Difendersi dallo stress da lavoro

PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO ALLA DIREZIONE GENERALE DELL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA BASILICATA (U.T.S.) NELLA CAMPAGNA EUROPEA AMBIENTI DI LAVORO SANI E SICURI 2014-2015 “INSIEME PER LA PREVENZIONE E LA GESTIONE DELLOSTRESS LAVORO-CORRELATO” –

Il 29 ottobre 2015 a Roma, Villa Malta, Via di Porta Pinciana, durante la Cerimonia di chiusura della Campagna europea “Insieme per  la prevenzione e la gestione dello stress lavoro-correlato”, promossa dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ecoordinata a livello nazionale dal Focal Point Italia rappresentato dall’INAIL,è stato consegnato alla Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Basilicata, nella persona dell’ing. Pasquale Costante, responsabileUfficio Tecnico di Coord. Regionale Per La Sicurezza nelle Istituzioni Scolastiche (U.T.S.), un riconoscimento di “buona pratica” per la realizzazione del “Metodo di valutazione del rischio stress lavoro correlato nelle scuole”.

Il metodo operativo per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlatonella scuola, nell’ottica di genere, è già stato adottato in 137 scuole della Basilicata (87%, con il coinvolgimento di n.9300 lavoratori) e in oltre 100 scuole della Regione Puglia.

Nel corso della cerimonia, inoltre, la dr.ssa Ester ROTOLI – Direttore Centrale Prevenzione INAIL, Manager Focal Point Italia EU-OSHA – ha consegnato all’USR Basilicata anche un secondo riconoscimento, come “Partner nazionale”della campagna ambiente di lavoro sani e sicuri 2014-15.

Il Premio europeo per le buone prassi 2014-2015, è stato riconosciuto alle aziende o organizzazioni che hanno apportato contributi eccezionali e innovativi per la gestione efficace dello stress e dei rischi psicosociali sul lavoro.I dettagli del loro eccezionale contributo saranno contenuti in una pubblicazione speciale che verrà ampiamente distribuita in tutta Europa e promossa attraverso il sito dell’EU-OSHA.

La metodologia premiata, avviata nel 2011 e ultimata nel 2014, è stata realizzata da un Gruppo di Lavoro Regionale, coordinato dall’ing. Pasquale Francesco Costantee conla partecipazione dell’INAIL, della Regione, delle ASL, della Consigliera Regionale di Parità, dell’Ordine Regionale degli Psicologi, delle Organizzazioni Sindacali, di un magistrato ed esperti, tra cui la dr.ssa Cinzia Frascheri – Responsabile nazionale Cisl  salute e sicurezza sul lavoro e della Responsabilità Sociale delle Imprese – e l’ing. Domenico Mannelli –già dirigente di ricerca INAIL , direttore dei Dipartimenti ISPESL di Basilicata e Calabria.

Muovendo da quanto realizzato dall’ISPESL e da alcune reti di scuole del Veneto coordinate dal Gruppo di Lavoro regionale “SGS” (Sistema di Gestione e Sicurezza) del SiRVeSS, è stata realizzata una metodologia completamente originale che individua e assegna un diverso valore ai fattori di stress lavoro-correlato nella scuola, fa partecipe dall’inizio tutti i lavoratori nella valutazione, consente di tenere conto di eventuali discriminazioni di genere e per la prima volta in assoluto di pervenire agevolmente ad una valutazione di genere del rischio stress lavoro-correlato. Il metodo si avvale di un supporto informatico messo gratuitamentea disposizione delle scuole che ne fanno richiesta e prevede a breve lo sviluppo di un nuovo software on-lineche consentirà la creazione di una banca dati a disposizione di tutti i ricercatori del settore.

Per ottenere il software è sufficiente collegarsi al sito http://www.utsbasilicata.it

PIENO SOSTEGNO ALLA MOBILITAZIONE DEL MONDO DELLA SCUOLA

PIENO SOSTEGNO ALLA MOBILITAZIONE DEL MONDO DELLA SCUOLA

IL GIGA SOSTIENE LE RAGIONI DELLO SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA E PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA DEL

13 NOVEMBRE 2015

 

Il GIGA, Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati, sarà in piazza il 13 novembre a Roma per sostenere la protesta del mondo della scuola pubblica contro l’applicazione dei più deleteri provvedimenti della legge 107, la pessima scuola di Renzi, provvedimenti distruttivi di ogni forma di democrazia e partecipazione, vero e proprio atto finale di un disegno di completa aziendalizzazione del sistema dell’istruzione pubblica.

Aderiamo allo sciopero e saremo in piazza per impedire che si consolidi nelle mani dei dirigenti scolastici un potere assoluto di gestione ed organizzazione della vita scolastica, che metterà in subordine la pratica della vera buona scuola a tutto favore di forme di consenso ottenuto con atti più o meno evidenti di coercizione o di favoritismi premiali.

