Ingrao non c’è più

Ingrao non c’è più: un compagno come pochi

di Maurizio Tiriticco

 

Pietro Ingrao è stato mio direttore a l’Unità, dove nel 1953/54 fui redattore agli esteri con Alberto Jacoviello e Ennio Polito. C’erano anche Maurizio Ferrara, padre di Giuliano, Alfredo Reichlin, Tommaso Chiaretti et al: una bella squadra! Dalle quattro del pomeriggio – riunione di redazione per impostare il numero – fino alla tarda serata, dopo avere scritto i pezzi, con le rumorose macchine da scrivere, rafforzati dai ritagli delle telescriventi, sempre attesi e sempre benvenuti. E, quando si sentiva il loro ticchettio, si correva! Che ci dice l’Ansa? Che dice la Reuters? Che cosa è successo nel mondo? Notizie grosse, importanti, da richiedere riflessione e scrittura attenta, eventualmente da ridiscutere in redazione! E poi notizie meno importanti, quelle brevi brevi, “a una colonna”, che spesso finivano con il riempire i “buchi” della pagina esteri.

E, a fine giornata… scendi giù in tipografia dove si stampa il giornale. E lì a discutere faccia a faccia con i tipografi e i linotipisti, sempre poco disponibili… “qui devi tagliare”… “questo titolo non c’entra” e poi… le rotative… e io a sistemare articoli, occhielli, titoli e titoletti. Quanto piombo! Quanto rumore! Quanto vociare: redattori e compositori hanno sempre a che dire! Questo pezzo è troppo lungo! Questo troppo corto. E poi i caratteri dei titoli: altre discussioni! E aggiungi poi un grande odore di acetato e tante bottiglie di latte. E tutto in grande fretta! Il giornale deve chiudersi, deve partire!

L’Unità, direzione, redazione e stampa allora erano situate, a Roma ovviamente, in Via Nazionale, un po’ più su della libreria di Tombolini. Un edificio grande a più piani. E tornare a casa alle tre o alle quattro di notte non era sempre facile, con i mezzi notturni dell’Atac, anche allora sempre scarsi. Eravamo già nel cuore del boom economico, ma le prime Seicento sarebbero apparse solo nel ’55. Pertanto, piedi, biciclette, vespe e lambrette avevano un bel da fare!

Due gravi lutti in quegli anni, Stalin, nel 1953, e De Gasperi nel 1954. E Ingrao sempre lì con noi tutti: una presenza soft, sempre discreta, poche parole, molti incoraggiamenti e molto molto lavoro. Ingrao, antifascista della prima ora: eppure era stato iscritto ai GUF, gruppi universitari fascisti, come me all’ONB, opera nazionale balilla e poi alla GIL, gioventù italiana del littorio. E quante chiacchiere cattive allora da parte dei missini su questa iscrizione: Ingrao, un voltagabbana!!! Va detto, invece, e con forza, che l’iscrizione alle organizzazioni fasciste, giovanili e non, era assolutamente obbligatoria! Per tutti, dai figli della lupa alla tarda età, per la quale c’era il dopolavoro, spesso nella casa del fascio. E non era un caso che il PNF, partito nazionale fascista, da tutti era letto diversamente: per necessità famigliari! I GUF avevano le loro riviste, e su queste si discuteva, anche se con tutte le cautele del caso. E non è un caso che, secondo Giorgio Napolitano, il Guf “era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste, mascherato e fino a un certo punto tollerato” (Edmondo Berselli. Lord Giorgio d’Italia , L’Espresso del 18 maggio 2006). Altra cosa era, invece, la “Critica fascista”, diretta da Giuseppe Bottai! Per non dire de “La difesa della razza”, rivista fascistissima, sputatamente antiebraica, diretta da Telesio Interlenghi.

Dopo l’esperienza all’Unità non ho più avuto occasione di interagire con Ingrao, ma ne sono stato sempre un suo attento osservatore, se non un fautore. E, quando nel Partito il centralismo democratico, di lontana matrice staliniana (com’è noto, il Partito comunista d’Italia era nato nel 1921 per opera di Amedeo Bordiga, Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti, come sezione italiana della Terza internazionale comunista), cominciò a sfaldarsi (in seguito ai fatti di Ungheria del ’56, all’invasione della Cecoslovacchia nel ’68, all’improvvisa e inattesa morte di Togliatti a Yalta sempre nel ‘68) e alla nascente “destra” di Giorgio Amendola si oppose la “sinistra” di Pietro Ingrao, io fui con e per quest’ultimo. Ingrao riteneva che la sirena della socialdemocrazia potesse allontanare il partito dalla sua naturale e storica vocazione di promuovere un cambiamento radicale nell’assetto della società. Avvertiva – come del resto tanti di noi – che la crisi delle Terza internazionale comunista potesse spingere tutti i partiti comunisti sulle sponde di quella socialdemocrazia che di fatto da tempo aveva rinunciato a una lotta radicale contro l’organizzazione capitalistica della società e lo stesso Stato borghese. La “via italiana al socialismo” non era l’obiettivo della socialdemocrazia.

