Stipendio supplenti: al via pagamenti

da Corriere della sera

Stipendio supplenti: al via pagamenti

Il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan hanno firmato il decreto

Il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan hanno firmato il decreto che stanzia i fondi necessari per il completamento dei pagamenti relativi alle supplenze brevi degli ultimi mesi del 2015 e per assicurare la regolarità dei pagamenti di tutto il 2016. Una prima tranche di pagamenti è già stata effettuata. Il Miur ha chiesto poi alle scuole di avviare entro il prossimo 28 dicembre le procedure per i pagamenti delle supplenze rimanenti. 
Entro il 19 gennaio 2016

I pagamenti avverranno con emissione straordinaria il 12 gennaio 2016 e saranno accreditati il 19 gennaio. Il caso era stato sollevato nei giorni scorsi da molti supplenti da mesi senza stipendio. E i sindacati chiedevano un intervento immediato del Miur.

«Mai più ritardi»

«Non ci saranno mai più ritardi, questo sarà l’ultimo anno», promette il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone che parla di 150 milioni di euro «per coprire il buco nel fondo per il pagamento delle supplenze: abbiamo definitivamente risolto il problema e l’anno prossimo non ci ritroveremo in questa stessa identica e incresciosa situazione». Faraone definisce il ritardo nei pagamenti «una prassi inaccettabile» subita ogni anno in questo periodo da una parte degli insegnanti supplenti, «ma questo sarà l’ultimo anno: la maggior parte di coloro che si trovano in questa situazione riceverà entro questo mese gli arretrati dei mesi di settembre e ottobre, mentre a gennaio saranno saldate anche le mensilità di novembre e dicembre».

«Docenti contrastivi», scoppia il caso contro il manuale per presidi

da Corriere della sera

«Docenti contrastivi», scoppia il caso contro il manuale per presidi

Un documento dell’Associazione nazionale presidi mette tra i vantaggi della Buona scuola il «non avere mani legate» contro certi prof. Interrogazione parlamentare

Claudia Voltattorni

Roma Meno male che c’è la Buona scuola. Un vantaggio per tanti motivi. Tra questi, per esempio, di «non avere le mani legate rispetto a docenti contrastivi» come spiega alla pagina 12 il documento sul Piano dell’offerta formativa triennale realizzato dall’Associazione Nazionale presidi per spiegare le novità della legge 107 (la Buona scuola) ai dirigenti scolastici d’Italia. Una frase che ha fatto saltare sulla sedia i docenti e scatenato l’ira dei sindacati. Fino ad arrivare in Parlamento con un’interrogazione parlamentare alla ministra dell’Istruzione Stefania Giannini da parte del senatore Fabrizio Bocchino (Altra Europa).

La denuncia e l’interrogazione parlamentare

Il caso scoppia qualche giorno fa quando un gruppo di docenti, genitori e associazioni chiamato Psp-Partigiani della scuola pubblica denuncia la frase contenuta documento dell’Anp e decide di denunciarne formalmente i contenuti al Miur, minacciando di ricorrere anche alla Corte di giustizia europea se non dovesse esserci un seguito alla denuncia. «È aberrante – spiegano i Psp – l’ostilità che si vuole creare fra le parti interessate: corpo docente e dirigenza. Esprimiamo tutta la nostra indignazione e preoccupazione per le sorti della scuola pubblica che si vuole programmata alla creazione di individui seriali, acritici, utili al sistema». Per farlo, aggiungono, «serviranno educatori seriali e acritici che non contrastino le volontà di presidi e governo». E il senatore ex Cinque Stelle ora Altra Europa Fabrizio Bocchino, vicepresidente della commissione Istruzione di palazzo Madama, definisce «le affermazioni dei presidi di una gravità inaudita» e presenta un’interrogazione parlamentare alla ministra Giannini per sapere «se sia a conoscenza dell’accaduto, se non ritenga opportuno revocare qualsiasi forma di accreditoall’Anp e avviare procedure disciplinari per gli autori del documento».

