L’Accademia apre le porte al ragazzo disabile che vuole diventare un artista

L’Accademia apre le porte al ragazzo disabile che vuole diventare un artista

Dopo l’esame di Stato sognava d’iscriversi all’Accademia di belle arti di Bologna, ma il suo diploma non gli permetteva di farlo. Fornaroli (direttore): “Stiamo lavorando a un progetto che gli permetta di frequentare come uditore e partecipare attivamente ai corsi”

da Redattore Sociale
25 settembre 2015

BOLOGNA – L’Accademia delle belle arti di Bologna apre le sue aule per accogliere Andrea Mezzetti, il ragazzo disabile che sogna di diventare un artista. Dopo l’esame di maturità Andrea aveva espresso il desiderio d’iscriversi all’università e di frequentare il corso di pittura. Ma, il suo diploma a metà rischiava di sbarrargli le porte dell’Accademia. “Stiamo lavorando a un progetto che gli permetta non solo di frequentare come uditore – dice Enrico Fornaroli, direttore dell’Accademia delle belle arti –, ma anche di partecipare attivamente ai corsi che potrà seguire. Non abbiamo mai avuto ragazzi con il suo tipo di disabilità e per questo stiamo cercando una soluzione specifica per il suo caso”. Fornaroli spiega che, quest’anno, la richiesta di Andrea non è isolata: l’obiettivo è raccogliere i desideri e le esigenze di tutti i ragazzi interessati e formulare una proposta concreta: “Uniremo i loro sogni e le loro necessità alle nostre possibilità”, assicura.

Andrea ha 24 anni e 5 anni fa ha avuto un incidente stradale che lo ha costretto sulla sedia a ruote. Dopo gli anni di terapia e di riabilitazione nel 2012 è ritornato in classe, all’Istituto Aldini Valeriani di Bologna, e qui lo scorso giugno ha conseguito la maturità ottenendo un certificato di frequenza, che però non gli permette, in base a quanto stabilisce la legge, di iscriversi all’università ma solo di assistere alle lezioni come uditore. Il suo amore per i colori e i pennelli però ha spinto il suo insegnante di sostegno della scuola superiore a contattare l’Accademia e cercare una soluzione per permettere ad Andrea di poter apprendere e sperimentare i diversi stili di pittura. “Per ora abbiamo parlato solo con il suo insegnante – dice Tiziana Cerbai, referente per gli studenti disabili dell’Accademia – ma per fine mese è previsto un incontro con Andrea e sua madre. In quell’occasione ci conosceremo e insieme capiremo come strutturare le sue giornate in Accademia”.

Le difficoltà di Andrea sono legate non solo agli spostamenti che il ragazzo deve fare per muoversi tra le aule, ma anche a come riuscire a seguire le lezioni e prendere appunti. La difficoltà nel muovere bene le mani gli impedisce di scrivere, ma quando si ritrova un pennello tra le dita tutto diventa più semplice per quest’artista in erba che adora Degas, Monet e Turner e spera di poterli emulare. In attesa di sapere cosa gli riserva il futuro Andrea si esercita a disegnare dipingendo le sue emozioni e ciò che vede dalla finestra di casa sua. (Dino Collazzo)

Richiesta di incontro sull’applicazione delle norme relative alternanza scuola

Dott. Gabriele TOCCAFONDI
Sottosegretario di stato
Dott.ssa Rosa DE PASQUALE
Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Dott.ssa Carmela PALUMBO
Direttore generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Oggetto: Richiesta di incontro sull’applicazione delle norme relative alternanza scuola – lavoro previste dalla Legge 107/15.

Le scriventi organizzazioni sindacali rappresentative del comparto scuola, tenuto conto che
– i commi da 33 a 43 della Legge 107/15 prevedono che i percorsi di alternanza scuola siano attuati in tutte le classi del secondo biennio e quinto anno delle varie filiere della scuola secondaria di secondo grado;
– l’attuazione generalizzata dell’alternanza scuola lavoro è prevista dall’a.s. 2015/16 a partire dalle classi terze;
– il D.Lgs. 81/15 e il D.Lgs. 150/15 hanno modificato le norme sull’apprendistato con forti ricadute sul sistema educativo;
chiedono la convocazione urgente di un incontro per discutere le norme applicative che il MIUR (anche di concerto con il Ministero del Lavoro) intende emanare.

In attesa di riscontro si inviano cordiali saluti.

Domenico Pantaleo
Francesco Scrima
Giuseppe Turi

Riflettere sul passato per costruire il futuro

Riflettere sul passato per costruire il futuro
lettera a Maurizio Tiriticco

di Sergio Bailetti

Caro Maurizio, per commentare il presente tu mi hai insegnato a riflettere sulle esperienze passate. E così il pensiero mi è andato alla fine degli anni ottanta, quando un Direttore Generale illuminato (e un po’ sceriffo) dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione, Giuseppe Martinez y Cabrera, mise mano alla riforma degli istituti professionali (oltre 500.000 studenti) con il “permesso” del Ministro Sergio Mattarella.