Sono stato un ingraiano – come si soleva dire – perché la visione politica di Ingrao era di lungo respiro. Ma poi le vicende del ’68 hanno suscitato e prodotto quel Sessantotto che ha spinto tutti noi verso posizioni “altre”: innescate da quella palingenesi che nel giro del breve tempo avrebbe indicato nuove prospettive di lotta e orizzonti assolutamente diversi e nuovi. E poi nuovi e sempre più intensi rivolgimenti! La caduta del muro di Berlino ha aperto brecce che vanno ben oltre le polemiche tra ingraiani e amendolaiani. E fu ed è così che oggi la destra amendoliana e la sinistra ingraiana sono più oggetto di studio che non prospettive reali di cambiamento! Ruit hora o, se vogliamo, tout passe, tout casse, tout lasse!

Addio Pietro! Sei stato un grande! Ci hai insegnato molto! E vivrai sempre nei nostri cuori! E nelle nostre teste!

Un nuovo anno scolastico più social

Un nuovo anno scolastico più social
Arrivano le nuove guide per bambini e ragazzi per la navigazione sicura

Da ottobre on line la nuova campagna di comunicazione di “Generazioni connesse”
Il nuovo anno scolastico sarà più social. Arrivano le nuove linee guida per bambini e ragazzi per navigare con sicurezza nel web. Le due nuove guide saranno distribuite nel corso di “Tutti a scuola 2015”, la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico che si terrà lunedì 28 settembre prossimo a Napoli, presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “Sannino – Petriccione”. L’iniziativa è di Generazioni Connesse, il Safer Internet Centre (SIC) italiano, co-finanziato dalla Commissione europea e coordinato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
I circa 2.000 alunni che parteciperanno all’evento riceveranno due simpatiche guide con i “Consigli per giovani naviganti” che vogliono richiamare, in maniera ironica, l’immaginario di super eroi tanto diffuso non solo tra i ragazzi e le ragazze di tutte le età, ma anche tra gli adulti.
Sempre in occasione di Tutti a Scuola 2015, Generazioni Connesse lancerà la campagna di comunicazione “I Supererrori. Le regole del supernavigante”. La campagna prevede una serie di micro cartoon, la diffusione di materiali di sensibilizzazione e la possibilità, per gli studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado, di partecipare ai bandi di selezione di scrittura creativa, arti visive e multimediali “SCELGO IO!”. Il primo dei sette spot (gli altri sei saranno lanciati con cadenza settimanale) della campagna sarà lanciato sui canali social di Generazioni Connesse a partire dal prossimo mese di ottobre per far conoscere, attraverso sette personaggi, quei “super errori” che a volte si commettono in Rete. Per l’occasione Generazioni connesse si presenterà con un sito rinnovato (www.generazioniconnesse.it) attraverso i quale i bambini, i ragazzi, gli insegnanti e i genitori avranno a disposizione una serie di attività e di servizi.
L’inaugurazione del nuovo anno scolastico, a Napoli, sarà anche la prima delle 57 tappe del tour “Una Vita da social”, la campagna educativa itinerante realizzata su tutto il territorio nazionale dalla Polizia di Stato e che da quest’anno rientra tra le iniziative di Generazioni Connesse. La campagna ha l’obiettivo di aiutare i ragazzi a navigare in piena sicurezza e a gestire con consapevolezza i dati condivisi on line.
Generazioni Connesse, lanciato nel 1999 è coordinato dal 2012 dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in partenariato con Polizia di Stato, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, Save the Children Italia, S.O.S. Il Telefono Azzurro, Cooperativa E.D.I., Movimento Difesa del Cittadino e Skuola.net. Il progetto ha tra i suoi obiettivi la formazione e sensibilizzazione degli studenti, dalla scuola primaria alle scuole secondarie superiori, per un utilizzo consapevole e sicuro del web. Tra le iniziative messe in campo: la Helpline, piattaforma di Telefono Azzurro costituita da due canali di ascolto, la linea telefonica gratuita 1.96.96, attiva 24 ore al giorno, e la chat online, per bambini, adolescenti e adulti attiva tutti i giorni dalle 8 alle 22 (sabato e domenica dalle 8 alle 20). Il servizio di Helpline è riservato, gratuito e sicuro ed è dedicato ai giovani, ai genitori e agli insegnanti che possono chattare o parlare al telefono con professionisti, relativamente a domande o problemi legati all’uso delle nuove tecnologie digitali e alla sicurezza online. È possibile, inoltre, segnalare contenuti illegali o potenzialmente dannosi, presenti sul web, attraverso due Hotlines direttamente collegate con la Polizia Postale – www.stop-it.it di Save the Children e “Clicca e segnala” di Telefono Azzurro su www.azzurro.it, anche in maniera anonima. L’obiettivo di questi servizi è quello di supportare i giovani ad affrontare il rapporto con le nuove tecnologie, offrendo loro strumenti informativi e critici utili a promuovere un uso positivo della rete e a prevenire possibili situazioni di disagio.
Completa il progetto il portale Skuola.net, la scuola virtuale più frequentata dagli studenti italiani, che dedicherà un intero canale agli oltre 3 milioni di studenti che ogni mese passano per il sito.
Creatività, divertimento e confronto sono concetti chiave della campagna di comunicazione di Generazioni Connesse, all’interno della quale troviamo il bando “SCELGO IO!®”, bando nazionale c che invita gli studenti a comunicare il proprio rapporto con il web attraverso storie, pagine di diario, performance e rappresentazioni artistiche, anche multimediali. L’iniziativa, culminerà nell’ambito degli eventi organizzati durante febbraio 2016, il mese del Safer Internet Day.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa MIUR 

