Perchè Cgil, Cisl, Uil e Snals non scioperano con noi il 12 maggio invece che dieci giorni dopo?

Perchè Cgil, Cisl, Uil e Snals non scioperano con noi il 12 maggio invece che dieci giorni dopo?

Il 12 maggio sciopero generale della scuola contro la legge 107, i quiz Invalsi e in difesa dei precari, con manifestazioni provinciali (a Roma, MIUR, V.le Trastevere, ore 10). Il 4 e 5 maggio sciopero dei docenti delle elementari contro i quiz. Anche Cgil, Cisl, Uil e Snals oggi hanno convocato uno sciopero, ma piazzandolo dieci giorni dopo il nostro. Perché non il 12 insieme, come proponiamo da mesi?
E’ partita la raccolta firme per i Referendum sociali contro la legge 107 e la cattiva scuola di Renzi, contro gli inceneritori e le trivelle, per i Beni comuni
Mentre prosegue la resistenza all’applicazione della legge 107, il cui indirizzo nefasto è oramai palese – una scuola gerarchizzata sul modello renziano di società (“un uomo solo al comando”), guidata da presidi-padroni e con docenti ridotti a “tuttofare”, minacciati di riduzioni salariali e trasferimenti -, appare evidente il ruolo centrale che in essa ricoprono i quiz Invalsi per la “valutazione” di docenti, studenti e scuole e per i finanziamenti. Il 4 e 5 maggio (elementari) e il 12 maggio (superiori) si rinnoverà il rito insensato dei quiz, contro il quale elevata è l’opposizione dei lavoratori/trici della scuola, degli studenti e dei genitori. Dunque, tenendo conto anche dell’espulsione di tanti precari, dell’indegno trattamento riservato agli ATA e ai neo-assunti nell’“organico funzionale” e del blocco salariale da 7 anni che ha ulteriormente impoverito docenti ed ATA, abbiamo  convocato per il 12 lo sciopero generale della scuola, con manifestazioni nelle principali città; nonché lo sciopero dei docenti (in Sardegna anche degli ATA) della scuola primaria il 4 e il 5 contro i quiz (ognuno/a sceglierà il giorno in cui lo sciopero sarà più efficace per il boicottaggio). Lo sciopero del 12 maggio è convocato anche da Gilda e Unicobas e sarà accompagnato da manifestazioni provinciali (a Roma, MIUR, V.Le Trastevere, ore 10).
Oltre ad esigere la cancellazione dei quiz Invalsi e del loro uso per “valutare” docenti, studenti e scuole, scioperiamo contro la 107 e in particolare contro il premio di “merito”, la chiamata diretta da parte del preside per incarichi solo triennali, l’obbligo di alternanza scuola-lavoro di 200 ore nei licei e di 400 nei tecnico-professionali, l’accordo sulla Mobilità, che colpisce in particolare gli insegnanti della “fase C”. E chiediamo un significativo aumento salariale per docenti ed ATA, recuperando almeno quanto perso negli ultimi anni, l’assunzione di tutti i precari/e abilitati o con 360 giorni di docenza, l’aumento del numero dei collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e  tecnici, lo sblocco immediato delle immissioni in ruolo per tutti i profili ATA.
Ma oggi anche Cgil, Cisl, Uil e Snals, dopo otto mesi di silenzio e dopo aver firmato il pessimo accordo sulla Mobilità e rifiutato ogni nostra proposta di mobilitazione unitaria (a novembre dovemmo scioperare da soli contro la 107) che riportasse in piazza il “popolo del 5 maggio”, hanno convocato lo sciopero. Verrebbe da dire: meglio tardi che mai! Peccato che il loro sciopero arriverà dieci giorni dopo il nostro, convocato più di due mesi fa, dividendo la categoria che il 5 maggio 2015 aveva potuto lottare unita. Perché non indicare lo stesso giorno, quel 12 maggio che coincide con la protesta contro i quiz alle Superiori che coinvolgerà anche tanti studenti? Perché i Quattro non esprimono la stessa volontà unitaria che noi manifestammo ripetutamente la primavera scorsa? E lo diciamo in particolare alla FLC Cgil, con la quale stiamo conducendo la raccolta firme per cancellare i peggiori provvedimenti della 107, in una campagna referendaria che riguarda, oltre a quattro quesiti-scuola, anche due contro gli inceneritori e le trivelle petrolifere, nonché una Petizione in difesa dell’acqua pubblica. E le giornate di preparazione e di effettuazione dello sciopero dovranno dare anche un grande impulso alla raccolta firme dei Referendum, strumento rilevante per battere la cattiva scuola di Renzi e per smantellare installazioni inquinanti e pericolose.

