TEMPO PIENO ZOPPO A FIRENZE

TEMPO PIENO ZOPPO A FIRENZE: 36 ORE INVECE DI 40
CONFERMATE GRAVI IRREGOLARITA’ NELLE SCUOLE DEL CAPOLUOGO TOSCANO
APPELLO AI CONSIGLI D’ISTITUTO

C’era una volta una terra in cui allignava il tempo pieno a scuola: più che al sud, più che nelle altre terre di Toscana. Il nome di questa città era Firenze e grandi battaglie erano state fatte per donare ai bimbi una didattica laboratoriale, dai tempi distesi, a misura di bambino. Poi arrivarono dal nord i tagli Moratti e Gelmini e questa terra salvò il salvabile, per così dire, si adattò. Mentre nei comuni del circondario si applicò rigorosamente la legge, già alcuni anni fa a Firenze si fece una pensata: dare a tutte le classi della primaria 36 ore, indipendentemente che fossero autorizzate a 27 o a 40 ore, e coprire la differenza oraria con educatori del comune e laboratori a pagamento.

Si tratta ovviamente di un abuso: i genitori chiedono l’iscrizione al tempo pieno, formalmente la ottengono, poi devono mettere mano al portafoglio e contentarsi della sorveglianza offerta al venerdì pomeriggio. Si tratta anche di poca accortezza, perché molti dirigenti non hanno chiesto l’aumento delle classi a tempo pieno quando sarebbe stato loro possibile. I dirigenti scolastici, da noi interpellati, si scusano dicendo che questa situazione è da sempre a conoscenza sia del Comune di Firenze, che fornisce gli educatori, sia dell’Ufficio scolastico territoriale. Poi si stringono nelle spalle e chiedono cosa avrebbero dovuto fare, aggiungendo sottovoce che altrimenti le maestre, alla proposta di tornare a lavorare il venerdì pomeriggio, si sarebbero rivoltate.

Nel febbraio 2015, su segnalazione di un gruppo di genitori, abbiamo segnalato come Associazione genitori A.Ge. Toscana il verificarsi di questa situazione nelle classi prime di una scuola elementare del Quartiere 2 di Firenze e subito la situazione è stata sanata, almeno per le classi prime.

Quando però alcuni genitori di una scuola vicina hanno chiesto di avere anche loro 40 ore invece che 36 sono iniziati i guai: si era ormai a luglio e i vari funzionari hanno iniziato a nicchiare. L’Ufficio scolastico regionale per la Toscana, che ha ricevuto da noi due segnalazioni via PEC (in data 4 luglio e 27 ottobre), alla fine ha inviato un’ispezione e in prima istanza non si è degnato neppure di risponderci, visto che –a quanto ci hanno poi detto- gli ispettori hanno verificato che non era stato fatto in cattiva fede e in fondo il tempo scuola della primaria è sempre una grande incognita, poiché non è possibile sapere quanto dura la pausa pranzo (sic!). Da notare che l’escamotage dell’ispezione dagli esiti bonari è una prassi ormai consolidata nell’Ufficio scolastico territoriale di Firenze, con buona pace dell’on. Brunetta e del suo -un tempo temuto- decreto legislativo 150/2009. D’altronde siamo in Italia e si sa…

Abbiamo tempestato di telefonate fino all’ultimo, fidando che alla fine prevalesse il rispetto delle norme -e quindi dei diritti di genitori e bambini- grazie all’organico potenziato, che appunto dovrebbe aumentare l’offerta formativa, ma a quanto pare questi signori sono consapevoli di avere l’impunità e fra promesse non mantenute e scuse incredibili per negarsi a chi chiede loro conto di tali promesse, la tirano lunga fino al fatidico 15 gennaio 2016, quando sperano che i Consigli d’istituto facciano atto di autolesionismo e deliberino la primaria funzionante a 36 ore nel Piano triennale dell’offerta formativa.

Malauguratamente per loro, ci abbiamo pensato noi come A.Ge. Toscana a informare i Consigli d’istituto che è loro diritto avere il tempo scuola a 40 ore, se richiesto, e a invitarli a non deliberare a favore delle 36 ore, che sono lesive dei diritti dei bambini e delle famiglie. Di seguito riportiamo la seconda lettera da noi inviata al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, datata 27 ottobre 2015 e formalmente senza risposta.

Avviso 18 dicembre 2015

Avviso di chiamata pubblica alla candidatura per la Presidenza del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

DIPARTIMENTO PER LA FORMAZIONE SUPERIORE E PER LA RICERCA
DIREZIONE GENERALE PER IL COORDINAMENTO, LA PROMOZIONE E LA VALORIZZAZIONE DELLA RICERCA

Il Coordinatore del Comitato di selezione
dei presidenti e dei componenti dei consigli di amministrazione degli enti di ricerca di designazione governativa, di cui all’art. 11 del decreto legislativo 213 del 31 dicembre 2009, coordinatore nominato con D.M. n. 498 del 17 luglio 2015,
premesso che la normativa da seguire per l’individuazione e la selezione dei candidati da proporre al Ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca fa riferimento a specifici articoli dei decreti di seguito elencati:
Decreto legislativo n. 213 del 31 dicembre 2009 che riguarda il riordino degli Enti di ricerca in attuazione dell’articolo 1 della legge 27 settembre 2007, n. 165:

art. 11:

Comma 1. Ai fini della nomina dei presidenti e dei membri del consiglio di amministrazione di designazione governativa, con decreto del Ministro è nominato un comitato di selezione, composto da un massimo di cinque persone, scelte tra esperti della comunità scientifica nazionale ed internazionale ed esperti in alta amministrazione, di cui uno con funzioni di coordinatore, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio del Ministero. Il comitato di selezione agisce nel rispetto degli indirizzi stabiliti dal Ministro nel decreto di nomina e, per gli adempimenti aventi carattere amministrativo, è supportato dalle competenti direzioni generali del Ministero. Il personale del Ministero non può, in nessun caso, fare parte del comitato di selezione.
Comma 2. Il comitato di selezione fissa, con avviso pubblico, le modalità e i termini per la presentazione delle candidature e, per ciascuna posizione e dove possibile in ragione del numero dei candidati, propone al Ministro:

a) cinque nominativi per la carica di presidente;

b) tre nominativi per la carica di consigliere.
Comma 3. Nei consigli di amministrazione composti da tre consiglieri, due componenti, incluso il presidente, sono individuati dal Ministro. Il terzo consigliere è scelto direttamente dalla comunità scientifica o disciplinare di riferimento sulla base di una forma di consultazione definita negli statuti.
 