tel. 06.58492104 – 2454 

uffstampa@istruzione.it

Ufficio stampa Polizia di Stato

tel. 06.4651536551

relazioniesterne.stampaps@interno.it
Ufficio stampa Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza

tel. 06.67797780

ufficiostampa@garanteinfanzia.org
Ufficio stampa Save the Children Italia 

tel. 06-48070023-63-81

ufficiostampa@savethechildren.org
Ufficio stampa Telefono Azzurro

tel. 059.9787000 

ufficio.stampa@azzurro.it
Ufficio stampa Movimento Difesa del Cittadino 

tel. 327.6183420 

ufficiostampa@mdc.it
Ufficio stampa EDI Onlus 

tel. 328.2263036 

m.cristoforetti@edionlus.it
Ufficio Stampa Skuola.net

Tel. 06.93938546

daniele.grassucci@skuola.net

C. Repetti, Il ponte di Picaflor

Repetti scrittore

di Antonio Stanca

repettiNato a Genova nel 1947, Carlo Repetti ha sessantotto anni ed è stato direttore del Teatro Stabile di Genova, dove ha collaborato a mettere in scena opere teatrali sue o di altri autori a volte stranieri e da lui tradotti. Ancora per il Teatro Stabile di Genova dal 1983 al 1986 ha organizzato un ciclo di letture della Divina Commedia, dal 1988 al 1989 delle poesie di Eugenio Montale e in seguito di altre importanti opere. Negli anni ’90 è stato assessore alla cultura del Comune di Genova e come tale ha promosso una serie di iniziative di carattere culturale e artistico. Un animatore lo si potrebbe definire poiché sempre impegnato ad avviare programmi, ad organizzare manifestazioni che facessero giungere al pubblico quanto era avvenuto o stava avvenendo in quella cultura, in quell’arte dalle quali era rimasto lontano. Repetti vuole coinvolgere, far partecipare tutti di ciò che finora è stato di pochi. Un’operazione di sensibilizzazione, di diffusione vuole essere la sua. Un organizzatore e pure un autore è Repetti e non solo di teatro ma anche di narrativa. Nel 2011 pubblicò il primo romanzo, Insolita storia di una vita normale, nel quale, tramite un linguaggio molto semplice e chiaro, narra della vita di un giovane figlio di emigrati europei nell’America del Sud durante il secolo scorso. Il giovane vive diviso tra molti propositi e con il pensiero costante del continente dove stabilirsi. Quando torna in patria soffre per una contrastata vocazione religiosa, compie l’esperienza della Seconda Guerra Mondiale, si cura delle persone bisognose, continua a sentirsi diviso tra Europa e America e così trascorre la sua vita durante l’arco del ‘900 senza che niente di definitivo avvenga o sia da lui cercato o fatto.

