Scuola dell’Infanzia: assunzione dei vincitori dimenticati del Concorso 2012

Scuola dell’Infanzia: ANIEF ricorre per l’assunzione dei vincitori dimenticati del Concorso 2012

Il D.D.G. 105/2016 di indizione del concorso docenti 2016 per la scuola dell’infanzia e primaria e la legge 107/2015 ignorano le centinaia di vincitori del Concorso a Cattedra 2012 tagliati fuori dalle assunzioni a tempo indeterminato. La decisione di non procedere ad alcuna immissione in ruolo per la scuola dell’Infanzia nella Fase C dello scorso autunno e l’avvio della nuova procedura concorsuale di fatto vanificano il merito di questi insegnanti, che hanno visto disattese le loro legittime aspettative dopo aver superato tutte le prove del precedente concorso. Per questo Anief ha deciso di rivolgersi al Giudice del Lavoro e chiedere l’immediata immissione in ruolo dei vincitori del concorso 2012 per la scuola dell’Infanzia. Aperte le adesioni online sul Portale ANIEF.

Il Miur ha deciso di bandire il nuovo concorso per docenti della scuola dell’Infanzia senza avere prima assegnato i posti a tutti i vincitori della precedente selezione bandita nel 2012. Sono ancora centinaia, infatti, i vincitori in attesa di essere assunti dopo aver superato tutte le prove dell’ultima tornata concorsuale, più di 200 nella sola Sicilia.

Anche la Legge 107/2015 di riforma della scuola, approvata lo scorso mese di luglio, nel prevedere la nuova procedura concorsuale – per cui è possibile presentare domanda fino al 30 marzo – non ha tenuto conto di questa categoria di docenti. Lasciando al palo, in molte province, tutti quei maestri che con merito hanno dimostrato di poter insegnare agli alunni della scuola pubblica dai tre ai sei anni di età. E, per di più, escludendoli anche dal piano straordinario di immissioni in ruolo, culminato nell’assunzione dei docenti dell’organico del potenziamento dello scorso novembre.

Per Anief tutte le assunzioni conquistate con la procedura concorsuale del 2012 vanno perfezionate prima che si porti a termine il concorso docenti 2016. Anief ha quindi deciso di rivolgersi al Giudice del Lavoro e chiedere l’immediata immissione in ruolo dei vincitori della scuola dell’Infanzia ancora in attesa.

Isee, le famiglie dei disabili chiedono il ricalcolo e “misure riparatorie”

da Redattore sociale

Isee, le famiglie dei disabili chiedono il ricalcolo e “misure riparatorie”

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, di fronte alla “illegittima inerzia” del governo, il Coordinamento stipula un accordo con Aduc. Prima azione congiunta è la diffusione del documento, con cui le famiglie chiederannola rideterminazione dell’Isee e riparazione dei danni. E dopo Pasqua, diffida al governo

ROMA – Dopo la sentenza del Consiglio di Stato sul nuovo Isee, il governo è “inerte”, ma il Coordinamento nazionale famiglie disabili è più attivo che mai: da un lato ha stipulato un accordo con Aduc (associazione per i Diritti degli utenti e consumatori) per la richiesta della determinazione dell’Isee; dall’altro, invierà una diffida al governo subito dopo le festività pasquali. Diffida che sta preparando in queste ore, con l’aiuto dell’avvocato Sorrentino, lo stesso che ha assistito le famiglie nella presentazione del ricorso.

Diffida al governo. “In previsione del perdurare del gravissimo ed illegittimo comportamento del governo di inerzia di fronte all’applicazione della sentenza definitiva si è concordato, insieme con il professor Sorrentino, d’inviare una diffida al governo subito dopo le festività di Pasqua – annuncia il Coordinamento – Non dimentichiamo, infatti, che il governo ha avuto più di 13 mesi per mettersi in regola, ovvero dal febbraio del 2015 data in cui le sentenze del Tar erano già immediatamente esecutive. La sentenza del Consiglio di Stato, inoltre, indica nel dettaglio quali sono le modifiche da applicare al software di calcolo per l’Isee, senza dover sconvolgere l’intero impianto, prevenendo ogni possibile pretesto per perdere ulteriormente tempo, pretesti indegni di un paese civile proprio perché hanno già provocato e stanno provocando ingenti danni alla salute, all’integrità ed alle risorse di cittadini che hanno l’unico torto di avere una disabilità”.

