Sondaggio on line per destinare 58 mila euro: in testa il centro per l’autismo

da Superabile

Sondaggio on line per destinare 58 mila euro: in testa il centro per l’autismo

Il comune di Agrigento adotta il metodo di “democrazia partecipata” per scegliere come indirizzare i soldi stanziati dalla Regione. La mobilitazione delle famiglie chiede di inserire tra le aree di intervento il “centro autismo” e assistenza disabili. Che ora sono in testa

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ROMA – Un sondaggio on-line per decidere, con metodo democratico, come utilizzare i 58 mila euro che la regione ha destinato al comune: tra le quattro voci previste, per adesso in testa è il “centro per l’autismo”. Accade ad Agrigento e il merito è soprattutto delle famiglie. Degno di nota è certamente anche il metodo “partecipativo” adottato dall’amministrazione comunale per destinare i fondi. Ma inizialmente le voci previste erano soltanto tre: parco giochi, bonus alimentare indigenti, cura del verde pubblico.

E poi la voce “altro”: ed è su questa che sono concentrate le forze e l’attenzione dell’associazione “Vitautismo”, che ha chiesto, soprattutto tramite i social, di “declinarla”, indicando appunto “centro per l’autismo”. Ce ne parla così Enzo Brucculeri, presidente dell’associazione: “Per noi questo è stato il primo grande risultato – assicura – perché abbiamo fatto entrare questo bisogno fondamentale delle famiglie negli uffici del comune. Il sondaggio infatti, pubblicato dall’amministrazione poco prima di Natale, non contemplava la voce ‘centro per l’autismo’. Allora, attraverso la pagina Facebook Autismo Agrigento, il 24 dicembre ho chiesto a tutti i contatti di indicarlo alla voce ‘altro’: i voti sono stati così tanti che il comune ha deciso di rifare il sondaggio, comprendendo il centro educativo per l’autismo e l’assistenza domiciliare disabili. Ora poi, diversamente dalla prima volta, i risultati del sondaggio sono visibili in tempo reale. Per ora sta andando bene”. Molto bene, visto che il centro per l’autismo è in testa, con oltre 1.500 voti. “Ma c’è tempo fio al 31 gennaio – precisa Brucculeri – e sarà dura mantenere il vantaggio. Speriamo che i voti continuino ad arrivare. Ma speriamo sopratutto che l’attenzione sollevata non si spenga”.

Un’attenzione necessaria e dovuta, secondo Brucculeri, visto che “attualmente le famiglie di Agrigento non hanno un centro pubblico di riferimento per l’autismo. In realtà, in tutta la Sicilia sono poche le strutture dedicate all’autismo. E quelle che ci sono distano molti chilometri da Agrigento. Per questo, la nostra associazione da anni chiede che sia creato un centro pubblico: e offre alla Asp, l’azienda sanitaria provinciale, la disponibilità e la collaborazione delle famiglie”. Creare questi centri, d”altra parte, rientra tra i compiti delle Asp, che “per decreto regionale, dovrebbero creare dei centri territoriali con fondi dedicati solo per l’autismo, che equivalgono allo 0,1 per cento del proprio bilancio in entrata. Solo alcune però, come Caltanissetta e Ragusa, hanno creato qualcosa, mentre delle altre non si sa ancora niente. E sono già 5 anni che sono state diramate queste direttive, mentre le linee guida siciliane risalgono al 2007”.

Soprattutto mancano, in Sicilia e ad Agrigento in particolare, centri pubblici per la terapia Aba, “quella che riceve maggiore considerazione dalle stesse linee guida dell’Istituto superiore di sanità – spiega Brucculeri – Concretamente, questo significa che le famiglie si pagano la terapia di tasca loro: nel mio caso, l’Asp passa, per mio figlio, 4 ore settimanali di terapia, ovviamente insufficienti per la sua riabilitazione. Il resto, lo paghiamo noi a un terapista privato: parliamo di 35-40 euro l’ora. La spesa delle famiglie può arrivare facilmente a 1.000 euro al mese”.

