Francesco, Laudato si’

Un consiglio di lettura natalizio:“LAUDATO SI’, l’enciclica di papa Francesco

di Mario Coviello

 

File 20-12-15, 18 16 03E’ difficile sfuggire al fascino morale e intellettuale dell’Enciclica Laudato Si’. Papa Francesco lancia una sfida a chiunque, credente o non credente, condivida la sorte dei coinquilini del pianeta. Un pianeta esposto al saccheggio, allo scarto e allo spreco, alle manovre e alle culture predatorie di poteri e istituzioni che scippano un futuro comune. Un pianeta che non è intrinsecamente nostro. Un mondo di natura e cultura che non abbiamo ereditato dai nostri padri, ma abbiamo preso in prestito dai nostri figli, come ci ricorda una massima di saggezza amerindia cui Papa Francesco è molto affezionato. La lettera enciclica Laudato si’ è un profondo inno alla vita e una summa ecologica, una magna carta del creato. È un appello realista per l’urgente salvaguardia della «nostra casa comune» rivolto a tutti.

«Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?». Questo interrogativo è il cuore della Laudato si’. E papa Francesco prosegue: «Questa domanda non riguarda solo l’ambiente in modo isolato, perché non si può porre la questione in maniera parziale», e questo conduce a interrogarsi sul senso dell’esistenza e sui valori alla base della vita sociale: «Per quale fine siamo venuti in questa vita? Per che scopo lavoriamo e lottiamo? Perché questa terra ha bisogno di noi?»: se non ci poniamo queste domande di fondo – dice il Pontefice – «non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti».

L’enciclica è una critica serrata e aperta al modello di gestione del mondo imposto dalla globalizzazione capitalistica di un’economia che non rispetta l’uomo, alla sottomissione della politica al potere tecnocratico e finanziario e al tempo stesso è un programma educativo rivolto ad ogni persona che abita la comune terra destinato a scavare nel tempo per la costruzione di una nuova umanità.

Tutto è connesso

Il filosofo Salvatore Veca così sintetizza l’enciclica“L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme. Non c’è ecologia senza una adeguata antropologia”….“Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale”. C’è la dimensione naturale, c’è la dimensione umana, c’è la dimensione sociale, c’è la dimensione culturale. Perciò l’insieme delle disfunzioni che fanno gemere la terra “ci pone di fronte all’urgenza di procedere in una coraggiosa rivoluzione culturale”, che ci porti ad un’ “ecologia integrale”. Questa visione “ci impedisce di considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita. Siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati”. “Il degrado della natura è strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana”.

Questa prospettiva aiuta a comprendere che tutti i problemi sono interconnessi e devono essere affrontati simultaneamente, specie il riscaldamento globale e la povertà delle moltitudini ( “grido della terra e grido dei poveri “).

Il Dio cristiano non è la solitudine dell’Uno ma la comunione e la relazione della Santissima Trinità, sempre ed eternamente interconnessi. Se Dio-Trinità è relazione, allora tutta la creazione rispecchia la natura relazionale di tutte le cose.

Da questo concetto ne deriva un altro, quello dell’interdipendenza tra tutti e della corresponsabilità collettiva per il destino comune, della Terra e dell’umanità. Per Papa Francesco, i disastri ecologici e il cambio climatico non sono il risultato di comportamenti individuali – anche se questi hanno la loro influenza – ma degli attuali modelli di produzione e di consumo. Pratichiamo la  cultura dello scarto, che colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano velocemente in spazzatura “…..gli esclusi sono la maggior parte del pianeta, miliardi di persone.”

Un altro concetto chiave è quello della cura, una relazione amorosa e non dominatrice con la natura ,che si oppone frontalmente al paradigma della modernità che è la dominazione dell’altro, dei popoli e della natura.

La terra è la “casa comune” . Cosi è più facile ricordare che tutti abitano lo stesso spazio e sono fratelli e sorelle gli uni degli altri e di fratello Sole, sorella Luna e figli della Madre Terra. Questa visione di una fratellanza universale deriva dalla mistica cosmica di San Francesco, fonte d’ispirazione di tutta l’enciclica.

Ho molto apprezzato la lettura dell’Enciclica che Marco Vitale ci ha proposto, e soprattutto l’efficace sintesi in sette punti di che cosa l’enciclica “non è”: non è contro la scienza e la tecnica, né contro la libertà d’impresa o contro il mercato. E’ invece contro l’estensione abnorme, a tutte le attività umane, del calcolo economico-finanziario.

E La teologa Lucietta Scaffia aggiunge «Papa Francesco si mette dalla parte dei poveri, che non sanno neppure cos’è l’ecologia intesa come ideologia, come proposta scientifica e politica, ma che pagano i prezzi più alti dell’inquinamento, e continuano a pensare che i problemi più gravi per loro siano il lavoro, la proprietà della terra, la possibilità di frequentare una scuola o di essere curati in un ospedale. I poveri che così spesso non collegano le malattie che li travagliano con l’acqua che sono costretti a bere, con i rifiuti tossici con i quali sono costretti a convivere. È a costoro che il papa si rivolge, rivendicando i loro diritti e rivelando al mondo quale sia la nuova forma di violenza alla quale sono sottoposti».

E ancora il filosofo Salvatore Veca “…Si osservi che nell’Enciclica il termine “bellezza” è impiegato con insistenza (in particolare, § 215). Perché l’esperienza della bellezza sospende l’atteggiamento del possesso e del consumo immediato e genera l’atteggiamento del rispetto, della devozione, dell’ascolto e dell’attenzione verso l’altro. O verso l’Altro, nella varietà delle nostre credenze religiose e non religiose.

L’esperienza della bellezza, viene da dire, ci consente di rintracciare un qualcosa che vale di per sé, e non un qualcosa che vale come mezzo per i nostri mutevoli scopi. In tempi difficili e opachi, il senso della bellezza sembra suggerire che un altro mondo è possibile. Un mondo in cui valga la pena di vivere vite che hanno senso, quale che sia, per chi le vive. E Laudato Si’ ci dice con forza e radicalità che questo mondo possibile non è indipendente dalla nostra concreta assunzione di responsabilità ecologica e sociale.

Di ciò, credenti e non credenti, siamo semplicemente molto grati al suo autore.”

Un anno senza Bomprezzi e la sua “forza gentile”

da Superabile

Un anno senza Bomprezzi e la sua “forza gentile”

Un anno fa moriva Franco Bomprezzi, il ricordo delle associazioni. La Ledha: il Centro antidiscriminazione era uno dei suoi progetti ed è stato naturale intitolarlo a lui. Non alla sua memoria, ma alla sua presenza

MILANO – Quando nel 2013 si è candidato al Consiglio regionale della Lombardia amava denifirsi “la forza gentile a rotelle”. E in questo primo anno di sua assenza, la sua forza gentile ha raccolto i risultati. Se Milano, infatti, ha vinto l’Access city award, prestigioso premio di città più accessibile dell’Unione Europea, è grazie anche all’impegno di Franco Bomprezzi, che è stato senza ombra di dubbio un grande giornalista e una grande forza di cambiamento. Bene ha fatto il Comune ha iscriverlo al Famedio tra i grandi della città. “Ci manca la sua forza e la sua capacità di leggere in profondità i fatti – ha detto oggi Giuseppe Bettoni, sacerdote e amico di Franco durante la Messa celebrata per ricordarlo -. Ci ha insegnato a non desiderare mondi ideali, ma a cambiare la condizione in cui ci si trova, come lui ha fatto durante la sua vita”.

Come presidente della Lega per i diritti delle persone con disabilità (Ledha) ha promosso e contribuito al lavoro che ha visto insieme istituzioni e associazioni per rendere l’Expo e la città accessibile a tutti, anche se poi è scomparso, il 18 dicembre scorso, prima di poter vedere i frutti del suo impegno. A chi, tra il terzo settore, tendeva a evidenziare soprattutto le cose che non funzionavano, lui ripeteva: “Non c’è spazio ora per le polemiche, stiamo vivendo un’occasione preziosa di collaborazione per migliorare la città”. Oggi la Ledha ha pubblicato un lungo ricordo “Un anno senza Franco. Un anno con Franco”: “La nostra città e la nostra regione, almeno per quest’anno, si sono trasformati in uno straordinario laboratorio dell’inclusione, in un modo che forse neanche Franco, sognatore per eccellenza, avrebbe potuto prevedere. Girando per Expo e per la città, ogni volta che si incontrava una famiglia o un gruppo di amici, con una persona con disabilità, non poteva scappare un pensiero e un sorriso pensando che quella presenza era possibile grazie al lavoro svolto da Franco negli ultimi anni della sua vita, bussando a tutte le porte e cercando di convincere tutti gli interlocutori che la scommessa di Expo accessibile doveva essere prima assunta e quindi vinta”.

