Pane & Vino

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Progetto Pane e Vino – Presentazione dell’8 febbraio 2016 – ore 16,30

Aula Magna dell’Istituto Cavalieri, via Olona Milano

 

Il progetto Pane & Vino. Vicende, aneddoti, riti e miti di due alimenti quotidiani, proposto e realizzato da Diesse Lombardia e sostenuto da Fondazione Cariplo verrà presentato l’8 febbraio p.v. nell’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo Cavalieri in via Olona, 14 a Milano.

Insegnanti e studenti delle scuole aderenti al progetto potranno scoprire i dettagli del progetto attraverso gli interventi di alcuni dei collaboratori che hanno steso i materiali.

Walter Muto condurrà l’evento, dando via via la parola agli altri relatori ed intervallando gli interventi con performance musicali, coadiuvato dal grande amico, collaboratore ed autore di canzoni Carlo Pastori. Flavio Merlo offrirà una panoramica del progetto e dei materiali disponibili on-line e Beppe Musicco illustrerà la parte del progetto dedicata al cinema.

Parte del pomeriggio verrà inoltre impiegata per dare spazio ad alcuni progetti di ricupero ed assistenza al bisogno, tramite le testimonianze di esponenti del Banco Alimentare, dei Fratelli di San Francesco e della Cooperativa L’Una, che opera nel carcere di Busto Arsizio. Naturalmente verranno contestualmente distribuiti i materiali del progetto, ad uso delle scuole aderenti.

Neoassunti 2015/2016 – Modello di bilancio iniziale delle competenze professionali

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Modello di bilancio iniziale delle competenze professionali per i Docenti Neoassunti 2015/2016

a cura del Gruppo Tecnico di lavoro del MIUR
approvato dalla Direzione Generale per il Personale Scolastico

Primo bilancio del Programma Erasmus+: molto alta la partecipazione italiana

Primo bilancio del Programma Erasmus+: molto alta la partecipazione italiana

Presentati oggi a Bruxelles i risultati raggiunti dal Erasmus+ nel primo anno del programma.  Dai numeri emerge anche la buona performance dell’Italia, che è fra i Paesi che hanno maggiormente beneficiato dei finanziamenti europei.
Il Direttore dell’Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE, Flaminio Galli, dichiara: “Nel 2014 Erasmus+ ha confermato la sua straordinaria importanza e vitalità anche per migliaia di italiani. La voglia di fare esperienza formativa all’estero cresce come il numero dei partecipanti e i risultati sul piano formativo e sociale. Viviamo un momento storico in cui torna la tentazione di alzare frontiere e steccati, mentre la mobilità degli studenti e dei docenti rafforza l’identità comune europea, migliora la preparazione individuale e favorisce l’occupazione”.

Il commissario europeo per l’Istruzione, la cultura, la gioventù e lo sport, Tibor Navraciscs, Commissario UE, ha affermato: “Nel corso del primo anno Erasmus+ si è rivelato un autentico successo. Il considerevole numero di partecipanti è la dimostrazione che il programma sta davvero contribuendo a migliorare le prospettive occupazionali dei giovani, aiutandoli ad acquisire nuove competenze ed esperienze e sostenendo l’ammodernamento dei sistemi dell’istruzione, della formazione e della gioventù in Europa. Continueremo a sfruttare questa popolarità per raggiungere sempre più persone, diverse tra loro per interessi, profilo e contesto sociale”.