Di qui la necessità di un centro pubblico: “Abbiamo già inviato per Pec le richieste e le proposte dell’associazione al comune: se il sondaggio va bene, ci aspettiamo che il comune, attraverso il patrimonio, trovi un posto adatto dove avviare un centro dedicato all’autismo. 58 mila euro certo non bastano, ma servirebbero per creare lo start up e sollecitare così anche l’Asp a fare quanto di sua competenza. Poi noi famiglie saremmo, come sempre, pronte ad auto-tassarci, per mandarlo avanti.” Insomma, quei soldi sono pochi, ma importanti: “ci impegneremo al massimo per vincere il sondaggio. E chiediamo a tutti di aiutarci”. (cl)

Il ristorante che dà lavoro a giovani disoccupati, disabili e vittime di violenza

da Redattore sociale

Il ristorante che dà lavoro a giovani disoccupati, disabili e vittime di violenza

Si chiama “Un posto tranquillo” e ha aperto circa un anno fa a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. Totalmente accessibile offre piatti della tradizione siciliana rivisitati e prodotti biologici e a km zero. Un progetto della Cooperativa Etnos

Un
posto tranquillo, personale di sala e cucina
Un ristorante dove amore per la buona cucina e solidarietà coabitano  in armonia. Si chiama “Un posto tranquillo”, ed è nato da poco più di un anno a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. Nelle sale e in cucina lavorano persone socialmente svantaggiate, come ragazzi affetti dalla sindrome di Down, donne vittime di violenza e giovani disoccupati under 35. “L’idea – racconta Fabio Ruvolo, presidente della cooperativa Etnos capofila del progetto – è nata quasi per caso: al nostro ente mancava l’ultimo tassello per raggiungere la forma più alta di riabilitazione, ossia l’inserimento lavorativo: non avevamo le competenze per occuparci di ristorazione”.

“Un posto tranquillo” è stato accreditato come il quattordicesimo miglior progetto sperimentale, tra i mille in tutta Italia, nella categoria” Giovani per il sociale” del Dipartimento Gioventù  della Presidenza del Consiglio dei Ministri e ha ricevuto il cofinanziamento  statale che ha permesso la messa a punto di un struttura di 700 metri quadri, totalmente priva di barriere architettoniche e family friendly.  E’ aperto tutti week end e con un’alta vocazione per il banqueting. “E’ un grande risultato, soprattutto perché l’idea è in controtendenza rispetto alle dinamiche proprie del nostro territorio, dove il tasso di occupazione giovanile è ai minimi storici ed è molto bassa anche la percentuale dei soggetti svantaggiati che riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro”, prosegue Ruvolo.

Un
posto tranquillo – sala ricevimenti
Molte le collaborazioni che hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto: l’Associazione italiana dei ristoratori, guidata da suo presidente Giuseppe Pinzino, coordina il personale di sala e cucina; l’associazione “Vita Nova” si occupa del tutoraggio dei ragazzi con disabilità e il Gruppo di acquisto solidale “Bio…logico GAS” della qualità delle materie prime. Infatti il progetto predilige cibi a km zero e biologici, promuovendo i prodotti del territorio e uno stile di vita sano. L’organizzazione degli eventi, che spaziano dall’intrattenimento alla musica classica o al rock, è affidata al direttore artistico Ernesto Trapanese.

A “Un posto tranquillo” la solidarietà si esprime anche con l’amore per il buon cibo, grazie all’impegno dello chef Ennio La Rosa che rielabora i piatti tipici della cucina siciliana in maniera originale e innovativa. IL ristorante dispone inoltre di un’apposita area bimbi con animatrici e attrazioni dedicate ai piccoli con disabilità e tre pulmini che garantiscono trasporti gratuiti per gruppi di anziani e disabili. “Mangiare la pizza – afferma il presidente di Etnos – non è un’attività immediata e normale per molti: noi vogliamo renderla possibile. E direi che ci stiamo riuscendo: dall’apertura dello scorso dicembre ad oggi – continua Ruvolo – sono oltre diecimila i visitatori complessivi, ai quali si aggiungono i nostri clienti fissi”.

