Università, 79.451 candidati per i test dei corsi a numero programmato

Università, 79.451 candidati per i test dei corsi a numero programmato

Sono 79.451 i candidati che hanno perfezionato l’iscrizione ai test per l’accesso ai corsi a numero programmato: Medicina e Odontoiatria, Architettura, Veterinaria. La procedura si è chiusa ieri alle 15.00.
In 60.639 hanno fatto domanda per la prova di Medicina e Odontoiatria. Gli iscritti al test erano 64.187 nel 2014. Gli aspiranti architetti sono 10.994, erano 11.884 al test del 2014. Infine, in 7.818 si sono iscritti alla prova di Veterinaria, rispetto ai 6.940 del test precedente.
Anche per le prove di quest’anno restano 60 i quesiti a cui i candidati dovranno rispondere in 100 minuti, mentre la ripartizione del numero di domande per ciascun argomento è stata modificata in favore del numero dei quesiti delle materie ‘disciplinari’ con una riduzione delle domande di cultura generale e logica.
I posti disponibili sono: 9.513 per Medicina, 792 per Odontoiatria, 717 per Veterinaria, 7.802 per Architettura.
Medicina in lingua inglese Per il test di Medicina in lingua inglese ci sono 3.918 iscritti, rispetto ai 4.954 dello scorso anno. I posti sono 204 per cittadini comunitari e non residenti in Italia e 101 per i non comunitari residenti all’estero.
Le date delle prove La prova di Medicina e Odontoiatria è in calendario l’8 settembre, quella di Veterinaria il 9, quella di Architettura il 10, Medicina in Inglese il 16.

QUALIFICA OO.SS. PER TECNICO SOCIO SANITARIO

OPERATORE SOCIO SANITARIO, ANCHE GLI STUDENTI DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI POTRANNO AVERE LA QUALIFICA OO.SS.MAGGIORI POSSIBILITÀ DI OCCUPAZIONE AI RAGAZZI CHE CONSEGUONO IL DIPLOMA QUINQUENNALE DI TECNICO SOCIO SANITARIO.

 

Gli allievi degli Istituti professionali ad indirizzo socio-sanitario, previo accesso e superamento del relativo esame, potranno acquisire, oltre al Diploma quinquennale, anche la qualifica di Operatore Socio Sanitario (OSS) grazie ai contenuti di un Protocollo d’intesa che l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna nei giorni scorsi ha siglato con la Regione Emilia-Romagna.

Gli istituti che aderiranno al Protocollo rimoduleranno e integreranno l’organizzazione curricolare del loro percorso formativo con gli standard professionali, formativi e di certificazione previsti dalla normativa di settore. Al termine del quinto anno, gli studenti che supereranno entrambi gli esami previsti, conseguiranno sia il diploma superiore di tecnico socio-sanitario, sia quello di qualifica professionale OSS (l’Operatore Socio Sanitario è infatti una qualifica professionale regolamentata a livello nazionale con uno specifico accordo Stato/Regioni). Fino ad oggi era invece necessaria la frequenza di un successivo ulteriore percorso formativo per il conseguimento della Qualifica professionale.  

Il Protocollo è l’esito di un lavoro di collaborazione svolto dall’Ufficio Scolastico Regionale con il Servizio di Formazione Professionale della Regione, sulla base delle istanze degli istituti scolastici interessati, che hanno già fornito, nell’ottica della massima attenzione alle esigenze degli studenti, la disponibilità all’attuazione del Protocollo.

“Ad oggi, l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna – spiega il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna, Stefano Versari – è il primo che, attraverso questo accordo con la Regione, consente a tutti gli istituti professionali ad indirizzo ‘servizi socio-sanitari’ di attivare percorsi per il conseguimento di questa specifica qualifica professionale. E’ una grande opportunità offerta ai nostri studenti delle scuole ad indirizzo tecnico socio-sanitario”.

Il Protocollo è un esempio di come la collaborazione interistituzionale può esprimersi su obiettivi di ampliamento di opportunità occupazionali e di crescita del territorio.    

Lunedì 27 luglio prossimo, presso l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna, si svolgerà il primo incontro di presentazione dell’intervento alle scuole.

A Napoli il GdL dice sì ai diplomati magistrale

A Napoli il GdL dice sì ai diplomati magistrale: immediato inserimento in GaE per cinque iscritti ANIEF.

 

Tre Ordinanze impeccabili quelle ottenute dall’ANIEF presso il Tribunale del Lavoro di Napoli Nord che riconoscono l’urgenza e la violazione del diritto dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante cui il MIUR ha sempre negato l’inserimento nelle graduatorie a esaurimento. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Michele Speranza danno una sonora lezione al MIUR tutelando i diritti dei nostri iscritti e ottenendo anche la condanna a carico del Ministero dell’Istruzione e delle sue diramazioni periferiche al pagamento di circa 10.000 Euro per le spese di giudizio.

 

I Giudici del Lavoro del Tribunale partenopeo ritengono valide le motivazioni addotte dall’ANIEF e condividono l’assurdità del perdurare dell’esclusione dei docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 dall’accesso alle Graduatorie utili a partecipare al piano di immissioni in ruolo straordinario. Le ordinanze evidenziano, infatti, come sia “del tutto ingiustificato il perdurante comportamento delle amministrazioni convenute che […] alcuna modifica hanno apportato al sistema informatico di presentazione delle domande, con ciò di fatto continuando a impedire l’accesso nelle graduatorie di cui si discorre alle odierne ricorrenti”. Riconosciuto, quindi, non solo il diritto violato, ma anche l’esistenza dell’urgenza nella decisione visto che “il mancato inserimento dei ricorrenti nelle graduatorie a esaurimento li espone a gravi danni professionali, soprattutto in relazione alle nuove immissioni in ruolo che verranno effettuate nell’imminenza per effetto della recente approvazione da parte del Parlamento della riforma della scuola e relativo piano straordinario di stabilizzazione del personale precario”.