La Ledha ha dedicato a Bomprezzi il Centro antidiscriminazioni. Perché di lavoro per abbattere ogni tipo di barriere ce n’è ancora tanto da fare. “È stato anche un anno difficile, in cui abbiamo visto aumentare le segnalazioni di problemi e di discriminazione, con pericolosi arretramenti sulla bontà stessa dell’idea di inclusione sociale, persino nel campo della scuola, oltre che in quello del lavoro, della mobilità e della vita indipendente. Un anno in cui però abbiamo visto come le nostre iniziative di promozione e di tutela sono sempre più considerate significative dalle persone con disabilità, dai loro familiari e dalle nostre associazioni. Anche il Centro Antidiscriminazione era uno dei progetti di Franco ed è stato naturale intitolarlo a lui. Non alla sua memoria, ma alla sua presenza”. (dp)

Lettera aperta al Cardinale Bertone

IL CARDINALE BERTONE CONTINUA A SBROCCARE

 

di Paolo Farinella, prete

 

Genova, 20-12-2015 – Domenica IV di Avvento-C

 

Sig. cardinale Tarcisio Pietro Evasio Bertone,

che lei sia sempre stato inadeguato ai ruoli e compiti che ha svolto, è davanti agli occhi di tutti: da Vercelli, dove lasciò lo scandalo dei candelieri e della casa dei suoi ristrutturata – a quanto si disse al tempo della visita di Papa Benedetto a Romano Canavese (20-07-2009) – con contributi pubblici; da Genova dove non lasciò alcuna traccia significativa, ma scelse come plenipotenziario del Galliera, il prof. Giuseppe Profiti, al centro di ogni ben di Dio; da segretario di Stato dove ha distrutto la credibilità della Chiesa universale con la sua incapacità di governo, privo di qualsiasi discernimento, ma dedito a costruire una rete di fedelissimi per perpetuare il suo potere anche da pensionato e da morto; infine da cardinale in pensione con il miserevole attico e appartamento di 296 mq dove vive con tre suore e magari si rilassa, giocando a golf negli appropriati corridoi. Mi piacerebbe sapere se le suore hanno anche il compito di raccattapalle.

 

Leggo sui giornali di oggi (19-12-2015) che lei ha deciso «ex abundantia cordis» di donare all’ospedale «Bambin Gesù» un contributo di € 150 mila, attinti come da lei dichiarato, dai «miei risparmi e dai vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni per finalità caritative». Mi faccia capire perché c’è qualcosa che non quadra. Non sto a questionare sul fatto che la ristrutturazione è costata € 300 mila, per cui ne mancherebbero la metà. Mi lascia esterrefatto la notizia che lei ha preso questi soldi «dai vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni per finalità caritative», cioè non per lei, ma perché lei li desse per gli scopi per cui li ha ricevuti o, genericamente, per opere di carità. Invece lei dice che attinge da questi «vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni» per pagare il suo appartamento. Non solo, ma lei parla di «vari anni», lasciando intendere un solo senso: lei ha trattenuto per anni contributi ricevuti per beneficenza. Mi perdoni, quando pensava di darli in beneficenza, alla sua morte per testamento?

 

Il buco che lei vuol coprire risulta più grande della toppa che cerca disperatamente di metterci su senza riuscirci perché la sua maldestra difesa aggrava ancora di più la sua posizione che l’espone, per le sue stesse parole, al ludibrio della gente perbene che vede nei suoi comportamenti una miserabile attitudine alla superficialità che è colpa ancora più grande della delinquenza di persone come lei che dicono di volere rappresentare quel Dio che accusa chi veste di porpora di essere soci della casta del potere. Non solo lei ha trattenuto nel suo conto personale denari ricevuti per beneficenza, ma li ha anche trattenuti per «vari anni», lucrando magari sugli interessi che dalle parti dello Ior, gestito da suoi uomini e da lei stesso, potrebbero essere stati più che generosi.

 

Lei ha rubato due volte ai poveri: la prima volta trattenendo questi denari non suoi e la seconda volta facendosi bello con l’ospedale «Bambin Gesù» dando soldi non suoi, ma quelli della beneficenza che non ha donato negli anni passati. In ultima analisi, poiché è il totale che fa la somma (copyright Totò), lei non sborsa nulla di tasca sua, ma paga tutto sempre con denaro di beneficenza. Complimenti, esimio cardinale!

 

La rovina dei preti sono sempre i soldi. Per questo sproloquiate di celibato perché così siete più liberi di amare «mammona iniquitatis», fornicando giorno e notte senza essere visti da alcuno. Se il tempo che dedicate a difendere il celibato dei preti, che solo pochi rispettano (e lei lo sa perfettamente!) o a condannare i gay laici – visto che preti, vescovi, monsignori e cardinali lo sono ad abundantiam – o a sproloquiare di separati e divorziati, di cui non sapete nulla, lo dedicaste a proibire ai preti di gestire denaro, fareste una cosa preziosa per il mondo e per la Chiesa. Sicuramente due terzi del clero lascerebbe la Chiesa, ma con il terzo che resta e con l’aiuto dei preti ridotti allo stato laicale perché sposati, ripresi in servizio, saremmo capaci di rivoluzionare il mondo, oltre che il Vaticano, covo di malaffare e di depravazione senza misura.

 

Tanti anni fa, quando era potente, io la ripudiai pubblicamente insieme al suo amico e sodale Berlusconi, da cui lei – o lui da lei? – «prese lo bello stile che le ha fatto (dis)onore» e oggi sono contento di avere visto lungo e giusto. Lei mente dicendo di essere salesiano; se lo fosse veramente, avrebbe agito come il cardinale Carlo Maria Martini, il quale, date le dimissioni, si è ritirato in una casa di Gesuiti abitando in una stanza 6×4 con letto, tavolo, armadio, servizi e un assistente personale perché malato, partecipando alla vita comunitaria da cui proveniva. Scegliendo di accorpare due appartamenti con i soldi della beneficenza, lei ha dimostrato non solo di non credere in Dio, ma di dare un pugno nello stomaco a Papa Francesco che sta provando a dire ai cardinali, ai vescovi e ai preti che c’è anche un piccolo libretto che si chiama Vangelo. A lei, di sicuro non interessa, perché come i fatti dimostrano, lei legge solo «Gli Attici degli Apostoli».

 

Con profonda disistima perché la conosco dai tempi di Genova, senza rimpianti.

 

Paolo Farinella, prete – Genova

Stabilità, scoppia il caso Isee: bocciata la norma sull’esenzione per i disabili

Stabilità, scoppia il caso Isee: bocciata la norma sull’esenzione per i disabili

L’Aula della Camera (con 278 no, 131 si’ e 30 astenuti) ha respinto l’emendamento di Fratelli d’Italia che chiedeva di escludere dal computo dei redditi per la determinazione dell’indicatore le pensioni di invalidita’ e le indennita’ di accompagnamento

L’Aula della Camera (con 278 no, 131 si’ e 30 astenuti) ha respinto l’emendamento di Fratelli d’Italia, a cui il governo aveva dato parere contrario, che chiedeva di escludere dal computo dei redditi per la determinazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee), le pensioni di invalidita’ e le indennita’ di accompagnamento. Prima del voto sull’emendamento era stata bocciata anche la proposta di accantomamento per verificare le coperture (richiesta avanzata da Sel e Lega). La proposta di accantonamento e’ stata respinta per 130 voti di differenza.

Il caso esplode dopo l’approvazione dell’emendamento sulla Carta della Famiglia. A chiedere un intervento correttivo e’ Fratelli d’Italia, con un emendamento a doppia firma Fabio Rampelli e Giorgia Meloni, per escludere appunto dal computo dei redditi per la determinazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee), le pensioni di invalidita’ e le indennita’ di accompagnamento. Il vice ministro dell’Economia, Enrico Morando, spiega che “la sede” per la riforma dell’Isee non e’ la Legge di stabilita’. “Se dobbiamo riformare l’Isee- sottolinea- potremmo farlo molto presto utilizzando il collegato sulle politiche sociali, quella e’ la sede in cui realizzare la riforma dell’istituto, se si riterra’ necessaria”. L’esclusione delle pensioni di invalidita’ e delle indennita’ di accompagnamento, come redditi aggiuntivi, viene sostenuta anche da Sel e Movimento 5 stelle perche’, sottolineano, “si sottraggono risorse ai piu’ deboli”. In dissenso dal gruppo del Pd, la deputata Ileana Argentin.

Anche il capogruppo del Pd, Ettore Rosato, interviene per ribadire quanto detto precedentemente dal viceministro all’Economia Enrico Morando, e cioe’ che la riforma dell’Isee sara’ valutata nel collegato alla Legge di stabilita’ sulle politiche sociali. “Io chiedo- sottolinea Rosato- che il governo  continui nell’impegno assunto di fronte al parlamento di verificare gli approfondimenti nel collegato gia’ predisposto alla legge di stabilita’. E’ un approfondimento che faremo con gli altri gruppi per arrivare alla norma migliore possibile. Discuterne nella Legge di stabilita’ oggi non e’ opportuno”.
Replica, dal gruppo M5s, Riccardo Nuti: “Quando si discusse del problema di ‘quota 96’, proprio da quei banchi del governo ci dissero che si sarebbe affrontato in un altro provvedimento. Era tutto falso, dopo un anno e mezzo il problema ‘quota 96′ e’ ancora qui presente. Oggi dite che la questione Isee sara’ risolta in un altro provvedimento…”. (DIRE)

Un nuovo mondo per i ciechi, ecco come ritrovare la vista con il suono

Un nuovo mondo per i ciechi, ecco come ritrovare la vista con il suono

Dare la vista ai ciechi con il suono. Come? Sviluppando e allenando l’udito a percepire e a identificare gli oggetti circostanti. E’ la sfida che parte da Reggio Emilia dove Irene Lanza, giovane ceo della start up “Soundsight Training”. Parte il crowfunding

REGGIO EMILIA – Dare la vista ai ciechi con il suono. Come? Sviluppando e allenando l’udito a percepire e a identificare gli oggetti circostanti. E’ la sfida che parte da Reggio Emilia dove Irene Lanza, giovane ceo della start up “Soundsight Training”, ha sviluppato una realtà acustica virtuale che permetterà ai non vedenti di allenare il proprio udito a percepire e identificare gli oggetti. “Fino a poter riuscire a tirare in porta o mettere a segno un tiro libero a basket”, spiega provocatoriamente. Il prototipo del software è pronto e da lunedì prossimo sarà on line una campagna di crowfunding sulla piattaforma Kickstarter, con l’obiettivo di raccogliere i 250.000 euro necessari a svilupparlo e renderlo accessibile a tutti.

