…caduto in trappola

caduto in trappola 

di Enrico Maranzana

L’on. Stefania Giannini, prima di accettare le responsabilità ministeriali, aveva elaborato un disegno di legge sulle “Norme per una nuova governance delle istituzioni scolastiche autonome” con l’obiettivo di sanare quanto causato dalla “riforma degli organi collegiali della scuola degli anni Settanta che ha cercato di superare il centralismo dello Stato, ma che ha mostrato da subito tutti i suoi limiti, tra i quali il carattere assembleare e quasi sempre non all’altezza degli organi collegiali, a partire dalle assemblee studentesche e dai consigli di classe e di istituto, di fatto esautorati dall’eccessivo formalismo centralistico e dalla limitatezza delle risorse finanziare a disposizione. Tutto ciò ha determinato una continua deresponsabilizzazione della componente dei genitori e degli studenti nelle scuole superiori e l’affievolirsi della loro partecipazione”.

Il buon amministratore dello Stato formula giudizi solo dopo aver studiato il campo in cui nasce il problema, analizzato e compreso la ratio legis, identificato l’origine di eventuali malfunzionamenti, smascherato chi ha osteggiato l’applicazione dei provvedimenti, rimosso le barricate erette, fasi trascurate dagli estensori della proposta. La critica alla gestione scolastica si fonda su questioni di superficie, sfruttate per riproporre l’obsoleto, inefficace modello di scuola di tempi andati. Sono cestinati i faticosi avanzamenti che, negli anni sono stati introdotti nell’ordinamento. 

Il DDL in votazione al Senato è una fedele trascrizione di quanto l’on. Giannini prefigurava: questioni di contorno hanno spostato l’attenzione dall’origine e dal senso della mission della scuola, distrattori che hanno funzionato! 

Art. 1 – “La presente legge dà piena attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche di cui all’articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni … le istituzioni scolastiche garantiscono la partecipazione alle decisioni degli organi collegiali”. 

Il riferimento alla legge delega, non al decreto attuativo, è carico di significato: si rigetta l’interpretazione che l’esecutivo [D’Alema, Berlinguer, Ciampi] ha dato al mandato ricevuto. L’art. 1 del DPR 297/99 stabilisce che “L’autonomia .. si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana”.

Una formulazione in perfetta continuità con il TU del 94:

PROGETTAZIONE FORMATIVA Il consiglio di circolo e d’istituto “elabora e adotta gli indirizzi generali” [art. 10 comma 1] e li esprime in termini di competenze generali [legge 53/2003 art. 2].

PROGETTAZIONE EDUCATIVA Il Consiglio di circolo e di istituto definisce i “criteri generali per la programmazione educativa”. Il collegio dei docenti “cura la programmazione dell’azione educativa anche al fine di adeguare, nell’ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali [identificate dal Consiglio di istituto] e di favorire il coordinamento interdisciplinare” [art.7 – comma 2 – lettera a)]; “valuta periodicamente l’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati [definiti in termini di capacità – legge 53/2003 art 2)], proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell’attività scolastica” [art.7 – comma 2 – lettera d)].

PROGETTAZIONE DELL’INSEGNAMENTO – “Le competenze relative alla realizzazione del coordinamento didattico e dei rapporti interdisciplinari spettano al consiglio di intersezione, di interclasse e di classe” [art. 5 comma 6].

Il TU 297/94 e il DPR 297/99 hanno riconosciuto la dimensione del problema educativo, l’hanno scomposto e hanno attribuito a soggetti diversi le responsabilità strategiche, tattiche, operative.

Diametralmente opposto l’approccio de “la buona scuola” che appiattisce la mission dell’istituzione al solo insegnamento (funzione esecutiva):

il Consiglio di Istituto è privato della funzione strategica: “Art. 3. — (Piano triennale dell’offerta formativa) 4. “Il piano è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli INDIRIZZI PER LE ATTIVITA’ DELLA SCUOLA e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il piano è approvato dal consiglio d’istituto”. Nitido il conflitto col D. Legs. 27/10/09, n. 150 Dirigenza pubblica Art. 37 che “rafforza il principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti alla dirigenza”.

Il sistema scolastico, che ”mira allo sviluppo della persona umana” (capacità), esige unitarietà, coordinamento, finalizzazione comune degli insegnamenti, caratteri che il nuovo modello di gestione non possiede.

Il titolo del provvedimento e la procedura di valutazione dell’operato dei docenti dimostrano la scellerata deriva.  

Non più “Sistema educativo di istruzione e di formazione” [legge 53/2003 art. 2] ma “Sistema nazionale di istruzione e di formazione”;

128 3. Il comitato individua i criteri per la valorizzazione dei docenti sulla base:

a) della qualità dell’insegnamento e del contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli studenti;

b) dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni è dell’innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche;

c) delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale.

Lo stravolgimento del significato di “autonomia” è all’origine della tesi: “In particolare, il testo unico [297/94] non è in larga parte allineato né con l’introduzione dell’autonomia, a cui è conseguito un nuovo assetto istituzionale, ordinamentale e amministrativo ..” [Atti parlamentari – Camera dei deputati – 27 marzo 2015 – capo VII art. 21 comma a) – pag. 23] avanzata per abrogare la gestione collegiale del servizio scolastico.