I dati della partecipazione in Europa e in Italia
Le borse di mobilità per studenti, tirocinanti, insegnanti, volontari e altri giovani hanno permesso a quasi 58mila italiani di partire (650mila in Europa), con un impegno finanziario di 92.80 milioni di euro. In questo ambito l’Italia è seconda solo alla Turchia per numero di candidature presentate. Il settore universitario ha beneficiato di oltre 53 milioni di euro, impiegati per sostenere le mobilità di oltre 34 mila studenti, professori e staff, a seguire la formazione professionale (25 milioni), la mobilità per i giovani (quasi 10 milioni), la formazione per il personale della scuola (3.6 milioni) e per il personale impegnato nell’educazione degli adulti. Le prime 5 università italiane per studenti in uscita sono: l’Università di Bologna, Alma Mater Studiorum, l’Università degli studi di Padova, la “Sapienza” di Roma, L’università degli studi di Torino e la Statale di Milano. Le destinazioni più scelte dagli studenti italiani sono Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Portogallo. Gli atenei italiani che accolgono più studenti dall’estero sono l’Alma Mater di Bologna, la “Sapienza” di Roma, l’Università degli studi di Firenze, il Politecnico di Milano e l’Università degli studi di Padova. Gli universitari arrivano soprattutto da Spagna, Francia, Germania, Turchia e Polonia. Sul fronte della cooperazione in progetti, ovvero quelle attività di collaborazione in partnership internazionali fra scuole, università, organizzazioni di giovani, enti pubblici e imprese, l’Italia ha realizzato 118 progetti (18mila in totale in Europa) con il coinvolgimento di 791 organizzazioni. Nel complesso, il budget destinato a questo tipo di attività è stato di oltre 30 milioni di euro.  Gran parte dei progetti riguardano l’ambito scuola: sono 350 gli istituti coinvolti in Italia, con 62 scuole coordinatrici di progetto ed un finanziamento che sfiora i 12 milioni di euro. A seguire i progetti dei settori formazione, istruzione superiore, educazione degli adulti e gioventù.

Studio di impatto Erasmus: analisi regionale
Presentati oggi anche i dati dello studio di impatto Erasmus (ambito istruzione superiore). Il rapporto segue e integra quanto già pubblicato dalla Commissione europea nel 2014, con un focus sulle quattro macro regioni europee: nord, sud (di cui fa parte l’Italia), est, ovest. Sono state intervistate oltre 71mila persone fra studenti, ex studenti e staff (accademico e amministrativo) per verificare l’impatto della mobilità Erasmus in termini di occupabilità, competenze e carriera a livello europeo. Dai dati emerge che gli studenti dei Paesi del sud Europa hanno maggiormente beneficiato delle mobilità, riducendo i tempi di disoccupazione. Sul fronte dei tirocini, ad esempio, il 51% degli italiani ha ricevuto un’offerta di lavoro dall’impresa europea in cui veniva svolto il traineeship (media europea 30%).  L’esperienza di mobilità ha avuto un’influenza positiva anche sullo spirito di imprenditorialità: in Italia il 32% degli studenti con esperienza di tirocinio Erasmus è intenzionata ad avviare una start-up e il 9% l’ha già realizzata. I laureati che sono partiti in Erasmus hanno una maggiore mobilità lavorativa: il 93% è disposto a trasferirsi all’estero per lavoro e sono maggiormente disposti a cambiare datore di lavoro rispetto a chi non ha realizzato una mobilità Erasmus. Erasmus influenza anche le relazioni personali, l’87% degli italiani che hanno avuto un’esperienza Erasmus dimostra una maggiore “attitudine europea” (media europea 80%) e il 37% ha un rapporto affettivo stabile con un persona non italiana.

Accesso TFA

Accesso TFA: vittoria al TAR Lazio e immediato scioglimento della riserva per i ricorrenti ANIEF

 

Con la sentenza n. 858/2016 l’ANIEF ottiene lo scioglimento della riserva per più di 150 ricorrenti che si sono affidati ai nostri legali per l’ottenimento del diritto all’accesso al corso TFA da cui erano stati iniquamente esclusi a causa del mancato raggiungimento del punteggio di 21/30 alla prova preselettiva. Gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli ottengono vittoria piena al TAR del Lazio con una sentenza che scioglie la riserva con la quale i ricorrenti avevano avuto accesso alle successive prove per il Tirocinio Formativo Attivo e consolida la loro posizione confermando a tutti gli effetti il conseguimento del titolo abitante. Si attendono, nelle prossime settimane, le ulteriori sentenze che scioglieranno la riserva in favore di migliaia di nostri iscritti.