«Ancora in tempo per cambiare la legge»

E pure i sindacati insorgono. Con la Uil che prima si chiede chi siano i «docenti contrastivi» «(«quelli che non condividono un pensiero, un metodo, quelli che non seguono le mode, quelli che non si adattano?» domanda il segretario Pino Turi) e poi invia a tutti i parlamentari delle commissioni Istruzione e Cultura una lettera per sottolineare «la deriva autoritaria oltremodo deleteria per un luogo di libertà e formazione come dovrebbe essere una scuola». E chiede che sulla riforma della Buona scuola «il governo si fermi: è ancora in tempo a cambiare le parti sbagliate della legge e questa collegata al ruolo dei dirigenti, è quella su cui stiamo insistendo da tempo». Proprio mercoledì i sindacati sono stati ricevuti al Miur per parlare, tra le altre cose, della mobilità dei docenti e dell’assegnazione delle cattedre decisa proprio dai dirigenti scolastici. Assente la ministra Giannini, i sindacati lamentano «le risposte evasive o inesistenti del capo di gabinetto della ministra: nessun impegno concreto – dice Domenico Pantaleo della Cgil -, siamo di fronte all’indifferenza più totale davanti alle condizioni di disagio di migliaia di lavoratori». Per un’intesa serve, aggiunge, «un approccio completamente diverso, non piccoli aggiustamenti».

Caro Renzi, ecco perché bisogna realizzare solo scuole ecologiche

da La Tecnica della Scuola

Caro Renzi, ecco perché bisogna realizzare solo scuole ecologiche

Incentivare i Comuni a realizzare edifici scolastici totalmente ecologici: a chiederlo al premier è Claudio Medico Fasano, promotore dell’associazione La Scuola Ecologica.

Fasano, che è anche presidente del Comitato nazionale per la salubrità’ dell’aria, si appella a Matteo Renzi perché la ‘scuola ecologica’ è una costruzione “ad alto risparmio energetico che utilizza in massima parte materiali riciclabili e rinnovabili reperibili in natura, che non necessitano di discariche per rifiuti inerti o radioattivi, in quanto interamente riutilizzabili”.

L’ecologista chiede di inserire la novità nel ‘Milleproroghe’. “La scuola ecologica o edifici simili hanno molti vantaggi – sostiene Fasano – Tra i principali, l’assenza di umidità, dal momento che i materiali usati per la costruzione sono perfettamente asciutti. Inoltre, non ci sono infiltrazioni di radon, dal momento che i materiali utilizzati, per loro natura, non trasportano questo gas velenoso dal terreno in superficie. Assente anche la formaldeide: i legnami e i vari trattamenti di protezione e gli eventuali collanti, nonché le pitture finali, sono di origine naturale e privi di qualsiasi agente tossico, a differenza dei legnami chimicamente impregnati presenti sul mercato. Per non parlare dell’antisismicità”.

Fasano ha annunciato anche “un piano di sensibilizzazione verso le istituzioni e le grandi aziende per poter costruire nidi aziendali con il sistema della bioedilizia, i cosiddetti ”eco-nidi”, già sperimentati negli Stati Uniti, in Germania, Francia, Austria e Gran Bretagna.

Secondo Fasano, negli edifici “tradizionali” vi sono anche pericoli derivanti dal gas radon, considerato un “silent killer, come viene descritto nei paesi anglosassoni è spesso presente nelle strutture costruite tra il 1928 e il 1980; in molte scuole del nord-est e del centro Italia è stata registrata una concentrazione di gas elevatissima, ben più alta dei limiti che l’Ue considera come soglia di pericolo e a lungo Ignorata dagli enti locali, dall’opinione pubblica e dai media”.