L’economia della produzione e dei servizi non era più organizzata da un sistema fordista e, già da allora, si era cominciato a lavorare con la testa e a pensare con le mani e quei 500.000 ragazzi e ragazze avrebbero dovuto inserirsi in un mondo del lavoro cambiato, più esigente e complesso. Non più ore e ore di lima per sagomare un pezzo di ferro o battere all’infinito tasti di una macchina da scrivere per compilare pedissequamente e velocemente bozze preparate da altri.

Nel curricolo degli istituti professionali entrarono le discipline “culturali” del bienno Brocca, perche i nuovi profili anche dei lavoratori con mansioni esecutive e tecniche prevedevano che si dovesse saper parlare e scrivere con proprietà, conoscere la storia, le scienze della terra, la fisica e la matematica. Nuove discipline vennero inserite nel curricolo e qualcuna ne uscì perche non più rispondente alle competenze richieste dal mondo del lavoro. Per la prima volta sui diplomi del Ministero dell’istruzione, oltre alla votazione finale, venivano indicate, in cinque lingue comunitarie, le competenze raggiunte. Ma non era solo questo che doveva cambiare, bisognava intervenire, oltre che sul curricolo, sulle metodologie didattiche e sull’organizzazione del lavoro scolastico.

La caratteristica più significativa fu la “rivoluzione” della didattica con l’organizzazione modulare dell’insegnamento, un monte ore free assegnate all’istituto per organizzare il recupero e/o l’approfondimento nei primi anni e un monte ore per l’alternanza scuola-lavoro negli ultimi anni di corso, da realizzarsi anche d’estate; ore non assegnate preventivamente ad alcuna disciplina (e non c’era ancora l’autonomia). Le nomine degli esperti venivano fatte direttamente dai presidi scelti in base al curriculum vitae.

Così, dopo un triennio di sperimentazione, il Progetto ’92 partì puntualmente.

Massiccio piano di formazione in servizio con ritmi di oltre 30.000 corsisti l’anno: ispettori, presidi e docenti; non solo per aggiornare al nuovo ma anche per produrre i “moduli”, strumenti di lavoro essenziali per gli insegnanti: moduli su tutte le discipline attraverso l’aiuto delle eccellenze della ricerca didattico-formativa, universitaria e non; e nuovi flussi di risorse finanziarie dal Fondo sociale europeo per sostenere il recupero e la professionalizzazione nell’alternanza.

Fu un modello da imitare e, in buona parte, imitato fin nella Buona scuola.

Perché il successo di una riforma così importante è stato parziale?

Ti sottoporrei alcune mie riflessioni che, credo, abbiano influenzato anche la costruzione della L. 107/15 e ne minaccino la realizzazione.

1) Il tourn over del personale degli istituti professionali, che supera spesso il 50% dell’organico (prima scuola d’approdo nei trasferimenti e prima ad essere lasciata per istituti meno impegnativi; vale anche per i presidi), vanifica l’investimento fatto nell’aggiornare i docenti in servizio. Oggi nella L.107 l’organico funzionale aumenta le risorse umane per gli obiettivi del POF triennale e la stabilizzazione dei precari permette un concreta continuità didattica.

2) L’atteggiamento ottuso dell’Amministrazione, specialmente periferica, che non ha voluto né conoscere né comprendere il modello del Progetto ’92 e lo ha nuovamente irrigidito assegnando d’ufficio l’area di approfondimento a discipline fisse nell’orario cattedra settimanale. La cultura anacronistica dell’Amministrazione per le 3 C, Classi/Cattedre/Campanelle, condizionerà ancora il successo della L. 107/15?

3) Il ruolo che ha l’istruzione professionale nella società italiana. L’incapacità di fare orientamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado. La miopia e, anche qui, il ritardo culturale del mondo delle imprese per l’alternanza. L’incertezza politica della collocazione tra Stato e Regioni. Sono problematiche ancora oggi irrisolte.

Ma altri fattori hanno frenato allora il cambiamento. Un malinteso tipo di concertazione sindacale ha avuto un ruolo importante nella non piena efficacia della riforma. In quell’occasione furono sostituite alcune discipline, ritenute obsolete, con altre più rispondenti all’innovazione richiesta dal mondo del lavoro. Prendo l’esempio della sostituzione della Dattilografia e della Stenografia con Trattamento testi. Quest’ultima disciplina non traduceva più pedissequamente su carta cose scritte o dettate da altri, ma produceva, elaborava, rielaborava e memorizzava testi con tecnologie che nulla avevano a che fare con le macchine da scrivere. Per produrre o elaborare un testo ci vogliono conoscenze più estese e spiccate competenze linguistiche, quindi livelli culturali più elevati, anche per il profilo delle “segretarie d’azienda”; cioè già si voleva che si pensasse con le mani e si operasse col cervello. Quindi furono individuati i docenti di informatica (non fu necessariamente la migliore scelta) in luogo dei docenti diplomati che insegnavano Steno e Dattilo. Si ebbe una pioggia di ricorsi, anche alla Corte suprema della UE, per mantenere queste discipline nel curricolo.