Piero Bernocchi
portavoce nazionale COBAS

Cure domiciliari, niente più rimborsi?

da Superabile

Cure domiciliari, niente più rimborsi? Solo a Torino 6 mila assegni a rischio

Ancora qualche giorno, e le disposizioni del Consiglio di Stato potrebbero mostrare i loro effetti in Piemonte per anziani, disabili gravi e malati. La battaglia legale dura da anni. A rischio 300 assegni già a partire dal prossimo lunedì; per gli altri seimila la scadenza è il 30 giugno

TORINO – Per molti pazienti non autosufficienti in Piemonte è un film già visto, ma non per questo meno angosciante. Perché tra qualche giorno potrebbero diventare evidenti gli effetti della pronuncia con cui, nel dicembre scorso, il Consiglio di Stato ha sancito che le Asl (e quindi la Regione) non sono tenute a rimborsare, perlomeno in territorio sabaudo, i costi sostenuti dai familiari di anziani, malati e disabili gravi per l’assistenza domiciliare. Soltanto a Torino sono quasi seimila gli assegni a rischio: ancora una settimana e le prime 300 famiglie potrebbero trovarsi scoperte, dal momento che i fondi stanziati per il distretto Asl To3 (che copre una vasta zona provinciale che da Venaria si estende fino alla Val Pellice) saranno ufficialmente esauriti entro il 30 aprile; mentre per altri 5400 nuclei il momento della verità arriverà il 30 giugno.

Un film già visto, si diceva, e neanche troppo tempo fa: l’ultima volta successe alla fine del gennaio 2015, nel bel mezzo di una battaglia legale che andava avanti già da due anni. Oggetto del contendere, le delibere 26/2013 e 5/2014 della ex giunta regionale Cota (Lega Nord), che stabilivano come le prestazioni domiciliari non dovessero più rientrare nell’alveo delle garanzie sancite dalla legge sui Livelli essenziali d’assistenza. “Vale a dire – aveva spiegato Andrea Ciattaglia, portavoce del Coordinamento sanità e assistenza, gruppo interassociativo che da 30 anni si batte per i diritti dei non autosufficienti – che a rimborsarle non sarà più la Regione, attraverso le Asl, ma il welfare dei comuni: una distinzione non da poco, dal momento che solo la sanità eroga prestazioni immediatamente esigibili, mentre il comparto assistenziale può farlo unicamente in subordine alla disponibilità di fondi nelle casse comunali”. Decisioni, queste, che furono duramente contestante dai banchi dell’opposizione, dove all’epoca sedeva il centrosinistra; ma che di fatto sono state mantenute dalla giunta Chiamparino (Pd), insediatasi nell’estate del 2014. Appena pochi mesi dopo, nel gennaio 2015, per le prime 300 famiglie parve spalancarsi il baratro sanitario: si trattava degli stessi nuclei che ora rischiano di nuovo di vedersi cancellare gli assegni; ma che allora vennero salvati da una pronuncia del Tar, che con un tempismo quasi cinematografico accolse il ricorso intentato dal Csa, ordinando alla Regione il ritiro delle delibere incriminate.

Nel frattempo, però, il Consiglio di stato ha ribaltato quella pronuncia, rendendo pienamente effettive le delibere della giunta Cota: la patata bollente delle cure domiciliari, dunque, è definitivamente passata nelle mani dei Comuni; che difficilmente, però, potranno sostenerne i costi, “specie se si considera – precisa Ciattaglia – che già devono farsi carico della quota ‘assistenziale’ destinata alle famiglie più povere”. O che il Comune di Torino, dove risiedono gran parte dei pazienti interessati, è oggi il più indebitato dello stivale, con un passivo di 3.500 euro per residente. Proprio dal vicesindaco del Capoluogo, Elide Tisi, arriva un nuovo sollecito verso l’amministrazione regionale, per una soluzione politica “che sia permanente e di lungo periodo”.