Decreto ministeriale n. 498 del 17 luglio 2015 di costituzione del Comitato di selezione: 

Art. 1:

Comma 1. È nominato il Comitato di selezione, incaricato della predisposizione dell’elenco dei nominativi per la nomina a Presidente e a membro del Consiglio di amministrazione di designazione governativa degli enti di ricerca, secondo quanto previsto dall’articolo 11 del decreto legislativo n. 213/2009
Comma 2. Il Comitato di selezione resta in carica fino al completamento della selezione dei componenti di nomina governativa il cui mandato scade nel corso dell’anno 2015 e dell’anno 2016.
Comma 3. Il Comitato, nel valutare le singole candidature, deve prioritariamente garantire che il profilo dei candidati risponda ad elevata qualificazione tecnico- scientifica, comprovata da particolari competenze professionali, acquisite anche in ambito internazionale.
Art. 2:

Comma 1. Il Comitato di selezione entro 15 giorni dal suo insediamento, fissa, con avviso pubblico, le modalità e i termini per la presentazione delle candidature per ciascun ente. Il Comitato conclude i lavori entro 60 giorni dalla pubblicazione dell’avviso pubblico di selezione delle candidature. In caso di pubblicazione di avvisi pubblici differenti il Comitato conclude i lavori entro 60 giorni dalla pubblicazione di ciascun avviso. Nell’espletamento dei suoi lavori, il Comitato segue l’ordine prioritario di scadenza dei mandati dei Presidenti e dei membri dei Consigli di Amministrazione di designazione governativa sui quali viene attivato.
Comma 2. Ai sensi dell’articolo 11, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, il Comitato propone al Ministro la rosa di candidati – separatamente e per ciascun ente – per la nomina dei Presidenti e dei consiglieri di amministrazione di designazione governativa.
Comma 3. Nella valutazione delle candidature, il Comitato tiene in conto degli eventuali criteri specifici dettati dai singoli Statuti rispettivamente per il Presidente e per i consiglieri di amministrazione di designazione governativa, che saranno richiamati nell’avviso; in assenza di tali espressi criteri, verifica il possesso da parte dei candidati di un alto profilo scientifico o professionale o manageriale, ovvero, per il Presidente, di una comprovata esperienza nella direzione di strutture di elevata complessità, in ambito nazionale o internazionale.
Art. 3:

Comma 1. Il Comitato di cui all’articolo 1 predispone gli Avvisi pubblici per la presentazione delle candidature ai sensi dell’articolo 11, comma 2, del decreto legislativo n. 213/2009; le sedute del Comitato sono convocate dal Coordinatore del Comitato.
Comma 2. Le funzioni di Segreteria del Comitato di selezione di cui all’articolo 1 sono svolte dall’ufficio V della Direzione Generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca.
INDICE
con avviso pubblico, ai sensi del predetto art. 11, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, una chiamata per la presentazione delle candidature a Presidente (art. 6 dello Statuto) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il cui Statuto nella versione integrale è reperibile sul sito www.miur.it, sezione “ricerca”.

Il Comitato di selezione, nominato dal Ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca con D.M. n. 498 del 17 luglio 2015, ha individuato requisiti, modalità, tempi e possibilità di candidature multiple, come sotto specificato.
REQUISITI

Sono invitate ad avanzare candidatura per la nomina a Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) persone di alto profilo scientifico e competenze tecnico organizzative, con comprovata esperienza professionale, in ambito nazionale e internazionale.

I candidati dovranno inoltre essere in possesso dei requisiti generali di onorabilità previsti dalla legge e, in particolare, del godimento dei diritti civili e politici, di non aver riportato condanne penali, di non essere stati destituiti o dispensati dal servizio per aver prodotto documenti impropri. Non sono inoltre ammissibili candidature da coloro che hanno già ricoperto, per due mandati, il ruolo oggetto della candidatura presso lo stesso ente, ai sensi di quanto previsto dall’art. 8 comma 2 del d.lgs. 213/2009.

Ai sensi dell’articolo 5 comma 9 del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, come modificato dall’articolo 17, comma 3, della legge 7 agosto 2015, n. 124, per i candidati che siano stati collocati in quiescenza alla data di presentazione della domanda o alla data di nomina, l’esercizio della carica sarà comunque consentito per tutta la sua durata a titolo gratuito.

Ai sensi dell’articolo 5 comma 9 del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, come modificato dall’articolo 17, comma 3, della legge 7 agosto 2015, n. 124, per i candidati che saranno collocati in quiescenza durante lo svolgimento del mandato, il medesimo esercizio della carica sarà comunque consentito a titolo gratuito a partire dal periodo di quiescenza e per il restante periodo di durata del mandato.
MODALITà 

I candidati che si propongono per la nomina a Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche sono invitati a compilare il modello di domanda di cui in allegato.

La domanda, sottoscritta in forma autografa dovrà essere inviata in formato pdf al seguente indirizzo di posta elettronica certificata: dgric@postacert.istruzione.it.

La domanda dovrà essere corredata da curriculum vitae, che includa le seguenti informazioni:
1. dati anagrafici e personali completi;

  1. principali titoli, tappe e realizzazioni della carriera scientifica (inclusi, quando disponibili, indicatori bibliometrici);

  2. esperienze nella gestione di enti ed organismi di ricerca e di università;

  3. livello di conoscenza della lingua italiana e inglese;

  4. conoscenza delle problematiche del personale, delle attività di programmazione della ricerca, delle relazioni industriali che riguardano il sistema di ricerca nazionale;

  5. esperienze di ricerca e di dirigenza in istituzioni straniere;

  6. esperienza nella valutazione dei risultati della ricerca nazionale e internazionale;

  7. esperienze di incentivazione del trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca;

  8. altre esperienze attinenti alle specificità statutarie dell’ente.

 
Nella domanda, a pena di esclusione, il candidato dovrà dichiarare sotto la propria responsabilità, ai sensi del D.P.R. 445/2000, di essere in possesso del godimento dei diritti civili e politici, di non aver riportato condanne penali, di non essere stato dispensato o destituito dal servizio per aver prodotto documenti impropri (falsità in atti e dichiarazioni mendaci sono oggetto delle sanzioni penali previste dall’art. 76 del D.P.R. n. 445 sopra richiamato).

La riservatezza dei dati è garantita nei limiti e modalità consentite dalle vigenti disposizioni in materia.
TEMPI

Le domande, corredate del relativo curriculum vitae, dovranno essere spedite mediante posta certificata all’indirizzo specificato entro le ore 24 del trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente avviso sul sito del Miur. Qualora il termine di presentazione utile della domanda cada in giorno festivo, il termine è prorogato al primo giorno non festivo successivo.
ATTIVITA’ DEL COMITATO

Il Comitato esaminerà le domande e i requisiti di ammissibilità di ciascun candidato. Al termine dell’istruttoria, ove possibile, in ragione del numero dei candidati che hanno presentato domanda, proporrà al Ministro una rosa di cinque nominativi per la carica di Presidente tra i quali il Ministro effettuerà la propria scelta.
Roma, 18 dicembre 2015

IL COORDINATORE DEL COMITATO

(Prof. Lamberto Maffei)


Al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Direzione Generale per il coordinamento, la promozione e la valorizzazione della ricerca – Ufficio V
Comitato di selezione di cui all’art. 11 del d. lgs. 213/2009
dgric@postacert.istruzione.it

l sottoscritt_ ________________, nat_ a ___________ () il __________, residente a ____________ (), Via __________, n. __, C.A.P. _______, tel. ________ codice fiscale __________________________,
PRESENTA
La propria candidatura in relazione all’avviso pubblico del _______________ pubblicato sul sito del MIUR in data ___________________________________
per la nomina a Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
A tal fine DICHIARA, ai sensi del D.P.R. 445/2000 e s.m.i., sotto la propria responsabilità di:
– essere cittadino/a___________________________;
– godere dei diritti civili e politici anche nello Stato di appartenenza o di provenienza, e di avere conoscenza __________________ della lingua inglese e ____________ della lingua italiana (solo per candidati di lingua madre straniera);
– non aver riportato condanne penali e di non avere procedimenti penali pendenti oppure indicare le eventuali condanne penali riportate nonché i procedimenti penali eventualmente pendenti, precisando gli estremi del provvedimento di condanna o di applicazione dell’amnistia, del condono, dell’indulto o del perdono giudiziale, e il titolo del reato;
– di non aver già svolto un doppio mandato nel ruolo oggetto di candidatura.
Dichiara, inoltre, di aver preso visione del relativo avviso pubblico e di sottostare a tutte le condizioni in esso stabilite.
Allega alla presente domanda il proprio curriculum vitae e copia del proprio documento di riconoscimento in corso di validità.