 

I provvedimenti ottenuti grazie alla perizia dei legali ANIEF ordinano, pertanto, alle amministrazioni convenute “di consentire la presentazione della domanda di inserimento delle ricorrenti nella III fascia delle graduatorie ad esaurimento definitive” e, conseguentemente, “d inserire le ricorrenti nell’ambito di detta graduatoria a esaurimento”. Le spese di lite seguono la soccombenza e il Tribunale del Lavoro condanna anche le Amministrazioni, in solido, al pagamento delle spese di lite per un totale di circa 10.000 Euro.

 

Vittoria piena dell’ANIEF, dunque, che riesce nuovamente ad ottenere ragione in tribunale nonostante le ostinazioni e la cieca caparbietà del Ministero dell’Istruzione. I diplomati magistrale avevano tutto il diritto ad essere inseriti nelle Graduatorie a Esaurimento così come ne hanno diritto tutti i docenti in possesso di titolo abilitante valido e il nostro sindacato ribadisce che patrocinerà in tutte le sedi opportune il diritto dei lavoratori della scuola ad ottenere il giusto rispetto della propria professionalità.

Riflessioni sul referendum contro la riforma della scuola

Abbiamo provato in tutti i modi a far comprendere la necessità di un intervento allargato, condiviso, plurale, democratico sulla questione del referendum sulla scuola; di tempi distesi che consentissero l’inattaccabilità del quesito proposto e la possibilità di negoziare con le forze e i movimenti che sono stati protagonisti della mobilitazione. Lo abbiamo fatto con una grande assemblea il 12 luglio da cui è uscito un documento che inequivocabilmente traccia un percorso partecipato e plurale, fondato sull’attendibilità e l’autorevolezza dei quesiti posti. Ci troviamo oggi uno scenario schizofrenico, con due quesiti differenti, entrambi decisi da pochi e  calati sui molti, moltissimi che sono stati in piazza, hanno elaborato pensiero critico, hanno contrastato l’autoritarismo del Governo. Da una parte Civati propone – nonostante le smentite anche ufficiali e le rassicurazioni ufficiose – il “suo” quesito, finalizzato evidentemente solo a depotenziare in maniera blanda il dispositivo della Buona Scuola, molto più a dare visibilità (sulle spalle della scuola stessa) al nuovo soggetto che intende far scendere in campo. Dall’altra un sedicente “Comitato Leadership Nazionale”, che fa capo allo Snals di Napoli, che sta portando avanti un proprio quesito totalmente abrogativo della Buona Scuola, attraverso una abile campagna sui social e un sistema di alleanze poco trasparente e quantomeno sospetto. Entrambi stanno tentando di far leva su una reazione “viscerale” ed emotiva della scuola rispetto al sopruso subito. Ma non è questa la strada. La fretta – e gli interessi particolari – non sono quello che serve alla scuola oggi. Un possibile fallimento andrebbe ad incidere in maniera drammatica sulla possibilità di rafforzare il movimento DELLA scuola e le azioni in programma per il prossimo autunno. Occorrono serietà, rigore, tempi lunghi della riflessione e soprattutto condivisione: solo a queste condizioni non si determinerà il clamoroso autogol che si sta configurando, alimentando peraltro una pericolosa scissione tra LE VARIE COMPONENTI del mondo della scuola.

A Civati chiediamo – per l’ennesima volta – di ripensarci.  Allo Snals nazionale di prendere senza ambiguità le distanze da una propria costola che “ufficiosamente” opera autonomamente. Questo anche per la dignità di un sindacato che ha fatto un pezzo di storia di questo Paese. Abbiamo bisogno di parole chiare e di trasparenza assoluta per poter procedere, a partire dall’appuntamento del 5 e 6 settembre a Bologna, dove il Comitato del 12 luglio proverà a scommettere su un altro modo di andare avanti tutti insieme.