Tu sai come è andata a finire la concertazione: la nuova disciplina Trattamento testi fu “aperta”, previo corso di riqualificazione farsa ovviamente senza verifica, alle classi di concorso di Steno e di Dattilo, con la conseguenza che i docenti laureati in informatica, mediamente molto più giovani, trovarono la porta sbarrata dai docenti con-più-anzianità-di-servizio, che ancora oggi definisce il livello di competenza (e di remunerazione) dei docenti. E la qualità e l’efficacia dell’innovazione andò, come si suol dire, a puttane!

Contro la Buona scuola si parla di deportazioni, di migranti laureati, di violenza ai precari; non dei contenuti della riforma per le giovani generazioni. Quel 20% di ragazzi che oggi non completa nemmeno l’obbligo scolastico quanto dovrà migrare per avere un posto di lavoro? Con quali strumenti culturali e professionali affronterà la società della conoscenza nel mondo globalizzato? Anche quei giovani, a cui la scuola attuale ha dato una formazione di infimo livello come si confronteranno con le popolazioni dei migranti?

Mi piacerebbe parlare delle potenzialità di far fare a tutti gli studenti un periodo di alternanza, di quale didattica fare per attuarla e valutarla. Vorrei capire come si può capitalizzare, per la carriera docente, il significativo investimento per la formazione in servizio, individuale e collettiva. Mi piacerebbe parlare di come si possa destrutturare un gruppo classe che non è più costituito da un gruppo omogeneo di ragazzi da costringere dentro un’aula. Mi piacerebbe parlare di come tutto il sapere, buono e cattivo, che è nell’etere, alla portata di tutti, possa venir ricercato, usato, arricchito di nuovo sapere e restituito all’etere. Mi piacerebbe parlare di come si possa “servire al meglio” il territorio. Mi piacerebbe parlare di come si distingue un docente bravo da uno non bravo. Mi piacerebbe … parlare del Nuovo, per quello che c’è nella L. 107, e di quello di cui ci sarebbe ancora bisogno.

La riforma è per le giovani generazioni, per il futuro del nostro Paese.

In questi giorni è stato mai intervistato un vincitore di concorso in Polizia, in Magistratura, alle Poste o in Banca? Gli idonei di quei concorsi mica vengono immessi in ruolo, ricominciano da capo. I tre quarti degli ingegneri dell’ENEL lavorano nei cantieri all’estero. Decine di migliaia di giovani lavorano a Londra o a Berlino; in molti casi l’esperienza dell’Erasmus li fa sentire a casa loro.

Ancora oggi i nostri ragazzi escono dalla scuola superiore a 19 anni, un anno dopo i loro colleghi europei; ma del ruolo dei sindacati nella riforma Berlinguer ne parliamo in un’altra occasione.

Un abbraccio

Sergio Bailetti

25 settembre Valutazione performance PA in CdM

Il Consiglio dei ministri, nel corso della riunione del 25 settembre, esamina uno schema di decreto del Presidente della Repubblica in materia di misurazione e valutazione della performance delle pubbliche amministrazioni

VALUTAZIONE DELLE PERFORMANCE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

Regolamento di disciplina delle funzioni del dipartimento della funzione pubblica in materia di misurazione e valutazione della performance delle pubbliche amministrazioni (decreto presidenziale – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Marianna Madia, ha approvato in esame preliminare al fine di acquisite i pareri prescritti, uno schema di decreto del Presidente della Repubblica recante il regolamento di disciplina delle funzioni del dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di misurazione e valutazione della performance delle pubbliche amministrazioni.

Nello specifico il regolamento anticipa alcune necessarie misure che saranno più organicamente oggetto dell’esercizio della delega in attuazione della legge di riforma delle amministrazioni pubbliche, appena approvata dal Parlamento. Il regolamento, previsto dal decreto legge n. 90/2014 al fine di completare il trasferimento delle funzioni in materia di valutazione già attribuite all’ANAC, disciplina in particolare per le amministrazioni la possibilità di semplificare il ciclo della performance e per il cittadino la garanzia di una valutazione più indipendente e affida al Dipartimento della Funzione Pubblica un ruolo di coordinamento, chiarendo il quadro delle competenze sulla misurazione e valutazione della performance. Viene inoltre promossa la costituzione di una Rete nazionale per la valutazione delle amministrazioni pubbliche che dia evidenza alle migliori esperienze in essere.

Reinserimento in GaE

Reinserimento in GaE: l’ANIEF vince anche a Milano

 

L’ANIEF inanella una nuova vittoria in Tribunale e ottiene nuovamente ragione in favore dei docenti cancellati dalle Graduatorie a Esaurimento per non aver prodotto domanda di aggiornamento. Il Giudice del Lavoro di Milano, infatti, accoglie senza riserve il ricorso presentato dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo e Sergio Galleano a tutela dei diritti di un nostro iscritto e ordina al MIUR di provvedere all’immediato reinserimento del docente nelle Graduatorie di interesse.