Rideterminazione e riparazione, accordo con Aduc. E proprio per “risarcire i danni”, il Coordinamento ha avviato una collaborazione con Aduc, l’associazione dei consumatori, che sarà “nostro punto di riferimento per le azioni collettive volte al riconoscimento dei nostri diritti”. La prima azione congiunta tra associazione e coordinamento è la divulgazione di un documento, elaborato dalla stessa Aduc, tramite il quale chi è stato penalizzato dal nuovo Isee potrà chiedere innanzitutto che sia “rideterminato l’Isee per il 2015 (e anche per il 2016 per chi lo ha già fatto per l’anno in corso), escludendo tali sussidi dall’Isr, non essendo ricompresi nella nozione di ‘reddito’ e sottraendo le franchigie nella loro misura massima anche per i disabili maggiorenni”; ma anche per chiedere “all’ente erogatore di adottare tutte le conseguenti misure riparatorie del caso, quali la rideterminazione della quota di compartecipazione a carico dell’utente per l’anno 2015 e l’anno 2016, e la conseguente restituzione degli importi dovuti”. (cl)

Disturbi specifici dell’apprendimento, boom di diagnosi. Ecco cosa devono fare (e spesso non fanno) scuole e insegnanti

da Il Fatto Quotidiano

Disturbi specifici dell’apprendimento, boom di diagnosi. Ecco cosa devono fare (e spesso non fanno) scuole e insegnanti

Dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia. Il Miur: “I Dsa sono 187mila, il 2,1% degli alunni. Cinque anni fa erano lo 0,7%”. L’incremento è per l’esistenza dal 2010 di una legge. Come trattare correttamente gli alunni? Con piani didattici personalizzati, come l’ausilio di calcolatrice, pc e correttore ortografico. “Va analizzato l’errore, capire perché il bambino lo compie”, spiegano gli esperti. Ma c’è poca formazione e spesso gli insegnanti non sanno nulla di Dsa e soprattutto non adottano una strategia per facilitare l’apprendimento

L’Ocse: la memorizzazione non aiuta a imparare la matematica

da Il Sole 24 Ore

L’Ocse: la memorizzazione non aiuta a imparare la matematica

di Alessia Tripodi

La memorizzazione non è una buona strategia per l’apprendimento della matematica. Può servire per risolvere operazioni elementari, ma per i problemi più complessi è necessario andare oltre, usando tecniche di elaborazione e controllo. Lo rivela un focus Ocse -Pisa pubblicato oggi, che fa il punto sulle strategie utilizzate dai 15enni per imparare la matematica e scopre che l’Italia, come il Giappone e la Corea, è tra paesi dove gli studenti usano meno la memoria e più il «ragionamento», al contrario delle scuole anglosassoni, dove l’uso della memorizzazione raggiunge livelli record.

Le tecniche di apprendimento
«In Italia la tecnica della ripetizione a memoria è meno usata – spiega Francesco Avvisati, economista Ocse – mentre gli studenti prediligono strategie di elaborazione, cioè con tecniche che li aiutano a mettere in relazione i nuovi concetti con quelli che già conoscono». C’è poi un altro approccio alternativo all’«imparare a memoria» ed è quello del controllo: gli studenti riducono il problema matematico in parti più piccole, cercando di capire quali sono le più importanti. Sia l’elaborazione che il controllo si rivelano strumenti efficaci per la risoluzione di problemi complessi, mentre la memorizzazione serve solo ad affrontare esercizi semplici e a tenere a bada «l’ansia da prestazione» degli studenti.
Dal punto di vista del confronto internazionale, lo studio Ocse-Pisa sfata il «mito» degli studenti asiatici campioni di memorizzazione: solo il 5% dei vietnamiti, il 12% dei giapponesi e il 17% dei coreani dichiara di imparare il più possibile a memoria le formule matematiche, al contrario del 37% degli inglesi, del 35% dei neozelandesi, del 29% degli americani e del 28% degli irlandesi, che puntano tutto sulla ripetizione. E l’Italia segue la «scia asiatica», con una percentuale di «memorizzatori» al 10 per cento.

Il 23 marzo i licei musicali in piazza in tutta Italia

da La Tecnica della Scuola

Il 23 marzo i licei musicali in piazza in tutta Italia

Il prossimo 23 marzo, i licei musicali scenderanno nelle principali piazze italiane, per volontà di una rete di scuole contro le nuove classi concorsuali.

A Roma l’appuntamento per i partecipanti è alle ore 10.00 a Ponte Milvio: a far sentire le loro ragioni, con voce e strumenti, saranno i tre licei musicali della Capitale (Farnesina, Giordano Bruno e Chris Cappel).

Ricordiamo che l’iniziativa nazionale si deve al timore degli insegnanti di musica di essere tagliati fuori dall’insegnamento. Nei giorni scorsi hanno lanciato la petizione su change.org “Chi fermerà la musica?“.