Anche ne Il ponte di Picaflor, secondo romanzo del Repetti pubblicato da Einaudi a Maggio del 2015, l’autore dice di un figlio di emigrati italiani nell’America Meridionale. Lui, Giorgio, vive una vita disagiata, si separa dalla moglie che lo tradisce e, sollecitato da alcune lettere che riceve da una misteriosa signora di Picaflor, piccolo paese peruviano tra Cuzco e Lima dove anni prima erano emigrati ed erano rimasti i suoi nonni, decide di compiere un viaggio di pochi giorni per conoscere la mittente delle lettere e sapere cosa gli vuole dire come appunto scrive. Giunge a Picaflor dopo un viaggio compiuto con diversi mezzi di trasporto, aereo, treno, corriera, battello, perché sperduto è il posto tra le foreste peruviane intorno alle Ande. Un viaggio difficile, complicato, faticoso che porterà spesso Giorgio a ripensare, che lo farà dubitare di quel che sta facendo. Questo stato d’incertezza si aggraverà una volta giunto a Picaflor e trovata morta ammazzata la signora delle lettere. Si vedrà tra persone, case, strade, usanze, ambienti che andavano oltre la realtà, che sembravano di fantasia. Di nuovo sarà assalito dal pensiero di tornare a casa ma subito dopo i primi contatti con alcune persone del posto si scoprirà coinvolto in una serie di circostanze che si succederanno, si combineranno, si complicheranno senza che lui ne sia al corrente, senza che lo voglia. Le persone, le situazioni che intorno a lui si alterneranno non gli faranno più pensare di tornare in patria, non gliene lasceranno il tempo, lo faranno rimanere a Picaflor oltre quanto previsto, faranno di lui uno dei suoi abitanti e di quelli più in vista perché straniero e perché divenuto, senza alcuna intenzione, responsabile della ricostruzione di un ponte che era crollato per un passato terremoto, che collegava Picaflor al resto del Perù e ne favoriva gli scambi, i commerci, la vita. Senza quel ponte Picaflor aveva perso, negli anni, ogni possibilità di sostentamento, ogni futuro e stava conoscendo la miseria, la fame, la morte. Giorgio provvederà a ricostruire il ponte e nel paese torneranno il movimento, l’entusiasmo, la gioia di prima, la volontà di fare, di vivere si diffonderanno ovunque, in qualsiasi strato della popolazione. Ma a differenza del passato ora col ponte, con le comunicazioni che permette, oltre ai vantaggi arriveranno pure i problemi propri dei tempi moderni, cioè il malcostume, la corruzione. Le regole saranno stabilite dal denaro, dal guadagno, i valori morali, ideali saranno messi da parte e sostituiti dall’astuzia, dall’inganno, dalla frode e Giorgio tornerà a sentirsi incerto, confuso, a chiedersi se non sarebbe stato preferibile abbandonare il progetto del ponte e tornare nella propria casa.

Come il protagonista del primo romanzo del Repetti anche questo del secondo finirà col non sapersi orientare, decidere su come, su dove vivere, su quale continente stabilirsi, col rimanere sospeso tra tanti pensieri.

La stessa figura è ricorsa per due ampie narrazioni, gli stessi luoghi le hanno caratterizzate, lo stesso ambiente tra reale e immaginario, vero e inventato le ha segnate, lo stesso linguaggio semplice le ha espresse: è il modo col quale Repetti vuol essere scrittore.

L’Erasmus dei liceali Un anno in trasferta all’estero

da Corriere della sera

L’Erasmus dei liceali Un anno in trasferta all’estero

Raddoppiano gli studenti (anche se i prof frenano) L’Europa la meta preferita, l’Asia è la nuova destinazione

C’è Daria, 17 anni, che è partita a metà luglio e frequenta il «grade 10» a Puerto Princesa, nell’isola di Palawan, una delle più belle delle Filippine. E Arianna, arrivata in piena estate a Baltimora, nel Maryland, Stati Uniti. A scuola studierà teatro e matematica, inglese, anatomia e latino. C’è Lorenzo, appena rientrato dal Brasile, dopo un anno in una scuola all’avanguardia, per didattica e tecnologie, della periferia di San Paolo. Sonia, che ha passato l’estate in Kenya. Marta, un anno a Popoyan, Colombia.
Moderni chierici vaganti, come quegli studenti girovaghi del Medioevo, che si spostavano in tutta Europa per inseguire insegnanti e saperi. Così la Ue vorrebbe i nostri 17-18enni: per migliorare la propria formazione dovrebbero fare esperienze all’estero. Seguire lezioni, conoscere scuole e famiglie, apprezzare stili di vita e differenze. È scritto nel piano Europa 2020. E i teenager di oggi di voglia di abitare il mondo ne hanno da vendere.
Le famiglie appoggiano il loro desiderio di apertura. È vero, ancora non sono tanti: rappresentano poco più dell’1% della popolazione scolastica di terza e quarta superiore. Ma è un tragitto che fanno di corsa: erano 3.500 nel 2009, 7.300 lo scorso anno, più che raddoppiati in un lustro.
Il loro cammino però procede zoppo. «Con una gamba (quella degli studenti e dei loro genitori) che vuole correre e quella dei docenti che tengono il freno a mano tirato», riassume Roberto Ruffino, segretario generale di Intercultura, onlus che dal 1955 promuove scambi in sessanta Paesi. Perché mentre chi parte si dimostra sempre più curioso e attratto anche da mete insolite, come Perù, Bolivia, Filippine (in Asia andrà il 14% degli studenti, ma la parte del leone la fa sempre l’Europa, scelta dal 35,6%), i prof che dovrebbero accompagnarli — con l’insegnamento delle lingue, la collaborazione con scuole estere, il sostegno a programmi di mobilità — segnano il passo.
Una ricerca commissionata da Intercultura a Ipsos rivela che solo il 18% degli insegnanti si può definire «internazionale». Metro di misura, un periodo di almeno un anno trascorso all’estero. I prof «aperti» — che cioè hanno seguito un percorso di formazione anche più ridotto — fino a quattro mesi —, o coinvolto gli studenti in scambi di classe o gemellaggi — sono il 22%. Due terzi sono «local»: mai stati all’estero per motivi professionali, o solo per accompagnare i ragazzi in gita. Persino tra i prof di lingue, i più votati all’internazionalizzazione, la maggior parte non ha mai partecipato a progetti all’estero.
Una grande immobilità. Che rispecchia anche stili diversi di insegnamento: più aperti, aggiornati, appassionati gli «internazionali». Stimolanti, ma esigenti, poco innovativi, i «local». Intanto gli studenti non hanno un sostegno adeguato quando decidono di partire. E al rientro non vengono riconosciute le competenze acquisite.
«La sfida che si pone — sostiene Ruffino — è quella di innescare un processo virtuoso per sostenere i docenti nella loro formazione internazionale». A partire dalla conoscenza delle lingue straniere: solo un insegnante su quattro dichiara di conoscerne molto bene almeno una. Se si esclude l’inglese, la percentuale scende a 12 su cento. Solo l’1% ha qualche nozione di lingue extraeuropee, come russo, arabo o cinese.
Antonella De Gregorio

