La forza dell’educazione geografica

Il 27 e 28 agosto 2015, 58° Convegno Nazionale AIIG all’Università Cattolica di Milano
La forza dell’educazione geografica ad Expo 2015

L’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG) si ritroverà a Milano, presso l’Università Cattolica, nei giorni 27 e 28 agosto prossimi per il 58° Convegno Nazionale dedicato ai temi di Expo 2015, mentre domani 26 agosto, nella medesima location, si terrà il 4° Workshop Nazionale sul tema “La forza della educazione geografica”.
Lo spazio espositivo sarà visitato il 29 agosto dai numerosi partecipanti alla manifestazione scientifica. Questa esperienza – con concreti risvolti didattici – vuol essere innanzi tutto uno stimolo alla riflessione circa le varie scale alle quali si manifestano le disuguaglianze alimentari del pianeta. Le disparità sono rappresentate a Expo dal mosaico delle declinazioni riguardanti il tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”: si pensi solo ai messaggi trasmessi dai siti espositivi dei 144 Stati sovrani – dall’Afghanistan allo Zimbabwe – presenti a Milano.
Il Prof. Carlo Brusa (Università del Piemonte orientale) sottolinea: “Per i geografi i problemi alimentari devono confrontarsi con realtà profondamente diverse dal punto di vista naturale (clima, ambiente, disponibilità di acqua, natura dei suoli ecc.), antropico (demografia, società, cultura ecc.), economico (Paesi ad economia avanzata, Paesi in rapida crescita, Paesi meno avanzati), politico (problematiche geopolitiche attualmente irrisolte, conflitti in atto in varie parti del mondo, ruolo delle organizzazioni internazionali alle quali appartengono molti stati) ecc. Su questi argomenti di vasta portata – al 58° Convegno Nazionale AIIG – si avranno relazioni di autorevoli studiosi italiani e stranieri” (il programma completo della manifestazione si trova sul sito www.aiig.it, ndr).
Un momento particolarmente significativo del Convegno sarà la consegna (ore 16.30 del 27 agosto) a Carlo Petrini della più importante onorificenza dell’AIIG: il Premio Giorgio Valussi. Molti interventi del Fondatore di Slow Food e Presidente di Slow Food Internazionale hanno infatti evidenziato una particolare attenzione a importanti temi della geografia. L’AIIG, inoltre, condivide pienamente anche la filosofia e i contenuti di un’altra iniziativa promossa da Petrini proprio a Expo: il Convegno “Terra Madre Giovani. We Feed the Planet” che si terrà dal 3 al 6 ottobre. Proprio per questo motivo anche la Sezione provinciale di Milano dell’AIIG, raccogliendo l’invito della Chiesa ambrosiana, ha invitato i soci a mettere a disposizione gratuitamente un posto letto per il pernottamento di un giovane partecipante all’evento del prossimo ottobre.

Percorsi di studio «fai da te» e alle superiori debuttano gli insegnamenti opzionali

da Il Sole 24 Ore

Percorsi di studio «fai da te» e alle superiori debuttano gli insegnamenti opzionali

di Claudio Tucci

È vero che le scuole superiori quest’anno nel proprio piano per l’offerta formativa (il «Pof») dovranno inserire insegnamenti opzionali a scelta degli alunni? Sì, è una delle principali novità per i ragazzi che viene introdotta, da subito, dalla riforma Renzi-Giannini (legge 107/2015), nota anche come la «Buona Scuola».

Gli istituti, nell’ambito della loro autonomia (che la legge 107 prova a far decollare), avranno l’opportunità, nel secondo biennio e nell’ultimo anno, di individuare «materie e attività aggiuntive» per arricchire il nuovo curriculum dello studente.

Oggi esiste un curriculo nazionale che è legato all’indirizzo di studio prescelto del ragazzo ed è piuttosto rigido perchè tarato sul quadro-orario per lo specifico grado, ordine ed opzione di istruzione. C’è però poi la possibilità per ciascuna scuola di avere un proprio curriculum utilizzando la quota di flessibilità introdotta dall’ultima riforma degli ordinamenti; e comunque si possono realizzare “potenziamenti” degli orari disciplinari (per esempio rafforzare una seconda lingua, ovviamente se l’organico e le risorse lo permettono).

«Con la riforma si fa un passo avanti, introducendo, sulla scorta delle principali esperienze internazionali, un terzo livello di curriculum, più flessibile – spiega Carmela Palumbo, direttore generale del ministero dell’Istruzione per gli Ordinamenti scolastici e la valutazione -. Le scuole, nel proprio Pof, dovranno prevedere nuovi insegnamenti a scelta dello studente. Un esempio? Al liceo classico si potranno fare corsi aggiuntivi di matematica o di cinese, che saranno pensati per singoli, ma anche per gruppi di alunni».