Già, perché -se tutto andrà secondo i piani- dal 2017 il software sarà libero e open source. Irene Lanza, studentessa di 25 anni di ingegneria gestionale dell’Università di Modena e Reggio Emilia, assessore nel Comune reggiano di Rio Saliceto con le deleghe ad Ambiente e Politiche giovanili, e Ceo della società Soundsight Training (qui la pagina Facebook) si è posta dunque un obiettivo che potrebbe davvero rivoluzionare la vita delle persone cieche, sfruttando una tecnica che può essere adottata anche dai normodotati per aumentare la percezione di sé nell’ambiente. In una parola: ecolocalizzazione, ovvero lo stesso principio del sonar, la tecnica del pipistrello. Ma come è nata l’idea, come funziona il software, quando e grazie a chi è stata sviluppata?
“Oggi nel mondo c’è una ampia disponibilità di tecnologia sonora, che viene usata soprattutto per l’intrattenimento”, spiega Lanza. “Il nostro obiettivo è, fedeli al trattato di Marrakech (l’accordo internazionale, firmato il 28 giugno 2013 per favorire la circolazione e la diffusione di libri accessibili, ndr), favorire la circolazione e la diffusione di libri accessibili”.

Attualmente infatti “i non vedenti hanno accesso a una percentuale di libri stimata fra l’1 e il 5% di quelli presenti sul mercato”, sottolinea la reggiana. “In questo momento lavoriamo su un prototipo dimostrativo già testato da non vedenti- prosege l’ideatrice del progetto- che può essere utilizzato con un normale computer. Servono due periferiche: cuffie e microfono. Grazie al microfono il non vedente dà un input e ascolta il ritorno dell’eco in base all’ambiente simulato all’interno del software. Il principio è lo stesso del sonar, la tecnica del pipistrello. Allenandosi, anche i vedenti possono migliorare le loro capacità. Chiunque potrebbe imparare ad ecolocalizzarsi in base al suono”.

Per sviluppare il software “abbiamo lavorato con un gruppo di tre volontari, tutti non vedenti: Cecilia Camellini di Formigine (già campionessa paralimpica di nuoto) e i reggiani Luca Reverberi e Matteo Severi. Abbiamo chiesto loro di indovinare se un pannello di 50 per 20 centimetri fosse alla loro destra o alla loro sinistra, e se era fatto di cartone o di plexiglas. Sono riusciti a dare le risposte corrette in meno di un pomeriggio lavoro. Utilizzando il nostro software, si impara a spostare l’attenzione del cervello non più sulle immagini, ma sui suoni e sull’eco”.

Insomma, un risultato “straordinario- sottolinea ancora Lanza- ottenuto in meno di un anno di lavoro”. E parte del merito va all’Università di Modena e Reggio Emilia. “Grazie all’Università, ho potuto frequentare per sei mesi il corso Cbi (Challenge Based Innovation) del Cern di Ginevra insieme a studenti provenienti da Università di tutto il mondo. Siamo stati divisi in team. Al mio è stata affidata questa sfida: trovare una soluzione tecnologica per i non vedenti. Durante questa esperienza ho avuto la fortuna di conoscere i miei due attuali compagni di viaggio, Marco Manca (italiano, medico, 37 anni, lavora ancora al Cern) e Henrik Kjeldsen (ingegnere informatico tedesco di 37 anni che nel frattempo si è trasferito a San Francisco per lavoro), con i quali ho iniziato a lavorare nel febbraio 2015″.

Ora però “abbiamo un problema- prosegue Lanza- e cioè come possiamo continuare a sviluppare il software a budget zero. Per questo abbiamo deciso di lanciare la campagna di crowfunding con l’obiettivo di raccogliere 250 mila euro. Su Kickstarter pubblicheremo un nostro video di presentazione girato insieme ai nostri volontari. I soldi serviranno per arrivare in un anno ad avere non più solo un prototipo dimostrativo, ma un prodotto che i non vedenti potranno utilizzare”. E sulla scelta dell’open source, cioè di fornire liberamente il software, aggiunge: “Stiamo parlando di uno strumento educativo. Sarebbe sbagliato? E’ contrario al trattato di Marrakech tenerlo chiuso in uno scrigno e non condividerlo”. Una scelta che fa onore al team di Soungsight Training. Se diffuso su larga scala, questo software potrebbe infatti aiutare milioni di persone, ma al tempo stesso, ovviamente, valere un mucchio di soldi. (DIRE)

La Giunta Esecutiva, da cui tutto ha origine

La Giunta Esecutiva, da cui tutto ha origine

di Gerardo Marchitelli

 

1. Premessa.

La finalità perseguita da questo lavoro, come osserva il Consiglio di Stato nel parere sulla legge n. 241 del 90, è quella di rendere concrete le responsabilità, evitando che “queste sfumino, nell’ambito dell’apparato o si nascondano dietro l’autorità di vertice”.

 

2. Il Direttore dei servizi generali amministrativi (DSGA): diretta responsabilità amministrativa.

Il Contratto Collettivo Scuola assegna al DSGA la responsabilità diretta dell’attività di istruzione, della predisposizione e formalizzazione degli atti amministrativi e contabili. E’ funzionario delegato e ufficiale rogante. Ai sensi dell’art 6 della legge 241 del 90 e s.m.i, il tutto, si articola, nelle seguenti azioni e responsabilità:

a) valutazione, ai fini istruttori, delle condizioni di ammissibilità, dei requisiti di legittimazione ed i presupposti che siano rilevanti per l’emanazione di provvedimento finale da parte del dirigente scolastico;

b) adozione di ogni misura per l’adeguato e sollecito svolgimento dell’istruttoria.

c) proposte di momenti di studio su determinati atti o procedure;

d) cura degli atti deliberati dagli organi collegiali;

e) comunicazioni, pubblicazioni e notificazioni previste dalle leggi e dai regolamenti;

f) predispone il provvedimento finale da adottare da parte del dirigente scolastico non ricompresi espressamente dalla legge tra le funzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo del Consiglio di Istituto, allegando relazione sui requisiti di legittimazione e di ammissibilità.

g) predispone e presenta in Giunta esecutiva, il bilancio preventivo e le eventuali variazioni, nonché il conto consuntivo

h) relaziona in Giunta Esecutiva sul procedimento finale predisposto in ordine alle condizioni di ammissibilità, ai requisiti di legittimazione e ai presupposti rilevanti per l’adozione del provvedimento finale da parte del consiglio di istituto.

L’elencazione suddetta non è da considerarsi né tassativa né tantomeno esaustiva in quanto il DSGA ha il compito di porre in essere tutte quelle attività necessarie per la conclusione del procedimento amministrativo nel rispetto delle disposizioni del settore scuola.

 

  1. IL DSGA e la Giunta Esecutiva.

E’ di notevole importanza, il ruolo del DSGA, in seno alla Giunta Esecutiva; questa, rappresenta la sede in cui si valutano i requisiti di ammissibilità dei vari provvedimenti da adottare in Consiglio di Istituto. Qui si incontrano la forma e la sostanza della giurisprudenza. Si giustificano le ragioni giuridiche affinchè il tutto sia “ammissibile”. La Giunta esecutiva “prepara i lavori del consiglio di istituto e cura l’esecuzione delle relative delibere”. In relazione alle risultanze dell’istruttoria, Il DSGA, presenta alla Giunta Esecutiva, una relazione scritta e sottoscritta, con valenza puramente interna all’amministrazione, in cui motiva e giustifica la proposta di provvedimento finale. Competerà al Consiglio di istituto decidere come concludere il procedimento ed il tipo di provvedimento da adottare.

La Giunta, in cui il dirigente è Presidente, è di fatto, il filtro giuridico, è il passaggio che sancisce l’ammissibilità dei provvedimenti, ma è anche l’organo a salvaguardia delle responsabilità amministrative del Presidente del Consiglio di istituto (componente genitoriale) e dell’intero Organo ( il dirigente è membro).

