AA.VV., Che dice la pioggerellina di marzo

Che dice la pioggerellina di marzo
Le poesie nei libri di scuola degli anni Cinquanta

Anno 2016, 208 pp.
ISBN 978-88-6266-706-7
Introduzione di Piero Dorfles

Manni Editori

cop pioggerellinaFatta salva l’ipotesi che quella letteratura non abbia guastato gli animi di un’intera generazione e non abbia fatto sopravvivere il consenso a una cultura retorica, guerresca e autoritaria, c’è da chiedersi cosa abbia trasmesso, che valori, che dubbi, che pensieri emergessero da quelle letture.
Piero Dorfles

L’albero cui tendevi la pargoletta mano; Ei della gondola, qual novità; Il morbo infuria, il pan ci manca; Eran trecento eran giovani e forti; O Valentino vestito di nuovo; Partì in guerra e mise l’elmo; La donzelletta vien dalla campagna…
Intere generazioni formatesi negli anni Cinquanta conoscono ancora a memoria i versi imparati a scuola, che siano opere di autori celebri o filastrocche dei “poeti dei banchi”, i quali scrivevano appositamente e unicamente per i testi scolastici: Pezzani, Angiolo Silvio Novaro, Ada Negri, Zietta Liù, Lina Schwarz, ma anche Diego Valeri, Moretti, Pascoli, Leopardi, Carducci e perfino D’Annunzio, accanto ai “patrioti” Bosi, Mercantini, Fusinato, Giusti.
In questa antologia sono raccolte le poesie più diffuse sui libri delle scuole elementari e medie di quegli anni, che dimostrano la continuità culturale e pedagogica della Repubblica con il ventennio fascista.
L’esaltazione dei valori quali religione, patria, famiglia, conformismo, etica del lavoro, propria del fascismo, prosegue infatti nel dopoguerra, e il libro di testo si conferma uno strumento di costruzione del consenso come era avvenuto nel passato. 
Il volume ha una struttura per sezioni che riprende quella dei sussidiari dell’epoca, con i temi: Famiglia, Scuola, Affetti, Religione, Patria, Lavoro, Povertà e rassegnazione, Storia, Natura e Giocose.


Indice

L. Reid, L’ansia nei bambini

Louise Reid, L’ansia nei bambini
Pagine: 128
ISBN 978-88-481-3133-9
Edito da Tecniche Nuove Spa

image004Il numero di bambini che necessita di una consulenza psicologica per il trattamento di disturbi legati all’ansia è in costante aumento, al tempo stesso si abbassa l’età media e sempre più spesso si riscontrano disturbi da panico in bambini di sei, sette anni.
In questo contesto risulta urgente utilizzare strumenti efficaci che aiutino i nostri figli a ritrovare il proprio equilibrio rinunciando a farmaci o a una terapia. Louise Reid propone azioni semplici ed efficaci in grado di fornire un valido aiuto per i nostri bambini riducendo loro l’elevato livello di ansia.
Questo libro risulta essere perciò una preziosa guida per aiutare al meglio i nostri piccoli, per seguirli fino all’adolescenza, aiutandoli a gestire i loro problemi liberandoli di inutili sofferenze.
Il principale obiettivo di questo testo è aiutare i genitori a riconoscere e decodificare il significato più profondo dei “messaggi” che il bambino manda loro. Segue poi il desiderio di fornire strumenti semplici e facilmente utilizzabili in grado di neutralizzare l’ansia che attacca i nostri figli e che ci rende, a volte, impotenti di fronte al problema.

Louise Reid è psicoterapeuta e docente. Specializzata nei disturbi dell’ansia, ha sviluppato un approccio di imaging mentale che risolve i problemi legati ad ansia, depressione e panico.

CONCORSO, COMMISSARI SIANO ESONERATI DA ATTIVITA’ DIDATTICA

CONCORSO, COMMISSARI SIANO ESONERATI DA ATTIVITA’ DIDATTICA

“Se il Governo intende davvero porre rimedio all’ingiusto trattamento economico previsto per i commissari del concorso, la smetta di tirare dritto per la sua cattiva strada e conceda almeno l’esonero dalle lezioni e dalle altre attività scolastiche”. E’ quanto dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

“Esaminare i candidati che aspirano alla cattedra è un compito di grande responsabilità ed è assurdo ricompensare questo delicato lavoro con la misera cifra di un euro l’ora e, per giunta, costringere i commissari a tour de force assurdi tra attività didattica e commissioni. Chi, diversamente dal presidente del Consiglio, vive e conosce bene la realtà della scuola, sa quanto sia estenuante conciliare con l’insegnamento in classe le sessioni d’esame, che come stabilito dal calendario pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale si svolgeranno sia di mattina sia di pomeriggio per le prove scritte. Fare un doppio lavoro e ricevere un compenso da fame è lesivo della dignità umana e professionale. Ci auguriamo – conclude Di Meglio – che la rassicurazione arrivata ieri da Renzi non sia la solita promessa propagandistica elargita a buon mercato”.