 

Con una sentenza che conferma quanto da tempo sostenuto dall’ANIEF, i nostri legali, che con competenza e grande professionalità hanno curato gli interessi dei candidati al corso TFA bandito lo scorso anno, ottengono il risultato atteso e la piena conferma del principio generale, ispirato alla tutela dell’affidamento, riguardante la “sanatoria legale dei casi di ammissione con riserva a procedure di tipo idoneativo, desumibile dall’art. 4, comma 2 bis del D.L. n. 115 del 2005, convertito alla legge n. 168/2005 (e da altre svariate leggi similari) secondo il quale <<Conseguono ad ogni effetto l’abilitazione professionale o il titolo per il quale concorrono i candidati, in possesso dei titoli per partecipare al concorso, che abbiano superato le prove d’esame scritte ed orali previste dal bando, anche se l’ammissione alle medesime o la ripetizione della valutazione da parte della commissione sia stata operata a seguito di provvedimenti giurisdizionali o di autotutela>>(cfr T.A.R. Lazio Sezione III, 27 agosto 2013, n. 7963)”. Il TAR Lazio, dunque, dichiara in via definitiva, in favore dei nostri iscritti, l’immediato “scioglimento dell’eventuale riserva con la quale parte ricorrente fosse stata ammessa” e il relativo consolidamento della loro posizione in qualità di abilitati a tutti gli effetti.

 

Il nostro sindacato, che da sempre si batte per il rispetto del diritto degli aspiranti docenti all’accesso ai percorsi abilitanti secondo criteri certi e trasparenti, esprime piena soddisfazione per questa nuova vittoria in tribunale che conferma non solo la validità delle tesi da sempre sostenute, ma anche l’estrema perizia dei propri legali in qualsiasi azione giudiziaria promossa a tutela dei lavoratori della scuola.

Mobilità personale docente 2015/2016: le ulteriori aperture del Miur

Mobilità personale docente 2015/2016: le ulteriori aperture del Miur

Il Miur apre alla possibilità che gli interessati possano chiedere le scuole anche sulla fase interprovinciale. Sulla chiamata diretta dei docenti da pare dei dirigenti opposizione chiara e netta dei sindacati, nessun cedimento. La trattativa prosegue.

Nella giornata del 25 gennaio, come avevamo preannunciato, le delegazioni si sono incontrate per verificare le ulteriori aperture del Miur sul contratto della mobilità. E cioè di consentire nella fase interprovinciale la possibilità ai docenti di chiedere il trasferimento anche su scuola e l’oggettività dei criteri per la loro assegnazione alle singole scuole dagli ambiti (eventualmente istituiti).

Le aperture che abbiamo registrato nel corso dell’incontro su entrambi i punti consentono la ripresa della trattativa, tenendo presente che l’azione sindacale portata avanti unitariamente è riuscita ad acquisire alcuni risultati significativi: il mantenimento delle attuali regole per i movimenti provinciali con la possibilità di trasferimento su scuola e non su ambito per tutti coloro che hanno già una provincia di titolarità; il diritto dei docenti di sostegno (Dos) e dei docenti senza sede (Dop) ad acquisire la titolarità di scuola anziché essere collocati d’ufficio su ambiti; il superamento del blocco triennale per tutti anche fase O e A oltre B e C da graduatoria di merito; la messa a disposizione del 100% dei posti disponibili ai fini dei movimenti. Questo è quanto avevamo ottenuto nei precedenti incontri. L’ulteriore apertura del Miur riguarderebbe la possibilità, per chi ha già una scuola di titolarità, di poterne acquisire una anche in provincia diversa tra le scuole disponibili nel primo ambito indicato nella domanda. Vedremo nel corso della trattativa come il Miur tradurrà sul piano fattuale nell’articolato gli impegni di cui sopra.

Questo è  il punto a cui siamo arrivati, la trattativa ora prosegue. Noi ci batteremo fino alla fine per dare a tutti (cioè anche agli assunti in fase B e C) questa possibilità e di regolare l’assegnazione dagli ambiti eventualmente istituiti alle scuole, secondo procedure certe, oggettive e per titoli in una apposita sequenza negoziale da avviare entro trenta giorni dalla firma dell’intesa. Non ci dovrà essere alcuna discrezionalità dei dirigenti nella assegnazione dei docenti alle scuole.