Data ___________ Firma

PROPOSTE PER MOBILITA’ 2016/17

L’USB P.I. SCUOLA Puglia,
a nome del Responsabile Regionale Pino D’AMBROSIO,
RITIENE GIUSTE, CONDIVIDE e SOSTIENE LE PROPOSTE del
COMITATO docenti richiedenti la mobilità interprovinciale di BARI e LECCE.
L’USB P.I. SCUOLA Puglia è pienamente d’accordo con la richiesta dei tanti docenti che reclamano l’approvazione di norme sulla mobilità che rispondano ai criteri di giustizia e di merito espressa nel Documento con il quale si formulano le loro “PROPOSTE PER MOBILITÀ 2016/17”
AUSPICA E SCONGIURA
che le Delegazioni, sia della Parte Pubblica, che delle OO. SS.. si impegnino ad approvare le loro proposte di integrazione e/o modificazione del precedente CCNI relativo alla mobilità per non violare i loro diritti ed interessi di rilievo costituzionali, evitando un eventuale il loro preannunciato inutile e dannoso contenzioso .
RICORDA DI ESSERE GIÀ STATA AL LORO FIANCO AD AGOSTO
GRAZIE ALLA LOTTA DEI LAVORATORI GUIDATI DALL’USB P.I. SCUOLA in Puglia “DOPO TANTO PENARE… SONO STATE EFFETTUATE LE UTILIZZAZIONI E ASSEGNAZIONI PROVVISORIE INTERPROVINCIALI”.

Giuseppe D’Ambrosio USB P.I. – Scuola


PROPOSTE PER MOBILITA’ 2016/17
del Comitato docenti richiedenti la mobilità interprovinciale di LECCE
I docenti richiedenti la mobilità interprovinciale di LECCE,costituitisi
in Comitato avente per scopo il legittimo riconoscimento dei loro diritti
ed interessi giuridicamente rilevanti reclamano l’approvazione di
norme sulla mobilità che rispondano ai criteri di giustizia e di merito
anche in considerazione dei tanti sacrifici patiti negli anni di precariato e
di insegnamento in province lontane dalla residenza dei loro congiunti
dove risultano ancora titolari a seguito delle norme che ad oggi ne
hanno impedito il ricongiungimento familiare quale diritto al pieno
sviluppo della personalità dei figli previsto dalla Costituzione. Pertanto,
PREMESSO
a. Che il decreto “La Buona Scuola” all’art.l, comma 108 prevede “Per
l’a.s. 2016/2017 è avviato un piano stroordinario di mobilità territoriale e
professionsle su tutti i posti vocanti e disponibili dell’organico
dell’autonomia, rivolto ai docenti ossunti a tempo indeterminato entro
l’a.s. 2014/2015. Tale personae partecipa, a domanda, alla mobilità in
tutti gli ambiti territoriali a livello nazionale, in deroga al vincolo triennale
di permanenza nella provincia, di cui all’art. 399 comma 3, del testa unico
di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n.297, e successive
modificazioni, per tutti i posti vaconti e disponibili inclusi quelli assegnati
in via provvisoria nell’anno scolastico 2015/2016 ai soggetti di cui al
comma 9, lettera b), assunti ai sensi del comma 9, lettere b) e c)”;
b. che sono state previste 757 cattedre ai soggetti di cui al comma 9,
lettera b), assunti ai sensi del comma 9, lettere b) e c) di cui all’art.t.
comma 108 del Decreto “La Buona Scuola”;
c. che la Corte di Giustizia europea, in applicazione della Direttiva
Comunitaria n. 70/99, in materia di non discriminazione, ha sancito in
molteplici pronunce il principio in base al quale gli anni di servizio preruolo
debbono essere interamente valutati ai fini della ricostruzione della
carriera del personale immesso in ruolo;
d. che tale principio trova applicazione sia ai fini giuridici sia ai fini
economici, quindi anche relativamente alla permanenza complessiva
nella classe di concorso o nel sostegho, ai fini della mobilità territoriale e
professionale di cui all’art.1, comma 108 del Decreto “La Buona Scuola”.
Tanto premesso,
RIVENDICANO CHE
1) La mobilità per i docenti assunti entro l’a.s. 2014/15 avvenga, in
primis, su tutti i posti disponibili sull’organico di diritto e
successivamente su quello dell’autonomia secondo la legge 107/15.
La mobilità deve avere effetto su tutti i posti vacanti e disponibili
con priorità per coloro che sono stati assunti entro l’a.s. 2014/15.
L’art. (ex 4 precedente CCNI) relativo alle fasi dei trasferimenti e
passaggi deve prevedere dopo la 1^ fase (comunale) e 2^ fase
(provinciale ossia di coloro che sono titolari nella provincia dall’a.s.
2014/15); la 3^ fase che comprenda i docenti che sono titolari in
altre province e coloro che sono diventati titolari nella provincia
dall’a.s. 2015/16 (in quanto assunti nella fase zero della L.
107/15) senza alcuna aliquota, e per il sostegno compresi tutti i
posti in deroga; la 4^ fase nella quale rientrano i docenti assunti
nella fasi A, B e C su tutto l’organico potenziato.
2) La mobilità, anche sulle classi di concorso in cui sono abilitati, sia
permessa a tutti i docenti di sostegno, anche in deroga al vincolo
quinquennale e/o che a tal fine venga considerato il servizio preruolo
prestato su posto di sostegno ai fini di un eventuale
indisponibilità a derogare al vincolo dei 5 anni.
3) I docenti titolari DOS (sulla secondaria di 2″ grado) entro l’a.s.
2014/15 possano richiedere una sede di titolarità così come per gli
altri ordini di scuole, senza confluire negli albi, ovvero continuare a
presentare domanda di utilizzazione se non ottengono la sede
richiesta e possano confluire negli albi, solo se indicato nella
domanda di mobilità, ed esclusivamente in caso di indisponibilità di
posti nelle sedi richieste.
4)La legge delega sul sostegno non divenga retroattiva per tutti gli
immessi in ruolo prima dell’entrata in vigore della stessa.
5)Esaurita la fase provinciale e interprovinciale per gli assunti entro
l’a.s. 2014/15, ove si dovessero liberare posti nella fase successiva,
prevedere una fase assestamento (con eventuale rielaborazione
delle richieste sulle sedi residue) e di scambio per compensazione
fra docenti titolari all’interno di province della stessa Regione e
successivamente fra province diverse, quindi senza intaccare
l’organico di ciascuna provincia.
AUSPICANO E SCONGIURANO
Che ogni componente delle Delegazioni, sia della Parte Pubblica, che
delle OO. SS. sia pienamente impegnato ad approvare le suddette
proposte di integrazione e/o modificazione del precedente CCNI
relativo alla mobilità per non violare i loro diritti ed interessi di
rilievo costituzionali.
AVVERTONO
Che ove non venissero tenute in debita considerazione le suddette
richieste, oltre a manifestare sfiducia nei loro confronti, si
vedranno costretti a impugnare il Contratto per la tutela dei loro
diritti ed interessi lesi dallo stesso.

COGNOME NOME Provincia Titolarità Firma

La Buona scuola è…non pagare i supplenti

La Buona scuola è…non pagare i supplenti. Tanti precari rimarranno senza stipendio a Natale

Trentamila precari senza stipendio da settembre.

Sebbene abbiano svolto il loro lavoro, e nonostante le nostre proteste e i nostri continui interventi nei confronti del MIUR, questi lavoratori della scuola non percepiscono alcuna retribuzione.