Questi insegnamenti aggiuntivi verranno realizzati essenzialmente grazie ai nuovi docenti dell’autonomia (assegnati all’istituto sulla base dei piani triennali dell’offerta formativa); diventano parte integrante del percorso scolastico del ragazzo e sono restituiti dalla scuola, appunto, nel curriculum dello studente, che ne individua il profilo e raccoglie tutti i dati utili anche ai fini dell’orientamento e dell’accesso al mondo del lavoro. In altre parole, in questa “carta d’identità” dell’alunno si metterà nero su bianco il percorso degli studi, le competenze acquisite, le eventuali scelte degli insegnamenti opzionali, le esperienze formative per l’alternanza scuola-lavoro e le attività, svolte in ambito extrascolastico, culturali, artistiche, di pratiche musicali, sportive e di volontariato.

Il curriculum dello studente verrà associato a un profilo digitale a disposizione delle singole scuole e dovrà essere trasmesso al ministero dell’Istruzione. I dati del ragazzo saranno quindi accessibili tramite il portale online del Miur e pertanto la procedura e il trattamento dei dati personali dovranno avvenire nel totale rispetto della privacy.

Più inglese già dalla primaria, alle secondarie economia e diritto

da Il Sole 24 Ore

Più inglese già dalla primaria, alle secondarie economia e diritto

di Lorena Loiacono

Saper leggere e far di conto, possibilmente anche in inglese. Con la riforma della scuola saliranno in cattedra “nuove” materie e altre verranno potenziate. A cominciare dallo studio dell’inglese che, per conquistare nuovi spazi tra i libri dei ragazzi, adotterà in maniera sempre più diffusa il metodo «Clil», Content language integrated learning: lo studio di una materia non linguistica, in inglese. Un sistema efficace per insegnare una lingua straniera anche alle elementari.

Inglese, matematica, sport e musica, passando per arte e tante altre materie opzionali. C’è tutto questo nella scuola dell’autonomia che potrà contare su un organico potenziato e un orario flessibile. «Finora – dice il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini – quadri orari, materie e piani di studio erano stabiliti in modo rigido dal ministero e le scuole non avevano i mezzi economici e organizzativi per adattarsi alle esigenze specifiche della loro comunità. Spetterà a insegnanti e dirigenti disegnare piani formativi coerenti con le esigenze di famiglie e studenti. La «Buona Scuola» mette a disposizione per ogni scuola un organico più ampio in media di quasi sette docenti, un fondo di funzionamento quasi raddoppiato rispetto allo scorso anno e un robusto finanziamento per la formazione degli insegnanti».

Già dalla primaria, la riforma porterà un approfondimento dell’inglese, non senza potenziare attività sportiva, arte e musica, dalla storia agli strumenti veri e propri. Per venire incontro alla popolazione scolastica non italiana, saranno attivati anche corsi di italiano per stranieri. «Si uscirà dalla gabbia rigida dell’orario e delle materie uguali per tutti – sottolinea il ministro Giannini – alla scuola primaria il potenziamento dell’autonomia significherà più musica, più educazione motoria, più lingue. Alle superiori si potranno attivare discipline opzionali, utilizzare la quota di flessibilità dell’orario per valorizzare le richieste e i talenti degli studenti e per le esperienze di alternanza tra scuola e lavoro». Lo sport potrà prendere nuove sfaccettature, dalla corretta alimentazione al diritto allo studio di chi pratica attività agonistiche.

Le superiori potranno attivare discipline opzionali (si veda servizio in alto). Si apre a calcolo computazionale, lotta a bullismo e cyberbullismo, pari opportunità e responsabilità civica, diritto allo studio, orientamento e contrasto alla dispersione scolastica. Dalle materie economico-finanziarie e giuridiche all’incremento dell’alternanza scuola-lavoro e all’autoimprenditorialità. «La sfida parte a settembre – conclude Giannini – ma la vera rivoluzione si vedrà in un paio di anni».

Laboratori all’avanguardia e aperti al territorio

da Il Sole 24 Ore

Laboratori all’avanguardia e aperti al territorio

di Eugenio Bruno

Tra le novità della «Buona scuola» che sono destinate a innovare maggiormente la “giornata tipo” dello studente italiano un posto di rilievo spetta sicuramente al piano laboratori. Che rappresenta una costola del più ampio «Piano nazionale per la scuola digitale» e che punta a trasmettere, accanto al sapere tradizionale, anche il saper fare. Nella speranza di riuscire a migliorare, presto o tardi, i tassi di occupabilità dei nostri diplomati.