Per questo ci opponiamo radicalmente al presunto riconoscimento premiale del merito, perchè rischia di essere soltanto uno strumento nelle mani dei dirigenti per la costruzione del consenso, utile solo a  riconoscere e favorire forme di adattamento acritico alle direttive calate dall’alto e a reprimere ogni forma di contributo personale e autonomo alla costruzione del processo formativo, attivando una competizione conflittuale tra i docenti che dovrebbe invece collaborare e cooperare.

Come insegnanti di Geografia rivendichiamo il ripristino della valenza didattica dell’insegnamento della nostra disciplina, falcidiata dalla pseudo riforma gelmini e che nella legge 107 non viene minimamente valorizzata, a dispetto dell’impellente bisogno di conoscenze e capacità critiche che gli scenari geopolitici e geoeconomici invece richiedono.

Sosteniamo la lotta dei precari che sono rimasti tagliati fuori dal piano di assunzioni straordinario pur avendo già conseguito ben più di 36 mesi di servizio scolastico e che rischiano di essere definitivamente espulsi fuori dal mondo della scuola dopo tanti anni di sacrifici di studio, di costosi percorsi abilitanti e di lavoro.

Sosteniamo con forza la richiesta di un forte recupero salariale, quello che da ben 6 anni ci viene negato e che ha diminuito di un quinto il potere d’acquisto degli stipendi dei lavoratori della scuola, rigettando la ridicola ed offensiva proposta governativa di aumenti pari a 8 euro mensili lordi, ancor più mortificante se solo si considerano a quali ruberie, sprechi, privilegi in questi decenni la classe politica nostrana ci ha abituati e che oggi, più che mai, vuol fare pagare ai lavoratori.

Scendiamo in piazza a fianco di tutti i promotori dello sciopero e della manifestazione nazionale, le  organizzazioni sindacali come Cobas, Anief, Cub, i comitati autoconvocati di docenti e ATA, le  organizzazioni studentesche e deploriamo invece l’atteggiamento attendista e, riteniamo per questo, rinunciatario, delle organizzazioni sindacali confederali che sembrano aver dimenticato, e non ce ne spieghiamo il motivo, l’impegno ed il coinvolgimento profuso in occasione del grande sciopero unitario del 5 maggio.

INVITIAMO TUTTI I LAVORATORI DELLA SCUOLA

ALLA MOBILITAZIONE E ALLA PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE

A ROMA DAL MIUR (ore 10.00) AL PARLAMENTO (ore 12.00)

Tutti al lavoro per includere la disabilità nella cooperazione allo sviluppo

Tutti al lavoro per includere la disabilità nella cooperazione allo sviluppo

 

«In Europa sta crescendo sempre più la consapevolezza rispetto all’importanza di includere le persone con disabilità nelle iniziative di sviluppo e di emergenza della cooperazione internazionale, sia con azioni di mainstreaming – considerando cioè la disabilità come un tema trasversale a tutte le politiche e le pratiche più generali – sia con progetti specifici rivolti alla disabilità».

Ruoterà tutta attorno a questo semplice ma fondamentale concetto l’importante conferenza internazionale intitolata Includere la disabilità nella cooperazione allo sviluppo: esperienze di collaborazione tra governi, organizzazioni non governative e organizzazioni di persone con disabilità, in programma per il 18 novembre prossimo a Roma, presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

L’evento è promosso dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, insieme alla RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), alleanza strategica avviata nel 2011 da EducAid, dall’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), da DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ovvero da organizzazioni che si occupano di cooperazione allo sviluppo e da associazioni di persone con disabilità, allo scopo di realizzare iniziative di informazione, formazione e consulenza in Italia e a livello internazionale, riconoscendo i rispettivi saperi e capacità e valorizzando in tal modo l’esperienza di progetti basati sul rispetto dei diritti umani delle stesse persone con disabilità, in linea con i princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.

Per quanto riguarda l’appuntamento del 18 novembre, si tratta di uno dei passaggi principali previsti nell’àmbito del Progetto InfoEas denominato Cooperare per includere. L’impegno dell’Italia su disabilità e cooperazione allo sviluppo. AID 10305, iniziativa gestita dall’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), per conto della citata RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), con il cofinanziamento del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il cui obiettivo è quello di promuovere la diffusione e l’applicazione del Piano d’Azione per l’inclusione delle persone con disabilità nelle politiche e nei progetti di cooperazione.

Tra i risultati ottenuti da Cooperare per includere, va segnalato tra l’altro anche il manuale (in italiano, inglese, francese e portoghese) intitolato Disabilità e sviluppo. Come includere le persone con disabilità nella cooperazione allo sviluppo, riferimento concreto per le iniziative di questo settore.

«Ci rivolgiamo – spiegano dalla RIDS – a tutti i rappresentanti delle Istituzioni e della Società Civile che lavorano per includere la dimensione della disabilità nei programmi e nelle politiche di sviluppo. Lo scopo della Conferenza di Roma è quello di offrire un’occasione di lavoro congiunto e scambio di pratiche appropriate, sottolineando il valore aggiunto rappresentato dalla sinergia tra Agenzie di Cooperazione, Istituzioni, organizzazioni non governative e organizzazioni di persone con disabilità».

