Rivoluzione Ipab, patrimonio da 200 milioni del S.Alessio gestito da una Sgr

da Superabile

Rivoluzione Ipab, patrimonio da 200 milioni del S.Alessio gestito da una Sgr

Per la prima volta in Italia, dopo quasi 150 anni dalla nascita della storica Ipab romana, cambia la gestione del patrimonio i cui profitti servono per sostenere i servizi. Oltre 600 immobili verranno affidati ad una società di gestione del risparmio per 25 anni. “Rimettere al centro le attività a favore dei ciechi”

ROMA – Il centro S. Alessio – Margherita di Savoria per ciechi di Roma cambia le regole nel mondo delle Ipab: il patrimonio immobiliare stimato attorno i 220 milioni di euro di cui dispone per finanziare servizi e attività in favore dei ciechi e degli ipovedenti sarà affidato ad una società di gestione del risparmio (Sgr): circa 640 immobili, tra cui molti di pregio e situati nel centro della capitale, saranno così gestiti da “professionisti” del risparmio per permettere al centro di dedicarsi a tempo pieno alla propria missione di pubblica assistenza. A spiegare l’ennesima “rivoluzione” avviata nella gestione dell’Ipab è il presidente Amedeo Piva a pochi giorni dalla chiusura della prima fase del bando a cui hanno risposto in nove tra le società di gestione del risparmio più importanti d’Italia. “Il Sant’Alessio si appresta a valorizzare tutto il proprio patrimonio utilizzando gli strumenti moderni della gestione di un patrimonio così complicato – racconta Piva -. Al giorno d’oggi non è pensabile che un istituto come il nostro possa gestirlo in proprio”.
Con quasi 150 anni di storia alle spalle, oggi il Sant’Alessio accoglie una trentina di pluridisabili gravi nella residenza protetta e altrettanti nell’accoglienza diurna. Sono circa 300, invece, i ragazzi seguiti nelle scuole e nell’assistenza domiciliare, mentre altri 180 usufruiscono di percorsi di riabilitazione in convenzione con la Asl. Dall’altro lato, sono 65 i dipendenti della struttura, mentre sul territorio sono attivi circa 300 collaboratori. Una realtà che, però, fatica a gestire un patrimonio immobiliare accumulatosi dai tempi di Pio IX fino agli anni 30. Patrimonio che, in passato, è finito anche per inciampare in uno degli scandali sugli affitti a Roma per cui lo stesso Piva, appena insediato, aveva promesso un “cambio di rotta”. E la svolta sembra essere arrivata, con la costituzione di un fondo immobiliare che verrà affidato ad una Sgr. “A sostegno di questa nostra decisione è intervenuta persino la Corte dei conti – specifica Piva – che auspicava che questo avvenisse. Siamo andati avanti con un lavoro di un anno e mezzo procedendo per gradi: la prima fase della gara si è conclusa dieci giorni fa. Nei prossimi giorni si costituirà la commissione esaminatrice, poi il patrimonio verrà affidato per 25 anni”. Una novità assoluta per le Ipab, chiarisce Piva, che rassicura sulla destinazione di parte del patrimonio storicamente riservata come abitazioni per ciechi e ipovedenti.

A spingere il Sant’Alessio verso la scelta di un fondo di questo tipo, però non è solo la “complessità” della gestione di un patrimonio di queste dimensioni. L’obiettivo, spiega il direttore generale, Antonio Organtini, è “rimettere al centro delle attività del Sant’Alessio quelle a favore dei ciechi”. Il patrimonio, aggiunge Organtini, “non è il core business di questa istituzione. Sarà dato a chi potrà gestirlo in maniera professionale e così i servizi ai ciechi e agli ipovedenti, che sono la nostra unica attività, potranno avere una fonte finanziaria sufficiente e costante. Significa capovolgere e rimettere in asse la barca Sant’Alessio”. Si tratta quindi di un investimento, spiega il direttore, per garantire alle attività le risorse necessarie. “Non è dare ad altri la gestione degli affitti – puntualizza Organtini -. Per quello l’ente avrebbe potuto continuare a farlo. Questo patrimonio necessita di investimenti perché essendo un patrimonio storico ha necessità di ristrutturazioni, riconversioni, disinvestimenti per attività immobiliari più redditizie”. E i benefici, oltre a quelli diretti provenienti da un migliore utilizzo del patrimonio, saranno anche indiretti dovuti ad una minore tassazione che questa modalità di gestione comporta.

Un “modello” che, oltre a far fruttare al meglio gli immobili in possesso dell’Ipab, sembra essere anche una garanzia contro gli abusi. “L’Sgr dovrà raggiungere obiettivi economici – spiega Piva -. La finalità del patrimonio, salvo quella quota destinata ai ciechi, è creare reddito perché il Sant’Alessio possa erogare servizi ai ciechi”. Una strada nuova, quella imboccata dal Sant’Alessio guardata con attenzione anche da altre realtà sul territorio nazionale. “C’è grande attenzione da parte delle Ipab di Milano – aggiunge Piva -, anche se non si chiamano più così. Sono molto attenti a questo percorso e si tengono aggiornate su come stiamo procedendo”.