A disposizione ci sono i 40 milioni individuati dalla legge 107/2015 per premiare i migliori progetti presentati dalle scuole in collaborazione con gli altri soggetti cofinanziatori: dagli enti pubblici e locali alle camere di commercio, dalle università agli enti di formazione professionale, dagli istituti tecnici superiori alle imprese private. Nelle intenzioni del Governo, i “laboratori 2.0” da attivare in tutta Italia non dovranno essere una versione riveduta e corretta delle aule laboratoriali già oggi previste all’interno degli istituti scolastici, bensì uno spazio di nuova concezione, aperto sì alle scuole e alle reti di scuole ma che abbia dietro di sè tutte le realtà del territorio.

Lo stesso centro potrebbe essere usato, ad esempio, la mattina per gli alunni delle superiori (magari come training center per l’alternanza scuola lavoro su cui si veda Il Sole 24 Ore di ieri), il pomeriggio per la formazione degli adulti ed essere al servizio delle Pmi e dei centri di ricerca. Del resto è lo stesso comma 60 della legge 107 a indicare tra gli obiettivi dichiarati del piano laboratori l’orientamento «della didattica e della formazione ai settori strategici del made in Italy, in base alla vocazione produttiva, culturale e sociale di ciascun territorio», la fruibilità «di servizi propedeutici al collocamento al lavoro o alla riqualificazione di giovani non occupati» e l’apertura «della scuola al territorio e possibilità di utilizzo degli spazi anche al di fuori dell’orario scolastico».

Per farlo, bisognerà rispondere a un bando che il ministero dell’Istruzione sta finendo di confezionare in questi giorni. la pubblicazione dell’avviso pubblico è attesa per la fine di agosto o al massimo per la prima settimana di settembre. Così da poter erogare i finanziamenti entro dicembre. La selezione dovrebbe essere articolarsi in due “momenti”: prima una raccolta delle idee migliori e poi una selezione più stringente dei progetti migliori. Che non dovranno essere per foza di piccolo taglio. Anzi. La speranza del ministero dell’istruzione è che si possa arrivare a fissare la soglia massima del finanziamento per un singolo laboratorio a un milione di euro.

Dai libri ai musei: ecco la guida alle agevolazioni per gli studenti

da Il Sole 24 Ore

Dai libri ai musei: ecco la guida alle agevolazioni per gli studenti

di Alessia Tripodi

Più sostegno al diritto allo studio, agevolazioni per l’acquisto di libri, musica e cinema e un nuovo obiettivo: quello di estendere progressivamente sconti e facilitazioni anche ai giovani universitari. È l’iniziativa del ministero dell’Istruzione, che con l’anno scolastico 2015-2016 stamperà 1 milione e 700mila nuove Carte dello studente, lo strumento nato nel 2008 dal progetto Miur «IoStudio» per dotare i giovani delle scuole superiori di uno card in grado di attestare lo status di studente e di agevolare l’accesso a beni e servizi di interesse culturale e sociale, favorendo l’inclusione.

Oltre a permettere di godere di sconti presso i quasi 50mila esercizi convenzionati, la carta può essere usata come una normale prepagata (solo nel caso di studenti maggiorenni o con il consenso dei genitori) e, attraverso il pin digitale, permette ai ragazzi di interagire con il portale Web dedicato. Fino ad oggi, spiegano dal ministero, sono state distribuite 7 milioni di carte, con le quali i titolari possono accedere a 20mila convenzioni strette direttamente dal Miur e ad altre 27mila del circuito Bancoposta. Il portale dedicato conta, mediamente, 4 milioni di visualizzazioni al mese e 1 milione di studenti registrati, mentre i fan sulla pagina Facebook hanno raggiunto quota 60mila.

«La carta è uno strumento che funziona, i numeri parlano chiaro», ha detto il sottosegretario al Miur, Gabriele Toccafondi, spiegando che «da sette anni con “IoStudio” mettiamo in contatto i ragazzi con la realtà, ed è fondamentale che la scuola leghi sempre più gli studenti con il mondo esterno».

La carta, totalmente gratuita, viene recapitata al domicilio di tutti gli studenti iscritti alle scuole secondarie superiori e diventa operativa solo dopo l’attivazione, che va completata attraverso il sito web del Miur (www.istruzione.it), nella sezione dedicata a IoStudio. Una volta attivata, la card dà diritto a sconti tra il 10 e il 30% per l’acquisto di libri, biglietti per concerti, teatro, mostre e musei, per la frequenza di corsi di lingua e per i trasporti. Per quanto riguarda il cinema, lo sconto sul biglietto d’ingresso arriva fino al 40% nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì. Come accennato, per i maggiorenni la carta può essere usata anche come prepagata effettuando le ricariche negli uffici postali o sul sito poste.it.