Oltre naturalmente agli esponenti di tutte le componenti coinvolte, è prevista il 18 novembre la partecipazione di alcuni tra i più importanti relatori del settore in àmbito nazionale, europeo e internazionale, con riferimento ai diversi aspetti dello sviluppo inclusivo.

Tra essi, ad esempio, vi saranno Daniela Bas, che dirige l’UNDESA (Dipartimento delle Nazioni Unite degli Affari Economici e Sociali), Alicia Martin Diaz della Sezione Sviluppo e Cooperazione della Direzione Generale per la Cooperazione Internazionale e lo Sviluppo (DG DEVCO) di EuropeAid, l’Ufficio per la Cooperazione della Commissione Europea, Facundo Chavez Penillas, consulente per i Diritti Umani e la Disabilità presso l’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU e Stefano Severe, direttore presso quest’ultimo per il Congo e i Grandi Laghi dell’Africa. Insieme a loro, vari altri esponenti di Agenzie di Cooperazione Europee e delle principali organizzazioni di persone con disabilità e organizzazioni non governative attive in questo campo.

La partecipazione alla Conferenza di Roma del 18 novembre è gratuita ma limitata a un numero massimo di 150 partecipanti, previa richiesta d’iscrizione obbligatoria entro il 12 novembre all’indirizzo includingdisability@aifo.it.

Garanzia giovani, per i «Neet» un bonus a passo lento

da Il Sole 24 Ore

Garanzia giovani, per i «Neet» un bonus a passo lento

di Francesca Barbieri

Non è bastato allargare il perimetro delle assunzioni agevolate, semplificare le procedure e sottolineare le possibilità di cumulo con altri incentivi, di natura economica o contributiva.

A un anno e mezzo dall’avvio del programma Garanzia Giovani – che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, punta a rendere strutturale – il bonus occupazionale (una delle 11 misure previste) è stato assegnato ad appena 15.375 domande. Si tratta di un aiuto – da 1.500 a 6mila euro – diretto alle imprese per l’inserimento e la stabilizzazione dei ragazzi iscritti al programma. Finora sono stati spesi poco più di 52 milioni di euro, circa il 30% del budget assegnato alla misura (177 milioni). È vero che da esaminare c’è ancora qualche migliaio di moduli e che per le richieste c’è tempo fino al giugno 2017, ma è indubbio che non c’è stata una corsa all’incentivo. Senza contare che in due regioni – Piemonte e Valle d’Aosta – la misura non è mai partita, mentre la Campania solo a ottobre ha programmato 10,4 milioni.

«Per la prima volta si tratta di un bonus relativo all’assunzione di una platea ristretta di persone – precisa Salvatore Pirrone, a capo della Dg Politiche attive, servizi per il lavoro e formazione del ministero del Lavoro -. Gli “eleggibili” sono solo i circa 740mila registrati. Non è quindi possibile comparare questo strumento con altri di più ampio utilizzo; anzi, per le assunzioni a tempo determinato il bonus è fruibile solo per i ragazzi che, sulla base del metodo di profilazione utilizzato, sono stati assegnati alle due classi di minore occupabilità. Il numero contenuto, almeno per i dati che vediamo adesso, era quindi previsto ed è del tutto connaturato allo strumento». Nella prima fase Garanzia Giovani è partita piuttosto in sordina, «per una serie di motivi che abbiamo corretto strada facendo – aggiunge Pirrone -.In più il bonus è fruibile nei limiti del “de minimis”, per cui i datori di lavoro di dimensioni più ampie non hanno potuto beneficiarne. Per questo motivo abbiamo concordato con la Commissione europea un’estensione del regime anche oltre il “de minimis”, in presenza di particolari condizioni. Un decreto in tal senso verrà firmato nei prossimi giorni, insieme con la rimodulazione da parte di alcune regioni».

I tempi, insomma, non sono stati brevi. E a meno di due mesi dalla chiusura del biennio 2014/15, lungo il quale si è snodato il programma, la Youth Guarantee italiana evidenzia in generale più ombre che luci. Del miliardo e mezzo a disposizione tra fondi europei, cofinanziamenti nazionali e risorse Fse regionali, il 22%, pari a oltre 300 milioni, non è nemmeno arrivato alla “programmazione attuativa”, cioè la fase procedurale che precede l’attuazione vera e propria di un programma, che registra gli importi finanziari di bandi, avvisi e decreti emanati dalle Regioni per dare attuazione alle misure. A livello territoriale, le più virtuose sono state Liguria e Abruzzo, che hanno destinato il 100% dei 27 e 31 milioni a disposizione, insieme alla Lombardia, che dei 173 milioni programmati ne ha impegati 167, e al Veneto (impegnati 74 milioni su 83). Più indietro di tutti, invece, Puglia e Campania, che hanno destinato il 60 e il 64% della propria dote.