Caregiver familiari, ricorso all’Onu per il riconoscimento dei diritti

da Superabile

Caregiver familiari, ricorso all’Onu per il riconoscimento dei diritti

Dopo aver incassato i “silenzi assordanti” delle istituzioni italiane, il Coordinamento nazionale famiglie disabili si è rivolto al Parlamento Ue. Ora l’appello arriva fino ai palazzi dell’Onu. Nel servizio di Alessandra Bartali il racconto di chi si occupa a tempo pieno di un parente disabile

ROMA – Farà ricorso all’Onu, per rivendicare il diritto al riconoscimento dei diritti e delle tutele dei caregiver familiari: la notizia arriva, stamattina, dal Coordinamento nazionale famiglie disabili, che annuncia: “Dopo svariati colloqui con un team di avvocati di altissimo livello internazionale, il Coordinamento nazionale famiglie disabili avvierà un ricorso all’Onu presso il Comitato per diritti delle persone con disabilità, il più alto organismo mondiale per la tutela dei disabili e delle loro famiglie. Da parte dei legali – continua la nota diffusa dal coordinamento – abbiamo trovato grande disponibilità, umana oltre che professionale, e pertanto i costi da affrontare saranno quelle per coprire le spese vive, ivi incluse traduzioni, spese di segreteria, bolli e tasse”.

Poiché il coordinamento non dispone di fondi pubblici né privati, ad ogni famiglia aderente è chiesto di contribuire con un importo di 50 euro: “è importante raggiungere almeno il numero di 200 partecipanti per raggiungere la cifra necessaria di 10.000 euro”, continua la nota. La richiesta contenuta nel ricorso è quella di sempre: che “in Italia vengano rispettati i diritti delle persone e delle famiglie con disabilità ad una vita piena e dignitosa”.

Così, il coordinamento si gioca la carta delle Nazioni unite, dopo aver incassato “assordanti silenzi” da parte delle istituzioni nazionali, come la bocciatura del ricorso da parte del Tribunale del Lavoro. All’indomani della quale , il coordinamento si giocò la “carta europea”, facendo arrivare la propria petizione al Parlamento europeo, che giusto pochi giorni fa ha riconosciuto alla richiesta la “procedura di urgenza”. Ora, il “grido” dei familiari caregiver oltrepassa anche i confini europei e arriva fino ai palazzi dell’Onu.

Affronta il tema “I badanti famigliari”, servizio audio di Alessandra Bartali trasmesso su Radio Colonia, che ha conquistato il Premio speciale della giuria di qualità de L’Anello debole 2015, nella sezione audio cortometraggi. Il premio, nato nel 2005 da un’idea di Giancarlo Santalmassi e promosso dalla Comunità di Capodarco di Fermo, viene assegnato ai migliori video e audio cortometraggi, giornalistici e di fiction, su tematiche a forte contenuto sociale e sulla sostenibilità ambientale. Dal 2010 il premio si svolge all’interno del Capodarco l’Altro festival. Il servizio raccolgie l’esperienza diretta di chi – quasi sempre donne – si occupa a tempo pieno, notte e giorno, di un figlio o un parente disabile. Sono fondamentali per il nostro welfare, fanno risparmiare fino a 1000 euro al giorno alla collettività, ma per la legislazione italiana non esistono e quindi non hanno diritti. In molti casi avevano un lavoro che hanno dovuto lasciare. (cl/cch)

FUN retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici

Le Organizzazioni Sindacali FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS CONFSAL dell’Area V,
acquisita in data 2 luglio 2015 l’informazione sindacale sui FUN (Fondo Unico Nazionale) degli anni
scolastici 2012/13 e 2013/14 per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici,
• ribadiscono la loro ferma contrarietà ai criteri utilizzati per il calcolo dei FUN in
conseguenza del Decreto Tremonti (2010) e dell’interpretazione restrittiva del MEF –
impugnati unitariamente dalle OO.SS. davanti al TAR – che producono una inaccettabile
riduzione della retribuzione dei dirigenti, perfino maggiore rispetto a quella contestata
dalle OO.SS. a novembre 2014;
• ribadiscono la necessità che le risorse aggiuntive promesse dal Governo a seguito della
mobilitazione unitaria delle Organizzazioni Sindacali rappresentative dell’Area V e inserite
nel ddl di riforma della scuola siano destinate a restituire alla dirigenza scolastica i fondi
contrattuali tagliati negli ultimi quattro anni e siano utilizzati per impedire il recupero di
somme consistenti a carico dei dirigenti in servizio;
• chiedono che siano urgentemente definite, nel rispetto dei tempi stabiliti dal CCNL vigente,
le consistenze dei FUN 2014/15 e 2015/16 quantificando anche le RIA dei pensionati da
reinserire nei FUN;
• chiedono che si apra urgentemente un confronto sindacale che utilizzi gli ulteriori
stanziamenti promessi dal Governo per gli anni 2015, 2016 e 2017 per definire le risorse
del salario accessorio e la loro distruzione negli anni scolastici dal 2012/13 al 2015/16 al
fine di dare una giusta soluzione alle sofferenze salariali della categoria.
Le Organizzazioni Sindacali FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS CONFSAL dell’Area V
denunciano la gravissima situazione delle scuole e dei dirigenti causata dalle insufficienti
assunzioni, dal gran numero di reggenze prevedibili nel prossimo anno scolastico e dall’abolizione
di esoneri e semiesoneri per i vicari e ribadiscono l’urgenza di un incontro sul bando di concorso,
sulle assunzioni dei dirigenti scolastici per il prossimo anno, con particolare riferimento alla
situazione della Campania e delle graduatorie non esaurite, e sulle problematiche dei concorsi
annullati in Toscana e Lombardia.