La tabella di marcia per l’affidamento è già definita, spiega Organtini. “Da quando ci sarà il contratto con la società avremo due anni di tempo per conferire il patrimonio – aggiunge -. Due anni di tempo in cui la Sgr sarà promotrice e parte attiva in questa bonifica di eventuali irregolarità che un patrimonio così vasto sicuramente presenterà. Il contratto con la Sgr lo avremo dal primo di luglio”. Un tempo record rispetto ad una realtà che ha più di un secolo sulle spalle e mostra tutti i propri acciacchi. “Oggi il Sant’Alessio – spiega Piva – chiude in pareggio con una grande sofferenza che deriva dall’esposizione bancaria, per delle passività pregresse che facciamo fatica a superare. L’obiettivo è quello di non avere più questa esposizione”. Il piano, però, permette anche di immaginare progetti più a lungo temine e nel futuro potrebbe sostenere strutture più adeguate per rispondere alle esigenze della pluridisabilità e fornire strumenti per l’integrazione dei ragazzi ciechi e ipovedenti.(ga)

8 marzo, la gardenia Aism per la lotta alla sclerosi multipla

da Redattore sociale

8 marzo, la gardenia Aism per la lotta alla sclerosi multipla

Per la Festa della Donna, in 5.000 piazze italiane, da oggi e fino all’8 marzo, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, torna la Gardenia di AISM, la tradizionale manifestazione di solidarietà promossa dall’Associazione italiana sclerosi multipla

Roma – Per la Festa della Donna, in 5.000 piazze italiane, da domani e fino all’8 marzo, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, torna la Gardenia di AISM, la tradizionale manifestazione di solidarieta’ promossa dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e dalla sua Fondazione (FISM) con il patrocinio di Pubblicita’ Progresso. La campagna di raccolta fondi vedra’ anche quest’anno 10.000 volontari impegnati ad offrire una pianta di Gardenia a fronte di un contributo minimo di 15 euro.

Dal 28 febbraio e fino al 13 marzo con numero solidale al 45504 e’ possibile donare 2 euro da cellulari personali TIM, Vodafone, WIND, 3, PosteMobile, CoopVoce e Tiscali. Sara’ di 2 euro anche per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Vodafone e TWT e di 2 o 5 euro per ciascuna chiamata fatta sempre al 45504 da rete fissa TIM, Infostrada, Fastweb e Tiscali.

Testimonial dell’iniziativa “La Gardenia di AISM” sono Antonella Ferrari attrice, persona con SM e da sempre madrina dell’Associazione, la giornalista Gaia Tortora, e Cristel Carrisi, giovane conduttrice televisiva e cantautrice, figlia dei cantanti Al Bano e Romina Power. “La Gardenia di AISM” ha permesso negli anni di raccogliere significativi fondi destinati al finanziamento dei progetti di ricerca e al potenziamento di servizi per le persone colpite da SM, in particolare per le donne a cui questa manifestazione e’ dedicata. I fondi raccolti con Gardenia di AISM 2016 saranno impiegati in progetti di ricerca mirati in particolare alla SM Pediatrica.

Non solo. La Gardenia di AISM si traduce, anche, in progetti dedicati alle donne e ai giovani, alle coppie e alle famiglie, convegni informativi, collane editoriali, studiate e organizzate per rispondere a quesiti e problemi che si presentano nella vita quotidiana, sociale, sanitaria e lavorativa di chi si trova a convivere con la sclerosi multipla.

La sclerosi multipla e’ una malattia cronica, imprevedibile e spesso progressivamente invalidante; una delle piu’ gravi del sistema nervoso centrale. Colpisce maggiormente le donne, in un rapporto di 2 a 1 rispetto agli uomini. Il 50% delle persone con SM sono giovani, cui spesso la malattia viene diagnosticata tra i 20 e i 40 anni, nel periodo della vita piu’ ricco di progetti. Si stima che i bambini colpiti da sclerosi multipla in Italia siano circa il 5% dei casi totali di SM. La malattia si manifesta per lo piu’ con disturbi del movimento, della vista e dell’equilibrio, seguendo un decorso diverso da persona a persona. Ogni 4 ore una nuova diagnosi: 2 mila nuovi casi ogni anno. Oggi, grazie ai progressi compiuti dalla ricerca scientifica, esistono terapie e trattamenti in grado di rallentare il decorso della sclerosi multipla e di migliorare la qualita’ di vita delle persone con SM. Tuttavia la causa e la cura risolutiva non sono ancora state trovate.

Valutazione docenti

Valutazione docenti: il Miur sovverte l’ordinamento, nell’indifferenza generale

di Enrico Maranzana

 

Il Miur orienta le scuole nell’elaborazione dei criteri per valutare le prestazioni dei docenti [in rete – Sistema nazionale di valutazione > docenti > FAQ] rispondendo ai quesiti posti.

Domanda: 16 – Il collegio dei docenti e il consiglio d’Istituto hanno titolo a definire i criteri valutativi per il riconoscimento del merito?

Risposta. La legge 107/2015 non lascia dubbi interpretativi in proposito: è il comitato che individua autonomamente i criteri per la valorizzazione dei docenti, sulla base di indicatori esplicitati dalla legge stessa.

Nell’adozione dei criteri valutativi il Comitato è quindi pienamente autonomo e opera senza vincoli di sorta.

Ne discende: il PTOF è carta straccia così come la norma sull’autonomia scolastica che, a fondamento ha la progettazione educativa, la progettazione formativa e la progettazione dell’istruzione.

Un professionista avrebbe formulato la propria risposta elaborando i criteri indicati dalla legge che, per la loro genericità, sono da contestualizzare:

  1. della qualità dell’insegnamento e del contributo al miglioramento dell’istituzione scolastica, nonché del successo formativo e scolastico degli studenti

Cosa s’intende per qualità?

Che rapporto intercorre tra l’insegnamento e progettazione?

Il miglioramento dell’istituzione implica la conoscenza dell’orientamento del sistema scolastico: quali sono le competenze generali da promuovere?

Il successo formativo deriva dal conseguimento dei traguardi che, per la loro natura, sono comuni a tutti gli insegnamenti. Quali sono i documenti guida per l’attività docente?