 

L’Ordinanza di pieno accoglimento del ricorso d’urgenza proposto dai legali ANIEF ha confermato quanto da sempre sostenuto dal nostro sindacato riguardo la permanenza della validità della norma (art. 1, co.1-bis, D.L. 97/2004) che prevede il reinserimento in Graduatoria dei docenti cancellarti. Il Giudice del Lavoro di Milano, infatti, ha ribadito che “non esiste alcuna impossibilità di contemporanea applicazione tra la previsione generale del carattere ad esaurimento delle graduatorie e la disposizione che consente il reinserimento di chi avesse maturato il diritto all’inserimento in graduatoria e ne sia stato cancellato soltanto per non aver presentato tempestiva domanda di aggiornamento”, dando, dunque, piena ragione all’ANIEF e ricordando che “la norma non amplia il novero delle persone iscritte in graduatoria, limitandosi a prevedere la cancellazione della graduatoria in conseguenza della mancata o intempestiva domanda di aggiornamento e a precisare che tale cancellazione non è, però, definitiva”.

 

Il nostro iscritto potrà, ora, godere a pieno titolo del reinserimento nelle Graduatorie a Esaurimento e partecipare al piano straordinario di immissioni in ruolo così come confermato dall’Ordinanza ottenuta grazie alla competenza e all’estrema perizia dei legali ANIEF. Il nostro sindacato esprime piena soddisfazione per questa nuova vittoria e ricorda a tutti i docenti cancellati dalle Graduatorie per non aver prodotto domanda di permanenza/aggiornamento che è ancora possibile aderire al ricorso.

Master di I Livello in: Il disturbo dello spettro dell’autismo

URL diretto
https://www.unisalento.it/web/guest/concorsi/-/bandi/view/61818223
CATEGORIA BANDO: Master di I Livello
Titolo
Master di I Livello in: Il disturbo dello spettro dell’autismo: un approccio multidisciplinare – Docente proponente Prof.ssa Lecciso
Responsabile del procedimento:  Vitantonio GIOIA
Referente del procedimento

Data di pubblicazione:  11-09-2015
Data scadenza provvedimento:   15-10-2015
Status del procedimento:  Aperto

Performance individuale in rapporto al POF

Performance individuale in rapporto al POF

di Gerardo Marchitelli

 

PREMESSA

Mi rendo conto che parlare di valutazione della performance dei docenti significa trovarsi di fronte a mille variabili “immateriali”, didattiche ed educative, difficilmente misurabili, visto anche, il rapporto di questi, con il contesto socioculturale degli alunni, ricco di infiniti battiti di vita.

Quindi ho escluso dal mio lavoro, la valutazione di ogni variabile inerente capacità, quali: la trasmissione della cultura; l’elaborazione dei saperi, l’impulso alla partecipazione e la misura della formazione umana e critica raggiunta dagli alunni.

Per cui il merito, abbraccia e identifica campi più reali, ossia i servizi resi alla collettività: alunni-scuola-territorio. Dati oggettivi, facilmente misurabili.

La misura è data dall’agire diretto alla produzione di un servizio che rimane autonomo rispetto al docente che l’ha prodotto ed estraneo al beneficiario- alunno che ne usufruisce.

Pertanto i criteri sono stati articolati e sviluppati all’interno dell’efficienza del sistema scuola e quindi dell’efficienza dei servizi resi.

Questo lavoro, oltre a rappresentare un timido percorso di valutazione, è un umile esempio di uguaglianza delle opportunità e un semplice elenco di criteri volti a riconoscere e a motivare una giustizia distributiva del bonus destinato a valorizzare il merito del personale docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.

 

 

1.PRINCIPI GENERALI

1.1 La misurazione e la valutazione della performance del personale sono volte al miglioramento della qualità dei servizi offerti dalla SCUOLA, nonché alla crescita delle competenze professionali attraverso la valorizzazione del merito e l’erogazione del bonus in un quadro di pari opportunità di diritti e doveri e di trasparenza dei risultati e delle risorse impiegate per il loro perseguimento, nel rispetto della libertà di insegnamento e di ricerca riconosciuta dall’articolo 33 della Costituzione e della libertà professionale prevista dall’articolo 15 della Carta di Nizza, come recepita dal Trattato di Lisbona.

1.2 La scuola adotta metodi e strumenti idonei a misurare, valutare e premiare la performance del personale, secondo criteri strettamente connessi al soddisfacimento dell’interesse dei destinatari dell’attività (ALUNNI) e dei servizi (FAMIGLIA-ALUNNI).

 

2.CRITERI

2.1 Attività funzionali all’insegnamento individuali e collegiali oggetto di valutazione in rapporto al POF:

  1. rapporti individuali interni e on line con le famiglie;
  2. incarichi all’interno del pof: corsi di recupero – funzioni strumentali – collaborazione con il Ds;
  3. disponibilità incarichi all’interno dei PON;
  4. pubblicità interna e on line degli atti relativi alla valutazione.