Da MIUR e AgID un workshop sul programma di appalti pre-commerciali per l’innovazione della PA

Da MIUR e AgID un workshop sul programma di appalti pre-commerciali per l’innovazione della PA

Lunedì 6 luglio il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) e l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) presenteranno il programma di appalti pre-commerciali per l’acquisizione di servizi di ricerca, sviluppo e innovazione da parte di soggetti pubblici, promossi dal MIUR per un valore di 100 milioni di euro.

Il workshop, che si svolgerà a Roma, presso la sede dell’Agenzia per l’Italia Digitale dalle 10.00 alle 13.00, si rivolge agli operatori economici, all’industria, alle università e agli enti di ricerca interessati a un’eventuale partecipazione ai prossimi bandi di gara.

L’incontro si aprirà con la presentazione dell’accordo tra MIUR-AgID finalizzato a promuovere le attività di ricerca e sviluppo guidate dalla domanda di innovazione espressa dalla Pubblica Amministrazione (PA). Successivamente saranno illustrate le procedure di appalto pre-commerciale e sarà presentato l’oggetto dei prossimi bandi di gara, relativi a: nuove soluzioni e servizi cloud per l’automazione delle procedure amministrative e della gestione documentale; sistemi di monitoraggio multi-parametrico e correlazione di eventi multimodali per l’allertamento preventivo dei disastri naturali e organizzazione rapida degli interventi di emergenza.

Nell’ultima sessione saranno raccolte indicazioni per definire la modalità di gestione della proprietà intellettuale negli appalti pre-commerciali, in modo da massimizzare il beneficio sia per gli operatori economici che per l’amministrazione pubblica.

Fonte Redazione ResearchItaly

Informativa sul Fondo Unico Nazionale per la retribuzione dei dirigenti

CIN Area V

Informativa sul Fondo Unico Nazionale per la retribuzione dei dirigenti. Incontro al MIUR. Richiesta di intervento immediato per i dirigenti della Lombardia e per il contenzioso in Toscana e Campania.

Si è svolto ieri, 2 luglio 2015, il previsto incontro di informativa al MIUR con le OO.SS. dell’area V della dirigenza. All’ordine del giorno la determinazione del Fondo Unico Nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti della scuola per gli anni 2012-2013 e 2013-2014.

L’Amministrazione ha reso noti gli importi, ricalcolati sulla base di una precisa definizione degli organici:

  • € 125.317.604,38 per il 2012-2013
  • € 118.532.541,64 per il 2013-2014

L’Ufficio Centrale di Bilancio ha certificato i due provvedimenti che ora saranno trasmessi agli Uffici Scolastici Regionali.

L’ANP ha chiesto che siano immediatamente aperti i tavoli contrattuali presso gli Uffici Scolastici Regionali per la rapida definizione dei contratti integrativi. Ha, inoltre, proposto che si apra, subito dopo l’approvazione del DdL “La Buona Scuola”, un tavolo contrattuale nazionale per stabilire come mettere a disposizione le nuove risorse previste dal testo in terza lettura alla Camera (12 milioni per il 2015 e 35 milioni per anno dal 2016, oltre ad un contributo una tantum di 46 milioni per il 2016 e di 14 milioni per il 2017).

L’ANP ha, quindi, sollecitato l’Amministrazione a una tempestiva e non più procrastinabile determinazione del fondo per l’anno che si sta concludendo e per il prossimo 2015-16, anche tenendo conto del fatto che il DL 78/2010 ha esaurito la sua portata relativamente al blocco degli importi per il FUN. Dal 1 gennaio 2015, infatti, il Fondo per la retribuzione dei dirigenti potrà essere incrementato secondo quanto previsto dal CCNL Area V.

Per le decurtazioni fin qui subite dal FUN dei dirigenti, l’opportunità è costituita dal percorso intrapreso in sede giurisdizionale di fronte al Tribunale Amministrativo. In dicembre l’ANP, assieme alle altre OO.SS. dell’area V, ha presentato ricorso contro l’interpretazione restrittiva del DL 78/2010. Il 12 marzo, la sezione III bis del TAR Lazio ha trattato la domanda di sospensiva degli atti impugnati. Di comune accordo tra i legali dei ricorrenti, al fine di accelerare l’iter per la sentenza finale, è stata chiesta la riunificazione della “sospensiva” alla domanda di merito e la fissazione dell’udienza per la discussione del ricorso ai fini della decisione. Il Tribunale ha accolto l’istanza e si è riservato di stabilire la data dell’udienza per la discussione. Si aspetta, a giorni, la comunicazione della data.

A margine della discussione sui temi all’ordine del giorno, l’ANP ha posto la questione della vicenda relativa al concorso per dirigenti della Lombardia che riveste carattere di assoluta urgenza.

L’Amministrazione di viale Trastevere deve attivarsi affinché i dirigenti restino legittimati nelle loro funzioni e nella continuità del loro lavoro. Riteniamo che si debba avviare, nei tempi più rapidi possibili, la procedura prevista dai commi da 87 a 90 del DdL “La Buona Scuola”, approvato in Senato ed ora all’attenzione della Camera dei Deputati. Abbiamo richiamato l’attenzione sulla necessità che, all’’atto della pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale, il MIUR sia pronto ad adottare il decreto ministeriale previsto dal comma 87 (senza attendere i trenta giorni previsti dalla norma). Questo permetterà di avviare subito la procedura che consentirà ai 500 dirigenti colpiti dall’ultimo annullamento di affrontare il colloquio per illustrare l’esperienza professionale condotta nel corso del corrente anno scolastico e ai 96 candidati colpiti dal primo annullamento di dimostrare la loro idoneità a svolgere la funzione attraverso un corso di formazione intensivo concluso con una prova scritta finale.