“Sono uscite norme che regolano l’accesso agli insegnamenti e un nuovo concorso per insegnanti: il risultato che ci si attende – si legge nella petizione – è che dal prossimo anno scolastico la maggior parte dei docenti delle materie musicali e coreutiche di indirizzo che attualmente insegnano nei licei musicali e coreutici, di ruolo e non di ruolo, perderanno la possibilità di continuare a insegnare in quanto non potranno partecipare al concorso e molti docenti non potranno più contare su altro incarico scolastico”.

“Anffas Open day”, il 19 marzo si aprono le porte dell’inclusione sociale

da La Tecnica della Scuola

“Anffas Open day”, il 19 marzo si aprono le porte dell’inclusione sociale

“Liberi di scegliere, liberi di partecipare, con il coraggio di cambiare il mondo!” E’ lo slogan della nona edizione della Giornata Nazionale della Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, la manifestazione nazionale promossa e organizzata da Anffas Onlus, l’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o relazionale maggiormente rappresentativa a livello italiano e tra le principali a livello europeo.

La Giornata, nella sua formula Open Day, quest’anno in programma per sabato 19 marzo, sarà dedicata all’informazione e alla sensibilizzazione sui temi della disabilità intellettiva e/o relazionale per promuovere la piena inclusione sociale, con l’obiettivo di affermare i principi e diritti civili e umani sanciti anche dalla Convenzione ONU.

L’Open Day coinvolgerà, sull’intero territorio nazionale, le oltre 1.000 strutture in cui Anffas dal 1958 si prende cura e carico di oltre 30.000 persone con disabilità e dei loro familiari, proponendo visite guidate, convegni, spettacoli e tante altre iniziative volte adiffondere lo spirito e la cultura dell’inclusione sociale soprattutto attraverso la partecipazione attiva delle stesse persone con disabilità, degli associati, degli operatori, dei volontari e di tutti coloro che operano in Anffas, con il fine di portare la collettività a  superare gli stereotipi e lo stigma che ancora oggi portano spesso a vedere le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale non come cittadini attivi e titolari dei diritti che spettano a tutti gli altri.

Sono previsti molti eventi: Apertura dei laboratori didattici ad Ortona, proiezioni di film a Capri e degustazioni di prodotti gastronomici a Napoli, mostra fotografica ad Udine, visite dei centri a Ferrara, visite guidate del Museo Accessibile di Storia Naturale a Trieste, esibizioni di judo a Genova, partite di basket inclusivo a Cinisello Balsamo, partite di calcetto con gli alunni delle scuole locali a Palermo, esperienze di vita indipendente ed abitare in autonomia a Mortara, bombolonata a Carrara.

Inoltre, saranno portati all’attenzione delle varie comunità i tanti nuovi progetti, anche europei, che vedono le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale impegnate in prima persona, come i progetti sulla cittadinanza attiva “Io, Cittadino!”, sul linguaggio facile da leggere e sull’uso sicuro di Internet.

Anffas invita quindi tutti i cittadini a conoscere l’Associazione, le famiglie e gli amici che la compongono e le tante attività e iniziative che ogni giorno vengono realizzate per promuovere un futuro di pari opportunità, pari diritti e inclusione!

Infine, fa sapere l’associazione, un invito speciale per le giovani famiglie di bambini e ragazzi con disabilità ad avvicinarsi all’Associazione, consapevoli che l’intervento precoce e l’incontro con le altre famiglie che hanno vissuto esperienze simili possano rappresentare il presupposto per far sì che, come recita la Dichiarazione di Roma sull’auto-rappresentanza approvata nel maggio scorso, questa sia “l’ultima generazione di persone con disabilità intellettiva ad essere discriminata a causa della disabilità”.

Potenziate le caselle di posta @istruzione.it

da La Tecnica della Scuola

Potenziate le caselle di posta @istruzione.it

Il Miur ha comunicato di avere effettuato un intervento sulle caselle di posta elettronica ordinaria del tipo codicemecc@istruzione.it in dotazione alle istituzioni scolastiche.

In particolare, è stato ampliato lo spazio su server fino a 400 MB, è stata aumentata a 20 MB la dimensione massima dei messaggi di posta (allegati compresi) aumentato a 20 MB ed è stato portato a 100 indirizzi il numero massimo di destinatari.

Nulla cambia in merito all’indirizzo di posta, le rubriche di indirizzi, le regole di filtro eventualmente impostate, e non è inoltre necessario alcun intervento di modifica delle configurazioni dei client (Microsoft Outlook, Mozilla Thunderbird, ecc..) eventualmente installati sui pc delle scuole.

Il Miur mette anche in allerta le scuole sull’utilizzo corretto della posta elettronica al fine di arginare il fenomeno della diffusione di spam, virus e programmi malevoli (malware), valutando attentamente, prima di aprirli, i messaggi che pervengono sulle caselle di posta elettronica ordinaria (PEO) e certificata (PEC).