CONTRATTO: SERVONO SOLDI FRESCHI PER RINNOVO, RISPETTARE PREROGATIVE SINDACATO

CONTRATTO, GILDA: SERVONO SOLDI FRESCHI PER RINNOVO, RISPETTARE PREROGATIVE SINDACATO

“Si apra in tempi brevi la contrattazione per il comparto scuola, prevedendo adeguati incrementi stipendiali che non siano solo calcolati sul recupero dell’inflazione”. A chiederlo è la FGU-Gilda degli Insegnanti in riferimento alla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale sul blocco dei contratti del pubblico impiego.
“La pronuncia della Consulta – afferma la Fgu-Gilda – mette in rilievo che i governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno deliberatamente leso i diritti fondamentali dei lavoratori pubblici imponendo il blocco dei contratti, delle progressioni stipendiali e della contrattazione sulla parte non solo stipendiale, ma anche normativa. Recita la Corte: il reiterato protrarsi della sospensione delle procedure di contrattazione economica altera la dinamica negoziale in un settore che al contratto collettivo assegna un ruolo centrale [..] il contratto collettivo si atteggia come imprescindibile fonte, che disciplina anche il trattamento economico, nelle sue componenti fondamentali ed accessorie e ‘i diritti e gli obblighi direttamente pertinenti al rapporto di lavoro, nonché le materie relative alle relazioni sindacali’”.
“Tutte le cosiddette riforme sulla scuola fatte negli ultimi anni, con particolare riferimento alla cosiddetta ‘Buona Scuola’, – sottolinea la Fgu-Gilda – rappresentano inaccettabili forzature che hanno unilateralmente modificato le condizioni dei lavoratori della scuola e dei docenti, inserendo surrettiziamente premi al merito ed altri elementi accessori che dovevano essere oggetto di contrattazione nazionale. Sempre la Corte infatti recita: ‘in una costante dialettica con la legge, chiamata nel volgere degli anni a disciplinare aspetti sempre più puntuali, il contratto collettivo contempera in maniera efficace e trasparente gli interessi contrapposti delle parti e concorre a dare concreta attuazione al principio di proporzionalità della retribuzione, ponendosi, per un verso, come strumento di garanzia della parità di trattamento dei lavoratori e, per altro verso, come fattore propulsivo della produttività e del merito’.
E’ quindi indispensabile – conclude il sindacato – che la contrattazione torni ad essere centrale nelle dinamiche stipendiali e normative. Per questo la legge 107/2015 (Buona Scuola) appare evidentemente fondata su elementi di oggettiva incostituzionalità”.

PARTE IL PIU’ GRANDE CAMPEGGIO STUDENTESCO D’ITALIA

RETE STUDENTI E UDU: PARTE IL PIU’ GRANDE CAMPEGGIO STUDENTESCO D’ITALIA/10 GIORNI DI DIBATTITI E CONCERTI

Oggi il via al più grande evento studentesco d’Italia, il “Revolution Camp” organizzato da Unione degli Universitari e Rete degli Studenti Medi  dal 24 luglio al 5 agosto a Paestum.

Un evento unico nel suo genere a cui partecipano ogni anno centinaia di studentesse e studenti delle scuole superiori e delle università di tutta Italia per confrontarsi sul mondo che li circonda e costruire insieme un’idea di società diversa, fatta anche per noi giovani.

Gianluca Scuccimarra Coordinatore dell’Unione degli Universitari dichiara “Ogni anno il Revolution Camp diventa sempre di più un appuntamento imperdibile per centinaia di studentesse e studenti italiani; un momento fondamentale di confronto e socialità in cui prendono forma idee e proposte per la costruzione di un Paese in cui scuola ed università siano tasselli fondamentali, in cui noi studenti siamo veri protagonisti del futuro.

Quest’anno inoltre all’interno delle giornate del Revolution Camp verranno organizzate anche le giornate della legalità della CGIL e il campeggio nazionale dell’Arcigay”

Alberto Irone Portavoce della Rete degli Studenti Medi conclude “Tanti i dibattiti: parleremo di Scuola ed Università, Legalità, Diritti civili, Europa, divertimento cosciente, questione meridionale, giovani e lavoro. Ogni sera un concerto: dagli Stato Sociale a Populous, ma non ci fermeremo qui, il Revlution Camp sarà solo una delle tappe fondamentali per l’azione che tutti i giorni portiamo avanti nelle scuole e nelle università. Soprattutto in vista del prossimo autunno che vivremo, che vedrà il mondo dell’istruzione al centro del dibattito pubblico dopo la Buona Scuola e con la Buona Università.”

Tre studenti italiani si confermano campioni del mondo di robotica

da Il Sole 24 Ore

Tre studenti italiani si confermano campioni del mondo di robotica

Italia ancora sul podio dei campionati mondiali di robotica in Cina. L’IIS Galileo Galilei di Roma si aggiudica, per il secondo anno consecutivo, il titolo di campione del mondo nella categoria Soccer Light Weight della . Lo scorso anno avevano vinto in Brasile mentre a fine marzo .

Il bis dell’Italia
Il team Spwr dell’IIS Galileo Galilei di Roma si conferma campione del mondo alla RoboCup Junior che si è svolta a Hefei, in Cina, dal 17 al 23 luglio. In campo due robot calciatori di peso inferiore agli 1,1 kg, interamente costruiti dagli studenti con hardware e software open source e interamente comandati tramite la piattaforma Arduino. I vincitori sono due diciassettenni romani (Emanuele Alfano e Stefano Nitti) e Lorenzo Di Donato (19 anni). A coadiuvarli i docenti Paolo Torda e Giampaolo Pucci, anche loro in Cina, e la professoressa Beniamina Rauch, che è invece rimasta in Italia. Soddisfazione per il successo è stata espressa dal dirigente scolastico dell’istituto capitolino, Carlo Cipollone.

Scuola, caos assunzioni: precari pronti a boicottare le immissioni in ruolo

da Repubblica.it

Scuola, caos assunzioni: precari pronti a boicottare le immissioni in ruolo

I supplenti meridionali con punteggio più alto rischiano di dover accettare cattedre più lontane da casa per coronare il sogno del posto fisso

di SALVO INTRAVAIA

PRECARI della scuola sull’orlo di una crisi di nervi disposti a boicottare le immissioni in ruolo. Così, il caos assunzioni temuto alla vigilia sta già iniziando a prendere contorni ben precisi. E prima del previsto. I più pessimisti prevedevano un inizio di anno scolastico nella confusione. Ma siamo ancora in piena estate e il ministero dell’Istruzione si ritrova a fronteggiare le prime grane. Almeno su due fronti, che stanno facendo letteralmente impazzire i supplenti delle graduatorie ad esaurimento, in attesa della chiamata per le 103mila assunzioni previste dalla Buona scuola di Renzi. Ma andiamo con ordine. Tantissimi precari meridionali, dopo l’emanazione da parte del Miur delle istruzioni per eseguire le immissioni in ruolo che daranno sostanza a tutta la riforma della scuola, hanno aperto gli occhi su una realtà che a prima vista sembra assurda, ma che purtroppo è triste realtà.