2.2 Le attività individuali e collegiali oggetto di valutazione in rapporto al POF:

  1. materiali di studio online, tutoraggio e Help didattico.

2.3 Le attività collegiali e attività di aggiornamento e di formazione in servizio

  1. Partecipazione commissioni – formazione in servizio sui saperi disciplinari e sulle tecnologie multimediali

 

3.PERFORMANCE INDIVIDUALE IN RAPPORTO AL POF

3.1 Definizione e assegnazione degli obiettivi che si intendono raggiungere, dei valori attesi di risultato e dei rispettivi indicatori:

a) rilevanti e pertinenti rispetto ai bisogni della collettivita’, alla missione istituzionale, alle priorita’ politiche ed alle strategie dell’amministrazione;

b) specifici e misurabili in termini concreti e chiari;

c) tali da determinare un significativo miglioramento della qualita’ dei servizi erogati;

d) riferibili ad un arco temporale determinato, corrispondente ad un anno.

 

 

4.OBIETTIVI OPERATIVI- ELEMENTI DI VALUTAZIONE:

PERFORMANCE INDIVIDUALE IN RAPPORTO AL POF

5.SISTEMA MISURAZIONE

5.1 La Commissione non procederà alla valutazione dei docenti:

  • con sanzione disciplinare della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da 11 giorni fino ad un massimo di 6 mesi;
  • con sanzione disciplinare del licenziamento con preavviso.

5.2 Ad ogni valore “buono” saranno assegnati due punti e il bonus di un punto se lo sfondo è di color rosso.

Ad ogni valore “buono” saranno assegnati tre punti più il bonus di altri 5 punti se lo sfondo è di colore blu.

Al valore “assente” non saranno assegnati punti.

Valutazione esterna delle scuole: ci vorranno 10 anni

da La Tecnica della Scuola

Valutazione esterna delle scuole: ci vorranno 10 anni

Saranno i nuclei formati da ispettori ed esperti ad occuparsi della valutazione esterna delle scuole. Molti i dubbi legati alla scarsità delle risorse umane e finanziarie messe in campo.

Fra qualche settimana, un paio di mesi al massimo, prenderà avvio nella scuola italiana una operazione completamente nuova, quasi del tutto sconosciuta: la valutazione esterna condotta dai nuclei di valutazione previsti dalla direttiva ministeriale n. 11 del settembre 2014.
Lo stesso ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha ricordato proprio oggi  che l’ “ora X” della valutazione esterna delle scuole è ormai vicina.
Ma si riuscirà davvero a condurre in porto questo ambizioso progetto?
I dubbi sono tanti, soprattutto c’è l’incognita delle risorse.
I nuclei di valutazione dovranno essere coordinati da un dirigente tecnico (o ispettore, come lo si chiamava un tempo); ma i dirigenti tecnici in servizio sono attualmente molto pochi, forse persino meno di 150.
E’ vero che la legge 107 stanzia 7 milioni di euro all’anno per consentire al Miur di stipulare contratti a termine con personale idoneo a ricoprire l’incarico. Ma si tratta di una somma che potrebbe servire per assegnare 50-60 incarichi al massimo.
La direttiva  n. 11/2014 prevede che ogni anno vengano sottoposti a valutazione, attraverso visite periodiche dei nuclei ispettivi, 800 scuole all’anno.
Il fatto è che le scuole italiane sono 8mila e questo significa che per valutare l’intero sistema ci vorrebbero almeno 10 anni. Fra 10 anni si potrà continuare a valutare le scuole secondo criteri definiti oggi?

Card da 500 euro, Giannini si fida dei docenti: la useranno al meglio

da La Tecnica della Scuola

Card da 500 euro, Giannini si fida dei docenti: la useranno al meglio

“Do fiducia agli insegnanti”: la card da 500 euro per l’autoformazione “verrà usata al meglio”. Ne è convinto il ministro Giannini, parlando delle novità introdotte dalla riforma.

L’occasione per esprimere il concetto è stata la presentazione, alla Luiss, del libro “La ricreazione è finita: scegliere la scuola, trovare il lavoro” di Roger Abravanel e Luca D’Agnese. Giannini ha tenuto a dire che “se un insegnante ha un budget modesto – ha detto Giannini – ma vuole fare qualcosa che in certi contesti è difficile fare come, ad esempio, andare all’opera” potrà farlo.

Il ministro non teme che i docenti possano utilizzare i 500 euro in modo distorto. “Questo strumento verrà usato al meglio, do fiducia ai docenti, parte fondamentale del nostro paese”, ha ribadito.

E ancora: “abbiamo aperto le finestre e le porte della scuola, che non è un patrimonio esclusivo di chi insegna, ma il centro della società. Dobbiamo riportare il dibattito al centro della comunità. Così entra il mondo che era fuori ed esce chi non voleva rimanere chiuso dentro”.