Nel caso si rilevassero attività sospette (invio di spam e/o virus), seppur inconsapevoli, attuate sfruttando le caselle di PEO e PEC delle scuole, si renderà necessario, in via cautelativa, bloccare temporaneamente tali caselle fino a conferma della avvenuta scansione e pulizia dei pc. La conferma potrà essere data dalla scuola attraverso la funzione assistenza online della posta (disponibile, nell’area Posta Elettronica del sito http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/home, dopo aver effettuato l’accesso alla webmail) o tramite il numero verde 800903080.

Rilevazione permessi disabilità, scadenza 31 marzo

da La Tecnica della Scuola

Rilevazione permessi disabilità, scadenza 31 marzo

Ai sensi dell’articolo 24 della Legge n. 183 del 4 novembre 2010 le Pubbliche Amministrazioni, comprese le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, sono tenute a comunicare entro il 31 marzo di ogni anno una serie di informazioni riguardanti i propri dipendenti che hanno fruito dei giorni di permesso di cui alla legge 104/1992, destinati ai lavoratori dipendenti affetti da disabilità o che assistono parenti o affini disabili.

In particolare, la rilevazione prevede che le scuole debbano indicare:

  • i nominativi dei propri dipendenti cui sono accordati i permessi;
  • la tipologia di permesso fruita (permessi fruiti dal lavoratore per se stesso o per assistenza a terzi);
  • per i permessi fruiti per assistenza a terzi,  il nominativo dell’assistito, l’eventuale rapporto di dipendenza da un’amministrazione pubblica e la denominazione della stessa, il comune di residenza dell’assistito nonché il rapporto di parentela o affinità che intercorre tra ciascun dipendente che ha fruito dei permessi e la persona assistita;
  • per i  permessi fruiti dal lavoratore padre o dalla lavoratrice madre, la specificazione dell’età maggiore o minore di tre anni del figlio;
  • il contingente complessivo di giorni e ore di permesso fruiti da ciascun lavoratore nel corso dell’anno precedente per ciascun mese, specificando, in particolare, le ore o frazioni di ore fruite per ciascuna giornata nel corso del mese di riferimento.

La trasmissione dei dati dovrà avvenire telematicamente sul portale PERLA PA, tenendo conto che vanno comunicati i permessi conferiti nell’anno precedente anche nel caso in cui non siano stati accordati permessi (dichiarazione negativa).

Eventuali richieste di chiarimento, riguardanti la reazione delle unità di riferimento, la profilatura dei referenti scolastici, la comunicazione dei dati ecc., potranno essere rivolte direttamente ai referenti operanti presso ciascun Ufficio scolastico regionale.

Cisl e Cgil sul Bonus: posizioni inconciliabili

da tuttoscuola.com

Cisl e Cgil sul Bonus: posizioni inconciliabili

Anche la Cisl scuola torna sull’incontro del 16 marzo, al Miur, incentrato sul bonus per la valorizzazione professionale dei docenti e sull’utilizzo a tal fine dei 200 milioni di euro stanziati con la legge 107, sottolineando la “notevole distanza fra le posizioni espresse dall’Amministrazione, tramite i direttori generali degli ordinamenti e del bilancio, e quelle sostenute dalla Cisl Scuola e dagli altri sindacati, tanto da indurre le organizzazioni presenti, con l’eccezione della sola ANP, ad abbandonare la riunione“.

La Cisl contesta in particolare la lettura che l’Amministrazione intende dare della legge 107, secondo la quale si sarebbe in presenza di una “legge speciale in virtù della quale l’attribuzione del bonus ai docenti, pur trattandosi di compenso accessorio, sarebbe esclusa dalla regolazione per via negoziale prevista in via generale, in materia di retribuzione, dalle disposizioni vigenti per la disciplina del rapporto di lavoro pubblico“.

Una posizione in “radicale contrasto” con quanto sostenuto dalla Cisl e dagli altri sindacati (esclusa l’ANP).

Qualora l’Amministrazione medesima si arroccasse su queste posizioni, si avrebbe come unica prospettiva quella di un duro contenzioso che ci troveremmo costretti ad attivare a tutela della professionalità dei docenti, la cui valorizzazione deve avvenire nella piena salvaguardia delle prerogative che la legge assegna agli organi collegiali (in primis al collegio docenti) per quanto riguarda la programmazione e l’organizzazione della didattica, e alla contrattazione per quanto riguarda la regolazione degli aspetti retributivi del rapporto di lavoro“, conclude la nota.

Domenico Pantaleo, segretario della Flc Cgil, parla a sua volta di un “atto autoritario e irresponsabile” con il quale il MIUR “ha precluso la possibilità di un’intesa con le organizzazioni sindacali sulla gestione del bonus docenti“.