In Piemonte, in effetti, si naviga ormai a vista: se anche la Regione si decidesse a concedere la proroga delle coperture che Comuni e associazioni chiedono (“vedremo – è la risposta di Augusto Ferrari, assessore regionale al welfare – è evidente che qualcosa si dovrà fare”), tra sei mesi il problema rischierebbe di ripresentarsi identico. Ciò nonostante, un rifinanziamento, per quanto momentaneo, resta l’unico scenario realisticamente auspicabile, per le famiglie come per i consorzi socio assistenziali che le seguono; i quali, dal canto loro, denunciano una sconfortante mancanza di liquidità, dal momento che, da anni ormai, gli stanziamenti relativi al Fondo per le non-autosufficienze vengono erogati con enorme ritardo. “I fondi per il 2014- spiega Mauro Perino, direttore generale del Cisap, che segue una quarantina di famiglie residenti nel comune di Grugliasco (Torino) – siamo riusciti a metterli a bilancio soltanto pochi mesi fa: il che non vuol dire che quei soldi siano arrivati in cassa; ma solo che, per quell’anno, sappiamo che prima o poi riceveremo 400mila euro circa.

Nel frattempo, però, la Regione ci ha fatto firmare un protocollo in base al quale siamo vincolati a restituire le quote che la Asl ha erogato negli ultimi due anni, quando la trafila legale era ancora in corso; con quel documento, si sono impegnati a loro volta a continuare ad anticipare anche gli assegni relativi il primo quadrimestre del 2016: ma questo, ovviamente,equivale a dire che, da quattro mesi, non parliamo più di una quota sanitaria, ma di un prestito che la regione ci concede. Noi chiediamo semplicemente che quel prestito venga prorogato fino alla fine del 2016: se dobbiamo restituire dei soldi alla regione, che ci diano la possibilità di farlo quando i fondi che ci sono dovuti saranno effettivamente nelle nostre casse. Il rischio, in caso contrario, è che siano i pazienti ad andarci di mezzo: perché è chiaro che, senza soldi, è difficile garantire continuità al servizio”. (ams)

Trisome Games, iscritti da tutto il mondo per le olimpiadi degli atleti Down

da Redattore sociale

Trisome Games, iscritti da tutto il mondo per le olimpiadi degli atleti Down

Dal 15 al 22 luglio a Firenze si terrà la prima edizione della manifestazione riservata ad atleti con sindrome di Down, che si cimenteranno nel tennis, nel ping pong, nel nuovo, nell’atletica, nel judo, nel futsal e nella ginnastica ritmica

FIRENZE – Dal 15 al 22 luglio a Firenze si terrà la prima edizione di Trisome Games, manifestazione riservata ad atleti con sindrome di Down, che si cimenteranno nel tennis, nel ping pong, nel nuovo, nell’atletica, nel judo, nel futsal e nella ginnastica ritmica. Quella di Firenze sarà la prima Olimpiade dedicata unicamente ad atleti con sindrome di Down: al momento sono già iscritte 34 nazioni provenienti dai 5 continenti con la presenza di quasi 900 fra atleti e tecnici.

L’evento, organizzato dal Comitato organizzatore locale presieduto da Alessio Focardi, è stato assegnato all’Italia e nello specifico a Firenze dalla Su-ds, Sport Union for athletes with Down Syndrome, l’organismo internazionale che sovraintende lo sport per atleti con sindrome di Down.

La manifestazione è supportata da Fiat Chrysler, main sponsor dell’evento, e dalla Regione Toscana. “Lo sport – ha detto l’assessore regionale allo sport e alle politiche sociali Stefania Saccardi – è un fantastico strumento di integrazione. L’idea delle Olimpiadi per atleti con sindrome di Down era partita come un sogno ma adesso sta diventando realtà. La Regione ha stanziato 20 mila euro per sostenere questo importante evento”.

Nomine

Il Ministro Giannini nomina il Prof. Carlo Doglioni presidente dell’INGV
e il Prof. Sergio Paoletti presidente del Consorzio per l’Area di Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trieste

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini ha nominato i nuovi presidenti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e del Consorzio per l’Area di Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trieste. Si tratta, rispettivamente, dei professori Carlo Doglioni e Sergio Paoletti.