  1. dei risultati ottenuti dal docente o dal gruppo di docenti in relazione al potenziamento delle competenze degli alunni e dell’innovazione didattica e metodologica, nonché della collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche;

Le competenza generali e le competenze specifiche sono interdipendenti?

Come misurare la validità delle innovazioni?

L’aggettivo buone è più idoneo dell’aggettivo efficaci?

  1. delle responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale.

A quale struttura decisionale si riferiscono le responsabilità di coordinamento assunte?

Protocollo con la Fondazione Golinelli

Scuola e innovazione, il Ministro Giannini firma Protocollo con la Fondazione Golinelli

Potenziare le attività di formazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici sul fronte dell’innovazione didattica e organizzativa. Questo l’obiettivo al centro del Protocollo che il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha siglato oggi al Miur con la Fondazione Golinelli.
Il Protocollo, di durata triennale, promuove in particolare la formazione dei docenti in ambito scientifico e matematico, umanistico e linguistico, tecnico e tecnologico, favorendo le connessioni interdisciplinari nella programmazione didattica. Promuove inoltre la formazione dei dirigenti scolastici e degli insegnanti sulle modalità innovative di organizzazione della didattica orientate a sviluppare negli studenti competenze digitali e capacità logiche e critiche.
“Con la Buona Scuola – ricorda il Ministro Giannini – investiamo in modo strutturale sulla formazione dei docenti, con 40 milioni all’anno dedicati a questo capitolo, e innoviamo le competenze dei nostri ragazzi. Vogliamo che la scuola sia sempre di più aperta al territorio e che prepari gli studenti al futuro. Il Protocollo che sigliamo oggi si inserisce perfettamente in questa prospettiva”.
“Oggi prendiamo un impegno molto importante per la formazione dei docenti con l’obiettivo di educare ad educare – sottolinea Marino Golinelli, Presidente della Fondazione Golinelli -. La Fondazione supporterà la scuola mettendo a disposizione i propri esperti, corsi, le aule, i laboratori e le attrezzature dell’Opificio Golinelli”.

Toyota Project BLAID

Toyota Project BLAID wearable set to help blind and visually impaired people

Toyota is working to develop a wearable device for blind and visually impaired people that will help them do more with greater freedom, independence and confidence. Called Project BLAID, it reflects the company’s commitment to enrich lives by advancing the freedom of mobility for all.

The device will help fill the gaps left by canes, dogs and basic GPS devices by providing users with more information about their surroundings. Worn around their shoulders, it will help users better navigate indoor spaces, such as office buildings and shopping malls, by helping them identify everyday features, including bathrooms, escalators, stairs and doors.

The device will be equipped with cameras that detect the user’s surroundings and communicate information to him or her through speakers and vibration motors. Users, in turn, will be able to interact with the device through voice recognition and buttons. Toyota plans to eventually integrate mapping, object identification and facial recognition technologies. 

See it in action in this video.

“Project BLAID is one example of how Toyota is leading the way to the future of mobility, when getting around will be about more than just cars,” said Simon Nagata, Executive Vice President and Chief Administrative Officer, Toyota Motor North America. “We want to extend the freedom of mobility for all, no matter their circumstance, location or ability.”

“Toyota is more than just the great cars and trucks we build; we believe we have a role to play in addressing mobility challenges, including helping people with limited mobility do more,” said Doug Moore, Manager, Partner Robotics, Toyota. “We believe this project has the potential to enrich the lives of people who are blind and visually impaired.”

As part of Project BLAID, Toyota is launching an employee engagement campaign that invites team members company-wide to submit videos of common indoor landmarks. These videos will subsequently be used by Project BLAID developers to “teach” the device to better recognise these landmarks.

Visit TheToyotaEffect.com for more videos on Toyota’s work in helping improve everyday situations through use of the Toyota Production System.

La Toscana ottempera alle Ordinanze del Consiglio di Stato

La Toscana ottempera alle Ordinanze del Consiglio di Stato ottenute dall’Anief: a breve nuove immissioni in ruolo per i nostri iscritti in possesso di diploma magistrale abilitante.

 

Prossime le immissioni in ruolo dei ricorrenti con Ordinanza del Consiglio di Stato ottenuta dall’Anief in tutte le province della Toscana sui posti dichiarati “residui” della Fase C. La Toscana, una delle regioni più “ostiche” a dare corretta esecuzione alle Ordinanze del Consiglio di Stato degli scorsi mesi, adesso cede le armi e l’Ufficio Scolastico Reginale dà precise istruzioni a tutti i dirigenti degli Ambiti Territoriali di competenza, per una corretta esecuzione degli ordini dei Giudici. Marcello Pacifico: anche nel caso in cui non risultino posti residui da fase C, procederemo alle azioni legali per rivendicare l’immissione in ruolo in base al punteggio posseduto e nel pieno rispetto del merito.

 

 

L’USR Toscana, infatti, con nota n. 2298/2016 chiarisce a tutti gli Ambiti Territoriali della regione che “per effetto dei Decreti Monocratici del Presidente del Consiglio di Stato nn. 498, 499, 500, 501 emessi in data 15/02/2016 (ugualmente trasmessi in allegato), l’Amministrazione è ora chiamata ad individuare come destinatari di contratto a tempo indeterminato anche i ricorrenti già inseriti con riserva a seguito delle Ordinanze Cautelari nn. 5497/3951, 5495/3952, 5490/3901, 5493/3900 del 2015” ed evidenzia la necessità di procedere “speditamente” alla nomina “dei ricorrenti sopra specificati”.

