DSA Corso per Genitori

Corso per Genitori a Galbiate

Il corso è rivolto a coloro che desiderano avere le conoscenze e gli strumenti necessari per poter affrontare i DSA dei propri figli con serenità e sicurezza. Si sviluppa su cinque incontri studiati per far conoscere meglio i Disturbi Specifici dell’ Apprendimento, per far capire come affrontarli nella loro ricaduta sulla vita scolastica ed emotiva dei ragazzi e per chiarire le norme che li tutelano nel percorso scolastico

Il corso si svolgerà presso l’Istituto Comprensivo Statale di Galbiate (Via Unità d’Italia 9, GALBIATE – Lecco) il sabato mattina dalle 9:00 alle 11:30 e prevede i seguenti incontri:

30 Aprile 2016: Dislessia e Disturbi specifici dell’Apprendimento
7 Maggio 2016: Discalculia… quanti problemi
14 Maggio 2016: Dislessia: lettura e scrittura
21 Maggio 2016: Legge 170/2010 e Piano Didattico Personalizzato
28 Maggio 2016: Gli Strumenti compensativi e le strategie di studio
Il corso ha un costo di partecipazione di 30 € per i soci in regola col versamento della quota 2016 e di 70 € per i non soci (per chi volesse diventare socio, cliccare qui). Per partecipare è obbligatoria l’iscrizione tramite il pulsante sul fondo di questa pagina.

1. Compilare il modulo d’iscrizione entro il 23 aprile 2016
Dopo l’invio del modulo d’ iscrizione automaticamente il sistema invierà, all’ indirizzo di posta elettronica da voi indicato, una email a conferma del corretto invio della richiesta di iscrizione. Chi non dovesse riceverla potrebbe aver indicato un indirizzo errato, in questo caso si consiglia di inoltrare un nuovo modulo.

2. Procedere al pagamento solo dopo aver ricevuto email di conferma dell’avvio del corso, che verrà attivato al raggiungimento di 25 partecipanti.

Modalità di pagamento

Online, con carta di credito
Conto corrente postale n.159400 intestato a Associazione Italiana Dislessia A.I.D. – Piazza dei Martiri 1/2 – 40121 Bologna
Coordinate bancarie: Banca UNICREDIT – Ag. Cremona Vecchio Passeggio – IBAN IT60S0200811406000103361707
Importante: in caso di pagamento con conto corrente postale o bonifico bancario, indicare la causale “nome_cognome_ numero socio_ corso genitori AID Lecco 2016”. Quindi inviate la ricevuta via mail a lecco@aiditalia.org.

Per ulteriori informazioni:
lecco@aiditalia.org
tel 393 0241118 (dal lunedi` al venerdi` dalle 13.30 alle 16:30)

Lombardia (e non solo): ISEE “ristretto” per tutti

da Superando

Lombardia (e non solo): ISEE “ristretto” per tutti

Secondo l’INPS, il nuovo ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) va applicato in forma “ristretta” – “riducendo” cioè il nucleo familiare del beneficiario cui fare riferimento solo al coniuge e ai figli – anche alle prestazioni sociali, se inserite in percorsi di natura socio-sanitaria. «Lo sosteniamo da tempo – dichiarano dalla Federazione LEDHA – e quindi gli enti come la Regione Lombardia devono modificare le proprie Linee Guida sulla materia, per garantire un’equa compartecipazione alle spese da parte delle persone con disabilità»

Disegno
di docente che ha scritto “ISEE” alla lavagnaISEE “ordinario” oppure “ristretto” [l’ISEE è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.]? Quale di questi due strumenti dev’essere applicato alle persone con disabilità per la compartecipazione alle spese socio-sanitarie?
Si tratta di quesiti derivanti da alcune interpretazioni della normativa nazionale – e segnatamente del Decreto del Presidente del Consiglio (DPCM) 159/13, che ha riformato la materia dell’ISEE – le quali hanno creato situazioni che penalizzano proprio le persone con disabilità.
Tra queste – oltre a quelle di numerosi Comuni – rientrano ad esempio le Linee Guida emesse dalla Regione Lombardia nel marzo dello scorso anno, che escludono alcuni servizi rivolti alle persone con disabilità – tra cui CSE (Centri Socio Educativi) e SFA (Servizi di Formazione all’Autonomia) – da quelli per cui è possibile richiedere l’applicazione dell’ISEE “ristretto” per la compartecipazione alla spesa.

Attraverso il proprio Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi”, la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha spesso ribadito la propria posizione nelle sedi istituzionali più opportune, pubblicando inoltre, un paio di mesi fa, un articolato parere legale sulla questione, ove si evidenzia appunto come l’ISEE “ristretto” – che per calcolare cioè l’ISEE stesso, “riduce” solo al coniuge e ai figli il nucleo familiare del beneficiario cui fare riferimento – si debba applicare anche alle prestazioni sociali, laddove siano inserite in percorsi di natura socio-sanitaria.