Stagione referendaria

La stagione referendaria può unire le generazioni e risollevare il dibattito pubblico

Si è concluso molto positivamente il primo lancio della legge di iniziativa popolare sulla carta dei diritti universali del lavoro e dei referendum promossi dalla CGIL e da alcuni Comitati sui temi della scuola e dell’ambiente. Nelle piazze abbiamo voluto raccontare il senso delle iniziative, in una fase difficile nella quale sono in gioco valori sociali, democratici e di sostenibilità ambientale fondamentali per la coesione del Paese. La stessa scadenza del voto del 17 aprile sul referendum sulle trivelle assume un valore fondamentale per cambiare il modello di sviluppo, combattendo ogni forma di inquinamento e la devastazione ambientale da parte degli interessi delle grandi lobby. Per queste ragioni domenica bisogna partecipare al voto e votare sì.
Non si tratta di referendum pro o contro Renzi, evitiamo di personalizzare ancora una volta questioni di estremo interesse pubblico, si tratta di abrogare norme che insieme a diversi soggetti organizzati dell’Italia politica, sindacale, e associativa abbiamo ritenuto pericolose, controproducenti e sbagliate. Era nostro diritto e dovere farlo, e lo abbiamo fatto.

Abrogazione delle norme relative all’estensione dei poteri dei dirigenti scolastici, ai comitati di valutazione, al cosiddetto buono scuola per gli istituti parificati e privati, e infine all’obbligatorietà delle ore di dell’alternanza scuola-lavoro: perché vogliamo abrogare queste norme specifiche? Perché abbiamo ritenuto che fossero gli aspetti più deleteri della legge sulla brutta scuola che riportano indietro le lancette dell’orologio della scuola pubblica italiana. A quasi un anno di distanza dalla sua approvazione quella legge è miseramente fallita e sta determinando un clima irrespirabile nelle scuole e nel Paese calpestando valori e principi costituzionali, a partire dalla funzione sociale della scuola, dalla libertà di insegnamento, dalla funzione dei contratti e della contrattazione, al diritto allo studio. E alcuni commentatori autorevoli si accorgono ora di alcune sbavature ideologiche della legge.

La stagione referendaria che si è aperta con questo weekend può risollevare il dibattito pubblico sulla scuola, unire generazioni e interessi sulla sua funzione sociale ed educativa. Facciamolo tutti insieme, studenti, docenti, personale scolastico, soggetti sociali, famiglie, e media. Vogliamo cambiare il modello di sviluppo dell’Italia partendo dalla funzione e dal valore della conoscenza per rendere il paese più uguale e più solidale.

Educazione fisica, il prof non è responsabile se l’alunno si fa male per una pallonata in volto

da Il Sole 24 Ore

Educazione fisica, il prof non è responsabile se l’alunno si fa male per una pallonata in volto

di Francesca Malandrucco

Insegnante e scuola non hanno alcuna responsabilità se uno studente si fa male nel corso di una partita di pallone giocata nell’ora di educazione fisica, quando la partita in questione «non è in concreto connotata da un grado di violenza e irruenza incompatibili con il contesto ambientale» e con l’età dei ragazzi. Lo ha stabilito la terza sezione civile della Corte suprema di cassazione che, con la sentenza 6844/2016, ha messo fine ad una lunga controversia tra la scuola media statale “Giovanni Pascoli” di Silvi, in provincia di Teramo, e un giovane che all’epoca dei fatti frequentava l’istituto.

La vicenda
Lo studente, durante una partita di pallone giocata nell’ora di educazione fisica, era stato colpito al volto da una pallonata calciata, involontariamente, da un suo compagno di classe a breve distanza. Il ragazzo aveva riportato gravi lesioni all’occhio destro e, in seguito, gli era stata riconosciuta un’invalidità permanente del 30%. La famiglia del ragazzo aveva quindi denunciato la scuola, chiedendo un risarcimento del danno. Durante il processo aveva sostenuto inoltre, come motivi aggravanti, che al momento dell’incidente l’insegnate di educazione fisica si era allontanato e che, per la partita di calcio, era stato utilizzato un pallone vecchio, sfilacciato e dalla superficie logora.

Nel 2005, tuttavia, il tribunale dell’Aquila con la sentenza di primo grado aveva rigettato la richiesta della famiglia e del ragazzo, non riconoscendogli alcun diritto al risarcimento. La stessa sentenza era stata confermata anche in appello. Da qui la decisione della vittima, ormai diventata maggiorenne, di ricorrere ai giudici supremi.

Il principio affermato dai giudici
Ma la Cassazione è stata chiarissima. «In materia di risarcimento danni per responsabilità civile conseguente ad un infortunio sportivo verificatosi a carico di uno studente all’interno della struttura scolastica durante le ore di educazione fisica, nell’ambito di uno svolgimento do una partita – recita la sentenza – ai fini della configurabilità di una responsabilità a carico della scuola ex art. 2048 cod. civ. , incombe sullo studente l’onere di provare il fatto costitutivo della sua pretesa, ovvero l’illecito subito da parte di un altro studente, e sulla scuola l’onere di provare il fatto impeditivo, ovvero di non aver potuto evitare, pur avendo predisposto le necessarie cautele, il verificarsi del danno». Nel caso particolare, poi, i giudici della Suprema corte si sono rifatti alla sentenza della Cassazione n.15321 del 2003: «In particolare, non può essere considerata illecita la condotta di gioco che ha provocato il danno se è stata tenuta in una fase di gioco quale normalmente si presenta nel corso della partita, e si è tradotta in un comportamento normalmente praticato per risolverla, senza danno fisico, se non è in concreto connotata da un grado di violenza e irruenza incompatibili con il contesto ambientale e con l’età e la struttura fisica delle persone partecipanti al gioco». I giudici hanno sottolineato inoltre come risulti «infondato» il tentativo di ricondurre l’attività sportiva riferita al gioco del calcio nell’alveo di un’attività pericolosa, in contrasto con quanto già affermato in passato dalla Cassazione stessa che aveva più volte sottolineato l’aspetto ludico del calcio stesso. Né per i giudici supremi il pallone può essere considerato un mezzo pericoloso. Infine, quanto alla denunciata assenza dell’insegnate nel corso della partita, dal momento che l’incidente non è stato causato da «una complessiva situazione comportamentale che era degenerata o andata fuori controllo», la presenza o meno dell’insegnante era da considerarsi irrilevante perché l’insegnate stesso «non si sarebbe potuto frapporre tra il calcio e la vittima».