L’insegnante è la “piattaforma”

da La Tecnica della Scuola

L’insegnante è la “piattaforma”

Pasquale Almirante

Il prof sulla via del tramonto, mentre all’orizzonte sorge la piattaforma applicate alla didattica, così come annunciato dagli esperimenti dei massive open course online (Mooc).

In tale contesto la digitalizzazione era mirata ad una trasposizione del contenuto basic delle lezioni frontali dentro le università (private, americane), mentre oggi si passa a piattaforme tematiche monodisciplinari, con contenuti co-progettati dai potenziali fruitori, in cui il modello di business si incrocia con la gamification.

«Siamo nati in una classe di recupero di una seconda liceo scientifico, in provincia di Trento, a novembre 2013», riporta Il sole 24 proponendo le parole di un co-fondatore del metodo, e  «Il preside voleva che la qualità media degli alunni aumentasse, oltre la retorica delle eccellenze: abbiamo quindi sviluppato l’idea di una piattaforma dedicata alla matematica. Per tre mesi, una volta a settimana, con la presenza della professoressa in aula, facevamo lezione sperimentando insieme ai dieci studenti del corso i contenuti, riscrivendoli».

Il risultato è una matematica diversificata su tre livelli, spiegata con esempi concreti tratti dalla vita quotidiana, riscritta con parole da ragazzi per ragazzi. Amo partire dalla teoria, dalla formalizzazione, ma non per tutti è così. Non esiste un modo giusto per imparare, né per insegnare, la piattaforma può anche essere usata come libro di testo ma ha una potenza didattica che nessun testo possiede».

Si tratterebbe dunque di una sorta di riscoperto gioco con cui sfidare gli amici a colpi di equazioni, entrare in classifica con altre classi e città, passare al livello successivo dopo aver risolto l’esercizio assegnato: elementi di progettazione del videogioco che entrano nella didattica e la applicano alla materia considerata più ostica per gli alunni (e gli adulti).

Per l’Indice economico elaborato dalla Commissione Europea, su mille laureati italiani dai 20 ai 29 anni solo tredici hanno preso la pergamena in materie scientifiche, ingegneristiche, tecnologiche, matematiche. Le famigerate STEM.

«L’argomento che riscuote più successo sono le equazioni lineari, mentre lo studio di funzione resta la bestia nera», mentre viene rinominato il freemium della piattaforma “all you can learn”: gratuità per 15 giorni, poi resta visibile solo il 20% dei contenuti.

Il docente si limiterà a computare le tabelline di analisi delle performance degli alunni: «L’insegnante è chiamato a stimolare discussioni, sollecitare le domande: la sfida è sviluppare metodi collaborativi per valorizzare la condivisione di conoscenza, per realizzare il sogno di una scuola per ciascuno».

Anzichè un mentore, il docente come facilitatore, disposto a mettersi in gioco nel blended learning, l’apprendimento misto, tra lezione frontale e tecnologia.

M5S: la scuola prima di tutto, interrogazione a Giannini sul mancato bando di concorso per docenti

da La Tecnica della Scuola

M5S: la scuola prima di tutto, interrogazione a Giannini sul mancato bando di concorso per docenti

Per il rilancio dell’Italia le priorità sono “innovazione, istruzione, eliminazione della corruzione, diminuzione del livello di tassazione contemporaneamente a una seria lotta all’ evasione, etica”.

A porre la scuola tra i punti fermi per migliorare il Paese è stato Gianroberto Casaleggio, il guru del Movimento 5 Stelle, intervistato dal Corriere della Sera.

“Gli italiani – dice Caseleggio – cominciano ad accreditarci come forza di governo nonostante le falsità dell’informazione e la barriera messa in atto dai partiti in ogni forma possibile”. Quanto alla corsa per subentrare alla guida Roma, nella prossima primavera, sostiene che “una competizione elettorale non può essere ricondotta a degli spot o a chi ‘mastica’ politica: il nostro punto fermo è il programma”.