 

L’Anief Toscana, nella persona del suo presidente Prof.ssa Chiara Gedressi, ha già inoltrato a nome e per conto dei nostri iscritti interessati dalle specifiche Ordinanze, richiesta di informativa dettagliata con trasmissione da parte degli AT del numero delle immissioni in ruolo residue da fase C per ogni provincia, in modo da monitorare che le operazioni vengano svolte nel pieno rispetto del diritto dei singoli ricorrenti e di quanto riportato nei provvedimenti giudiziali. L’Anief ricorda ai propri iscritti che continuerà a vigilare e monitorare tutte le procedure di interesse dei ricorrenti e che presto tutti i docenti che rivendicano la corretta immissione in ruolo vedranno soddisfatte le proprie aspettative. In caso contrario, sono già attive le procedure per promuovere iniziative legali mirate per la tutela completa dei diritti degli interessati, “Perché non è detto che se non risultano posti residui da Fase C – commenta Marcello Pacifico Presidente Anief – i destinatari di favorevole provvedimento giudiziale debbano rinunciare al proprio diritto all’immissione in ruolo in base al punteggio posseduto. Il diritto all’immissione per merito è tutelato dalla Costituzione e “merito” nelle Graduatorie significa punteggio; questo il MIUR non deve dimenticarlo”.

CONCORSO, PER COMMISSARI LAVORO DOPPIO E COMPENSI IRRISORI

CONCORSO, PER COMMISSARI LAVORO DOPPIO E COMPENSI IRRISORI

“Carichi di lavoro estenuanti e compensi da fame per i commissari del prossimo concorso”. La denuncia arriva dalla Gilda degli Insegnanti che definisce “ai limiti dello sfruttamento” il trattamento economico riservato ai docenti cui spetta il delicato compito di esaminare i candidati.

Poiché il bando del nuovo concorso stabilisce una tempistica precisa per lo svolgimento degli scritti (150 minuti) e degli orali (45 minuti a candidato), calcolando almeno 20-30 minuti per la correzione di un compito, un commissario che debba giudicare almeno 100 candidati sarà presumibilmente impegnato per una media di 50 ore per la correzione e 75 ore per gli orali. Alle 125 ore, si devono poi aggiungere almeno 10 ore per le riunioni di commissione e la sorveglianza alle prove. In tutto, 135 ore di lavoro qualificato. A conclusione del concorso, con soli 100 candidati (una cifra molto prudente rispetto alle previsioni dei concorrenti per commissione), un commissario prenderà 259 euro lordi, pari a 1,9 euro per ogni ora.

“Il lavoro che svolgeranno questi insegnanti – afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – è di estrema importanza perché consiste nel selezionare i futuri docenti che si occuperanno dell’istruzione degli studenti. Ciononostante, i commissari riceveranno un compenso decisamente non all’altezza della grande responsabilità affidata. Inoltre – sottolinea Di Meglio – questi docenti non potranno godere di alcun esonero dal servizio e quindi saranno costretti a tour de force assurdi tra attività didattica e commissioni concorsuali. Un super lavoro che li vedrà impegnati anche nei mesi di luglio e agosto, con una conseguente lesione del diritto alle ferie”.

“Chiediamo pertanto – conclude il coordinatore della Gilda – che vi sia un intervento politico urgente, per evitare che le commissioni siano svuotate delle professionalità richieste, e che siano adeguatamente riconosciuti in termini economici e normativi, per esempio con esonero dalle lezioni e dagli impegni scolastici, i complessi impegni e le responsabilità a carico dei commissari di concorso”.

Adulti “accesi” e appassionati per una scuola che educhi davvero

Adulti “accesi” e appassionati per una scuola che educhi davvero

“La vita si accende solo con la vita”; è questo il titolo del XVII° convegno nazionale CdO Opere Educative – Foe che si è svolto dal 4 al 6 marzo a Pacengo di Lazise (VR), alla presenza di oltre 350 gestori, amministratori e dirigenti di scuole paritarie.

Gestori, amministratori e dirigenti, “accesi” essi stessi, aperti e curiosi, che hanno cura della propria umanità per poter trasmettere ai giovani, in modo interessante e convincente, domande e ipotesi di lavoro, e che per questo sono disponibili ad imparare sempre e a lavorare insieme.

Particolarmente significative, in tal senso, sono state nell’incontro di apertura del venerdì sera le testimonianze di un genitore, un docente e un gestore, dalle quali è emerso con evidenza come il bene del figlio e dell’alunno possa essere il terreno di incontro tra adulti, quando questi sono certi della possibilità di sperimentare e comunicare un bene in tutto ciò che accade.

Il sabato mattina, la relazione di S.E. Mons. Pero Sudar vescovo ausiliare di Sarajevo ha documentato come anche in un contesto drammatico, quale è una situazione di guerra, la scuola possa essere possibilità di incontro, di presa di coscienza di identità e di apertura; quella di  Isabel Almeida e Brito, rettore del Colègio S.Tomàs di Lisbona, come la certezza delle ragioni per cui vale la pena educare e l’amicizia che sostiene la sua persona diventano metodo per affrontare anche le questioni amministrative, la formazione dei docenti e l’impostazione della didattica.

Grande partecipazione attiva hanno avuto anche i numerosi workshop sui temi oggi più caldi per la scuola –come ad esempio quello sull’alternanza scuola-lavoro, cui ha apportato un prezioso contributo con la sua presenza il sottosegretario MIUR Gabriele Toccafondi- a dimostrazione di una indomita volontà di crescita qualitativa del settore e delle persone che vi operano.
L’intervento di Giorgio Vittadini, nel pomeriggio del sabato, ha confermato quanto questo aspetto sia importante per il nostro Paese: “….Non è l’edilizia che rilancia il Paese, ma è l’educazione, e tutti gli studi confermano che non è la quantità della spesa in istruzione a fare la differenza ma la sua qualità, quella che l’università  di Chicago ha definito “caracter”. Il punto fondamentale dell’educazione, cioè, è la personalità, poiché  porta incremento di responsabilità, creatività, felicità, passione al lavoro.”