Il pin e lo username che ogni studente riceve via mail al momento dell’attivazione della carta, inoltre, servono a interagire con la piattaforma multimediale di IoStudio per avere tutte le informazioni sull’uso della carta e danno accesso alla community degli studenti già titolari. In ogni caso, precisa il Miur, a garanzia della sicurezza dei ragazzi l’uso della card è inibito su alcuni siti.

«Tra gli obiettivi futuri non c’è solo quello di ampliare il numero delle aziende convenzionate per aumentare l’offerta di sconti e facilitazioni – dice Toccafondi – ma anche quella di estendere l’uso della carta agli studenti universitari. È una richiesta che ci arriva direttamente dalle rappresentanze universitarie – aggiunge – e per questo, nei prossimi mesi, inizieremo a lavorare con la Crui per definire i termini dell’operazione, nel pieno rispetto dell’autonomia degli atenei».

A settembre partirà anche una nuova campagna di comunicazione curata dal ministero e intitolata «Back to School! La cultura è a portata di mano». La campagna prevede iniziative nell’ambito educational con la progettazione e la realizzazione di nuovi percorsi dedicati agli alunni, oltre ad offrire a 15 studenti la possibilità di essere selezionati per «IoStudio CreativeLAB», la redazione junior di «IoStudio».

Al via il nuovo piano triennale

da ItaliaOggi

Al via il nuovo piano triennale

La pianificazione dell’offerta formativa servirà a individuare i fabbisogni anche professionali. Gli istituti dovranno chiedere docenti per area disciplinare

Carlo Forte

Dal prossimo anno le istituzioni scolastiche dovranno approvare il piano triennale dell’offerta formativa. E dovranno farlo anche in tempi brevi. Perché il piano servirà ad individuare i docenti in più: 6 o 7 per scuola per complessivi 48.812 posti comuni e 6.446 posti di sostegno. Che dovranno essere assegnati alle scuole per le immissioni in ruolo della fase C.

Il piano, che già adesso è la carta di identità della scuola, da settembre sarà triennale e dovrà indicare gli insegnamenti e le discipline divisi per aree, in tal senso è attesa una circolare in queste ore. In primo luogo dovrà fissare il fabbisogno dei posti comuni e di sostegno dell’organico dell’autonomia, sulla base del monte orario degli insegnamenti, con riferimento anche alla quota di autonomia dei curricoli e agli spazi di flessibilità, nonché del numero di alunni con disabilità.

Ferma restando la possibilità di istituire posti di sostegno in deroga nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente. E poi dovrà indicare il fabbisogno dei posti per il potenziamento dell’offerta formativa. Vale a dire, le qualifiche di appartenenza dei docenti in più che dovrebbero essere assegnati alle scuole.

La legge 107/15 non reca alcuna indicazione su come coniugare le necessità delle scuole con la necessità dell’amministrazione di svuotare le graduatorie a esaurimento. Che poi sarebbe uno degli intenti principali della legge 107. La cui ratio è proprio quella di esaurire le graduatorie dei precari. Così da incentrare il reclutamento solo sul concorso ordinario per titoli ed esami, mandando in soffitta definitivamente il criterio duale definito dall’articolo 399 del testo unico.

Criterio secondo il quale le immissioni in ruolo devono essere effettuate suddividendo, metà e metà, i posti da coprire con immissioni in ruolo tra le graduatorie dei concorsi e le graduatorie a esaurimento.

Resta il fatto, però, che l’organico aggiuntivo sarà costituito attingendo i docenti principalmente dalle graduatorie a esaurimento. Bisognerà fare i conti con le qualifiche possedute dai docenti che vi risultano inclusi. Pertanto, se le scuole chiederanno docenti di una classe di concorso, con ogni probabilità, all’atto dell’esaurimento dei docenti appartenenti alla qualifica richiesta, dovranno accontentarsi anche di docenti di diversa qualifica. Intendendo per qualifica l’appartenenza ad un ordine di scuola piuttosto che ad un altro e, nella scuola secondaria, anche la classe di concorso.

Meno problematica dovrebbe essere l’assegnazione dei docenti di sostegno. Per i quali l’unico vincolo di qualifica è l’ordine di scuola di appartenenza. In tutti gli ordini di scuola, infatti, i docenti di sostegno appartengono ormai ad un’unica specialità. E ciò vale anche nelle secondarie di II grado, per effetto dell’unificazione delle aree. Unificazione che, però, continua a non assumere rilievo ai fini delle graduatorie a esaurimento.

A ciò va aggiunto anche il problema dell’esonero dei vicari e, in generale, dei collaboratori del dirigente scolastico. Esonero che potrebbe essere attribuito direttamente dal dirigente scolastico, qualora i collaboratori dovessero essere inclusi nell’organico aggiuntivo. Che però deve fare i conti, sempre e comunque, con le qualifiche di appartenenza dei docenti in più assegnati.