“Noi vogliamo vincere. Roma è una tappa obbligata prima del governo. Un banco di prova. Se avessimo paura di governare Roma non potremmo neppure pensare di voler governare il Paese”.

Parlando dei Comuni amministrati dai 5 Stelle, Casaleggio si scaglia contro la “la strategia del Pd” di dimostrare che non funzionano “perché in questo caso il M5S non sarebbe neppure affidabile per governare il Paese. Nel caso di Livorno i problemi non ci sono. Sta di fatto che quando vinciamo ci troviamo quasi sempre i conti dissestati dalle precedenti amministrazioni”.

Intanto, l’on. Silvia Chimienti, deputato M5S, punta il dito sul mancato bando di concorso per nuovi docenti: la Legge 107/2015, approvata a luglio, riportava che sarebbe stato pubblicato entro il 1° dicembre scorso. Cosa che però non è avvenuta. E ora si tema che possa anche slittare al 2016.

“Quando un cittadino non paga le tasse o non rispetta la legge incorre in sanzioni immediate. Quando è lo Stato a non rispettare le sue stesse leggi, cosa succede?”, chiede pubblicamente la Chimienti tramite la sua pagina Facebook.

Sulla mancata pubblicazione del nuovo bando, l’on. Chimienti ha presentato una interrogazione al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, chiamato a rispondere alla commissione parlamentare di competenza, attraverso la quale chiede:

1 – Quanti sono i DOCENTI GAE non ancora assunti e quando verranno assunti;

2 – Quando uscirà il BANDO del concorso già fuori tempo massimo;

3 – Come si intendono tutelare i DOCENTI ABILITATI che non supereranno il concorso;

4 – Quando e con quali prospettive verrà bandito il III CICLO TFA.

Lega. Governo salda arretrati ai docenti precari con i soldi per assumerli

da tuttoscuola.com

Lega. Governo salda arretrati ai docenti precari con i soldi per assumerli

Erano in diversi a chiedersi quale impiego poteva esserci per i risparmi derivanti dalle migliaia di non assunzioni attese per il piano di reclutamento.

Da diverse parti si era chiesto, ad esempio, di ampliare la platea dei destinatari della Carta dell’aggiornamento (500 euro). Invece, per il momento una quota di quei risparmi è stata destinata al pagamento degli stipendi arretrati dei supplenti.

Si è trattato di una soluzione di ripiego che la Lega ha immediatamente criticato.

«Il Governo ha finalmente stanziato i fondi per i precari della scuola, senza stipendio da settembre. Ma sono i risparmi sulle mancate assunzioni, che Renzi aveva promesso in pompa magna con la legge sulla Buona scuola».

Lo afferma Mario Pittoni, responsabile federale istruzione della Lega Nord.

«Senza una parola di scuse – sottolinea Pittoni – e con l’accredito previsto non prima del 19 gennaio prossimo, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e quello dell’Economia Pier Carlo Padoan, hanno annunciato la disponibilità delle risorse necessarie a coprire l’errore di valutazione presente nella relazione tecnica allegata alla Buona scuola, secondo cui le spese per le supplenze sarebbero drasticamente diminuite grazie all’attivazione dell’organico potenziato, cosa non verificatasi

Ma c’è di peggio.

Sembra di capire, infatti, – prosegue Pittoni – che i 150 milioni messi a disposizione per saldare gli stipendi degli insegnanti precari, facciano parte del “gruzzolo” di quasi 600 milioni risparmiati da Renzi sulle annunciate, ma mai concretizzate, assunzioni proprio di insegnanti precari…».

Domande di pensione (online) entro il 22 gennaio

da tuttoscuola.com

Domande di pensione (online) entro il 22 gennaio

Il Miur ha pubblicato l’annuale decreto (e relativa circolare) sul pensionamento del personale scolastico per il prossimo anno scolastico.

Dal sito della Cgil-scuola la sintesi delle novità, dei requisiti e delle modalità di accesso.