Un chiarimento definitivo è arrivato ora dall’INPS, che nel proprio sito ha pubblicato un documento dal titolo Le risposte alle domande più frequenti rispetto al tema ISEE, raccogliendo vari quesiti posti da cittadini e associazioni sull’argomento.
Tra questi, uno in particolare (V_27 del 26 gennaio 2016, pagina 47) riguarda il campo di applicazione dell’ISEE sociosanitario, ovvero «quale ISEE richiedere per concedere prestazioni agevolate (integrazioni rette) in ordine alla frequenza di un C.S.E.?».
Ebbene, l’INPS risponde così: «Nella definizione di prestazione agevolate di natura sociosanitaria il DPCM 159/2015 fa rientrare anche il concetto di altri interventi rivolti alle persone con disabilità: in effetti tale definizione è così ampia da ricomprendere sia le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale che quelle sociali a rilevanza sanitaria, […]. In estrema sintesi si afferma che il Cse deve essere ricompreso tra i servizi per cui chiedere l’Isee sociosanitario purché la persona abbia ottenuto il riconoscimento formale del grado di disabilità non autosufficienza».

«Conformemente a quanto già affermato dal nostro Servizio Legale – commenta dunque Gaetano De Luca, avvocato del Centro Antidiscriminazione LEDHA “Franco Bomprezzi” – l’INPS ritiene che tutti i servizi, sia quelli di natura sociale, sia quelli di natura sociosanitaria rivolti alle persone con disabilità, siano da ricomprendere nella nozione di prestazione agevolata di natura sociosanitaria. E quindi debba essere applicato l’ISEE “ristretto”».
«Auspichiamo pertanto – dichiara a propria volta Alberto Fontana, presidente della LEDHA – che sulla base di quanto affermato dall’INPS in quella risposta, la Regione Lombardia intervenga rapidamente sulle Linee Guida pubblicate lo scorso anno e le modifichi, applicando così un criterio che garantisca un’equa compartecipazione alle spese per le persone con disabilità». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa LEDHA (Ilaria Sesana), ufficiostampa@ledha.it.

Miur come La Palice: “Si possono nominare supplenti per gli Ata deceduti”

da La Tecnica della Scuola

Miur come La Palice: “Si possono nominare supplenti per gli Ata deceduti”

Ormai la realtà supera ampiamente la fantasia. A chi mai potrebbe venire in mente di chiedersi: “Ma che succede se un assistente amministrativo muore in corso d’anno?”

La risposta ad una simile domanda è del tutto ovvia, anzi lapalissiana (come si sa maresciallo La Palice mezz’ora prima di morire era ancora in vita!).
Eppure nella Amministrazione scolastica è stato necessario studiare accuratamente la domanda per arrivare infine alla risposta: “Se un dipendente appartenente al profilo Ata muore il dirigente scolastico, sotto propria personale responsabilità, può decidere di nominare un supplente per coprire il posto rimasto vuoto.
Il “problema” nasce dal fatto che la legge finanziaria 2015 aveva stabilito in modo chiaro e netto che non è possibile nominare supplenti su posti di assistenti amministrativi a meno che l’organico della scuola non sia inferiore a tre unità.
Adesso, dopo una approfondita disamina della questione, costata certamente un discreto numero di ore lavorative di dirigenti, funzionari e impiegati, a viale Trastevere sono arrivati alla conclusione: gli assistenti amministrati deceduti possono essere sostituiti perchè si tratta di coprire non già una supplenza ma un posto vacante.
La questione potrebbe anche chiudersi con un mezzo sorriso ed una alzata di spalle.
Peccato che, per arrivare alla circolare di chiarimento, sia stato necessario mettere confronto soluzioni diverse, studiare, approfondire, chiedere pareri e così via.
La notizia meriterà certamente di essere inserita nella nota rubrica della Settimana Enigmistica “Incredibile ma vero!”.

Concorso, più soldi ai commissari riducendo il Fondo di Funzionamento scolastico

da La Tecnica della Scuola

Concorso, più soldi ai commissari riducendo il Fondo di Funzionamento scolastico

Il Governo ha intenzione di aumentare il compenso dei commissari del concorso 2016 sottraendo la stessa somma dal Fondo di Funzionamento della scuola.

A sostenerlo sono i senatori Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella, Sinistra Italiana-Altra Europa con Tsipras, a proposito degli emendamenti che il governo e la relatrice della legge, la senatrice Francesca Puglisi, si apprestano a presentare per dare una risposta al problema sollevato anche dal premier Matteo Renzi.

”Non solo i docenti precari da decenni dovranno essere valutati dai loro colleghi di ruolo, ma per poterli pagare più di 1 euro l’ora, visto che giustamente per quella cifra nessuno o quasi ha fatto domanda per un lavoro a dir poco ingrato, ora il governo Renzi propone di aumentare i fondi a disposizione per i compensi dei commissari d’esame prelevandoli dal Fondo di Funzionamento della scuola”, sostengono Bocchino e Campanella attraverso un durissimo comunicato.

Poi passano a commentare i numeri dell’operazione e come si potrebbe arrivare al provvedimento, pure in tempi brevi, che, se confermato, andrebbe a ridurre i finanziamenti per il Funzionamento scolastico, solo in parte recuperati (rispetto al 2011) attraverso recenti provvedimenti del Governo Renzi.