Il neo presidente dell’INGV, Carlo Doglioni, è nato a Feltre nel 1957, ha conseguito la laurea in Geologia presso l’Università di Ferrara ed è docente ordinario di Geodinamica presso l’Università Sapienza di Roma. Già presidente del consiglio scientifico del Progetto Strategico Crosta Profonda (CROP) del CNR e della Società Geologica Italiana, è membro del Comitato Geologico Nazionale del Servizio Geologico d’Italia. È autore della mappatura delle asimmetrie tettoniche globali e di un nuovo modello della geodinamica terrestre. È socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei.

Il nuovo presidente del Consorzio per l’Area di Ricerca Scientifica e Tecnologica di Trieste, Sergio Paoletti, è nato a Trieste nel 1948. Laureato in Chimica presso l’Università degli Studi di Trieste, è docente ordinario di Biochimica presso lo stesso ateneo. Attualmente è membro del Consiglio di amministrazione di Elettra-Sincrotrone Trieste ScpA, vincitore di diversi progetti di ricerca europei, ha ricevuto la laurea honoris causa dall’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia di Trondheim.

23 maggio sciopero generale della scuola

“La legge sulla pessima scuola, i concorsi effettuati senza criterio, le stabilizzazioni sbandierate come una grande conquista”, ha detto dal palco il segretario Pantaleo, chiudendo la manifestazione a piazza Montecitorio, indetta da FLC CGIL, Cisl scuola, Uil scuola e Sbals, “rispondono, in realtà, ad una precisa strategia, contro la quale i sindacati combatteranno uniti. È la strategia che vuole dividere la scuola, in docenti di serie A, di serie B e di serie C, e che nega diritti e riconoscimenti al personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Strategia che costruisce un lessico in cui dominano parole come competizione, merito, prestazione. Tutto ciò è contrario allo spirito costituzionale della scuola pubblica, la cui missione è quella di educare, formare, istruire e fornire le chiavi della conoscenza a tutti, senza lasciare nessuno indietro. Perché ogni bambina e ogni bambino, ogni ragazza e ogni ragazzo, sono valori assoluti, rappresentano il futuro, e non sono un  problema, come spesso vengono giudicati dalla ministra Giannini. Così come sono valori assoluti coloro che ogni giorno lavorano nella e per la scuola pubblica, tenacemente e coraggiosamente, nonostante livelli salariali agli ultimi posti nelle classifiche europee. Avevamo proposto un’altra strada: quella della stabilizzazione di tutti i precari, nel giro di pochi anni, evitando di lasciare fuori dalla scuola decine di migliaia di lavoratori, e costruendo forzose gerarchie nella scuola. Per queste ragioni la nostra mobilitazione continuerà, con lo sciopero generale del 23 maggio e anche dopo. La ministra Giannini scrive che trova singolare proclamare uno sciopero contro un governo che assume, annunciandolo il giorno in cui parte il concorso. Delle due l’una, o la ministra finge di non capire come stanno le cose, oppure non ha davvero capito: la manifestazione di oggi e lo sciopero del 23 maggio sono una risposta alla sua pervicace e autoritaria volontà di non dare ascolto a nessuno, né a chi nella scuola lavora ogni giorno, né alle rappresentanze sindacali. Più volte abbiamo espresso, alla ministra e al governo, la necessità di aprire un tavolo per il dialogo sulla legge 107, di aprire le trattative per il rinnovo del contratto. Tutte le volte, il dialogo è stato negato, usando il metodo dell’autoritarismo, piuttosto che la ragionevolezza dello scambio di vedute”.

CONCORSO, PIU’ TRASPARENZA SU CRITERI VALUTAZIONE E COMMISSIONI

CONCORSO, PIU’ TRASPARENZA SU CRITERI VALUTAZIONE E COMMISSIONI

“Sul concorso partito oggi con le prime prove scritte gravano la mancata comunicazione ai candidati delle griglie di valutazione, in base alle quali saranno valutati i loro elaborati, e l’incognita dei commissari su cui, al momento, si sa soltanto che nei prossimi giorni il Governo depositerà un emendamento per aumentarne i compensi. Le migliaia di partecipanti meriterebbero maggiore trasparenza e organizzazione”. E’ quanto dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

“Al ministro Giannini, secondo la quale questo è un concorso ‘storico, il più grande della scuola italiana’, ricordiamo che i 63.712 insegnanti che entreranno in ruolo non rappresentano nuove assunzioni, ma semplicemente la copertura del turnover per sostituire i docenti che andranno in pensione. Non c’è, dunque, alcun nuovo investimento. Ed è uno spot elettorale – conclude Di Meglio – affermare che ‘dopo tanti anni si torna alla Costituzione’, visto che l’ultimo concorso si è svolto nel 2012”.