“Sono molto fiduciosa – ha aggiunto il ministro – sul consenso che potrà ottenere la riforma perché stiamo passando ai fatti”.

Sulla card, tuttavia, permangono le perplessità da parte dei sindacati. Dopo i dubbi espressi dalla Uil Scuola, per l’obbligo di restituzione delle ricevute e il coinvolgimento dei revisori dei conti, è stata la volta dell’Anief. Secondo cui è “scorretta e ingiusta l’operazione mediatica tentata dal titolare del dicastero di Viale Trastevere di far passare i finanziamenti l’aggiornamento e la formazione professionale come un incremento stipendiale ‘per tutti’”.

“La verità – scrive il sindacato autonomo – è che le buste paga dei docenti italiani, tra i meno pagati dell’area Ocde, sono miseramente ferme da sette anni. E per come si sono messe le cose a livello legislativo, sono destinate a rimanere tali per chissà quanto tempo ancora. A meno che non si superi il decreto 150/09 che ha cancellato gli scatti automatici e contro cui i sindacati rappresentativi non potranno far nulla quando il ministro Marianna Madia li convocherà a breve per il rinnovo contrattuale della PA. Al momento – conclude l’Anief -, l’unica strada percorribile rimane quella di ricorrere al giudice del lavoro, come ha fatto l’Anief, per recuperare almeno quell’indennità di vacanza contrattuale che fino a oggi ha fatto perdere ad ogni lavoratore 7mila euro”.

 

Giannini: “Via libera alle valutazione delle scuole, a ottobre dati on-line”

da La Tecnica della Scuola

Giannini: “Via libera alle valutazione delle scuole, a ottobre dati on-line”

Per consentire ai genitori di scegliere bene in quale scuola mandare i propri figli “bisogna introdurre un sistema di valutazione delle scuole” e un primo passo sarà la pubblicazione “dei risultati dell’autovalutazione di tutti gli istituti italiani: una radiografia della scuola con, tra l’altro, i risultati dei test Invalsi e il numero degli alunni promossi e respinti” per singolo istituto.

Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, partecipando a un convegno su suola e lavoro all’università Luiss “Guido Carli” di Roma, spiegando che i dati saranno disponibili “dal 15 ottobre nella sezione ‘La scuola in chiaro’, accessibile dal sito del Miur”.

Secondo Giannini non bisogna quindi valutare “solo gli insegnanti”, ma “anche i dirigenti e come funziona il processo. Ho il sospetto fondato che chi sta fuori dal sistema, come i genitori, sara’ molto felice di poter scegliere meglio una scuola, mentre una parte di chi sta dentro per conservatorismo e inerzia culturale potra’ ragionevolmente resistere a questo cambiamento”.

#ItaliaSicura, i provvedimenti del Governo per l’edilizia scolastica

da La Tecnica della Scuola

#ItaliaSicura, i provvedimenti del Governo per l’edilizia scolastica

Il Governo con #italiasicura ha scelto la strada della prevenzione superando la logica delle emergenze in settori chiave per l’attività sociale, culturale e economica: dissesto idrogeologico, infrastrutture idriche ed edilizia scolastica.

Per questo è stata creata una struttura di Missione che assicura il coordinamento tra diversi Ministeri e garantisce l’impulso e il coordinamento di varie linee di finanziamento e il sostegno agli Enti locali, che operano nella gestione diretta delle scuole.

Numerosi passi avanti sono stati fatti: lo dimostrano i 1.643 cantieri aperti quest’estate che si sono chiusi con l’avvio delle scuole, ma c’è molto da fare dato che in Italia le scuole sono oltre 40.000 e purtroppo negli anni passati poco si è investito per la loro “salute”.

Il Governo ha messo sul piatto oltre 3 miliardi sia attraverso nuovi investimenti, sia attivando risorse ferme.

C’è poi l’operazione dei mutui Bei che, grazie ad un accordo con la Banca europea degli Investimenti, ha portato 905 milioni alle scuole italiane, a cui l’anno prossimo se ne potranno aggiungere altri 230 già previsti nella Legge 107/2015 e altri 90 dedicati ai conservatori e alle accademie.

Entro l’anno partiranno 1.215 cantieri per la ristrutturazione e la messa in sicurezza degli edifici ma anche per la costruzione di nuove scuole.

Sempre per le nuove edificazioni, la legge sulla Buona Scuola approvata lo scorso luglio stanzia 300 milioni di euro attraverso un bando di concorso per costruire scuole altamente innovative dal punto di vista architettonico ed energetico, dove gli spazi saranno concepiti anche per favorire una didattica avanzata.

La stessa legge mette in campo 40 milioni di euro per effettuare indagini sui solai e sui soffitti delle scuole, per scongiurare i noti episodi di distacco di intonaci e sfondellamento.