Concorso scuola, si parte il 28 con l’incubo commissari

da la Repubblica

Concorso scuola, si parte il 28 con l’incubo commissari

Anticipazioni dalla ministra Giannini: due prove al giorno. Ma si riaprono i termini per trovare i commissari: in pochi accettano per un compenso di un euro l’ora

Salvo intravaia

Tutto pronto, o quasi, per il concorsone a cattedre della scuola. Si parte il 28 aprile con la prima batteria di prove scritte computer-based (il candidato leggerà i quesiti e risponderà agli stessi attraverso una piattaforma online) per terminare il 21 maggio con lo scritto del concorso di scuola primaria, quello più affollato. Il giorno prima, il 20 maggio, saranno gli aspiranti docenti di scuola dell’infanzia a cimentarsi con le domande a risposta multipla e aperta – in tutto 8 domande, di cui 2 in lingua straniera, da affrontare in 150 minuti – davanti ad uno schermo. In palio 63.712 posti. Il calendario completo con tutte le date, una per ogni materia o raggruppamento, verrà pubblicato martedì 12 aprile prossimo. Ma già si sa che i due concorsi di scuola elementare e materna saranno gli ultimi ai nastri di partenza perché ormai anche al ministero dell’Istruzione hanno realizzato che di immettere in ruolo gli oltre 24mila nuovi maestri dell’era Renzi non se ne parla per quest’anno. Tutto rinviato al 2017, con ogni probabilità.

Le anticipazioni sono della stessa ministra Giannini, a margine della Leopolda siciliana a Palermo. Le prove scritte avranno una durata di 150 minuti e ci saranno due turni per ogni giorno di prova, mattino e pomeriggio.
Sono previste 8 domande sulla materia di insegnamento di cui 2 in lingua straniera (inglese, francese, tedesco o spagnolo, obbligatoriamente l’inglese per la primaria). Sei quesiti saranno a risposta aperta (di carattere metodologico e non nozionistico) e 2 (quelli in lingua) a risposta chiusa; il candidato dovrà dimostrare di avere un livello di competenza pari almeno al livello B2. Sono 165.578 i candidati per 63.712 posti “in palio”.  La regione con più domande presentate è la Campania (24.125), seguita da Lombardia (22.630), Sicilia (17.725) e Lazio (16.191).

La macchina organizzativa è in moto da settimane e alla vigilia del calcio d’inizio rispunta l’allarme commissari, già lanciato nei giorni scorsi da alcuni sindacati. Secondo Tuttoscuola, sul concorso pende non solo la spada di Damocle di migliaia di possibili ricorsi per l’esclusione di coloro che non hanno il titolo di abilitazione, ma anche il rischio che il Miur non trovi tutti i commissari necessari per esaminare i 165 mila candidati: secondo le stime della rivista specializzata ne servono circa 10 mila (per un migliaio di commissioni). In numerosi Uffici scolastici regionali si è ancora alla ricerca di questi esaminatori e in altri sono stati ufficialmente riaperti i termini per le domande. Tra le cause di questa penuria di commissari Tuttoscuola segnala il mancato esonero dal servizio, ma soprattutto il compenso irrisorio: 251 euro per il presidente e 209,24 euro per i commissari (valori lordi) per tutto il lavoro, in un arco di tempo che va dall’insediamento delle commissioni alla pubblicazione delle graduatorie. A questo compenso base andranno aggiunti 50 centesimi di euro per la correzione di ciascun elaborato e 50 centesimi di euro per ogni candidato esaminato all’orale. Tirando le somme, secondo Tuttoscuola, il compenso orario si aggirerà intorno a un euro (lordo) l’ora, assai meno di quello dei commissari all’esame di maturità che almeno 7 euro l’ora riescono a metterli in tasca.