SCUOLA: IL 23 MAGGIO SARA’ SCIOPERO GENERALE

SCUOLA: IL 23 MAGGIO SARA’  SCIOPERO GENERALE

Dal palco della manifestazione unitaria lo Snals-Confsal chiede al governo
il rinnovo del contratto e un incremento adeguato delle risorse stanziate

Roma, 28 aprile.  Ancora una volta insieme. I sindacati della scuola hanno manifestato questa mattina con docenti, Ata e dirigenti di tutta Italia. Snals-Confsal, con Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola, ha organizzato l’appuntamento in piazza Montecitorio a Roma, dove è stata lanciata una nuova fase di mobilitazione che culminerà nello sciopero generale del 23 maggio.

Nel suo intervento dal palco della manifestazione unitaria, il segretario vicario dello Snals-Consal, Achille Massenti ha dichiarato. “Questo governo afferma a parole e nega nei fatti la centralità della conoscenza. Non vogliamo una scuola della conflittualità e del conflitto ma quella della collegialità, dell’autonomia e della contrattazione”.

Su quest’ultimo punto ha aggiunto: “Occorre ridare dignità sociale e contributiva ai lavoratori della scuola. Per questo servono remunerazioni adeguate e regole certe. C’è bisogno di rinnovare il contratto scaduto da quasi 9 anni. Tra l’altro, dopo l’accordo sui comparti del pubblico impiego – da 10 a 4 – siglato in Aran il 5 aprile il governo non ha più alibi per rimandare ulteriormente”.

“Dobbiamo sburocratizzare il lavoro della scuola e riconquistare il diritto alla piena contrattualità del salario. La normativa che riguarda i lavoratori della scuola è stata oggetto, infatti, di vere e proprie incursioni legislative” ha proseguito Massenti.

Concludendo: “Quando si parla di contratto occorre tener presente sia l’aspetto normativo – che deve fare chiarezza sui carichi e sugli orari di lavoro non tralasciando di considerare l’importanza del personale Ata – sia quello economico, cui spetta di porre rimedio alla perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni. Il governo incrementi le risorse stanziate dalla legge di stabilità – l’aumento medio sarebbe di soli 7 euro, una vera miseria. E veda di non fare il furbo sugli automatismi legati all’anzianità”.

Scuole, via ai 480 milioni per l’edilizia

da Il Sole 24 Ore 

Scuole, via ai 480 milioni per l’edilizia

di Gianni Trovati

Una spinta agli investimenti locali arriva quest’anno dall’esclusione dei calcoli per il pareggio di bilancio del bonus di 480 milioni per gli interventi sull’edilizia scolastica di Comuni, Città metropolitane e Province. Con la firma da parte del presidente del consiglio Matteo Renzi è arrivato ieri al traguardo il decreto che assegna gli «spazi finanziari» agli enti locali (qui l’elenco dei numeri ente per ente ). L’aiuto, introdotto dall’ultima manovra (comma 713 della legge 208/2015), è stato distribuito sulla base delle richieste arrivate entro marzo dagli stessi enti locali, e distinte in tre famiglie: gli interventi già avviati grazie all’incentivo messo in campo due anni fa (articolo 48 del Dl 66/2014), quelli iniziati con i cofinanziamenti della Bei e infine le spese slegate dalle due mosse precedenti. Alle prime due «priorità» vanno poco più di 101 milioni, che esauriscono completamente le richieste degli enti locali, mentre alla terza categoria, maggioritaria, finiscono gli altri 378 milioni: in questo caso, ogni amministrazione ottiene uno «spazio finanziario» pari al 55,59% di quanto richiesto sulla base dei propri progetti.
Le amministrazioni locali destinatarie del bonus dovranno certificare alla struttura di missione che a Palazzo Chigi monitora i lavori sull’edilizia scolastica: in caso di ritardi o mancate realizzazioni, gli spazi finanziari potranno essere redistribuiti, senza ovviamente modificarne il valore complessivo.