I supplenti meridionali con più punteggio dovranno accettare le cattedre più lontane da casa oppure aspettare qualche altro anno per coronare il sogno della cattedra fissa, mentre i colleghi posizionati in fondo alle graduatorie  –  quelli che, per intenderci, potrebbero anche non avere mai insegnato  –  troveranno posto vicino casa e da subito. Per comprendere il busillis occorre riprendere le informazioni sulle quattro fasi in cui si svilupperà il piano di assunzioni. Nelle prime due fasi  –  la fase zero e la fase A  –  le immissioni in ruolo di 47.476 posti avverrà secondo le vecchie regole: metà dei posti andrà ai vincitori di concorso e l’altra metà ai precari delle graduatorie provinciali. Con destinazione nella stessa regione in cui si è svolto il concorso, per i primi, e nella stessa provincia di iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento, per i secondi. Ma appena si passa alla fase B  –  la terza per intenderci  –  cambiano le regole.

Per partecipare alla distribuzione dei posti occorrerà infatti presentare domanda online e l’orizzonte, per ottenere una cattedra, si estende all’intero territorio nazionale. I posti disponibili, che ovviamente andranno a coloro che hanno più punteggio in graduatoria, saranno quelli residuati dalle prime due fasi. E in parecchie province del Nord si sa che alcune graduatorie sono quasi vuote. I precari di Palermo, Caserta, ma anche quelli pugliesi e calabri si sono accorti che saranno tanti, in alcuni ambiti, i posti che rimarranno vacanti. E si stanno preparando a fare le valigie. Ma non riescono a mandare giù che i colleghi con meno punteggio resteranno a poche decine di chilometri da casa. Perché nella fase C, quella successiva, verranno distribuiti altri 48.812 posti comuni e. 6.446 posti di sostegno, circa 6 o 7 posti per ogni scuola, che andranno a coloro che sono rimasti in attesa della convocazione perché con il punteggio minore.

Salvo Altadonna, precario di sostegno della scuola primaria di Palermo, parla di “assurda sperequazione senza precedenti”. E fa un esempio. “Nelle fasi zero e A, in provincia di Milano, sono stati assegnati 877 posti per il sostegno nella scuola primaria, mentre su Palermo soltanto 32. Ma nelle graduatorie ad esaurimento e del concorso, sempre in provincia di Milano, non si contano più di 200 aspiranti. Gli oltre 600 posti non coperti a Milano saranno assegnati nella fase B, nazionale, tramite  –  continua Altadonna  –  il sistemone informatico centrale che avendo come priorità la copertura dei posti e non la provincia di preferenza selezionerà coloro che hanno più punti attingendo dalle provincie del sud, laddove nella fase B i posti saranno tutti esauriti”. Mentre nell’ultima fase i posti andranno a coloro che si ritrovano più in basso nelle rispettive graduatorie.

“Così  –  conclude il precario palermitano  –  chi con punteggi bassi non è stato individuato nella precedente fase B vedrà tramutato l’incarico annuale, nel frattempo avuto, in contratto a tempo indeterminato e rimarrà più vicino a casa”. Se le ultime due fasi fossero state accorpate in una sola, spiegano i sindacati, questo problema non si sarebbe presentato. E in parecchi si stanno organizzando per boicottare la domanda online  –  da effettuare tra il 28 luglio e il 14 agosto  –  visto che il bando emanato da viale Trastevere non prevede più nessun obbligo. Se le cose dovessero andare in questo modo, parecchi immissioni in ruolo salterebbero, soprattutto al Nord, e i precari del Sud dovrebbero aspettare le immissioni in ruolo dei prossimi anni. Il primo a parlare di “nomine nel caos e lotteria estiva” è stato il neosegretario generale della Uil scuola, Pino Turi.
“In queste ore  –  spiega Turi  –  ci stanno arrivando moltissime richieste di chiarimento da parte di insegnanti che non hanno idea di quanto potrà concretamente accadere da qui ad agosto. La colpa è di una procedura varata con un’approssimazione insostenibile  –  sottolinea il sindacalista  –  dopo l’emanazione del decreto che dà l’avvio al piano di immissioni in ruolo del governo. Ma qui c’è in gioco il destino delle persone”. Un’altra questione, che sta facendo perdere il sono ai precari, è il comportamento da assumere di fronte alla domanda online: farla o no. “Pare ormai chiaro  –  spiega Rita Frigerio, della Cisl scuola  –  che non ci sarà nessun depennamento in caso di mancata domanda online. Il ministero non può punire coloro che non sono in grado di sopportare una deportazione a centinaia di chilometri da casa”.

E, come se non bastasse, la sindacalista paventa anche un altro scenario. “C’erano un sacco di posti in organico di fatto su cui effettuare le immissioni in ruolo per evitare questo caos, ma il ministero non ci ha voluto ascoltare. Invece la fretta e la mancanza di conoscenza della situazione ha prodotto questo scempio, un’aggressione alle situazioni delle persone. Se tutto  –  continua  –  fosse stato pensato meglio ognuno avrebbe potuto lavorare vicino casa senza stravolgere le famiglie. Faccio un esempio: a Milano potevano lavorare i precari di sostegno di seconda fascia, che probabilmente rimarranno furi, e a Palermo gli insegnanti di sostegno siciliani. Invece quelli di Palermo andranno ad occupare i posti a Milano e nel capoluogo siciliano rimarranno i posti vacanti, con i precari di seconda fascia di Milano senza lavoro. Una roba che scontenta tutti”.