Se consideriamo, invece, le misure a cui possono essere veicolati i fondi, risulta che le risorse tradotte “puntualmente” in bandi hanno riguardato il servizio civile, gli stage e la formazione. Per i tirocini, in particolare, buoni risultati sta dando il progetto “Crescere in digitale” che a due mesi dal lancio ha visto più di 34mila Neet iscriversi al percorso di formazione online per le competenze web disponibile sulla piattaforma realizzata da Google, con oltre 1.300 aziende pronte a offrire 2mila stage retribuiti. Più in ritardo risultano l’apprendistato (poco più della metà dei 26 milioni programmati è stata impegnata) e l’autoimpiego (solo il 49,7% di 126 milioni stanziati è stato impegnato).

Le opportunità complessive pubblicate dall’inizio del progetto equivalgono a 90mila posti di lavoro: a fare la parte del leone sono i contratti a termine (più di 61mila), con 10.500 proposte a tempo indeterminato e quasi 13mila tirocini, 1.500 contratti di apprendistato e poche migliaia di posizioni per autonomi e collaboratori. Novantamila posti per una platea molto più ampia di aspiranti candidati. Gli iscritti fin qui al programma sono circa 743mila (al netto delle cancellazioni). Ma i presi in carico (di cui è stato tracciato un identikit) sono, però, poco più di 520mila, mentre circa 214mila hanno avuto la proposta di almeno una misura, che può essere una proposta di lavoro, o di stage, o di un corso di formazione.

Slitta al 12 novembre la scadenza per iscriversi al bando Intercultura

da Il Sole 24 Ore

Slitta al 12 novembre la scadenza per iscriversi al bando Intercultura

Posticipata alle ore 9 del 12 novembre la scadenza per iscriversi al bando di concorso della Onlus Intercultura, il bando permetterà di accedere alle selezioni per un migliaio di borse di studio e circa 1.900 posti per studiare all’estero nel 2016-17 per un’estate, tre, sei mesi o l’intero anno scolastico. Questo i requisiti richiesti: essere studenti delle scuole superiori nati tra il 1 luglio 1998 e il 31 agosto 2001 e avere vogliadi confrontarsi con il mondo e conoscere altre culture.

Le preferenze
I 1.850 ragazzi partiti quest’estate con Intercultura hanno confermato la propria preferenza a favore di Paesi dalla forte componente di diversificazione culturale: il 22,7% ha scelto l’America latina (22,7%), il 13,8% l’Asia (più di 100 sono in Cina), il 35,6% sono in 25 Paesi europei, mentre il 22% ha privilegiato Canada e Usa e il 4,8% Australia e Nuova Zelanda.
Certo, si tratta ancora di una nicchia, considerando l’entità di questi numeri rispetto alla popolazione scolastica delle classi terze e quarte che solitamente sono le più coinvolte. Il trend di crescita tuttavia è significativo, dopo decenni in cui il fenomeno riguardava veramente un’esiguità di studenti: dal 2009 al 2014 la crescita complessiva di tutti gli studenti adolescenti all’estero per un periodo lungo di scuola è stata infatti del 109% (fonte: www.scuoleinternazionali.org). Anche quest’anno sono a disposizione centinaia, tra borse di studio totali e contributi sponsorizzati (l’elenco è consultabile all’indirizzo: http://www.intercultura.it/Borse-di-studio-offerte-da-sponsor/).

Le borse di studio
Da quest’anno si aggiunge la possibilità, per chi è iscritto ai programmi di Intercultura, di concorrere all’assegnazione delle 860 borse di studio per la partecipazione a programmi scolastici all’estero annuali, semestrali e trimestrali che Inps mette in favore dei figli o orfani ed equiparati dei dipendenti e dei pensionati della pubblica amministrazione iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e dei pensionati utenti della Gestione dipendenti pubblici.
Per gli studenti che frequentano all’estero l’intero anno scolastico, la normativa scolastica italiana riconosce la possibilità di accedere alla classe successiva senza ripetere l’anno. Il ministero dell’Istruzione ha chiarito in una recente nota (843/2013) che le esperienze di studio all’estero sono «parte integrante dei percorsi di formazione e di istruzione» e che sono «valide per la riammissione nell’istituto di provenienza». (www.intercultura.it/normativa)

Emergenza matematica si cercano prof e studenti

da Il Messaggero

Emergenza matematica si cercano prof e studenti

Domani l’assunzione di 55 mila insegnanti ma pochi hanno le competenze che servono, Piano del ministero per aiutare i ragazzi a studiare materie scientifiche dalle superiori.