Il motivo? La mancanza di risorse e l’inefficienza del sistema informatico del MIUR, ragione che appesantisce notevolmente i carichi di lavoro nel personale di segreteria e crea moltissime disfunzioni.

E non è tutto. Nelle segreterie ci sono carenze croniche di personale e, quindi, non è possibile nemmeno chiamare i supplenti per il personale ATA.

Ogni giorno denunciamo a tutti i livelli questa situazione. Stiamo organizzando ricorsi. Non è possibile penalizzare i soggetti più deboli che quotidianamente consentono alle scuole di andare avanti nonostante le tante criticità aggravate dalla legge sulla brutta scuola.

Perché non può essere Buona una scuola che lascia i suoi lavoratori senza stipendio. Per troppi di loro, questo, non sarà un buon Natale.

DSA: non si finisce mai di imparare

DSA: non si finisce mai di imparare

Una proposta formativa per i docenti, organizzata dal Liceo Classico C. Colombo di Genova in collaborazione con l’ITD, approvata dall’USR Liguria.

L’iniziativa, che vuole essere una prosecuzione di un percorso avviato nel 2009 e concretizzatosi dal 2011 al 2012 con il Progetto Vindis, ha l’obiettivo di fornire ai docenti (in particolare della scuola secondaria di secondo grado, ma non solo) competenze utili ad affrontare e soddisfare i bisogni degli alunni con DSA.

Si tratta di una serie di webinar (con inizio alle 17 e termine alle 19)

Il calendario e le tematiche:

12 ottobre: Neuroscienze e scuola (Giacomo Stella, UniMore)
26 ottobre: Strumenti compensativi low cost (Giuliano Serena, Brescia)
4 novembre: DSA e Lingue straniere (Paola Fantoni, ITIS Caramuel, Vigevano PV)
10 novembre: DSA latino e greco (Angela Straffalaci, Liceo Statale S. Pertini Genova)
27 novembre: DSA, discalculia e didattica delle materie scientifiche (Luigi Oliva, Liceo Classico C Colombo, Genova)
9 dicembre: PDP: un’opportunità per apprendere (Filippo Barbera, IC Vicenza 11, Vicenza)
14 dicembre: Come cambia il DSA nell’adolescenza (Giacomo Stella, UniMore)

Per partecipare, bisogna effettuare l’iscrizione compilando il modulo presente in questa pagina.

(La piattaforma utilizzata è GoToWebinar e permette l’accesso fino a 1000 partecipanti).

Di ciascun seminario sarà disponibile una registrazione sul canale Youtube del progetto Vindis.

http://www.itd.cnr.it/news.php?ID=137

Welfare, piccoli comuni in rete per evitare sprechi nell’assistenza

da Superabile

Welfare, piccoli comuni in rete per evitare sprechi nell’assistenza

Con un progetto innovativo, 16 municipi vicino a Cagliari puntano alla sinergia anche con altri enti pubblici e associazioni non profit. E lanciano il Social day per premiare le “persone di cuore”. Prossimo traguardo: collaborare con le imprese per il welfare aziendale

CAGLIARI – Una rete di 16 piccoli comuni dell’Area Ovest di Cagliari per migliorare l’assistenza sociale di cittadini e lavoratori. È questo l’obiettivo del progetto “I love Plus” che i comuni di Assemini, Capoterra, Decimomannu, Decimoputzu, Domus De Maria, Elmas, Pula, San Sperate, Sarroch, Siliqua, Teulada, Uta, Vallermosa, Villa San Pietro, Villasor, Villaspeciosa stanno portando avanti da qualche mese. Perché l’unione e la condivisione fanno la forza, soprattutto in un momento in cui le risorse sono scarse, la coperta è corta e le esigenze dei cittadini sono tante.

“Abbracciamo le persone di cuore” è il motto che i 16 comuni hanno sposato, lanciando contemporaneamente un appello ai loro cittadini: “Cerchiamo persone singole o nuclei familiari che si distinguono offrendo, in modo volontario, il loro tempo, le loro energie e le loro risorse economiche a persone che si trovano in situazioni di disagio o fragilità”. “Sappiamo che sono tanti coloro che nelle nostre comunità, spesso in maniera silenziosa, si mettono al servizio dei più deboli e per questo vogliamo celebrarli”, spiega Marina Madeddu, sindaco di Villa San Pietro, comune capofila del progetto.

Le persone segnalate sono state pubblicamente premiate in occasione del Social Day che si è svolto a Cagliari il 12 dicembre 2015, presso la sala Polifunzionale del Parco di Monteclaro. “Una giornata dedicata a tutte le associazioni che si impegnano con dedizione al sociale – prosegue Madeddu – Tutti i cittadini residenti nei 16 comuni hanno segnalato, accedendo al form dal sito www.plusareaovest.it, una o più persone che si sono distinte, a loro giudizio, in azioni meritevoli di riconoscimento sociale”.

Ma il Social Day è stata solo una delle iniziative dei comuni del Plus (Piano locale unitario dei servizi alla persona) Area Ovest ed è parte di un progetto innovativo nella gestione sinergica delle risorse sociali presenti nel loro territorio, attraverso un’integrazione dei servizi già prevista a livello normativo. “La Sardegna – precisa infatti Cristiana Floris, responsabile dell’ufficio di piano locale – a differenza di altre regioni italiane, si è dotata di una legge (23/2005) che prevede che i Plus garantiscano l’integrazione funzionale, gestionale ed operativa tra gli “attori sociali, assistenziali, sanitari”, pubblici e privati, profit e non profit. Ecco perché abbiamo chiamato il progetto I Love Plus: amiamo il concetto di integrazione che è proprio dei Plus”.

Nei mesi scorsi, i comuni hanno avviato un ciclo di incontri con altri soggetti quali l’Inail, i patronati e le associazioni datoriali con lo scopo di fare un vero e proprio censimento di tutte le attività sociali per capire come ciascun attore può contribuire alla realizzazione del progetto, per poi sviluppare patti o protocolli operativi ed evitare duplicazioni di servizi, sovrapposizioni e spreco di risorse.

“Il progetto I Love Plus – conclude Marina Madeddu – nasce dall’esigenza di garantire una migliore gestione delle risorse sociali, assistenziali e sanitarie che a tutti i livelli vengono messe in campo attraverso l’integrazione di tutti gli attori istituzionali e non, a garanzia di livelli essenziali di qualità. Vorremmo anche mettere a disposizione delle imprese la competenza dei comuni per fare welfare aziendale, che il disegno di Legge di Stabilità 2016 mette al centro dell’intervento in ambito lavoristico. Come enti pubblici primari, abbiamo tutta l’esperienza e siamo pronti ad offrire servizi socioassistenziali qualificati alle aziende da destinare ai dipendenti e alle loro famiglie”. (vca)

Lo sportello che aiuta 1.300 studenti disabili. L’85% arriva alla laurea

da Superabile

Lo sportello che aiuta 1.300 studenti disabili. L’85% arriva alla laurea

L’ufficio de La Sapienza di Roma è nato solo nel 2012, ma svolge numerose attività attraverso ausili tecnologici, monetari e studenti tutor selezionati con bando. Ultimo laureato (in videoconferenza) un 55enne affetto da sclerosi multipla che ha svolto tutti gli esami a domicilio

ROMA – “Le persone con disabilità dimostrano, laureandosi, di avere una marcia in più – dice Germana Lancia, responsabile dello Sportello per le relazioni con gli studenti disabili dell’università La Sapienza, la più grande d’Europa -perché nonostante le difficoltà che affrontano nella vita, hanno la forza e la volontà per raggiungere traguardi importanti”. E traguardi importanti sono in molti ad averli superati grazie anche al sostegno che garantisce lo Sportello. Un servizio che oggi sembra la normalità, ma che nasce solamente nel 2012 da un progetto di Lancia, che si sposta in carrozzina elettrica e che si è laureata in giurisprudenza proprio alla Sapienza. Dopo quattro anni di attività, i numeri rendono chiaro il quadro dei servizi offerti.Lo Sportello, al quale può accedere chi ha una disabilità certificata pari o superiore al 66%, assiste 1.300 studenti con disabilità motorie, sensoriali e cognitive, o con un disturbo specifico dell’apprendimento (150).