Un
posto tranquillo – tavolo
“Un posto tranquillo” è uno spazio  dove tante persone vivono una nuova chance di vita. Dove gli ospiti ma anche il perdonale hanno modo  di rivalutare il concetto stesso di disabilitàe di autonomia.  Come nel caso delle donne vittime di violenza, che grazie all’impegno lavorativo  imparano il vero significato della libertà e della ricostruzione della propria identità per lungo tempo vessata da mortificazione e violenze. “È una nuova frontiera – conclude Ruvolo – che abbatte i principi dell’assistenza sociale pura e ci permette, ad esempio, di investire in una comunità per minori stranieri non accompagnati, come è già successo. Il nostro ideale più grande è vedere crescere la percentuale di inserimento lavorativo tra i meno fortunati, anche per la soddisfazione delle loro famiglie”.

Olimpiadi di Italiano

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Olimpiadi di Italiano da record, oltre 43mila gli studenti iscritti
Al via oggi le selezioni di istituto
La Puglia la regione con il maggior numero di partecipanti: 5.205

Numeri da record per le Olimpiadi di Italiano, edizione 2016. Sono 43.244 gli studenti che oggi e domani si sfideranno, in contemporanea in tutta Italia, a colpi di abilità nella lingua italiana. Si tratta di quasi ventimila studenti in più rispetto all’edizione precedente (nel 2015 gli alunni in gara sono stati 24.920) provenienti da 875 istituti (758 l’anno scorso).
Le Olimpiadi di Italiano sono promosse dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici – per sostenere e approfondire la conoscenza della lingua italiana. La competizione è rivolta agli studenti di tutte le scuole secondarie di II grado.

Ad aprire le sfide, questa mattina, i candidati della categoria Junior (alunni del primo biennio). Domani toccherà ai Senior (secondo biennio e ultimo anno). Gli studenti gareggeranno on line, collegandosi in contemporanea su una piattaforma appositamente creata per la prima fase delle selezioni, a livello di istituto. Seguirà poi la seconda fase, quella regionale, dalla quale usciranno i finalisti che si contenderanno i primi posti a Firenze, il 18 marzo, nella sede di Palazzo Vecchio, dove si terrà la gara conclusiva che assegnerà le medaglie ai vincitori.
La regione con il maggior numero di istituti iscritti è la Campania (con 100 scuole), seguita dalla Lombardia (94). Ma è la Puglia ad avere il maggior numero di studenti partecipanti: 5.205. Mentre le Marche detengono il maggior numero di alunni iscritti per scuola: 68.

Quest’anno le Olimpiadi di Italiano si aprono ancora di più alla partecipazione degli studenti con disabilità. Per due studentesse ipovedenti è stata predisposta una prova con una particolare formattazione del testo. Quasi una decina sono inoltre gli studenti non vedenti iscritti alla fase d’istituto della competizione. Per loro vi è la possibilità di partecipare attraverso l’uso di un lettore di schermo, le prove delle Olimpiadi di Italiano sono infatti conformi alle norme che regolamentano l’accessibilità per i disabili.

Apertura, per questa edizione 2016, anche agli studenti costretti a non poter frequentare la scuola per ragioni di salute. Una studentessa che, in seguito ad un intervento chirurgico, deve avvalersi dell’istruzione domiciliare, potrà svolgere la gara dalla propria abitazione.
Confermata la partecipazione delle scuole italiane all’estero. Al momento, sono 23 gli istituti registrati (per loro le iscrizioni sono ancora aperte in quanto le selezioni per la finale si terranno in un’unica fase). Ben 27 le scuole con italiano lingua L2 della Provincia di Bolzano. E’ confermata anche la forte presenza degli istituti tecnici e professionali, quest’anno rispettivamente 166  e 40 quelli in gara, contro i 664 licei.

Le prove delle Olimpiadi, come per gli anni passati, verteranno su esercizi di ortografia, punteggiatura, morfologia, sintassi, trasformazione del discorso diretto in indiretto (attraverso la riproposizione di testi tratti da grandi autori della letteratura italiana). E ancora, esercizi sul lessico (dalla definizione di parole rare, alle combinazioni lessicali inadeguate, al ritrovamento di sinonimi di parole inconsuete, fino all’uso figurato delle parole). Infine, soprattutto per la gara finale di Firenze, anche esercizi di comprensione testuale: riassunto, composizione di un testo informativo/funzionale, composizione di un testo creativo.