Scuola 2015: aumentati ancora – ma di poco – gli alunni stranieri

da Repubblica.it

Scuola 2015: aumentati ancora – ma di poco – gli alunni stranieri

Per la prima volta pubblicati i dati dell’anno in corso

di SALVO INTRAVAIA

Ancora in crescita gli alunni stranieri in Italia. Ma ancora per poco, perché dal 2012 la crescita dei nati da genitori non italiani nel nostro Paese, dopo anni di vorticosi incrementi, è in forte calo. E anche da questi dati si conferma che l’enorme flusso di immigrati verso i paesi del Vecchio continente abbia l’Italia solo come tappa di passaggio alla volta di altre nazioni europee.

Ieri, il ministero dell’Istruzione ha pubblicato l’annuale Focus con le “Anticipazione sui principali dati della scuola statale” per l’anno scolastico 2015/2016. Fornendo per la prima volta “in tempo reale” anche il dato sugli alunni stranieri. Si tratta sempre di un “valore atteso” che andrà comunque confermato, ma pur sempre di un “dato previsionale  –  spiegano dall’Ufficio di statistica di viale Trastevere  –  elaborato sulla base delle rilevazioni integrative degli anni scolastici precedenti”.

In altre parole, quello elaborato dal Miur è un dato abbastanza attendibile che, se paragonato all’ultimo disponibile (quello dell’anno 2013/2014), certifica un ulteriore incremento della presenza straniera tra i banchi delle scuole statali di quasi 24mila unità in due anni. Ma gli incrementi a due cifre sono ormai un ricordo, perché i 24mila alunni stranieri in più in un biennio corrispondono ad un incremento del 3,3 per cento. Quanto basta per rinfocolare la polemica sollevata qualche giorno fa dal leader della Lega, Matteo Salvini, che a proposito di due prime classi di una scuola elementare di Brescia composte interamente da piccoli di cittadinanza non italiana, ha rispolverano lo slogan del tetto al numero di stranieri in classe.

E’ alla primaria e al superiore che si registrano i maggiori aumenti di alunni stranieri: più sei per cento. Seguiti dalla scuola dell’infanzia che incassa un più 2,5 per cento. Ma alla media il dato è già negativo: meno 3,3 per cento. In un decennio il numero di nati da genitori stranieri è più che raddoppiato, passando dai 33mila e 600 del 2002 ai quasi 80mila del 2012. Anno a partire dal quale le nascite di bambini censiti come stranieri cominciano a calare. Nel 2014 si attestano attorno alle 75mila unità. Un calo che nelle scuole dell’infanzia di attende per il 2016 e negli anni successivi in tutti gli altri gradi dell’istruzione. Perché a calare, nello stesso periodo, sono anche gli nati da genitori italiani. E quest’anno, dopo decenni di continui aumenti, la scuola italiana ha fatto i conti con un primo calo complessivo di 20mila alunni.