Gli oltre 165mila candidati che hanno presentato domanda online entro lo scorso 30 marzo svolgeranno almeno 300mila prove, perché ognuno parteciperà a più selezioni. E quasi 100mila candidati sono in lizza per una cattedra nella scuola primaria o nella scuola dell’infanzia. Il tutto, mentre negli uffici scolastici regionali funzionari e impiegati sono alle prese con un tour de force per assicurare il funzionamento della macchina concorsuale al meglio. I numeri non tranquillizzano affatto però gli organizzatori. In primis, in quasi tutte le regioni italiane mancano commissari, presidenti e segretari disposti a lavorare tutta l’estate nelle commissioni esaminatrici per pochi spiccioli. Dopo Lazio e Sicilia, anche in Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Veneto ed Abruzzo sono stati costretti a riaprire i termini per racimolare volenterosi componenti di commissione.
Ma le preoccupazioni di coloro che in questi giorni stanno contattando le scuole per organizzare gli scritti al computer riguardano proprio la procedura informatizzata che può riservare brutte sorprese. Cosa fare se una macchina si inceppa all’ultimo momento? E se va via la luce in tutta la scuola? Le prove si svolgono in concomitanza in tutte le regioni e la possibilità di un “incidente” di questo tipo non fa dormire chi è alle prese con l’organizzazione di questa kermesse. L’ultimo giorno, il 21 maggio sarà necessario reperire 100mila o un numero

maggiore di postazioni informatiche perfettamente funzionanti. Perché quel giorno, in contemporanea in tutta Italia, si svolgerà la prova scritta del concorso per la scuola elementare. In Campania sarà necessario approntare 15mila postazioni, 12mila in Lombardia e Sicilia.

Mobilità, la carica dei 250mila docenti: le sedi sindacali prese d’assalto

da La Tecnica della Scuola

Mobilità, la carica dei 250mila docenti: le sedi sindacali prese d’assalto

La mobilità dei docenti è appena iniziata, ma le sedi sindacali sono già prese d’assalto. Perché i diretti interessati vogliono vederci chiaro.

Il contratto sottoscritto venerdì scorso e la conseguente immediata Ordinanza ministeriale, stipulate dopo una lunga trattativa con i sindacati per dare seguito alle novità introdotte dalla Legge 107/15, salvaguardando però i diritti di tanti docenti, necessitano infatti essere chiariti attraverso la consulenza dei vari esperti di settore che operano all’interno delle tante sedi sindacali sparse per la Penisola.

Come abbiamo indicato su questo giornale, le procedure sono iniziate l’11 maggio con la fase A. I casi particolari e le richieste di consulenza sono tantissime: già in questo primo giorno, tantissimi docenti degli oltre 100mila potenzialmente interessati a cambiare sede scolastica, si sono riversati nelle sedi sindacali per chiedere notizie e approfondimenti.

Tra gli argomenti più toccati dai docenti, figurano gli allegati da presentare alle domande on line, le precedenze del sistema telematico qualora si presentassero più tipologie di domande, anche per diverse classi di concorso, ma anche le certificazioni per garantirsi le priorità che fa scattare la Legge 104/92 (da consegnare direttamente alle scuole di servizio) e il trattamento del personale soprannumerario o finito su Dos. Molti quesiti hanno riguardato, infine, i passaggi di ruolo e di cattedra, nonché i punteggi derivanti dal conseguimento dei titoli e dai servizi svolti.

Ribadiamo che solo a maggio, potranno presentare domanda anche i docenti (assunti nel 2016) che vogliono partecipare alla faseB,C eD. Mentre il personale Ata continuerà a “muoversi” con le vecchie procedure.

Per quanto riguarda le informazioni di base relative alla mobilità dei docenti 2016, La Tecnica della Scuola ha predisposto un tutorial interattivo, nel quale Lucio Ficara spiega come presentare la domanda e fornisce consigli utili per chi parteciperà alla prima fase A della mobilità, che si concluderà già il prossimo 23 aprile.

Sono interessati a questa prima fase, i docenti entrati in ruolo entro l’anno scolastico 2014/2015, compresi coloro che sono in soprannumero, in esubero e che hanno mantenuto il diritto al rientro entro l’ottennio: le domande riguardano i trasferimenti da una scuola ad un’altra della stessa provincia.

Prima si effettueranno, nel limite degli ambiti della provincia, i trasferimenti all’interno dello stesso comune di titolarità e successivamente tra scuole di comuni diversi della stessa provincia. In questa fase della mobilità parteciperanno anche i docenti Dos che non hanno chiesto la conferma nell’attuale scuola di utilizzazione, i neoassunti (2015/2016) in fase 0 e A del piano straordinario di assunzioni, per avere assegnata, all’interno della provincia in cui sono entrati in ruolo, la scuola definitiva di titolarità.

Il personale educativo avrà la possibilità di presentare domanda di trasferimento, però in modalità solo cartacea, dall’11 al 25 aprile.

Per quanto riguarda le altre fasi della mobilità (B,C, D), ad iniziare da quelle dei trasferimenti interprovinciali sino alla gestione degli oltre 86mila neo-assunti del 2016, il Miur ha previsto che si realizzino dal 9 maggio al 30 maggio.

Il termine iniziale per la presentazione delle domande di movimento per il personale A.T.A. è invece fissato 26 aprile ed il termine ultimo è fissato al 16 maggio.

Per quanto riguarda l’esito dei movimenti, nell’Ordinanza sottoscritta l’8 aprile (pagine 5 e 6) sono indicate tutte le date entro le quali verranno pubblicati.

C’è fermento, infine, sulla trattativa in corso relativa ai contenuti della sequenza contrattuale che definirà l’organizzazione degli ambiti territoriali.