Infatti, in ordine agli atti amministrativi, il “potere esecutivo” della Giunta, si esprime attraverso la responsabilità unica e diretta dell’istruttoria del DSGA nella predisposizione e formulazione del provvedimento finale da adottare dal Consiglio di Istituto; quest’ultimo, legittima con le sue delibere l’operato dell’esecutivo. Nel caso in cui il Consiglio di istituto dovesse discostarsene dovrà indicarne le motivazioni nel provvedimento finale, motivazioni in termini di fatto e di diritto. Le ragioni di questa nuova e diversa adozione di provvedimento determina una traslazione di responsabilità dal DSGA al Consiglio di istituto, titolare della competenza finale (adozione dell’atto).

Qualora all’interno dell’U.O., non vi è personale amministrativo in possesso della competenza e della professionalità richieste dal procedimento da trattare, l’incarico può essere conferito a dipendenti di altra unità dell’amministrazione o a soggetti esterni, secondo quanto stabilito dal D.I. n.44 del 2001. In tal caso, il DSGA, dovrà coordinare tutte le attività relative all’oggetto del procedimento stesso e le fasi di competenza e/o di utilizzo di risorse umane dell’Unità Organizzativa dell’amministrazione incaricata o del professionista/esperto esterno all’amministrazione. La relazione scritta del DSGA, sulle proposte dei provvedimenti finali da adottare, rappresenta il “core” da cui si diramano tutte le azioni e le responsabilità.

Se nel Piano delle attività del personale ATA non è individuato il responsabile di quel determinato procedimento o non è riportato sugli atti dell’istruttoria, tale figura coincide con quella del DSGA preposto all’U.O. competente per il procedimento in questione. Il dirigente scolastico, come gli altri membri, possono chiedere in Giunta Esecutiva, per ogni provvedimento, una ulteriore indagine istruttoria o indire momenti di studio del personale amministrativo inerente l’oggetto del provvedimento da adottare.

 

Non deve sfuggire, quanto riportato nell’art. 10 della legge n.297 del 94:

“il consiglio di istituto, fatte salve le competenze del collegio dei docenti e dei consigli di intersezione, di interclasse, e di classe, ha potere deliberante, su proposta della Giunta, per quanto concerne l’organizzazione e la programmazione della vita e dell’attività della scuola, nei limiti delle disponibilità di bilancio”, nelle seguenti materie:

a) adozione del regolamento interno del circolo o dell’istituto che deve fra l’altro, stabilire le modalità per il funzionamento della biblioteca e per l’uso delle attrezzature culturali, didattiche e sportive, per la vigilanza degli alunni durante l’ingresso e la permanenza nella scuola nonché durante l’uscita dalla medesima, per la partecipazione del pubblico alle sedute del consiglio;
b) acquisto, rinnovo e conservazione delle attrezzature tecnico-scientifiche e dei sussidi didattici, compresi quelli audio-televisivi e le dotazioni librarie, e acquisto dei materiali di consumo occorrenti per le esercitazioni;
c) adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali;
d) criteri generali per la programmazione educativa;
e) criteri per la programmazione e l’attuazione delle attività parascolastiche, interscolastiche, extrascolastiche, con particolare riguardo ai corsi di recupero e di sostegno, alle libere attività complementari, alle visite guidate e ai viaggi di istruzione;
f) promozione di contatti con altre scuole o istituti al fine di realizzare scambi di informazioni e di esperienze e di intraprendere eventuali iniziative di collaborazione;
g) partecipazione del circolo o dell’istituto ad attività culturali, sportive e ricreative di particolare interesse educativo;
h) forme e modalità per lo svolgimento di iniziative assistenziali che possono essere assunte dal circolo o dall’istituto;
i) delibera il bilancio preventivo e il conto consuntivo e dispone in ordine all’impiego dei mezzi finanziari per quanto concerne il funzionamento amministrativo e didattico dell’istituto;
l) delibera il Ptof.
m) prelievi dal fondo di riserva disposti con provvedimento del dirigente, presentati in Giunta, ratificati dal Consiglio d’istituto per la conseguente modifica del programma, da adottare entro i successivi 30 giorni.

Sempre su proposta della Giunta esecutiva:

“indica, altresì, i criteri generali relativi alla formazione delle classi, all’assegnazione ad esse dei singoli docenti, all’adattamento dell’orario delle lezioni e delle altre attività scolastiche alle condizioni ambientali e al coordinamento organizzativo dei consigli di intersezione, di interclasse o di classe; esprime parere sull’andamento generale, didattico ed amministrativo, del circolo o dell’istituto, e stabilisce i criteri per l’espletamento dei servizi amministrativi.
Esercita le funzioni in materia di sperimentazione ed aggiornamento previste dagli articoli 276 e seguenti. Esercita le competenze in materia di uso delle attrezzature e degli edifici. Delibera, sentito per gli aspetti didattici il collegio dei docenti, le iniziative dirette alla educazione della salute e alla prevenzione delle tossicodipendenze previste dall’articolo 106 del testo unico approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990 n. 309. Si pronuncia su ogni altro argomento attribuito dal testo unico, dalle leggi e dai regolamenti, alla sua competenza”.

In merito, è bene sottolineare che spettano al Dirigente tutti i compiti, compresa l’adozione degli atti e provvedimenti amministrativi che impegnano l’amministrazione verso l’esterno, non ricompresi espressamente dalla legge tra le funzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo del Consiglio di Istituto.

Per quanto sopra, i poteri di indirizzo e di controllo politico-amministrativo spettano al Consiglio di istituto su proposta della Giunta.

Infatti, solo su proposta della giunta esecutiva, il Consiglio, può apportare modifiche parziali al programma annuale in relazione anche all’andamento del funzionamento amministrativo e didattico generale ed a quello attuativo dei singoli progetti. Il DSGA è tenuto a presentare in Giunta, entro il 30 giugno, da trasmettere al Consiglio, una relazione in cui risultano le disponibilità finanziarie dell’istituto, sulle entrate accertate e sulla consistenza degli impegni assunti, nonché dei pagamenti eseguiti.

La Giunta Esecutiva rappresenta l’archè da cui tutto ha origine, dopo una attenta istruttoria finalizzata all’adozione dei provvedimenti finali. E’ la Giunta a predisporre e a proporre i provvedimenti da adottare. A riguardo, si porta all’attenzione, la c.m. 16 aprile 1975, n. 105, in cui si evince che il presidente del Consiglio è tenuto a disporre la convocazione su richiesta del Presidente della giunta esecutiva (Dirigente scolastico)”, il quale indica gli argomenti da trattare nella seduta dell’organo collegiale.

E’ il Dirigente scolastico, in qualità di Presidente di giunta a decidere i punti all’ordine del giorno e la convocazione del Consiglio di istituto; quest’ultimo delibera, fermo restando la sua autonomia, nel discostarsi dalla proposta di giunta, con relativa traslazione di responsabilità, dal DSGA al Consiglio di istituto. E’utile, in merito evidenziare che la Giunta non delibera, ma presenta, prepara e predispone sulla base dell’istruttoria operata dal DSGA, i provvedimenti finali da adottare in Consiglio.

Per le attività amministrative, routinarie, meramente esecutive, il DSGA, all’inizio di ogni anno scolastico, predispone un unico provvedimento (Piano delle attività) in cui vengono indicati i dipendenti responsabili dei procedimenti amministrativi trattati nell’Unità Organizzativa (U.O.) afferente. Il Piano delle Attività è trasmesso al Consiglio di istituto.

Il DSGA, “svolge” attività di ufficiale rogante nella stipula degli atti che richiedono la forma pubblica. “Nella pubblica amministrazione italiana l’ufficiale rogante  è il funzionario autorizzato a rogare, ossia redigere con le dovute formalità, documenti in forma pubblica amministrativa, aventi efficacia di atto pubblico”.

Rogare gli atti amministravi e i contratti pubblici, è un dovere d’ufficio del DSGA.

Modello di verbalizzazione della Giunta esecutiva per ogni proposta di provvedimento finale da adottare in Consiglio di istituto.

Verbale della Giunta esecutiva del…

 

Convocazione della Giunta Esecutiva il

 

Richiesta di convocazione del Presidente della Giunta. Dirigente scolastico
Richiesta di convocazione dalla maggioranza dei componenti del consiglio stesso. Indicazione nominativa:

1.

2.

3.

Unità organizzativa responsabile della istruttoria: 

(art. 4, Legge 7 agosto 1990, n. 241)

Servizi generali amministrativi e contabili
 

Oggetto del provvedimento finale:

 

Presenti:

 

 

Responsabile del procedimento amministrativo:

(art. 4, Legge 7 agosto 1990, n. 241)

 

Direttore dei Servizi generali amministrativi e contabili
Incarico conferito a dipendenti di altra unità dell’amministrazione. (D.I. 44/2001, Art. 32)

 

Incarico conferito a soggetti esterni dell’amministrazione. (D.I. 44/2001, Art. 32)

 

Requisiti di ammissibilità e requisiti di legittimazione.

(art. 6, Legge 7 agosto 1990, n. 241)

1.

 

2.

 

3.

 

Atti amministrativi a supporto dell’ammissibilità del provvedimento finale.

(art. 6, Legge 7 agosto 1990, n. 241)

1.

 

2.

 

3.

Attività di studio sull’oggetto del provvedimento finale.

(art. 6, Legge 7 agosto 1990, n. 241)

 

1.

2.

3.