In altre parole, se il collaboratore del dirigente al quale si vuole attribuire l’esonero è un docente di lettere della classe A043, tale esonero potrà essere attribuito solo ed esclusivamente se l’ufficio scolastico assegnerà alla scuola (nell’organico aggiuntivo) un docente della classe A043. In caso contrario, il collaboratore del dirigente non potrà avere l’esonero.

Prima di tutto perché non è più previsto dalla legge e poi perché la stessa legge 107 prevede che i docenti dell’organico della scuola (il cosiddetto organico dell’autonomia) che comprenderà anche i docenti dell’organico aggiuntivo, dovranno essere utilizzati prioritariamente per coprire i posti vacanti e disponibili.

A ciò va aggiunta l’incognita del numero dei docenti che saranno immessi nella fase C.

Che sulla carta sono 55.258, ma che potrebbero attestarsi anche su un numero inferiore. Le domande presentate sono 71.643, ma non è detto che i riesca a coprire tutti i posti. Fino ad oggi, infatti, l’amministrazione non ha spiegato se i posti saranno assegnati considerando vincolanti le richieste delle su scuole oppure in modo fungibile, senza tenere conto di ordini di scuola e classi di concorso.

Secondo i dati ufficiali diffusi dal ministero dell’istruzione, infatti, i precari assumibili a vario titolo sono 136.535 a fronte di 102mila immissioni autorizzate. Di questi, 34.863 sono docenti di scuola dell’infanzia, a cui è preclusa la partecipazione alla fase C. E nella scuola dell’infanzia, sempre secondo i dati ufficiali, al termine delle immissioni in ruolo ordinarie saranno assunti solo 3277 insegnanti su posto comune e 1308 sul sostegno. Di qui il rischio reale che non si esauriscano le 102mila assunzioni, finanziate dal governo con un impegno economico senza precedenti

Click day

Dal 25 agosto parte il click day per richiedere contributi da parte delle province

E’ stato emanato il decreto del Ministero dell’interno del 19/8/2015 relativo al contributo in favore delle province e delle città metropolitane, per l’anno 2015, per esigenze relative all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali e i servizi di supporto organizzativo del servizio di istruzione per gli alunni con handicap o in situazione di svantaggio.

Come riportato nel decreto, a cui si rimanda, sono legittimati a fruire del contributo e quindi a trasmettere la richiesta le province e le città metropolitane.

Non rientrano nella misura finanziaria le province ricadenti nelle regioni Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.

INFO: http://aldiladellimite.blogspot.it/2015/08/alunni-con-handicap-dal-25-agosto-parte.html

Ata, ripresa d’anno amara

da ItaliaOggi

Ata, ripresa d’anno amara

Niente assunzioni, colpa delle province

Franco Bastianini

Doccia gelida per circa diecimila tra assistenti tecnici e amministrativi, collaboratori scolastici e figure equiparate che da anni prestano servizio nelle scuole statali con incarichi annuali o fino al termine delle attività didattiche.

Per loro nessuna stabilizzazione, nonostante i posti che si rendono vacanti per le cessazioni dal servizio si aggirino intorno a 4.500 dal 1° settembre 2015.

I posti che si sono resi disponibili per i pensionamenti aventi effetto dal 1° settembre 2015 saranno accantonati per garantire una sistemazione al personale proveniente dalle province recentemente soppresse. Non potranno essere neppure conferiti incarichi annuali o fino al termine delle attività didattiche, ma solo supplenze temporanee fino alla nomina degli aventi titolo(art. 40 legge 449/1997), aventi titolo che sono appunto i dipendenti delle soppresse province che hanno chiesto o stanno per chiedere il passaggio nell’amministrazione scolastica.

E dunque, è facile prevedere che per qualche migliaia di collaboratori scolatici e di assistenti amministrativi la possibilità di vedersi confermare l’incarico a tempo determinato o fino al termine delle attività didattiche non potrebbe essere più assicurata. Una prospettiva questa che, oltre ad essere insostenibile per i lavoratori, potrebbe certamente creare moltissimi disagi al buon funzionamento del servizio scolastico.

Scuole meno competitive, ma più ricche di relazioni umane

da ItaliaOggi

Scuole meno competitive, ma più ricche di relazioni umane

La qualità dei docenti italiani messa a nudo dall’ocse

Giovanni Scancarello

Per l’Ocse l’Italia negli ultimi dieci anni ha sviluppato un sistema scolastico capace di capitalizzare il guadagno in professionalità e risorse a beneficio di tutti. Questo grazie soprattutto all’investimento umano degli insegnanti sui loro studenti. Magari meno competitiva in fatto di risorse e risultati di apprendimento, la scuola italiana però sa compensare con il suo made in Italy più importante: il cuore. L’Ocse ha recentemente pubblicato uno studio (Ocse Pisa in Focus n. 52) in cui si chiede quanto abbiano fruttato gli investimenti profusi nell’ultima decade in una quarantina di Paesi. La risposta resta sospesa.