ROMA Assenti, tra i banchi di scuola come in cattedra. La matematica si conferma la bestia nera della scuola italiana e gli appassionati della materia sono sempre troppo pochi. E allora ecco che le facoltà scientifiche sono a caccia di matricole anche perché i banchi vuoti all’università, negli anni, si trasformano in cattedre vuote nelle scuole. In Italia infatti, a mancare all’appello non sono solo gli studenti ma anche i docenti di matematica. Una tendenza che si sta trasformando in emergenza. Domani infatti, alle 16 in punto, arriveranno dal sistema informatico del Miur le proposte di assunzione per i nuovi insegnanti destinati al potenziamento previsto dalla legge sulla Buona scuola: la cosiddetta fase C del piano straordinario di immissioni in ruolo che riguarderà circa 55mila precari, di cui quasi 7 mila sul sostegno e 48mila su posto comune. Tra questi ultimi, i docenti di matematica sono poche decine. Un esempio su tutti: per le medie, non arrivano neanche a dieci in tutta Italia.
LE CARENZE DELLE GRADUATORIE

Una carenza cronica, evidenziata proprio dal piano di assunzioni: i precari che hanno richiesto di farne parte, entro il 14 agosto scorso, erano 71.643. Tutti provenienti rigorosamente dalle graduatorie di merito e ad esaurimento, da dove sono emerse importanti carenze su specifiche classi di concorso: prima fra tutte quella di matematica. Oltre alla carenza dei docenti sul sostegno. In entrambi i casi la scuola farà ricorso ai supplenti, presenti nelle graduatorie di istituto: si tratta di docenti precari, tutti abilitati, da anni impegnati nelle classi ma non inseriti nel piano di assunzioni della Buona scuola. Per loro è previsto invece l’accesso al concorso che sarà bandito entro il 1 dicembre prossimo, riservato solo a personale abilitato. E intanto, in attesa della prossima selezione, domani si procede con l’ultimo step di immissioni in ruolo e si fanno i conti con quel che è rimasto nel bacino di precari da assumere: tra gli oltre 70 mila iniziali, infatti, per matematica hanno presentato domanda di assunzione solo poco più di 430 docenti. Davvero troppo pochi. Ma di fatto quel che emerge dai numeri non è che lo specchio di quello che accade tra i banchi delle università italiane in cui mancano le matricole proprio per l’area scientifica.

SOLO 13 SU MILLE

Secondo i dati del ministero dell’istruzione, l’Italia è 22esima in Europa per numero di laureati nelle discipline scientifiche e tecnologiche, appena 13 cittadini su 1000. Dal Miur si corre allora ai ripari con uno stanziamento di 6 milioni di euro a disposizione degli atenei, intenzionati a promuovere progetti tra le future matricole per incentivare la preferenza delle facoltà scientifiche. È in corso infatti il bando, che resterà aperto fino al 30 novembre, per finanziare progetti di laboratorio nelle scuole superiori e attività di recupero per gli studenti in difficoltà nelle materie scientifiche, in base alla pubblicazione delle nuove linee guida del 2014-2016 del piano nazionale per le lauree scientifiche. Un progetto che ha un doppio obiettivo. Da un lato mira a riavvicinare gli studenti delle superiori a facoltà come quelle di matematica, fisica e scienze naturali, potenziando l’orientamento negli ultimi tre anni delle scuole superiori, anche con prove di autovalutazione e relative forme di recupero per i ragazzi meno preparati. Dall’altro si sta promuovendo la capacità dei vari atenei di realizzare progetti che saranno finalizzati anche a limitare il tasso di abbandono tra gli studenti, soprattutto tra il primo e il secondo anno di corso universitario che si conferma come il momento più critico e delicato negli studi.
IN MIGLIORAMENTO

Gli ultimi dati Ocse-Pisa registrano un livello di preparazione degli studenti italiani in matematica inferiore alla media di ben 9 punti: con il raggiungimento di quota 485, infatti, si resta ben al di sotto della media Ocse, pari a 494. Confermandosi al livello di paesi come Argentina, Grecia, Russia e Stati Uniti. D’altro canto però va comunque registrato un aspetto positivo negli ultimi dieci anni, dal 2003 al 2012, con l’evidente balzo in avanti nella preparazione degli studenti che, passando da un punteggio di 466 a quello di 485, si sono piazzati tra i primi 7 Paesi per indice di miglioramento.
Lorena Loiacono

Il Festival dell’Educazione a Torino dal 12 al 15 novembre

da La Stampa

Il Festival dell’Educazione a Torino dal 12 al 15 novembre

Quattro giorni di sessioni plenarie, seminari di approfondimento teorico, workshop

Filiera educativa, didattiche innovative scuola e territorio, così come spazi di apprendimento e accessibilità ai percorsi formativi. Sono queste le aree tematiche in cui si sviluppa il Festival dell’Educazione che si terrà a Torino da giovedì 12 a domenica 15 novembre.

 

«Connessioni educative. La città come ecosistema formativo» è il titolo della manifestazione, promossa dall’Assessorato alle Politiche educative della Città di Torino, guidato da Mariagrazia Pellerino, a sottolineare il necessario legame tra la scuola e il territorio, le relazioni virtuose tra l’educazione formale e informale. Una quattro giorni di sessioni plenarie, seminari di approfondimento teorico, workshop con proposte metodologiche e dimostrazioni con studenti oltre a mostre, visite didattiche e iniziative per le famiglie.