Le prove sono state elaborate da un apposito gruppo di lavoro individuato dal Miur, con la collaborazione dell’Accademia della Crusca, dell’ASLI (Associazione per la Storia della Lingua italiana) e dell’ADI (Associazione degli Italianisti).

In occasione della finale di Firenze, dal 17 al 19 marzo prossimi, sono in programma anche incontri, tavole rotonde, spettacoli teatrali, lezioni di grande interesse, visite culturali, all’interno delle “Giornate della lingua italiana”, promosse insieme alle Olimpiadi dal Miuranche in questa edizione, con l’Accademia della Crusca, il Ministero degli Esteri, il Comune di Firenze, gli Uffici Scolastici Regionali, Rai Radio 3, Rai Cultura, Premio Campiello Giovani e, da quest’anno, con la collaborazione organizzativa anche del Ministero della Difesa.

EDIZIONE STUDENTI ISCRITTI
2011 800
2012 8.402 Prima volta del passaggio allo svolgimento delle prove on line per tutti i partecipanti
2013 12.322
2014 14.769
2015 24.920
2016 43.244 27.028 studentesse 16.216 studenti
SCUOLE PARTECIPANTI
2012 492
2013 553
2014 609
2015 758
2016 875

MENO CLASSI DI CONCORSO, MENO PROFESSIONALITA’

MENO CLASSI DI CONCORSO, MENO PROFESSIONALITA’

“L’accorpamento delle classi di concorso, stabilito dal Regolamento approvato la scorsa notte dal Consiglio dei Ministri, prefigura un impoverimento dei contenuti disciplinari con ricadute negative sulla professionalità docente e soprattutto sull’offerta formativa e sulla qualità dell’insegnamento rivolto agli studenti. Non si tratta di semplificare, come hanno detto Renzi e Giannini, ma di ‘annacquare’: non sempre, infatti, un professore utilizzato per insegnare una materia affine alla propria ha davvero le competenze necessarie per farlo”. A dichiararlo è il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio.

“La conferenza stampa di questa mattina a Palazzo Chigi è stata l’ennesimo spot elettorale del premier. I 63.712 insegnanti che entreranno in ruolo con il prossimo concorso – spiega Di Meglio – non rappresentano nuove assunzioni, ma semplicemente la copertura del turn over per sostituire i docenti che andranno in pensione. Non c’è, dunque, alcun nuovo investimento. E’ uno spot elettorale anche sbandierare come eccezionale questo concorso: ricordiamo al presidente del Consiglio e al ministro dell’Istruzione che l’ultimo si è svolto tre anni fa”.

Quanto alle dichiarazioni sull’organico del potenziamento, Di Meglio definisce uno scaricabarile le parole di Renzi: “Affermare che dipende da come la singola scuola si organizza, significa lavarsi le mani di un problema provocato da una cattiva riforma che il Governo ha voluto ostinatamente portare avanti”.

MOBILITA’: NON FIRMIAMO CONTRATTO CON AMBITI E CHIAMATA DIRETTA

MOBILITA’, GILDA: NON FIRMIAMO CONTRATTO CON AMBITI E CHIAMATA DIRETTA

“Le prove di dialogo con il Miur sulla mobilità sono finite: non firmeremo il contratto”. E’ quanto dichiara Maria Domenica Di Patre, vice coordinatrice nazionale della Gilda degli Insegnanti, al termine dell’incontro che si è svolto questa mattina a viale Trastevere.

“La proposta dell’Amministrazione – spiega Di Patre – resta incardinata sugli ambiti territoriali e sulla chiamata diretta da parte del dirigente scolastico, due aspetti della legge 107 ai quali ci siamo sempre dichiarati contrari e su cui continuiamo a ribadire il nostro netto no. Inoltre persistono le inique disparità di trattamento tra le varie categorie di docenti, vecchi e nuovi assunti. Per la Gilda non esiste alcuna possibilità di intesa a queste condizioni. Prendiamo dunque atto della inconciliabilità delle posizioni e siamo pronti – conclude la vice coordinatrice della Gilda – a ricorrere a tutte le vie legali fino ad arrivare al referendum abrogativo”.