Bonus 500 euro: la polemica continua. I docenti chiedono il rinnovo del contratto

da La Tecnica della Scuola

Bonus 500 euro: la polemica continua. I docenti chiedono il rinnovo del contratto

Le polemiche sul “bonus” di 500 euro per l’autoformazione non accennano a diminuire. Anzi, con il passare dei giorni, si fanno sempre più numerose.
Su Facebook i post di chi annuncia che rinuncerà al bonus sono molti. E molti sono i docenti che propongono di organizzare una protesta generalizzata contro quella che viene considerata poco più che una elemosina.
In tutto questo i sindacati stanno alla finestra a guardare e non sembrano molto intenzionati a cavalcare la protesta anche se un po’ tutti sottolineano che il bonus non può in alcun modo essere preso a pretesto per rinviare ancora il tema del rinnovo contrattuale.
Rinnovo che, è bene ricordarlo, i lavoratori della scuola aspettano da almeno 8 anni e che di fatto ha tenuto fermi gli stipendi per quasi un decennio.
Si tratta ora di capire se il Governo riuscirà a trovare le risorse necessarie per aprire la trattativa contrattuale.
Va anche detto che le risorse, almeno in parte, ci sarebbero dal momento che il ritardo nell’avvio dell’organico dell’autonomia e la sua parziale attivazazione consentiranno un risparmi di circa 700 milioni di euro, risparmio che il ministro Giannini non ha ancora detto come possa essere impiegato e sul quale gli stessi sindacati non hanno chiesto spiegazioni.
Volendo proprio fare i conti diciamo che se ai 700 milioni si aggiungono i 740 destinati al bonus per gli anni 2015 e 2016 e i 200 del merito si arriverebbe a più di un miliardo e mezzo, somma non del tutto disprezzabile che potrebbe servire almeno ad aprire il tavolo delle trattative.

Inaugurazione anno scolastico a Napoli

da La Tecnica della Scuola

Inaugurazione anno scolastico a Napoli

Avvio ufficiale dell’anno scolastico, a Napoli con Mattarella e Giannini.

L’anno scoastico verrà inaugurato a Napoli lunedì 28 settembre alla presenza del presidente Sergio Mattarella e del ministro Stefania Giannini.
Ad ospitare l’evento, che avrà inizio alle 10,30, sarà l’Istituto d’Istruzione Superiore “Sannino – Petriccione”,
Alla inaugurazione prenderanno parte circa 2.000 alunni provenienti dalle scuole di tutta Italia. Sono stati selezionati in base ai progetti e ai percorsi didattici realizzati con i loro insegnanti sui temi dell’intercultura, dell’integrazione, dell’educazione alla legalità, della partecipazione alla vita scolastica.
Nel corso della mattinata sono previsti anche collegamenti via webcam con 9 scuole italiane che fanno un avanzato uso delle tecnologie nella didattica.
L’evento sarà trasmesso dalla Rai in diretta tv su Rai Uno, a partire dalle ore 11.00 e potrà essere seguito anche in diretta streaming sul portale del Miur.

 

Organico potenziato: docenti A037 (Storia e Filosofia) chiedono incontro con Giannini

da La Tecnica della Scuola

Organico potenziato: docenti A037 (Storia e Filosofia) chiedono incontro con Giannini

I docenti della classe A037 (Storia e Filosofia) vogliono chiarire la loro posizione per quanto riguarda il loro ruolo nell’organico potenziato.

“La circolare del Ministero dell’Istruzione sull’organico potenziato dello scorso 21 settembre suscita perplessità, per quello che riguarda la possibile delimitazione del campo di azione dei docenti della classe di concorso A037 Filosofia e Storia all’ambito esclusivamente umanistico. Se ciò fosse vero, la Buona Scuola perderebbe proprio una delle caratteristiche professionali più apprezzate dei docenti di Filosofia e Storia: la trasversalità dei saperi”. È quanto sostiene Luigi Rossi, portavoce del gruppo GM 2012 A037 Filosofia e Storia, composto da insegnanti  appartenenti alle Graduatorie di Merito dell’ultimo concorso, in attesa della chiamata per l’assunzione nella fase C del piano straordinario previsto dalla legge 107/15.

“Per questa ragione – commenta Luigi Rossi – abbiamo inviato una lettera al Ministro dell’Istruzione Giannini e al Capo di Gabinetto del Ministro Alessandro Fusacchia, con la richiesta di un incontro”.

La valutazione dei docenti di Filosofia e Storia sulla circolare del Ministero è tutt’altro che negativa, tanto è vero che, spiegano, “abbiamo apprezzato la divisione in “campi di potenziamento”, meno rigidi rispetto alle classi di concorso e più funzionali di queste ultime all’attuazione degli obiettivi di qualificazione del servizio scolastico previsti dalla legge 107/2015, commi 7 e 85”.

“Ma il rischio – continua il portavoce degli insegnanti Luigi Rossi – è che i docenti di Filosofia e Storia possano restare confinati esclusivamente nell’area di “Potenziamento umanistico”. Se così fosse, le aree di insegnamento relative alle competenze in materia di logica, cittadinanza attiva e democratica, e utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media, resterebbero precluse ai docenti di Storia e Filosofia”.