Pronti 10 milioni per gli istituti nelle aree «a rischio»

da Il Sole 24 Ore 

Pronti 10 milioni per gli istituti nelle aree «a rischio»

di Cl. T.

La Scuola come un centro che si apre agli studenti e alle loro famiglie, per essere abitata dai ragazzi e dai genitori oltre i tempi canonici della didattica: il pomeriggio, il sabato, nei giorni di vacanza, a luglio come a settembre. Come misura di contrasto alla dispersione, ma anche come risposta tempestiva e concreta ai fenomeni di disagio sociale che caratterizzano alcune aree del Paese.

Il progetto
È questa la visione che ha generato il progetto «La Scuola al centro», con il Miur che, con un decreto, ha stanziato ieri 10 milioni di euro immediatamente disponibili per iniziative che rendano la scuola un polo di aggregazione e attrazione in aree periferiche e in contesti a maggior rischio di dispersione di quattro città: Napoli, Roma, Palermo, Milano. A settembre, attraverso un ulteriore finanziamento, si allargherà la copertura a tutto il territorio nazionale. «Le periferie sono i centri del futuro: sono ricche di umanità e di energie. Spetta a noi, alla scuola raccoglierle e farle emergere», ha detto il ministro Stefania Giannini.

Il decreto
Il decreto firmato ieri prevede aperture straordinarie delle scuole e iniziative dal 1° luglio. Saranno circa 700 le istituzioni coinvolte, ognuna avrà un budget di 15mila euro. A settembre, attraverso finanziamenti del Pon Scuola, saranno coinvolte altre 5mila scuole di tutto il Paese. Le attività potranno essere svolte in collaborazione fra istituti scolastici, con enti locali, università, associazioni, cooperative. I fondi saranno utilizzati per pagare le attività, i materiali e il personale. I progetti dovranno riguardare uno o più dei seguenti ambiti tematici: autoimprenditorialità; avvicinamento alla musica; attività sportive pomeridiane; laboratori artistico-espressivi. Promozione dell’inserimento del cinema e del teatro a scuola; diffusione della lettura; attività per la conoscenza del territorio di appartenenza e di incentivazione alla cittadinanza attiva.

On line la banca dati dell’Indire con gli studenti «eccellenti»

da Il Sole 24 Ore 

On line la banca dati dell’Indire con gli studenti «eccellenti»

Online la banca dati degli alunni eccellenti. L’Indire ha pubblicatol’Albo Nazionale delle Eccellenze relativo agli studenti vincitori di gare e competizioni nell’anno scolastico 2014-2015. Ma attraverso lo stesso database è possibile risalire fino al 2006/2007.

L’Albo
raccoglie i nominativi degli studenti delle scuole secondarie superiori che hanno conseguito risultati di alto livello in gare e competizioni di qualificata valenza formativa e scientifica, nazionali e internazionali. Tutti gli enti, le società e le istituzioni promotori delle competizioni sono individuati e accreditati dal ministero dell’Istruzione.
All’interno dell’Albo, è possibile effettuare ricerche partendo dal nominativo dello studente oppure dall’ambito disciplinare di riferimento. Ed estrapolare così tutti i dati sulla materia oggetto della competizione, sull’ente o società che l’ha indetta, sulla fascia di merito del premio e sulla scuola frequentata dallo studente. I premi spettanti agli studenti variano in relazione alle fasce di merito, alle risorse finanziarie e alle modalità e ai criteri stabiliti per decreto.

Gli adempimenti per le scuole
Al fine di poter erogare i premi, le scuole devono accreditarsi per confermare i nominativi degli studenti vincitori e comunicare i dati fiscali dell’Istituto.

Dispersione, scuole aperte d’estate in periferia di Napoli, Roma, Palermo e Milano

da La Tecnica della Scuola

Dispersione, scuole aperte d’estate in periferia di Napoli, Roma, Palermo e Milano 

Arriva il finanziamento per aprire le scuole di pomeriggio, il sabato e d’estate nelle aree periferiche delle città dove è ancora alta la dispersione degli studenti.

Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ha firmato il decreto. A settembre, attraverso un ulteriore finanziamento, si allargherà la copertura a tutto il territorio nazionale.