Concorso, fa acqua da tutte le parti: pure Renzi dà ragione agli insegnanti

da La Tecnica della Scuola

Concorso, fa acqua da tutte le parti: pure Renzi dà ragione agli insegnanti

“Il ministro ha sempre rifiutato ogni confronto per affrontare, nel merito, le modalità di messa a punto di una procedura che fa acqua da tutte le parti”.

A Pini Turi, segretario generale Uil Scuola, non bastano le rassicurazioni di Renzi a chi, nel corso di Vinitaly, lo ha pungolato perché rivendicava maggiori soldi per i commissari del concorso (“è troppo poco e si lavorerà per aumentare il compenso”).

Per il sindacalista, “i docenti impegnati nei concorsi ad un euro ora hanno ragione di protestare” e “siamo contenti che vi sia consapevolezza dei problemi della scuola e del personale”, precisa Turi, proprio a commento della risposta del presidente del Consiglio.

Detto questo, il sindacalista Confederale spiega anche che però che i tanti problemi da risolvere “non possiamo non sottolineare che sarebbero stati rilevati, e risolti, in sede di confronto sindacale, piuttosto che in una manifestazione come quella che promuove il made in Italy”.

Quindi, il fatto che Renzi abbia dato “ragione agli insegnanti” è positivo, ma il mea culpa è arrivato “troppo tardi e nel posto sbagliato”.

E ancora, riferendosi alla polemica sollevata anche da Piero Perù, che evidentemente “è il segno dei tempi – conclude Turi. Prima o poi si incontreranno anche con Pelù e speriamo che si mettano d’accordo su come far funzionare scuola e i concorsi”.

Rembado (Anp): Il DS non deve essere l’uomo solo al comando

da tuttoscuola.com

Rembado (Anp): Il DS non deve essere l’uomo solo al comando
Tuttoscuola continua il suo viaggio nel mondo associativo e del sindacato italiano sul tema della dirigenza scolastica

Siamo alla seconda tappa del viaggio di Tuttoscuola, nel mondo associativo e sindacale. Al centro di questo nostro percorso troviamo la figura del Dirigente Scolastico, con le sue funzioni, il suo ruolo, i compiti che deve svolgere, le attese che il suo lavoro richiama. Dopo l’intervista al segretario generale della Flc-Cgil Domenico Pantaleo, diamo la parola a Giorgio Rembado, presidente dell’ANP (Associazione Nazionle Presidi). Prossimamente sarà il turno di altri responsabili.

La dirigenza scolastica è al centro del dibattito sul rinnovamento della scuola italiana. Il ruolo e la funzione del DS sono determinanti per la qualità del servizio, per il buon andamento e per lo sviluppo delle professionalità presenti nell’istituzione scolastica. Un buon dirigente deve avere una visione strategica supportata da competenze specifiche, sensibilità e doti personali. I requisiti soggettivi devono poter contare del sostegno di una chiara e aggiornata normativa, fondata su ragionevoli e reali responsabilità che trovano conferma tanto nelle competenze richieste quanto nelle condizioni e risorse fornite.

 

Quali sono le cause di debolezza della dirigenza scolastica?

“ANP ritiene che vi siano sostanzialmente due elementi di debolezza: il primo è costituito dall’eccessivo numero di leggi e regolamenti vigenti nell’ordinamento scolastico e che condizionano notevolmente l’operato della dirigenza; il secondo è costituito dal fatto che le decisioni assunte dall’Amministrazione scolastica sono più frequentemente in sintonia con le posizioni espresse dalle organizzazioni sindacali che con quelle dei dirigenti scolastici nonostante questi siano, come è noto, in rapporto di immedesimazione organica con l’Amministrazione stessa”.

 

Come si riforma la dirigenza scolastica?

“Si devono incrementare le prerogative dei dirigenti tanto sulla gestione del personale quanto sull’utilizzo delle risorse economiche, si devono assegnare risorse certe e si devono valutare i risultati ottenuti. La tendenza dell’Amministrazione a dettare le regole di gestione più che a fissare gli obiettivi da raggiungere compromette l’efficacia dell’intero sistema di istruzione.

Inoltre, per quanto possa apparire strano, noi siamo decisamente a favore della introduzione di una carriera per i docenti (innovazione da noi proposta quindici  anni fa) perché ciò porterebbe alla creazione di quel “middle-management” che, secondo noi, è una condizione essenziale per poter gestire efficacemente delle istituzioni scolastiche sempre più complesse. Insomma, “l’uomo solo al comando” è una filosofia che riteniamo obsoleta e perdente, impossibile da realizzarsi in una società complessa come quella attuale”.

 

La legge 107 è portatrice di una nuova cultura e mentalità nella dirigenza scolastica?

“Ad avviso dell’ANP, la legge 107 prosegue il cammino iniziato più di quindici anni fa con l’introduzione dell’autonomia scolastica e della dirigenza per i capi d’istituto. Noi l’abbiamo accolta favorevolmente perché attribuisce ai dirigenti maggiori strumenti, alcuni dei quali sono già presenti negli altri comparti della Pubblica Amministrazione (valutazione del personale ed erogazione di premi incentivanti ai sensi del decreto Brunetta), e prevede, in particolare, la possibilità di assumere nell’organico della singola scuola i docenti le cui competenze sono più in linea con il POF. Siamo convinti del fatto che ciò comporti un miglioramento della qualità del servizio di istruzione”.