Mobilità 2016, giovedì 21 ultimo incontro: ancora aperture Miur, basteranno ai sindacati?

da La Tecnica della Scuola

Mobilità 2016, giovedì 21 ultimo incontro: ancora aperture Miur, basteranno ai sindacati?

Il contratto sulla mobilità dei docenti è giunto ad un bivio: giovedì 21 gennaio è infatti in programma l’ultimo incontro per arrivare ad un compromesso Miur-sindacati.

Le premesse perché ciò avvenga sembrano però ancora flebili. Perché in occasione dell’ultimo confronto, avvenuto il 13 gennaio scorso, le parti si sono lasciate distanti.

A spiegarne i motivi è stato Pino Turi, segretario generale Uil Scuola: “secondo noi, tutto il personale interessato deve poter scegliere la scuola di titolarità, in deroga ad ogni vincolo derivante da vecchie e nuove normative che non sono coerenti con la singolarità di questa fase di mobilità, prevista dalla stessa Legge 107/15. Ma su questo punto che riguarda tutto il personale, che deve rispondere ad una situazione straordinaria con misure di equità e tutela per tutti, la trattativa – ha concluso Turi – è giunta ad un punto di stallo”.

Ci sono però delle novità: qualche giorno fa i dirigenti del ministero dell’Istruzione hanno comunicato alle organizzazioni sindacali la loro ultima proposta, al fine di scongiurare un atto unilaterale che non soddisferebbe nessuno. Ad iniziare dai docenti interessati, perché andrebbe ad applicare in modo “rigido”, senza alcuna deroga, quanto espresso a chiare lettere dal comma 73 della Legge 107/15: “dall’anno scolastico 2016/2017 la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera tra gli ambiti territoriali”, anche per i docenti perdenti posto.

In base a quanto è trapelato, in sintesi la proposta del Miur per trovare una convergenza sarebbe la seguente:

  1. tutti coloro che sono stati immessi in ruolo prima dell’avvio del piano straordinario di immissioni in ruolo previsto dalla Legge 107/15, non andrebbero negli ambiti territoriali, gestiti dai dirigenti scolastici, ma potrebbero continuare ad indicare la scuola desiderata per il trasferimento, purché ciò avvenga nella provincia in cui già insegnano;
  2. i docenti assunti attraverso la fase 0 e A, invece di essere bloccati per tre anni nella provincia di nomina, come indicherebbe la Legge 107, avrebbero l’opportunità, su base volontaria, di partecipare alla mobilità anche su ambiti di altre province, però in subordine a coloro che li precedono nella graduatoria dei candidati al trasferimento;
  3. coloro che sono stati stabilizzati attraverso le ultime fasi della riforma, la B e la C, però solo se “assorbiti” da una graduatoria di merito formulatasi a seguito di un concorso a cattedra, avrebbero la possibilità di presentare domanda, tuttavia in subordine (mentre per la Legge 107 non avrebbero potuto fare domanda di mobilità);
  4. per tutti i docenti di ruolo, vecchi e neo-assunti, il Miur sarebbe disposto a consentire di indicare, oltre gli ambiti nell’ordine desiderato, anche delle preferenze (non vincolanti) sulle scuole dove vorrebbero insegnare i trasferiti nel primo ambito indicato. E questo malgrado la Buona Scuola preveda che la mobilità avvenga indistintamente tra ambiti territoriali.

Insomma, dal Miur sembrano aver fatto più di un passo in avanti rispetto alle posizioni iniziali. Se questo basti, però, è tutto da capire. Il silenzio dei sindacati degli ultimissimi giorni, proprio sulla questione mobilità, potrebbe far intendere ad una possibile disponibilità a parlarne.

Rimane il “nodo” degli assunti con le fasi B e C attraverso le GaE. Che sono anche la grande maggioranza. Per loro il “girone” degli ambiti non è stato risparmiato. Considerando che una percentuale altissima, oltre il 95%, è stato immesso in ruolo nella provincia di appartenenza, qualche sindacato forse potrebbe anche pensare di soprassedere e accettare la proposta.