PA, depositata la sentenza sull’incostituzionalità del blocco degli stipendi

da La Tecnica della Scuola

PA, depositata la sentenza sull’incostituzionalità del blocco degli stipendi

La sentenza della Consulta sull’incostituzionalità del blocco della contrattazione nel pubblico impiego e quindi degli stipendi, fermi oramai da sei anni, è stata depositata in queste ore.

Nella sentenza, ricordiamo, è stato spiegato che il ‘reiterato protrarsi della sospensione delle procedure di contrattazione economica altera la dinamica negoziale in un settore che al contratto collettivo assegna un ruolo centrale [..] il contratto collettivo si atteggia come imprescindibile fonte, che disciplina anche il trattamento economico, nelle sue componenti fondamentali ed accessorie e ‘i diritti e gli obblighi direttamente pertinenti al rapporto di lavoro, nonché le materie relative alle relazioni sindacali‘.

Inoltre, spiegano sempre dalla Corte Costituzionale, ‘in una costante dialettica con la legge, chiamata nel volgere degli anni a disciplinare aspetti sempre più puntuali, il contratto collettivo contempera in maniera efficace e trasparente gli interessi contrapposti delle parti e concorre a dare concreta attuazione al principio di proporzionalità della retribuzione, ponendosi, per un verso, come strumento di garanzia della parità di trattamento dei lavoratori e, per altro verso, come fattore propulsivo della produttività e del merito‘.

A commentare i contenuti del parere espresso dalla Corte Costituzionale, i possibili effetti e l’inerzia attuale del Governo, è stata Serena Sorrentino, segretario confederale della Cgil.

Stiamo parlando, ha detto la sindacalista, di “una sentenza molto articolata e densa di puntualizzazioni, che andrà analizzata nei suoi molteplici aspetti ma che senza dubbio conferma alcuni punti per noi fondamentali e che meritano un’adeguata risposta del governo e in prima istanza dal ministro Madia”.

Sorrentino annuncia quindi che “la mobilitazione continuerà fino a quando il governo non convocherà le organizzazioni sindacali, non per comunicare atti unilaterali ma per annunciare che si avvia il tavolo per il rinnovo del contratto”.

Per Sorrentino, dunque,”si va ben oltre il fattore economico: come la Cgil sostiene da sempre, la contrattazione è uno strumento fondamentale per qualificare ed innovare la pubblica amministrazione. Il diritto alla contrattazione per i lavoratori pubblici va ripristinato immediatamente, la Corte definisce infatti la violazione della libertà sindacale ‘un sacrificio del diritto fondamentale tutelato dall`art. 39 della Costituzione, proprio per questo, non è più tollerabile'”.

La sindacalista Confederale ha ricordato anche che “il ministro ha dichiarato che le risposte ci saranno nella Legge di Stabilità, cosa che indubbiamente andrà verificata, ma per ciò che riafferma la sentenza, il Governo deve cambiare le norme del ddl scuola e del ddl Madia, che sottraggono competenze ed autonomia alla contrattazione e rafforzano le disposizioni di legge sulla regolazione del rapporto di lavoro”.

Per queste ragioni, prosegue Sorrentino, “la Cgil sostiene la mobilitazione dei lavoratori dei settori pubblici e della conoscenza, perché dietro la richiesta di riaprire la contrattazione e di utilizzarla come strumento di innovazione e cambiamento c’è un’altra idea di pubblico: efficiente, efficace, garante dei diritti fondamentali e fattore di sviluppo”.

Per la segretaria confederale “nei provvedimenti del governo non c’è questo disegno ma, anzi, la vecchia ricetta trita e ritrita che con tagli agli stipendi e ai servizi si possa diminuire il debito pubblico scaricando il peso di queste operazioni su lavoratori e cittadini”.

“Una vera contrattazione, diffusa e autonoma dagli interessi della politica, può determinare realmente quel cambiamento di cui la P.A. ha bisogno, investendo sul lavoro e non mortificandolo. Anni di blocco e spending review – conclude Sorrentino – hanno aggravato la situazione, non prodotto economia di scala: esternalizzazioni, appalti al massimo ribasso, leggi che hanno portato non al riordino istituzionale ma al caos, come dimostra il caso delle province”.

No all’aumento dell’orario di lavoro dei docenti

da La Tecnica della Scuola

No all’aumento dell’orario di lavoro dei docenti

È stato accolto alla Camera l’ordine del giorno del M5S per evitare l’aumento del monte ore lavorativo dei docenti: soddisfatta la promotrice, l’on. Silvia Chimienti.

Si tratta di un chiaro monito con il quale la pentastellata, premesso che obiettivo dichiarato del provvedimento è la realizzazione dell’autonomia scolastica e che il fabbisogno di posti dell’organico dell’autonomia è determinato in relazione all’offerta formativa che ogni singola scuola intende realizzare, impegna il Governo a “garantire che la nuova regolamentazione dell’autonomia scolastica e l’adozione del piano per l’offerta formativa non aumenti il monte ore degli insegnanti attualmente previsto.”