L’annunciato provvedimento, finalizzato a svolgere sport, musica e laboratorio nei locali scolastici, si è tradotto in realtà in pochissimi giorni. La sera del 27 aprile, il Miur ha fatto sapere che “la Scuola come un centro si apre agli studenti e alle loro famiglie, per essere abitata dai ragazzi e dai genitori oltre i tempi canonici della didattica: il pomeriggio, il sabato, nei giorni di vacanza, a luglio come a settembre”.

L’operazione viene intesa “come misura di contrasto alla dispersione, ma anche come risposta tempestiva e concreta ai fenomeni di disagio sociale che caratterizzano alcune aree del Paese”.

“È questa la visione – prosegue il Miur – che ha generato il progetto ‘La Scuola al centro’, l’idea che la periferia non sia solo una categoria geografica, ma racchiuda in sé il dramma dell’esclusione, dell’emarginazione e che può radicarsi dentro le città o ai loro margini”.

“Per questo il Ministero dell’Istruzione ha stanziato oggi 10 milioni di euro immediatamente disponibili per iniziative che rendano la scuola un polo di aggregazione e attrazione in aree periferiche e in contesti a maggior rischio di dispersione di quattro città: Napoli, Roma, Palermo, Milano”. Inizialmente nella lista c’era anche Bari, ma nella versione definitiva il capoluogo pugliese non compare più.

“Le periferie sono i centri del futuro: sono ricche di umanità e di energie. Spetta a noi, alla scuola raccoglierle e farle emergere”, ha detto il ministro Stefania Giannini. “Con questo progetto vogliamo dare ai ragazzi di quelle aree del Paese dove l’istruzione costituisce una risposta importante ed essenziale per garantire un futuro alle nuove generazioni, una scuola aperta, che appartenga a tutta la comunità, dove famiglie e studenti possano sentirsi come in una seconda casa, da frequentare non solo quando ci sono le lezioni, ma anche in orario extra scolastico. Questo già accade in moltissime realtà. Ora stanziamo risorse specifiche affinché quella scuola aperta e viva che abbiamo immaginato con la Buona Scuola possa concretizzarsi sempre di più”.

Il decreto firmato oggi prevede aperture straordinarie delle scuole e iniziative dal 1° luglio. Saranno circa 700 le istituzioni coinvolte, ognuna avrà un budget di 15.000 euro.

A settembre, attraverso finanziamenti del PON Scuola, saranno coinvolte altre 5.000 scuole di tutto il Paese. Le attività potranno essere svolte in collaborazione fra istituti scolastici, con enti locali, università, associazioni, cooperative.

I fondi saranno utilizzati per pagare le attività, i materiali e il personale.

I progetti dovranno riguardare uno o più dei seguenti ambiti tematici:

–      Autoimprenditorialità;

–      Avvicinamento alla musica;

–      Attività sportive pomeridiane;

–      Laboratori artistico-espressivi. Promozione dell’inserimento del cinema e del teatro a scuola;

–      Diffusione della lettura;

–      Attività per la conoscenza del territorio di appartenenza e di incentivazione alla cittadinanza attiva.

ANTEPRIMA – I diplomati magistrali vanno nelle GaE: l’Adunanza Plenaria lo conferma in tempo record

da La Tecnica della Scuola

ANTEPRIMA – I diplomati magistrali vanno nelle GaE: l’Adunanza Plenaria lo conferma in tempo record

Dopo un’intensissima discussione all’udienza odierna, il Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria ha confermato che i diplomati magistrali vanno inseriti nelle GaE.

Attraverso un’ordinanza depositata nel tardo pomeriggio del 27 aprile, il CdS ha quindi confermato l’orientamento finora espresso dalla VI sezione dello stesso Organo di appello della giustizia amministrativa.

Il massimo consesso della giustizia amministrativa, cui era stato demandato di affrontare l’ormai annosa questione dei diplomati magistrale, che hanno conseguito il titolo sino al 2002, ha chiaramente evidenziato che “non appare opportuno discostarsi, ai limitati fini cautelari, dall’orientamento già espresso dalla Sezione sesta nelle sentenze citate nella ordinanza di rimessione (cfr. per tutte sentenza n.1973 del 2015) e in numerose altre pronunce cautelari, secondo cui i soggetti muniti di diploma magistrale conseguito entro l’anno 2001/2002 hanno titolo adsere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento”.

Si tratta di un punto importantissimo, messo a segno dalle migliaia di docenti muniti di diploma magistrale abilitante che aspirano ad accedere nelle GaE, che certamente determinerà una svolta nella vicenda.