La domenica mattina, per chiudere in bellezza, la due giorni ha ospitato la testimonianza di Franco Nembrini e dei suoi collaboratori alla scuola la Traccia di Calcinate: ” Sono stato così bravo che mi sono reso inutile”. Grazie alla loro vivace testimonianza è stato più evidente per tutti come nelle scuole paritarie il passaggio generazionale, la scommessa sui giovani, la stima e la fiducia nei loro confronti, possa permettere la continuità del carisma originario e consentire il rifiorire dell’opera e di chi l’ha generata, guardandola non come un possesso che fa inaridire ma come un dono che rifiorisce sempre nel servizio al bene.

Un quarto degli istituti non ha tecnologie per gli alunni disabili

da Il Sole 24 Ore

Un quarto degli istituti non ha tecnologie per gli alunni disabili

di Al. Tr.

In Italia sono oltre 235mila gli alunni disabili (il 2,7% del totale), ma negli istituti scolastici sono ancora troppe le barriere che impediscono l’inclusione. La denuncia arriva da Exposanità , la manifestazione italiana dedicata ai temi della sanità, dell’assistenza e dell’inclusione che si svolgerà dal 18 al 21 maggio a Bologna. E che, incrociando dati Miur e Istat riferiti all’anno scolastico 2014-2015, scopre anche che nel nostro Paese il rapporto tra numero di alunni con disabilità e posti per il sostegno, dopo aver raggiunto quota 2,09 nell’anno scolastico 2009-2010, è ritornato a 1,85 nel 2014-2015.

I numeri
I dati dicono che il 10% degli alunni disabili frequenta la scuola dell’infanzia, il 37% la scuola primaria, il 28% la scuola secondaria di primo grado e il 25% la scuola secondaria di secondo grado. L’incidenza più elevata di alunni con disabilità si segnala in Abruzzo (3,3% sul totale degli alunni della regione), Lazio (3,2%) e Liguria (3%), mentre Basilicata (2%), Calabria (2,1%) e Friuli-Venezia Giulia (2,1%) sono le regioni con il tasso più basso.

Troppe barriere
Assenza di segnali visivi, acustici e tattili per favorire la mobilità all’interno della scuola di alunni con disabilità sensoriali , mancanza di percorsi interni ed esterni accessibili, scarsa presenza di tecnologie informatiche per l’apprendimento. Sono queste le maggiori barriere esistenti nelle strutture scolastiche italiane, un grande limite – spiega Exposanità – se si considera che il 65,3% degli alunni con disabilità ha un deficit di tipo intellettivo, il 3,5% motorio, il 2,7% uditivo e l’1,6% visivo.
Per quanto riguarda le barriere tecnologiche, circa un quarto delle scuole non ha postazioni informatiche destinate alle persone con disabilità,mentre sul fronte degli strumenti didattici compensativi se il 35% non ne fa uso, è ben il 25% degli alunni ad avvalersi di software per l’apprendimento. Più in generale, a disposizione degli studenti affetti da disabilità ci sono pc, tablet, registratori, lettori cd/dvd, fotocamere che permettono la personalizzazione della didattica (per il 47% degli alunni con sostegno).
Parlando delle barriere architettoniche, secondo i dati Miur e Istat dicono che oltre l’80% delle scuole ha scale a norma (82,4% di scuole primarie e 89,5% di secondarie di primo grado) e servizi igienici a norma (80,6% di scuole primarie e 84,3% di secondarie di primo grado), mentre mappe a rilievo e segnali visivi, acustici e tattili sono presenti in solo 3 scuole su 10, sia a livello primario (29,3%) sia secondario di primo grado (30,1%).

Il nodo sostegno
Se il sostegno gioca un ruolo chiave nell’integrazione, nel nostro Paese c’è ancora molto lavoro da fare. I numeri citati da Exposanità dicono che il rapporto alunni disabili – docenti di sostegno è generalmente basso, soprattuto al Sud: in Molise viene affidato un incarico per il sostegno ogni 1,38 alunni con disabilità, in Calabria uno ogni 1,49. Viceversa, il rapporto aumenta al Nord, dove spiccano Veneto (2,10) e Liguria (2,09).

Il pasticcio dei licei musicali “Professori messi alla porta”

da la Repubblica

Il pasticcio dei licei musicali “Professori messi alla porta”

Il nuovo concorso esclude chi è già di ruolo: molti rischiano la cattedra Petizioni online e appelli al ministero. “In fumo sei anni di esperienza”

Salvo Intravaia

HANNO TENUTO a battesimo i licei musicali e per sei anni hanno permesso il loro funzionamento ma adesso rischiano di dovere lasciare studenti e colleghi. I prof delle materie d’indirizzo del liceo musicale sono sul piede di guerra. Da quando sono stati pubblicati i bandi del concorso a cattedre, protestano in piazza e sul web. Un’onda che parte da Torino e arriva a Palermo, passando da Arezzo e Parma. Una petizione su Change.org è arrivata a oltre 3mila firme mentre si moltiplicano le iniziative per esprimere il malcontento della classe docente.