Entro l’anno chiuderanno i cantieri finanziati con i 400 milioni dalla Delibera CIPE del giugno 2014 per la sicurezza delle scuole e quelli finanziati con le risorse europee per l’efficientamento energetico. In tutto si contano oltre 3.800 interventi.

Tra gli interventi per la sicurezza delle scuole, ricordiamo quelli che comprendono anche la rimozione dell’amianto: 400 milioni sono stati stanziati a giugno 2014 – in continuità con i 150 milioni del “dl del Fare” – per la sicurezza degli Istituti e in questi mesi oltre 1.600 cantieri sono aperti.

Sui quasi 600 già conclusi, ben 186 hanno riguardato opere di bonifica. Tra tutti i cantieri aperti nell’estate 2015, il 4,88% vede la rimozione integrale di elementi costruttivi considerati dalle recenti disposizioni di legge incompatibili con l’attività didattica.

Infine, con una inedita operazione di trasparenza, la Struttura di Missione sta monitorando tutti i cantieri: si può accedere al sito www.italiasicura.governo.it e verificare se la propria scuola ha ricevuto finanziamenti e se i lavori sono stati avviati. Questo perché l’edilizia scolastica non sia un concetto fumoso o comprensibile solo agli addetti ai lavori ma un’entità concreta e tangibile, chiara e comprensibile per tutti i cittadini.

Sull’edilizia scolastica, inoltre, il governo ha portato avanti il piano triennale edilizia scolastica. Si tratta di mutui trentennali a totale carico dello Stato, attraverso fondi erogati da Bei, Banca Europea degli investimenti. Gli Enti locali hanno inviato alla Regione di appartenenza i progetti per cui chiedevano finanziamento e le Regioni hanno stilato una graduatoria dei progetti ammessi.

A livello nazionale, per il triennio 2015-2017 sono stati raccolti 6.300 interventi per un valore complessivo di 3.660.521.946 euro.

In questo modo sono stati finanziati i primi 1219 interventi investendo 905 milioni di euro. Interventi che, in quanto in cima alle 20 graduatorie regionali, sono stati giudicati “i più urgenti” dalle Regioni medesime. Per la Regione Sicilia sono stati ammessi a finanziamento 120 progetti per un importo di 77.308.320,11 euro.

La legge sulla Buona Scuola, invece, prevede un bando nazionale da 300 milioni di euro che finanzia  la costruzione di nuove scuole (si calcola circa 30 istituti, almeno uno per Regione).

Entro il 15 ottobre – si legge in una nota del governo –  le Regioni devono comunicare al MIUR fino a un massimo di 5 aree di costruzione. Saranno scuole innovative dal punto di vista architettonico, dell’impiantistica, della tecnologia, dell’efficienza energetica.

Per la Regione Sicilia sono stati stanziati oltre 24 milioni di euro.Sempre la legge sulla Buona Scuola ha stanziato 40 milioni per svolgere indagini diagnostiche sui solai delle scuole per prevenire crolli. Settemila gli edifici interessati. Le risorse saranno distribuite a livello regionale e provinciale attraverso bando con procedura on line. Già firmato dal MIUR anche questo decreto.

Negli ultimi anni, inoltre, sono stati finanziati interventi di messa in sicurezza, adeguamento alle normative impiantistiche, abbattimento delle barriere architettoniche, efficientamento energetico e manutenzione straordinaria: la Regione Sicilia ha ottenuto finanziamenti per oltre 102 milioni di euro.

Ad Expo il Forum Internazionale Educazione Cittadinanza Mondiale

da La Tecnica della Scuola

Ad Expo il Forum Internazionale Educazione Cittadinanza Mondiale

Ripensare la scuola, attraverso la cittadinanza globale, per affrontare le grandi sfide dei nostri giorni: migrazioni, diritti umani, sviluppo sostenibile.
È questa l’idea che il 9 ottobre ad Expo-Milano 150 professori da 7 paesi dell’Europa e dell’Africa condivideranno al Forum internazionale del progetto “Parlez-vous global?”, finanziato dall’Unione europea, Fondazioni4Africa, Compagnia di San Paolo e Fondazione De Agostini, in programma dalle ore 10.30 alle 18.00, presso Cascina Triulza.

La delegazione degli oltre 12.000 insegnanti protagonisti di “Parlez-vous Global”, arrivato al suo terzo anno e realizzato da varie Ong internazionali capitanate dal CISV, espone l’opportunità di un’istruzione che renda più consapevoli le nuove generazioni riguardo ai temi globali, troppo spesso lasciati in disparte dalla scuola.

Interverranno in apertura Vinicio Ongini, rappresentante dell’Osservatorio nazionale Intercultura del Miur, Monica Cerutti, Assessora alla Cooperazione decentrata internazionale e dell’immigrazione della Regione Piemonte, Marco Grandi, Responsabile Ufficio cooperazione e solidarietà internazionale del Comune di Milano, Luca Remmert, Presidente della Compagnia di San Paolo.