Il sindacato ribadisce che il bonus, “in quanto salario accessorio, va contrattato a livello di singola istituzione scolastica e che nessun Comitato di valutazione, in base alle norme vigenti, può espropriare il Collegio dei Docenti dalle sue prerogative di individuare progetti e incarichi che vanno poi remunerati secondo le prassi contrattuali“.

La Flc Cgil tuttavia “è impegnata, unitariamente agli altri Sindacati che hanno abbandonato il tavolo a fronte delle rigidità governative, a ricostruire le condizioni politiche di un confronto serrato e proficuo“. La richiesta è quella di passare dal tavolo tecnico a quello politico, che veda insomma la presenza del ministro.

In assenza di ciò la parola passa alla mobilitazione che la Flc Cgil è impegnata a costruire insieme con tutto lo schieramento sindacale“.

Domande per le Commissioni del concorso. Sabato ultimo giorno

da tuttoscuola.com

Domande per le Commissioni del concorso. Sabato ultimo giorno
Un nostro servizio di orientamento per chi si candida a commissario.

Sabato 19 ultimo giorno per chiedere di far parte delle Commissioni del concorso per docenti.

Nell’intento di facilitare la conoscenza e la fruizione delle norme concorsuali anche da parte dei membri delle commissioni esaminatrici, Tuttoscuola ha predisposto  facili chiavi di lettura delle disposizioni e funzionali tavole comparative.

Presentiamo di seguito le risposte ai principali quesiti per conoscere il da farsi. Nelle prossime ore pubblicheremo tabelle di dettaglio sui requisiti dei Presidenti di Commissione, sui commissari e i membri aggregati

FAQ

 

 

1

Esiste un modello di domanda per chiedere di presiedere una Commissione di concorso?

Le domande per far parte delle Commissioni di concorso vengono presentate esclusivamente on line su apposito format predisposto da POLIS – Istanze on line del Miur.

 

 

2

Sono un dirigente scolastico emiliano disponibile a presiedere una Commissione di concorso. Posso presentare richiesta a Roma?

No. Possono far parte delle Commissioni soltanto i presidenti e i membri di Commissione, compresi i supplenti e gli aggregati, che  prestano servizio in scuole della stessa regione in cui si svolge il concorso.

 

 

 

3

Sono un dirigente scolastico in pensione. Posso far parte delle commissioni di concorso?

Può presentare domanda per essere incluso negli elenchi regionali da cui l’USR  attinge per le nomine dei presidenti.

Per l’accoglimento della domanda il dirigente scolastico in quiescenza deve essere in pensione da non più di tre anni, non avere superato i 70 anni di età alla data di indizione del concorso, risiedere nella regione in cui si svolge il concorso per il quale chiede di presiedere la Commissione.

 

 

 

4

Sono un professore neo pensionato, già insegnante di inglese nella scuola media. Posso chiedere di far parte di una commissione di concorso, eventualmente come membro aggregato?

Come per la presidenza delle Commissioni dove si consente a dirigenti scolastici in quiescenza di presentare domanda per eventuale nomina, analogamente anche per  i docenti, membri di Commissione, aggregati o supplenti, è consentito alle stesse condizioni – in pensione da non più di tre anni e non avere superato i 70 anni di età alla data di indizione del concorso – di chiedere l’iscrizione agli elenchi regionali dei commissari della regione in cui risiedono.

 

 

5

Se farò parte di una Commissione di concorso, potrò fruire dell’esonero dal servizio?

Per tutti i componenti delle Commissioni di concorso non è previsto alcun esonero dal servizio, nemmeno parziale.

Per i docenti membri di Commissione o aggregati viene soltanto previsto che il dirigente scolastico della istituzione in cui prestano servizio deve favorire la partecipazione alle attività delle commissioni dei docenti membri delle commissioni.

 

 

 

6

Che funziona ha il membro supplente di Commissione?

Per ogni componente della Commissione (presidente, docenti commissari, membri aggregati) è prevista anche la nomina di un membro supplente. Pertanto, visto che ogni Commissione sarà formata da 5 membri (1 presidente, 2 docenti commissari, 2 membri aggregati per lingua straniera e informatica), vi saranno altrettanti membri supplenti corrispondenti.

I membri supplenti vengono designati fin dalla costituzione della Commissione, ma vengono attivati soltanto in caso di mancanza di un componente effettivo (per dimissioni o altra causa).

 

7

Penso di chiedere di essere nominato come membro aggregato di inglese. Cosa dovrò fare?

Il membro aggregato di lingua straniera partecipa alle correzioni delle prove scritte limitatamente ai quesiti di lingua straniera, e alle prove orali per la parte relativa a tale materia. Esprime valutazione soltanto per tale ambito di competenza.

 

 

8

Quali possono essere le mie competenze in Commissione come membro aggregato di informatica?