 

Gli appuntamenti saranno ospitati in 16 diverse sedi, proprio per dare contezza della Città Educativa. Tra queste l’Università, il Consiglio Regionale del Piemonte, l’Archivio Storico della Città, il Circolo dei Lettori, le scuole e il Centro Studi Sereno Regis. Per l’occasione apriranno le loro auliche sale l’Accademia delle Scienze e l’Accademia dell’Agricoltura. Una mappa guiderà i partecipanti alle sedi dei numerosi incontri.

 

«Il Festival è rivolto ai professionisti dell’educazione e a tutti coloro che guardano al futuro con passione e responsabilità, convinti che l’educazione sia un’opportunità per generare ben-essere individuale e collettivo» ha sottolineato Pellerino.

 

Si parlerà di passaggi e connessioni tra i vari segmenti del percorso formativo, si esploreranno le ultime frontiere dell’innovazione didattica e nuove modalità che favoriscano la multiculturalità e l’integrazione tra le diverse disabilità. E ancora delle reti tra scuole, delle risorse sul territorio tra educazione formale e informale, dello sguardo al futuro rivolto dagli adolescenti delle città, dei nuovi approcci didattici partecipati e delle buone pratiche per favorire l’accesso al sistema formativo in condizioni di pari opportunità. Sarà, dunque, un’occasione non solo di arricchimento teorico, ma anche di circolazione di esperienze didattiche virtuose per delineare, in modo partecipato, nuovi e inediti orizzonti formativi.

 

Molti gli ospiti nazionali e internazionali attesi: da Gustavo Zagrebelsky, giurista italiano già Presidente della Corte Costituzionale, che terrà la lectio magistralis nella prima sessione plenaria, venerdì 13 novembre nell’Aula Magna del Rettorato.

 

Il programma e le modalità di iscrizione ai lavori sono consultabili sul sito web della Città di Torino: www.comune.torino.it/festivaleducazione La partecipazione al Festival è gratuita.

Gli ambiti territoriali saranno suddivisi in classi di concorso

da La Tecnica della Scuola

Gli ambiti territoriali saranno suddivisi in classi di concorso

Il lavoro per la costituzione degli ambiti territoriali non è una cosa semplice e sicuramente non mancheranno polemiche politiche per la loro formazione.

Per definire gli ambiti territoriali, gli uffici scolastici regionali dovranno prima sentire il parere della Conferenza Regioni-Enti locali, per poi decidere, in base alla popolazione scolastica, alla vicinanza tra istituzioni scolastiche e alle caratteristiche specifiche del territorio, la loro costituzione.
Dopo la nascita degli ambiti territoriali, con uno specifico decreto dell’Ufficio Scolastico Regionale, l’organico dell’autonomia sarà ripartito tra gli ambiti  stessi.
Quindi una volta costituita la geografia dell’ambito territoriale, ai sensi dell’art.1 comma 66 della legge 107/2015, si dovrà provvedere alla suddivisione di questi ambiti in sezioni separate per  gradi  di  istruzione,  classi  di concorso e tipologie di posto.
Per cui ciascun ambito territoriale avrà per esempio l’organico della primaria suddiviso in posti comuni e posti di sostegno e poi avrà l’organico della scuola secondaria suddiviso per gradi e per classi di concorso.
Come si accederà in un ambito territoriale? Chi non è perdente posto dovrà produrre una domanda volontaria, in cui, per quanto è dato sapere, bisognerà esprimere il codice e la dizione per esteso  dell’ambito desiderato.
Quanti ambiti potranno essere richiesti? A quanto è dato sapere, ma queste sono norme che verranno regolate con il prossimo contratto di mobilità, c’è chi ipotizza che si potrebbero esprimere, secondo un ordine di preferenza, tutti gli ambiti territoriali che si vogliono anche al di fuori della regione di titolarità.
Ma queste sono per adesso solo delle ipotesi, per avere delle certezze si dovrà leggere il nuovo contratto di mobilità. Come si entra a fare parte di un ambito? Si partecipa alla mobilità da un ambito ad un altro, in base alla disponibilità dei posti e al punteggio posseduto. Se per esempio nell’ambito territoriale X ci sono 20 posti disponibili per la classe di concorso A049 matematica e fisica, in quell’ambito arriveranno i primi 20 docenti, fatte le dovute eccezioni per le precedenze come ad esempio l’art.21 e art.33 comma 6 della legge 104, che hanno fatto domanda e che hanno punteggio più alto.
Come si calcolerà il punteggio per entrare in un ambito? Anche questo è un nodo contrattuale, che verrà concordato con i sindacati. Pare certo un cambiamento radicale delle tabelle di valutazione riferita all’anzianità di servizio, ai raddoppi dei punteggi per servizi in piccole isole, alla continuità del sevizio, alla valutazione dei titoli e alla valutazione delle esigenze di famiglia.
In buona sostanza sono previsti cambiamenti radicali che non mancheremo di seguire con la dovuta attenzione. Inoltre c’è il nodo della chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici che è prevista dalla legge 107/2015.
Infatti secondo il dispositivo legislativo, dovrebbero essere i dirigenti scolastici a proporre l’incarico triennale al docente che è titolare nell’ambito territoriale, ma questa norma non è assolutamente condivisa dai sindacati, che la considerano fortemente  incostituzionale. A partire da domani è previsto un fitto calendario di incontri tra tecnici del Miur e sindacati, per mettere a punto la nuova mobilità 2016-2017, che, siamo certi, non mancherà di suscitare proteste e anche qualche colpo di scena!