Migliorano le prestazioni organizzative, professionali e tecnologiche, ma non fanno altrettanto i processi di perequazione educativa tra studenti svantaggiati e avvantaggiati. Sono infatti soprattutto questi ultimi a sfruttare meglio l’opportunità prodottasi con il miglioramento professionale, relazionale e tecnologico della scuola. Ad esempio, mentre nel 2003 la quota degli studenti dei Paesi sotto esame che frequentava classi in cui risultava associato ad uno svantaggio di preparazione nei docenti di matematica era del 22%, nel 2012 questa percentuale scende al 17%. In 29 dei 38 Paesi Ocse sono aumentati la qualità e la quantità delle risorse, come i laboratori, le attrezzature, i libri di testo, i materiali e le tecnologie. Questo è accaduto soprattutto in Paesi come Polonia, Russia, Turchia, Uruguay. Insomma, le scuole sono meglio equipaggiate e attrezzate oggi di quanto non accadeva in passato. Ma altrettanto non si può dire sull’inclusione socio-educativa. Mentre nel 2003 era possibile osservare un tasso di varianza di risultato nei test Ocse Pisa, tra le scuole all’interno dei Paesi studiati, che arrivava al 64%, nel 2012 esso scendeva al 36%. Nello stesso arco di tempo la varianza di risultato studiato, stavolta, all’interno delle singole scuole risultava però di soli 2,3% al di sopra dei livelli del 2012 Troppo poco.

Si stima che i risultati dell’inclusione socio-educativa dipendano in larga parte dal grado di libertà lasciato alle famiglie nella scelta delle scuole. Dove questo è ridotto, perché vigono vincoli di residenzialità, le scuole risultano meno inclusive e viceversa. Anche per questo l’Italia mostra un dato di miglioramento in fatto di inclusione socio-educativa tra i migliori del mondo, ma non è solo per questo. L’Italia, insieme a Giappone, Turchia, Svizzera e Corea, è il Paese con l’indice di miglioramento maggiore dal 2003 al 2012 in fatto di inclusione socio-educativa. Fatto sta che siamo sesti in classifica mentre ultimo è Hong Kong insieme a Latvia e Nuova Zelanda, Paesi spesso competitivi e spesso citati al top. Si tratta di un indicatore importante dello stato di salute della nostra scuola come quello sulla crescita della qualità della relazione docente – studente. Qui ci avviciniamo a capire meglio da dove arriva lo scatto in avanti degli italiani. L’Italia è ottava su 38 in fatto di miglioramento della relazione docente – alunno e questo nonostante la condizione retributiva dei nostri docenti. È chiaro che per gli italiani entrino in gioco soprattutto variabili intrinseche. I docenti italiani, dunque, ci mettono il cuore. Ma sarebbe un errore accontentarsi. Pensiamo dove potremmo arrivare se, oltre al cuore, i docenti italiani avessero più tecnologia in classe ma anche uno stipendio più interessante. Lecito chiederselo guardando ai risultati dei primi in classifica in fatto di miglioramento della relazione con gli studenti, cioè i colleghi lussemburghesi, i più pagati d’Europa (più di 100mila euro l’anno).

Ore contate per il ritorno sui banchi

da La Stampa

Ore contate per il ritorno sui banchi

I primi a tornare a scuola saranno gli studenti del Trentino il 7 settembre
Dopo le meritate ferie estive nel mese di settembre ricomincerà per tutti il nuovo anno scolastico. Per la precisione, la prima campanella suonerà, a seconda delle regioni tra il 7 e il 16 settembre. Già dallo scorso anno alcune regioni, anche per facilitare la programmazione, hanno adottato il calendario permanente, quello cioè che resterà invariato negli anni a seguire. Le regioni che hanno adottato il calendario scolastico permanente sono la Lombardia, la Toscana, l’Emilia Romagna e il Lazio. 

I primi a varcare il portone saranno gli studenti del Trentino Alto Adige che ricominceranno al scuola il 7 settembre. A seguire, il 9, i ragazzi del Molise, mentre i ragazzi di Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia potranno riposarsi fino al 14 settembre.

 

Il giorno successivo saranno quindi gli studenti dell’Emilia, Romagna, Lazio e Toscana, le regioni che hanno adottato il calendario permanente, a rientrare in classe. I più fortunati sono i veneti e i pugliesi che non varcheranno la porta della propria classe prima del 16 settembre.