In considerazione del fatto che nei quesiti della prova scritta non sono previsti contenuti che attengono all’informatica, il membro aggregato docente di informatica opererà soltanto nella prova orale, esprimendo valutazione dei candidati soltanto per il proprio ambito di competenza.

 

 

 

9

Sono un docente di scuola primaria entrato in ruolo due anni fa. Con la ricostruzione di carriera mi sono stati riconosciuti in carriera 8 anni di pre-ruolo. In questo momento ho quindi 10 anni di ruolo. Ho visto che, per far parte delle Commissioni, sono richiesti almeno 5 anni, posso partecipare?

È previsto espressamente per i docenti membri di Commissione “aver prestato servizio nel ruolo per almeno 5 anni”.  Sembra di capire che viene non tanto richiesta un’anzianità di ruolo quanto un servizio effettivo prestato in posizione continua di ruolo. Ricordiamo che oltre al servizio di ruolo, sono necessari diversi altri requisiti.

10 Sono una docente con 15 anni di ruolo di cui 5 passati su posto di sostegno diverso tempo fa. Posso essere nominata commissaria nel concorso per posti di sostegno anche se attualmente sono in servizio su posto comune?

Sì. Infatti è richiesto soltanto di avere prestato servizio nel ruolo per almeno 5 anni su posto di sostegno, ma non si prevede che tale situazione sia anche attuale.

È comunque necessario, ovviamente, il possesso del titolo di specializzazione.

 

 

11

Sono in possesso del titolo di specializzazione per il sostegno nella scuola secondaria dove ho prestato più di 5 anni di ruolo su posto di sostegno. Posso chiedere di partecipare alle commissioni di concorso per posti di sostegno nella scuola primaria?

I 5 anni di ruolo nel sostegno devono essere stati prestati secondo la distinta procedura cui si riferisce il concorso. Può partecipare alle commissioni di concorso per sostegno nel settore in cui ha prestato servizio con relativo titolo di specializzazione.

 

12

Sono docente di lingua inglese e componente della RSU nel mio istituto. Posso chiedere di far parte della Commissione di concorso come membro aggregato?

I componenti delle RSU non possono far parte delle Commissioni di concorso per ragioni di incompatibilità, come precisato dal DM 96 del 23 febbraio 2016 che non ha accolto, in tal senso, una specifica richiesta del CSPI.

 

13

Qual è il compenso per un presidente di Commissione?

Per il presidente è previsto un compenso di 251 euro (la metà se è presidente di sottocommissione), a cui vanno aggiunti 0,50 euro per ciascun elaborato o candidato esaminato.

 

 

14

Quale compenso mi spetta come docente membro di Commissione del concorso?

Vi è differenza dei compensi delle Commissioni principali e delle Sottocommissioni. Nel primo caso è previsto un compenso per i docenti membri o aggregati di 209,24 euro lordi, mentre per i docenti delle Sottocommissioni il compenso, dimezzato, è di 104,62 euro lordi. Inoltre spetta a tutti un compenso di 0,50 euro per ciascun elaborato o candidato esaminato.

L’81% dei giovani vuole più educazione civica

da tuttoscuola.com

L’81% dei giovani vuole più educazione civica
TreeLLLe propone un insegnamento pratico di due ore settimanali da affidare a un insegnante specializzato

Quasi i due terzi degli studenti ha affrontato in modo superficiale, o non ha affrontato per nulla, lo studio della Costituzione Italiana (61,9%). L’attenzione è stata maggiore negli istituti tecnico professionali rispetto ai licei, in cui solo il 25% degli studenti si è occupato della Costituzione in modo molto o abbastanza approfondito. Ma ben l’81% dei giovani vuole che il tema sia trattato più ampiamente. E’ quanto emerge dall’indagine “L’educazione alla cittadinanza nella scuola superiore italiana” , svolta su un campione di giovani tra i 19 e i 23 anni che hanno concluso il percorso di studi nella scuola superiore, contenuta nel Quaderno n.11 dell’Associazione Treellle, presentata oggi a Roma nella sede della Luiss, come già riferito.

Dalla ricerca emerge che anche l’approccio diretto al testo costituzionale è nettamente minoritario e molto superficiale. Il 20,5% degli studenti non ha mai letto la Costituzione. Se a questi sommiamo il 54,2% di coloro che hanno letto solo qualche articolo, arriviamo a circa i tre quarti degli studenti.

Sono i licei le scuole che dedicano meno attenzione a queste tematiche: la percentuale di studenti che non fanno sistematicamente educazione alla cittadinanza sale al 75% nei licei scientifici, e al 77,7% nel licei classici. Al contrario, sono gli istituti tecnici e professionali a dedicare maggiore attenzione all’educazione civica, anche grazie alla trattazione del diritto come materia curriculare.