I 126 licei musicali nati con la riforma Gelmini partono nel 2010. Per avviare l’esperienza del tutto nuova mancano i docenti delle materie d’indirizzo: Laboratorio di musica d’insieme, Storia della musica, Teoria e composizione e Esecuzione e interpretazione (che sarebbe poi lo strumento musicale al superiore). Così si fa ricorso a un certo numero di insegnanti di musica e strumento musicale delle scuole medie, ma anche ai vecchi docenti di musica dell’ex istituto magistrale, ormai in esubero perché nel liceo delle scienze umane non è previsto più l’insegnamento della materia. Infine, per completare la pianta organica vengono reclutati dei supplenti, alcuni abilitati e altri senza titolo di abilitazione. Ma a settembre, stando alle proteste degli interessati, i circa 1.500 pionieri del liceo musicale potrebbero essere costretti a salutare le scuole e gli alunni con cui hanno lavorato perché il concorso è riservato ai soli docenti abilitati ma ancora precari. «Gli insegnanti che hanno contribuito a fondare queste nuove scuole che non esistevano creando sul campo una didattica nuova, saranno sostituiti da colleghi vincitori di concorso, senz’altro bravi e preparati, ma senza esperienza specifica consolidata nei licei musicali e coreutici», spiega Alberto Spinelli, che ha lanciato la sottoscrizione online. Tutti i docenti utilizzati dalla scuola media e gli ex docenti di musica in sovrannumero — il 50 per cento circa del totale — non potranno partecipare al concorso perché sono già di ruolo e per loro il concorso è off limits. I precari abilitati dovranno sottoporsi alla lotteria del concorso. E quelli senza abilitazione resteranno fuori dai giochi perché la selezione prevede il possesso dell’abilitazione. Un mezzo disastro. «Rischiamo di perdere i migliori docenti, quelli che hanno fondato il liceo musicale — ammette Pia Blandano, preside del liceo musicale più grande d’Italia, il Regina Margherita di Palermo — e che hanno maturato una esperienza sul campo unica». Per Lena Gissi, a capo della Cisl scuola, «sull’intero settore dei licei musicali e coreutici c’è molta confusione anche perché nessuno ha pensato di stabilizzare i precari che hanno contribuito alla nascita dei questi licei».
Ma dal ministero dell’Istruzione stemperano gli animi. «Con il nuovo regolamento sulle classi di concorso — precisano da viale Trastevere — il precariato di chi insegna nei licei musicali sarà ridotto e non aumentato. Fino ad ora non esistevano cattedre vere e proprie per i musicali. Ora, per la prima volta, si creano posti veri e propri che potranno essere occupati con le operazioni di mobilità, attraverso le graduatorie ad esaurimento e con il concorso. In questo modo, si darà maggiore stabilità al personale e agli studenti». A settembre, un quarto dei posti disponibili verrà riservato ai prof di ruolo che hanno lavorato in questi anni al liceo musicale e vorranno trasferirsi definitivamente. Mentre un altro 25 per cento sarà riservato ai precari delle liste provinciali non ancora immessi in ruolo. La restante parte andrà al concorso che riserva ai licei musicali 1.104 cattedre.

Sono trentamila i supplenti (ancora) senza stipendio

da la Repubblica

Sono trentamila i supplenti (ancora) senza stipendio

Interpellati, al Miur e alla Tesoreria regionale hanno una sola risposta: dipende dall’altro ente. L’unica certezza è che mancano i fondi

Corrado Zunino

I supplenti senza stipendio, una categoria che ora trova ospitalità su Facebook, dicono di essere in trentamila (http://www.repubblica.it/scuola/2015/11/03/news/scuola_supplenti_senza_stipendio-126525113/?ref=search) e di essere – nonostante le rassicurazioni del ministero, del sottosegretario Davide Faraone in particolare – senza reddito da sei mesi o, in alcuni casi, con buste paga inviate a singhiozzo, inspiegabilmente decurtate (http://www.repubblica.it/scuola/2015/12/17/news/scuola_supplenti_stipendio-129700743/?ref=search). Ognuno dei “senza stipendio” ha un regolare contratto di lavoro, siglato con le rispettive scuole e con il Miur, ma la burocrazia statale non si sblocca. C’è chi ha ricevuto una mensilità, chi due, la maggioranza attende nervosa e attonita.

Ancora, gli stipendi versati in ritardo sono stati considerati “arretrati” e quindi senza la detrazione sulle imposte, senza il bonus Renzi e con un calcolo Irpef che fa sì che il netto percepito sia molto inferiore alla somma attesa. Il ministero dell’Istruzione ha risposto che i soldi saranno resi con il “730” del 2017. Tra un anno e mezzo.

Interpellati, al Miur e alla Tesoreria regionale hanno una sola risposta: dipende dall’altro ente. L’unica certezza è che mancano i fondi. E che segreterie amministrative oberate dalla “Buona scuola” hanno aumentato la percentuale di errori. Racconta il giovane docente Andrea Rotella: “Da ottobre alla settimana scorsa non ho ricevuto lo stipendio. Quando è arrivato, le vacanze di Natale non erano state retribuite. Cinquecento euro in meno, hanno detto che forse me li danno a marzo. Non ci credo. Il Governo mi ha rovinato un anno che poteva essere positivo: la mia prima classe mi dà soddisfazioni”. L’insegnante Marghe Giorgini: “Da settembre mi hanno pagato 400 euro”. Emanuela Capodiferro: “Senza stipendio (e senza notizie) per il 2016. I mesi di novembre e dicembre mi sono stati pagati con notevole decurtazione”.