 

Per avere nuovamente un po’ di riposo si dovranno attendere le Vacanze di Natale. Anche per queste l’inizio varia a seconda delle regioni. I più fortunati, che andranno in vacanza dal 22 dicembre sono i ragazzi della Sicilia. Andranno, invece, in vacanza il 23 gli studenti della Campania, della Calabria, del Friuli Venezia Giulia, del Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Puglia, Umbria, Trentino e Sardegna. Per tutti gli altri, purtroppo non si va a scuola dal 24 dicembre. Di nuovo in classe, invece, tutti insieme, il 7 gennaio.

 

Per le vacanze di Pasqua si dovrà attendere, tutti, il 24 marzo, per rientrare, sempre tutti insieme da Nord a Sud, il 29 marzo. Studenti a casa, come ogni anno, anche il 1 novembre, per la festa di Tutti i Santi, l’8 dicembre per l’Immacolata concezione. E ancora, il 6 gennaio per l’Epifania, il lunedì dopo Pasqua, il 25 aprile anniversario della Liberazione, il 1 maggio Festa del Lavoro, il 2 giugno festa nazionale della Repubblica e per la festa del santo Patrono.

 

Ultima campanella dell’anno scolastico 2015-2016 tra il 4 e il 16 giugno. I primi ad andare in vacanza il 4 giugno, appunto, gli studenti del Molise e delle Marche. Seguiranno quindi il 6 giugno i colleghi dell’Emilia Romagna. Il giorno successivo toccherà, quindi agli studenti del Trentino e dell’ Abruzzo.

 

L’8 giugno a salutare prof e compagni di classe per la lunga pausa estiva saranno gli studenti della Liguria, della Lombardia, del Lazio, dell’Umbria, del Veneto, della Campania, della Calabria e della Puglia mentre il 9 sarà la volta dei colleghi del Piemonte, della Basilicata e della Sicilia. Dovranno attendere il 10 giugno per mettere da parte libri e quaderni gli studenti della Toscana e della Sardegna.

 

Ultimi ad andare in vacanza gli studenti della Valle d’Aosta e del Friuli Venezia Giulia che dovranno attendere l’11 e quelli dell’Alto Adige che resteranno in classe fino al 16.

 

Fissata anche la data per l’avvio dell’esame di maturità edizione 2016. L’appuntamento per tutti gli studenti dell’ultimo anno delle superiore è alle 8.30 del 22 giugno per affrontare il primo scritto dell’esame di Stato.

Comunicare

COMUNICARE di Umberto Tenuta

CANTO 519 COMUNICARE

Dal latino: communicare, mettere in comune, derivato di commune, propriamente, che compie il suo dovere con gli altri, composto di cum insieme e munis ufficio, incarico, dovere, funzione.

Incredibile il valore di questa parola, ed incredibile la profondità intuitiva della sua etimologia.

Consapevole delle proprie responsabilità e forte del proprio ruolo, la comunicazione è un’espressione sociale, un mettere un valore al servizio di qualcuno o qualcosa fuori da sé: non basta pronunciare, scrivere o disegnare per comunicare; la comunicazione avviene quando arriva, quando l’espressione è compresa e diventa patrimonio comune per la costruzione di una discussione, di un sapere, di una cultura.

Propria di ogni essere vivente (chimica, comportamentale o sonora che sia), come umani abbiamo l’ulteriore responsabilità derivante da un linguaggio evolutivamente tardivo, fragile ma raffinatissimo che – noblesse oblige – non possiamo non usare al meglio per aver cura del nostro ambiente di vita, comunicando una cultura elevata nel nostro alto ufficio di ultimogeniti figli maggiori della Natura. (http://unaparolaalgiorno.it/significato/C/comunicare)

 

Anche io voglio comunicare.

Debbo comunicare.

Non posso non comunicare!

Se sono un uomo.

Se non sono una pietra.

Se non sono un vegetale.

Se sono un animale.

E, per giunta, razionale.

Chi sarei io senza di te, mammina mia?

Mammina mia, che ascoltavo quando ancora stavo nel tuo grembo.

E tu mi cantavi le dolci canzoni rositane.

E tu mi dicevi parole di amore.

E tu comunicavi anche con le dolci carezze delle tue mani.

È lì, nel tuo grembo, che io ho sentito le prime parole di amore.

E chi sarei io senza il nonno Michele, la mia baby setter?

Ero piccolino, mi portava a passeggio sulla tua carrozzella di legno e mi parlava, mi sgridava, mi faceva discorsi che io capivo.

Tutta presa dalla mia sorellina, la mamma non parlava più con me.