Trasmissione proposta di provvedimento finale al consiglio di istituto in data:

(art. 6, Legge 7 agosto 1990, n. 241)

 

 

 

 

Reversale e mandato, corredati dai documenti giustificativi, sono conservati e ordinati nel seguente progetto:

(D.I. n.44/2001, art.15)

 

Dichiarazioni del Responsabile del procedimento sull’ammissibilità e sui requisiti di legittimazione, nonché su tutti gli elementi di fatto e di diritto necessari per l’emanazione del provvedimento finale.
 

Dichiarazioni componenti Giunta Esecutiva

 

Firma del Responsabile del procedimento.

(art. 6, Legge 7 agosto 1990, n. 241)

 

DSGA:
Investitura formale della funzione di Segretario.

 

(Art. 8, comma 7 del Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297)

 

Redatto da:

(art. 2700 c.c.)

DSGA

È possibile invitare in Giunta Esecutiva il Presidente del Consiglio d’Istituto, formalmente come uditore. E’ opportuno che la Giunta esecutiva abbia tempi idonei per la valutazione dell’istruttoria operata dal DSGA e per la formulazione corretta di legittimi provvedimenti.

E’ necessario che il Dirigente disciplina esattamente le figure del responsabile dell’istruttoria o del responsabile del procedimento. In questo modo sarà quindi possibile definire esattamente “chi fa che cosa” e chiarire le responsabilità dei singoli soggetti.

 

4. Direttiva del Dirigente scolastico al DSGA.

Detto ciò, è auspicabile che il Dirigente scolastico formalizzi al Dsga le responsabilità nel campo della gestione dei servizi amministrativo-contabili:

  • nell’attività di istruzione;
  • nell’istruttoria degli atti;
  • nella predisposizione dei provvedimenti finali;
  • nell’esercizio della responsabilità dei procedimenti amministrativi;
  • nell’attività di ufficiale rogante;

A tal fine, di seguito, un esempio-modello di Direttiva del Dirigente, indirizzata al DSGA, in cui si evincono le seguenti indicazioni operative e le responsabilità:

a) valuta, ai fini istruttori, le condizioni di ammissibilità, i requisiti di legittimazione ed i presupposti che siano rilevanti per l’emanazione del provvedimento finale;

b) accerta di ufficio i fatti, disponendo il compimento degli atti all’uopo necessari, e adotta ogni misura per l’adeguato e sollecito svolgimento dell’istruttoria. In particolare, può chiedere il rilascio di dichiarazioni e la rettifica di dichiarazioni o istanze erronee o incomplete e può esperire accertamenti tecnici ed ispezioni ed ordinare esibizioni documentali;

c) cura le comunicazioni, le pubblicazioni e le notificazioni previste dalle leggi e dai regolamenti;

d) trasmette, il provvedimento finale, ovvero trasmette gli atti all’organo competente per l’adozione;

f) organizza i provvedimenti generali occorrenti per l’esercizio del diritto di accesso agli atti nei confronti di tutti i soggetti di diritto pubblico e i soggetti di diritto privato limitatamente alla loro attivita’ di pubblico interesse disciplinata dal diritto nazionale e comunitario, da   chiunque   abbia un interesse diretto, concreto e attuale,corrispondente a una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale e’ richiesto l’accesso;

g) assume la responsabilità del trattamento dati dell’unita’ organizzativa dei servizi generali amministrativo-contabili( legge 675/1996, c.d. legge sulla privacy);

h) dialoga da un lato con i soggetti privati e dall’altro con gli uffici e organi coinvolti nell’iter dei procedimenti dei servizi generali amministrativo-contabili;

i) predispone il provvedimento finale, nel quale deve essere già descritto, in modo esaustivo il contenuto che può eventualmente essere adottato dallo scrivente, il quale non essendo responsabile dell’istruttoria ne motiverà se necessario il discostarsi dalle risultanze dell’istruttoria condotta indicandone la motivazione nel provvedimento finale con conseguente traslazione di responsabilità;

l) riporta, in basso a sinistra, sugli atti dell’istruttoria e sulla proposta del provvedimento finale, eventualmente da adottare dallo scrivente, la seguente espressione: Responsabile del procedimento: …………

In merito, il Dirigente scolastico, può chiedere un supplemento di indagine al fine di una nuova proposta.

m) responsabile di ogni singolo procedimento predisposto e formulato dall’unità organizzativa che sovraintende e coordina. La responsabilità personale è all’interno dell’esercizio delle attribuzioni conferite dalle leggi o dai regolamenti, per i danni cagionati dall’«omissione di atti o di operazioni».

n) predispone gli eventuali provvedimenti finali, che possono eventualmente essere adottati dal Consiglio di istituto su proposta della giunta di cui è membro. Il Consiglio di istituto, non essendo responsabile dell’istruttoria ne motiverà se necessario il discostarsi dalle risultanze dell’istruttoria condotta indicandone la motivazione nel provvedimento finale. Lo stesso Consiglio, può chiedere un supplemento di indagine al fine di una nuova proposta.

o) svolge funzioni di segretario della giunta esecutiva.

p) scrive l’atto in modo chiaro e comprensibile, come da Direttiva della Funzione Pubblica:

  • esprime in modo chiaro le finalità che sono gli obiettivi ultimi da perseguire, per consentire ai destinatari finali di accedere ai servizi senza problemi o malintesi, in piena trasparenza e partecipazione;
  • identifica con esattezza i destinatari;
  • essere leggibile, e per essere leggibile la Direttiva si pronuncia su due diversi piani, un primo è quello lessicale con la scelta di parole del linguaggio comune, possibilmente brevi ed evitando il ricorso alle sigle (o acronimi), riducendo i termini tecnico – specialistici (e, questo è un vero processo culturale di semplificazione che dovrà sostituire “oblazione” con “pagamento”, “istanza” con “richiesta”, “ingiunzione” con “ordine”, “obliterare” con “annullare” o “timbrare”), così come si dovranno evitare parole non italiane rinunciando ad arcaismi, neologismi, latinismi (sostituendo “dianzi” con “poco prima”, “all’uopo” con “allo scopo”, “esternalizzare” con “affidare all’esterno”, “conviventi more uxorio” con “coppie conviventi”), potendo utilizzare, quando è necessario e utile, note esplicative per specificare ulteriormente il contesto del provvedimento;
  • essere comprensibile e per questo dovrà essere fondato su un impianto logico e lineare, e sull’assenza di riferimenti impliciti, ricorrendo a una chiara sequenza degli argomenti ed evidenziando le informazioni più importanti rispetto a quelle secondarie e non utili per la comprensione del testo, ovvero privilegiando il caso generale rispetto all’eccezione evitando i riferimenti a norme, questioni, fatti non esplicitati nel testo o presumibilmente ignoti alla parte, utilizzando sempre l’ausilio di note di chiarimento.

q) rende visibile e controllabile all’esterno il proprio operato, in sintesi, contribuisce a rendere conoscibile l’azione amministrativa attraverso richieste di pubblicazione degli atti sul sito scolastico e nelle forme che ritiene più opportune (pubblicita’ e trasparenza nonche’ osservanza dei principi dell’ordinamento comunitario ai sensi dell’art.1, comma1, lettera a della Legge11 Febbraio 2005 , n. 15 );

r) controlla quotidianamente la casella di posta elettronica istituzionale e quella della PEC.

A titolo meramente esemplificativo e non esaustivo, in materia finanziaria e patrimoniale, ai sensi e per gli effetti dell’art. 25 bis D. L.vo 29/93 e successive modificazioni ed integrazioni, del DL 30/03/2001, n. 165 e del CCNL 2006/09 e successive stipule contrattuali:

  • redigee aggiorna la scheda finanziaria dei progetti (artt. 2 c. 6 e 7 c. 2);
  • predisponela tabella dimostrativa dell’avanzo di amministrazione (art. 3 c. 2);
  • elaborail prospetto recante l’indicazione di utilizzo dell’avanzo di amministrazione (art. 3 c. 3);
  • predisponela relazione sulle entrate accertate sulla consistenza degli impegni assunti e dei pagamenti eseguiti finalizzata alla verifica del programma annuale (art. 6 c. 6);
  • firma gli ordini contabili (riversali e mandati) congiuntamente al Dirigente (art. 10 e 12 c. 1);
  • provvede alla liquidazione delle spese (art. 11 c. 4);
  • elaborala scheda illustrativa finanziaria (art. 20 c. 3);
  • sigla i documenti contabili ed a fine esercizio attesta il numero delle pagine di cui i documenti sono composti (art. 29 c. 4);
  • è responsabile della tenuta della contabilità e degli adempimenti fiscali (art. 29 c. 5);
  • cura e tiene i verbali dei revisori dei conti (art. 60 c. 1).