Scrivono collettivamente: “Siamo davvero allo stremo e molti di noi prospettano l’idea di abbandonare i loro incarichi perché non in grado di sostenere le spese, perché scoraggiati da uno stipendio che non arriva, dalle bollette, dai mutui, dagli affitti, dalle spese delle nostre famiglie che non riusciamo a sostenere. Quando dirigenti di Stato non sbloccano i fondi per i contratti che hanno firmato pensano forse che ci sono famiglie che non riescono a pagare le rate del mutuo e perdono la casa? Che hanno anziani a carico o figli a scuola? Noi viviamo del nostro lavoro, il nostro lavoro non ci viene retribuito”.

PA, l’8 marzo arriva la password che crea l’identità digitale

da La Tecnica della Scuola

PA, l’8 marzo arriva la password che crea l’identità digitale

Martedì 8 marzo arriva la password unica della Pubblica Amministrazione, che sulla carta dovrebbe essere in grado di aprire a una nuova identità del cittadino: quella digitale.

L’iniziativa del Governo nasce dall’esigenza – dopo annunci, decreti, sperimentazioni – di riunire on line oltre 300 servizi: dal fisco alla sanità, con un pool di una decina di amministrazioni, comprese quelle relative all’istruzione pubblica.

La password si chiamerà ‘Spid’, acronimo di sistema pubblico d’identità digitale. Chiunque vuole potrà fare richiesta per ottenere la ‘chiave’. L’obiettivo dell’Esecutivo è coprire 10 milioni di utenti entro la fine del 2017.

Alla vigilia del debutto del servizio, vi proponiamo le principali ‘avvertenze’ per lo Spid riassunte dall’agenzia Ansa.

 

LA PASSWORD UNICA PER TUTTI GLI ‘SPORTELLI’ ON LINE. Una sola identità che rimpiazza i diversi codici esistenti, per entrare via web, senza fare code, nei servizi pubblici ma anche in quelli privati (la sfida è fare in modo che il sistema si estenda a tutti). Basta inserire il nome utente e una password composta da minimo otto caratteri, con alcune condizioni: almeno un numero e un simbolo speciale (%, #, $), mai segni uguali consecutivi, sia lettere minuscole che maiuscole. La password va aggiornata ogni sei mesi. Sarà comunque il gestore dell’identità digitale, a dettagliare gli standard.

 

I SERVIZI ON LINE, DAL FISCO ALLA SANITA’. I servizi a cui si può accedere sono quelli pubblici: dal pagamento della Tasi al bollo auto. Anche le prestazioni sanitarie o il fascicolo dell’Inps sono gestibili via web, tramite pc, tablet o smartphone. Le indiscrezioni parlano per ora di 114 servizi dell’Istituto nazionale di previdenza (riscatto della laurea, richiesta degli assegni familiari), a cui si aggiungono 103 servizi dell’Inail (consultazione Cud, richiesta bollettini) e molti dell’Agenzia delle Entrate. Ci sono poi sei Regioni già pronte con alcuni servizi locali: Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Toscana (con la possibilità di saldare tributi, mensa scolastica e ticket sanitari via web). Ma fanno sapere dall’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale, altre amministrazioni sarebbero pronte martedì ad annunciare la propria partenza. Tra i Comuni a fare da apripista sarà Firenze.

 

TRE LIVELLI DI SICUREZZA, ANCHE UNA SORTA DI ‘SMART CARD’. Le regole per l’attuazione dell’identità digitale sono state sottoscritte anche dal Garante della Privacy, proprio per assicurare la riservatezza. Con questo obiettivo sono stati disegnati tre livelli di sicurezza, a seconda del servizio. Al livello base serve solo il Pin unico (username e password), al secondo gradino si affianca una “one time password” (usa e getta, come quelle degli home banking), al terzo si aggiunge una sorta di “smart card”, un supporto fisico (è il caso di operazioni come il trasferimento di fondi o lo scambio di documenti con dati sensibili).

LA ‘FACCIA’ DI SPID, LA STESSA PER TUTTE LE AMMINISTRAZIONI. A un solo Pin si associa anche un unico link, un ‘bottone’ telematico contraddistinto da un logo, la sigla Spid in blu e bianco. Non sarà solo una questione di grafica, Agid ha lavorato affinché il sistema fosse semplice e accessibile per tutti i cittadini, partendo dal fatto che spesso i servizi digitali non vengono sfruttati proprio perché difficili e poco chiari. Il Governo sta anche lavorando a costruire un mega portale, un’interfaccia per tutta la P.a digitale e il progetto ha già un nome: Italia login. D’altra parte Spid è la punta di diamante di un nuovo corso in cui rientrano anche l’Anagrafe unica i pagamenti elettronici e il domicilio digitale.

 

COME OTTENERE IL PIN, E’ GRATIS MAIL O RACCOMANDATA. Lo Spid arriva per raccomandata o per mail. Ma l’invio non sarà automatico, si deve fare richiesta al gestore dell’identità digitale: un’operatore dedicato, accreditato dalla P.a. e iscritto in un apposito albo (per ora Tim, Poste e Infocert). Per ottenere lo Spid occorre dare dati anagrafici: nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita, codice fiscale, estremi del documento d’identità, mail, numero di cellulare. Tutto sarà poi sottoposto a verifica (a vista o per vie digitali). L’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale che guida le operazioni, assicura che lo Spid é a costo zero (esclusa la “smart card”).

 

LE TAPPE, PARTENZA IN RITARDO, ORA DI CORSA. La prima password doveva essere rilasciata dopo l’estate e si puntava ad avere già 3 milioni di utenti a settembre dello scorso anno, poi c’è stato un rinvio. D’altra parte è stata necessaria una lunga fase di test per far sì che l’operazione fosse conclusa con tutte le rassicurazioni del caso. Marzo dovrebbe essere il mese giusto, vista la presentazione in calendario, annunciata dal ministro della P.A. Marianna Madia. Martedì è prevista una conferenza stampa a palazzo Vidoni con tutti i principali attori, tra gli altri, oltre al ministro, Antonio Samaritani (Agid), Tito Boeri (Inps), Marco Patuano (Tim) e Francesco Caio (Poste). L’intento è quello di accelerare per arrivare entro il 2017 ad avere tutti i servizi pubblici online.