Abbiamo ribadito anche durante quest’ultimo incontro, la nostra contrarietà alla chiamata diretta che calpesta diritti costituzionali fondamentali. Contro questa sciagurata normativa ci batteremo in tutte le sedi e con tutti i mezzi, compreso il ricorso al referendum.

Fondi Pon e appalti, dal Miur il manuale d’uso per le scuole

da Il Sole 24 Ore

Fondi Pon e appalti, dal Miur il manuale d’uso per le scuole

di Al. Tr.

Viale Trastevere pubblica le linee guida per gli istituti beneficiari dei finanziamenti per le reti Wifi e gli ambienti digitali

Pon 2014-2020, arriva il manuale d’uso per le scuole beneficiarie dei finanziamenti per le reti Wifi e per gli ambienti digitali . Il Miur ha pubblicato le «Linee guida dell’Autorità di gestione per l’affidamento dei contratti pubblici di servizi e forniture di importo inferiore alla soglia comunitaria», con l’obiettivo di fornire agli istituti istruzioni specifiche per l’attuazione dei progetti cofinanziati dai fondi Fse e Fesr.

Il manuale
Il vademecum alla normativa in materia di appalti pubblici, spiega il Miur, aiuta le scuole a evitare quegli errori che possono comportare la totale inammissibilità della spesa per i progetti. Il manuale offre un «supporto alla sana gestione finanziaria e alla corretta gestione dei progetti» in tutti i casi in cui sia prevista una procedura di acquisizione di beni e servizi sotto la soglia comunitaria.
Allegati alle linee guida ci sono anche i modelli e i format di atti che le scuole possono utilizzare in tutte le fasi delle procedure.
Per scaricare la guida clicca qui

Scuola 2.0, a che punto siamo?

da La Tecnica della Scuola

Scuola 2.0, a che punto siamo?

Da molti anni si parla ormai di “scuola 2.0”, ovvero quell’ambiente didattico nel quale dove trovano sempre più spazio le nuove tecnologie.

Nell’immaginario degli addetti ai lavori – insegnanti, presidi, alunni -, ma anche di coloro che gravitano attorno al mondo dell’istruzione (genitori, stake holders), la “scuola 2.0” è identificata come un luogo nel quale trovano posto una serie di strumentazioni: le Lim (lavagne multimediali), la connessione ad internet (per lo più wi fi), personal computer, tablet, smartphone e altri dispositivi.

A distanza di qualche anno è oggi possibile tirare alcune conclusioni:

  • La prima è che il ministero dell’Istruzione non ha completato l’iter formativo avviato all’inizio dell’ambizioso programma;
  • Poi c’è da dire che famigerate Lim hanno svolto la funzione di “cavallo di troia” per far entrare nel mondo scolastico le tecnologie  e, nei casi più fortunati, la connessione ad internet. Ma questo scenario, inevitabilmente semplificato, non esclude che molti docenti si siano dati il pensiero di approfondire le teorie dell’apprendimento multimediale, anche per una forma di correttezza deontologica. Solo che in molti lo hanno fatto, probabilmente, in termini individuali e non supportati;
  • La terza conclusione, al momento la più interessante, è che le scuole si sono dotate negli anni di strumenti diversi, anche grazie alla buona volontà di molti docenti avvezzi all’uso delle “nuove tecnologie”. E hanno dato il via al cosiddetto fenomeno della “scuola 2.0”, che inevitabilmente risulta diverso da caso a caso, non sempre felice negli esiti, non sempre solido nelle premesse, spesso motivato da esigenze di “marketing scolastico”.

Cosa è oggi quindi la “scuola 2.0”? Dalle esperienze eterogenee ed individuali dei singoli Istituti, possiamo affermare sicuramente che essa somiglia ad un grande cantiere di idee e sperimentazioni, alcune di buon livello altre meno, in cui però, nella stragrande maggioranza di casi, si naviga a vista senza una programmazione omogenea e diffuso su tutto il territorio.  Nella maggior parte dei casi la digitalizzazione nelle scuole è terribilmente in ritardo e insegnare ad utilizzare al meglio un motore di ricerca sembra ancora un lavoro pionieristico, svolto da pochi avventurosi docenti con mezzi di fortuna.