In materia di attività negoziale:

  • svolge specifica attività negoziale connessa con le minute spese prevista dal D.I. 44/01
  • svolge l’attività di ufficiale rogante nella stipula degli atti che richiedono la forma pubblica;
  • provvede alla tenuta della documentazione relativa all’attività contrattuale svolta e programmata;
  • è delegato a rilasciare il certificato che attesta la regolarità della fornitura per forniture di valore inferiore a 2000 Euro.
  • redige apposito certificato di regolare prestazione per i contratti inerenti la fornitura di servizi periodici.
  • attua momenti di formazione ogni volta che vi saranno innovazioni nella normativa o nelle procedure.
  • dirama per iscritto agli assistenti amministrativi le più idonee disposizioni affinché gli atti di ufficio siano trattati con la massima riservatezza.
  • provvede a disciplinare in maniera precisa e tassativa, dandone ampia informazione, le modalità di ricevimento del pubblico e di accesso da parte del personale docente e ausiliario per il disbrigo di pratiche personali.
  • avrà cura di dare le più idonee disposizioni all’ufficio affinché:
  1. la corrispondenza parta possibilmente lo stesso giorno in cui la pratica viene conclusa con la firma del dirigente;
  2. l’assistente riferisca con tempestività alla S.V. eventuali difficoltà a completare una pratica nel tempo stabilito in modo che siano assunte le consequenziali decisioni organizzative;
  3. siano inoltrate entro i termini temporali previsti dalla normativa  le pratiche che comportano rilevanti sanzioni (es. denuncia  infortuni; comunicazione assunzioni ecc).;
  4. il DSGA (o suo sostituto, in caso di Sua assenza), prima della scadenza del termine, assicurerà il dirigente dell’avvenuto inoltro della pratica: si raccomanda – in merito – particolare cura, attenzione, vigilanza;
  5. siano sottoposti alla firma del dirigente con adeguato anticipo le pratiche d’ufficio, al fine di poter avere la possibilità di chiedere un supplemento di indagine.

Il potere di gestione del Dirigente scolastico è esercitato sulla base del diritto privato e nei limiti delle regole fissate dalla legge e dalla contrattazione collettiva, in merito le principali disposizioni:

  • nel D. Lgs. n. 165/2001 – Art. 2, co. 2 (2. I rapporti di lavoro dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche sono disciplinati dalle disposizioni del capo I, titolo II, del libro V del codice civile e dalle leggi sui rapporti di lavoro subordinato nell’impresa, fatte salve le diverse disposizioni contenute nel presente decreto, che costituiscono disposizioni a carattere imperativo) e 3 (I rapporti individuali di lavoro di cui al comma 2 sono regolati contrattualmente. I contratti collettivi sono stipulati secondo i criteri e le modalità previste nel titolo III del presente decreto; i contratti individuali devono conformarsi ai principi di cui all’articolo 45, comma 2). Art. 40, co. 1 (La contrattazione collettiva determina i diritti e gli obblighi direttamente pertinenti al rapporto di lavoro);
  • Codice Civile: Art. 2086 L’imprenditore è il capo dell’impresa e da lui dipendono gerarchicamente i suoi collaboratori;
  • Codice Civile: Art. 2104 (Diligenza del prestatore di lavoro) 1. Il prestatore di lavoro deve usare la diligenza richiesta dalla natura della prestazione dovuta, dall’interesse dell’impresa e da quello superiore della produzione nazionale. Deve inoltre osservare le disposizioni per l’esecuzione e per la disciplina del lavoro impartite dall’imprenditore dai quali gerarchicamente dipende.

L’organizzazione del lavoro dovrà perseguire l’efficacia, l’efficienza e l’economicità della gestione e andrà realizzata mediante la determinazione di carichi di lavoro aventi carattere di omogeneità, con la previsione di eventuali cicli di rotazione nei settori di lavoro assegnato, tenendo in dovuto conto le diverse professionaltà.

In particolare, l’attività amministrativa posta in essere deve tener conto delle norme generali e specifiche di:

  • diritto amministrativo;
  • contabilità dello Stato;
  • legislazione scolastica;
  • adeguamento alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione;

inoltre:

  • avrà cura di rispettare/far rispettare le scadenze imposte sia dall’amministrazione scolastica sia dagli altri enti verso i quali sussistono particolari obblighi;
  • presterà particolare attenzione alla comunicazione interna e con l’esterno, all’accesso e alla tutela dei dati a seconda dei casi e all’evoluzione della normativa di riferimento;
  • adeguerà la modulistica esistente – o introdurrà modulistica adeguata – alle disposizioni normative vigenti (pubblicazione sul sito).

Al DSGA, sono imputate “l’esatta scansione dei momenti procedurali e le conseguenze di eventuali ritardi od omissioni”.

Sul piano strettamente civilistico, il DSGA è responsabile, verso terzi per i danni ad essi arrecati a causa dell’omesso o ritardato compimento degli atti o delle operazione cui era tenuto per legge o per regolamento.

Infine, è sottolineata la responsabilità penale nel rifiuto di atti di ufficio e, in quello di omissione di atti di ufficio, che ricorre allorquando l’atto non è compiuto entro 30 giorni e non vengano esposte, nello stesso termine, le ragioni del ritardo.

Dall’art. 95 del CCNL 06 : “…il tipo e l’entità di ciascuna delle sanzioni sono determinati in relazione ai seguenti criteri generali: a) intenzionalità del comportamento, grado di negligenza, imprudenza, e imperizia dimostrate, tenuto conto anche della prevedibilità dell’evento; b) rilevanza degli obblighi violati; c) responsabilità connesse alla posizione di lavoro occupata dal dipendente; d) grado di danno o di pericolo causato all’Amministrazione, agli utenti o a terzi ovvero al disservizio determinatosi….”

Dall’art.92 lettera i) del CCNL 06: “Eseguire gli ordini inerenti all’esplicazione delle proprie funzioni o mansioni che gli siano impartiti dai superiori”. Se si ritiene che la presente sia palesemente illegittimo, può farne rimostranza allo scrivente dichiarandone le ragioni.

Considerata che la finalità perseguita dalla presente, come osserva il Consiglio di Stato nel parere sulla legge n.241 del 90, è quella di “ rendere concreta la responsabilità dei pubblici funzionari, evitando che questa sfumi, nell’ambito dell’apparato o si nasconda dietro l’autorità di vertice”; si determina, nella Sua figura, la titolarità unica di responsabile del procedimento degli atti e delle proposte di provvedimento finale, prodotti dall’organizzazione che sovraintende e coordina.

 

  1. Modello di Verbale del Consiglio di Istituto per ogni provvedimento finale.
Adunanza Consiglio di istituto del

 

 

 

Convocazione in data e protocollo:

 

 
Convocazione del consiglio su richiesta del presidente della giunta esecutiva.

(lettera diretta ai singoli membri)

Dirigente scolastico
Convocazione del consiglio su richiesta della maggioranza dei componenti del consiglio di istituto.  
Luogo adunanza:  
Inizio dell’operazione:  
Ordine del giorno del Consiglio di istituto:  

 

Presiede:

 

Indicazione nominativa dei presenti:

 

Proposta di provvedimento finale formulata dal DSGA in Giunta Esecutiva del giorno:

 

Responsabile del procedimento amministrativo:

 

 
Incarico conferito a dipendenti di altra unità dell’amministrazione.

 

Incarico conferito a soggetti esterni dell’amministrazione.

 

Dichiarazioni componenti del Consiglio di Istituto.

 

 

Vista la proposta della Giunta si adotta il seguente Provvedimento finale:  

 

 

 

Favorevoli
Astenuti
Contrari
Voto palese o segreto:
Delibera numero del giorno:
Richiesta di revisione dell’Istruttoria.
 

Firma del Presidente di Istituto

 

Fine operazione:
Sospensione dei lavori e la loro ripresa.

Eventuali espulsioni di singoli componenti.

 

Reversale e mandato, corredati dei documenti giustificativi, sono conservati e ordinati nel seguente progetto:
Si allega alla presente:

 

Verbale della Giunta Esecutiva.
Investitura formale della funzione di Segretario.

 

(Art. 8, comma 11 del Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297)

 

Verbale di Consiglio di Istituto redatto da:

(art. 2700 c.c.)

 
Cura della comunicazione, della pubblicazione e della notifica previste dalle leggi e dai regolamenti.

(art. 6 della legge 241/90)

DSGA
Affissione all’albo/sito scolastico in data:

(entro il termine massimo di otto giorni dalla relativa seduta del consiglio).

 
  I verbali e tutti gli atti scritti preparatori del provvedimento finale sono depositati nell’Ufficio di segreteria dell’istituto.

 

  I provvedimenti adottati divengono definitivi il quindicesimo giorno dalla data della loro pubblicazione nell’albo della scuola. Entro tale termine, chiunque abbia interesse può proporre reclamo all’organo che ha adottato l’atto, che deve pronunciarsi sul reclamo stesso nel termine di trenta giorni, decorso il quale l’atto diviene definitivo.

 

  1. Bibliografia
  • Legge n. 241/1990(“Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”).
  • L. 24 giugno 2014, n. 91.
  • Legge 11 agosto 2014, n. 116.
  • L. 12 settembre 2014, n. 133.
  • Legge 11 novembre 2014, n. 164.
  • Legge 7 agosto 2015, n. 124.
  • I. n.44 del 2001.
  • L. 16 aprile 1994, n. 297 (Approvazione del testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione alla scuole di ogni ordine e grado).
  • Casetta E., Manuale di diritto amministrativo, Giuffrè, ultima edizione.
  • Cerulli-Irelli V., Corso di diritto amministrativo, Giappichelli, ultima edizione.
  • Il Responsabile unico del procedimento. Con CD-ROM di Ambrogio Riili.
  • CCNL 06 tabella D

 

M. Eliade, Sull’erotica mistica indiana e altri scritti

“Soltanto uno…”

di Antonio Stanca

eliadeDalla casa editrice Bollati Boringhieri di Torino, nella serie “Nuova Cultura-Introduzioni”, è stato ristampato, ad Aprile del 2015, un breve volume di saggi del noto studioso e scrittore rumeno Mircea Eliade, Sull’erotica mistica indiana e altri scritti. La traduzione e la postfazione erano di Guido Brivio.