“Il Decreto Ministeriale 939 del 18 dicembre 2015 fissa al 22 gennaio 2016 il termine ultimo per la presentazione delle domande di dimissioni volontarie dal servizio ai fini del pensionamento per il personale della scuola (docenti/educatori e ATA). Per i dirigenti scolastici il termine per la presentazione delle istanze è il 28 febbraio 2015.

Ricordiamo che le domande di dimissioni, salvo specifiche eccezioni, si presentano utilizzando le istanze online.

Contestualmente al decreto è stata pubblicata la circolare operativa 40816/15.

Le domande di pensione devono essere inviate direttamente all’Ente Previdenziale, esclusivamente attraverso le seguenti modalità:

  1. presentazione della domanda on-line accedendo al sito dell’Istituto, previa registrazione;
  2. presentazione della domanda tramite Contact Center Integrato (n. 803164);
  3. presentazione telematica della domanda attraverso l’assistenza gratuita del Patronato.

Tali modalità saranno le uniche ritenute valide ai fini dell’accesso alla prestazione pensionistica. Si evidenzia che la domanda presentata in forma diversa da quella telematica non sarà procedibile fino a quando il richiedente non provveda a trasmetterla con le modalità sopra indicate.

Riepilogo dei requisiti

Requisiti posseduti al 31 dicembre 2011 ante Legge 214/11 (Fornero) e ancora utilizzabili ai fini dell’accesso al pensionamento.

Vecchiaia

  • 65 anni di età anagrafica – requisito per uomini e donne
  • 61 anni di età anagrafica – requisito di vecchiaia facoltativo esclusivamente per le donne

Anzianità

  • 40 anni di contribuzione – requisito della massima anzianità contributiva

Quota

  • 60 anni di età e 36 anni di contribuzione – quota 96
  • 61 anni di età e 35 anni di contribuzione – quota 96

Per raggiungere la “quota 96” si possono sommare ulteriori frazioni di età e contribuzione (esempio: 60 anni e 4 mesi di età anagrafica con 35 anni e 8 mesi di contribuzione).

Opzione donna ( art. 1 comma 9 della legge 23 agosto 2004, n. 243).

Per le sole donne resta in vigore fino al 31 dicembre 2015 la norma prevista dall’art. 1 comma 9 della Legge 243/2004, che consente l’accesso alla pensione con 57 anni e 3 mesi di età anagrafica e 35 anni di anzianità contributiva. Il pensionamento è consentito dal 1 settembre 2016 a condizione che il requisito di età e contribuzione sia stato maturato entro il 31 dicembre 2014 e che venga esercitata l’opzione per il calcolo della pensione col sistema contributivo.

Per quanto riguarda l’eventuale proroga dell’ opzione donna al 31 dicembre 2015, dopo l’approvazione della legge di stabilità per il 2016 verranno fomite indicazioni sulle modalità e sui termini di presentazione delle domande.

Provvedimenti di salvaguardia

A seguito dello sblocco di ulteriori risorse finanziarie L’INPS ha predisposto l’invio delle certificazioni riguardanti i soggetti rientranti nella categoria dei cosiddetti salvaguardati di cui all’articolo Il bis, commi 1 e 2, della legge n. 124 del 2013 (quarta salvaguardia) e all’articolo 2, comma 1, lettera d), della legge n. 147 del 2014, (sesta salvaguardia. A tale riguardo, con l’approvazione della legge di stabilità per il 2016, verranno fomite indicazioni sulla presentazione delle domande di cessazione.

Nuove regole per l’accesso alla pensione previste dalla Legge 214/11

Per conseguire la pensione di anzianità e la pensione anticipata i nuovi requisiti dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2016 sono i seguenti:

Pensione di vecchiaia per uomini e donne con almeno 20 anni di contributi

  • 66 anni e 7 mesi entro il 31 dicembre 2015

Pensione anticipata

  • per le donne, 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2016;
  • per gli uomini, 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2016.