Elenchi aggiuntivi graduatorie di istituto II fascia, domanda entro il 7 marzo

da La Tecnica della Scuola

Elenchi aggiuntivi graduatorie di istituto II fascia, domanda entro il 7 marzo

Con nota 4477 del 16 febbraio 2016 il Miur ha trasmesso il D.D.G. 89 del 16/02/2016 concernente l’integrazione delle graduatorie di Istituto del personale docente, in attuazione del D.M. 3 giugno 2015 n. 326.

Ricordiamo che entro il 7 marzo deve essere trasmesso il modello A3 per l’inserimento negli elenchi aggiuntivi alle graduatorie di istituto di II fascia.

Il modello è cartaceo e va inviato tramite raccomandata A/R, PEC, o consegna a mano con rilascio di ricevuta ad una istituzione scolastica della provincia prescelta.

Coloro che risultino già iscritti nelle graduatorie del presente triennio o che si sono iscritti in occasione delle finestre semestrali del 1° febbraio 2015 e del 1° agosto 2015 e che richiedano l’inserimento nell’elenco aggiuntivo relativo alla finestra del 1° febbraio 2016 per aver conseguito una nuova abilitazione, dovranno trasmettere il modello alla medesima Istituzione Scolastica destinataria dell’istanza di inclusione.

Se l’interessato non risulti già iscritto in alcuna graduatoria il suddetto modello dovrà essere indirizzato ad una istituzione scolastica della provincia prescelta dall’ interessato.

Le istituzioni scolastiche destinatarie delle domande dovranno valutarle e trasmetterle al sistema informativo tramite le relative funzioni che saranno disponibili fino al 9 marzo 2016.

Per l’inserimento negli elenchi aggiuntivi del sostegno si dovrà, invece, utilizzare il modello A5, la cui trasmissione è telematica su POLIS (funzione disponibile dal 10 marzo al 30 marzo 2016). Non dovranno compilare il modello A5 i docenti che chiedono l’inserimento negli elenchi aggiuntivi di Il fascia con il modello A3 in quanto potranno dichiarare il titolo di specializzazione nella sezione del modello A3 appositamente predisposta.

Infine, ricordiamo che per la priorità nell’attribuzione delle supplenze di III fascia potranno presentare istanza i docenti che conseguono il titolo di abilitazione nelle more dell’inserimento negli elenchi aggiuntivi alla II fascia. Per farlo dovranno utilizzare la funzione POLIS, disponibile per tutto il triennio di validità delle graduatorie, che consente di trasmettere l’apposito modello A4. L’istanza dovrà essere rivolta alla istituzione scolastica capofila prescelta all’atto di inclusione in III fascia che avrà cura di prenderla tempestivamente in carico con le funzioni SIDI appositamente predisposte.

Per quanto concerne la scelta delle sedi, coloro che sono collocati per altri insegnamenti nelle graduatorie di I, II, e III fascia delle graduatorie di istituto o negli elenchi aggiuntivi alla II fascia (in occasione delle finestre semestrali di febbraio 2015 e agosto 2015), qualora abbiano conseguito il titolo di abilitazione entro il 1° febbraio 2016, possono sostituire, nella stessa provincia di iscrizione, una o più istituzioni scolastiche già espresse all’atto della domanda di inserimento esclusivamente per i nuovi insegnamenti. In particolare, le sedi già espresse possono essere cambiate esclusivamente ai fini dei nuovi insegnamenti per i quali si chiede l’inserimento nel terzo elenco aggiuntivo alla II fascia, mentre non è consentito cambiare sedi qualora nelle stesse tali insegnamenti risultino già impartiti.

 

Perché

PERCHÉ PERCHÉ PERCHÉ di Umberto Tenuta

CANTO 640 ALUNNI DEI PERCHÉ

-Perché tu sei la Mamma?

­-Perché tu sei Papà?

-Perché io sono Figlio?

-Perché queste si chiamano Mele?

-Perché mangio il Pane?

LA SCUOLA DEI perché.

Quella dei bimbi che ancora non vanno a scuola.

Quella dei bambini che sono rimasti bambini.

Quella dei bambini non scolarizzati.

Quella dei bambini che possono fare tutte le domande che in loro nascono alla vista del mondo.

Volete che la SCUOLA sia una SCUOLA BUONA?

Lasciate che i bimbi chiedano tutti i PERCHÉ che vogliono.

Ma, ATTENZIONE, non date risposte.

Incoraggiate i bimbi a cercare le risposte.

Aiutateli a costruire, a inventare, a costruire le risposte.

PROVANDO E RIPROVANDO.

SPERIMENTANDO.

INVENTANDO.

COSTRUENDO.

Le risposte ai PERCHÉ degli alunni non le dà il docente.

Maiiiiiiii!

Il docente aiuta gli alunni a cercarle.

A cercarle, non su INTERNET.

Ma con le mani, i piedi, gli occhi, il naso, le orecchie, il tatto.

È questa la SCUOLA DELLA RICERCA.

Una scuola senza cattedra, senza lavagna, senza banchi.

Una SCUOLA LABORATORIALE.

Laboratori agazziani.

Laboratori montessoriani.

Laboratori digitali.

Non più aule.

Solo laboratori nei quali gli alunni, lavorando preferibilmente in gruppo, possano cercare, inventare, costruire le risposte ai loro inesauribili perché.

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”