Commenta la Chimienti: “ E’ stato accolto come raccomandazione. ma almeno esiste un atto ufficiale che potrà essere tirato fuori nel momento in cui il Governo scriverà i decreti attuativi. Che non provino a mascherare dietro gli slogan dell'”autonomia scolastica” e del “potenziamento dell’offerta formativa” lo sfruttamento dei lavoratori della scuola già ampiamente sviliti e vilipesi dallo Stato con paghe da fame e con il blocco del contratto, delle ferie non fruite e degli scatti stipendiali.”

Meglio mettere le mani avanti. Che poi, con la scusa dell’autonomia, il passo verso le 24 e più ore potrebbe essere breve…

Corso dirigenti scolastici: commissioni esaminatrici alle prove

da La Tecnica della Scuola

Corso dirigenti scolastici: commissioni esaminatrici alle prove

L.L.

Candidature entro il 25 luglio per la Lombardia e 26 luglio per la Toscana.

Segnaliamo due avvisi per Lombardia e Toscana relativi all’istituzione delle Commissioni esaminatrici relative alle prove di cui alla Legge 107/2015, Art. 1, commi 87 – 91 e DM n. 499 del 20 luglio 2015.

In particolare, saranno nominate:

a) Commissione per la valutazione della prova scritta dei soggetti di cui all’art. 4 comma 1 del DM;

b) Commissione e sottocommissione per la sessione speciale di esame dei soggetti di cui all’art. 4 comma 2 del DM.

Le commissioni sono composte da un Presidente e da due componenti e devono garantire le pari opportunità tra uomini e donne nella configurazione complessiva delle commissioni a livello regionale.

Il Presidente è scelto tra: professori di prima fascia di università statali o equiparate, magistrati amministrativi o contabili o avvocati dello Stato, dirigenti di amministrazioni pubbliche che ricoprano o abbiano ricoperto un incarico di direzione di uffici dirigenziali generali. In carenza di personale nelle qualifiche citate, la funzione di Presidente è esercitata da dirigenti amministrativi o tecnici o scolastici, con una anzianità di servizio di almeno dieci anni.

Invece, gli altri due componenti sono scelti uno fra i dirigenti scolastici e l’altro fra esperti di organizzazioni pubbliche o private con competenze in campo organizzativo e gestionale, dirigenti tecnici o dirigenti amministrativi. Per i dirigenti tecnici, amministrativi e scolastici si richiedono documentate competenze nella organizzazione, gestione e direzione di sistemi complessi e un’anzianità nel ruolo di almeno cinque anni.

Possono far parte della commissione anche soggetti collocati in quiescenza da non più di tre anni.

La Commissione di cui al punto b) sarà affiancata da una sottocommissione.

All’atto della nomina tutti i componenti delle Commissioni dovranno autocertificare per iscritto – pena decadenza dalla nomina stessa – l’insussistenza di condizioni ostative all’espletamento dell’incarico.

In particolare dichiareranno:

  • di non avere riportato condanne penali né avere in corso procedimenti penali;
  • di non avere in corso procedimenti disciplinari;
  • di non essere incorsi in alcuna delle sanzioni disciplinari previste dai codici disciplinari dei rispettivi ordinamenti;
  • di non essere stati collocati a riposo da più di tre anni e, se in quiescenza, non aver superato il settantesimo anno d’età alla data di indizione delle procedure;
  • a partire da un anno antecedente alla data di indizione delle procedure, di non essere componente dell’organo di direzione politica dell’amministrazione, non ricoprire cariche politiche o di assessore regionale, provinciale e comunale e non essere rappresentanti sindacali o designati dalle confederazioni ed organizzazioni sindacali o dalle associazioni professionali;
  • di non avere relazioni di parentela o affinità entro il quarto grado con uno o più dei soggetti;
  • di non essere stati destituiti o licenziati dall’impiego per motivi disciplinari, per ragioni di salute o per decadenza dall’impiego comunque determinata.

Per la Lombardia, coloro che intendono proporsi come Presidente o componenti delle Commissioni devono far pervenire la propria candidatura, inviando tramite e-mail all’indirizzo uff7-lombardia@istruzione.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E’ necessario abilitare JavaScript per vederlo. , il modello allegato alla nota 9739 del 21 luglio 2015, compilato in ogni sua parte e firmato, il Curriculum Vitae aggiornato e un documento d’identità in corso di validità, entro il 25 luglio 2015.

Per la regione Toscana, coloro che intendano proporsi come Presidente o componente delle Commissioni dovranno far pervenire, esclusivamente tramite posta elettronica certificata,la propria candidatura corredata da un curriculum vitae entro il termine ultimo del 26 luglio 2015, alla casella di posta elettronica dgpersonalescuola@postacert.istruzioneit

Autismo, sì della Camera alla nuova legge. Ma niente soldi

da La Tecnica della Scuola

Autismo, sì della Camera alla nuova legge. Ma niente soldi

Alla fine la legge sull’autismo è passata anche a Montecitorio. Certo è arriva un po’ in sordina, senza troppi proclami: quasi all’unanimità, la Camera qualche giorno fa ha dato il via libera.

A proposito di Disposizioni in materia di diagnosi, cura e riabilitazione. Già approvato al Senato in Commissione in sede deliberate, il ddl è stato parzialmente modificato alla Camera.

Le nuove norme, che però devono ancora avere il sì definitivo dell’altro ramo del Parlamento, prevedono che tutte le persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie. Tra le novità principali, figurano linee di indirizzo aggiornate ogni tre anni, più ricerca in materia e soprattutto inserimento dell’autismo nei Livelli Essenziali di Assistenza.