L’ufficio mette a disposizione degli alunni pc portatili provvisti di sintesi vocale, barra braille, software di ingrandimento testi e video ingranditori. Viene inoltre fornito un servizio di stenotipia che permette alle persone non udenti di leggere su uno schermo quanto spiegato dal docente durante la lezione. Lo studente può così visionare immediatamente, sul monitor del computer, quanto detto del professore e intervenire. Gli alunni disabili possono inoltre richiedere la registrazione audio delle dispense o del materiale didattico di cui necessitano, possono ottenere l’accompagnamento alle lezioni e la possibilità di sostenere esami a domicilio, oltre a facilitazioni di accesso all’università.

Fondamentale è l’assistenza garantita dai tutor, studenti scelti tramite bando, messi a disposizioni degli alunni disabili per aiutarli nella ripetizione delle lezioni, anche per telefono, e nell’organizzazione della vita dell’ateneo. A completare il quadro dei servizi offerti non bisogna dimenticare il permesso temporaneo per accedere alla città universitaria in auto e l’erogazione dei buoni taxi, entrambi volti a favorire la frequenza dello studente disabile. Le persone disabili possono ottenere tra l’altro un contributo monetario annuo pari a 1.100 euro per l’acquisto di attrezzature specialistiche, di carattere non medicale, utili per superare particolari difficoltà individuali che impediscano la partecipazione attiva ai corsi di studi. Infine sono messi a disposizione anche contributi per gli studenti che scelgono di intraprendere viaggi Erasmus per agevolare il loro inserimento nei programmi comunitari.

Lo sportello segue studenti dai 18 agli 81 anni d’età: quasi l’85% di loro raggiunge la laurea. Come Massimo, un signore romano di 55 anni (che non vuole siano pubblicati foto e cognome) affetto dalla sclerosi multipla da quando ne aveva 27, laureatosi pochi giorni fa in scienze giuridiche alla facoltà di giurisprudenza con una tesi dal titolo “La legge delle Guarentigie pontificie”. Massimo è stato il primo studente della facoltà a sostenere tutti gi esami a domicilio, uno addirittura dall’ospedale, e a laurearsi con una commissione che in parte era a casa con lo studente ed in parte era collegata in videoconferenza. (Luca Basiliotti)

Parte da Roma il progetto “Il Valore della Famiglia”

Scuola. Parte da Roma il progetto Age “Il Valore della Famiglia”

Corso per genitori per formare tutor  di educazione affettivo-sessuale certificati che  poi potranno proporre alle scuole specifici progetti per studenti e famiglie, prevendo e contrastando anche ogni tipo di violenza di genere. Primo appuntamento da oggi a sabato a Roma

Azzolini: “Iniziativa a garanzia di un sereno, consapevole e responsabile rapporto genitori-scuola su temi eticamente sensibili”

Il valore della famiglia nell’educazione all’affettività e alla sessualità dei figli. Questo l’obiettivo del progetto “Il Valore della famiglia” che l’Age (Associazione italiana genitori) avvia oggi (17 dicembre)  Roma per “formare tutor che, con specifiche competenze certificate da un attestato, potranno proporre nelle scuole progetti di educazione affettivo – sessuale per studenti e genitori a garanzia delle famiglie nella scuola”, spiega Fabrizio Azzolini, presidente dell’Age. “In questo modo si aiutano i genitori ad acquisire la consapevolezza dei loro diritti costituzionali di libertà per le scelte educative e le competenze necessarie a strutturare un dialogo con i propri figli e i loro docenti sui temi della sessualità e dell’affettività. Genitori preparati e consapevoli su queste tematiche sono inoltre tranquillizzati di fronte ai progetti extracurricolari delle scuole su temi eticamente sensibili, favorendo un rapporto responsabile e sereno famiglia-genitori, una vera alleanza educativa”.

Grazie alla partership con Teen STAR (www.teenstar.it), l’Age promuoverà nei prossimi mesi 2 o 3 corsi (uno per ogni macro area regionale) di 4 giorni (dal giovedì al domenica) per 50 genitori. Si inizia a Roma dal 17 al 20 dicembre presso la Casa “Enrico De Ossò” (Via di Val Cannuta, 134). Quindi, a gennaio dal 21 al 24 ci si sposterà al Nord, in Lombardia la location è ancora da definire. Il terzo nel caso ci sia un esubero di richieste, sarà realizzato al Sud o ancora a Roma dal 18 al 21 febbraio (www.age.it).

Le Age regionali sono mobilitate per informare e sollecitare le associazioni locali a partecipare ai corsi. Nella scelta dei corsisti saranno tenuti presenti il profilo professionale e la loro partecipazione come docenti a corsi tenuti in ambito scolastico. Tra le professioni interessate: presidi e insegnanti di qualsiasi disciplina, pedagogisti, medici, ginecologi, ostetriche, pediatri e formatori di scuole genitori. Al termine del corso verranno rilasciati i crediti formativi.

La domanda di partecipazione va inviata via mail (segreterianazionale@age.it) alla presidenza dell’Age nazionale, a cui è possibile rivolgersi per informazioni, materiali informativi, scheda di partecipazione, numeri di posti previsti per regione. Sarà poi il Consiglio esecutivo nazionale insieme ad un formatore del programma Teen STAR a valutare le domanda e stilare l’elenco dei partecipanti.

Il progetto “Il Valore della famiglia” è stato redatto dalla responsabile dell’Ufficio nazionale formazione dell’Age Giuseppina Zumpano, che dirigerà anche i corsi.

“Un programma fitto attraverso cui – prosegue Azzolini – si formano genitori in grado di educare gli adolescenti alla sessualità e all’affettività prevenendo e contrastando qualsiasi forma di violenza di genere”.

Il Programma Teen STAR (Sexuality Teaching in the context of Adult Responsibility) negli ultimi trentacinque anni ha elaborato un efficace metodo di formazione all’affettività per adolescenti, introdotto con successo in 56 Paesi, in Italia collabora con il Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia dell’Università Cattolica di Milano

Una ricerca del dicembre 2014 pubblicata negli USA, “What Works for Adolescent Sexual and Reproductive Health” (Ciò che funziona per la salute sessuale e riproduttiva degli adolescenti) ha verificato i risultati di 100 programmi di educazione sessuale svolti con giovani minori di 18 anni valutando: l’inizio dell’attività sessuale, con quale frequenza e quando avevano avuto l’ultima relazione sessuale, l’iniziazione e la frequenza di “altre” esperienze sessuali, relazioni sessuali sotto l’influenza di droga e alcol, l’uso del preservativo e di anticoncezionali, malattie di trasmissione sessuale e gravidanza. Il Teen STAR è stato valutato tra i primi 7 programmi che danno risultati positivi.

Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa

Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa

In occasione dell’elaborazione da parte delle scuole del PTOF, mettiamo a disposizione delle strutture una guida operativa elaborata in collaborazione con l’IRSEF-IRFED, con lo scopo di fornire uno strumento di lavoro snello, aperto e flessibile rivolto ai dirigenti scolastici e docenti impegnati, in queste settimane, nell’elaborazione e predisposizione di questo importante documento progettuale.

CISL SCUOLA

 

Piano Triennale dell’Offerta Formativa – Proposta materiali

Nota USR Emilia Romagna 16 dicembre 2015, AOODRER 16402
Piano Triennale dell’Offerta Formativa – Proposta materiali


Allegato 1: IPOTESI DI MODELLO DI DELIBERA CONSIGLIO DI ISTITUTO

 

INTESTAZIONE DELLA SCUOLA

 

 

 

Visto il D.P.R. 275/1999 “Regolamento recante norme in materia di curricoli nell’autonomia delle istituzioni scolastiche” ed, in particolare, l’art. 3 come modificato dalla Legge 13 luglio 2015 n. 107;

 

Vista la Legge 13 luglio 2015 n. 107, recante “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni normative vigenti”;

 

Visto il Piano della performance 2014-16 del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, adottato con D.M. 20/02/2014, prot. n. 133 (confermato con D.M. 28/04/2014, prot. n. 279), in particolare il cap. 5 punto 1, “Obiettivi strategici – istruzione scolastica”;

 

Visto l’Atto di indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca per l’anno 2016;

 

Visto il Rapporto di Autovalutazione dell’Istituto e il Piano di Miglioramento;

 

Visto l’Atto di indirizzo per le attività della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione del …..….. prot. n. ….. adottato dal Dirigente scolastico ai sensi del quarto comma dell’art. 3, del D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275, come modificato dal comma 14 dell’art. 1 della L. n. 107/2015 citata;

 

Vista la delibera del Collegio Docenti di elaborazione del Piano Triennale dell’Offerta Formativa in data …;

 

(EVENTUALE – riportare solo se formalmente acquisiti dal Dirigente scolastico, specificandone la modalità, es. tramite verbalizzazione, scambio di corrispondenza, … rif. punto 5, comma 14, L.n.107/2015) Sentiti i pareri degli Enti Locali e/o delle diverse realtà istituzionali, e/o culturali, e/o sociali, e/o economiche operanti nel territorio;

 

(EVENTUALE – riportare solo se formalmente acquisiti dal Dirigente scolastico, specificandone la modalità, es. tramite verbalizzazione, scambio di corrispondenza, … rif. punto 5, comma 14, L.n.107/2015) Tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori e, per le scuole secondarie di 2° grado, dagli studenti;

 

Il Consiglio d’Istituto

APPROVA

il Piano triennale dell’offerta formativa, che viene inviato all’Ufficio Scolastico Regionale competente ai fini delle verifiche di cui al comma 13, art. 1 della Legge n. 107/2015.

 

L’effettiva realizzazione del Piano resta comunque condizionata alla concreta destinazione a questa Istituzione scolastica delle risorse umane e strumentali ivi individuate.

 

Il Dirigente scolastico assicurerà la pubblicità di legge all’unito Piano triennale dell’offerta formativa (mediante pubblicazione all’albo on line dell’Istituto Scolastico, “Scuola in Chiaro”, ecc.).


Allegato 2: IPOTESI DI MODELLO DI POF TRIENNALE

 

INTESTAZIONE DELLA SCUOLA

 

 

  1. PRIORITÁ STRATEGICHE

Indicarle avendo a riguardo: normativa di riferimento, Linee guida, Indicazioni nazionali e tenendo presente anche le priorità previste nella legge 107, in particolare al comma 7. Si evidenzia che non coincidono con le priorità di miglioramento dei RAV, ma le incorporano al proprio interno.

  1. PIANO DI MIGLIORAMENTO

Il PdM potrà essere incorporato per intero o allegato. In questa sezione, se il PdM viene allegato, indicarne almeno i punti essenziali, come le priorità, i traguardi di lungo periodo, gli obiettivi di processo fissati, le azioni di miglioramento previste su più anni, la scansione di massima dei tempi e le risorse umane e strumentali coinvolte. Andrà evidenziata la ricerca di coerenza tra il POF triennale, il rapporto di autovalutazione, il piano di miglioramento.

  • PROGETTAZIONE CURRICOLARE, EXTRACURRICOLARE, EDUCATIVA E ORGANIZZATIVA

Non si danno indicazioni di dettaglio, in quanto fortemente dipendenti dalla specifica scuola. In questa sezione si inserirà la progettazione della scuola, già presente nell’attuale POF, eventualmente rivista e semplificata, evidenziando che va riportata rispettando l’orizzonte triennale, anche in riferimento alle sezioni “L’identità delle istituzioni scolastiche autonome”, “La flessibilità didattica ed organizzativa” e “La centralità dello studente ed il curricolo di scuola” della nota MIUR prot. n. 2805 del 11.12.2015.

Si suggerisce comunque di indicare:

  • l’organizzazione didattica complessiva (schemi orari, plessi, sedi, tempo scuola, attività, servizi, utilizzo di elementi di autonomia e flessibilità …);
  • le macroaree di progetto ed i progetti specifici in riferimento alle priorità strategiche.

 

 

 

  1. FABBISOGNO DI ORGANICO

In questa sezione si indica il numero di posti di organico, anche in riferimento alle sezioni “L’organico dell’autonomia” e “Reti di scuole e collaborazioni esterne” della nota MIUR prot. n. 2805 del 11.12.2015:

  1. posti comuni e di sostegno

SCUOLA INFANZIA E PRIMARIA

  Annualità Fabbisogno per il triennio Motivazione: indicare il piano delle sezioni previste e le loro caratteristiche (tempo pieno e normale, pluriclassi….)
  Posto comune Posto di sostegno  
Scuola dell’infanzia a.s. 2016-17: n.

 

     
a.s. 2017-18: n.

 

     
a.s. 2018-19: n.      

 

Scuola primaria a.s. 2016-17: n.

 

     
a.s. 2017-18: n.

 

     
a.s. 2018-19: n.  

 

   

 

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO E SECONDO GRADO

Classe di concorso/sostegno a.s. 2016-17 a.s. 2017-18 a.s. 2018-19 Motivazione: indicare il piano delle classi previste e le loro caratteristiche
 

 

 

       
         

 

 

         

 

 

 

Ulteriori elementi: …..

 

  1. Posti per il potenziamento
Tipologia (es. posto comune primaria, classe di concorso scuola secondaria, sostegno…)* n. docenti Motivazione (con riferimento alle priorità strategiche al capo I e alla progettazione del capo III)
     

 

 

     

 

 

     

 

 

* Nella colonna “Tipologia” indicare anche, se esistenti, classi di concorso affini a cui attingere in subordine in caso di mancanza di organico nella classe di concorso principale (Es. A0XX, oppure A0YY o A0ZZ).