A seguire, il contributo di Daniele Biella, giornalista e scrittore, sul “Parlare di migrazioni a scuola”; la presentazione di 7 best practice scolastiche.
Infine le raccomandazioni alle Autorità Educative Nazionali e alle scuole per una Educazione alla Cittadinanza mondiale, da parte delle ong partner del progetto.

ll Forum Internazionale, che rientra tra le iniziative dell’Anno Europeo per lo sviluppo, è l’occasione per presentare metodi didattici innovativi, testimonianze di scambi culturali e idee maturate dall’incontro di realtà diverse, che hanno come protagonisti 35 mila studenti delle scuole secondarie dei Paesi coinvolti (Italia; Francia; Austria; Romania; Senegal; Burkina Faso; Benin).

90 milioni per il Wi-Fi nelle scuole Giannini: “Più infrastrutture per una didattica innovativa”

da La Tecnica della Scuola

90 milioni per il Wi-Fi nelle scuole Giannini: “Più infrastrutture per una didattica innovativa”

C’è tempo ancora fino alle ore 23.59 del 9 ottobre prossimo per aderire al bando del Miur per la realizzazione o il miglioramento di reti Wi-Fi nelle scuole italiane del I e del II ciclo.

Oltre 90 milioni di euro il finanziamento previsto dall’Avviso “Per la Scuola – competenze e ambienti di apprendimento”, inserito nel Programma Operativo Nazionale 2014-2020.

“Abbiamo a disposizione risorse per coprire il 100% delle richieste – sottolinea il Ministro Stefania Giannini -.Il miglioramento delle infrastrutture per connettere le aule è un incentivo all’adozione di quegli approcci didattici innovativi che vogliamo promuovere con il nuovo Piano nazionale per la scuola digitale che presenteremo a breve e di cui il bando rappresenta un primo passo”.

L’Avviso prevede che ciascun istituto possa richiedere da un minimo di 7.500 euro a un massimo di 18.500 in base al tipo di intervento necessario (ampliamento o realizzazione ex novo della rete wi-fi) e in relazione alla grandezza della scuola.

Mobilità intercompartimentale, duro colpo per stipendi dei docenti

da La Tecnica della Scuola

Mobilità intercompartimentale, duro colpo per stipendi dei docenti

I docenti che presenteranno domanda volontaria per la mobilità intercompartimentale saranno duramente penalizzati dal punto di vista stipendiale e discriminati, ancora una volta, rispetto alle altre categorie di dipendenti pubblici”. La denuncia arriva dalla Gilda degli Insegnanti che ha esaminato il testo del decreto emanato dal Governo il 26 giugno scorso, in cui sono riportate le tabelle di equiparazione dei vari livelli nelle pubbliche amministrazioni, e quello emanato sempre da Palazzo Chigi il 14 settembre per attuare la normativa in riferimento agli esuberi delle Province.
Ponendo in relazione i due testi – spiega la Gilda – si evince che conserveranno i livelli retributivi di provenienza soltanto i dipendenti pubblici indicati in decreti come quello emesso per le Province, mentre per tutti gli altri la mobilità intercompartimentale comporterà pesanti restrizioni”.
Secondo le tabelle contenute nel decreto del 26 giugno – prosegue la Gilda – gli insegnanti della scuola secondaria di primo e secondo grado saranno inquadrati nell’area III al livello stipendiale F1, cioè quello dei neo assunti, mentre gli Itp (Insegnanti tecnico-pratici), i docenti di infanzia e primaria verranno collocati nell’area I con livello retributivo F2. In pratica, chi chiederà la mobilità intercompartimentale perderà tutta la maggiorazione maturata grazie all’anzianità di servizio e verrà inquadrato come se avesse appena vinto il concorso nell’amministrazione per la quale ha presentato domanda”.

90 milioni per wi-fi, bando scade il 9 ottobre

da tuttoscuola.com 

90 milioni per wi-fi, bando scade il 9 ottobre
Giannini: ”Più infrastrutture per una didattica innovativa”

C’è tempo ancora fino alle ore 23.59 del 9 ottobre prossimo per aderire al bando del Miur per la realizzazione o il miglioramento di reti Wi-Fi nelle scuole italiane del I e del II ciclo. Oltre 90 milioni di euro il finanziamento previsto dall’Avviso.

Per la Scuola – competenze e ambienti di apprendimento”, inserito nel Programma Operativo Nazionale 2014-2020,  “abbiamo a disposizione risorse per coprire il 100% delle richieste – sottolinea il Ministro Stefania Giannini -. Il miglioramento delle infrastrutture per connettere le aule è un incentivo all’adozione di quegli approcci didattici innovativi che vogliamo promuovere con il nuovo Piano nazionale per la scuola digitale che presenteremo a breve e di cui il bando rappresenta un primo passo”.

L’Avviso prevede che ciascun istituto possa richiedere da un minimo di 7.500 euro a un massimo di 18.500 in base al tipo di intervento necessario (ampliamento o realizzazione ex novo della rete wi-fi) e in relazione alla grandezza della scuola.