Eliade è nato a Bucarest nel 1907 ed è morto a Chicago nel 1986. A Bucarest ha studiato e si è laureato. E’ stato allievo di Carl Gustav Jung e molto ha risentito dell’esempio narrativo di André Gide. Sono stati due riferimenti importanti per la sua formazione, entrambi hanno orientato la sua attenzione, quella dello studioso e quella dello scrittore, verso l’osservazione, l’esame, la rivelazione, la rappresentazione dei fenomeni interiori dell’uomo, dei problemi dell’anima.

Come scrittore e come poeta Eliade ebbe una notorietà che rimase compresa tra la Romania e la Francia ma senza limiti divenne la sua fama come storico delle religioni, mitologo, antropologo, filosofo, orientalista, saggista, accademico. Dotato di una cultura vastissima, assiduo viaggiatore, parlava e scriveva in otto lingue.

Dopo aver insegnato all’Università di Bucarest dal 1933 al 1940, svolse attività diplomatica a Londra e a Lisbona negli anni 1940-44, poi dal 1945 insegnò all’École Pratique des Hautes Études di Parigi ed infine dal 1957 alla morte, avvenuta a settantanove anni, fu professore di Storia delle religioni presso l’Università di Chicago. Molte, tante sono state le opere nelle quali ha trovato espressione la lunga, interminabile attività dello studioso, molti i saggi, gli interventi comparsi su giornali e riviste specializzate. Quasi in continuazione ha lavorato, ha viaggiato, ha scritto.

Conoscere ha sempre voluto Eliade luoghi lontani, remoti, i loro popoli, le loro lingue, le loro religioni, le loro divinità, i loro templi, le loro leggende, i loro miti, le loro favole e l’India, le zone più orientali dell’Asia, le isole più disperse, i loro boschi, fiumi, monti hanno attirato in particolar modo la sua curiosità, sono stati argomento ricorrente nei suoi studi. Questi sono diventati tanti da fare di Eliade non solo uno studioso senza precedenti ma anche un pensatore, un ideologo, un filosofo con una dottrina propria, una propria interpretazione della vita, della storia, del tempo, dell’uomo, di Dio e di ogni altro elemento e aspetto dell’esistenza, dell’universo. Fin dai primi lavori si mostrò orientato a cercare, ad individuare le sorgenti prime, i centri unici, le fonti inalterate della vita, della storia, della religione, dell’umanità. Prima che tanti aspetti, tante forme queste assumessero, prima che così diverse diventassero c’era stato, secondo Eliade, un principio unico, assoluto, immobile dal quale tutto era derivato. In esso non c’erano differenze, divisioni, non contrasti, scontri dal momento che tutto accoglieva ed esprimeva senza mai diventare parte, massimo, infinito era e mai minimo, finito. Era quella l’unità, la sacralità, la sommità dello spirito nella quale si perdeva ogni limite della materia ed alla quale Eliade pensava che si dovesse tendere per liberarsi del male che avevano procurato le differenze sopravvenute nei secoli tra paesi, culture, religioni ed ogni altra forma del vivere umano. Indietro bisognava tornare se ci si voleva salvare dalle rivalità, dalle guerre, dalle distruzioni. “Soltanto uno…” doveva essere l’uomo perché fosse libero di quanto poteva arrecargli danno, di ciò che poteva guastarlo, corromperlo, perché la sua condizione diventasse pura, eccelsa, fosse pari a quella della divinità. Nessuna differenza ci sarebbe tra Dio e l’uomo se l’uomo lo volesse, se si sollevasse a Dio tramite un percorso a ritroso compiuto nel tempo, nella storia, se tornasse alle sue origini quando intatto, inalterato era ancora tutto e niente separava l’umanità dalla divinità, la terra dallo spazio. Questa la dottrina, la filosofia di Eliade: gli era provenuta dalle sue immense conoscenze, dai suoi studi. Essa compare anche nei saggi del suddetto libro che risalgono ad un’esperienza compiuta dallo studioso negli anni 1929-30, quando, ancora dottorando, era andato in India, a Calcutta, per imparare il sanscrito e conoscere la filosofia e i testi sacri degli indiani. I saggi furono scritti dopo, quando era un personaggio noto e quell’esperienza indiana era un lontano ricordo. Il tono del ricordo ha, infatti, uno di essi, “L’India a vent’anni”, di un ricordo al quale l’autore si abbandona perché tanto fascino, tanto mistero, tanta magia gli erano provenuti dal contatto con quei luoghi. Negli altri saggi, “Sull’erotica mistica indiana” e “Borobuḍur tempio simbolico”, Eliade dice di maestri importanti, Dasgupta e Tagore, che allora aveva avuto e fa vedere come grazie a loro due religioni indiane, il tantrismo e il buddhismo, fossero entrate a far parte della sua formazione, del suo pensiero, della sua concezione filosofica, come la conoscenza di quelle religioni, dei loro testi, dei loro interpreti, dei loro templi avesse operato fino a convincerlo che unico, indistinto, indifferenziato è il centro dal quale tutto deriva, che ad esso bisogna risalire per ottenere la migliore condizione di vita, quella non lacerata da differenze ma comprensiva di ogni differenza.

Un miliardo di euro: è il debito del Miur con le scuole

da La Tecnica della Scuola

Un miliardo di euro: è il debito del Miur con le scuole

Sono ormai almeno 7-8 anni che se ne parla ma ancora non si è trovata una soluzione: lunedì prossimo se ne parlerà per l’ennesima volta al Ministero ma c’è da credere che sarà la solita riunione che non porterà a nessun risultato concreto.

Stiamo parlano dei residui attivi, cioè di quelle somme che le scuole avevano anticipato negli anni passati per pagare stipendi e compensi accessori e che il Ministero non ha ancora erogato.
Secondo una stima attendibile il debito del Ministero si aggirerrebbe intorno ad un miliardo di euro.
La spiegazione dei tecnici del Miur è incredibile: se la scuola ha pagato e se non ha il conto in rosso è perchè, evidentemete, i soldi li aveva e quindi non si capisce davvero cosa possa mai pretendere.
Insomma è come se voi imprestaste 10mila euro ad un amico che poi vi dicesse: “Ma se il tuo conto bancario non è in rosso, perchè mai dovrei restituirti il prestito?”

La situazione va avanti da anni e ogni volta è il solito ritornello: i tecnici del Miur sostengono che bisogna effettuare un monitoraggio accurato per capire le singole posizioni; alle scuole vengono richiesti dati, numeri, relazioni, delibere e altro ancora (in qualche caso è stato richiesto anche il visto dei revisori dei conti) e dopo di che tutto si ferma.
Di monitoraggio in monitoraggio e di di verifica in verifica è passato quasi un decennio, qualche scuola ha avuto qualche rimborso ma solo perchè il debito dello Stato era davvero alto (150-200mila euro). In molti altri casi i residui attivi sono rimasti perfettamente intatti.
Nel corso della riunione si parlerà di un altro argomento che è sul tappeto da parecchi anni, e cioè la revisione del regolamento di contabilità che risale al 2001.
Per comprendere il ritardo basti pensare che il regolamento si occupa anche dei siti internet delle scuole: peccato che in 15 anni la rete è cambiata radicalmente e le regole che potevano essere valide nel 2001 sono ormai oggi preistoria.

Concorso a preside: mille posti, laurea e 5 anni di servizio, chi vince pagherà la formazione

da La Tecnica della Scuola

Concorso a preside: mille posti, laurea e 5 anni di servizio, chi vince pagherà la formazione

L’approvazione della Legge di Stabilità è diventata l’occasione per far trapelare alcuni importanti dettagli sul bando di concorso per nuovi dirigenti scolastici.

Il bando, atteso entro il 2015 ma slittato all’anno successivo, dovrebbe mettere a concorso circa mille posti, il 20 per cento in più di quelli effettivamente liberi nell’anno scolastico in corso. Gli aspiranti presidi dovrebbero però scegliere a quale tipo di selezione regionale vorranno concorrere.

L’amministrazione ha confermato la preselezione, incentrata su normativa, didattica, organizzazione e sicurezza scolastica: solo coloro che supereranno la preselezione potranno accedere alla prova successiva, scritta. E chi sarà valutato almeno con la sufficienza, potrà partecipare anche alla prova conclusiva: il colloquio finale. A tutti gli idonei, verranno valutati i titoli presentati, da cui scaturirà la graduatoria definitiva regionale.

Non si sono novità sostanziali sui requisiti di accesso: potranno partecipare, infatti, i docenti e gli educatori assunti a tempo indeterminato in possesso di laurea magistrale o del vecchio ordinamento. Un’altra certezza è quella relativa al fatto che per essere ammessi bisognerà aver svolto un periodo di servizio minimo: saranno ancora una volta cinque gli anni minimi necessari, ma la novità potrebbe essere rappresentata dal fatto che per raggiungere questa “anzianità” saranno ritenuti utili anche i periodi d’insegnamento svolti come precari purché con il titolo di servizio richiesto per la specifica disciplina insegnata.