Secondo i dati forniti dall’Osservatorio Tecnologico del Miur, solo il 10,5% delle scuole di primo grado avrebbe una connessione veloce, percentuale che arriva al 23,1% nel caso delle superiori. Mentre in totale più del 53% delle aule sono completamente disconnesse.

Altro aspetto da non sottovalutare: per insegnare in modalità digitale servono competenze specifiche, che esulano dalla formazione base della maggior parte dei docenti.

Se io ti do il dispositivo, ma non sei preparato, allora non riesci a sfruttare le sue potenzialità e una Lim si riduce a una lavagna a colori. A volte addirittura si rischia di perdere più tempo a far funzionare la strumentazione che per la stessa lezione, quindi tutto è a discapito dell’apprendimento.

La speranza comune è che la Legge 107/2015 e il piano del governo sull’agenda Digitale possano dare un nuovo slancio all’innovazione tecnologica, applicando un piano organico che consenta di portare in tutti gli istituti  gli strumenti e la metodologia 2.0. Per vedere attuata una scuola finalmente “Digitale” a 360 gradi.

Mobilità 2016, arrivano gli albi territoriali ma non per tutti

da La Tecnica della Scuola

Mobilità 2016, arrivano gli albi territoriali ma non per tutti

Alla fine l’accordo tra Miur e sindacati è arrivato. Con l’amministrazione sicuramente più soddisfatta dei rappresentanti dei lavoratori.

Perché gli albi territoriali e la conseguente “chiamata diretta”, introdotti con la Buona Scuola, che ricordiamo è legge dello Stato, trovano compimento. Facendo perdere la titolarità, peraltro senza averla mai acquisita, a tutti i quasi 50mila assunti dell’ultima fase di reclutamento della Legge 107/15.

Con loro, nel calderone degli albi, finiranno pure i docenti che tenteranno di cambiare provincia. Con l’anno 2014/15 a fare da spartiacque, perchè gli immessi in ruolo sino a quell’a.s. avranno decisamente più chance di passare nelle scuole o zone individuate.

La magra consolazione delle organizzazioni sindacali sta proprio nell’essere riuscite ad evitare gli ambiti territoriali a tutti gli assunti fino all’a.s. 2014/15 che vorranno spostarsi a livello provinciale: per loro, il futuro contratto dovrebbe prevedere lo spostamento sostanzialmente con le vecchie regole. Quindi a livello comunale e provinciale. Forse anche con la domanda “secca” sulla scuola individuata.

Anche se non è chiaro se tale facoltà, di lasciare fuori dagli ambiti tutti gli immessi in ruolo prima della Buona Scuola, si avrà solo per l’ultimo anno. In ogni caso, è per “salvare” loro che i sindacati hanno scartato l’ipotesi (fattasi sempre più concreta nelle ultime settimane) del contratto unilaterale.

Alla fine, ha detto più di qualcuno, ha prevalso il buon senso. Anche perché, a quanto ci risulta, qualora non si fosse giunti all’accordo, il Miur avrebbe adottato ‘in toto’, quindi per tutti, quanto previsto dall’ultima parte del comma 73 della riforma approvata a luglio.

Tutto questo però ha un prezzo. E nemmeno basso. Perché si è dato il via libera, a denti stretti, ad un sistema di gestione della mobilità a più facce. Quella (sorridente) dei “vecchi” assunti, che si sentono graziati. Diversa (imbronciata) è quella di chi si vorrà avvicinare a casa perché in servizio a centinaia di chilometri. Poi c’è la faccia (delusa) degli ultimi assunti.

