logistics and Packaging
– Giuseppe Lesce, President, Italian Packaging Machinery Manufacturers
Association
– Lou Yongqi, Dean, College of Design and Innovation, Tongji University
Energy recovery
– Stefano Consonni, Professor of Energy Systems, Milan Polytechnic
– Zhao Yarong, General Manager, Research Center for Animal Medicine,
Beijing Dabeinong Technology Group Co.

16:30 Closing Remarks introduced by Vincenzo Lipardi, CEO of Città della Scienza
Pei Gang, President, Tongji University
Giovanni Azzone, Rector, Milan Polytechnic
Chen Xu, Chairperson of University Council, Tsinghua University
Federico Masini, Professor of Oriental Languages, Sapienza University
Hu Wenliang, Vice General-Director, BMSTC
Zhao Ming, CEO, Huawei Honor

17:00 Signing Ceremony

Circolare Ministeriale 8 giugno 2015, n. 12

Ufficio del Gabinetto

Al Capo Dipartimento per la Programmazione e la Gestione delle Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali
SEDE
Ai Direttori Generali degli Uffici Centrali
LORO SEDI
Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
e, p.C. Al Gabinetto
SEDE
Alla Provincia Autonoma
Dipartimento Istruzione
TRENTO
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine
BOLZANO
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AOSTA

Circolare Ministeriale 8 giugno 2015, n. 12

AOOUFGAB 331

Oggetto: Legge 23 dicembre 1998, 448- articolo 26, comma 8, 9 e lO e successive modifiche e integrazioni Collocamento fuori ruolo e comandi dei dirigenti scolastici e del personale docente presso: Enti e associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psico-sociale, assistenza, cura, riabilitazione e reinserimento di tossicodipendenti; Associazioni professionali ed enti cooperativi da esse promossi; Università e altri istituti di istruzione superiore. Anno scolastico 2015/2016.

Nota 8 giugno 2015, AOODGOSV 5126

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
D.G. per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del S.N.I.

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Trento
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

Nota 8 giugno 2015, AOODGOSV 5126

Oggetto: Finalissima Olimpiadi di Problem Solving a.s. 2013-2014 – Classifiche

Nota 8 giugno 2015, AOODGOSV 5124

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
D.G. per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del S.N.I.

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Trento
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

Nota 8 giugno 2015, AOODGOSV 5124

Oggetto: Giochi della Chimica. Finale nazionale 2015 – Frascati (Rm)

Nota 8 giugno 2015, AOODRAB 4179

Nota 8 giugno 2015, AOODRAB 4179

Oggetto: Disegno di Legge n. 1934/2015- Art. 2 – Organico potenziato

A specifica della nota pari numero di protocollo e data di questo Ufficio, relativa all’oggetto, con la presente si comunica che la nota dello scrivente Ufficio prot. n. 4145 del 4.6.2015, avente il medesimo oggetto, è da intendersi annullata.

f.to Il Direttore Generale
E. Pellecchia