La mattina del 27 aprile, infatti, nell’aula di Palazzo Spada si è celebrata la tanto attesa udienza innanzi all’Adunanza plenaria, ed il clima era decisamente teso.

Diversi legali, giunti nella capitale sia per i ricorrenti sia per i docenti intervenuti ad adiuvandum, hanno sostenuto le loro tesi in difesa del diritto dei docenti abilitati con diploma magistrale ad accedere alle Gae ed hanno puntualmente replicato alle eccezioni sollevate dall’Avvocatura dello Stato schierata in difesa del Miur.

Il punto focale della discussione, si è incentrato sulla ammissibilità dell’inserimento in GaE dei diplomati, nonostante il blocco ai nuovi inserimenti previsto dalla legge 296/2006, problema evidentemente superato dall’Adunanza plenaria anche, probabilmente, per la necessità di dare una lettura conforme alla Costituzione della legge medesima.

In serata è poi giunta la conferma che tanti precari attendevano: Palazzo Spada ha decretato il diritto degli abilitati magistrale all’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento.

A adesso? La “palla” passa al Tar. Il quale, come giudice di primo grado, dovrà certamente tenere conto di questa tanto attesa pronuncia. Con decine di migliaia di precari coinvolti, che sperano con sempre maggiore fondatezza.

Concorso docenti, tutte le info sulle prove scritte e orali

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, tutte le info sulle prove scritte e orali

Partono le prove scritte del nuovo concorso per insegnanti previsto dalla Legge 107/15 e il Miur rende pubblici numeri e modalità.

Le informazioni giungono alla vigilia della prima prova, in programma il 28 aprile. Ebbene, come noto da tempo sono 63.712 i posti disponibili suddivisi tre bandi: infanzia e primaria (24.232), secondaria di I e II grado (33.379), sostegno (6.101). Le domande di partecipazione al concorso si sono chiuse lo scorso 30 marzo: sono 165.578 le istanze pervenute.

“L’85,2% delle domande – ricorda il Miur – è stato inoltrato da donne. Il 63,1% delle domande proviene da candidati che hanno meno di 40 anni. L’età media generale è 38,6 anni. Le prove scritte andranno avanti fino al 31 maggio prossimo”.

Il ministero dell’Istruzione definisce poi “imponente la macchina organizzativa”, con “oltre 2.500 le sedi d’esame139 le classi di concorso coinvolte a fronte delle 31 della selezione del 2012”.

Per gli scritti sono state elaborate 93 tipologie di prova.

La prova prevede 8 domande che riguardano la materia di insegnamento di cui 2 in lingua straniera (inglese, francese, tedesco o spagnolo, obbligatoriamente l’inglese per la primaria).

I quesiti saranno: 6 a risposta aperta (di carattere metodologico/didattico e non nozionistico) e 2 (quelle in lingua) a risposta chiusa. Lo scritto avrà una durata di 150 minuti.

Mentre sono previsti 45 minuti per l’orale: 35 per una lezione simulata e solo 10 minuti di interlocuzione fra candidato e commissione.

Nella valutazione dei titoli si valorizzeranno, fra l’altro, i titoli abilitanti, il servizio pregresso, il dottorato di ricerca, le certificazioni linguistiche.

Per consentire ai candidati di familiarizzare con la procedura d’esame, sempre nella giornata precedente alle prime prove scritte, il Miur ha messo a disposizione un video tutorial sul proprio canale YouTube di cui abbiamo dato notizia già in un altro articolo.

Marcucci: “Nei prossimi giorni emendamento per aumento compensi dei commissari”

da La Tecnica della Scuola

Marcucci: “Nei prossimi giorni emendamento per aumento compensi dei commissari”

“Il governo depositerà nei prossimi giorni un emendamento per aumentare i compensi dei presidenti e dei commissari del concorso della scuola, che porterà all’assunzione di 63 mila docenti”. Così l senatore Pd Andrea Marcucci, presidente della commissione istruzione a Palazzo Madama. “Il governo Renzi ha mantenuto l’impegno – ha sottolineato – confermato oggi in commissione dalla sottosegretaria Angela D’Onghia. Il veicolo legislativo è il decreto sulla funzionalità del sistema scolastico. Si tratta di un aumento che immagino consistente”