L’ANP ha ribadito la necessità che il ministero si faccia tempestivamente carico degli adempimenti funzionali a un’immediata conclusione di questa disastrosa vicenda concorsuale. L’amministrazione ha accettato di aprire, a giorni, un confronto con le OO.SS. su questo tema.

A conclusione dell’incontro, l’ANP ha ribadito alla Direzione del personale la richiesta di apertura di un tavolo di informativa urgente in merito:

  • alle modalità di applicazione dei commi 86 -92 del DdL “La Buona Scuola”, relativi ai contenziosi per i concorsi a dirigente, per arrivare a una rapida soluzione delle vicende che stanno coinvolgendo la Toscana e la Campania;
  • al nuovo concorso per dirigenti che si sarebbe dovuto bandire entro il 31 marzo scorso;
  • alla questione degli esoneri per i collaboratori del dirigente.

Anche su questi temi l’Amministrazione si è impegnata a dare immediato riscontro alla richiesta; in quella sede approfondiremo in dettaglio le nostre proposte.

DdL, ecco come avverranno le assunzioni: l’ipotesi Miur di suddivisione dei primi 50mila posti

da La Tecnica della Scuola

DdL, ecco come avverranno le assunzioni: l’ipotesi Miur di suddivisione dei primi 50mila posti

Si tratta delle immissioni in ruolo che si attueranno su posti vacanti del personale docente, sulla base dei numeri successivi ai trasferimenti in tutti i cicli: le operazioni che porteranno alla stipula dei contratti a tempo indeterminato, avverranno con le vecchie procedure. Per i dati ufficiali, tuttavia, bisognerà attendere l’apposito decreto interministeriale, dove si terrà conto anche dei circa 6mila esuberi. Poi si passerà alle altre fasi, che, nel volgere di alcuni mesi, porteranno in ruolo altri 50mila prof. Per chi non entrerà in ruolo non rimarrà che il ‘concorsone’, riservato però agli abilitati.

 

Dalla direzione del Miur arriva l’ipotesi di contingente nazionale per le nomine in ruolo, suddivisa a livello regionale, provinciale, per tutti i cicli scolastici e le classi di concorso: l’ipotesi riguarda le circa 50mila immissioni in ruolo che avverranno su posti vacanti e disponibili del personale docente, dopo che sono terminati i trasferimenti in tutti i cicli scolastici.

Ricordiamo che questa fase di assunzioni è la prima delle tre previste dal ddl 1934 e si concluderà prima dell’avvio del nuovo anno scolastico: il 50 per cento dei posti verranno assorbiti dalle GaE, l’altra metà dai vincitori di concorso. Laddove non fossero presenti vincitori del concorso, si assumerà in toto delle Graduatorie ad esaurimento. L’altra parte di assunzioni, invece, avverrà più avanti, sulla base dell’organico funzionale da attuare a supporto di ogni istituto: queste immissioni in ruolo, però, non saranno di immediata esecuzione.

Scorrendo i vari file regionali sulle assunzioni possibili della prima fase di immissioni in ruolo, la regione più “fortunata” sarà la Lombardia, con 7.800 posti, segue il Lazio con 4.769 posti. Ricordiamo che però si tratta sempre e solo di un’ipotesi. Per avere l’ufficialità delle cattedre che andranno a ruolo, bisognerà attendere l’apposito decreto interministeriale, dove si terrà conto anche dei circa 6mila esuberi dell’anno prossimo.

A fare chiarezza su come avverranno le assunzioni è stata, in queste ore, la Cisl Scuola: le procedure esplicate dal sindacato Confederale, riassunte “in quattro mosse”, che si concretizzeranno in alcuni mesi, sono state riassunte da Repubblica.it.

I precari “entro il 31 agosto prossimo vedranno la luce in fondo al tunnel del precariato in 36.627 tra posti comuni e di sostegno. In questa fase  –  denominata “zero” per indicare che non cambierà nulla rispetto agli anni passati  –  le convocazioni avverranno secondo le consuete procedure”. In questa prima tornata di immissioni in ruolo, le assunzioni avverranno per ambiti provinciali o regionali. E gli interessati non correranno nessun rischio di trasferirsi in altre regioni per coronare il sogno della cattedra fissa. Ma dopo la fase “zero” i concorsi del 1999 e del 1990 cesseranno di avere efficacia. A questo punto, scatta il Piano straordinario di assunzioni previsto dalla Buona scuola e cambiano le regole. La prima fase  –  fase A  –  si dovrà concludere entro il 15 settembre e interesserà sempre i precari delle graduatorie a esaurimento e i vincitori del concorso 2012 che si contenderanno i posti rimasti vacanti dalla fase zero più 10.849 posti vacanti oltre il turn-over indicati nella Relazione tecnica al provvedimento”.

Subito dopo si passerà alla fase B: tutti gli aspiranti docenti, abilitati o vincitori di concorso, “che non sono stati destinatari di proposta di assunzione nella fase A dovranno produrre domanda online di assunzione indicando tutte le province mettendole in ordine di preferenza. I fortunati che riceveranno una proposta di contratto saranno chiamati a rispondere entro 10 giorni, accettando la proposta ricevuta. In caso contrario saranno fuori dal Piano straordinario di immissioni in ruolo. Le assunzioni si svolgeranno in corso d’anno ma avranno decorrenza giuridica dal primo settembre 2015. E i posti disponibili, assegnati in ambito nazionale, saranno quelli residuati dai 47.476 delle fasi precedenti”.