Ed io rimasi assetato di parole.

Cercavo Mario, il mio vicino di casa, coetaneo, col quale desideravo parlare.

A scuola la maestria Dora mi ordinò di non parlare, nemmeno con lui.

Ed io tacevo.

E il desiderio di parlare e di ascoltare, di comunicare, cresceva, cresceva, cresceva sempre più.

Ma a scuola era silenzio!

Ed io cominciai a parlare con te, Pinocchio, il mio primo libro che tu mi comprasti, Maestra Sofia.

Libro che io ancora non capivo.

Oh quanto desideravo leggere fiabe e novelle!

Fiabe e novelle che io non avevo.

Non mi restava che parlare coi sussidiari.

Imparavo, imparavo, imparavo.

Poi arrivasti tu, Mitologia greco-romana di Ferdinando Mottini!

E un meraviglioso mondo si squadernò davanti a me alla tua vista, o Minerva, figlia di Giove e di Teti!

Cominciò così la mia avventura comunicativa.

Cercavo messaggi in ogni dove.

Nei libri.

I libri erano le voci degli antichi padri, dei filosofi, dei matematici, degli storici, dei geografi, degli scienziati…

Ascoltavo le loro voci, non sempre comprensibili, ma sempre dono divino alla mia insaziabile, e mai saziata, sete di conoscenza.

Nella natura.

Prati e boschi, folti, impenetrabili, mistero alla mia sete di conoscenza.

Torrenti, fiumi e sorgenti, laghi e mari, sete di acqua e di conoscenza.

Nelle case, nei villaggi, nei paesi, nelle città.

Desiderio di percorrere tutte le strade del mondo.

Gli aerei, le Ferrovie, le Strade!

Comunicare!

Io do una cosa a te, tu dai una cosa a me.

Mettiamo assieme le nostre conoscenze.

Io aggiungerò alle mie le tue conoscenze.

Tu aggiungerai alle tue le mie conoscenze.

Io raddoppierò le mie conoscenze.

Tu raddoppierai le tue conoscenze.

E nessuno di noi avrà perduto niente.

Fai che gli altri accendano la loro fiaccola alla tua.

Niente della sua luce avrà perduto la tua fiaccola.

E intorno a te sarà più luce!

Comunichiamo!

Comunicate, Genti!

Comunichiamo, ed ognuno di noi sarà più ricco di virtù e conoscenze.

I bimbi l’hanno capita, la lezione!

E mettono assieme i loro giocattoli.

Anch’io, amici vicini e lontani, sto regalando a voi i miei Canti.

Vi prego, fatemela anche voi una cantata!

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − voce da cercare

Nota 25 agosto 2015, AOODGOSV 7741

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
D.G. per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del S.N.1.

AI DIRETTORI DEGLI UFFICI SCOLASTICI REGIONALI
LORO SEDI
AI DIRIGENTI DEGLI AMBITI TERRITORIALI
LORO SEDI
AI DIRIGENTI DEGLI ISTITUTI SCOLASTICI STATALI E PARITARI DI ISTRUZIONE SECONDARIA DI SECONDO GRADO
LORO SEDI

OGGETTO: Trasmissione diplomi di Stato – Esame di Stato a.sc.2014-2015  – l° invio.

Si fa presente che nei prossimi giorni sarà trasmessa una parte delle copie di modelli di diploma di istruzione secondaria di secondo grado, come di consueto, tramite l’Istituto Poligrafico, agli Ambiti Territoriali e, quindi, alle Scuole. Ciò per soddisfare nell’immediato e con celerità le richieste di studenti che hanno particolare urgenza al rilascio dell’originale – ad esempio – per l’iscrizione presso università straniere.
Nelle successive settimane si procederà, come di consueto, ad un successivo invio per soddisfare il fabbisogno totale manifestato in precedenza.
Si precisa nuovamente che sui diplomi di Stato afferenti al nuovo ordinamento dovranno essere riportate le relative diciture di cui al D.M. 29 gennaio 2015, n.10, allegato D; sui diplomi rilasciati agli studenti che hanno sostenuto l’esame di Stato sul previgente ordinamento dovrà essere riportata, invece, la denominazione secondo la formulazione del previgente ordinamento.
Si rammenta che, ai sensi dell’art.26, comma ’14, dell’OM n.11 del 29 maggio 2015, fermo restando la competenza dei presidenti delle commissioni giudicatrici al rilascio dei diplomi, nel caso in cui questi non siano disponibili per la firma prima del termine della chiusura della sessione d’esame, i presidenti medesimi delegano il dirigente scolastico’ dell’istituto sede d’esame a provvedere alla compilazione, alla firma e alla consegna dei diplomi stessi.

Il Direttore Generale

Carmela Palumbo