 

Regole e vincoli rendono sempre più difficile l’operare dei dirigenti scolastici. Quali norme e vincoli dovrebbero essere eliminati?

“Per quanto riguarda la gestione del personale, andrebbero eliminati tutti i vincoli derivanti dalla obsoleta normativa degli anni ’70 che, nonostante avesse un senso nel contesto dell’epoca, ha portato ad una sostanziale deresponsabilizzazione degli operatori scolastici nei confronti dei destinatari del servizio con grave pregiudizio, in primo luogo, per le frange socio-economiche più deboli della popolazione.

Per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse economiche, esse dovrebbero finalmente poter essere gestite senza i vincoli di destinazione derivanti da una concezione della contabilità del tutto superata e inadeguata”.

 

Si potrebbero “spacchettare”le competenze e le responsabilità dei dirigenti scolastici? Come?

“L’ANP è nata come associazione professionale prima che sindacato e, proprio per questo, non ritiene separabili le competenze dei dirigenti delle scuole senza corrispondentemente degradare la qualità del servizio pubblico dell’istruzione. Altra cosa è operarne una classificazione: da questo punto di vista, è indubbio che vi siano delle competenze relative alla organizzazione della didattica e competenze più squisitamente amministrative. Queste ultime hanno carattere servente rispetto alle prime ma solo mantenendole unificate in unico soggetto è possibile realizzare quella sinergia tipica delle scuole che, invece, è carente in altri settori. Si pensi, per esemplificare, alla sanità pubblica ed alle frequenti polemiche relative alla gestione spersonalizzata dei pazienti, derivante dalla drastica separazione tra competenze mediche e competenze amministrative”.

 

La revisione del regolamento di contabilità delle istituzioni scolastiche (n. 44/20001) che il Miur sta elaborando va in questa direzione?

“Negli anni, vi sono stati vari tentativi di rivedere il regolamento di contabilità e l’ANP ha sempre fatto la sua parte. Per ora, dobbiamo constatare che gli aspetti di rigidità contabile tendono a prevalere su quelli di flessibilità che, secondo noi, sono assolutamente necessari in una gestione scolastica moderna e che, peraltro, sono ribaditi in numerosi passaggi della legge 107/2015”.

 

I dirigenti scolastici si autorganizzano al di là ed oltre le organizzazioni sindacali e professionali. Perché?

“La insoddisfazione della categoria è tangibile e condivisibile: i dirigenti delle scuole hanno sempre più compiti e funzioni e, di contro, sono i più penalizzati da restrizioni economiche che, a giudizio del’ANP, derivano da una travisata interpretazione di alcune norme. A riprova di ciò, occorre ricordare che siamo in causa nei confronti dell’Amministrazione perché riteniamo lesi i nostri diritti.

La disponibilità di strumenti comunicativi innovativi, quali i social media, fa ritenere possibile una sorta di “organizzazione dal basso”. Ma dobbiamo mettere in guardia dal pericolo di un’ulteriore frammentazione della rappresentanza che indebolirebbe pesantemente la categoria. Le ragioni dei nostri colleghi meritano accoglimento e richiedono una tutela competente. L’ANP è fortemente impegnata a dargliela. Ne sono un esempio le linee-guida per il rinnovo contrattuale approvate a dicembre 2015 dal nostro Consiglio nazionale e la sottoscrizione del recente accordo quadro sulle aree dirigenziali con cui si pongono le condizioni per il raggiungimento di tutti gli obiettivi di miglioramento della nostra condizione lavorativa”.

 

A che punto è il contratto? Quali le condizioni e le difficoltà da superare? Quali le previsioni?

“È di pochi giorni fa la firma dell’ipotesi di contratto quadro per la definizione delle nuove aree contrattuali, nel rispetto delle disposizioni legislative contenute nel decreto legislativo 165/2001. In quella sede per la prima volta è passata l’impostazione storica dell’ANP che ha sempre sostenuto la necessità di definire un’area in cui aggregare assieme più profili dirigenziali per togliere la dirigenza scolastica dal suo isolamento. Ed è quello che finalmente è successo, perché i dirigenti delle scuole sono assegnati ad un’area dirigenziale in cui sono presenti anche altri dirigenti (quelli dell’università e della ricerca) e questo ci consente oggi di portare all’attenzione di tutti, come mai in passato, la scandalosa e inaccettabile iniquità di trattamento economico tra noi e altre figure dirigenziali che, peraltro, sono molto meno gravate di responsabilità”.

Matteo Renzi replica e ‘apre’ sui compensi ai Commissari

da tuttoscuola.com

Matteo Renzi replica e ‘apre’ sui compensi ai Commissari

Alcune bordate di fischi e alcune grida ‘Verdini’ ‘Verdini’, hanno accompagnato il premier  Matteo Renzi in alcune aree di Vinitaly che il capo del governo ha visitato oggi a Verona.

Si e’ trattato di una contestazione messa in atto da decine di giovani visitatori.

C’erano anche alcuni docenti.

E il premier ha colto l’occasione per rispondere indirettamente al dossier di Tuttoscuola sui compensi per i commissari per il maxi-concorso ( AAA Commissari per concorso cercansi. A un euro l’ora…), dossier ripreso, fra gli altri, dal Corriere della Sera e dal Tg5.