Anche perché, in caso contrario, se non arrivasse ad un accordo, le concessioni del Miur verrebbero tutte perse. E, a quel punto, anche il personale di ruolo da tempo, si ritroverebbe di colpo negli ambiti territoriali. Senza avere più la possibilità di giocarsi nemmeno la carta dell’ultimo anno di mobilità con le vecchie regole, in particolare per produrre il tentativo di fare domanda di trasferimento “secca” su una scuola.

Una cosa è certa: per i sindacati non sarà una scelta facile. Tra poche ore sapremo quale verrà presa.

Accordo sulle economie del fondo di istituto

da La Tecnica della Scuola

Accordo sulle economie del fondo di istituto

In data odierna è stata siglata l’intesa tra il Miur e le OO.SS. sul fondo per il miglioramento dell’offerta formativa relativamente alle economie dell’anno scolastico 2014/2015.

Ai fini della ripartizione delle economie, nell’intesa siglata nella giornata del 20 gennaio si è concordato di ripartire le risorse pari a € 2.881.144,13 (lordo Stato) come di seguito riportato:

  • €      2.212.826,00 per i compensi (indennità) al sostituto del DSGA per assenze      superiori a 15 giorni come evidenziato nella rilevazione effettuata dal      Miur nel luglio scorso. La somma sarà assegnata in proporzione alla durata      dell’assenza secondo quanto segnalato dalle singole scuole;
  • €      117.515,00 per l’indennità di bi/trilinguismo. Anche detta somma sarà      assegnata alle scuole interessate sulla base di analoga rilevazione      effettuata sempre nel luglio scorso;
  • €      550.803,13 per le indennità di lavoro notturno e festivo degli educatori e      del personale ATA dei Convitti. Non essendo stata effettuata una specifica      rilevazione, la somma sarà ripartita proporzionalmente all’organico del      personale educativo, dato che l’Amministrazione può ricavare direttamente  al SIDI.

Cdm: licenziamenti lampo dei “fannulloni”

da La Tecnica della Scuola

Cdm: licenziamenti lampo dei “fannulloni”

La riforma della Pubblica Amministrazione parte con 11 decreti attuativi che vanno dai licenziamenti lampo al taglio delle partecipate alle nuove classi di concorso. Stasera al Consiglio dei ministri se ne parlerà e quindi saranno approvate insieme alle nuovi classi di concorso nella scuola.

Le misure attese, scrive Il Sole 24 Ore, per la Pa sono solo, per quanto copiosa, una prima tranche: seguirà un pacchetto Madia bis (dai poteri del premier all’ufficio unico su territorio) nei prossimi mesi.

Il cerchio si chiuderà in estate con il testo unico sul pubblico impiego.

Ecco allora le principali novità ad esclusioni di sorprese.

Il dipendente pubblico che viene colto in flagranza a falsificare la sua presenza in servizio, come chi striscia il badge e poi esce, verrà punito entro 48 ore con la sospensione dall’incarico e dalla retribuzione.

Se l’illecito non verrà denunciato il dirigente rischia pesanti sanzioni, fino al licenziamento (oggi al massimo c’è la sospensione).

Tornando ai «furbetti del cartellino» il decreto prevede un iter accelerato per il licenziamento: entro un mese il procedimento per il licenziamento dovrà chiudersi (ora può durare anche 120 giorni).

Il CDM vara le nuove classi di concorso

da tuttoscuola.com

Il CDM vara le nuove classi di concorso
Il provvedimento sarà illustrato domani da Renzi con Giannini e Madia

Vengono approvate oggi in Consiglio dei Ministri le nuovi classi di concorso: lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi al termine di un incontro, questa mattina, tra Matteo Renzi e il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.

Il provvedimento verrà illustrato domani mattina alle 9 dal presidente del Consiglio in conferenza stampa a Palazzo Chigi con i ministri Giannini e Marianna Madia.

Con la revisione messa in atto vengono accorpate e semplificate le classi di concorso esistenti (che passano da 168 a 116) e ne vengono introdotte 11 nuove per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado, fra cui, ad esempio, la A-23, Lingua italiana per discenti di lingua straniera, e alcune classi relative a nuovi indirizzi della scuola di secondo grado come quello musicale e coreutico. Vengono anche introdotte 2 nuove classi di concorso che riguardano posti di insegnante di materie tecnico-pratiche.