“Siamo proprio sicuri che sia un’operazione vantaggiosa per la scuola estromettere i docenti di Filosofia e Storia dall’insegnamento in questi ambiti? Logica e riflessione sulla cittadinanza sono, non a caso – conclude Luigi Rossi -, due temi ricorrenti nella storia della Filosofia, da Platone e Aristotele fino a Russell, Wittgenstein, alle riflessioni sulla società aperta di Popper, alla teoria dell’agire comunicativo di Habermas o alla dottrina della giustizia come equità di Rawls. Sono elaborazioni e concetti sempre attuali che animano la riflessione di ogni singolo individuo e che un bravo docente di Filosofia e Storia trasforma in domande e in dialogo educativo finalizzato alla crescita autonoma dello studente”.

Dirigenti scolastici, in arrivo l’avviso per i ‘valutatori’ e il bando del nuovo concorso

da tuttoscuola.com 

Dirigenti scolastici, in arrivo l’avviso per i ‘valutatori’ e il bando del nuovo concorso

Non solo la Flc-Cgil, ma anche l’Anp (da un punto di vista privilegiato, per quello che concerne i dirigenti scolastici) dà notizia del primo incontro svoltosi ieri presso il MIUR di informativa alle OO.SS. rappresentative sulle materie della formazione dei docenti ed anno di prova, sistema di formazione iniziale e di accesso al ruolo nella scuola secondaria, valutazione dei dirigenti scolastici, fondo di funzionamento: nuovi criteri di riparto dall’a.s. 2016-17, e Laboratori e Piano Nazionale Scuola Digitale.

Sulla valutazione dei dirigenti scolastici, spiega l’Anp, il presidente dell’omonima organizzazione sindacale, Giorgio Rembado ”ha sollevato una serie di questioni e chiesto chiarimenti soprattutto su: 

– sfasatura temporale fra il triennio del ciclo di autovalutazione delle scuole e il triennio dell’incarico dirigenziale: in molti casi, un dirigente si troverà ad essere valutato sugli esiti di un piano di miglioramento che è stato impostato dal suo predecessore, ovvero lascerà una scuola prima di aver chiuso il ciclo avviato;

– sproporzione fra costo del sistema previsto per la valutazione dei dirigenti ed entità del premio di risultato da graduare in esito alla valutazione stessa;

– sproporzione ancor più netta fra il premio di risultato dei dirigenti scolastici e quello di tutta la rimanente dirigenza;

– sproporzione fra il numero e la varietà dei parametri cui deve rispondere l’azione del dirigente e l’entità economica del riconoscimento relativo”.

Ha poi chiesto notizie – continua la nota dell’Anp – circa l’avviso pubblico per la selezione dei valutatori a termine (prevista dalla legge 107) e sull’emanazione del regolamento per il futuro concorso-corso per reclutare i nuovi dirigenti. Ha ricordato il rilevante numero di scuole già oggi prive di un dirigente e come tale numero crescerà ancora prima che il concorso ancora da venire possa produrre i propri risultati. Non è esagerato affermare che di qui al 2017 circa un terzo dell’organico risulterà vacante”.

Nella sua replica – conclude il resoconto dell’Anp -, il Ministro ha fornito due elementi importanti:

– l’avviso pubblico per la selezione dei valutatori a termine dei dirigenti scolastici è alla firma e prevede la chiamata per tre anni di sessanta dirigenti da utilizzare nei compiti previsti dalla legge. E’ verosimile che i nuclei possano essere operativi già dall’inizio del 2016;

– il regolamento del concorso-corso per il reclutamento dei nuovi dirigenti scolastici è alla “bollinatura” del MEF, ultimo passaggio prima della sua formale emanazione, che sarebbe anche qui questione di giorni o di qualche settimana al massimo”.

La valutazione dei DS tra legge e contratto

da tuttoscuola.com 

La valutazione dei DS tra legge e contratto
Se ne è parlato nell’incontro tra i sindacati e il ministro

Ricostruendo in modo analitico lo svolgimento dell’incontro con il ministro Giannini il sito della Flc Cgil sostiene che è solo “sulla valutazione dei dirigenti scolastici che l’informativa è stata più ampia e dettagliata“. Tra una settimana, ha detto il ministro,  saranno pubblicati su ‘Scuola in chiaro’ i risultati del RAV che costituiranno il riferimento principale per la valutazione del dirigente scolastico.

La valutazione avrà cadenza annuale con sintesi triennale; sarà effettuata dal Direttore Regionale che si avvarrà di nuclei di valutazione composti da 1 dirigente tecnico, 1 dirigente scolastico e 1 esperto esterno che opereranno per 60/80 dirigenti scolastici.

L’esito della valutazione determinerà la retribuzione di risultato suddivisa in 4 fasce: 100% della retribuzione ai risultati eccellenti; 80% ai risultati buoni, 50% a quelli sufficienti e nessuna retribuzione in caso di esito negativo.