L’educazione civica, nel 63,4% dei casi, è trattata in tradizionali lezioni frontali. La ricerca evidenzia inoltre che l’educazione civica è trattata all’interno di ambiti disciplinari molto eterogenei (Storia, Diritto, Italiano, ecc.). Fermo restando che tutti gli insegnanti devono sentirsi responsabili di questa missione formativa, si evidenzia tuttavia la criticità connessa alla mancanza di una ”figura responsabile” che sia univocamente identificata per presidiare l’ambito disciplinare.

Ed è proprio l’idea di introdurre due ore settimanali di attività (non di studio teorico), da affidare a un insegnante specializzato, la proposta avanzata da TreeLLLe durante la presentazione del Quaderno. Le ore, propone un po’ provocatoriamente Attilio Oliva, potrebbero essere ricavate dalla riconversione del monte ore attualmemte previsto per le assemblee studentesche.

Giannini, la 107 potenzia educazione cittadinanza

da tuttoscuola.com

Giannini, la 107 potenzia educazione cittadinanza
Presentato a Roma il Quaderno n. 11 di TreeLLLe, dedicato all’educazione alla cittadinanza

Solo con l’educazione alla meraviglia e alla sorpresa riusciremo ad educare alla cittadinanza. Lo stesso stupore che contagia i ragazzi di fronte alle nuove tecnologie“.  Così si conclude Il lungo messaggio inviato all’associazione TreeLLLe dal ministro Giannini Treellle, impossibilitata ad intervenire di persona, in occasione della presentazione, oggi alla Luiss di Roma, dell’indagine “L’educazione alla cittadinanza nella scuola superiore italiana” , oggetto del Quaderno n. 11 dell’organizzazione guidata da Attilio Oliva, dedicato al tema della cittadinanza.

Dagli esiti della consultazione sulla Buona scuola, scrive il ministro, è emersa “una forte domanda di educazione alla cittadinanza, intesa non solo come educazione civica, ma come più ampia preparazione alla vita con gli altri. La legge 107 ha risposto a questa esigenza sin dal suo primo comma, indicando il modello di una scuola aperta come laboratorio per la partecipazione e l’educazione alla cittadinanza attiva“.

Con ‘La Buona Scuola’ “, ha aggiunto Giannini, “stiamo aprendo i cancelli dei nostri istituti alle realtà esterne, liberando le en ergie di chi insegna e di chi impara, valorizzando le singole specificità, indirizzando le nostre scuole nel pieno rispetto e soprattutto nella totale fiducia della loro autonomia“.

Questo percorso – puntualizza Giannini – capace di diffondere etica e legalità dovrà trovare il suo  baricentro nell’intersezione di due ambiti apparentemente diversi uno dall’altro: la storia e l’innovazione digitale. Senza una conoscenza critica della storia, ogni educazione alla cittadinanza perde senso, non trova fondamento“. Ma va coinvolta anche la dimensione motivazionale ed emozionale, in modo da suscitare l’interesse attivo degli studenti, come oggi avviene nel loro rapporto con le nuove tecnologie.

Lodi o biasimi

LODI O BIASIMI di Umberto Tenuta

CANTO 647 LODARE O BIASIMARE GLI ALUNNI?

PREMI O CASTIGHI.

OVVERO EFFETTO PIGMALIONE.

 

Antica diatriba.

<<Una delle cose che, in ogni modo, l’insegnante non deve fare, è di interferire per lodare, per punire o correggere errori. Sembra a molti educatori un principio sbagliato ed essi sono contrari al nostro metodo sempre su questo punto. Dicono: “Come potete far progredire il bambino se non ne correggete gli errori?”. Nell’educazione comune il compito fondamentale dell’insegnante è quello di correggere, tanto nel campo morale che in quello intellettuale; l’educazione cammina secondo due direttive: dare premi o dare punizioni; ma se un bimbo riceve premi o punizioni, significa che non ha l’energia di guidarsi e che egli si rimette alla continua direzione dell’insegnante>> (MARIA MONTESSORI)

In altri termini, se l’educatore deve rendere autonomo l’alunno, non può ottenere questo risultato guidando il suo comportamento coi premi e coi castighi.

Le cavezze non renderanno mai autonomo il cavallo!

Liberi si diventa solo attraverso l’esercizio della libertà.

Ed allora?

Allora, il docente non tira per la cavezza l’alunno.

Ma lo lascia andare, assecondandolo nel suo impegno di autorealizzazione.

Ogni essere vivente tende alla sua autorealizzazione.

Il filo d’erba fuoriesce dalla pietra che lo schiaccia e si solleva verso il sole che lo alimenta.

E la farfalla svolazza di fiore in fiore per suggere il miele che la alimenta.