Chi non verrà assorbito da questa fase, potrà sperare nella terza: la fase C. “Anche in questo caso le assunzioni avverranno secondo l’ordine di preferenza delle diverse province indicato nella domanda online. Ma sempre con la possibilità per il ministero di collocare il precario nella provincia italiana in cui sarà disponibile una cattedra libera. E, come nella fase B, la proposta potrà arrivare ben oltre l’avvio delle lezioni e avrà sempre decorrenza giuridica dal primo settembre 2015. In questa fase, i posti disponibili saranno quelli dell’organico potenziato: 48.812 comuni e 6.446 di sostegno. Altre 55.258 cattedre che sommate alle 47.476 delle fasi precedenti assommano a 102.734 posti”.

Il cerchio si chiude con i precari che “rifiuteranno l’assunzione, magari a centinaia di chilometri da casa”: per costoro non ci sarà scampo, “dovranno rimettersi in gioco attraverso il concorso ordinario che verrà bandito entro il prossimo primo dicembre”.

Concorso, ricordiamo, che sarà riservato ai soli docenti abilitati, in particolare a coloro che avendo acquisito l’abilitazione dopo il 2001 (Scienze della formazione primaria, Tfa, Pas, etc.) sono rimasti fuori dalle GaE. E quindi dal piano di assunzioni più corposo degli ultimi decenni.

Scuola, quattro fasi per le assunzioni dei professori

da Repubblica.it

Scuola, quattro fasi per le assunzioni dei professori

Per oltre centomila precari un percorso a tappe per le immissioni in ruolo. Via libera lampo della Commissione alla Camera, dal 7 in aula

di SALVO INTRAVAIA

Le oltre 100mila assunzioni dalla Buona scuola si concretizzeranno in quattro mosse. E si protrarranno per alcuni mesi. Il disegno di legge di riforma della scuola è ormai alle battute finali. In questi giorni, il provvedimento è all’esame delle commissioni di Montecitorio e martedì 7 luglio sarà in aula per il voto finale, che potrebbe arrivare nell’arco di un paio di giorni. E siccome non sono previste modifiche al testo votato con la fiducia al Senato, il voto alla Camera della settimana prossima dovrebbe essere quello conclusivo di una delle riforme del governo Renzi più controverse. Intanto, gli oltre 100mila precari iscritti nelle graduatorie provinciali a esaurimento e i vincitori dell’ultimo concorso a cattedra attendono di conoscere con quali modalità verranno immessi in ruolo. Mentre ieri mattina, per accelerare i tempi, il ministero ha chiamato a raccolta i direttori degli uffici scolastici regionali per dare loro le prime istruzioni.

Per comprendere come, e secondo quali tempi, verranno assunti in via definitiva i precari della scuola, è stato necessario decodificare i 20 commi del provvedimento esitato e modificato da Palazzo Madama. Una ragnatela di rimandi.  A fornire la prima versione è stata la Cisl scuola. Entro il 31 agosto prossimo vedranno la luce in fondo al tunnel del precariato  –  riceveranno, cioè, la proposta di assunzione a tempo indeterminato  –  in 36.627 tra posti comuni e di sostegno. In questa fase  –  denominata “zero” per indicare che non cambierà nulla rispetto agli anni passati  –  le convocazioni avverranno secondo le consuete procedure: il 50 per cento dei posti verrà individuato dalle graduatorie dei concorsi a cattedra del 2012, del 1999 e del 1990 ancora in vigore; e l’altra metà dei posti sarà appannaggio dei precari inseriti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento.

In questa prima tornata di immissioni in ruolo, le assunzioni avverranno per ambiti provinciali o regionali. E gli interessati non correranno nessun rischio di trasferirsi in altre regioni per coronare il sogno della cattedra fissa. Ma dopo la fase “zero” i concorsi del 1999 e del 1990 cesseranno di avere efficacia. A questo punto, scatta il Piano straordinario di assunzioni previsto dalla Buona scuola e cambiano le regole. La prima fase  –  fase A  –  si dovrà concludere entro il 15 settembre e interesserà sempre i precari delle graduatorie a esaurimento e i vincitori del concorso 2012 che si contenderanno i posti rimasti vacanti dalla fase zero più 10.849 posti vacanti oltre il turn-over indicati nella Relazione tecnica al provvedimento. Ancora una volta, è prevista una ripartizione dei posti al 50 per cento tra precari e vincitori di concorso e l’assunzione si concretizzerà nella provincia in cui è inserito il supplente o nella regione in cui si è svolto il concorso 2012.

La fase successiva  –  fase B  –  prevede una serie di novità. Coloro che non sono stati destinatari di proposta di assunzione nella fase A dovranno produrre domanda online di assunzione indicando tutte le province mettendole in ordine di preferenza. I fortunati che riceveranno una proposta di contratto saranno chiamati a rispondere entro 10 giorni, accettando la proposta ricevuta. In caso contrario saranno fuori dal Piano straordinario di immissioni in ruolo. Le assunzioni si svolgeranno in corso d’anno ma avranno decorrenza giuridica dal primo settembre 2015. E i posti disponibili, assegnati in ambito nazionale, saranno quelli residuati dai 47.476 delle fasi precedenti. Coloro che non hanno ancora ricevuto nessuna proposta passano alla fase C, l’ultima. Anche in questo caso le assunzioni avverranno secondo l’ordine di preferenza delle diverse province indicato nella domanda online. Ma sempre con la possibilità per il ministero di collocare il precario nella provincia italiana in cui sarà disponibile una cattedra libera. E, come nella fase B, la proposta potrà arrivare ben oltre l’avvio delle lezioni e avrà sempre decorrenza giuridica dal primo settembre 2015. In questa fase, i posti disponibili saranno quelli dell’organico potenziato: 48.812 comuni e 6.446 di sostegno. Altre 55.258 cattedre che sommate alle 47.476 delle fasi precedenti assommano a 102.734 posti. Gli ultimi disponibili per tantissimi precari della scuola. Infatti, coloro che rifiuteranno l’assunzione, magari a centinaia di chilometri da casa, dovranno rimettersi in gioco attraverso il concorso ordinario che verrà bandito entro il prossimo primo dicembre. Mentre le graduatorie a esaurimento che rimarranno vacanti verranno via via cancellate. E con queste il precariato della scuola.