Nel suo intervento il segretario del sindacato Domenico Pantaleo ha evidenziato “come la legge 107/15 abbia caricato i dirigenti scolastici di responsabilità attraverso strumenti sbagliati e controproducenti. Essi invece di favorire la condivisione delle scelte con la comunità scolastica, la ostacolano mettendo in crisi gli equilibri dei poteri e i rapporti tra diverse figure professionali esistenti all’interno della scuola”.

Il sindacalista ha ricordato che “anche i  dirigenti scolastici sono senza contratto, hanno subito decurtazioni salariali immotivate, solo parzialmente restituite dalla legge 107/15, a fronte di un aumento dei carichi di lavoro e soprattutto di responsabilità con un organico ridotto del 25% negli ultimi 5 anni. È necessario perciò recuperare il divario retributivo con le altre dirigenze di Stato di seconda fascia e trovare una soluzione positiva all’inaccettabile differenza retributiva fra dirigenti assunti con diverse procedure concorsuali“.

Nel merito della valutazione dei dirigenti scolastici Pantaleo ha chiesto che siano “radicalmente modificate le procedure previste dalla legge 107/15 per la valutazione dei dirigenti scolastici che, lungi dal recepire le risultanze di tutte le sperimentazioni realizzate negli anni scorsi, trasformeranno la valutazione da procedura oggettiva e partecipata dal valutato, a valutazione discrezionale ed arbitraria finalizzata al premio, affidata anche ad un solo valutatore scelto dall’organo politico amministrativo, centrata sui risultati della scuola, connessa ad elementi non oggettivi, come la reputazione goduta dal dirigente e la capacità di valutare il personale, senza alcuna partecipazione da parte del valutato”.

In che modo apportare queste modifiche? Secondo il leader della Flc Cgil la strada è una sola: “la valutazione e la retribuzione dei dirigenti scolastici debbono essere regolate contrattualmente“.

LIM e Tablet

LIM E TABLET MATRIMONIO FELICE di Umberto Tenuta

CANTO 550 La LIM: la Maestra scrive e gli alunni leggono.

Il TABLET: un meraviglioso strumento in mano agli studenti per fare ricerche, scoperte, invenzioni, costruendo così le loro conoscenze, le loro abilità, i loro amori.

 

Il TABLET.

Arrendetevi!

Nessuno ne fa più a meno.

Neanche un bimbo di scuola dell’infanzia.

Figurarsi quelli della Scuola Primaria!

O Professori, state perdendo la fiducia dei vostri studenti a non utilizzarlo!

La Scuola, anziché preparare il futuro, si attarda nel passato.

Altro che educazione per una civiltà in cammino[1]!

TABLET TABLET TABLET!

Una volta tanto tocca ai vostri timpani rompersi!

Altro che timpani!

Qui è la testa che deve rompersi.

Cambiare metodo per gli insegnanti è come cambiare la testa, diceva il Gabelli[2].

Il TABLET, un meraviglioso strumento in mano agli studenti per fare ricerche, scoperte, invenzioni, costruendo così le loro conoscenze, le loro abilità, i loro amori.

Ovviamente, il tablet è uno dei tanti strumenti per la rappresentazione iconica e simbolica.

Prima però vengono le operazioni concrete, utilizzando i materiali comuni e, solo in un secondo momento, i materiali strutturati, secondo il modello montessoriano.

Se dei materiali concreti e del TABLET ormai non si può fare a meno, tuttavia, mandate in pensione le gloriose lavagne di ardesia, le LIM possono ancora essere utili.

Almeno fino a quando non saranno più inaccessibili i tablet con proiettore incorporato che già oggi si affacciano sul mercato, seppure con considerevoli costi.

Insomma, oggi un manzoniano matrimonio s’ha da fare!

Un felicissimo matrimonio.

Il giovante Tablet sposa l’attempata LIM.

LIM ancora avvenente.

Agli sposi di tutto cuore noi auguriamo tanta felicità.

Felicità loro.

Felicità degli studenti.

Soprattutto degli studenti.

Arricchiti di nuovi meravigliosi strumenti.

Strumenti che si aggiungono alla calda, accattivante, motivante parola dei docenti.

Est modus in rebus!

A chi è innamorato ogni segno dell’innamorata risulta gradito.

Non ci resta che gettare i confetti, con la speranza che le teste degli sposi non si rompano.

Viva la LIM!

Viva il TABLET!

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

[1] KILPATRICK WILLIAM HEARD, Educazione per una civiltà in cammino, La Nuova Italia, Firenze 1952 (ed. orig. 1932).

[2] GABELLI A., Il metodo di insegnamento nelle scuole elementari d’Italia, La Nuova Italia, Firenze, 1973