 

  1. Posti per il personale amministrativo e ausiliario, nel rispetto dei limiti e dei parametri come riportati nel comma 14 art. 1 legge 107/2015.
Tipologia n.
Assistente amministrativo

 

 
Collaboratore scolastico

 

 
Assistente tecnico e relativo profilo (solo scuole superiori)  
Altro

 

 

 

  1. PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITA’ FORMATIVE RIVOLTE AL PERSONALE

Si suggerisce di fare riferimento anche a quanto indicato alle sezioni “Il piano di formazione del personale” e “Reti di scuole e collaborazioni esterne” della nota MIUR prot. n. 2805 del 11.12.2015. Nel corso del triennio di riferimento l’Istituto scolastico si propone l’organizzazione delle seguenti attività formative, che saranno specificate nei tempi e modalità nella programmazione dettagliata per anno scolastico:

Attività formativa Personale coinvolto Priorità strategica correlata
     

 

 

     

 

 

     

 

 

 

 

 

  1. FABBISOGNO DI ATTREZZATURE E INFRASTRUTTURE MATERIALI

Si suggerisce di fare riferimento anche a quanto indicato alle sezioni “Le attrezzature e le infrastrutture materiali” e “Reti di scuole e collaborazioni esterne” della nota MIUR prot. n. 2805 del 11.12.2015. L’effettiva realizzazione del piano nei termini indicati resta comunque condizionata alla concreta:

Infrastruttura/ attrezzatura Motivazione, in riferimento alle priorità strategiche del capo I e alla progettazione del capo III Fonti di finanziamento
 

 

   
 

 

   
 

 

   
 

 

   

 

L’effettiva realizzazione del piano nei termini indicati resta comunque condizionata alla concreta destinazione a questa istituzione scolastica da parte delle autorità competenti delle risorse umane e strumentali con esso individuate e richieste.

 

Si potranno allegare:

  1. Atto di indirizzo del Dirigente Scolastico
  2. Piano di Miglioramento, se non inserito alla sezione II
  3. Schede progetti
  4. Programmazione didattica dettagliata per l’a.s. 2016-17
  5. .

 

N.B.: l’Organigramma, la Carta dei Servizi, le delibere relative alla valutazione degli studenti, i Regolamenti dell’Istituto ecc. sono pubblicati a norma di legge e visionabili sul sito web dell’Istituto nella sezione Amministrazione Trasparente o in altra area dedicata.

 

Iscrizioni al nuovo anno, si parte il 22 gennaio

da Il Sole 24 Ore

Iscrizioni al nuovo anno, si parte il 22 gennaio

di Claudio Tucci

Iscrizioni on line per l’anno scolastico 2016/2017 al via dalle ore 8.00 del 22 gennaio 2016. Ci sarà poi un mese di tempo, fino alle ore 20.00 del 22 febbraio, per scegliere la scuola più adatta per i propri figli. Queste le date individuate dal ministero dell’Istruzione, che invierà nei prossimi giorni l’apposita circolare a tutti gli istituti.

Per l’infanzia restano i moduli cartacei
Le iscrizioni on line riguardano le classi prime della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado. Ma anche i corsi di istruzione e formazione dei Centri di formazione professionale regionali (nelle Regioni che hanno aderito). L’adesione delle scuole paritarie al sistema delle «Iscrizioni on line» resta facoltativa anche quest’anno. Confermata l’iscrizione cartacea per la scuola dell’infanzia che potrà essere effettuata sempre dal 22 gennaio al 22 febbraio prossimi.

Gli strumenti per le famiglie
La domanda di iscrizione potrà essere compilata per tutto il periodo indicato dal Miur. Senza fretta. Non è previsto che le domande arrivate per prime abbiano la precedenza. Per poter iscrivere i propri figli attraverso il servizio on line è necessaria la registrazione sul portale dedicato (http://www.iscrizioni.istruzione.it) che nei prossimi giorni sarà aggiornato con una nuova veste grafica per rendere più facile la navigazione anche attraverso i dispositivi mobili. La registrazione si potrà effettuare già a partire dal 15 gennaio 2016, per consentire alle famiglie di prendere confidenza con il portale. Sulla pagina web dedicata saranno resi disponibili specifici materiali informativi: video tutorial, brochure, Faq. Il sistema «Iscrizioni on line» si farà carico di avvisare le famiglie in tempo reale, via posta elettronica, dell’avvenuta registrazione e delle variazioni di stato della domanda di iscrizione. Sarà inoltre possibile seguire in ogni momento l’iter della domanda attraverso una App dedicata.

Come scegliere la scuola giusta
Per accompagnare genitori e studenti nella loro scelta, il Miur ha ulteriormente rinnovato il portale «Scuola in chiaro» che raccoglie i profili di tutte le scuole italiane e consente la ricerca rapida degli istituti di zona in base al proprio indirizzo di residenza (http://cercalatuascuola.istruzione.it/cercalatuascuola/). Bastano pochi passaggi per visualizzare la mappa delle scuole disponibili sul proprio territorio, in un raggio da 1 a 30 Km.

Scuola in Chiaro si rafforza
Da quest’anno, sempre su «Scuola in Chiaro», è possibile consultare il Rapporto di Autovalutazione di ciascun istituto che contiene informazioni preziose per la scelta delle famiglie: gli esiti degli studenti, la loro prosecuzione negli studi o nel mondo del lavoro, elementi sull’organizzazione del curricolo, l’organizzazione oraria. Il progetto didattico della scuola è invece reperibile nel Piano dell’offerta formativa che, per effetto della riforma, diventa triennale. Il Piano è il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche e contiene la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia. I nuovi Piani triennali saranno disponibili sui portali delle singole scuole e su «Scuola in Chiaro» in concomitanza con il periodo delle iscrizioni.

Classi in soprannumero: tutela della salute e diritto all’istruzione prevalgono sempre

da Il Sole 24 Ore

Classi in soprannumero: tutela della salute e diritto all’istruzione prevalgono sempre

di Esper Tedeschi

Rispetto alla necessità di mettere in atto le misure che garantiscano la tutela della salute e il diritto all’istruzione, al fine di poter realizzare la personalità di un individuo, vengono meno le disposizioni sull’ambito dimensionale delle classi, con riferimento al numero massimo di studenti suscettibili di essere ammessi. È quanto afferma il Tar Calabria, sezione staccata di Reggio Calabria, ordinanza cautelare del 3 dicembre 2015, n. 306.

Il caso
Il Tar di Reggio Calabria accoglie l’istanza cautelare formulata dal genitore di un alunno, nel ricorso presentato dallo stesso, che aveva chiesto l’inserimento del proprio figlio in una classe a 30 ore, avverso il diniego da parte del dirigente scolastico di un Istituto Statale in ragione della incapienza della classe. L’istanza era motivata dalla circostanza che la possibilità di frequentare la classe prima in un contesto ambientale non estraneo avrebbe favorito l’inserimento nella scuola del bambino colpito da una grave patologia, asseverata da certificazioni mediche. Afferma il Tar che la tutela della salute dell’individuo, unitamente al diritto all’istruzione, impongono l’attuazione di tutte le necessarie misure suscettibili di attribuire pienezza contenutistica a tali fondamentali predicati di realizzazione della personalità e pertanto, il Tribunale ha disposto l’inserimento anche in soprannumero dell’alunno a cura del responsabile dell’Istituto.

I principi costituzionali
Il diritto allo studio è un principio garantito costituzionalmente. L’articolo 34 della Costituzione dispone infatti che la scuola sia aperta a tutti, in tale senso coniugando tale diritto con il principio di eguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione. Tale principio di eguaglianza, detto “formale” risulta integrato dal Costituente con quello dell’uguaglianza “sostanziale”, che conferisce a ciascuno il diritto al rispetto inerente alla qualità e alla dignità di uomo o di donna, in altri termini della “persona”, che in quanto tale può assumere la pretesa di essere messa nelle condizioni idonee ad esplicare le proprie attitudini personali, quali esse siano.
I principi costituzionali assumono per il caso che occupa una rilevanza particolare, perché su essi si fonda il diritto allo studio anche per gli alunni con difficoltà. Peraltro, va ricordato che l’articolo 38 Cost. specifica infatti che «gli inabili e i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale».