Che fa il bimbo appena nato se non aprire gli occhi per conoscere e dominare il mondo?

E tu, Maestra Tetella, non sei lì pronta a incoraggiare Dino e Lina a salire ed a scendere la scala numerata dallo zero al dieci?

  • Che brava, sei già al TRE!
  • Già al QUATTRO!
  • Un passo e sei al CINQUE!

Il funambolo a metà della corda sospesa nel vuoto.

Applaude la folla, e lui ci gioca, lassù, sicuro di sé.

Fischia la folla, e cade nel vuoto!

Non fischiate mai, Professori!

Applaudite ed i vostri alunni scaleranno le cime dei monti più alti che si stagliano nei cieli azzurri del loro futuro.

Ah, tu, Grassona, non sei d’accordo?

Lo dici e lo ripeti da una vita che ci vogliono le punizioni.

  • Certamente, cara!
  • Ora arriva il Dirigente, e ti darà una bella punizione!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”

MAKER FAIRE ROME – THE EUROPEAN EDITION

MAKER FAIRE ROME – THE EUROPEAN EDITION
La quarta edizione

Maker Faire Rome, la fiera degli inventori, dei creativi e degli artigiani digitali diventa ancora più grande e sceglie la Fiera di Roma come location per la quarta edizione dal 14 al 16 ottobre 2016

Venerdì 18 marzo 2016 ore 11

Ministero dell’Istruzione, Viale Trastevere 76/a – Sala della Comunicazione (secondo piano)

La Maker Faire è l’unica manifestazione mondiale nel corso della quale creatività, auto- imprenditorialità e manifattura digitale si incontrano, celebrando la cultura dell’innovazione tecnologica e presentando ai visitatori un’anticipazione del futuro che li aspetta.
La Fiera di Roma si trasformerà in un vero e proprio parco tematico dell’innovazione dove verranno esposti centinaia di progetti, idee e invenzioni di makers, startup, Pmi innovative, scuole, università e Fab Labs di tutto il mondo.
Per i più piccoli non mancherà una vasta area Kids ricca di attività ludico-formative. La Maker Faire Rome – The European Edition è promossa dalla Camera di Commercio di Roma, organizzata dalla sua Azienda speciale Asset Camera, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e curata da Massimo Banzi e Riccardo Luna.

Intervengono alla conferenza stampa
Stefania Giannini, Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
Günther H. Oettinger, Commissario Europeo per l’Economia e la società digitali
Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio
Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma
Luciano Mocci, Presidente Asset Camera
Massimo Banzi, Curatore Maker Faire Rome e co-fondatore di Arduino
Riccardo Luna, Curatore Maker Faire Rome e Digital Champion italiano


Innovazione. Il Ministro Stefania Giannini presenta l’edizione 2016 della Maker Faire –
The European Edition

E’ stata presentata questa mattina, alla presenza del Ministro Stefania Giannini e del Commissario europeo per l’Economia e la società digitali Günther H. Oettinger, la Maker Faire – The European Edition 2016, in programma dal 14 al 16 ottobre prossimi.

Per la sua quarta edizione, la fiera degli inventori, dei creativi e degli artigiani digitali, si amplia e per l’occasione occuperà sei padiglioni della Fiera di Roma, a completa disposizione di makers e visitatori per un totale di oltre 100mila metri quadrati.

Alle consuete “Call 4 schools”, aperta anche a scuole dell’Unione europea, e “Call 4 Makers”, quest’anno si aggiungono una “Call for Big Bang Projects”, rivolta a tutti, maker, artisti, visionari per costruire la Maker non solo nei contenuti ma anche nelle sue attrazioni più importanti, e una rivolta a università e centri di ricerca.

Domotica, ri-uso, droni e robot, stampa 3D, manifattura digitale, industria 4.0, IoT – internet delle cose, tecnologia applicata ai mezzi di trasporto, alla cucina, alla moda, alla musica sono soltanto alcuni dei temi proposti per questa edizione della Maker Faire Rome.

“L’Italia  – ha sostenuto il Ministro Giannini – è un Paese di giovani innovatori che stanno avanzando nel cammino europeo verso l’innovazione. Come Ministero siamo in prima linea e vogliamo  sostenere questo processo. Abbiamo investito molto, un miliardo, sul Piano nazionale scuola digitale, ma siamo soprattutto impegnati su un nuovo paradigma di istruzione e vogliamo che l’Italia diventi uno dei protagonisti nel settore dei Big-Data. Vogliamo dire agli studenti che il Governo è dalla loro parte. A questo proposito – ha concluso – ricordo che solo ieri abbiamo stanziato 28 milioni di euro per laboratori tecnologici nelle scuole del I ciclo di istruzione e ne metteremo altri 40 dai Fondi strutturali europei per coprire tutto l’arco scolastico”.