Parole di apertura quelle del Presidente del Consiglio, che Tuttoscuola offre in questo AUDIO.

Il commento lo lasciamo ai nostri lettori. 

AAA Commissari per concorso cercansi. A un euro l’ora…

da Tuttoscuola

AAA Commissari per concorso cercansi. A un euro l’ora…
Concorsone Docenti in affanno:manca la “materia prima”, i commissari d’esame.Difficile trovarli se il compenso è di 1 euro l’ora, la metà di quanto paga il caporalato. Ecco i dati

A tre settimane dal via delle prime prove scritte del “concorsone” per docenti bandito dal Ministero dell’istruzioneper assumere nel prossimo triennio 63.712 insegnanti nelle scuole statali, da selezionare tra 165.578 candidati delle diverse classi di concorso, vi sono ancora grossi problemi organizzativi che potrebbero mettere in discussione la buona riuscita dell’operazione.

Non solo la spada di Damocle di migliaia di possibili ricorsi per l’esclusione dal concorso di coloro che non hanno il titolo di abilitazione, dopo che il TAR ha accolto un primo ricorso (ammettendo con riserva un candidato non abilitato). Un altro rischio concreto è che il Miur non trovi tutti i commissari necessari per esaminare i 165 mila candidati. Vediamo perché nello studio che Tuttoscuola.com mette a disposizione dei lettori, a partire dal fatto che nella maggior parte dei casi la remunerazione prevista per i commissari è di un (1) euro l’ora!

1.000 commissioni al lavoro

Secondo le stime di Tuttoscuola, occorreranno circa 1.000 commissioni di concorso suddivise tra 783 commissioni principali e circa 200 sottocommissioni (una per ogni 500 candidati risultantipresenti alla prova scritta).

Dalle notizie che giungono da diversi Uffici scolastici regionali, la costituzione di molte commissioni sarebbe ancora da definire per mancanza della “materia prima”, i commissari. Scaduto il termine ultimo del 19 marzo per chiedere di essere inseriti negli appositi elenchi per la scelta dei commissari, risulta insufficiente il numero di coloro che hanno finora fatto domanda, nonostante il ricorso anche a personale in pensione.

Un esercito di 10 mila commissari d’esame

Poiché ogni commissione deve essere composta da un presidente, due docenti commissari e due membri aggregati (per lingua straniera e per informatica), serviranno cinque membri effettivi. Ad essi vanno affiancati altrettanti membri supplenti.

Servono dunque circa 10 mila commissari, un piccolo esercito di esaminatori: la metà, i membri effettivi, servono subito, fin dal momento della prova scritta.

Ma con la prova scritta ormai alle porte (è data ormai per sicura la data del 28 aprile come avvio delle prove) molte commissioni non sono ancora state costituite per mancanza di aspiranti.

Innumerosi Uffici scolastici regionali si è ancora alla ricerca di commissari, in taluni casi ricorrendo al passaparola e alla capacità di convincimento, altrove sono stati ufficialmente riaperti i termini per le domande.

In particolare queste le Regioni che hanno dovuto riaprire i termini per la presentazione delle domande a commissario per il concorso (con il relativo nuovo termine):

Piemonte: 14 aprile

Liguria: 12 aprile

Veneto: 11 aprile

Emilia R.: nessuna scadenza

Lazio: 12 aprile

Abruzzo: 11 aprile

Sicilia: 12 aprile

Ammesso che l’amministrazione scolastica riesca a mettere insieme il numero necessario di commissari, questa ricerca affannosa di commissari d’esame porta con sé anche dei rischi.

Se infatti un elevato numero di aspiranti commissari consente una scelta di qualità sulla base dei curricoli presentati, l’emergenza di una chiamata per tamponare i vuoti potrebbe non consentire di scegliere secondo qualità culturali e professionali, accontentandosi di quel ‘che passa il convento’.

Conseguentemente il rischio potrebbe essere quello di avere commissari non pienamente all’altezza del compito di esaminare candidati. In qualche caso estremo si potrebbero avere candidati più preparati di chi li esamina…

 

Il commissario di concorso: un incarico poco allettante

Quali le cause di questa penuria di commissari? E perché è così difficile trovare persone disponibili a svolgere questo incarico?

Probabilmente due le principali motivazioni: il mancato esonero dal servizio, ma soprattutto il compenso irrisorio.

Infatti il corrispettivo economico per i commissari, per essere eufemistici, non è affatto incentivante: 251 euro per il presidente e 209,24 euro per i commissari (valori lordi).

Al giorno? No. A settimana? Macché: per tutto il lavoro, in un arco di tempo che va dall’insediamento delle commissioni (aprile) alla pubblicazione delle graduatorie (probabilmente luglio-agosto per la maggior parte delle commissioni).

Al compenso base vanno poi aggiunti 50 centesimi di euro per la correzione di ciascun elaborato e 50 centesimi di euro per ogni candidato esaminato all’orale. Pertanto a ciascun membro di una commissione di 500 candidati (numero massimo), verranno riconosciuti 250 euro lordi per la correzione della prova scritta.

Ipotizzando che superi lo scritto il 50% dei candidati, per l’orale verrebbero riconosciuti ulteriori 125 euro lordi. Tirando le somme, e tenendo conto che alcune commissioni avranno un numero contenuto di candidati, ogni commissario potrà aspettarsi un corrispettivo totale tra i 300 e i 700 euro lordi.