Infine, c’è anche quella dei sindacati. Che, leggendo le prime reazioni sui social, per più di qualche lavoratore è stata doppia. Soprattutto quella di chi per mesi ha detto ai quattro venti che non avrebbe mai firmato un contratto con albi territoriali e conseguente chiamata diretta da parte dei capi d’Istituto. Tra costoro, non ci sono di sicuro i sindacalisti della Gilda, che quando hanno capito che “aria tirava” si sono tirati via dalla trattativa. Gli altri, invece, farebbero bene a spiegare sin da subito come sono andate le cose. Mettendoci la faccia.

Mobilità: si parla già di accordo al ribasso (ma c’erano altre soluzioni?)

da La Tecnica della Scuola

Mobilità: si parla già di accordo al ribasso (ma c’erano altre soluzioni?)

Le notizie sono ancora frammentarie e incomplete ma un dato appare quasi certo: alla fine i sindacati (Gilda esclusa) firmeranno l’ipotesi contrattuale sulla mobilità.

Su come potrebbero avvenire le operazioni di mobilità abbiamo già dato conto in altro articolo.
Ma bisognerà avere in mano il testo definitivo del contratto per capire con precisione cosa ne sarà degli albi territoriali e della chiamata diretta.
Per quanto ne sappiamo ora gli ambiti verranno istituiti e dagli ambiti transiteranno quasi certamente i docenti neo-assunti nelle fasi B e C.
Attraverso un meccanismo che non è ancora stato chiarito i docenti già in ruolo dal 2014/2015 potranno ancora chiedere il trasferimento da scuola e scuola senza passare attraverso gli albi, ma – per averne la certezza – è bene aspettare il testo dell’accordo.

E poi resta aperta la questione della chiamata dagli albi che la legge affida ai dirigenti scolastici ma che secondo i sindacati dovrebbe essere regolata con criteri rigidi e oggettivi.
Quindi nessuna chiamata in base alle esigenze del POF ma contratto scuola-docente in base al punteggio o ad altri criteri simili.
L’intera question dovrebbe essere regolata con una apposita sequenza contrattuale da definire nell’arco dei prossimi due mesi.
I giudizi sulla vicenda si dividono: c’è già chi parla di accordo al ribasso accettato dai sindacati e c’è chi, realisticamente, fa osservare che non ci sono molte altre vie d’uscita.
Sarà interessante, piuttosto, nelle prossime ore conoscere i commenti dell’ANP che difficilmente potrà condividere l’idea che le assunzioni dagli albi continuino ad essere effettuati con il consueto meccanismo delle graduatorie.
Resta il fatto che dopo questo contratto non si potrà più parlare di titolarità sulla sede, dal momento che per una percentuale consistente di docenti il passaggio attraverso gli albi sarà del tutto inevitabile.

Concorso docenti 2016, Renzi: sarà duro, servono prof bravi

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti 2016, Renzi: sarà duro, servono prof bravi

Il concorso pubblico per oltre 63mila nuovi docenti sarà serio e duro, perché vogliamo selezionare i docenti più bravi: a dirlo è stato il premier Matteo Renzi.

“Questa scelta – ha scritto il presidente del Consiglio nella sua Enews – porterà in cattedra 63.217 professori. Vogliamo che sia una sfida seria, impegnativa, finalizzata a mettere in cattedra i più bravi, i più appassionati, i più tenaci. Per i nostri figli, per i nostri ragazzi, vogliamo semplicemente il meglio. Non possiamo accontentarci di meno”.

Questa scelta, ha scritto il premier, “porterà in cattedra 63.217 docenti, vogliamo i più bravi”.

E ancora: “In questa settimana abbiamo approvato il decreto sulle classi di concorso per la scuola. Fuori dai tecnicismi: dopo che con la Legge 107 del 2015, chiamata Buona Scuola, abbiamo dato un colpo durissimo al precariato come condizione esistenziale per gli insegnanti, adesso abbiamo dato il via libera a un concorso serio, rigoroso e duro”.

Dal Governo, quindi, giungono segnali di forte interesse per la selezione diretta dei docenti: nella stessa giornata, il ministro Giannini ha assicurato che il triplice bando di concorso uscirà nella prima decade di febbraio. Con le prove scritte in programma tra marzo e aprile.