Disco rosso, invece, per i docenti precari anche se abilitati: per fare il concorso, l’immissione in ruolo rimane un elemento imprescindibile.

I vincitori parteciperanno ad un corso-concorso, per la prima volta gestito dal Miur, ma finanziato dal ministero dell’Economia e che richiederà anche un contributo economico da parte dei docenti partecipanti. E anche le spese di vitto, alloggio e viaggio saranno a carico dei vincitori di concorso in formazione.

Fonti attendibili ci dicono, infine, che il corso non si svolgerà negli stessi orari dell’attività didattica: si prevedono delle full immersion che prenderanno il via il venerdì pomeriggio per protrarsi per tutto il week end. Saranno anche eventualmente “sfruttati” al massimo le sospensioni dell’attività didattica nazionale, come i giorni di mancate lezioni nei periodi natalizi, pasquali ed estivi.

Ecco cosa cambia nella Legge di Stabilità

da La Tecnica della Scuola

Ecco cosa cambia nella Legge di Stabilità

Si inizia con la lotta alla povertà, per la quale sono stati stanziati 380 milioni di euro, che andranno in maniera prioritaria non più a «nuclei familiari con figli minori» ma più specificatamente «in modo proporzionale al numero di figli minori o disabili».

Si terrà conto della presenza in famiglia di donne in stato di gravidanza.

Anche nel Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile sparisce il riferimento prioritario a progetti ed attività educativi rivolti ai minori inseriti nel circuito giudiziario.

Per quanto riguarda il Fondo per il sostegno di persone con disabilità grave, prive di legami familiari, si sposterà presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali (non più presso il Ministero dell’economia e delle Finanze)  e avrà come previsto una dotazione di 90 milioni di euro a decorrere dall’anno 2016 e sarà destinato alla copertura finanziaria di interventi legislativi recanti misure per il sostegno di persone con disabilità grave prive di legami familiari. Sparisce quindi il riferimento alle condizioni di indigenza.

Si passa poi al Fondo per i soggetti con disturbo dello spettro autistico, a cui fanno riferimento i commi 218-bis 218-ter che istituiscono, presso il Ministero della salute, il Fondo per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico con una dotazione di 5 milioni di euro annui a decorrere dal 2016. Il fondo è istituito per dare attuazione alla legge n.134/2015, già accusata di essere una legge-cornice vaga, proprio perché senza alcun finanziamento. I criteri e le modalità di accesso al Fondo sono demandati ad un decreto del Ministro della salute da adottare, previa intesa in sede di Conferenza unificata, entro 60 giorni dall’entrata in vigore delle legge di stabilità 2016. I 5 milioni vengono dal Fondo per gli interventi strutturali di politica economica, che è ridotto di conseguenza.

Si aggiunge anche il comma 220-bis che autorizza la spesa di 5 milioni di euro per l’anno 2016 per il potenziamento di progetti riguardanti misure per rendere effettivamente indipendente la vita delle persone affette da disabilità grave, come fra l’altro previsto dalla legge 162/1998 Modifiche alla L. 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave. Anche qui i soldi vengono dal Fondo per gli interventi strutturali di politica economica.

Via il vincolo per la sperimentazione clinica di fase II basata sul trapianto di cellule staminali cerebrali umane in pazienti affetti da SLA, ora una quota del Fondo sanitario nazionale, per un importo fino a 2 milioni di euro per il 2017 e fino a 4 milioni di euro per il 2018 sono destinate per lo svolgimento di una o più sperimentazioni cliniche concernenti l’impiego di medicinali per terapie avanzate a base di cellule staminali per la cura di malattie rare. La selezione delle sperimentazioni da finanziare avviene tramite procedura ad evidenza pubblica, coordinata dall’AIFA e dall’Istituto superiore di sanità, che possono avvalersi di un comitato di esperti esterni ai fini della valutazione delle predette sperimentazioni. Di conseguenza il Fondo sanitario nazionale viene incrementato nella misura di 1 milione di euro per l’anno 2017 e di 2 milioni di euro per l’anno 2018.

Viene istituito un Fondo di solidarietà a tutela del coniuge in stato di bisogno, con una dotazione di 250.000 euro per il 2017 e di 500.000 euro per il 2017. Il coniuge in stato di bisogno che non abbia ricevuto l’assegno di mantenimento per inadempienza del coniuge può richiedere al Tribunale di residenza l’anticipazione di una somma fino all’entità dell’assegno medesimo.

Slitta l’entrata in vigore dello school bonus. Viene aumentato il rifinanziamento disposto a decorrere dal 2016 dello stanziamento previsto per le scuole paritarie, portandolo, pertanto da 225 a 228 milioni di euro.

Il comma 156-bis estende, in via sperimentale per il 2016 e nel limite di 2 milioni di euro, alle madri lavoratrici autonome o imprenditrici il beneficio la possibilità già prevista per la madre lavoratrice dipendente di richiedere, in sostituzione (anche parziale) del congedo parentale, un contributo economico da impiegare per il servizio di baby-sitting o per i servizi per l’infanzia (erogati da soggetti pubblici o da soggetti privati accreditati).

Pil più alto se si investe di più in istruzione

da La Tecnica della Scuola

Pil più alto se si investe di più in istruzione

Per la prima volta, i vantaggi dello studio sono stati analizzati nell’ambito di una ricerca macro-economica, illustrata da una ricerca firmata da tre professori – Eric A. Haushek, di Stanford, Ludger Woessmann e Jens Ruhose dell’Università di Monaco – che hanno preso in considerazione i ritorni economici per gli stati che migliorano la qualità dell’istruzione obbligatoria.

Per valutare l’impatto economico, scrive Panorama che riporta la notizia,  di un innalzamento dello standard dell’educazione di scuola primaria e secondaria, gli economisti hanno analizzato la relazione fra la qualità della scuola e il capitale umano, cioè il metro “economico” delle abilità, competenze e qualità dei lavoratori.

Confrontando i dati di diversi Paesi con il National Assessment of Educational Progress, il programma di valutazione del livello di preparazione degli studenti americani, gli autori hanno costruito un modello predittivo degli effetti economici determinati dal miglioramento dell’istruzione.

E il risultato è davvero interessante.

Se tutti gli studenti americani fossero portati al livello base previsto dal Naep, il Pil degli Stati Uniti aumenterebbe di 32 trilioni di dollari, ovvero + 14,6%. Se, invece, tutti gli studenti fossero portati al livello del test medio negli stati con i risultati migliori, il Pil crescerebbe di 76 trilioni di dollari nel giro di alcuni decenni.

Gli economisti fanno notare che, nel 2010, gli investimenti in istruzione per la scuola dell’obbligo negli Stati Uniti ammontavano solo al 4% del Pil. I risultati del modello economico, dunque, dimostrano che i benefici sarebbero superiori ai costi che gli stati dovrebbe sostenere per portare gli studenti a un livello di preparazione più alto.

Portare tutti gli studenti al livello medio, infatti, significherebbe quadruplicare il Pil.

Consapevoli del fatto che un simile cambiamento sul fronte dell’istruzione chiama in causa il governo, il sistema educativo e le famiglie, i ricercatori sottolineano che non si tratta di una svolta fuori portata. Permettere a tutti gli studenti di raggiungere il livello medio dei test significa migliorare del 25% la deviazione standard dai test nel giro di un decennio, un progresso in linea con le traiettorie delle performance in un trentina di stati.

Maestre amate

MAESTRE AMATE di Umberto Tenuta

CANTO 592 Amate siete in tutto ciò che amate.

Le vostre passioni contagiate.

«Se il nostro pensiero e le nostre parole debbono muovere l’attività del discepolo, bisogna che qualcosa di vivo che è in noi passi nello spirito di lui come scintilla di fuoco ad accendere altro fuoco» (ENRIQUES)

 

Il docente non insegna.

Non imprime i suoi saperi nella mente dei suoi studenti.

Un maestro contagia i suoi amori.

La sua amata Matematica viene amata dai suoi studenti.

La sua amata Storia viene amata dai suoi studenti.

La sua amata Musica viene amata dai suoi studenti.

La sua amata Biologia viene amata dai suoi studenti.

La sua amata Grammatica viene amata dai suoi studenti.

Tutto ciò che egli ama passa nel cuore dei suoi studenti.

<<Come scintilla di fuoco ad accendere altro fuoco>>.

Docenti, non affannatevi a sminuzzare le vostre discipline!

Docenti, non affannatevi a spiegare l’INFINITO.

Recitatelo con tutta la passione del vostro cuore!

Docenti, non affannatevi a spiegare le NOTE del PENTAGRAMMA, suonatele sul Flauto dolce!

Docenti, non affannatevi a spiegare la Botanica.

Amate ogni filo d’erba!

Docenti, non affannatevi a spiegare la Geografia.

Contagiate il vostro stupore per il sole che sorge ogni mattino dalla rosea catena dei monti!

Docenti, non affannatevi a compilare cronologie.

Contagiate il vostro stupore dinanzi ad ogni vestigia degli antichi patri!

Docenti, non affannatevi ad insegnare le arti.

Siate degli artisti!

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”