In particolare il presidente di una commissione con 500 candidati da esaminare guadagnerà 651 euro lordi, un commissario ordinario 609 euro lordi.

Il tutto senza essere esonerati dal servizio e senza nemmeno avere il rimborso per le spese di viaggio.

Per quante ore di lavoro?

Come descritto nella tabella che segue, si possono stimare almeno 550/600 ore di lavoro per una commissione con 500 candidati da esaminare.

Pertanto il compenso orario previsto dallo Stato italiano per funzionari che hanno un compito delicato quale quello di selezionare i docenti che per i prossimi 25-30 anni formeranno generazioni di giovani italiani– sembra incredibile ma è così – si aggira intorno a 1 euro (lordo) l’ora!

Se si pensa che i lavoratori agricoli sfruttati dal caporalato che raccolgono i pomodori, le arance e le mele che arrivano sulle nostre tavole sono pagati 2/2,5 euro (si presume netti…) per ogni ora di lavoro (25/30 euro per 12 ore di lavoro, dati emersi da uno studio di The European House-Ambrosetti sulla base dei dati Flai Cgil relativi al 2015), tutto ciò la dice lunga su come talvolta nella Pubblica Amministrazione italiana si pensi di fare le nozze con i fichi secchi, e su come in generale manchi la giusta considerazione per i lavoratori della conoscenza.

Non solo. C’è anche poca coerenza all’interno dello stesso comparto, se si va a confrontare il compenso previsto per i commissari del concorso con quello per i commissari all’esame di maturità, che non è certo ricco, ma almeno nei limiti della decenza (se si vuole considerare tale un compenso di 7 euro l’ora – meno di una colf – per chi deve valutare la preparazione degli studenti italiani al termine del ciclo secondario di studi, con il relativo valore legale del titolo di studio). Ed è pur sempre sette volte il corrispettivo orario previsto per i “poveri” commissari del concorso.

Come dire che con il compenso di una giornata di lavoro (aggiuntivo), il commissario del concorso tra correzione di prove scritte, valutazione di lezioni simulate all’orale, etc, ci si potrà comprare un biglietto del cinema, con un’altra giornata una pizza margherita, con un’altra pop corn e coca cola. Con una settimana di lavoro ci esce la serata al cinema con la moglie…

E a giugno e luglio la concomitanza degli esami di Stato confliggerà con i lavori delle Commissioni di concorso. Le commissioni in cerca di membri potrebbero essere proprio quelle relative a classi di concorso della secondaria.

Molti docenti delle superiori faranno parte delle commissioni per la maturità, ma, anche se potessero scegliere, non avrebbero esitazione a preferire le commissioni di maturità, anziché quelle di concorso, in quanto più vantaggiose economicamente e meno impegnative per il tempo impiegato.

Nella seconda parte dello studio di Tuttoscuola tutti i dati con la tabella comparativa su ore di lavoro e compensi previsti per fare il commissario al concorso e all’esame di maturità.

Cervantes e l’ambiguità della modernità

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

“Cervantes e l’ambiguità della modernità”,
convegno al Miur in occasione del 400mo anniversario della morte dello scrittore

Nell’ambito delle iniziative programmate in occasione del 400mo anniversario della morte di Miguel de Cervantes, il Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, promuove il convegno dal titolo Cervantes e l’ambiguità della modernità”. L’iniziativa è organizzata con la collaborazione del MIBACT, dell’Istituto Cervantes, del Teatro Eliseo di Roma e del Teatro Nazionale della Toscana. L’evento si terrà martedì 12 aprile, alle ore 10, presso la Sala della comunicazione del MIUR.
Al convegno interverranno Rosa De Pasquale, Capo Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione, Sergi Rodríguez LópezRos, Direttore dell’Istituto Cervantes di Roma, Giuseppe Di Giacomo, Ordinario di Estetica alla Facoltà di Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma, Giuseppe Cacciatore, Ordinario di Storia della Filosofia dell’Università di Napoli “Federico II”, Luca Barbareschi, Direttore Artistico del Teatro Eliseo di Roma, Marco Giorgetti, Direttore Generale del Teatro della Toscana. A moderare il giornalista e scrittore Edoardo Camurri.

Nota 12 aprile 2016, Prot. n. 5454

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione e la Gestione delle Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie – ufficio IX

A tutte le Istituzioni Scolastiche
Ai revisori dei conti
E p.c. Agli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI

Nota 12 aprile 2016, Prot. n. 5454

OGGETTO: Conto consuntivo delle Istituzioni scolastiche per l’anno finanziario 2015 – PROROGA TERMINI.

Nota 12 aprile 2016, AOODGSIP 3130

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
D.G. per lo Studente, l’Integrazione e Ia Partecipazione

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Ai Dirigenti degli Ambiti Territoriali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Trento
All’ Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
Bolzano
All’ Intendente Scolastico per la Scuola Località Ladine
Bolzano
Al Sovrintendente degli studi per la Regione Valle D’Aosta
Aosta
Ai Dirigenti scolastici
LORO SEDI

Nota 12 aprile 2016, AOODGSIP 3130

OGGETTO: Viaggi di istruzione e visite guidate, chiarimenti in merito alla nota prot.674 del 3 febbraio 2016.