Via libera in commissione. E in commissione Cultura alla Camera l’esame è stato velocissimo: bocciati tutti gli oltre 140 emendamenti dichiarati ammissibili e presentati dalle opposizioni al testo licenziato dal Senato, che quindi non subisce modifiche. Il ddl, come previsto dal calendario stilato dalla conferenza dei capigruppo, approderà in Aula il prossimo 7 luglio.

Governo Renzi e laboratori a scuola: bastano due scatole

da La Stampa

Governo Renzi e laboratori a scuola: bastano due scatole

piero bianucci

La scuola italiana ha pochi laboratori. Ancora in gran parte ispirata alla filosofia idealistica di Giovanni Gentile e Benedetto Croce, forse la scuola italiana non sa neppure che gli studenti hanno le mani. Tanto meno sa che le mani sono un prolungamento del cervello, come dimostra la grande area che i polpastrelli e il pollice opponibile occupano nella corteccia cerebrale. Con l’ultima riforma della scuola, quella del governo Renzi, la parola laboratorio è ricomparsa ma nulla è cambiato nelle attrezzature a disposizione di insegnanti e allievi, né qualcosa potrà cambiare nel breve periodo. Stando così le cose, è bene sbarazzarsi del luogo comune secondo cui i laboratori costano e richiedono una gestione tecnica onerosa. Non sempre è così. Non sempre, almeno, se a surrogare i soldi che non ci sono provvedono intelligenza e creatività.

Spesso il laboratorio non è negli strumenti dell’aula di fisica o di chimica. Il laboratorio è intorno a noi nelle cose di tutti i giorni: basta saperlo vedere e farlo vivere animandolo con buone idee. Cosa che è particolarmente vera per la scuola primaria, dove la curiosità e lo stupore dei piccoli allievi davanti ai fenomeni naturali sono un patrimonio incommensurabilmente più prezioso di qualsiasi strumento scientifico. Il cielo, con le nuvole, la Luna, il Sole e le sue ombre sempre diverse a seconda delle ore e delle stagioni, è, per esempio, un magnifico laboratorio. Ma lo sono anche un giardino, un prato, una cucina, una normalissima aula scolastica.

Lo sa bene Beniamino Danese, che da anni, aiutato dal suo fratello gemello Emanuele, lavora con classi dalla prima alla quinta elementare e ora ha appena pubblicato “Laboratorio in scatola – esperimenti di scienze per la scuola primaria” (Edizioni Reinventore, 95 pagine, 20 euro), volume che a sua volta rimanda ai video disponibili nel sito www.reinventore.it e a due “Scatolab”, scatole a basso costo che contengono quasi tutto il materiale necessario per fare in classe una settantina di esperimenti, mentre ciò che manca si può trovare facilmente in qualsiasi casa. Niente di improvvisato, però: Beniamino Danese ha un dottorato di ricerca in didattica della fisica conseguito lavorando sotto la guida di Stefano Oss, professore all’Università di Trento.

Con mezzi semplicissimi – candele, calamite, aceto, bicarbonato, tappi di sughero, viti, qualche goccia di olio, siringhe, una pompa da bicicletta, un uovo… – è possibile scoprire che le piante prendono dall’aria il carbonio di cui sono fatte e necessario ad ogni forma vivente; come e perché certi corpi galleggiano e altri affondano; perché l’ago della bussola si orienta verso il Nord; per quale meccanismo fisiologico sentiamo il dolce, l’amaro, il salato; come si formano i cristalli; in che modo si può costruire una pila di Volta con otto monetine da 5 centesimi di euro e accendere un LED… e tante altre cose.

Nell’esecuzione di un esperimento c’è un aspetto teatrale, come ben sapeva Michael Faraday (1791-1867), pioniere degli studi sull’elettricità e protagonista di veri e propri spettacoli scientifici organizzati sia per le scuole sia per il grande pubblico. Se poi gli studenti eseguono l’esperimento in prima persona, diventano essi stessi attori, cosa che li coinvolge e diverte, fissando più facilmente le nozioni apprese.

Tutto funziona ancora meglio se l’esperimento è incastonato in un racconto, che sarà naturalmente la storia degli scienziati che per primi lo hanno eseguito. L’uomo vive di racconti, la comunicazione umana in ogni sua forma, è soprattutto racconto, e se invece di raccontare fiabe o storie di improbabili bambini maghetti con gli occhiali tondi racconteremo storie vere, sarà tanto di guadagnato. Un ago che si muove rispondendo a forze invisibili, un uovo che sale e scende in un barattolo pieno di acqua più o meno salata, una goccia d’olio che si raccoglie in una sfera isolandosi dall’acqua in cui è immersa, appaiono proprio come magie, ma se trasformiamo le magie in esperimenti succederà qualcosa di molto importante: lo stupore davanti alla “magia” della natura diventerà un atteggiamento indagatore razionale, si scoprirà il metodo scientifico, e che il metodo scientifico è un “linguaggio” universale che mette d’accordo uomini di ogni colore, fede religiosa, nazionalità, idea politica.