Al via il Progetto Nazionale di Formazione per i Dirigenti neo-assunti

da La Tecnica della Scuola

Al via il Progetto Nazionale di Formazione per i Dirigenti neo-assunti

Dopo la nomina il ruolo, i Dirigenti scolastici devono accedere al corso di formazione e alle attività di tirocinio previsti.

Con la nota prot. n. 36188 del 5 novembre il Miur ha illustrato il Progetto Nazionale di Formazione per i Dirigenti scolastici neo-assunti nell’a.s. 2015/2016.

In particolare, sono destinatari della formazione i dirigenti scolastici:

  1. nominati nell’a.s.2015/2016, idonei del concorso indetto con DDG 13 luglio 2011;
  2. nominati nell’a.s. 2015/2016, ai sensi dell’art.1 comma 92 della Legge n.107/2015.

I dirigenti scolastici, nominati ai sensi dell’art.1 comma 88 della Legge n.107/2015, che già hanno svolto un periodo di formazione intensiva previsto dall’ art.1 comma 87 della medesima legge, non dovranno svolgere la formazione in presenza ma unicamente la formazione autonoma e il periodo di tirocinio con il supporto di un’attività di mentoring.

In totale, sono 667 i Dirigenti interessati dal percorso formativo.

Il Progetto formativo di 75 ore complessive è composto da diverse attività:

  • 40 ore di formazione in presenza, tra dicembre ed aprile
  • 10 ore di formazione autonoma, sempre tra dicembre ed aprile
  • 25 ore di attività di mentoring, tra dicembre e giugno.

È prevista una specifica attività di verifica da parte degli U.s.r. da realizzare attraverso la somministrazione di appositi questionari ai corsisti riguardo il conseguimento degli obiettivi indicati e il gradimento complessivo dell’intervento formativo.

Per la realizzazione del progetto formativo, ciascun U.s.r. selezionerà una scuola polo. A ciascuna delle 18 scuole-polo verranno assegnate le risorse finanziarie previste per la realizzazione delle fasi in cui sono state coinvolte.

Su Indire, ambiente on-line per formulare il Piano di Miglioramento

da La Tecnica della Scuola

Su Indire, ambiente on-line per formulare il Piano di Miglioramento

Con la chiusura e la pubblicazione del RAV si apre per le scuole la fase di formulazione e attuazione del Piano di Miglioramento.

Per supportare gli istituti scolastici lungo l’intero processo di miglioramento – dalla progettazione, al monitoraggio e fino alla valutazione – l’Indire ha realizzato l’ambiente un apposito ambiente online, disponibile al link miglioramento.indire.it.

In questo spazio le scuole potranno trovare un’utile applicazione per la compilazione del Piano di Miglioramento (PdM). Per poter utilizzare il format predisposto dall’Indire, è necessarioiscrivere il Dirigente scolastico (e i docenti da abilitare alla scrittura del Piano) all’indirizzo http://miglioramento.indire.it/pdm/iscrizioni, utilizzando la password di Istituto solitamente utilizzata per i servizi Indire (o recuperandola con l’apposita funzione). Una volta iscritti e abilitati, dirigenti e docenti accederanno poi da questa pagina con le proprie credenziali.

Nel processo che le scuole dovranno affrontare sarà anche possibile farsi affiancare da un consulente per il miglioramento, una figura selezionata e formata dall’Indire nell’ambito della precedente sperimentazione VALeS. Le istituzioni scolastiche interessate potranno accedere previo login con la password di Istituto, all’elenco degli esperti e visionare i curricula all’indirizzo http://miglioramento.indire.it/supportoscuole/istituti. Ovviamente ogni scuola dovrà poi procedere alla scelta dell’esperto e provvedere alla stipula del contratto e alla sua retribuzione.

Legge Stabilità: emendamenti dalla Sinistra per avere più soldi, supplenze e assunzioni

da La Tecnica della Scuola

Legge Stabilità: emendamenti dalla Sinistra per avere più soldi, supplenze e assunzioni

Più soldi per il rinnovo del contratto, sblocco delle supplenze ‘brevi’, delle assunzioni Ata e docenti d’infanzia: sono alcuni degli emendamenti alla Legge di Stabilità.

Autori degli emendamenti, in tutto 337, assieme a 12 ordini del giorno presentati alla Camera, sono stati i parlamentari di Sel assieme al gruppo unitario di Sinistra italiana, sottoscritti anche dai senatori della componente ‘L’altra Europa per Tsipras’.