Con l’adeguamento delle classi di concorso ai nuovi ordinamenti universitari, alcune categorie di laureati finora escluse dall’insegnamento di materie coerenti con il loro piano di studi potranno accedere agli specifici percorsi abilitanti. I laureati in Scienze politiche, ad esempio, potranno insegnare discipline giuridiche ed economiche. La revisione delle classi di concorso è un passaggio cruciale per l’avvio del concorso a cattedra.

Concorso: dura selezione se non sai la lingua straniera

da tuttoscuola.com 

Concorso: dura selezione se non sai la lingua straniera

Si prospetta una durissima selezione agli scritti del concorso per i quesiti in lingua straniera.

Per ciascuna delle prove scritte di cui ai commi 2 e 3, due dei quesiti a risposta aperta sono formulati in lingua straniera, sono svolti dal candidato nella medesima lingua e ne accertano anche la competenza almeno al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue. (dal testo ufficioso del decreto per le prove d’esame)

Sono due su otto i quesiti in lingua straniera (inglese per la primaria) che i candidati devono affrontare svolgendo le risposte nella medesima lingua.

Cosa prevede il livello B2 del Quadro Comune Europeo delle lingue?

B2 Autonomia – Livello intermedio superiore: Comprende le idee principali di testi complessi su argomenti sia concreti che astratti, comprende le discussioni tecniche sul proprio campo di specializzazione. È in grado di interagire con una certa scioltezza e spontaneità che rendono possibile un’interazione naturale con i parlanti nativi senza sforzo per l’interlocutore. Sa produrre un testo chiaro e dettagliato su un’ampia gamma di argomenti e spiegare un punto di vista su un argomento fornendo i pro e i contro delle varie opzioni.

Poiché ognuno degli otto quesiti può comportare una valutazione da 0 a 5 e che complessivamente la prova scritta è superata se si raggiunge un punteggio di almeno 28 punti su 40, i due quesiti in lingua straniera diventano decisivi per l’ammissione all’orale.

Infatti l’eventuale non conoscenza della lingua straniera può far perdere 10 punti dei 40 a disposizione e soltanto ottime risposte agli altri sei quesiti può salvare lo scritto con il punteggio minimo tra 28 e 30. Altrimenti si viene esclusi.

Sarà durissima la selezione soprattutto per gli abilitati magistrali diplomatisi entro il 2001-02.

Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate …

Nota MAECI 21 gennaio 2016, Prot.n. 11817

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
DIREZIONE GENERALE PER L’UNIONE EUROPEA
UFFICIO II

Nota MAECI 21 gennaio 2016, Prot.n. 11817

Oggetto: Partenariato Orientale – Moldova. Selezione di 6 High Level Advisers (HLA) da parte della Commissione Europea, per collaborare con le singole Pubbliche Amministrazioni della Moldova nel quadro dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea.

Avviso 21 gennaio 2016, Prot. n. 730

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie – Ufficio IX

 

Oggetto: A.S. 2015/2016 – MOF – lordo stato e lordo dipendente.

A seguito all’Intesa sottoscritta con le OOSS del Comparto scuola in data 7 agosto 2015 e perfezionata il 9 dicembre 2015, si rendono noti gli importi del MOF per l’a.s. 2015/2016 (sia al lordo stato che al lordo dipendente), finalizzati a retribuire gli Istituti contrattuali del personale del comparto scuola relativamente al Fondo per l’istituzione scolastica, Funzioni strumentali, Incarichi specifici, Ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti.
Si conferma che tutti i dati fanno riferimento all’organico di diritto, ad eccezione dei posti di sostegno della scuola secondaria di secondo grado, che sono stati considerati nella misura del 69 % dei posti comunicati in organico di fatto al SIDI.

Si fa riserva di specifica comunicazione a ciascuna scuola degli importi caricati al SICOGE riferita al periodo gennaio-agosto 2016.

Si fa presente, infine, che i valori finanziari comprendono anche i CPIA.

Il Direttore Generale
(F.to Jacopo Greco)


MOF 2015/16