“Le domande presentate sono in tutto 168.000 a fronte di circa 63.000 posti disponibili. Le prove d’esame dovrebbero partire il 28 aprile. Gli emendamenti saranno presentati in Commissione Istruzione nell’ambito di un pacchetto di modifiche di maggioranza al Ddl di conversione in legge del Decreto legge su scuola e università, che il governo vorrebbe portare in aula già la prossima settimana, per riuscire a rispettare questa scadenza”.

Bocchino e Campanella ricordano che i fondi assegnati alle scuole sono pochi. E non basta dire, come sembrerebbe asserire il Governo, che i soldi sottratti verranno poi restituiti l’anno successivo.

“Altro che contribuire per comprare la carta igienica! E anche se i soldi stornati quest’anno dovrebbero essere reintegrati il prossimo anno, le scuole si troveranno ad affrontare una riduzione dei finanziamenti per il loro funzionamento che non sarà senza conseguenze, considerate le difficoltà nelle quali già versavano. Senza contare che, anche con questo incremento, il compenso dovrebbe sì raddoppiare: ma stiamo parlando di 2 euro l’ora. È questo il valore che il governo Renzi dà al lavoro dentro e per la scuola? La stessa cifra – concludono i parlamentari – che i caporali lasciano in tasca ai migranti clandestini sfruttati per la raccolta dei pomodori nelle nostre campagne”.

523 posti di sostegno senza vincitori. Una critica fuori luogo

da tuttoscuola.com

523 posti di sostegno senza vincitori. Una critica fuori luogo

Nella mattinata di ieri Tuttoscuola ha dato notizia che in cinque regioni del Nord Italia (Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli e Liguria) i candidati per il sostegno nella scuola primaria sono in numero inferiore alla quantità complessiva dei posti messi a concorso, con uno ‘scoperto’ di 523 posti che, certamente e come minimo, non potranno essere assegnati per mancanza di vincitori.

Tuttoscuola ha fatto inoltre presente che in tutte le altre regioni, invece, il numero dei candidati è superiore (a volte di gran lunga) al numero dei posti a concorso.

Per essere più precisi, se mancano almeno 523 candidati in quelle regioni, ve ne sono 2.153 più del necessario nelle altre.

Come si può capire, si è trattato di una diversa distribuzione delle candidature determinata esclusivamente dalle scelte delle persone. Scelte che, secondo Tuttoscuola, possono dipendere dalla vicinanza della residenza (molti candidati sono meridionali) e, forse, dalla fondata previsione che, nella peggiore delle ipotesi, il posto di lavoro resta comunque assicurato perché nei loro territori sono numerosi i posti di sostegno in deroga che vengono destinati soltanto a supplenti fino al 30 giugno.

Nonostante sia evidente che lo squilibrio territoriale delle candidature sia dipeso da cause soggettive (scelte personali), c’è stato, invece, chi ha incolpato di tutto questo il Miur, colpevole di una ‘preselezione eccessiva’ per non avere ammesso al concorso, oltre ai laureati (quelli, sembra di capire, non abilitati), neanche gli specializzandi sul sostegno, prossimi a concludere il loro corso formativo.

Insomma i 523 ‘buchi’ contati uno ad uno da Tuttoscuola servono per dimostrare una presunta iniquità, anziché un errore di calcolo e di previsione dei candidati.

Prova scritta, raggruppamenti per età anziché in ordine alfabetico

da tuttoscuola.com

Prova scritta, raggruppamenti per età anziché in ordine alfabetico

Spulciando gli elenchi dei candidati assegnati per la prova scritta a varie sedi dagli Uffici scolastici regionali, c’è chi ha notato che in molti casi i candidati sono stati collocati per fasce di età, anziché in ordine alfabetico, come prevede il bando del concorso all’art. 7.

Non conosciamo la ragione di questa scelta imprevista che, comunque, non comporta alcun effetto.

Il raggruppamento per fasce di età, invece, è stato ritenuto da alcuni bizzarro e scandaloso, avanzando, addirittura, maliziosamente il sospetto che questo consentirebbe al Governo di favorire i giovani, eliminando gli anziani che non sarebbero protetti dall’anonimato.

Anonimato che l’ordine alfabetico, invece, garantirebbe.

È di tutta evidenza che una siffatta ipotesi che affiderebbe a mille commissioni il compito di selezionare la specie per ringiovanire la categoria, piegandosi alle dichiarazioni del ministro Giannini, è temeraria e illogica, e non ha nemmeno bisogno di essere confutata.

Invece c’è da dire che l’ordine alfabetico per gruppi di pochi candidati (in molte aule è prevista la presenza soltanto di dieci persone) avrebbe consentito di non tutelare pienamente l’anonimato, favorendo qualche candidato presente.

Comunque, visto che le prove confluiranno tutte su una chiavetta USB che consente di far confluire i dati in un unico file indistinto, l’anonimato alla fine sarà garantito per tutti, perché ogni candidato verrà individuato soltanto da un codice personale che non evidenzia età e nome.