Conclusioni
La pronuncia qui commentata – sia pur nella fase cautelare – pone sostanzialmente in evidenza come il nostro ordinamento preveda che l’integrazione scolastica degli alunni con difficoltà non può esaurirsi in un processo di correttezza formale, attento agli adempimenti burocratici, ma è alimentata e, nello stesso tempo, tende a una concezione “alta” tanto dell’istruzione quanto della persona umana, che trova nell’educazione il momento prioritario del proprio sviluppo e della propria maturazione. In questo senso l’ordinamento italiano – come precisato peraltro nelle stesse linee guida dettate in sede ministeriale – individua nella scuola una comunità educante, che accoglie ogni alunno nello sforzo quotidiano di costruire condizioni relazionali e situazioni pedagogiche tali da consentirne il massimo sviluppo.
E nel medesimo verso si configura la norma costituzionale del diritto allo studio, interpretata alla luce delle disposizioni positive, da intendersi, dunque, come tutela soggettiva affinché le istituzioni scolastiche, nella loro autonomia funzionale e flessibilità organizzativa, predispongano le condizioni e realizzino le attività utili al raggiungimento del successo formativo di tutti gli alunni.

Scuola, iscrizioni online dal 22 gennaio

da La Stampa

Scuola, iscrizioni online dal 22 gennaio

Le registrazioni sul sito dedicato dal 15 gennaio

Iscrizioni on line per l’anno scolastico 2016/2017 al via dalle ore 8.00 del 22 gennaio 2016. Ci sarà poi un mese di tempo, fino alle ore 20.00 del 22 febbraio, per scegliere la scuola più adatta per i propri figli. Queste le date individuate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. L’apposita circolare sarà diffusa nei prossimi giorni attraverso il sito www.istruzione.it e sui portali web delle istituzioni scolastiche.

Le iscrizioni on line riguardano le classi prime della scuola primaria e secondaria di I e II grado. Ma anche i corsi di istruzione e formazione dei Centri di formazione professionale regionali (nelle Regioni che hanno aderito). L’adesione delle scuole paritarie al sistema delle iscrizioni on line resta facoltativa anche quest’anno. Confermata l’iscrizione cartacea per la scuola dell’infanzia che potrà essere effettuata sempre dal 22 gennaio al 22 febbraio prossimi.

Per accompagnare genitori e studenti nella loro scelta, il Miur ha ulteriormente rinnovato il portale Scuola in chiaro che raccoglie i profili di tutte le scuole italiane e consente la ricerca rapida degli istituti di zona in base al proprio indirizzo di residenza (http://cercalatuascuola.istruzione.it/cercalatuascuola/).

Bastano pochi passaggi per visualizzare la mappa delle scuole disponibili sul proprio territorio, in un raggio da 1 a 30 Km. Da quest’anno, sempre su Scuola in Chiaro, è possibile consultare il Rapporto di Autovalutazione di ciascun istituto che contiene informazioni preziose per la scelta delle famiglie: gli esiti degli studenti, la loro prosecuzione negli studi o nel mondo del lavoro, elementi sull’organizzazione del curricolo, l’organizzazione oraria.

Il progetto didattico della scuola è invece reperibile nel Piano dell’offerta formativa che, per effetto della riforma, diventa triennale. Il Piano è il documento fondamentale costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche e contiene la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa e organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia. I nuovi Piani triennali saranno disponibili sui portali delle singole scuole e su Scuola in Chiaro in concomitanza con il periodo delle iscrizioni.

La domanda di iscrizione potrà essere compilata per tutto il periodo indicato dal Miur. Senza fretta. Non è previsto che le domande arrivate per prime abbiano la precedenza. Per poter iscrivere i propri figli attraverso il servizio on line è necessaria la registrazione sul portale dedicato (www.iscrizioni.istruzione.it) che nei prossimi giorni sarà aggiornato con una nuova veste grafica per rendere più facile la navigazione anche attraverso i dispositivi mobili.

La registrazione si potrà effettuare già a partire dal 15 gennaio 2016, per consentire alle famiglie di prendere confidenza con il portale. Sulla pagina web dedicata saranno resi disponibili specifici materiali informativi: video tutorial, brochure, Faq. Il sistema Iscrizioni on line si farà carico di avvisare le famiglie in tempo reale, via posta elettronica, dell’avvenuta registrazione e delle variazioni di stato della domanda di iscrizione. Sarà inoltre possibile seguire in ogni momento l’iter della domanda attraverso una App dedicata.

I neodiplomati promuovono i prof ma non aule e laboratori

da La Stampa

I neodiplomati promuovono i prof ma non aule e laboratori

Il 55% ha lavorato anche da studente. I dati del Rapporto sul profilo dei diplomati di AlmaDiploma

L’81% dei diplomati 2015 si ritiene soddisfatto della propria esperienza scolastica. Ma il 46%, se potesse tornare all’età di 14 anni, cambierebbe indirizzo di studio e/o la scuola. È quanto emerge dal XIII Rapporto sul profilo dei diplomati presentato a Roma da AlmaDiploma.

L’indagine, che ha coinvolto più o meno 40 mila studenti di circa 250 istituti scolastici di Lazio, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria e Toscana, fotografa una generazione di giovani «concreti, determinati; consapevoli che il loro futuro dipende in prima istanza dalle loro scelte e dal loro impegno, nello studio così come nel lavoro. In altre parole, una generazione smart e tutt’altro che choosy».

Gli studenti freschi di maturità danno buoni voti ai loro insegnanti, per competenza (ne è soddisfatto il 77%), per chiarezza espositiva (71%), disponibilità al dialogo (70%), capacità di valutazione (61%). Meno apprezzate invece le infrastrutture degli istituti, soprattutto l’adeguatezza dei laboratori e delle aule (52%), degli impianti e delle attrezzature sportive (49%).

I neodiplomati riconoscono l’importanza del life-long learning, considerano il lavoro come esperienza per la realizzazione personale (l’83% si identifica «molto» o «moltissimo» con questa affermazione) e hanno la consapevolezza che con l’impegno personale si possano raggiungere buoni risultati scolastici (83%). Il 6% si è infatti diplomato con 100 o 100 lode, il 9% con un voto tra 91 a 99, il 50% con un voto da 71 a 90; il 35% con 60-70 su 100.

Questi ragazzi hanno svolto esperienze di studio all’estero e stage; l’85% ha considerato il tirocinio fondamentale per la propria formazione. Inoltre, negli anni di scuola – conclude AlmaDiploma – i giovani smart, oltre ad impegnarsi nello studio, hanno lavorato (55%), hanno praticato sport (64%), hanno fatto volontariato (18%) e svolto attività culturali (49%).

Il 46% poi è pentito del suo percorso formativo. In particolare, il 12% ripeterebbe il corso ma in un’altra scuola, l’8% sceglierebbe un diverso indirizzo/corso della propria scuola e il 27% cambierebbe sia scuola che indirizzo. La quota dei diplomati che cambierebbe corso e/o scuola è più elevata tra i professionali (50%); seguono tecnici (48%) e liceali (45%). Il 43% lo farebbe principalmente per studiare materie diverse, il 21% per compiere studi che preparino meglio al mondo del lavoro, il 14% per compiere studi più adatti in vista dei successivi studi universitari.

Il 14% dei diplomati è anche incerto sul suo futuro formativo e professionale. Al momento dell’intervista il 59% intendeva iscriversi all’università, il 16% pensava di cercare un lavoro, il 6% riteneva di riuscire a coniugare entrambe le attività. La maggior parte degli incerti si rileva tra i tecnici (23%), a seguire professionali (20%) e liceali (8%).