Sul “fare” per “capire” c’è una letteratura intera. Dopo Faraday e altri scienziati ottocenteschi, Jean Perrin, premio Nobel per la chimica, riprese questo concetto in modo sistematico fondando a Parigi il Palais de la Découverte (1937), seguito da Frank Oppenheimer con l’Exploratorium di San Francisco (foto) e tanti altri.

Ora le neuroscienze ci insegnano che i racconti vanno a finire nella “memoria episodica” e le esperienze manuali nella “memoria operativa” (quella, per esempio, che ci permette di andare in bicicletta). La memoria operativa è la più duratura, persino nei malati di Alzheimer è l’ultima a svanire. Se mettiamo insieme il fare con il raccontare, ciò che impariamo rimarrà fissato nel modo più stabile e senza fatica. Tutto ciò non richiede laboratori sofisticati. Bastano due Scatolab, un po’ di curiosità e un po’ di intelligente fantasia.

Riforma scuola, via libera in Commissione: il 7 si va alla Camera

da Il Corriere della Sera

Riforma scuola, via libera in Commissione: il 7 si va alla Camera

 

di Valentina Santarpia

Gli emendamenti dell’opposizione sono stati tutti respinti: l’esito più probabile
sembra essere la fiducia al governo quando il ddl approderà a Montecitorio 

Esame sprint della commissione Cultura della Camera che ha dato il via libera al ddl di riforma della Scuola. La commissione ha bocciato tutti gli oltre 140 emendamenti dichiarati ammissibili e presentati dalle opposizioni al testo licenziato dal Senato, che quindi è passato senza modifiche. Ora il ddl, come previsto dal calendario stilato dalla conferenza dei capigruppo, approderà in Aula il prossimo 7 luglio. E anche in occasione del passaggio in Aula, viene spiegato, maggioranza e governo mirano a chiudere in tempi brevi. «La maggioranza giudica questo ddl positivo, soprattutto perché il Parlamento ha lavorato bene apportando significative modifiche che hanno tenuto conto anche di istanze poste con forza nelle consultazioni che abbiamo fatto», sottolinea Maria Coscia, deputata del Pd e relatrice del ddl scuola, al termine dei lavori della commissione Cultura. Ma le opposizioni annunciano battaglia: «Provvedimento blindato, alla faccia delle promesse di Renzi al mondo della scuola», dice Sel. E il Movimento Cinque Stelle incalza: «Bocciato tutto in tempo record, sarà battaglia in aula». E i sindacati chiedono di aprire subito la trattativa per il contratto: «O sarà battaglia», avvertono. «Se occorresse, sono pronti anche «con azioni eclatanti, quali ad esempio l’occupazione simbolica di Palazzo Vidoni, sede del ministero della Funzione pubblica».

La protesta

Anche gli insegnanti sono sul piede di guerra: quelli napoletani hanno consegnato proprio oggi, giovedì, 20 mila richieste di un referendum abrogativo della legge al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E anche il presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione ha depositato presso gli uffici della Camera dei Deputati una petizione ex art. 50 della Costituzione contro il ddl Buona Scuola: a firmarla diversi intellettuali, da Francesco Guccini a Benedetto Vertecchi a Gianni Vattimo . Nella petizione si chiede l’attuazione immediata della sentenza della Corte di Giustizia del 26 novembre 2014 a favore dei docenti precari e «in base all’ art. 72 comma 4 della Costituzione, che venga seguita l’ordinaria procedura per l’esame e la discussione della legge sulla buona scuola, nonché la regolarizzazione di tutti i precari senza ghigliottine e voti di fiducia».

Intanto il sottosegretario Davide Faraone continua a rivendicare la bontà della riforma, che attira le critiche di buona parte del mondo della scuola, pronto a scendere in piazza il 7 per «celebrare le esequie della scuola pubblica». «#labuonascuola è alla Camera per il passaggio finale prima di diventare legge. In questi mesi abbiamo raccontato l’idea centrale di questo cambiamento rivoluzionario con le parole chiave autonomia, valutazione, merito, responsabilità, trasparenza. Ma sono gli investimenti sulla scuola, falcidiata negli scorsi anni dai tagli dei governi precedenti, a dare il senso del reale cambiamento. Come cambierà effettivamente la scuola degli studenti, dei docenti, dei dirigenti scolastici o dei genitori?», scrive su Facebook e Faraone, nel primo di una serie di post, dal titolo «La scuola che cambia», che verranno pubblicati nel corso dei prossimi giorni per spiegare i dettagli del ddl «La Buona Scuola». «#labuonascuola dal prossimo anno – continua – significherà soprattutto più risorse. A partire dai 48.812 insegnanti in più, cioè circa 8 docenti per ognuno degli 8.500 istituti scolastici del nostro Paese. Serviranno a costruire un’offerta formativa più ampia e flessibile, potranno garantire una maggiore apertura e un maggiore coinvolgimento dei ragazzi e dei territori». «Nella scuola primaria – scrive Faraone – con #labuonascuola ci saranno 18.133 docenti in più, cioè 400 mila ore ogni settimana per aumentare il tempo pieno, per lavorare con piccoli gruppi di alunni e facilitare il loro percorso scolastico. A queste si aggiungono le ore di inglese e musica con docenti specialistici. In particolare, 63 mila ore alla settimana per l’educazione fisica e sportiva, oltre al proseguimento del progetto di educazione motoria, finanziato dal Miur con la legge 440 e effettuato in collaborazione con il Coni». I post di Faraone sono solo il primo passo di una mobilitazione a cui il governo sta pensando per spiegare la riforma. Obiettivo: evitare la resistenza in aula a settembre.