La simulazione 2016 di fisica sarebbe impossibile

da La Tecnica della Scuola

La simulazione 2016 di fisica sarebbe impossibile

Il Ministero, con la simulazione della prova di fisica agli esami di stato, stavolta pare abbia davvero messo in crisi non solo i ragazzi, ma anche i loro insegnanti, tanto che alcune prove sono state persino annullate.

Ma qual era il problema? L’Ansa, che riporta la notizia, sottolinea che i ragazzi potevano svolgerne uno a scelta tra il primo, un problema sul metodo delle parabole di Thomson, e il secondo su un “vecchio arnese” riutilizzato. Elettricità e magnetismo fanno da sfondo a tutta la simulazione, quesiti compresi.

La prova sarebbe stata basata sulle forze all’interno dei campi magnetici. In particolare, nonostante il format presenti ben 8 esercizi, spicca la totale assenza di problemi sulla relatività e sulla fisica quantistica.

Ma come mai il Miur ha redatto una prova tanto difficile?, si sono chiesti gli studenti. Sembra per questo che la  fisica in seconda prova diventi ogni giorno più reale e che il Ministero stia cercando di calibrare il livello di una prova che non è mai arrivata all’esame di Stato fino a oggi.

Prorogata la scadenza delle domande per la pensione al 26 gennaio 2016

da La Tecnica della Scuola

Prorogata la scadenza delle domande per la pensione al 26 gennaio 2016

La scadenza per la presentazione delle domande di pensione del personale docente, educativo e ATA della scuola, dopo le nostre sollecitazioni, è stata prorogata al 26 gennaio 2016.

L’avviso è stato pubblicato nella pagina principale di istanze online: “Si comunica che il termine finale previsto per il 22 Gennaio 2016, per la presentazione, da parte del personale Docente ed A.T.A, delle domande di collocamento a riposo avente decorrenza 1° Settembre 2016, è stato prorogato al 26 Gennaio 2016“.

Slitta al 2020 l’opzione al TFR

da La Tecnica della Scuola

Slitta al 2020 l’opzione al TFR

L.L.

È stata sottoscritta tra Aran e Confederazioni Sindacali l’Ipotesi di contratto collettivo nazionale quadro per la proroga del termine dell’art. 2, comma 3, dell’AQN 29 luglio 1999 in materia di trattamento di fine rapporto e di previdenza complementare per i dipendenti pubblici.

Entro il 31 dicembre 2015 il personale in regime di TFS avrebbe dovuto esercitare l’opzione al TFR. Tale data è stata prorogata di un ulteriore quinquennio, quindi fino al 31 dicembre 2020.

In questo modo, chi si trova in regime di TFS può ancora continuare ad esercitare l’opzione al TFR e iscriversi ai fondi di previdenza complementare negoziali.

Le parti hanno inoltre ribadito la necessità, entro un anno dalla data di sottoscrizione, di attivare un confronto finalizzato alla verifica delle disposizioni in materia di previdenza complementare e dell’attualità dei contenuti dell’accordo siglato. E si sono anche mostrate concordi sull’utilità di adottare nuove iniziative per accrescere la cultura previdenziale e rafforzare l’attività di comunicazione istituzionale delle amministrazioni pubbliche verso il proprio personale.

Renzi: concorso duro, vogliamo il meglio

da tuttoscuola.com

Renzi: concorso duro, vogliamo il meglio

In questa settimana abbiamo approvato il decreto sulle classi di concorso per la scuola. Fuori dai tecnicismi: dopo che con la Legge 107 del 2015, chiamata Buona Scuola, abbiamo dato un colpo durissimo al precariato come condizione esistenziale per gli insegnanti, adesso abbiamo dato il via libera a un concorso serio, rigoroso e duro“. Lo scrive Matteo Renzi nella sua e-news.

Questa scelta porterà in cattedra 63.217 professori“, prosegue il premier. “Vogliamo che sia una sfida seria, impegnativa, finalizzata a mettere in cattedra i più bravi, i più appassionati, i più tenaci. Per i nostri figli, per i nostri ragazzi, vogliamo semplicemente il meglio. Non possiamo accontentarci di meno“.