Per aiutare le persone colpite e le loro famiglie, il testo approvato si basa su tre punti; l’aggiornamento triennale delle Linee di indirizzo per prevenzione e cura, estendendole non solo alla vita del bambino autistico ma anche all’adolescente e adulto; l’inserimento dell’autismo nei Lea per garantire uniformità di trattamento nelle varie regioni; l’incarico al ministero della Salute di promuovere ricerca di tipo biologico e genetico, ma anche di tipo riabilitativo e sociale. Il tutto, in base al contestato l’articolo 6 che prevede invarianza finanziaria, senza alcun fondo aggiunto.

“Grande soddisfazione per un’approvazione rapida della legge e per il lavoro svolto in Commissione Affari Sociali della Camera” è stata espressa da Paola Binetti (AP), relatrice della proposta di legge.

Finalmente le luci sull’autismo vengono accese dentro il palazzo di Montecitorio. Lo facciamo oggi con un provvedimento che prima non c’era, una legge-cornice innovativa e attesa da anni”, dichiara Pierpaolo Vargiu (Sc), presidente della Commissione Sanità alla Camera.

“Portiamo a casa grande vittoria”, è il giudizio di Raffaele Calabrò (AP).

“Questo testo vuole dare una spinta al cambiamento culturale per cui si guarda alla persona e non solo al disturbo, alla qualità della vita e non solo alla malattia”, sottolinea Maria Amato (Pd).

Ma non tutti la pensano allo stesso modo. “Tante belle parole e nessun miglioramento concreto. In sostanza, una presa in giro” per il Gruppo del Movimento 5 Stelle che si è astenuto dal voto “per rispetto delle persone con disabilità e delle associazioni che si occupano di autismo”.

“Il vulnus più evidente – per Marisa Nicchi (Sel) – è non aver voluto prevedere alcuno stanziamento aggiuntivo per attuare quanto previsto dalla legge”.

“Così com’è, il testo resta di fatto poco più di una dichiarazione di intenti. Positivo anche il richiamo alla ricerca scientifica, ma anche quest’ultima non può dare risultati senza finanziamenti”, secondo il deputato del gruppo ‘Per l’Italia-Centro Democratico’ Gian Luigi Gigli.

Per Marco Rondini della Lega, “spetta ora al governo trovare i fondi per tradurre in pratica le buone intenzioni”. Resta però la prima attesa legge sull’autismo.

“E’ e rimane una legge-manifesto” perché “parla di tanti diritti ma non sarà aggiunto un euro”, dichiara la deputata del Pd, Ileana Argentin, che è intervenuta in aula durante la discussione generale del ddl. “Questa legge ha sicuramente superato un’altra barriera culturale – ha specificato – perché l’autismo è una patologia che porta una grande solitudine, di cui è fondamentale parlare”. Tuttavia “facciamo questo bel manifesto politico, ma non promettiamo niente a nessuno”. Infine, ha concluso, “la legge in quanto tale dovrebbe prevedere sanzioni e questa non le prevede. Quando si parla di disabili, nessun provvedimento prevede sanzioni”.

Il testo di riforma, dovrà quindi tornare al Senato per il via libera definitivo.

Non saranno coperti 3.142 posti

da tuttoscuola.com

Non saranno coperti 3.142 posti
Per alcune classi di concorso insufficiente il numero di docenti delle graduatorie

Mettendo a confronto la disponibilità dei posti vacanti da ricoprire con nomine in ruolo con gli elenchi dei docenti aspiranti alla nomina, si scopre che 3.142 posti non potranno essere coperti.

La causa? Il numero complessivo di docenti per talune classi di concorso è inferiore al numero dei posti vacanti rilevati dal Miur e resi noti in questi giorni.

Nella scuola secondaria di I grado non potranno essere coperti 1.157 posti; in quella di II grado 1.985.

Alcuni casi: per la classe di concorso A059 (Scienze matematiche chimiche nella scuola media) i docenti iscritti in GAE e GM sono 2.014, mentre i posti vacanti da ricoprire sono 2.675: rimarranno scoperti 661 posti.

Per la classe di concorso A445 (Lingua spagnola) i docenti iscritti sono complessivamente 279 contro una disponibilità di 465 posti: ne rimarranno scoperti 186.

Per AB77 (chitarra) docenti 44, posti 203: restano scoperti 159 posti.

Per la classe i concorso C430 (laboratorio tecnologico per l’edilizia ecc.) docenti 47, posti disponibili 373: restano scoperti 326 posti.

Per le classi di concors C500 e C510 (tecnica dei servizi, ecc.) 14 docenti complessivi per 559 posti: resteranno scoperti 545 posti.

Per la classe A020 (discipline meccaniche e tecnologia) docenti 117, posti disponibili 283: restano scoperti 166 posti.

I 3.142 posti che al termine dell’intera procedura di assegnazione rimarranno scoperti potrebbero aumentare se i docenti titolari, iscritti in più classi di concorso, optassero diversamente.

Quei posti, comunque, andranno a supplenza annua, in attesa di essere coperti dal prossimo concorso.

Firmato protocollo Governo-Bei: 940 milioni per l’edilizia scolastica

da tuttoscuola.com

Firmato protocollo Governo-Bei: 940 milioni per l’edilizia scolastica

È stato firmato oggi a Palazzo Chigi il Protocollo d’intesa fra la presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca e la Banca Europea per gli Investimenti finalizzato al finanziamento del piano Miur che fa parte della più complessiva strategia del governo per l’edilizia scolastica che vede impegnati anche il Ministero delle infrastrutture e la specifica struttura di missione della Presidenza del Consiglio.