“Proponiamo di aumentare le risorse per il rinnovo dei contratti del Pubblico impiego e per la Sanità. Il superamento, nella Scuola, del blocco delle sostituzioni del personale e lo sblocco delle assunzioni del personale Ata e dei docenti per le scuole dell’infanzia, un Piano straordinario triennale di assunzioni di ricercatori e docenti nell’Università”, spiegano la presidente del Gruppo Misto-Sel Loredana De Petris e il capogruppo in commissione Bilancio Luciano Uras.

Per il raggruppamento d’opposizione è poi “necessario un intervento immediato per fronteggiare l’emergenza abitativa”.

Inoltre, “come Sel abbiamo presentato al Senato 337 emendamenti alla legge di stabilità e 12 odg, preparati con il gruppo unitario di Sinistra italiana alla Camera e che intendono correggere un impianto iniquo e ricalcato sulle scelte di governi di centrodestra”.

“Per quanto riguarda la tassa sulla casa – dicono – proponiamo in intervento selettivo sulla Tasi. Dalla detrazione deve essere escluso il 10% dei valori catastali più alti, il che permetterà di recuperare il 37% degli introiti, pari a 1,37 miliardi sul totale di 3,7 miliardi, da impiegarsi in misure di Contrasto alla povertà. Sul fronte fiscale bisogna mantenere il tetto dei contanti a 1000 euro. Proponiamo di portare l’aliquota contributiva sulle partite IVA al 24% e una revisione normativa per i contribuenti minimi”.

“E’ urgentissimo – aggiungono – un programma di investimenti e devono essere varati un Piano per il lavoro, centrato sui Comuni e sulle piccole opere e un Piano per la rinascita del Mezzogiorno che destini al Sud il 45% degli investimenti pubblici”.

Giannini, l’innovazione è un treno che vogliamo accelerare

da tuttoscuola.com

Giannini, l’innovazione è un treno che vogliamo accelerare

La buona scuola è una comunità che ritrova il proprio centro nella scuola, che ritrova edifici adattati alle nuove esigenze, che è motore di cambiamento e non ultimo vagone di un treno che è quello dell’innovazione che non vogliamo altro che accelerare“. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini intervenuta a Sansepolcro (Arezzo) all’inaugurazione della scuola “Carlo Collodi”, plesso del tutto nuovo e “Edmondo De Amicis”, un antico convento completamente ristrutturato ed adeguato alla moderna didattica.

Tutto ciò – ha sottolineato Giannini – è un diritto per le famiglie e un dovere per lo Stato“.

L’algoritmo e l’esigenza di trasparenza

da tuttoscuola.com

L’algoritmo e l’esigenza di trasparenza

Settimana cruciale per il lancio dell’organico potenziato. La principale novità del piano di assunzioni, definita nella tabella allegata alla legge 107/15 con 48.812 posti comuni e 6.446 posti di sostegno, sta per concretizzarsi.

Le proposte di assunzione saranno attivate “alle ore 16.00 del giorno 10 novembre 2015 attraverso il sistema informativo Istanze Online e I docenti destinatari – ricorda l’avviso relativo alle proposte di assunzione pubblicato in Gazzetta Ufficiale – accettano espressamente la proposta di assunzione entro le ore 15.59 del giorno 20 novembre 2015, esclusivamente avvalendosi delle apposite funzioni del sistema informativo”.

Si ricorda – conclude il testo nella Gazzetta Ufficiale – che i docenti che rifiutano o non accettano la proposta di assunzione sono definitivamente espunti dalle graduatorie di merito e ad esaurimento in cui sono iscritti”.

Sono, dunque, più di 55 mila i posti che saranno assegnati.

Ancora una volta sarà l’algoritmo a guidare le procedure di assegnazione. Algoritmo, una parola enigmatica che guida il destino di migliaia di persone. Ma cos’è?

Una definizione semplice ed enigmatica lo vuole come “una sequenza ordinata e finita di passi (operazioni o istruzioni) elementari che conduce a un ben determinato risultato in un tempo finito”.

Ma l’algoritmo è un meccanismo perfetto? Può sbagliare? Chi lo controlla?

Il meccanismo ‘diabolico’ è già stato usato nella fase B del piano di assunzioni, ma nessuno è riuscito a sapere come abbia operato e se abbia rispettato punteggi e precedenze degli interessati.

È stata invocata giustamente trasparenza dei risultati finali, ma in effetti un quadro completo e probante delle nomine effettuate per il momento non si è visto.

Alcuni Uffici scolastici regionali hanno pubblicato elenchi e nominativi, ma complessivamente è prevalso il lato oscuro indecifrabile dell’algoritmo sull’intero sistema scolastico.

Se l’algoritmo non ha un volto, le sue azioni possono però essere visibili, visto che producono fatti.

La trasparenza, prima ancora di essere un diritto pro veritate, è una condizione di fiducia nei rapporti tra Amministrazione e cittadino.