Ddl in porto. Respinti tutti gli emendamenti

da tuttoscuola.com

Ddl in porto. Respinti tutti gli emendamenti

La commissione Cultura alla Camera ha approvato il testo del ddl Scuola – tornato in terza lettura – e ha dato mandato alla relatrice, Maria Coscia (Pd), di presentare il provvedimento in aula.

Durante le votazione sono stati respinti tutti gli emendamenti. Il testo è atteso in aula per il 7 luglio.

Le proteste degli oppositori, che non hanno peraltro assunto modalità ostruzionistiche, non hanno dunque neppure rallentato l’iter della legge, che va speditamente verso l’approvazione definitiva.

Il Medioevo fra noi

Il Medioevo fra noi. Seconda edizione. La spada nella rocca
Rocca di Gradara, venerdì 17 luglio 2015, ore 16,00

Perché siamo affascinati dal Medioevo? Quali sono i rapporti tra quel millennio lontano e le sue reinterpretazioni nel mondo di oggi? Nell’affascinante cornice medievale e neo-medievale della rocca di Gradara, affermati studiosi e noti autori mettono a confronto le loro esperienze, distinte ma convergenti nel segno e nel sogno del Medioevo.
PROGRAMMA
16,00 Maria Claudia Caldari, direttrice della Rocca demaniale di Gradara, Indirizzo di saluto
Franca Foronchi, sindaco di Gradara, Indirizzo di saluto
Tommaso di Carpegna Falconieri (Università degli studi di Urbino Carlo Bo), Introduzione all’incontro
16,30 Maria Rosaria Valazzi (già Soprintendente BSAE delle Marche), La rocca di Gradara tra filologia e teatro
16,50 Francesca Roversi Monaco (Alma mater studiorum – Università di Bologna), La rocca, il fuso e la spada. Modelli femminili e immagini di Medioevo
17,10 Giuseppe Maria Bianchi (A.C. Italia Medievale), La vera spada nella roccia e lo strano caso di Italia Medievale
17,30 Pausa
17,50 Umberto Longo (Sapienza – Università di Roma), Di castelli e cavalieri. Oggi come ieri
18,10 Francesco Pirani (Università degli studi di Macerata) discute con Tommaso di Carpegna Falconieri il saggio Il medievalismo e la grande guerra, «Studi storici. Rivista trimestrale dell’Istituto Gramsci», 2015
18,30 Presentazione del romanzo di Paolo Logli (scrittore e sceneggiatore) Dura pioggia cadrà. L’ultima storia di Avalon (Roma, Castelvecchi, 2014). L’Autore ne discute con Tommaso di Carpegna Falconieri
19,00 Dibattito
19,30 Pausa
h. 21,30 Cavalieri e Pellegrini. Concerto del coro Jubilate di Candelara diretto dal maestro Willem Peerik in collaborazione con il festival di musica antica Musicae Amoeni Loci
Rocca demaniale di Gradara – Piazza Alberta Porta Natale 1 – 61012 Gradara (Pesaro Urbino)
tel. +39 0541 964181. In occasione del convegno, l’accesso alla rocca sarà gratuito. Quanti vi parteciperanno sono pregati di conservare il biglietto d’ingresso per potere accedere gratuitamente anche al concerto serale.
Per informazioni sul convegno: tommasodicarpegna@hotmail.com.

Organico di fatto 2015/2016: a breve la circolare del MIUR

Organico di fatto 2015/2016: a breve la circolare del MIUR

Il MIUR avvia le procedure per predisporre gli organici per il prossimo anno scolastico.

In attesa del varo definitivo della nuova legge sulla scuola che, come noto, prevede un piano di assunzioni pari a circa 102.724 docenti di cui una parte, 48.812 posti comuni e 6.446 di sostegno, saranno per il potenziamento dell’offerta formativa, il MIUR si appresta ad emanare la consueta circolare per definire l’organico di fatto il quale, a normativa in vigore, dovrà rimanere contenuto nelle stesse quantità complessive dello scorso anno, sia per il personale docente che (successivamente) per il personale ATA.

La FLC CGIL si è riservata di far pervenire le proprie osservazioni nei prossimi giorni, mentre ha espresso forti perplessità rispetto alla tabella contenente la ripartizione dei posti.

Circolare Ministeriale 3 luglio 2015, n. 14

Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
SEDE
Al Capo Dipartimento per la Programmazione e la Gestione delle Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali
SEDE
Ai Direttori Generali degli Uffici Centrali
LORO SEDI
Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
e, p.c. Al Gabinetto
SEDE
Agli Uffici Scolastici Territoriali
LORO SEDI
Alla Provincia Autonoma Dipartimento Istruzione
TRENTO
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
BOLZANO
All’ Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine
BOLZANO
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AOSTA

Circolare Ministeriale 3 luglio 2015, n. 14

AOOUFGAB 18600

Oggetto: Legge 23 dicembre 1998, 448- articolo 26, comma 8 e successive moditiche e integrazioni. Assegnazione di dirigenti scolastici e di docenti per lo svolgimento di compiti connessi con l’attuazione dell’ autonomia scolastica. Anno scolastico 2015/2016.