Hanno siglato l’intesa il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Claudio De Vincenti, il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini e il Vicepresidente della BEI Dario Scannapieco, responsabile per le operazioni in Italia, Malta e Balcani.

Il Protocollo impegna il Governo italiano a portare avanti gli interventi in materia di edilizia scolastica finanziati con fondi BEI, fornendo un periodico monitoraggio. Bei conferma la propria disponibilità a finanziare gli interventi del Piano fino ad un massimo di 940 milioni di euro, di cui 450 già firmati. Il finanziamento coprirà la ristrutturazione, la messa in sicurezza, l’adeguamento alle norme antisismiche, l’efficientamento energetico e la costruzione di nuovi edifici scolastici. Le risorse saranno erogate a Comuni, Province e Città Metropolitane sulla base di graduatorie di priorità predisposte dalle Regioni.

Gli oneri di ammortamento saranno a carico dello Stato e, grazie a nuove modalità di erogazione, i beneficiari potranno utilizzare le risorse senza impatti sul proprio patto di stabilità interno.

La strategia del Governo, che fa perno sull’azione coordinata dei Ministri Giannini e Delrio – ha affermato il Sottosegretario Claudio De Vincenti – vuole determinare un salto di qualità delle strutture a disposizione dei giovani e della loro formazione. Questo tipo di intervento si collega concretamente con la riforma dell’organizzazione didattica predisposta dalla “Buona Scuola” in modo da creare le condizioni affinché insegnanti e studenti possano lavorare al meglio nei percorsi formativi. L’impegno della BEI fornisce un contributo decisivo per centrare l’obiettivo“.

Il Protocollo siglato oggi – ha detto il ministro Stefania Giannini – è l’ulteriore conferma della volontà del Governo di portare avanti tutti gli interventi pianificati in materia di edilizia scolastica. Nel merito, a fine maggio, l’Italia si è dotata, per la prima volta,  di una programmazione nazionale che pianifica le opere da realizzare fra il 2015 e il 2017. Grazie alla collaborazione con la Bei possiamo già coprire i primi 1.300 interventi: il 75% riguarderà la messa in sicurezza di edifici, il 25% nuove costruzioni. Proprio in queste ore stiamo firmando i decreti che ci consentono di partire con i cantieri, nei prossimi giorni pubblicheremo l’elenco completo degli interventi del 2015. Abbiamo investimenti, una nuova governance che renderà più rapidi i tempi di assegnazione delle risorse e una solida programmazione per garantire scuole più sicure ai nostri studenti“.

È motivo di orgoglio – ha dichiarato Dario Scannapieco – poter affiancare il governo italiano nell’attuale sforzo di ammodernamento del settore scolastico del quale sono testimonianza la firma odierna del Protocollo d’intesa e l’avvio dei finanziamenti per l’edilizia per impegni totali pari a quasi un miliardo da parte della BEI. È il segnale che l’Europa è vicino ai cittadini degli Stati membri nel cruciale settore dell’educazione“.

Nota 24 luglio 2015, AOODGSIP 4855

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Ai Dirigenti degli Ambiti Territoriali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Trento
All’ Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
Bolzano
All’ Intendente Scolastico per la Scuola Località Ladine
Bolzano
Al  Sovrintendente degli studi per la Regione Valle D’Aosta
Aosta
Ai Docenti referenti per le Consulte Provinciali degli Studenti
presso gli UU.SS.RR.
Ai Presidenti delle Consulte Provinciali degli Studenti
Ai Dirigenti scolastici
LORO SEDI
Al Forum dei Genitori
Al Forum degli Studenti

OGGETTO: Permanenza nella Scuola dell’Infanzia degli alunni adottati. Precisazioni

Pervengono alla Scrivente richieste di chiarimenti, da parte degli uffici sul territorio, circa l’eventuale deroga all’ assolvimento dell’ obbligo di istruzione per gli alunni indicati in oggetto.
Come è noto, in riferimento a tale tematica si collocano le disposizioni contenute nella nota del Dipartimento per l’Istruzione prot n.547 del 21/02/2014, integralmente richiamate nelle Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati, trasmesse in data 18 dicembre u.s..
La nota pone in evidenza la “straordinarietà e specificità degli interventi in questione” e invita i Dirigenti scolastici ad esaminare “i singoli casi con sensibilità e accuratezza, confrontandosi – laddove necessario – anche con specifiche professionalità di settore e con il supporto dei Servizi Territoriali, predisponendo percorsi individualizzati e personalizzati”.
Con la stessa nota il Dipartimento precisa che “solo a conclusione dell’iter sopra decritto, inerente casi eccezionali e debitamente documentati, e sempre in accordo con la famiglia, il Dirigente Scolastico – sentito il team dei docenti – potrà assumere la decisione, in coerenza con quanto previsto dall’art.114, comma 5 del D. Lgs. n. 297/94, di far permanere l’alunno nella scuola dell’infanzia per il tempo strettamente necessario all’acquisizione dei prerequisiti per la scuola primaria, e comunque non superiore ad un anno scolastico, anche attraverso un’attenta e personalizzata progettazione educativa” .
Al riguardo sembra opportuno precisare che i suddetti interventi sono adottati, dopo un’attenta verifica della sussistenza delle condizioni e sempre in completo accordo con le famiglie interessate, anche presso le istituzioni scolastiche paritarie, per le quali l’avvio dell’ iter procedurale e la successiva decisione risultano di competenza del Coordinatore delle attività educative e didattiche, sentito il team dei docenti.

IL DIRETTORE GENERALE
Giovanna Boda